Le mie mille luci di New York

In questa sezione del forum si può discutere, postare notizie e chiedere informazioni riguardo le proprie esperienze, emozioni ed avventure di viaggio.

Le mie mille luci di New York

Messaggioda obe » 26/11/2014, 13:27

Giovedì 23 ottobre 08.00

Sono le 8 di mattina del 2° giorno a New York, anche stamattina piove e probabilmente farà come ieri.. pioggia per un’ora, smetterà per un paio e poi riprenderà.
Ieri ero troppo stanco per scrivere anche perché la prima giornata è stata ancora più intensa e piena di quel che immaginavo; finora N.Y. è come l’aspettavo.. vibrante, attiva, ricca di spunti interessanti.
Martedì notte l’arrivo in città è stato tranquillo, volo leggermente in ritardo, dogana passata in 5 minuti e poi shuttle diretto all’ostello; era già tutto buio ed ero incollato al finestrino mentre si scendeva dal Queens a Brooklyn e per la prima volta vedevo Manhattan con i suoi grattacieli illuminati.. insomma le famose mille luci di NY.. wow.. e se qualcuno mi avesse chiesto qualcosa avrei potuto solo dire “cazzo..son a New York”.

E’ vero quello che dicono molti, mi sembra quasi di conoscerla e di esserci già stato in passato, non sai bene quando ma ci sono angoli di città che nell’inconscio ti parlano, ti dicono qualcosa.
Però dal vivo fa tutto un altro effetto, ci sono particolari che ti sorprendono e ti lasciano spiazzato e sorpreso.
E’ la prima volta che mi sento così, ho voglia di scoprire quegli angoli più nascosti e vedere tutto con un punto di vista diverso dal solito, cioè dal mio… insomma son stracurioso.

Ieri son uscito presto per via del fuso, alle 7.30 e la città sembrava morta, deserta e solo 1 ora dopo iniziava ad esserci un po’ di gente in giro anche se molti negozi, almeno nella mia zona, non aprivano prima delle 11-12.. praticamente di fianco al market aperto 24 ore c’è quello che invece apre a mezzogiorno fino alle 6 di sera.
Visto il tempo, ho cambiato programma e son partito dai quartieri più esterni, meno turistici.. cioè l’East Village e il Queens; me li sono giocati subito perché con il bel tempo preferirei farmi i grandi classici e poi ero alla ricerca di un impatto forte da subito.
Così colazione a Soho a due passi dall’ostello e….

A proposito di ostello, non è male.. la parti comuni spettacolari, cool e gradevoli, mentre la camera (minuscola con a malapena il letto, uno spazio di fianco con mobiletto, il posto per la valigia e la finestra) praticamente è parte di una camerata con il proprio spazio diviso e delimitato da pareti e una porta ma con soffitto aperto ed isolato solo da una griglia; quindi si sentono i rumori dei vicini anche se con i tappi per le orecchie e dopo una notte ci si fa l’abitudine e ci si dorme bene.
Poi è pulitissimo e in una zona interessante… Certo..80 euro a notte.. ma questa è Manhattan..

Colazione? A si. son andato al Little Cupcake Coffee, posto molto bello, tavolini con sedie in legno, bancone bianco e una Cheesecake da favola.
Da qui son partito alla scoperta del basso East Village camminando per Essex St, Orchard St sotto una bella pioggerella.
I palazzi con le immancabili scale di sicurezza esterne, il fumo che esce dai tombini delle strade, le tantissime caffetterie dove la gente si siede, legge, naviga su internet mentre si fa un caffè (qui le caffetterie son una presenza frequente, son praticamente ovunque e in questa zona le grandi marche tipo starbucks non hanno il monopolio ed ognuna è diversa dall’altra), i murales sulle pareti che personalizzano ogni palazzo raccontando e comunicando qualcosa dei suoi abitanti, le case con le scale che scendono nel sottoterra ….. quante cose!
Peccato per i negozi chiusi e così, per ripararmi dall’acqua, prima entro al mercato della frutta di Essex e poi a farmi un panino da Katz's Delicatessen, l’originale.
Panino di pastrami a metà mattina e ristorante imperdibile.. a parte per il famoso film è la storia del locale, i salami appesi e le pareti piene di foto che ne fanno un’istituzione.
Salendo sulla Bowery son finito a Cooper Sq. (purtroppo il cubo era in ristrutturazione..) e da qui a St. Marks Place fino al Tompkins Park.
Qui è tutto rock con negozi di dischi e di vestiti vintage, murales, gente vestita strana.. faccio l’immancabile foto del palazzo “dei Lez Zeppelin e The Rolling Stone” e dell’ingresso del bar Coyote Ugly.. insomma tanti posti che mi parlano e mi ricordano qualcosa.
Il parco in passato era uno dei tanti “parchi degli aghi”, ora è stato ripulito ed ci si trova, oltre ai classici scoiattoli, qualche famigliola e dei senzatetto in coda per prendere un pasto caldo da un furgoncino di un’associazione caritevole.
Senza rendermi conto arrivano le 11 ed entro nel pub Mcsorley's old ale house, forse il più antico pub irlandese di Ny, a farmi due birre piccole (ne avevo ordinata una.. ma l’offerta era 2x1..).
Tutto in legno, segatura per terra, riferimenti all’Irlanda su ogni parete.. e poi ho scambiato due parole con signore al bancone su Milano, i Jets e di cibo.
Peccato che iniziano ad arrivare i negozi per turisti, con le paccottiglie cinesi e cose simili; invece salendo da qui verso Time Square tutto diventa lentamente più commerciale con le grandi catene di negozi e così prendo la metro e vado a Long Island.. nel Queens.
La metro è a prova di bambino visto che è tutto segnalato bene e basta leggere la mappa per capire quali sono i treni express e quelli locali…… e poi ad accogliermi sui binari c’era l’immancabile ratto gigante.

