15.000KM DA SOLO IN AUTOSTOP DALLA KAMCHATKA -DIARIO

In questa sezione del forum si può discutere, postare notizie e chiedere informazioni riguardo le proprie esperienze, emozioni ed avventure di viaggio.

15.000KM DA SOLO IN AUTOSTOP DALLA KAMCHATKA -DIARIO

Messaggioda lazzurro » 06/08/2012, 23:44

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Magadan
( http://goo.gl/maps/ZqBq ) non e' solo una citta', e' prima di tutto una "dimensione esistetiva". Magadan fu creata nel 1939 per essere una prigione tout court e tale e' rimasta. Mancano solo le sbarre. Provate a immaginare una citta di 100.000 abitanti, circondata da una parte dall'oceano, e dall'altra, da un territorio montagnoso che si estende per 2000km con una superficie grande quanto tutta l'Europa centrale popolato da appena 400.000 persone, aggiungeteci che d'inverno ci sono 4 ore di luce e 35 gradi sottozero e d' estate quasi sempre piove e mai si superano i 20...les jeoux son fait. Magadan non e' Russia. Magadan e' Magadan, e sono gli stessi cittadini i primi a sottolinearlo. Mosca si fa vedere soltanto quando c' e' da incassare - l'oro che nella regione da da lavoro all'60% della popolazione, per questo la sostiene con un benefit economico pari a 2,5 volte lo stipendio che prendono. A Magadan si respira ancora aria sovietica. I giovani tanto quanto gli anziani rimpiangono i tempi passati. Magadan e' un triste esempio di gloria decaduta. "Una volta -mi dice un signore dle posto- questa era la citta' modello. Gli edifici erano tutti tenuti bene, le facciate colorate e le strade erano rifatte annualmente. Oggi, sembra la Stalingrado delgi anni '50". In effetti non ha tutti i torti. Gli intonaci degli eidfici cadono a pezzi. Le strade hanno buchi profondi 40cm nel centro della citta'. Ovunque e' sporco e grigio. I veri padroni della citta' sembrano essere solo i gabbiani e i cani randagi. Seppur una delle regioni piu ricche della Russia, Magadan e' oggi fondalmentamente un luogo di paradossi. Li si vive di credito e tutti hanno Suv o jeep di grosse dimensioni. Tutti hanno l' I-Pod , l' I-Phone ma hanno internet a 12kb per secondo, si vestono dai cinesi, il cibo e' un optional tanto inutile quanto caro- cosi sembra. Non si capisce davvero dove vanno a finire tutti sti soldi e quando chiedi loro cio fanno spallucce e ti dicono "korupzia". Una pizza costa intorno ai 20 eur, un kilo di mele 6 eur, 1lt di latte supera i 2eur, 1kg di cetrioli prodotti in loco 10eur, mentre quelli importanti dalla cina li trovi a 1,5 eur: misteri del capitalismo. Sigarette a 80 cent, bottiglia di vodka a 4 eur, benzina a 1eur, birra in un pub dai 3 ai 5 eur, 200gr di Nutella 2,5eur, 500gr barilla 2 eur, 1kg di pollo dal brasile a 6eur. Pensione media 350eur, affitto medio di un appartamento di 50mq 500eur, stipendio medio 600eur con estreme oscillazioni che vanno dai dipendenti pubblici (350eur) agli ingenieri delle miniere d'oro (6000eur). Una sera nel tentativo di cucinare uan pasta che desse almeno l' illusione di un poco d'italianita, mi sono trovato costretto a ripiegare su un granchio oceanico di 4kg: al Pollo dal Brasile, sugo di pomodoro dalla Cina, pasta Ukraina, arachidi dall'Iran, MOZZARELLA DAL KAZAKISTAN, salciccia da Vladivostok ho detto no.

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La gente veste e pensa in maniera semplice, esclusi quei pochi casi di umani che sono andati oltre la collina a vedere che aria tiri. La gente li sembra apparantemente non risentire di cio, sembra nn averne bisogno. Non ci sono sbarre alla loro prigione, ogni giorno vola un aereo a Mosca per 300eur -mi dicono, che ci vado a fare la, qui si guadagna di piu e si vive meglio. Ecco, una cosa l'ho capita, da queste parti il 90% delle persone misura lo stato di salute, la condizione di vita, la propria felicita' unicamente in funzione del denaro. Cio che non ho capito, e' come un paese sebbene tanto lontano da tutto e tutti, rimasto isolato dal mondo per 60anni, sotto un rigido sistema comunista, possa essere oggi cosi vicino a noi, anzi ci ha addirittura superato. Che sia merito del socialismo stesso, del lascito che vi ha lasciato o dei segreti che si e' portato nella tomba, questo non lo so, quello che so e' che qui quasi tutti vanno all'universita, la finiscono a 21anni, a 22 si sposano a 23 un figlio e un lavoro, a 25 divorziano eppure la sensazione di aver a che fare con persone felici ti sfugge, piuttosto delle persone che si sono abituate o li hanno convinti a credere che la loro qualita di vita sia alta. Nessuno sembra interessarsi degli effetti ambientali e sulle persone delle tonnellate di discariche a cielo aperto che ovunque si possono vedere e sentire. Parlare di differenziata- figuratevei quella nemmeno a Mosca, parlare di rispetto della natura, di politica o di quali siano le prospettive future dell'umanita sono problemi che a Magadan non si pongono, finche la giostra "oro-carbone" andra avanti, loro saranno sempre disposti a rinunciare a "pensare" per un posto di lavoro che gli dia la possibilita di comprarsi una buona macchina, un i-phon, di farsi una famiglia a qualsiasi condizione, umana o disumana che sia, poiche tanto il governo quanto la stessa gente lo sa che i Russi sono dei veri stakanovisti, ma a differenza della Cina e del Giappone, in Russia di umano c' e' ancora molto, solo non si vede, come dicono lor stessi -bisogna sedersi ad un tavolo, ascoltare le loro storie aspettando che il bicchiere si svuoti per assaporare l'essenza vera dei Russi. Uno si aspetterebbe di sentirsi dire: " odio il freddo, non vedo l'ora di andarmene " quando li senti parlare di temperature vicine a -60. Invece no! c'e' chi ama la neve e il freddo e la cerca anche d'estate in collina: "la neve e' tutto per noi, una sala giochi a cielo aperto, che ci distanzia dall'alcolismo" , come se ci fosse uan qualche connessione con le due cose, o vattelapesca che cosa per loro cio significhi. Magadan e' se stesso un paradosso, un luogo " esistentivo" in cui grezzezza e titoli di studio elevati vanno di pari passo invece di essere esclusivi.Il paradosso della conciliazione lo si vede nelle donne: donne dalla pelle dura come cartavetra che non hanno mai visto una crema nivea in tutta la loro vita, capaci pero' di accoglierti in casa loro, sporco di pece e puzzolente, senza nessun timore o sguardo preoccupato che tu non capisca la loro lingua o le possa fare male -perche loro non hanno paura di nulla, loro si sono fatti una rivoluzione, due guerre e 70anni di comunismo- e le donne " moderne" che le vedi usicre dalle Bugatti extralusso affiittate per un giorno, precise, pulite, incastrate dentro a minimali abiti, ballerine su tacchi a spillo vertiginosi, donne che non sanno nemmeno cosa siano sentimenti quali la compassione e la pieta'. Due cose le so, per vivere a Magadan o ci si e' nati o si e' tanto disperati o ciechi da vedere il denaro come unica ragione di vita, poiche una persona sana di mente, la non ci vivrebbe nemmeno se la pagassero. Non a caso gli unici stranieri la' sono quatrro idioti americani che non sapendo cosa fare hanno aperto un ristorante pizzeria italiana. La pizza e' alta 3 cm, non e' oggettivamente male. Non esiste la Margherita ma c'e' la pizza all'ananas. Costa circa 23eur una pizza da 40cm di diametro. Parlandoci un po capisco che alla fine del mese tirano su una vera fortuna, oltre 5000eur puliti. Ovvio vendono merda per oro, ma la colpa e' solo di noi italiani dalla lingua troppo lunga. Rifletto un attimo e penso...come non hanno la margherita, cristo di dio come la fanno una pizza. Vado dalla cassiera, ovviamente russa, e le pongo la questio...come cazz la fat na pizza sim mozzarella i pomodor? Lei mi guarda e mi dice: "no, abbiamo pomodoro e mozzarella." e allora perche non c'e' la margherita? " Ma cos'e' la margherita? -mi risponde nella piu totale ignoranza" Allora li mi incazzo e le chiedo di farmi parlare col titolare, sto becero di americano che dopo avermi sentito un attimo, spiega alla tipa come cazzo si fa una marghetita,e voila dopo 10min avevo la mia Margherita da 3cm. Tutto viene importato. Voi ci vivreste in un posto dove gli unici prodotti di qualita' ( prodotti la') sono cavoli, patate, carote e latte, dove il concetto di bello non esiste, e una delle massime aspirazioni e' comprarsi una jeep extralusso?. Io ci vedo solo un cane che si mangia la coda, ma loro questo non lo vedono, non sembrano vederlo. La loro vita riproduce nella stragrande maggioranza un banale consumistico stile di vita che non produce di fatto nessun cambiamento reale. Una sera sono in un pub, il Leningrad. La musica e' rock quella sera. A fianco a me si siede un ragazzo sulla ventina. Stazza piccola, biondo, occhi azzurri, giubotto in pelle. Nulla di strano se no fosse che ordina un caffe, ha le cuffie nelle orecchie e ha in mano un cubo di rubick. Siamo in un pub -dico io. Qual e' il senso di venire qui ascoltandosi la propria musica bersi un caffe con un cubo in mano? O questo e' un pazzo squlibrato o uno al di fuori dalle righe. Decido di rompere il ghiaccio sperando che non sia uno di quelli che in russia chiamano gopnik,(skinhead locali) e mi presento. Dalle prime battutte capisco che e' davvero un tipo strano, mi regala dolci sorrisi e sguardi incomprensivolmente minacciosi. Appena gli dico che sono italiano, non so perche ma mi mostra una foto dal suo I-Phon: Mussolini. Basito non faccio domande. Lui mi fa cenno di pollice su o giu, come dire tu da che parte stai. Io penso- qui la faccenda non e' esprimere o meno la mia opinione, ma non sbagliare la risposta. Al che, sperando di uscirne indenno, me la gioco con un semplice: "MUSSOLINI KAPUT ". Il tipo mi guarda, con l'aria di uno non troppo soddisfatto, mi fa un sorriso, da un sorso al caffe e sparisce in silenzio come era arrivvato.

