Mille giorni di guerra e di avventura Da Mostar a Parigi 1942-1945 Remo Parodi
Grazie ad un amica sono venuto a conoscenza di questo libro che è il diario di un giovane soldato italiano genovese e dei suoi mille giorni di guerra tra il 1942 e il 1945, fino alla fine della guerra e il ritorno a casa tra peripezie ed avventure più disparate.
Il libro è sicuramentte interessante perchè è scritto in maniera molto vitale e sincera : a temi comuni quali l’ amor patrio e della propria città : Genova, al cameratismo e al senso del dovere, salta all’ occhio nonostante i momenti difficili, la noia, le paure, la nostalgia, tutto l’ ardore e la voglia di vivere dei vent’ anni e un anno quasi spensierato a Mostar, durante l’ invasione italiana in Jugoslavia, dove il nostro protagonista si trovava di stanza servendo nell ‘aereonautica nella base congiunta italiana e tedesca dell’ aereoporto civile di Mostar trasformato in base aerea militare.
Il periodo di Mostar viene ricordato sempre con affetto per le amicizie e i rapporti instaurati durante le licenze con i locali e con le ragazze, tutto è una scoperta per il nostro soldatino dalla città di Mostar per buona parte della guerra abbastanza tranquilla dal punto di vista militare, dalle tradizioni e culture jugoslave fino alla costa, con buone descrizioni delle città visitate della costa jugoslava e dalmata, di Sarajevo, e dieventi storici vissuti in prima persona o di riflesso quali le battaglie di Jablanica e della Neretva.
Le lettere che arrivano o non arrivano da casa o dalle ” ragazze ” lasciate a casa in pena, per difficoltà di comunicazione, il mercato nero per arrotondare e gli incontri casuali e gli addii sono altri ingredienti di questo romanzo on the road.
Ogni spostamento è una avventura, anche l’ unica licenza per tornare a casa, binari saltati, treni che non si sa quando e se partono, traghetti sotto il tiro dell’aereonautica inglese, potenziali assalti di partigiani comunisti, o cetnici serbi, lo stesso una missione aerea fino a Tirana, scorre adrenalina tra le pagine, e avventura vera e forzata sempre sul filo del rasoio, e sulle ali delll’ incoscienza, fino all’ 8 settembre e al trasferimento a Zara.
Qui è descritto bene lo sbando delle truppe in balia di se stesse e dei tedeschi, la cattura da parte dei tedeschi e l’ internamento con alcuni compagni prima in Germania e poi in varie località della Francia, sembra un film, ma con una buona sceneggiatura davvero, ma non dubito sia tutta realtà, da Nantes proprio come in un film i nostri fuggiranno travestiti da tedeschi per essere catturati dai partigiani francesi nel loro tentativo di raggiungere Marsiglia e Nizza e poi casa.
Sempre sull’ orlo del disastro si uniranno dopo mille peripezie ai partigiani francesi e contribuiranno a sabotaggi e azioni militari prima a supporto dello sbarco in Normandia poi nelle azioni sul confine italiano a Ventimiglia con i tedeschi in ritirata.
Un libro per nulla eroico, nonostante l’ indubbia stoffa e arguzia dei nostri soldati e del protagonista, ma dove viene fuori la futilità della guerra e la sua idiozia che viene però affrontata a testa alta e con una carica vitale anche nelle situazione più estreme che la trasforma in una avventura e un mischiarsi alla varia umanità ” straniera ” : jugoslava, tedesca, francese , con un particolare accento sui rapporti umani e sulla fraternità che volenti e nolenti, talvolta per bisogno, cameratismo, necessità o solitudine si instaurano in maniera casuale in tempo di guerra per sopravvivere e rimanere vivi.
” Ci fa un certo effetto trovarci di nuovo a Torino, la città che ci ha visto partire per la guerra, allora eravamo dei ragazzi che facevano finta di essere uomini duri per convincerenoii stessi.Adesso siamo sempre ragazzi ma diversi da allora, forse cresciuti troppo in fretta.
Il mio pensiero corre ai cari amici di Mostar.Chissà come avranno passati questi mesi, e se saranno riusciti a cavarsela. “
LUCA TOCCO
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