Il Queens è tutto un altro mondo, tranquillo e calmo e poi Long Island è una gran sorpresa.
La vista da qui è unica, tutta Manhattan a partire dalla nuovissima Freedom tower fino all’Empire state building, il bellissimo Chrysler building, il palazzo dell’Onu e i vari ponti che collegano i vari quartieri.
Nel parco ci sono poi le insegne Long Island ed il cartello della Pepsi che danno quel tocco retrò che non sta per niente male; però la zona è in totale rinnovamento ed i nuovi grattacieli stanno cambiando volto e purtroppo anche i 5pointz son in demolizione, peccato.
La camminata dal molo a qui mi porta a pranzare in una tavola calda.. sandwich al tonno niente di che, ma è il luogo è bellissimo; è il classico locale con panche a sedere in pelle, sgabelli al bancone, poliziotti e operai che prendono il pranzo da portar via, brocca di caffè caldo.. veramente da film.
Da qui ho preso la linea 7 quasi fino al capolinea con la scusa di andare a vedere quel che resta dell’expo del 1964, in particolare la sfera del mondo vicino al Queens Museum.
Durante il tragitto guardo dal finestrino tutto il quartiere, dai grattacieli si passa alle case basse in mattoni e la gente è un miscuglio di razze.. cinesi, afroamericani, sudamericani e poi ognuno con il suo stile, da quelli che son già vestiti invernali a quelli che girano in manica corte.. mi sembra di avere tutto il mondo rappresentato nel mio vagone.

Uscendo dalla stazione della metro non mi sembra neanche di essere a Ny.. porta di uscita in legno dipinto parecchi anni fa, i classici barber shop, bandiere della Colombia che sventolano fuori dalle case basse a 2-3 piani, tanto verde intorno.
Peccato per il vento che c’era ma almeno non pioveva più e così ho fatto una bella camminata nel parco fino ad arrivare al famoso mondo.
Dell’Expo è rimasto solo questo, il museo e un’altra struttura particolare.. però tutto intorno è diventato un parco immenso in cui si intravedono i primi colori autunnali… chissà, magari è un anticipo di quello che mi aspetta a Central Park.
Rientro verso la metro passando per i campi da tennis di flushing meadows e torno a Manhattan dopo sento il bisogno di un buon caffè americano per rilassarmi un po’.

Mi piazzo a uno Starbucks osservando la gente che cammina veloce e ricaricate bene le pile vado nella vicina Central Station.
All’inizio ero incerto se andarci o meno ma ripensandoci sarebbe stato un peccato non passarci.
E’ bellissima, con il suo marmo, la sobrietà ed eleganza delle vecchie biglietterie ancora funzionanti, il soffitto che sembra un cielo stellato.. son rimasto veramente sorpreso anche perché era un luogo che non mi aspettavo e di cui non avevo punti di riferimento.

Purtroppo ha ripreso a piovere e unito al vento è abbastanza fastidiosa.. anche perché l’ombrello si apre e serve a poco.
E per una chiusura di giornata con il botto.. alle 7.30 partita di basket al Madison square garden.. new york knicks vs washington wizards.
Il Madison si nasconde tra negozi e grattacieli ma quando appare di fronte a te, illuminato con i colori dei Knicks, si fa notare.. altrochè se si fa notare.
La partita è di pre-season e il match è divertente.. non gioca il nostro Bargnani ma Carmelo Anthony è in gran spolvero e Ny vince all’ultimo grazie a lui.
Ma è il contesto quello da vivere.. la struttura moderna e confortevole, l’hot dog e birra mangiati sugli spalti, gli scherzi sul maxischermo prima dell’inizio della partita, la musica rock nella pause e a volte anche mentre giocano, l’inno americano tutti in piedi, le cheerleaders, gli spettacoli durante le pause, il momento in cui ti inquadrano mentre balli, i ragazzi che sparano la maglietta al pubblico incitandoli a urlare, i vip a bordo campo..
Insomma, sembra che si divertano più nelle pause che durante il match e diventano pazzi quando finiscono sul maxischermo.. come bambini!

Finita la partita son rotolato a dormire.. il primo giorno nella grande mela è andato e mi rendo conto che tante cose sono come te le aspettavi ma allo stesso tempo diverse.. o almeno questa è la sensazione che provo ora.
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Re: Le mie mille luci di New York

Messaggioda Lago » 26/11/2014, 14:08

Aspettavo il tuo racconto Obe :D
Ottimo inizio !!!! dovresti fare lo scrittore-
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Re: Le mie mille luci di New York

Messaggioda obe » 26/11/2014, 22:50

Lago ha scritto:Aspettavo il tuo racconto Obe :D
Ottimo inizio !!!! dovresti fare lo scrittore-

Grazie, troppo buono! :D
E' il diario di viaggio che ho scritto li' strada facendo.

Nel weekend metterò le prime foto
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Re: Le mie mille luci di New York

Messaggioda ryancooper » 26/11/2014, 23:21

Fantastico itnerario,bravo!. Sono stato a N.Y. due volte nel 1998 e nel 2002, la cosa che pensi subito è " mi sembra d'essere dentro un film" sia lì che in altre parti degli Usa che ho visitato. Condivido la tua sensazione sull'inconscio e sul fatto di avere quella sensazione di esserci già stato,sarà perchè io e penso anche tu siamo cresciuti con mito americano fin da ragazzini con film,telefilm e immagini dei telegiornali.
Paesi visitati:Portogallo-Spagna-Francia-Monaco-Inghilterra-Olanda-Belgio-Svezia-Germania-Austria-Svizzera-San Marino-Vaticano-Slovenia-Croazia-Grecia-Slovacchia-Repubblica Ceca-Ungheria-Romania-Bulgaria-Polonia-Lituania- Lettonia-Estonia-Finlandia-Marocco-Usa-Cuba-Ucraina-Scozia-Irlanda

I miei blog : http://tuttobratislava.wordpress.com http://budapestown.wordpress.com
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Re: Le mie mille luci di New York

Messaggioda Lago » 27/11/2014, 17:53

ma allora al Coyote non sei entrato ?????
Eri li prima di mezzogiorno ????
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Re: Le mie mille luci di New York

Messaggioda cozzi11 » 29/11/2014, 16:11

obe ha scritto:La metro è a prova di bambino visto che è tutto segnalato bene e basta leggere la mappa per capire quali sono i treni express e quelli locali…… e poi ad accogliermi sui binari c’era l’immancabile ratto gigante.

Il Queens è tutto un altro mondo, tranquillo e calmo e poi Long Island è una gran sorpresa.
La vista da qui è unica, tutta Manhattan a partire dalla nuovissima Freedom tower fino all’Empire state building, il bellissimo Chrysler building, il palazzo dell’Onu e i vari ponti che collegano i vari quartieri.
Nel parco ci sono poi le insegne Long Island ed il cartello della Pepsi che danno quel tocco retrò che non sta per niente male; però la zona è in totale rinnovamento ed i nuovi grattacieli stanno cambiando volto e purtroppo anche i 5pointz son in demolizione, peccato.