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La ragazza con cui ho vissutto nove giorni, vent'enne, studente di psicologia, lavorava come cantante in un nightclub. Non sposata. Non fidanzata. Ogni sera tornava alle due di notte. Mi salutava, fumava una sigaretta, mi diceva che avevo un bel culo e poi andava da sua madre a dormire. All'inizio ho pensato che fosse una puttana che andava a casa dei suoi clienti, poi mi sono reso conto che cosi' non era, allora le ho chiesto il perche. Lei mi dice: "Tu sei uomo e io donna" -io sbigottito le rispondo: "e allora? che io sono un uomo e tu una donna su questo non ci piove " "Allora una ragazza non fidanzata non dorme con un ragazzo" -mi dice. "E chi l ha detto questo?" -replico io. "La mamma lo dice" -risponde. Ahh beh se lo dice la mamma...tanti auguri. Vent'anni, cantava in una night club Ogni persona seduta pagava circa 7eur per una singola canzone. Ogni sera riempiva decine di tavoli.Ogni sera cantava dalle diciotto alle due e nei weekend fino alle quattro della mattina. Tornava di notte a casa, ma a Magadan alle tre e' gia giorno. Si svegliava alle due. Mangiava qualcosina, la prima schifezza che trovava a portata di mano -nemmeno aveva la cucina in casa, andava a farsi la doccia, si preparava e di nuovo al lavoro. Tutto questo non per il fatto che guadagasse 750eur al mese, ma perche era fermamente convinta di essere una privilegiata e che molti altri guadagnavano di meno, e quando io gli feci notare che al suo posto -visto l'incasso che contribuiva a produrre per il Night, visto che era una delle poche cantanti della citta', visto il fatto che non aveva tempo nemmeno per pranzare in pace, io avrei almeno chiesto il doppio se non il triplo, almeno me ne vado al ristorante ( non che faccia tutta sta differenza) invece di mangiare sempre di corsa la prima cosa al volo che passava. Lei mi rispose molto pacatamente con aria sorpresa: " non si puo" . Cosa non si puo'? Non si puo chiedere -io domando. "Se lo chiedi poi ti cacciano" -mi risponde. "E dove siamo, sotto dittatura, cos e' questo un film?" -ribatto. "Non lo so, cosi mi han detto" -risponde. Al che visto l'andazzo tento per un'altra via. " Chi te lo fa fare di far guadagnare un sacco di soldi a sta gente per poi essere trattata in questo modo?" -replico ancora una volta. Lei ci pensa un po e poi mi dice "mi danno molti soldi". Incredulo la guardo pensando fra me e me di essere su scherzi a parte. Poi ritento formulando la questione diversamente. "750eur sarebbero molti soldi a Magadan quando un cazzo di kilo di mele costa 6eur?. Rasentiamo l'inimmaginabile allorche lei mi risponde: "un kilo di mele mi dura 3 settimane" " e quanto spendi al mese per il cibo?"- replico io stizzito. "Non piu di 125eur" "e cosa mangi pane e burro tutti i giorni?" -dico io. "No, a me non serve mangiare molto, mi basta una volta al giorno". Pensando di avere gia toccando il fondo, mi gioco il jolly finale chiedendole che cazzo ci faceva allora con tutti sti soldi se poi non aveva tempo per spenderli, visto che tanto il cibo era un optional. La risposta fu "Non e' vero, domani vado a comprarmi un nuovo vestito perche al lavoro mi hanno chiesto di essere piu sexi perche ai clienti piace". Questa studiava psicologia per diventare una psicologa. Ahime per un attimo mi sono sentito un ingeniere della NASA, poi riflettendo mi e' venuto in mente solo la canzone dei CCCP: produci, consuma e crepa. Peccato che i CCCP si sono dimenticati di passare da Magadan. Nonostante tutto a Magadan ho incontrato bellissime persone che mi hanno offerto di tutto, regalato un sacco di cose, fermato per strada per farsi una una foto con me, e altri come Kiril e Sveta, i padroni del Leningrad che mi hanno portato su e giu per la citta, mi hanno aperto il bar alle sei del mattino per farmi vedere Italia-Spagna, mi hanno fatto da taxi ogni giorno senza chiedermi nulla in cambio, mi portavano il cibo a casa visto che non avevo una cucina per cucinare e mangiare fuori era una cosa da paperoni.

Magadan e' un luogo che consiglio vivamente per il rimbalzo percettivo che sia ha misurando il tutto con i nostri parametri. Tutto la puo sembrare logico e ragionevole, perfino quello che per noi sarebbe disumano.

Magadan e' un pugno nello stomaco, che invece di farti vomitare ti fa aprire gli occhi su quanto davverro tutto sia relativ



FOTO DI MAGADAN:



http://www.facebook.com/media/set/?set=a.377393468980787.97464.100001304105014&type=1



VIDEO DI MAGADAN:



1)http://www.youtube.com/watch?v=wcXPD1Nzrq4&feature=plcp

2)http://www.youtube.com/watch?v=ICBGmCYQkEo&feature=plcp

3)http://www.youtube.com/watch?v=ADY3XuB5ByA&feature=plcp

4)http://www.youtube.com/watch?v=pKnmuY0iglo&feature=plcp

5)http://www.youtube.com/watch?v=AZzII_qnoRQ&feature=plcp

6)http://www.youtube.com/user/klemm1983?feature=mhee

7)http://www.youtube.com/watch?v=G7dFyW-dLIc&feature=plcp

8)Sfortunatamente il migliorvideo nn e possibile scaricarlo, la velocita di internet e bassissima
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Re: 15.000KM DA SOLO IN AUTOSTOP DALLA KAMCHATKA -DIARIO

Messaggioda radaulpa » 07/08/2012, 15:23

CIAO!
ho letto il forum. Mi piace il progetto ed evidentemente sei un ragazzo in gamba.inoltre scrivi bene. BRAVO!

Buon viaggio!!
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Re: 15.000KM DA SOLO IN AUTOSTOP DALLA KAMCHATKA -DIARIO

Messaggioda solosiberia.it » 08/08/2012, 14:57

perchè dalla kamchatka? magadan è magadanskaya oblast.
la kamchatka è un'altra regione e non è raggiungibile via terra, se non per il percorso inventato dai saggi dell'AVP lo scorso anno.
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Re: 15.000KM DA SOLO IN AUTOSTOP DALLA KAMCHATKA -DIARIO

Messaggioda solosiberia.it » 08/08/2012, 15:06

quelli chiamati "gopniki" non possono essere definiti "skinhead locali". la cultura skin ha radici profonde nella londra dei movimenti giovanili del dopoguerra e già in generale parlare di skin come lo si fa da noi è sbagliato. le casse di risonanza del potere (che praticamente per la popolazione media hanno creato la figura dello skin come specie di persona legata all'estrema destra) appunto già qui elaborano cavolate senza fondamento etichettando tutto e tutti in maniera semplicistica, non cadiamo nello stesso errore. un gopnik qualsiasi, ancor più se in gruppo, ti avrebbe già individuato e non ti lasciava fare la prima mossa.
cmq non ha senso parlare solo di queste cose pseudo-negative per un viaggio, ovunque sia, quindi la chiudo qui, ma mi premeva precisare un pochino.

ciao, daniele
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Re: 15.000KM DA SOLO IN AUTOSTOP DALLA KAMCHATKA -DIARIO

Messaggioda geom.Calboni » 08/08/2012, 15:16

solosiberia.it ha scritto:la cultura skin ha radici profonde nella londra dei movimenti giovanili del dopoguerra e già in generale parlare di skin come lo si fa da noi è sbagliato.

