La mia Cina

In questa sezione del forum si può discutere, postare notizie e chiedere informazioni riguardo le proprie esperienze, emozioni ed avventure di viaggio.

La mia Cina

Messaggioda obe » 21/11/2012, 18:50

Cina?

Prima di questo viaggio quando pensavo alla Cina mi venivano in mente poche cose, giusto quelle che si percepiscono da una svogliata lettura dei quotidiani italiani..
I ristoranti con il pollo alle mandorle e involtino primavera, le Chinatown sparse nel mondo, i negozi “tutto a 5 euro” , i massaggi cinesi, le notizie economiche che ne parlano come della nuova locomotiva mondiale, la grande Muraglia, la limitazione della libertà d’espressione..

Sarà forse anche per queste poche e superficiali conoscenze che quando ho avuto la possibilità di prendere tre settimane di ferie la Cina è balzata prepotentemente in testa alle mie preferenze.. e così, dopo una fase di studio e confronto con chi c’era già stato (un grazie particolare ad Andrea), la scelta è diventata definitiva.

Scelto l’itinerario base, a luglio scatta la prenotazione dei voli e, sfruttando un’offertona di Air China, compro biglietto di andata-ritorno dall’Italia più due voli interni.
L’idea inziale era di partire in solitaria, ma per fortuna un paio di settimane si aggiunge a me il grande Teri… toccherà a noi due affrontare il Dragone Cinese!

Nei precedenti alla partenza decido di approfondire la conoscenza del posto che visiterò e lentamente scopro una nazione con una storia a dir poco affascinante e soprattutto mi convinco di una cosa….
Siamo fortunati perchè in questo particolare momento storico la Cina è nel massimo fermento; di conseguenza i posti che visiteremo e che vivremo sono differenti da come erano qualche anno fa e sicuramente nel giro di pochi altri anni subiranno altri grandi cambiamenti.
Nel nostro piccolo potremo toccare e vivere di persona un momento cruciale della storia mondiale e quindi partiamo con un grande obiettivo… cercare di capire che direzione sta prendendo la Cina…

L’itinerario è questo:
Arrivo a Pechino domenica 14 ottobre
14 – 17 ottobre Pechino (treno notturno per Xi’an)
18 – 19 ottobre Xi’an (aereo tardo pomeriggio per Chengdu)
19 – 25 ottobre Chengdu (con nel mezzo trasferte nella regione dello Sichuan – Emei Shan, Leshan)
26 – 28 Guilin
29 – 02 novembre Shanghai

Siamo pronti a partire...
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Re: La mia Cina

Messaggioda obe » 22/11/2012, 15:28

Sabato 13 ottobre - ore 21.00

Siamo sull’aereo, son parecchio emozionato e spero di dormire un po’ in queste 10 ore di volo; io e Teri ci guardiamo intorno per vedere chi sono i nostri compagni di viaggio.. l’80% saranno cinesi che tornano a casa, pieni di borse Gucci-Hermes..son i nuovi ricchi; gli altri invece son italiani, tutti imprenditori o faccendieri che sperano di trovare fortuna o l’affare del secolo.
Poco dopo il decollo abbiamo scambiato due parole con il vicino.. è il tipico imprenditore milanese che andrà al nord delle Cina per controllare la qualità di alcune fabbriche di borse, che ovviamente finiranno nei nostri negozi con il marchio Made in Italy.
Si parla del più e del meno e sottolinea le dimensioni delle città cinesi, enormi.. tanto che prima di metterci le cuffie ci lascia con una perla.. “quando torni a Milano e in 30 minuti l’hai già girata tutta.. pensi.. Tutto qui?”

Domenica 14 ottobre

A Pechino siamo accolti come si deve, entriamo in bagno e uno sputa mentre l’altro scoreggia a un passo da noi.. benvenuti in Cina!
Il controllo passaporti è rapido e usciti dal moderno aeroporto prendiamo un taxi verso il nostro alloggio
La sua conoscenza dell’inglese è pari alla nostra del cinese, quindi per farci capire gli forniamo una stampa in cinese con l’indirizzo.
Il percorso verso l’ostello ci vede come due bambini all’interno di un negozio di giocattoli.. è un continuo “guarda qua… guarda là”..tutto è nuovo, tutto è particolare.