Da qui ho preso la linea 7 quasi fino al capolinea con la scusa di andare a vedere quel che resta dell’expo del 1964, in particolare la sfera del mondo vicino al Queens Museum.
Durante il tragitto guardo dal finestrino tutto il quartiere, dai grattacieli si passa alle case basse in mattoni e la gente è un miscuglio di razze.. cinesi, afroamericani, sudamericani e poi ognuno con il suo stile, da quelli che son già vestiti invernali a quelli che girano in manica corte.. mi sembra di avere tutto il mondo rappresentato nel mio vagone.

Uscendo dalla stazione della metro non mi sembra neanche di essere a Ny.. porta di uscita in legno dipinto parecchi anni fa, i classici barber shop, bandiere della Colombia che sventolano fuori dalle case basse a 2-3 piani, tanto verde intorno.
Peccato per il vento che c’era ma almeno non pioveva più e così ho fatto una bella camminata nel parco fino ad arrivare al famoso mondo.
Dell’Expo è rimasto solo questo, il museo e un’altra struttura particolare.. però tutto intorno è diventato un parco immenso in cui si intravedono i primi colori autunnali… chissà, magari è un anticipo di quello che mi aspetta a Central Park.
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Questa è una delle cose che mi è piaciuta di più fare a New York.
Peccato davvero per 5pointz,potevano gestirla meglio! :evil:
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"Sì sì ok,son tutti bravi ragazzi eh,però dovrebbero fare un po' di meno..."

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Re: Le mie mille luci di New York

Messaggioda obe » 02/12/2014, 17:04

Venerdì 24 ottobre ore 8.00

Altra giornata in fase di lancio.. riposato e carico, per ora posso lamentarmi solo di una cosa.. del tempo visto che anche ieri ha fatto un misto pioggia-nuvolo.. ma dovrebbe essere l’ultima così, meno male!
Non ho avuto un momento di riposo, è troppo stimolante NY e vorrei fare tutto o almeno il più possibile, tanto che riesco a rilassarmi solo una volta arrivato in ostello.
Poi, come spesso capita, ieri son partito con un idea sulle cose da visitare e poi son finito a fare tutt’altro.. bello.

A colazione son andato in un posto diverso, “Il Buco”, suggerito dal mio amico che ha lavorato su per un po’; sempre sulla Bowery, bel locale e ottimo cappuccino anche se per i dolci è molto meglio quello del primo giorno.. però barista messicano simpatico con cui scambio due parole sulla città e sul conoscente in comune.
Dopo colazione son salito verso il centro a piedi sotto la pioggia ed anche qui i negozi, comprese la grandi catene, non aprivano prima delle 10; personalmente questa cosa mi ha spiazzato parecchio, per me cade il mito di questa NY sempre “open” ed attiva.
Comunque mi son fatto la Union Sq e il Madison Square Park con il famoso palazzo Flatiron Building e dove c’è anche Eataly.
Il bello è che non sai mai quale grattacielo spunterà, l’Empire S.B., con la sua cima che sovrasta tutti gli altri, lo noti ovunque anche se il mio preferito è il Chrysler Building, non so perché ma mi sembra più armonioso.
Girovagando ho assaggiato anche il classico bagel prima di prendere la 5th Avenue che però fino all’incrocio con la 45th è veramente brutta.. con negozi orribili, ristoranti penosi.. gran delusione.
Stufo della pioggia ho scelto di anticipare lo shopping e son passato da Macy’s.. una specie di Rinascente dove ho acquistato un po’ di cose.. (Levi’s a 30 euro, addobbi natalizi, magliettina per il nipotino..ect)
La NY con il nuvolo però ha il suo fascino, i colori si abbinano bene e fa molto “filtro Istagram bianconero”.. mi piace.
Mentre andavo per farmi un ottimo hamburger da Black Shake ho visto anche un intervento dei pompieri dato che da un tombino usciva fumo grigio e rumori assurdi.

Per rimanere all’asciutto son tornato al Moma Ps1 nel Queens (il primo giorno era chiuso); peccato che erano in allestimento le nuove mostre ed era aperto solo a metà, ma questo museo di arte contemporanea/moderna mi ha spiazzato alla grande.
Non ne avevo mai visitato uno simile e pensavo ci fossero dipinti moderni o cose simili, invece è stata più una cosa rappresentativa.
In una mostra c’erano dei disegni che avrebbe potuto fare un bambino e che “dicevano” cose da bambini, quindi il massimo dell’essenzialità.
L’altra era tipo teatro; in una stanza insieme ai visitatori c’erano tre artisti che si muovevano facendo cose un po’ da pazzi, rappresentando la reazioni delle persone allo stesso stimolo in età diverse (da bambino, adulto, anziano..ect).. il bello è che all’inizio non capivi chi era visitatore e chi recitava… un po’ inquietante ma che alla lunga ti rapiva l’attenzione.
Infine l’ultima era in una stanza con tante tv appese alle pareti (circa una 20ina) che mostravano immagini di diverse proteste/rivolte di piazza prese da tutto il mondo (ex sovietico, africa, mondo arabo, ect..) con il volume alto che quasi ti intontiva..
L’unione delle immagini e il sovrapponimento delle voci mi ha fatto pensare che l’intento della rappresentazione fosse di colpire il visitatore e di indurlo a notare come tutte le rivolte si assomigliassero.. coinvolgente come cosa.


Ore 11.40
Riprendo il diario da Central Park, non potevo non fermarmi qui su una panchina in riva al lago guardando tutti i grattacieli che spuntano appena dietro alle piante e al verde.. questo si che è un panorama totalmente nuovo per me e direi anche un po’ assurdo..