Confermo. Gli "skinheads" politicizzati e di destra è solo una sorta di corrente deviata del movimento skin che è tutta un altra cosa. In Italia, tra l'altro esistono anche gruppi di "redskins" ;)

Tornando invece al viaggio di Lazzurro mi sembra che si calchi troppo la mano sulla pericolosità, presunta o reale, di posti, uomini, animali...
"Stiamo attenti, siamo contenti, comportiamoci bene e mangiamo la semplicità".

Nella vita le cose serie, alla lunga, ti fregano. Gustiamoci le cose effimere che proprio in quanto tali non ti tradiscono mai.

Studio la Serbia, mi piace la Russia, frequento la Polonia.

"Ho avuto molti ospiti e di varie nazionalità ma solo quella sera tutto il il locale parlava italiano"
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Re: 15.000KM DA SOLO IN AUTOSTOP DALLA KAMCHATKA -DIARIO

Messaggioda flyingsoul » 08/08/2012, 15:16

solosiberia.it ha scritto:quelli chiamati "gopniki" non possono essere definiti "skinhead locali". la cultura skin ha radici profonde nella londra dei movimenti giovanili del dopoguerra e già in generale parlare di skin come lo si fa da noi è sbagliato. le casse di risonanza del potere (che praticamente per la popolazione media hanno creato la figura dello skin come specie di persona legata all'estrema destra) appunto già qui elaborano cavolate senza fondamento etichettando tutto e tutti in maniera semplicistica, non cadiamo nello stesso errore. un gopnik qualsiasi, ancor più se in gruppo, ti avrebbe già individuato e non ti lasciava fare la prima mossa.
cmq non ha senso parlare solo di queste cose pseudo-negative per un viaggio, ovunque sia, quindi la chiudo qui, ma mi premeva precisare un pochino.

ciao, daniele


Non parla solo di cose negative, parla dei forti contrasti che ha trovato. Poi credo che tutte le esperienze sono filtrate dall'autore che le prova, quindi non si possono giudicare, al massimo vanno prese come spunto. Considerazioni personali a parte ha elencato in modo soddisfacente le questioni pratiche legate al posto da lui visitato.
Quanto alla Kamkachka, concordo con te, essendo anche questa una meta che da sempre mi affascina, so che non è raggiungibile via terra, a meno di aprire un nuovo sentiero ;)
E' la prima volta che sento parlare dei gopnik, sono estremisti di destra? Tipo nazi-skin o quelcosa ancora di diverso? (P.S. conosco molto bene la cultura skinhead e so che è molto diversificata, gli estremisti di destra sono solo una parte degli skin e si chiamano bone head, mentre la maggior parte degli skin non hanno schieramento politico)
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Re: 15.000KM DA SOLO IN AUTOSTOP DALLA KAMCHATKA -DIARIO

Messaggioda solosiberia.it » 08/08/2012, 18:06

bravo flyngsoul per ciò che hai scritto sugli skins. si capisce che un pochino "mastichi" l'argomento.

quando nel mio post scrivo queste mie parole "cmq non ha senso parlare solo di queste cose pseudo-negative per un viaggio" mi riferisco a me stesso (nn a ciò che scrive l'autore della discussione). ho scritto in fretta e nn si capiva mi sa. cioè intendevo dire a me stesso, innanzitutto, di non spendere altre parole, nella mia risposta, su cose marginali di un viaggio, che sono appunto le cose negative a cui mi riferivo.

però ora devo approfondire una questione che flyngsoul solleva, se no va a finire che le persone iniziano a equivocare o perlomeno a non capire le cose come in realtà sono.
dunque mio malgrado mi addentro nella questione "gopnik":
1) quello che sto per dire rappresenta chiaramente la mia opinione personale, oggettivizzata però da 10 anni di viaggi indipendenti in russia in ogni dove, dalla conoscenza e amicizia che mi lega a molti russi di ogni estrazione sociale, dalla buona conoscenza della lingua russa che mi permette di parlare con chiunque senza filtri, dalle decine di libri russi letti riguardanti il tema del viaggio e dall'esperienze accumulate con la gente dell'AVP (accademia dei viaggi indipendenti) che in Russia è un importante punto di riferimento nel campo dei viaggi e anche per quanto attien ad argomenti socio-politico-religiosi.
2) iniziamo: assolutamente eliminiamo ogni identità politica da questo termine. i gopniki non hanno nessun riferimento/connotazione politica.
3) chi sono i gopniki (slang russo): possiamo dire che sono quelle persone (ma nn solo i giovanissimi teenager o giù di li), al 90% e più maschi, che costituiscono in russia un sottobosco sociale indefinito in cui si coagulano gli individui che "non hanno di meglio da fare", non lavorano (ma non è una caratteristica essenziale del gopnik), vivono in una parte della società legata a concezioni nazionaliste e tradizionaliste, ma non nel senso politico, più in un senso "locale"(poi spiegherò meglio) e che certamente non ha un ampio bagaglio culturale e non dispone di orizzonti mentali vasti. come si vede, la categoria è alquanto fluida. i gopniki possono trovarsi in città come in campagna, ma è nelle zone rurali, isolate e più lontane dalle città o dalle direttrici di traffico che si può incontrare questa presenza locale. nei piccoli paesi la questione può essere seria, questi ragazzi, uno, tre, dieci, ma nn necessariamente girano in gruppo, possono "fare ciò che gli pare" nel propio paese senza che nessuno pensi troppo a tenerli a bada. la sbirraglia ha cose magari più importanti a cui prestare attenzione (o magari non ha voglia di fare nulla, finchè ci scappa il morto, e succede, non è fantasia). la gente comune, pur non considerandoli un buon esempio, a volte può sorridere davanti ad ogni tipo di bravata, come si si trattasse di prove di forza tra uomini (un mio amico di 50 anni dice: "da me c'è stato un ragazzo brasiliano per 1 mese, una roba di scambio di studio o simile. non mangiava nulla di russo e nn parlava la nostra lingua. stava sempre al pc tutto il tempo a casa e nn usciva per il freddo. sto invertebrato poi ha trovato un fast food - la città è quasi di 1 milione di abit. - e andava spesso là a mangiare porcherie, per alcuni giorni di fila, finchè qualche gopnik russo non l'ha notato e l'ha preso a pugni in faccia. è tornato con il muso sanguinante quel deficiente."). da questa storiella si capisce come spesso vengono viste queste vicende dalla gente.
nei paesi piccoli (sotto i 50.000 abitanti, e a maggior ragione per villaggi & company) la questione nn va sottovalutata, perchè basta una volta che succede una cosa seria e che si fa? indietro nn si torna. questi ragazzi spesso sono in conflitto con chiunque venga da fuori, inteso anche come abitante del paese vicino, figuriamoci uno straniero, che poi in genere nn parla russo, non si comporta come un russo nè cerca di farlo e, purtroppo, cerca di vivere un po' come a casa sua senza rispettare i costumi del luogo (si soffia il naso in pubblico, non mangia nè si veste come i russi, parla ad alta voce ad es. in treno e tante altre cose) (nn capirò mai bene chi va in russia o cmq all'estero e beve coca-cola, cerca la pasta, la pizza, qualcosa di simile a ciò che fa e mangia a casa). e queste cose vengono notate. personalmente ovunque vado mi adatto a qualunque situazione mi si pari innanzi (quando saranno online, vedrete le foto dell'acqua marrone che ho bevuto per dieci giorni quest'estate. non per vanto o perchè son andato a cercarmela,m ac'era quello, e quello sia). sul mio sito nei miei appunti si può leggere alcuni episodi capitatimi es. appunti 2009-2010 da capitoletto "sverdlovsk" in poi oppure appunti 2007 "lame" e "bam". in yakutia ci sono i "sakhaliari", giovani che vivono nei vilaggi attorno alle città e che arrivano in città al fine settimana per bere e altro. ecco anche la popolazione locale sa che è meglio stare alla larga da queste persone in Yakutia.

cosa nn mi sta bene: che dall'argomento di un viaggio siamo finiti a parlare di questo come si fa in televisione, cioè tra 99 cose belle, si parla di una brutta....
però mi premeva puntualizzare, perchè anche questo fa parte del viaggio, soprattutto in certi posti del pianeta. non sono parole mie, ma di un russo espertissimo viaggiatore: in tantissimi paesi del mondo quando si viaggia (come locali o come stranieri) non si trova spesso ostilità, ma in russia e diciamo nell'area ex-urss è diverso. la gente è più dura, c'è più tensione e si avverte a volte che può succedere qualcosa.
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Re: 15.000KM DA SOLO IN AUTOSTOP DALLA KAMCHATKA -DIARIO

