SABATO 9 GIUGNO
E´ l’ultima giornata in Israele e, come quasi sempre durante i viaggi, dopo qualche giorno di permanenza ci sembra quasi di essere a casa; riconosci il baretto sottocasa, il tizio da cui compri l’acqua, alcuna gente che incroci per strada e che ti sembra di aver già visto.. non so, è sempre una bella sensazione.
Il bar dove andiamo a fare colazione poi è veramente particolare, tavolini piccolini, flusso di gente veloce, macchina da caffè un po’ retrò, libri da leggere appoggiati sulle mensole e la spiaggia a una centinaia di metri.. direi il posto dove vorresti fare colazione tutte le mattine.
Noi ci rifocilliamo dopo la serata precedente e tra il via e vai generale, di fianco a noi troviamo un signore che pensiamo sia uno scrittore famoso o qualcosa del genere.
Infatti appena arrivati, quando Teri gli si avvicina per prendere una sedia, lui sembra quasi sorpreso che non venga riconosciuto e che al posto di parlare del libro o di qualcos’altro gli abbia chiesto solo se il posto era libero..
Per fortuna subito dopo arriva una ragazza a chiedergli un autografo.. sennò avrebbe tenuto il broncio tutto il giorno.
Arriviamo in spiaggia in tarda mattinata e ci sembra di essere in un posto totalmente diverso da quello di ieri.
E’ più affollata di Fregene in pieno agosto.. mai vista così tanta gente.
Ogni singolo spazio è occupato da ombrelloni e sdraio e i ristoranti/bar in riva al mare sono presi d’assalto.
Noi andiamo a Gordon Beach dove, a fatica, il tipo degli ombrelloni riesce ad incastrarci tra la gente spingendo un po’ uno e un po’ l’altro.
Alla fine l’effetto location sdraio è un misto tra Twister e la tavola dello Scarabeo a fine partita.. praticamente non c’è regola.
La giornata la passiamo interamente qui in relax.. tra un bagno, una dormita, un po’ di sole e belle ragazze che passeggiano.
Stavolta oltre ai soliti racchettoni scopriamo un’altra usanza dei locali.. il sabato (che per loro è come la nostra domenica) in spiaggia ci sono gruppi di ragazze e ragazze che si ammazzano di vodka.
Solo intorno a noi ci sono 3 gruppi differenti che continuano ad aprire bottiglie e bere sotto il sole cocente. Bevono, parlano, alzano la musica, ballano.
Cavolo, si ubriacano peggio il sabato pomeriggio che il venerdì sera!!
Verso sera però inizio a non sentirmi bene.. il caldo mi ammazza e verso le 5 vado a rinfrescami in appartamento; purtroppo il misto di aria condizionata-caldo assurdo e doccia tiepida mi è fatale e da quel momento inizio a sentire delle fitte terribili all’intestino.. tanto da sudare freddo.
Lascio così gli altri da soli a fare l’aperitivo al solito posto mentre io in camera provo a riposare un po’ per riprendermi.
Alla sera usciamo a cena; eroicamente esco anch’io anche se il dolore non mi è passato.. ma cavoli, è l’ultima serata a Tel Aviv. Devo farcela.
Andiamo direttamente in Lilienblum st, la zona con più locali alternativi.. è sabato e non c’è tantissima gente e così per mangiare proviamo il georgiano-russo Nanuchka.
Già l’ingresso ha tutto il suo dire, il tipo alla sicurezza ci dice che è da 30 ore che non dorme e che è fuori come un cammello.
Il locale si suddivide in due zone, quella ristorante e quella con bar e dj… è particolare ma mi piace.
A mangiare ci sono le specialità georgiane, io purtroppo non riesco a degustarle e faccio perfino fatica a stare seduto.
Di fianco a noi c’è un tavolo con gruppone di ragazzi gay che sicuramente, vedendo che non riesco nemmeno a stare seduto, penseranno che la sera precedente l’avrò preso anch’io come loro…. Per fortuna non è così!
Comunque la zona dj è piena, ma è più da cocktail bar… da pre-serata.
Usciamo e torniamo sulla Rothschild st.. per essere una “domenica” sera ce n’è in giro di gente! non è il deserto che ci aspettavamo, però si vede che son tutti posti da bere una cosa post cena, abbastanza tranquilli.
Alle 11.. dal dolore devo mollare e torno in appartamento lasciando gli altri in “vita” e quando li vedo tornare verso l’1 mi dicono che son passati dal Clara Beach ma non c’era granchè e anche sulla via principale la gente stava andando a casa.
La notte la passo male.. a fatica riesco a dormire un po’ alternando dolore a passaggi in bagno.
Domenica 10 GIUGNO
Ultimo giorno, il nostro volo è alle 17, quindi abbiamo l’intera mattinata a disposizione.
A me il dolore va e viene ma fatica riesco comunque a muovermi.. così dopo colazione e alcuni acquisti nel negozio vicino (in particolare la crema Ahava, prodotta con i minerali del mar Morto) andiamo a vedere la vecchia cittadina di Jaffa.
Giaffa Vecchia è praticamente l’unica attrazione storica di Tel Aviv, è l’antico porto dove perfino i Veneziani arrivavano con le loro navi per trafficare le merci orientali.
Ci passiamo un paio di orette camminandoci con calma.. il mercatino delle pulci, le antiche costruzioni ormai diventate gallerie d’arte moderne e la Moschea Al Bahr.
Pur essendo la zona più antica il tutto ha un sapore di “moderno”; sarà la recente riqualificazione o i nuovi ristoranti turistici ma per me la cittadina ha perso un po’ di fascino.
Sicuramente la cosa più bella è la vista della spiaggia e della città “nuova” che si ottiene dalla collinetta in cima ai giardini.
E’ mezzogiorno e tornando verso il centro facciamo un po’ di lungomare.. è l’ultima immagine di Tel Aviv, è arrivata l’ora di prendere i bagagli per andare in aeroporto.
Dei controlli ne ho già parlato prima.. quindi inutile ripetersi
Sul volo di rientro cerco di addormentarmi, questa volta non riesco a pensare alle belle esperienze e ai luoghi fantastici visitati.. il dolore assorbe ogni mio pensiero, non vedo l’ora di arrivare a casa.
A distanza di due mesi posso dire di essere soddisfatto di questo viaggio, c’è stato un po’ di tutto; cultura, religione, divertimenti, belle donne.. e poi Gerusalemme è veramente un posto magico, un posto che ti fa ripercorrere migliaia di anni di storia e dove respiri, come in nessun altra città, l’insieme di diverse religioni che convivono a fatica gli stessi luoghi.
Ma.. ripensandoci ora ….… il dolore intestinale dell’ultimo giorno non sarà stata la punizione per tutti i miei peccati???