Ero rimasto al Moma Ps1… che ho preferito al principale per questione di tempo.
Il Moma, il Guggenheim, l’Archeologico, ect.. avrei voluti farli ma i giorni son pochi e ho preferito girare per le strade, osservare la vita della città.. questa per me è la priorità in un viaggio e di conseguenza ho deciso di fare i musei più assurdi/particolari o quelli che sono più lontano da quello che di solito frequento.
Dal Moma son tornato in “centro” e finalmente ha smesso di piovere; dopo aver fatto un giro per la Public Library ho continuato con lo shopping acquistando l’immancabile cappellino dei Ny Yankees evitando però di acquistare i calzini con su la foto di Micheal Jordan..
E poi finalmente Time Square.. passando per Bryant Park con la sua pista di pattinaggio che mi porta già al Natale tra mercatini e musiche allegre.
Time Square com’è?.. è esattamente come la si vede in tv.. turistica, pacchiana, colorata, vivace, la rappresentanza della cultura del consumismo… però è bella, è forte, è Pop.
Qui ti senti in mezzo al mondo tra maxischermi con il Nasdaq, Coca Cola, News 24 ore, taxi gialli ovunque, NY City Cops, la scalinata rossa, le pubblicità gigantesche e negozi a più piani ovunque.
Io ero un po’ stanco ma arrivare qui mi ha dato un botta d’adrenalina; i negozi più belli son quelli per bambini, uno ha perfino una ruota panoramica al suo interno! E ci si trova qualunque tipo di giocattolo, come per esempio i lego giganti.

Tornando al mio alloggio ho approfittato dell’apertura fino alle 21 del New Museum che poi è di fronte all’ostello.
L’edificio è già tutto un programma con i piani sfasati e la barca appesa nel vuoto; purtroppo anche qui metà museo è chiuso e quindi mi concentro sulle due esposizioni presenti.
Le due mostre son alquanto strane; la prima ha dei materassi appoggiati per terra e una vecchia tv che riproduce due persone che si muovono in un labirinto di sbarre sulle quali è scritta un’emozione che li spaventa o li incoraggia a proseguire; nell’altra c’è l’artista che balla nuda nei vari piani del museo.
La cosa che più mi ha sorpreso però è il prezzo di un orologio Casio F-91 (quelli in plastica neri che andavano negli anni 90 e che avevo anch’io da ragazzino)… 300 dollari!

Dopo una rapida doccia son uscito subito, a dir la verità se mi sedevo mi sarei addormentato e così ho evitato di rilassarmi.
Alla sera la città offre altri lati, come per esempio tutti i sacchi dell’immondizia messi sui marciapiedi (la raccolta differenziata non mi sembra molto frequente….)
Visto che Chinatown è a pochi minuti a piedi, a cena son andato al cinese dove ho preso involtini ai gamberi, noodles alle verdure e anatra… porzioni per due e tavolo condiviso con due tedesche, madre e figlia, con le quali ci scambiamo opinioni sulla città.
Tornando a Noho i negozi erano ancora aperti, in alcuni c’è il Dj che fa musica e lo trasforma in un piccolo club; la situazione in questo quartiere è abbastanza vivace e così entro nel classico pub americano con bancone in legno, tv alle pareti e birra a fiumi.
Io assaggio una Ipa mentre il gruppo intorno a me è già bello sbronzo.. canta i classici americani, ballano con una tipa dando pacche sul sedere, una giovane coppia si beve la propria pinta di birra insieme ai genitori.. peccato essere da soli sennò la serata non finiva lì.
Tra l’altro ho notato che in tutti i bagni dei locali c’è una targa con su scritto “employees must wash hands”… come se solo chi lavora debba lavarsi la mani.

Situazione ragazze.. in generale, dopo due giorni tra giri diurni e serali pensavo molte più belle ragazze… si certo, la “modella” c’è sempre, come in ogni città, ma livello medio standard è sotto le aspettative.
E poi una particolarità, tante coppie miste… asiatica con caucasico, ragazzo di colore con caucasica, latinoamericano con afroamericana… un bel melting pot.
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Re: Le mie mille luci di New York

Messaggioda radaulpa » 03/12/2014, 9:55

Bravo obe!!!

proprio dei bei resoconti!! :!: :!:
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Re: Le mie mille luci di New York

Messaggioda obe » 09/12/2014, 17:49

Sabato 25 ottobre ore 14.45

Son su una panchina al sole a Brooklyn mentre mi godo la vista della bassa Manhattan e del famoso ponte… spettacolo!
Comunque questo viaggio è un continuo input di cose da fare che mai avrei immaginato prima di partire; effettivamente Ny è un insieme di “quartieri” così diversi uno dall’altro e così grandi che potrebbero essere 4-5 città separate.

Da ieri il sole ha scacciato via le nuvole e così la mattina, dopo la solita colazione al Little Cupcake Coffee a base di cheesecake, son andato a farmi la passeggiata a Central Park.
I colori non erano ancora totalmente autunnali però le foglie iniziavano a diventare di un giallino/rosso che rende tutto così fotografico.
Partendo dall’ingresso in Columbus Sq. (con la statua di Colombo circondata dai grattacieli) son salito fino al castello Belvedere e mi ha sorpreso trovare all’interno del parco delle vere strade dove si può passare in bici, sui pattini o correndo.. ma del resto è enorme.
Dopo una bella visita la cosa più particolare sono i grattacieli che spuntano da dietro le piante imponendosi con la loro altezza.
E poi il sole, i colori, vedere un gruppo di bambini che raccoglie le foglie con la scuola, il lago, le anatre.. tutto questo mi ha dato serenità, mi sentivo in pace con me stesso.
Il parco è veramente bello e l’unica cosa un po’ deludente è lo Strawberry Fields dedicato a J.Lennon.. alla fine è un disegno nel pavimento preso d’assalto dai grupponi turistici che lo fanno diventare l’unico luogo non tranquillo del parco.

Per prendere la metro per Harlem ho passeggiato un po’ a caso nell’Upper West Side; si vede che è la zona più ricca.. tutto è tenuto meglio ed è anche il primo posto dove per strada i caucasici sono in maggioranza.