Messaggioda flyingsoul » 08/08/2012, 18:50

Grazie per la disanima :)
Alcune cose:
solosiberia.it ha scritto:figuriamoci uno straniero, che poi in genere nn parla russo, non si comporta come un russo nè cerca di farlo e, purtroppo, cerca di vivere un po' come a casa sua senza rispettare i costumi del luogo (si soffia il naso in pubblico, non mangia nè si veste come i russi, parla ad alta voce ad es. in treno e tante altre cose) (nn capirò mai bene chi va in russia o cmq all'estero e beve coca-cola, cerca la pasta, la pizza, qualcosa di simile a ciò che fa e mangia a casa)


Questo è il prototipo del turista di massa, o del turista medio se vogliamo. Ed è la differenza sostanziale che c'è con un viaggiatore che invece fa l'opposto.

solosiberia.it ha scritto:]però mi premeva puntualizzare, perchè anche questo fa parte del viaggio, soprattutto in certi posti del pianeta. non sono parole mie, ma di un russo espertissimo viaggiatore: in tantissimi paesi del mondo quando si viaggia (come locali o come stranieri) non si trova spesso ostilità, ma in russia e diciamo nell'area ex-urss è diverso. la gente è più dura, c'è più tensione e si avverte a volte che può succedere qualcosa.


Qui mi dispiace, ma devo contraddirti, almeno in parte. Ne abbiamo discusso molte volte su questo forum (ed io l'ho fatto anche in altri). Da viaggiatore la percezione del pericolo è strettamente personale, non ha nulla a che vedere con il posto che visiti, sia questo l'afghanistan, piuttosto che le favelas Caracas. Il punto è sempre il tuo modo di relazionarti con il luogo che visiti, da questo dipendono le situazioni di pericolo in cui puoi venirti a trovare. Uno sprovveduto può anche morire di stenti in Finlandia, nel paese più pacifico del mondo. Ovviamente il discorso cambia se uno decide invece di viverci in quel posto.
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Re: 15.000KM DA SOLO IN AUTOSTOP DALLA KAMCHATKA -DIARIO

Messaggioda lazzurro » 09/08/2012, 10:18

solosiberia.it ha scritto:perchè dalla kamchatka? magadan è magadanskaya oblast.
la kamchatka è un'altra regione e non è raggiungibile via terra, se non per il percorso inventato dai saggi dell'AVP lo scorso anno.



semplicemnte perhce se dico magadna nessuno s adove e , se dico kamchatka, molte perosne la cnoscono perhc e hanno giocato a Risiko, rilassati e non prendere tutto seriamnete, nella vita cio f amale alal salute
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Re: 15.000KM DA SOLO IN AUTOSTOP DALLA KAMCHATKA -DIARIO

Messaggioda lazzurro » 09/08/2012, 10:21

solosiberia.it ha scritto:quelli chiamati "gopniki" non possono essere definiti "skinhead locali". la cultura skin ha radici profonde nella londra dei movimenti giovanili del dopoguerra e già in generale parlare di skin come lo si fa da noi è sbagliato. le casse di risonanza del potere (che praticamente per la popolazione media hanno creato la figura dello skin come specie di persona legata all'estrema destra) appunto già qui elaborano cavolate senza fondamento etichettando tutto e tutti in maniera semplicistica, non cadiamo nello stesso errore. un gopnik qualsiasi, ancor più se in gruppo, ti avrebbe già individuato e non ti lasciava fare la prima mossa.
cmq non ha senso parlare solo di queste cose pseudo-negative per un viaggio, ovunque sia, quindi la chiudo qui, ma mi premeva precisare un pochino.

ciao, daniele



ancora daniele, ti prego di evitare di disotrger eil tutto, appunto, io so che copsa e un gopnik, ma alal gnete ocmune e inutile speiegar e fargli i l pippone che tu hai fatto. la parola skinhead, l avro usata in porprio ed e vero quello che dici, ma e quella che rende melgio lidea \per un neofita. ripeto rilassati e nn vedere tutto dal tuo unico punto di vista. io nn ho parlato appunto di gopnik, ma ho fatto una semplice annotazione, brevissima.

sper che tu abbia capto i lpunto di vista.

grazie,
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Re: 15.000KM DA SOLO IN AUTOSTOP DALLA KAMCHATKA -DIARIO

Messaggioda solosiberia.it » 09/08/2012, 11:34

si, ok capisco il tuo punto di vista, ma sempre e comunque insisterò perchè le cose siano spiegate bene e in modo esauriente, perchè "la gente comune" cosi come plasmata e oniricamente nutrita dai media e dalla non-cultura di massa non deve esistere, cioè noi nn ci dobbiamo abbassare a quel livello, sono gli altri che devono ad es. imparare dov'è magadan. quindi è per questo che io dico "in autostop da magadan" e non "in autostop dalla kamchatka". lo stesso per la storia gopnik-skin. la cultura skin è stata e viene stuprata dai media, e noi perpetuiamo questo? no, skin è tutt'altro che un pelato che alza il braccio teso e questo va detto.
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Re: 15.000KM DA SOLO IN AUTOSTOP DALLA KAMCHATKA -DIARIO

Messaggioda flyingsoul » 09/08/2012, 11:39

solosiberia.it ha scritto:si, ok capisco il tuo punto di vista, ma sempre e comunque insisterò perchè le cose siano spiegate bene e in modo esauriente, perchè "la gente comune" cosi come plasmata e oniricamente nutrita dai media e dalla non-cultura di massa non deve esistere, cioè noi nn ci dobbiamo abbassare a quel livello, sono gli altri che devono ad es. imparare dov'è magadan. quindi è per questo che io dico "in autostop da magadan" e non "in autostop dalla kamchatka". lo stesso per la storia gopnik-skin. la cultura skin è stata e viene stuprata dai media, e noi perpetuiamo questo? no, skin è tutt'altro che un pelato che alza il braccio teso e questo va detto.
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Esattamente. Aspettavo una tua replica che puntualmente è arrivata :)
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Re: 15.000KM DA SOLO IN AUTOSTOP DALLA KAMCHATKA -DIARIO

Messaggioda lazzurro » 11/08/2012, 21:27

solosiberia.it ha scritto:si, ok capisco il tuo punto di vista, ma sempre e comunque insisterò perchè le cose siano spiegate bene e in modo esauriente, perchè "la gente comune" cosi come plasmata e oniricamente nutrita dai media e dalla non-cultura di massa non deve esistere, cioè noi nn ci dobbiamo abbassare a quel livello, sono gli altri che devono ad es. imparare dov'è magadan. quindi è per questo che io dico "in autostop da magadan" e non "in autostop dalla kamchatka". lo stesso per la storia gopnik-skin. la cultura skin è stata e viene stuprata dai media, e noi perpetuiamo questo? no, skin è tutt'altro che un pelato che alza il braccio teso e questo va detto.
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sono d accordissimo con te, su ogni cosa che dici ma gente come te che ha interesse ad infoirmarsi e viaggia pr fatti suuoi, non ha bisogno delle mie parole per capire qualcosa , le mie parole hanno come target coloro che sono molto distanti dal modo di come noi intendimo il viaggiare, e andare troppo nei paticolari non porta nessun vantaggio, se dicessi magadan magari solo il 25 per cento ci andrebbe a gurdare, se dici kamachatka evochi qcosa anche a quello che nn si e mai mosso da casa, poi se uno ha intresse, cerc magadan , inoltre ho messo il link al posto.


ps suggeruiscimi ala.or una parola datta a dare l idea di un gopnik a livello generale
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Re: 15.000KM DA SOLO IN AUTOSTOP DALLA KAMCHATKA -DIARIO

Messaggioda solosiberia.it » 12/08/2012, 11:12

per la categoria gopnik vedo personalmente bene definirlo in una parola come: "disadattato" o "teppista" oppure con più parole: "disadattato/teppista socialmente nocivo" oppure "disadattato xenofobo e tendente al crimine". comunque sia parole scevre da ogni connotazione politica.

disadattato è un buon termine onnicomprensivo e copre tutti i casi, sia di quelli che sono al confine tra bomzh (senza fissa dimora) e gopnik, oppure rende anche l'idea di quelli che semplicemente negli anni dell'adolescenza si fanno trascinare da qualche cattiva compagnia e poi finiscono li di importunare gli altri, oppure quei veri paria sociali che rientran nella categoria dei "vinti" di Verga e che scaricano la loro rabbia per il tipo di vita che fanno su chiunque capiti, poi disadattato va bene anche per la categoria gopnik dei culturalmente limitati, che vedono come una minaccia da eliminare ogni essere differente dalla loro cultura genericamente russa o dalla loro sub-cultura locale (es. i sakhaliari descritti da jeffrey tayler nel libro "river of no reprieve" che parla di un viaggio lungo la lena).
a me poi piacerebbe denifirli, utilizzando un linguaggio un po' più complesso per riferimenti "letterari", come "bravi senza padrone nè onore".