L’ostello si trova all’interno di un antico Hutong.
Gli Hutong sono dei piccoli quartieri abitati dalla gente comune formati da delle viuzze e con case tradizionali; quelli più vecchi hanno anche 1000 anni e quindi rappresentano in pieno lo stile di vita e la storia cinese.
Purtroppo nell’ultimo decennio molti di questi quartieri vengono abbattuti e sostituiti con anonimi e giganti palazzoni e grattacieli.

Il taxista ci molla ci all’ingresso del nostro quartiere, il Nanluoguxiang, ci parla in cinese e ci indica con la mano dove andare.. noi, senza aver capito, con le valigie e gli zaini iniziamo a percorrere la strada per l’ostello.
Ci sembra di essere stati catapultati in un altro mondo, la sensazione è proprio quella di essere presi e buttati qui senza spiegazioni né manuale d’istruzione.
Intorno a noi una marea di gente, venditori ambulati che propongono di tutto, biciclette e motorini elettrici che sfrecciano e suonano il clacson per passare tra le persone, giovani alla moda con vestiti sportivi dai colori assurdi e poi le bancarelle del cibo, vendono un proprio di tutto e soprattutto emanano degli odori a noi nuovi..

Son le 15 e siamo in ostello, ci stiamo sistemando e organizzando per i prossimi giorni.. dobbiamo prendere l’escursione alla grande muraglia e i biglietti del treno per Xi’an.. ma non so io non vedo l’ora di uscire e vivere questa città.. siamo in un Hutong pazzesco.

….

Ore 23… siamo appena tornati dalla cena, abbiamo subito giocato il jolly andando a mangiare l’anatra laccata.. che buona!
Per mangiarla siamo andati in un altro Hutong, in un ristorante consigliato da un paio di guide.. il posto è proprio spartano, all’esterno non c’è neanche l’insegna, il nome è scritto sul muro con la vernice; ma lo stesso quartiere è ancora più “reale” del nostro.
Mentre aspettiamo che si liberi un posto, osserviamo la preparazione e il forno in cui vengono cucinate le anatre e tra le altre cose, sulla parete, c’è anche la foto di AlGore in visita qui.
Il locale è paragonabile alla peggiore bettola italiana; tavoli tutti diversi tra loro, frigoriferi che fanno un rumore assurdo, fazzolettini al posto dei tovaglioli, scantinato con la porta semiaperta dove è meglio non guardare dentro.. però quando arriva l’anatra è uno spettacolo.
Prima ce la portano intera da visionare e poi ti viene servita già tagliata accompagnata da verdure di diverso tipo.
I sapori sono indescrivibili, ma il fatto che spazzoliamo via tutto dimostra la sua bontà.
Il primo pomeriggio a Pechino è stato più che altro di ambientamento; abbiamo girato il nostro quartiere, passeggiando nelle vie laterali (S.Luogu Alley, Maor Hutong) e andando verso il vicino laghetto Qinghai
Tra le cose che ci colpiscono di più spicca un cantiere edile dove nelle vicinanze hanno costruito delle case prefabbricate per gli operai che così non perdono tempo nel trasferimento e sono subito pronti ad iniziare a lavorare.

Oltre questo facciamo subito conoscenza della famosa burocrazia cinese.
Trovando una banca aperta (ebbene si… anche di domenica) entriamo per cambiare un po’ di denaro in modo da essere a posto per i prossimi giorni.
Entrati ci avviciniamo al banco informazioni dove un galoppino prende per noi il numero e ci porta vicino allo sportello.
Avremo davanti 2 o 3 persone, così pensiamo di sbrigarcela nel giro di 10 minuti… vabbè dopo mezz’ora tocca a noi, il galoppino che si era attaccato alle nostre costole ci indica dove andare e sparisce.
Allo sportello l’iter è stato più o meno questo:
- Compilazione di un modulo con indicati i nostri dati e l’importo
- Fotocopia del passaporto
- Consegna del denaro da cambiare
- La cassiera inizia a controllare il nostro modulo (leggendolo attentamente tutte le 3 copie) e timbra e sigla le singole copie.
- Conta i nostri soldi, li passa nella conta-soldi, ri-conta i nostri soldi e li ri-passa nella conta-soldi
- Prende un altro modulo, lo compila e ce lo fa firmare
- Lo controlla e lo timbra
- Prende i soldi da consegnarci.. li conta lei, li passa nella conta-soldi, li ri-conta e li ri-passa nella contasoldi.
- Finalmente riceviamo Yuan.