Totalmente differente è Harlem!
Anche se ora non è più quella di una volta e sta prendendo una svolta più turistica, la differenza con il centro è notevole.
Uscito dalla metro il 90% delle persone intorno a me sono afroamericani, tanto che tutti mi sembrano assomigliare o a Spike Lee o a Morgan freeman o ad Ice Cube, ed anche le case e le costruzioni son differenti; non ci sono più i grattacieli ed i negozi hanno vestiti così particolari che non si trovano in centro.
Camminando sulla 145th si trovano venditori ambulanti che vendono un po’ di tutto (spille sul blackpower, cd masterizzati, oggetti vari, profumi), ragazze/i con sedere enormi, il gruppo che parla dei diritti dei neri, giovani in bmw con vestiti colorati e un po’ assurdi, gente che fa rap per strada, capelli incredibilmente gonfi e ricci… che dire? Molto particolare.
A pranzo vado da Sylvia’s a provare la cucina del sud.. pollo fritto, waffle con marmellata e birra di Harlem… mancava giusto una pannocchia ed era perfetto anche se le porzioni erano enormi ed ho fatto un po’ fatica a finire tutto.
Dopo pranzo giro all’Apollo Theatre e soprattutto allo Studio Art Museum; museo che propone alcuni artisti famosi e che dà la possibilità ai ragazzi del quartiere di esporre le proprie creazioni.
Molto interessanti le opere, in particolare quelle in cui una foto veniva scomposta e riprodotta in piccoli numeri colorati e simmetrici che davano una sfumatura nuova e una visione differente dell’originale; di queste, in particolare la serie degli alberi mi ha tenuto incollato un bel po’.
Da qui salgo fino al Rucker Park; proprio 10 giorni prima di partire avevo visto un servizio in cui il grande Federico Buffa decantava la storia e la leggenda di questo campo di basket e della sua mitica partita dell’estate del 71.
Peccato che in quel momento non ci giocasse nessuno però il giro nella parte alta di Harlem è stato interessante anche perché da lontano ho visto l’imponente nuovo stadio degli Yankees.

Per non farmi mancare altri sbalzi, prendo la metro e vado diretto a Time Square.
In 15 minuti si torna al centro del mondo… anche se di giorno l’effetto è diverso, le luci ed i maxischermi son sempre impressionanti.
Fuori dal Nasdaq c’è gente in giacca e cravatta che osserva il lancio di chissà quale nuova quotazione ed il resto della piazza è preso d’assalto dai turisti.
Io faccio un po’ di shopping partendo dal bellissimo m&m's store e mi convinco che un bambino diventerebbe pazzo in questa zona!
Per restare in tema vado al Rockefeller Center a fare il biglietto per l’indomani per il Top of the Rock e a farmi un giro al Lego Store.
Manca l’albero di natale ma la sua pista di pattinaggio fa molto Natale; è molto “scenografica” anche se per pattinare è sicuramente meglio quella di Bryant Park.

Mentre fa sera e diventa buio finisco sulla 5th Av e andando verso Central Park diventa la strada che tutti conosciamo.. negozi di lusso, marchi famosi e gente in giro con tanti sacchetti.
Per una commissione entro da Abercrombie, ci sono solo italiani e francesi e l’ambiente è claustrofobico.. pessimo..
Non so, ma questa atmosfera.. con la gente, la sera, i negozi.. mette voglia di fare shopping, è un po’ come i giorni prima di Natale; e poi chiudo il tour con i due negozi classici… l’Apple Store e il Fao Schwarz.
L’Apple Store è gigantesco ed è strapieno di gente.. la coda per le pagare sarà di almeno mezz’ora e di cassa non c’è né solo una.
Il Fao è famoso per i film “mamma ho perso l’aereo” e “Big”… e mi sa che quando torno a casa me li riguardo.

Arrivo in ostello distrutto ma contento, Ny è una di quelle città DA fare, un posto incredibilmente diverso e ricco di spunti; è amichevole, sicurissima e si gira facilmente.
Anche questa storia dei film, basta un negozio di giocattoli visto in tv e la mente si riempie di ricordi piacevoli, alcuni che mi riportano alla mia infanzia.

E’ venerdì sera e non posso non uscire.
La gente cena dalle 7 fino a mezzanotte ed in giro è pieno; vado al Delicatessen su Prince st.. bisteccona guardando la bella gente di Ny… sul menu mi colpisce un vino nebbiolo delle mie parti in vendita a 52 dollari.
Le tipe son in tiro e di fianco ho tre ragazze che parlano un po’ in stile “Sex on the city”; nel frattempo ho provato ad infiltrarmi in un addio al nubilato ma dopo una ventina di minuti la cosa non è decollata e così son andato in un locale che sparava musica rap commerciale.
Livello alcolico alto, approcci decisi che mi confermano che qui sono molto diretti nell’abbordaggio.
Alle 2 esco e mi trascino a dormire.. stanchissimo ma più ricco e con un pensiero fisso.. ”che cosa fantastica è viaggiare”.
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Re: Le mie mille luci di New York

Messaggioda Lago » 09/12/2014, 22:21

Ottimo racconto obe :D

A New York ogni distretto ha il suo accento ( anche se adesso sta scomparendo ).
Tra newyorkesi riconoscono subito se una persona viene dal Bronx piuttosto che dal Queens e questo è dovuto sopratutto al gruppo etnico di appartenenza .

Ad esempio a Brooklyn dove vi è una forte comunità italiana e ebrea parlano il " Brooklynese " .
Tra l'altro gli italo americani a New York e dintorni vengono chiamati " Guido ".
I "Guido" si riconoscono subito perche da buoni discendenti degli italiani quando parlano amano gesticolare ..e un pò da come si vestono .
Un esempio di "Guido" lo abbiamo nei serial "Jersy Shore " molto di moda negli anni scorsi negli USA e nel Film "Soprano " che descriva la storia di una gang mafiosa a New York ( questi hanno un forte accento di Brooklyn ) .

Alleggo 2 filmati riguardanti gli accenti New Yorkesi !!! :D

https://www.youtube.com/watch?v=1hrA9-6o4tI

https://www.youtube.com/watch?v=jdZ50qdbAjw
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Re: Le mie mille luci di New York

Messaggioda Lago » 10/12/2014, 2:27

Lago
Ho appena percorso 100 Km
 
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Re: Le mie mille luci di New York

Messaggioda obe » 11/12/2014, 19:01

Lago ha scritto:Ottimo racconto obe :D

A New York ogni distretto ha il suo accento ( anche se adesso sta scomparendo ).
Tra newyorkesi riconoscono subito se una persona viene dal Bronx piuttosto che dal Queens e questo è dovuto sopratutto al gruppo etnico di appartenenza .