dai! avanti con il viaggio e buona fortuna, stai attraversando zone particolarmente interessanti.
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Re: 15.000KM DA SOLO IN AUTOSTOP DALLA KAMCHATKA -DIARIO

Messaggioda lazzurro » 12/08/2012, 23:06

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La prima parte della Kolyma ( Strada delle Ossa) comprende un tratto di 1012km che va da Magadan aUst-Nera http://goo.gl/maps/58N8. Li ho percorsi in meno di 24 ore effettive. Con mia grande sorpresa la strada e' molto meglio di quello che dicono-un luogo di morte. Non dico che si possa parlare di asfalto vero e proprio ne di comodita' ma tutto sommato agilmente si superano gli 80km/h per lunghi tratti. Lasciati Magadan la temperatura s'impenna di 15 gradi fino ai 35-36 con mia grande gioia. La Kolyma (Starda delle Ossa) e’ un esperienza unica e irrepetibile che lascia senza fiato. Piu’ che una strada di morte verso ovest la Kolyma e’ un viaggio indietro nel tempo. Piu’ ci si allontana da Magadan piu’ si ha la sensazione di essere tornati ai tempi dell’URSS, raggingendo l’apice nel villaggio di Artyk, dopo il quale poco a poco si ritorna alla normalita’.

La Kolyma e’ una strada molto silenziosa, disseminata costantemente da lapidi e da monumenti alla memoria. Il senso di morte e’ decisamente percepibile.Gli abitanti Sakha sono soliti quando la percorrono offrire in dono alla terra attraversata dalla Kolyma una parte del loro cibo, come segno di buon auspicio in quanto si narra che le anime dei prigionieri di guerra, morti costruendo tale strada, sono rimaste incastrate sotto l’asfalto misto a terra e a ossa e pretendono un dazio. Ogni anno si contano un sacco di incidenti e di morti e la gente del posto riconduce questi fatti al volere di queste anime imprigionate. La Kolyma attraversa una delle regioni piu’ impervie e selvagge che abbia mai visto, grande quanto l’Europa centrale e con centinaia di chilometri di roccia, fiumi e alberi. Tuttavia la bellezza della Kolyma e’ la sua gente, quella non ancora scappata e legata ad una ventina di cittadine e villaggi. Attraversando la Kolyma a piedi e’ possibile concentrarsi piu’ sulle persone che sul paesaggio e scoprire dall’interno che qui si rasenta l’immaginabile e nemmeno questo gli si adatta davvero. La Kolyma e’ un must che ogni viaggiatore che si ritiene tale deve compiere. Sulla Kolyma la parola “turista” e’ soltanto presente sul vocabolario che di tanto in tanto tengo in mano per non esprimermi come un troglodita uomo della caverna. Qui la gente ti chiama "putishestviennik"(viaggiatore) Il 99% della popolazione non ha mai visto uno straniero e probabilmente non e’ nemmeno mai uscita dalla Russia –probabilmente chi lo fa qui poi non ci ritorna di sicuro. Chi rimane qui ha davvero una vaga idea di cosa succeda al di la’ della “Cortina”, ma qui non e’ Africa dove non c’e’ tempo per la scuola e si deve pensare all’acqua, qui siamo in uno die paesi piu’ ricchi del pianeta, in uno dei luoghi dove i salari sono tra i piu’ alti. Tutti vanno a scuola e ottengono un diploma di laurea. Quello che fa la differenza tra noi e loro –credo, sia il livello qualitativo dello studio e il livello informativo generale. Alla domanda perche sia crollata l’Unione Sovietica tutte le persone a cui l’ho chiesto non mi hanno saputo dare una risposta eppure qui conoscono Celentano, l’Internazinale, la Bellucci e pure gli Zero Assoluto, ma quando gli chiedo di Berlusconi, molti credano che sia stato impiccato nel 1944 – un accostamento come dire fortuito ma nemmeno poi piu’ di tanto sbagliato. Durante l’attraversamento dei sui 2400km mi e’ capitato di essere fermato da centinaia di persone solo per stringermi la mano, offrirmi un sorriso o invitarmi a bere o mangiare qualcosa. Durante i 17 giorni di permanenza sulla strada ho raramente pagato qualcosa, addirrittura per nove giorni consecutivi non ho speso nemmeno una lira. La Kolyma e’ decisamente diversa da quello che si legge comunemente in internet, e dal giudizio che gli stessi russi danno di essa e di se stessi, come qualche settimana fa ho riportato sul mio blog

(http://www.blogger.com/blogger.g?blogID ... 4158873648).

Sono partito con l’ansia e la paura, i soldi tutti nella cintura e il coltello sempre a portata di mano. Ho finito per nemmeno nascondere piu’ i soldi tantomeno di usare il coltello. Al di la di qualche ubriacone davvero pericoloso, che pero’ rimangono circostritti ai villaggi sotto i 1000 abitanti, direi che tutto sommato la Kolyma e’ piu che sicura e le persone sono davvero disponibili ad aiutarti e a mostrarti il loro mondo, e la lingua non e’ assolutamente un problema perche i russi son fondamentalmente dei napoletani solamente un po’ piu’ “meno napoletani” e troveranno sempre la maniera per farsi capire e darti cio’ di cui hai bisogno senza mai cercarti di fregarti.

Immagine Da un punto di vista tecnico organizzativo sono partito alle 6.30 del 10 luglio 2012 con il timore di tornarmene indietro dopo poco. Cercavo di farmi notare il meno possibile sebbene si e' rivelato un compito assai arduo. La strada e' solo una per 2000km. Tutta la vita gira intorno a questa strada e non c' e' via di scampo. Sono stato due ore quella mattina sulla strada prima che qualcuno si fermasse. Era la tredecisima. Non male come media. Pensavo anche peggio.Tuttavia la cosa piu difficile e' quella di abituarsi alle facce dei russi e capire che dietro quella maschera da testa di cuoio c'e' un essere gentile e pronto ad aiutarti. I russi non hanno mezze misure, o sono angeli o diavoli. E' per questo che bisogna saper essere delicati come carta da culo e ruvidi come la cartavetra quando c'e' da darsela a gambe. Finora posso dire di essere stato probabilmente fortunato. Tutto dipende da come ti poni e ovviamente dalla fortuna. Sono partito da Magadan sapendo sei frasi di russo. Orgogliosamente dopo aver passato tre settimane in un luogo dove o si parla russo o ci si esprime come le bestie a suon di gesti e graffitti sulla sabbia, posso dire di essere in grado di mantenere una discussione elementare per 30 minuti. Il russo sebbene sia una lingua molto difficile e' incredibilmente invasivo e quando ti entra dentro non ti molla di piu', e poi le donne di questo paese sono tanto interessanti che vale la pena parlare un po' di piu' di russo. Dopo 2000km quello che sarebbe dovuto essere uno dei piu' grossi problemi -la lingua, si e' invece rivelato piuttosto una semplice formalita'. La prima ora l'ho passata nascosto tra un arbusto e il ciglio della strada e appena sentivo un rumore di un mezzo mi gettavo sulla battistrada. Poi mi sono rotto i coglioni e ho detto o la va o la spacca, se faccio cosi per tutti i restanti 15.000km finisco per essere bersaglio dei cacciatori. Tutte le paranoie piu' bieche ti assalgono in contemporanea. Pazzi scatenati che girano ubriachi alle 6 del mattino, cani randagi in cerca di cibo, cacciattori, orsi, lupi e chi piu' ne ha piu' ne metta.Tutto cio' che si pone davanti ai tuoi occhi diventa un possibile nemico. Al momento della partenza non ti senti solo, sei tu e mille altri mostri che ti fanno da eco da ogni dove come e perche'. La partenza e' un momento davvero catartico in cui si deve lavorare di assoluto autoconvincimento. Poi la prima macchina si ferma. Che fare? Ovvio sentiamo che dicono. Escono fuori due personaggi dall'aspetto inquietante. Non ho nemmeno il tempo di capire perche sono scesi- non potevano semplicemnte parlarmi dal finestrino, che con gentilezza mi aprono il portellone di dietro epr farmi mettere lo zaino. Io dico Susuman. Loro continuano a farmi cenno di mettere lo zaino dentro e di salire. Io, col cazzo che ci entro se non mi dicono dove vanno. Allora alzo la voce....AT KUDA IDIOSH? (dove vai) Mi rispondono. Non vanno a Susuman ma dato che la strada e' una sola, possono comunque darmi uno strappo per 350km. Non male per il primo giorno. Quando si sale su di una macchina di socnosciuti, la prima cosa che si vuole e' una sigaretta. Sia per rompere il ghiacchio col guidatore sia per allentare la tensione. Fortunatamente in Russia e' praticamente impossibile trovare un guidatore che non fumi o che non ti permetta di fumare.Chapeau! In tutti i modi la gioia per essersi tolti dalla strada passa rapidamente per essere sostituita da un piu cupo sentimento: il dubbio. Passata la veloce sbornia di euforia ci si chiede chi si ha davanti e se invece non si e' passati piuttosto dalla padella alla brace. La sigaretta serve a questo. Capire da che parte stanno. Che cosa vogliono da te. Sapere se ti possa fidare di loro. La sigaretta in russia e' un valido strumento per porre le basi di un "ponte comunicativo" in assenza di una lingua comune e di stabilirne le potenzialita' e la "percorribilita". Una volta fatto questo allora, solo allora si puo' tentare l'attraversamento con domande del tipo: come ti chiami, che fai, lavori, hai figli. Poi tocca a loro. Se avranno interessi pacifici lo si capisce subito se alla domanda: "mozna kurit"(si puo' fumare), ti risponderanno "canieshna" (ovviamente) come dire...non devi nemmeno chiedercelo. Tutto dopo torna piu' pacato e non e' nemmeno piu' necessario fare altre domande.Immagine Se loro sono interessati ti faranno domande, in caso contrario ti lasceranno riposare. I russi pur trovando incomprensibile che un giovane di 29 anni non abbia figli, un lavoro, una moglie e sia vestito come arlecchino, e passi il suo tempo nella Russia piu' desolata e sconosciuta... i veri russi ti aiuteranno sempre, offrendoti quello che hanno, poco se hanno poco, tanto se hanno tanto. Ti impediranno di pagare qualsiasi cosa. I veri russi rispondono sempre "Normalna".
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Una volta salito a bordo I russi si preocuperanno di trovarti un auto o un camion che ti porti alla sucessiva citta’. Se me lo permettete, non fate l’errore di prendere un passaggio dai tir come ho fatto io in quanto viaggiano a delle velocita inverosimili e e per ore e ore sei costretto a sentirti l’hit parade del del piu orrido pop russo, rob ache a stento definirei musica. Ho coperto i primi 650km in 17h15’ arrivando a Susuman a mezzanotte esatta. Li’ mi sono venuti incontro una tenera famigliola, composta da madre e figlia. Soltanto dopo essere sceso dal camion e le dovute presentazioni mi sono reso conto in che diavolo di posto ero finito. Attorno a me enormi blocchi di cemento in gran parte disabitati con finestre distrutte e porte sprangate da alberi cresciutici dentro. Tuttavia da quello che mi dicono qualcuno ci vive pure.