Comunque nel giro odierno abbiamo costeggiato il laghetto, c’erano molte persone a passeggio e i bar avevano quasi tutti un cantante che suonava canzoni poco allegre per intrattenere la gente.
Evitati di essere investiti dai vari risciò, ci confondiamo tra la folla e mentre viene buio ci buttiamo nell’assaggio del cibo da strada.
Proviamo un po’ di tutto, dal pesce fritto al raviolone ripieno e allo spiedino di carne.
Anche qui non bisogna badare molto all’igiene tanto che le scatarrate e gli sputi son la regola.. e poi qua buttano via tutto dove gli pare.
La via pedonale Yandaixie è piena di negozietti e prima di tornare in ostello passiamo anche per la Torre del Tamburo e per la Torre della Campana.

La prima impressione con Pechino è fortissima; i volti della gente, gli odori, il cibo, il traffico, la voglia di essere alla moda occidentale dei giovani, i rumori.. se cercavamo qualcosa di diverso, l’abbiamo trovato!
Andiamo a dormire, ma non vedo l’ora di svegliarmi per vivere tutto questo.
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Re: La mia Cina

Messaggioda obe » 29/11/2012, 11:50

15 ottobre – Pechino

Son le 9 di sera, siamo appena tornati in ostello dopo aver vissuto una giornata intensa come poche altre.
Ma che spettacolo però!

La mattina è iniziata presto; sveglia alle 7 e alle 8, dopo aver fatto colazione, siamo già pronti ad incamminarci verso la visita della Pechino storica.
Appena usciti dal nostro ostello l’Hutong sembra un posto differente da quello del giorno precedente.. il casino, i venditori ambulanti, i giovani turisti sono sostituiti dalla gente comune che sta per iniziare la loro attività lavorativa.
Signore che sfrecciano in bicicletta, motorini elettrici con il loro clacson, uomini che trascinano carretti stracolmi, operai che vanno lentamente verso il loro cantiere.. praticamente è il quartiere che lentamente si sveglia.

Per raggiungere Piazza Tien'anmen optiamo per utilizzare la metropolitana, peccato che sottovalutiamo la distanza e per raggiungerla ci facciamo almeno una ventina di minuti a piedi.
Comunque la camminata è utile perché ci mostra dei lati nuovi della città.
Notiamo subito che i lavori per la nuova fermata della metro stanno sventrando una parte di Hutong, qui non ci mettono veramente nulla a buttare giù le vecchie case in favore dei nuovi palazzi ipermoderni o di nuove strade.

Mentre alla nostra destra, lungo lo stradone, sfrecciano auto, bici, carretti e moto..noi curiosiamo dentro le stradine che son rimaste; è tutto un panni appesi, case a un piano, fili elettrici collegati un po’ come capita e tanti tanti negozietti.. ognuno con la sua specialità.. chi è parrucchiere, chi vende vestiti da 2 euro, chi vende la carne, chi ripara motorini e così via..

Altra cosa troppo particolare sono le insegne stradali, nei cartelli di divieto o di segnalazione i poliziotti sono rappresentati da pupazzetti tipo cartone animato.. forse un modo per renderli simpatici o comunque più umani agli occhi della gente. troppo forte!