Ad esempio a Brooklyn dove vi è una forte comunità italiana e ebrea parlano il " Brooklynese " .
Tra l'altro gli italo americani a New York e dintorni vengono chiamati " Guido ".
I "Guido" si riconoscono subito perche da buoni discendenti degli italiani quando parlano amano gesticolare ..e un pò da come si vestono .
Un esempio di "Guido" lo abbiamo nei serial "Jersy Shore " molto di moda negli anni scorsi negli USA e nel Film "Soprano " che descriva la storia di una gang mafiosa a New York ( questi hanno un forte accento di Brooklyn ) .

Alleggo 2 filmati riguardanti gli accenti New Yorkesi !!! :D

https://www.youtube.com/watch?v=1hrA9-6o4tI

https://www.youtube.com/watch?v=jdZ50qdbAjw


Avevo visto qualche puntata di Jersy Shore ed effettivamente erano detto i "Guido"
Mi son sempre chiesto da cosa derivasse questo soprannome
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Re: Le mie mille luci di New York

Messaggioda obe » 17/12/2014, 12:56

27 ottobre ore 21. Martedì

2 giorni di assenza ma Ny è talmente viva che non ti fermi mai...ma ora è finita e son quasi sull’aereo.
Mamma mia che settimana, ci metterò 3 giorni a riprendermi.. ma mi mancherà.
La sto lasciando un po’ come quando son arrivato, con il buio della notte e guardando Manhattan illuminata a giorno.. come una moderna sexy sirena che richiama Ulisse.
E’ forse una delle poche città in cui so già che ci tornerò.. perché in 6 giorni ne ho visto solo una minima parte e poi è in continua evoluzione.
Ora torniamo a casa, riordiniamo le idee, carichiamo le batterie che sarà un lungo inverno a Verbania, in particolare dopo un ottobre così.. con Libano, Istanbul ed ora New York.. così stimolante e ricco di input.

Stamattina ho provato a metter giù due righe sulla giornata di sabato ma il richiamo della città era più forte.
Cosa ho fatto il sabato? A si.. prima cosa colazione al solito posto; con la cheesecake al cioccolato le ho provate tutte… classic, burberry e quest’ultima che però è una botta di calorie assurda.
Prima, come sempre, ho “salutato” i barboni che pernottano nella strada sotto l’ostello e nella missione di fronte e dopo son andato a vedermi la città dall’alto.
Giornata splendida, senza una nuvola e la vista dal Top of the Rock che è veramente mozzafiato.
Poi è equilibrata bene, c’è gente ma non ne fanno entrare troppa e così si ha tutto il tempo per godersi il panorama e fare foto in tutta tranquillità.
Dall’alto si vede quanto sia lungo Central Park.. camminandoci non mi aveva dato questa impressione, mentre sulla vista dell’Empire State Building e del Financial District possono solo parlare le immagini! Peccato che il Chrysler building risulti un po’ coperto.

Con tutta calma scendo e vado agli incroci dove sono presenti le scritte “Love” e “Hope” e al vicino Moma.
Era giornata da cuffie, ascoltando la musica mentre cerco di assorbire tutto il più possibile prendendomi il mio tempo per godere al massimo quello che sto visitando… non voglio fare solo il fotografo e basta… A me piace viaggiare così, meglio una cosa in meno che tante fatte veloci e che alla lunga non ti lasciano nulla.
Detto questo vado corto con il tempo e arrivo al ponte di Brooklyn a mezzogiorno; cosa che mi costringe a fare una dolorosa rinuncia.. Coney Island.
Alla fine del viaggio posso dire che saranno due i rimpianti.. questo e quello di non essere andato al Moma.. chissà, se avesse fatto bello i primi due giorni.. ma non importa e comunque son contento di aver visto la città anche con la pioggia.. i disagi, il vento che piega gli ombrelli, i taxi presi d’assalto.. son cose che meritano di essere vissute.

La camminata sul ponte di Brooklyn offre squarci grandiosi dove i grattacieli sembrano spuntare come i funghi in autunno.
Il parco di Brooklyn è stato totalmente rinnovato ed è già uno dei punti più belli della città, non solo per la vista su Manhattan ma è per come l’hanno sistemato rendendolo un posto ideale per le famiglie.
Con i prati dove la gente si può sdraiare a prendere il sole, a far passeggiate, far attività fisica in un vecchio molo attrezzato per gli sport (basket, calcio, ect), fare barbecue in spazi con la griglia già presente.. è veramente vivibile.
A pranzo essendo in quartiere molto italo-americano provo la pizza e devo ammettere che non era male, forse la pasta un po’ dura ma condimento equilibrato e saporito… e poi mentre cammino non resisto nel provare un tacos da uno dei food truck presenti.
Sarà poi l’influsso italico ma qui vedo anche le ragazze più belle di Ny.

Essendo saltata Coney Island ho tempo per passeggiare per il quartiere… le vie tranquille con le case residenziali in mattoni rossi, il mercato agricolo nella piazza (con l’immancabile venditore di zucche visto la vicinanza ad Halloween), la via pedonale Fulton Mall dedicata allo shopping e dove compro due magliette della Brooklyn Industry.
Per avere una visione completa vado anche a Williamsburg, il nuovo quartiere cool di Ny che effettivamente è un po’ più particolare.
Per strada trovo signore con i capelli colorati d’azzurro, vecchie auto anni 50, centri d’arte in vecchie fabbriche dove gli artisti creano a porte aperte.
Poi c’è il Wythe hotel, la Brooklyn brewery e il bowling fatto in legno come quelli di una volta e dove entro a farmi una pinta guardando il check sound della band che suonerà poche ore dopo.
Ma la parte più bella sarà il tramonto in riva al fiume Hudson con i piedi nella spiaggia guardando il sole che cade su Manhattan.. poi io vado matto per i tramonti, sarà che tirano fuori il mio lato romantico.
La via principale, Bedford Av, alterna momenti di vecchio stile (i murales, i venditori ambulanti hippy) a negozi di settore finto alternativi.. gli stessi che hanno invaso Camden Town a Londra; del resto le grandi marche hanno fiuto per queste cose, occupano i posti che “tirano”.. in attesa che venga scoperto il nuovo posto cool.