Benvenuti a Susuman, dove la realta’ supera decisamente la fantasia
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Re: 15.000KM DA SOLO IN AUTOSTOP DALLA KAMCHATKA -DIARIO

Messaggioda lazzurro » 12/08/2012, 23:15

Susuman

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Entro in uno di questi casermoni seguendo la tenera coppietta cercando di immaginare in quali di questi avesse luogo tanta meravigliosa inventiva. Susuman alle 00.17 ha davvero un aspetto inquietante. Roba da film dell’orrore. Si cammina tra macerie di ogni tipo, cani randagi, erba alta 40cm, carcasse di automobili lasciate al piu’ totale abbandono, pneumatici dalle dimensioni umane usati vasi di fiori. Susuman e’ una discarica a cielo aperto. Un luogo dove i ruscelli sono color sangue per il mercurio usato per separare l’oro dalla terra. Uno dei luoghi piu’ ricchi e al tempo stesso contaminato di tutta la Russia. Eccellente dimostrazione della grande democrazia che vige in Russia. Susuman e’ il luogo principale di tutta l’estrazione aurifera russa. Una volta era un paese in cui vivevano 20.000 persone. Oggi, escludendo i cani randagi, gli zombie con le bottiglie di vodka in mano, e coloro che vivono nei box di latta presso le miniere d’oro, Susuman contera’ al massimo 8000 persone, sebbene camminando per la citta’, la sensazione e’ che ve ne siano molti ma molti di meno. In un paesino in cui l’acqua costa 3 eur a bottiglia, un kilo di mele 8eur, internet viaggia a 3kbit/sec e costa piu’ di 50eur al mese e l’unico hotel di tutta la citta’ –pura preistoria- costa quanto una notte a Portofino, non si capisce perche’ vi siano siano presenti tutte e tre le compagnie telefoniche russe, in guerra per accappararsi un spaurito numero di utenti“ onnivori di tecnologia ”. Se Magadan l’avevo definita un pugno nello stomaco, una volta giunto qui, mi sono mancate le parole. Non le ho mai trovate. L’unica domanda che vale davvero la pena di pensare e’ cosa spinge un essere umano a vivere in un tale posto. Non perche sia piccolo. Non perche sia isolato. Se Susuman fosse un opera d’arte sarebbe la “Tristezza” anzi questa si sentirebbe offessa. Susuman appare il villaggio di Truman Show. Ognuno li sembra recitare una commedia. Ci sono notai, avvocati, ingenieri, architetti, geometri, pure un ufficio postale, una caserma della polizia, una banca, eppure visitando questi uffici l’idea che li qualcuno lavori e’ semplice pura demagogia. La polizia non e’ nemmeno dotata di un computer. Le poste invece lavorano con computer che paiono dei commodore 64 se qualcuno se li ricorda ancora. Sono stato in uno studio di architetti , ingenieri e geometri. Al di la’ di un tavolino, un paio di sedie, qualche fascicolo cartaceo, e qualche pianta a fare da contorno, sembravano piu’ delle celle di reclusione a cinque stelle che degli studi professionistici.

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Tuttavia in questo luogo ho trovato una famiglia incredibile che mi ha fatto sentire a casa. Sebbene sia arrivato in tarda notte, una volta giunto in casa, ad accogliermi c’era un tavolo ricolmo di ogni ben di dio, degno della fama dell’ospitalita’ russa.

ImmaginePer due giorni sono stato scortato per la citta’ e nutrito fino all’inverosimile senza tirar fuori una lira e quando me ne sono andato via volevano anche darmi 1000 rubli (circa 25eur)che pero’ non m la sono sentita di accettare. Una volta lasciato Susuman sono partito alla volta di Ust-Nera che pero’ non sono riuscito a raggiungere in giornata sebbene fossero soltanto 380km. Questa volta, ad offrirmi un passaggio sono stati una coppia di fratelli sulla ventina. Spiego loro che voglio arrivare a Kadchikan –la citta’ fantasma, per fare delle foto e con gran sorpresa mi dicono che c’e’ ancora qualcuno che vive li. Mi spiegano che un uomo si e’ rifutato di andarsene e ha deciso di rimanere sebbene non vi sia elettricita’, ne’gas, ne’ fognature. Ma per i russi di queste parti, nati e vissuti nell’Unione Sovietica questi sono confort di cui possono fare anche a meno. I ragazzi devono andare ad Artik, 150km a nord di Kadchikan, tuttavia son disponibili a portarmi li’ e farmi conoscere quest’uomo. L’arrivo alla citta’ fantasma e’ degno della sua nomina. Lasciata la strada principale nel mezzo del nulla piu’ assoluto, ci avventuriamo per una piccola strada in terra lunga di 3km totalmente immerse nella nebbia piu fitta. Di tanto in tanto scorgo ai lati della strada carcasse di autocarri, pezzi di metallo di ogni genere, case sventrate, addirittura un carroarmato. La nebbia si fa piu fitta. Si va a venti all’ora tra un sussulto e l’altro dovuto alle terribili condizioni della strada. Se questo non fosse stato vero non ci avrei mai creduto. Poi d’un tratto, dopo aver attraversato un piccolo ruscello ecco che la nebbia svanisce tutta d’un colpo e come per incanto i torioni di questa arca perduta si rivelano in tutta la loro possenza. Di fronte a me casermoni alti dieci piani in puro stile sovietico avvolti da una fitta vegetazione fanno da sfondo ad un paesaggio da cartolina che forse solo i nostri nonni ricordano all’indomani della fine della Guerra.