Nonostante i km macinati, una volta rientrato in ostello, con una doccia calda mi rigenero ed esco.. del resto è sabato sera!
Mi faccio un ottimo hamburger in un ristorante lì vicino che avevo già adocchiato prima e qui capisco che sto invecchiando…al tavolo di fianco avevo due bionde, 20-23 anni, ed per tutto il tempo della cena non mi hanno mai scambiato lo sguardo.. io ero pronto all’abbordo ma son stato ignorato totalmente.
Così dopo cena prendo la metro e vado al Meatpacking distr… entrambi i posti consigliati erano lì.. quindi.
La zona è parecchio “in”, ristoranti e club alla moda, gente vestita elegante, auto costose… e poi mi chiedo come la gente faccia a mangiare all’aperto a fine ottobre.
Prima vado al Biergarten dello Standard Hotel, dove si conferma la mia opinione del quartiere con la gente tutta in tiro.. diciamo un posto alla “milanese” come direbbero da noi, e poi vado all’Hogs & Heifers.
Questo posto, in questa zona, è un po’ un pugno nell’occhio.. non c’entra nulla ma forse è il resto che si sta imponendo nel quartiere e il locale diventa uno degli ultimi baluardi.
Comunque è effettivamente un posto particolare.. musica rock giusta e cantabile, bariste come nel film Coyote Ugly, biliardo, reggiseni e foto appese alle pareti, spettacolo con balli sul bancone dove salgono anche tipe prese all’improvviso, bariste che ti urlano nell’orecchio con il megafono, harleysti come clientela..
Insomma, questo è l’American Bar!.. e starò qui a divertirmi fino a quasi alle 2.
Uscendo, abbastanza stanco anche per la giornata intesa, ripasso davanti ai locali eleganti e poi in metro tra barboni che parlano da soli sotto l’effetto di chissà quale droga, gente in canottiera o vestita come se fosse a una parata militare… this is Ny, baby.
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Re: Le mie mille luci di New York

Messaggioda obe » 19/12/2014, 11:11

Domenica pensavo di dormire un po’ di più la mattina ma sarà la voglia di fare o il rumore dei vicini ma son rimasto a letto solo fino alle 8.
In programma c’è la vera domenica americana con la partita di Nfl.
Uno potrebbe dire.. vai a Ny 6 giorni e ne bruci uno per vedere una partita?? (perché il match dura dalle 3 alle 4 ore, a cui bisogna aggiungere il tempo per raggiungere lo stadio).
Bè, anche questo è viaggiare.. non solo vedere luoghi e musei, ma è vivere o cercare di fare le cose per noi un po’ strane ma che magari per altri son una propria abitudine.

Visto la sveglia scendo per strada, mi faccio una colazione lenta e vado a piedi nella vicina Chinatown; inutile dire che fino alle 9 e mezza, oltre a me in giro c’erano ben poche persone.
Da Chinatown scendo a Little Italy che ormai è ridotta a due strade con qualche ristorante e niente di più.. sembra quasi un po’ una macchietta di se stessa.
Chinatown invece è come sempre vivace, tra il mercato del pesce, Canal St con i suoi falsi e una piazza dove alcuni signori facevano Tai Chi.

Da qui, con i mezzi, mi dirigo verso il Metlife Stadium.. metro fino a Penn Station e poi ho seguito la folla vestita di verde sul treno che mi porterà allo stadio.
Tra metro e treno ci avrò messo un’oretta buona e l’ambiente intorno a me è totalmente nuovo.
Sul treno i tifosi son composti, tutti tranquilli e mischiati tra le diverse tifoserie, ci sono bambini con i padri ed intorno a me si sente il rumore delle lattine di birra che si aprono e l’odore dei popcorn.
Lo stadio praticamente è in campagna tanto che è circondato da campi e prati color verde-giallino e nei parcheggi vedo barbecue improvvisati e gente che gioca a football in attesa dell’inizio gara.
Lo stadio è nuovo, strutturalmente ben servito e una volta entrati all’interno dei cancelli ci sono bar con maxischermi giganti per vedere la partita, giochi per bambini e shops con qualunque merchandising della squadra.

E qui mi scontro con i paradossi della mentalità americana… faccio per prendere una birra e dall’alto dei miei 34 anni mi chiedono il documento; in qualunque altro bar, con la carta d’identità italiana non avevo avuto problemi ma qui vogliono il passaporto che erroneamente avevo lasciato in ostello.
Ma cribbio, guardami in faccia… e poi un documento ce l’ho!.. provo in un paio di posti e nulla.. anzi, in uno mi lancia indietro la carta d’identità dicendo schifato “what is this??”.
Io trovo la cosa ridicola, avessi avuto 25 anni ma dai... tra l’altro una tipa di fianco si propone di prendermi lei la birra se le offrivo anche la sua.. 10$ di birra.. ma pensa te!
Meno male che alla fine riesco a prenderla quando ordino da mangiare, allungando un paio di dollari di mancia alla tipa che mi serve.

L’altra situazione un po’ paradossale è quando provo a vendere il biglietto che avevo in più.. chiedo a 5/6 persone e dopo mi avvina uno della security ed inizia a tempestarmi di domande su come mai vendevo un biglietto, dove me l’ero procurato..ect ect.. tanto che alla fine per quieto vivere ci rinuncio.. non si può fare una cosa un po’ fuori dagli schemi che subito si preoccupano e chiedono spiegazioni.
A parte questo, domenica americana al top.. hot dog, patatine, birra (il tutto a 25 $.. mica poco) e giornata in mezzo ai tifosi.
E’ particolare vedere come la gente segua l’Nfl; è tifato di brutto, altro che basket.. con cori, entusiasmo ad ogni azione, festeggiamenti per i touchdown o anche solo per il superamento del down, insulti ai giocatori che sbagliano.
In più c’è tutto quello che fa parte di un evento made USA.. gente che arriva in ritardo a partita già iniziata, un continuo via e vai per prendere cibo e da bere, fuochi d’artificio per l’ingresso delle squadre e per ogni touchdown, cheerleaders, cori scanditi dal capo-ultrà al maxischermo (J-E-T-S.. jets . jets.)
Durante il match parlo con il vicino commentando lo sport in generale e le principali azioni, anche se i Jets sono veramente scarsi e alla fine perdono 23 a 43 con la gente che andandosene già ad inizio 4° tempo lasciando lo stadio mezzo vuoto.
Dopo 3 ore e mezza si rientra in città, tutti ordinati e in fila per prendere il treno che mi lascerà a Manhattan verso le 6.
Arrivo a Soho e mi faccio trascinare dalla folla; non so.. sarà la gente e l’atmosfera ma tutto questo ti invita a fare compere e, almeno qui, sembra che la crisi economica sia passata e quasi ovunque ci sono code alle casse.
Visto che è domenica decido di andare lungo per poi rientrare in ostello dopo cena senza poi uscire di nuovo.
Così vado al solito pub a farmi due pinte guardando le altre partite di football alla tv; qui apprezzo l’abilità della barista che riesce contemporaneamente a servire, preparare i conti e dare retta alla gente al bancone che parla con lei… una galla!
Cena a Chinatown, dumpling con ripieno di pesce (spettacolari), gamberi al vapore ed involtini.
Quando rientro in ostello mi rendo conto che sono quasi al termine.. ormai sentivo il posto un po’ come casa e mi spiace dover andar via.. ci sarebbero da fare almeno altre 100 cose e così, con un po’ di tristezza, mi metto a preparare la valigia.