Immagine
Qui si e’ tornati indietro nel tempo. Un calendario trovato all’interno della scuola indica 1993, poi piu’ nulla. Tuttavia i ragazzi non mi fanno scendere ma mi portano direttamente dall’unico abitante superstite. Ovviamente mi domandavo chi mai potesse essere un tale pazzo da vivere in un luogo tanto macabro e tenebroso, cosa lo spingesse a stare li’. Ovviamente avevo anche la paranoia che tutto cio’ fosse una bufala per portarmi a sperdere e derubarmi di tutto. Per questo tenevo sempre il coltello a portata di mano. Giunti li, ci vengono incontro tre uomini. Sono decisamente intimorito. Cerco di scaricare la tensione girandomi una siga. Loro si avvicinano e mi tendono la mano e si presentano. Io faccio lo stesso. Mi rilasso un poco. Mi fanno cenno di seguirli. Io mi accendo la siga. Ad attendermi-incredibilmente a dirsi, c’era un banchetto molto frugale compost da te’, pane e kalbasa (una salciccia rosa molto grassa che ricorda vagamente la mortadella). L’abitazione era grosso modo una casupola in legno, con tanto di stufa a carbone, tavolo e tre letti.
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Calendari di donne nude e per non bastare anche una gigantografia di Stalin al centro della parete. L’aria era irrespirabile,viziata, un concentrato di fumo, carbone, lampade a petrolio e coperte di liuta. Stavo respirando aria, aria “sovietica”. L’uomo che avevo di fronte incarnava benissimo lo stato d’animo di quell posto tetro, dove la luce filtrava fioca da una finestra interamente coperta dalla polvere near del carbone. I cinque si siedono e iniziano a discutere pacatamente senza prestare attenzione a quello che faccio. Ho timore a chiedere se posso scattare alcune foto. Lo chiedo. Mi dicono che non c’e’ problema. Poi continuano la loro conversazione. Osservo lui. Un uomo schivo direi, sulla sessantina o forse meno. Alto e magro. Occhi vitri di color grigio verde. Un viso scavato dale fatiche del tempo, la pelle scura color caffelatte, baffi e barba curati piuttosto decorosamente. Una sigaretta dietro l’altra. Camicia e pantaloni mimetici. Qulche sorriso ogni tanto. Io guardo l’ora. Sono gia’ le due del pomeriggio e devo ancora visistare la citta’ e mettermi in Marcia per Ust-Nera. Tuttavia da li’ non c’e’ modo di alzarsi e congedarsi. Sarebbe irrispettoso. Devo aspettare che loro se ne volgiano andare. Dopo piu’ di mezz’ora li in silenzio a fare l’allocco, Sergei – cosi si chiama, mi rivolge la prima domanda. Nascera’ poi un intervista splendida di una decina di minuti su questo “museo vivente” che non ha volute saperne di andarsene sebbene il governo avesse tagliato di proposito l’acqua potabile, il gas e la luce. Lui si e’ arrangiato usando il carbone e un generatore. Non ha il cesso e dice che quando in inverno ci sono sessanta gradi sotto zero lo stimolo non e’ che si fa piu’ di tanto sentire. Incredibilmente scopro che non e’ il classico uomo che ha scelto l’isolazionismo come scelta di vita. Ha una famiglia, dei figli che vivono in una grande citta’ migliaia di chilometri da lui. Non me la sento di chiedergli in che relazioni sia e perche sia li e non la’. Mi accontento di sapere di che cosa campa. Mi dice che ha lavorato per 40 anni nella produzione di carbone quando questa citta contava circa 80.000 abitanti e che ora vive con una pensione mensile di circa 500eur.

Una cifra direi piuttosto alta se si fa un confronto all’Italia dove nemmeno allo Zen di Palermo le persone vivono in tali condizioni igieniche e sociali. Scopro che ai russi piace parlare di soldi e soprattutto non hanno nessun timore ne’ vergonga a dire quanto guadagnano. Gli chiedo come faccia a vivere in tali condizioni d’inverno. Lui mi guarda ridendomi in faccia: “normalna” . Niente di speciale. La stufa a carbone accesa 24 ore su 24 per 8 mesi all’anno lavora anche s enon si direbbe-mi risponde lui. Gli chiedo com’era si stava durante il comunismo. Prende fiato, e banalizza la mia domanda con un semplice “ochen xarosho” (molte bene). I due fratelli mi propongono d portarmi fino ad Artik e mi dicono che sono disponibili ad aspettarmi un oretta se io voglio fare un giro per la citta’. Con gioia accetto. La visita della citta’ e’ semplicemnt e un viaggio a ritroso nel tempo. Un caldo torrido fa da contorno ad un silenzio impressionante interrotto soltanto da qualche latrato di cane. Lotto con tafani e zanzare dalle dimensioni enormi tra cimeli di architettura socialista e strade che hanno poco a poco lasciato il posto ad alberi. Una citta’ abbandonata e’ uno degli spettacoli piu’ impressionanti e suggestivi che mi sinao mai capitati in vita mia. Una volta raggiunto Artik sono le 18.30. Mi metto d’accordo con i ragazzi che nel caso non riesca a trovare nessuna macchina per Ust-Nera posso chiamarli e loro mi ospiteranno. Artyk e’ un villaggio di 800 persone, indietro di almeno 30 anni. Non esistono banche, connessione telefonica, ne’ internet. C’ e’ un solo telefono pubblico.
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17pm Cielo di Artyk

Artyk e’ un luogo che ricorda vagamente le foto provenienti dalla Luna. L’intera zona e’ avvolta continuamente da una fitta foschia che ovatta tutto e fa del sole una palla infuocata di color rosso scarlato ben visibile a occhio nudo. Tutto e’ avvolto da una cappa di ceneri provenienti dale fabbriche di carbone. Tutto e’ nero qui. Le piante, le strade, le case. Le stesse persone. Il cielo non si vede ad Artik . Posto macabre che mi ricorda il film dal tramonto all’alba. Un silenzio che non trova parole e dipinge ogni cosa di nero. Sulla strada ci sono 10cm di polvere nera. Mi dicono di non incamminarmi oltre per via degli orsi affamati.
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Qualche passante. Due bicilette, una decina di macchine, tutto quello che ho visto in tre ore ad Artik. Un signore piuttosto brutto e ubriaco mi invita a casa sua. Io rifiuto. Lui non demorde. Torna in casa e se ne esce poco dopo con una pistola. Io non so che intenzioni avesse ma nel dubbio prendo lo zaino e me la do a gambe. In culo agli orsi. Il sole scarlato sembra presagire una notte di sangue, roba da vampiri e zombie. Io qui da solo, seduto aspettando a 15.000km da casa un passante che mi porti via da questo luogo inimagginabile. Alle 22.30 una vecchietta mi fa cenno di avvicinarmi. La raggiungo. Mi offre di seguirla dove lavora. In realta’ e’ in pensione, ma dato che non ha nulla da fare, continua a stare li. E’ un gabbiotto in cui gestice questo telefono pubblico. Li ha una tv, un sofa. Si offre di chiamare i due fratelli. Tuttavia non risponde nessuno. Senza preoccuparsi piu’ di troppo mi fa capire che posso stare li. Il tempo di togliersi lo zaino e lavarsi le mani e lei era gia andata al suo orto a prendermi dei cetrioli e dei pomodori. Naturali quanto vuoi, ma con l’aria salubre che si respira da queste parti con che coraggio si puo’ mangiare sta roba? Poi mi porta del pane e una zuppa cinese, di quelle gia pronte in cui c’e’ solo da aggiungere dell’acqua calda. OUILA' !!! In tutti i modi vengo servito e riverito da una nonnina di sessant’anni che ne dimostra almeno novanta. Rughe profonde un unghia, mani come cartavetra, occhi grigio ghiaccio, una decina di denti, non di piu’. Intratteniamo una conversazione di 30minuti che poi si tramutera in una vera e propria intervista. La piu’ bella e vera che abbia fatto. Artik per me ha rappresentato il punto di svolta. Ad Artik pensavo di mollare, ero stremato piu’ che dalla fatica fisica da quella psicologica. Ero in paranoia per tutto, per il cibo che mi offrivano, per i passaggi in macchina. Una tensione che a malapena riuscivo a stemperare inanellando una siga diopo l’altra. Questa non era vita-mi dicevo. Ad Artik e’ successo quello che non saprei come spiegare. Ho percepito di aver toccato il fondo, il punto piu’ basso del mio viaggio, oltre il quale l’inferno . Artik e’ stato il punto di snodo, in cui le mie paranoie hanno preso poco a poco a svanire. Merito di questa vecchietta. Mentre la intervistavo e ascoltavo le sue parole mentre mi raccontava la storia dell’Unione Sovietica la mia mente si inalberava per alter strade cercando una comprensione a tale figura. Un immedisimazione forzata . La piu’ totale assenza di paura e di pregiudizi mi aveva lasciato di stucco, stupefatto. Una vita passata in un villaggio in un epoca storica precisa in cui nulla si sapeva al di fuori del proprio spazio vitale, eppure il fatto che io abbia rappresentato per lei il primo straniero con cui lei avesse mai parlato, era del tutto inifluente. In quel momento non c’era nessuna differenza sociale, identitaria e culturale. Eravamo due semplici esseri umani, e non aveva nessuna importanza che io fossi uno straniero e venissi dal future. Quando gli ho chiesto se vi fosse internet, lei mi ha guardato sgranando gli occhi come a intendere se aveva capito bene, poi con le mani ha mimato la figura di un rettangolo come a descrivire lo schermo del computer, come dire questo? No, questo non c’e’. Ad Artik il tempo si e’ fermato per molte ragioni a trent’anni fa, eppure questa donna di sessant’anni senza sapere altra lingua che il russo ed avere alcun timore nei miei confronti , si e’ presa la briga di portarmi a casa sua, di sfamarmi e di farmi sentire a mio agio.

Io ho dormito nel suo letto, lei per terra su di un materasso di liuta lurido come la terra di questo luogo spettrale a cui lei appartiene. Alle otto del mattino mi sveglia dicendomi che mi ha trovato una macchina per Ust-Nera. Mi offre anche lei 1000rubli che io ovviamente rifiuto. Allora si prodiga per scrivermi il suo indirizzo, chiedendomi di mandarle una cartolina una volta arrivato in Italia. Lei si chiamava Valentina e solo allora ne sono venuto a conoscenza. Persone cosi’ sono sono dei musei viventi in via d’estinzione che andrebbero salvati. Valentina per me e’ stato il piu’ grande esempio di cosa doveva essere la “scuola di vita” durante l’URSS, e le saro’ grato a vita per avermi mostrato questo lato del mondo sconosciuto ai piu’. Raggiungo Ust-Nera dopo circa due ore completando I primi 1012km della Kolyma. Ust-Nera e’ un luogo orrido, che si trova in una stretta valle circondata da immense montagne e da una natura bellissima ed incontaminata. Le case sono costruite su di un sistema di palafitte e tutte le tubature svettano verso il cielo invece di stare sotto terra, cosi che d’inverno non ghiaccino o non si rompano a causa del permafrost in movimento. Si ha la sensazione di essere su di un astronave spaziale camminande per le strade del centro, in realta’ non esiste un centro. Esiste solo una strada lunga 400mt intorno alla quale tutta la vita gira intorno. C’e’ un ristorante cinese dai prezzi davvero poco cinesi, 14eur per un piatto di spaghetti, 22eur un piatto d’involtini primavera. Le strade sono percorse da tubi giganteschi di colore ovviamente nero.

Tutto e' nero li, sebbene il nome del paese derivi dal nome del fiume Neriungi. Ust-Nera e' una tranquilla cittadina di 15000 abitanti dove una birra in un pub arriva a costare anche 12eur poiche qui come a Susuman il coefficente di moltiplicazione dei salari e' 8. Cio ' significa che se guadagni 200eur al mese, in realta' ne ricevi 1600eur. La famiglia che mi ospita e' composta da nonno e nonna, da due filgi e da babbo e mamma. La casa sebbene piccola e' piuttosto moderna per gli standard a cui mi ero abituato. Lei ha 32 anni luI 24. Lei fa l'insegnante d'inglese ( l'unica in tutto il paese), lui conduce un autobotte che bagna le strade per evitare che la tossica polvere nera si disperga. Sarei dovuto stare solo una notte. Ho finito per starci quattro giorni, perhce' non mi volevano lasciare andare via. Ho dovuto piegarmi alla sacra legge della vodka. Tre uomini per due litri di vodka. Impossibile dire di no. Ne sono uscito ovviamente "looser" storto come una vigna. Si e' cucinato una pizza niente male se si tiene conto che non abbiamo trovato la mozzarella, il pomodoro e ne' il basilico :-)
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Il giorno dopo siamo andati col furgone su per le montagne. Ovviamente pur con due figli piccoli la Vodka non l'ha lasciata a casa. Per quattro giorni dovevo sottostare a questo tipo regola, prima di mangiare dovevamo fare tre chicchetti di vodka. Uno al minuto, poi si poteva iniziare a mangiare, che fosse una zuppa, una minestra, una pizza o altro non importava, i cicchetti andavano buttati giu. Non si poteva obiettare. L'ultimo giorno mi hanno portato a fare la sauna locale russa. Davvero una figata. Quaranta minuti di frustate nel culo e nella schiena a 90 gradi. Poi jump nel fiume a 8 gradi :-0 . Ovviamente non poteva mancare un po' d'alcol. come se non ne avessimo gia' bevuto abbastanza negli ultimi tre giorni. Fortunatamente riesco a persuaderlo e a convincerlo a optare per una modesta PIVA (birra) per evitare il capottamento finale.
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Una sana birra ghiacciata dopo un ora passata ad essere frustato a 90 gradi e' il massimo
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A Ust-Nera ti puo’ capitare di essere fermato dalla polizia non per un controllo documenti ma per farsi una foto con te, oppure di entrare in un negozio di alimentare e al solo pronunciare “”Italiano” di essere invitato dalla commessa a prendere un caffe nel retro bottega e passare un ora a discorrere del piu’ o meno, oppure di essere fermato da un ragazzino per strada che ti invita a casa sua e poi scopri di essere finito in un di quelle case per orfani e passi tutto il pomeriggio a mangiare, bere caffe e parlare con con gli operatori sociali dell orfanotrofio. A Ust-Nera ti capita anche , una volta detto che fumi marijuana, che te la vadano a cercare senza che tu sappia nulla e tornino da te con un bel sorriso, e tu con gran dispiacere devi spiegargli che al massimo quelle sono foglie di timo tritate e che non hai nessunissima intenzione di fumarla, e vedere nei loro occhi una grande tristezza, non perche non sia Marijuana, ma perche non ti fumi con loro quella roba li. A Ust-Nera puo’ capitarti di salire su autobus pubblico e non dover pagare solo per il fatto che sei italiano, perche qui tutti conoscono i giocatori della Nazionale e nessuno ha tifato per la Spagna. Mi ricordo quando partito da Magadan mi domandavo se sarebbe stato meglio, come “rompighiaccio” una volta salito a bordo di un auto, dire di essere Italiano o Spagnolo visto che la Spagna aveva di recente vinto gli Europei. Dopo appena 500km di viaggio era chiaro che il confronto non era nemmeno da prendere in considerazione. Gli italiani battono 10 a 1 gli Spagnoli. Camminando lungo la strada con la mia ospite mi e’ capitato a distanza di 30 secondi di essere salutato due volte da una sua amica di 28anni che per caso abbiamo incontrato lungo il cammino. Una prima volta quando non sapeva chi io fossi, una seconda volta quando lei le ha detto che ero italiano. Alla manina monca di prima ha preferito un caloroso doppio bacio su guancia, si e’ tolta gli occhiali e ha fatto un saltino di 10cm. Credo di poter tranquillamente dire che se un italiano decidesse da queste parti di volere un cavallo bianco, magari bianco non te lo trovano, magari nemmeno e’ un cavallo, ma qualcosa che abbia quattro zampe e vagamente gli assomigli sicuramente te lo trovano. A Ust-Nera in quattro e quattrotto mi hanno trovato una macchina che andasse direttamente a Tomtor (390km). Ovviamente non ho pagato nulla.

FOTO

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VIDEO: http://www.youtube.com/my_videos_edit?n ... jIJdqLrnQE
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Re: 15.000KM DA SOLO IN AUTOSTOP DALLA KAMCHATKA -DIARIO

Messaggioda flyingsoul » 13/08/2012, 9:18

Bello bello bello :)
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Re: 15.000KM DA SOLO IN AUTOSTOP DALLA KAMCHATKA -DIARIO

Messaggioda geom.Calboni » 23/08/2012, 12:32

Che fine hai fatto Felix?
Dacci gli aggiornamenti.
"Stiamo attenti, siamo contenti, comportiamoci bene e mangiamo la semplicità".

Nella vita le cose serie, alla lunga, ti fregano. Gustiamoci le cose effimere che proprio in quanto tali non ti tradiscono mai.

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Re: 15.000KM DA SOLO IN AUTOSTOP DALLA KAMCHATKA -DIARIO

Messaggioda flyingsoul » 23/08/2012, 12:34

geom.Calboni ha scritto:Che fine hai fatto Felix?
Dacci gli aggiornamenti.


L'avranno stuprato in mezzo alla tundra siberiana! :mrgreen: :?
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Re: 15.000KM DA SOLO IN AUTOSTOP DALLA KAMCHATKA -DIARIO

Messaggioda geom.Calboni » 24/08/2012, 18:32

Davvero un bel racconto e soprattutto bellissimo viaggio.
Ma voglio chiederti una cosa, è la tua prima volta in Russia o comunque extra città principali quali Mosca e San Pietroburgo della Russia europea? Te lo chiedo, senza critica anzi, perchè leggo nelle tue parole come se davvero fosse la tua prima esperienza col mondo e la cultura russa. E se così fosse in un certo qual modo ammiro il tuo esserti buttato in una avventura così grande soprattutto senza avere grossi "basi".

Nel frattempo colgo l'occasione, forse se ne era già parlato, di segnalare il viaggio a Magadan del nostro amico Adalberto Buzzin nel 2008:
http://www.youtube.com/watch?v=HvdMaL0rg6I

Anche se a differenza di Lazzurro / Fenix è stato affrontato, a parte in maniera inversa da ovest verso est, anche con mezzi ed organizzazione differenti ;)
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