Avendo il volo alle 22, oggi alla fine avevo l’intera giornata a disposizione.. ma mi son svegliato stanco, un po’ svuotato.. sarà che le fatiche iniziavano a farsi sentire o più probabilmente il fatto che il rientro era vicino.
Però mi alzo presto, colazione volante da Starbucks e poi diretto al Financial District, la parte della città che mi mancava.
Alle 9 ho la crociera per la Statua della Libertà ed Ellis Island.
La giornata è ideale, senza nuvole anche se un po’ freschina; i controlli di sicurezza son simili a quelli dell’aeroporto e poi finalmente si salpa.
Peccato per la troppa gente sul battello che mi fa gustare poco l’avvicinamento e la vista della Statua della Libertà; però una volta arrivati sull’isolotto, finalmente si cammina tranquillamente e si vede la Statua della Libertà lì.. imponente, bellissima che guarda l’orizzonte e con dietro lo skyline dei grattacieli.
Anche questi son momenti da vivere, immagini da tenere nella mente e ricordare.
Invece Ellis Island è stata molto istruttiva, l’audioguida in italiano con i racconti di chi realmente è passato da qui son significativi e toccanti; i tempi son cambiati parecchio visto come venivano trattate le persone prima di poter entrare nel territorio statunitense.

Una volta rientrato a Manhattan son salito sulla Broadway in mezzo ai grattacieli molto diversi tra loro.. da quelli un po’ più antichi a quelli più moderni tutti a vetri che circondano piccole chiese e piazzette con angoli verdi.
Poi Wall Street, la borsa Nyse, la statua di Lincon… questo è il centro economico e ovunque si vede gente in giacca e cravatta che corre o che è in pausa pranzo dai venditori di hot dog o di cibo asiatico.
Peccato per il famoso toro che era preso d’assalto dai turisti e non ho potuto fare la classica foto.
In questa zona ho avuto una strana sensazione; pur essendo una giornata bellissima, qui si era sempre all’ombra e tutto era più scuro; questo è il lato negativo di avere tutti questi grattacieli così vicino tra loro.
Mentre la malinconia iniziava a scendere ho chiuso il mio tour con il memoriale dell’11/9 dove hanno fatto due grandi fontane a cubi al posto delle due basi; tutt’intorno ci sono su una lastra i nomi di tutte le persone che hanno perso la vita qui ed alcune hanno un fiore.. sicuramente è uno dei luoghi più forti dal punto di vista emotivo.
La zona intorno è tutta in evoluzione; oltre al quasi aperto Freedom tower stanno costruendo nuovi palazzi ed ultimando il Brookfield place che, con i suoi interni molto particolari, sicuramente diventerà uno dei posti da visitare.
Ormai quello che potevo fare l’ho fatto e le ultime ore le passo girando un po’ di negozi salendo verso l’ostello a piedi.
Il famoso Century 21 (un outlet di 6 piani preso d’assalto dai turisti ma per me con gran batteria al suo interno), i negozi con i costumi di Halloween e così via.
I prezzi… a parte alcune cose estremamente conveniente come i Levi’s, ho trovato prezzi un po’ più bassi che da noi ma non tutta questa gran convenienza.. più che altro si risparmia sull’Iva e un poco ancora sul cambio.. io ne ho approfittato prendendo un paio di cuffie delle Bose risparmiando non poco.

Stiamo quasi per partire, son contento, soddisfatto e felice di questa esperienza; New York è così tanto entusiasmante che son sicuro che prima o poi ci tornerò…
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Re: Le mie mille luci di New York

Messaggioda Jena Plissken » 19/12/2014, 13:36

Appena riesco vado avanti con l' avvincente racconto, New York va vista : difficile restarne delusi perchè ognuno può trovare quello che cerca ;)
L' ho vista e abbiamo bevuto assieme della vodka russa, e lei aveva ed ha degli occhi che sono capaci di convertire alla fede un boia coreano

"La pista può essere ufficiale, nota e scontata oppure inedita e nuova, può portare a luoghi previsti o al nulla, può perdersi nel deserto oppure no, viene scelta, intuita creata"

il mio nuovo blog : http://jenaplissken.tumblr.com/
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Re: Le mie mille luci di New York

Messaggioda obe » 15/01/2015, 9:43

Ps ho finito di caricare le foto sul blog
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Re: Le mie mille luci di New York

Messaggioda geom.Calboni » 23/03/2015, 23:59

Mi sono messo in pari anche con questo racconto. Che dire? Oramai da un po Obe è lo scrittore preferito di OTRA... :)

Obe, ti invidio.
Sei stato in ogni continente... 8-)
"Stiamo attenti, siamo contenti, comportiamoci bene e mangiamo la semplicità".

Nella vita le cose serie, alla lunga, ti fregano. Gustiamoci le cose effimere che proprio in quanto tali non ti tradiscono mai.

Studio la Serbia, mi piace la Russia, frequento la Polonia.

"Ho avuto molti ospiti e di varie nazionalità ma solo quella sera tutto il il locale parlava italiano"
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Re: Le mie mille luci di New York

Messaggioda obe » 29/03/2015, 16:51

geom.Calboni ha scritto:Mi sono messo in pari anche con questo racconto. Che dire? Oramai da un po Obe è lo scrittore preferito di OTRA... :)

Obe, ti invidio.
Sei stato in ogni continente... 8-)


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