Comunque la metro è la cosa più moderna che abbia visto finora; gigante, pulitissima, piena di tv a schermo piatto e i treni sono silenziosi e nuovissimi.
Poi le pubblicità, tutte di marchi occidentali a noi conosciuti (chissà cosa ne penserebbe Mao…) e durante il tragitto i filmati vengono sparati sui muri delle metro in modo da porteli vedere attraverso i vetri.
Una cosa che invece può un po’ scocciare è che ogni volta, all’ingresso della metro, si deve passare un controllo della polizia e se si ha qualche borsa o sacca devi farla monitorare attraverso i raggi X.
Però almeno a fare i controlli son tutte poliziotte giovani (di cui molte carine) e sempre con il sorriso e un po’ anche di imbarazzo nei nostri confronti.

Quando poi finalmente siamo alla porta Anteriore arriviamo a toccare per mano quella che è la piazza più grande al mondo.
Effettivamente è qualcosa di veramente maestoso e grandioso; oggi camminandoci sembrava non finisse più e man mano che ci avvicinavamo alla porta della Pace Celeste ci chiedevamo, ma quanta gente ci sta qua dentro??

Camminando con assoluta calma osserviamo il mausoleo di Mao (dove però non entriamo), la colonna del monumento agli eroi del popolo, i palazzi del partito che costeggiano la piazza, le statue dedicate ai combattenti e poi ci imbattiamo in uno dei tanti confronti tra il moderno e l’antico presenti in Cina.
In mezzo a questa piazza che ci accompagna alla Città Proibita ci sono due megaschermi al led (e quando si dice mega qui in Cina vuol dire che sono veramente giganti) che pubblicizzano le bellezze turistiche dell’intera nazione.. filmati spettacolari che alternano natura, cultura e cibo.

Oltre a noi in questa piazza si trova un po’ di tutto.. tante comitive di cinesi in vacanza con le bandierine della Cina in mano che si fanno fotografare con dietro la foto dell’antico leader.
I vecchi poi sono delle macchiette; vestiti a festa si fanno fotografare orgogliosi e con il petto in fuori.. si legge nel loro volto quella fierezza o comunque soddisfazione nell’essere qui, nella capitale.
I bambini invece ci guardano curiosi, alcuni con occhi sgranati e quando noi li salutiamo ci sventolano la bandiera che hanno in mano o si mettono in posa per una foto.
A proposito, saranno state le tante telecamere, i tanti militari (sia in divisa che in borghese) o anche solamente la gigantografia della faccia di Mao che guarda la piazza, ma la sensazione di essere sottocontrollo è forte, sembra di avere molti occhi addosso.

Quando superiamo la ipertrafficata strada Chang’an e la foto di Mao entriamo nella zona che fa da anticamera alla Città Proibita.
e persone che vediamo qui e dentro al sito storico ci fanno capire che ora non è poi così proibito starci.. anzi.
Prima di entrare ci imbattiamo con la curiosità della gente, che per la prima volta ci ferma per fare foto con loro.
All’inizio sono dei signori incuriositi e divertiti dal cappello di carta che avevo comprato e poi due ragazze che sono esaltatissime dal fare la foto con Teri…. Ovviamente a me fermano i vecchi e a Teri le giovani!

Nelle due ore che passiamo nella città Proibita abbiamo la possibilità di visitare per bene i vari palazzi, i cortili, le scalinate, i ponti e tutte le strutture che la compongono.
Devo dire che tra la cosa che mi ha colpito di più è la ripetitività delle costruzioni.. c’è il cortile con il suo palazzo, poi un altro cortile e un altro palazzo.. e così procedere fino in fondo.
Come dice Teri “Stucchevole nella sua ripetitività ma affascinante”

Mi son piaciuti molto gli edifici in legno, dove il colore predominante è il rosso, e i loro tetti, di colore giallo, che hanno una forma particolare e finiscono con una punta rialzata con sopra una serie di draghi.
Il drago è poi ripetuto più volte ed è presente anche nelle scalinate centrali che portano all’ingresso dei vari palazzi; scalinate che erano tra l’altro riservate solo all’imperatore.
E’ stato bello anche notare la differenza di colori tra i palazzi ristrutturati e quelli non ancora sistemati, forse meno accesi ma sicuramente più vissuti.

Mentre eravamo nei giardini, che hanno piante e rocce dalle forme strane, vediamo che i cinesi hanno un senso della fotografia tutto loro.
Fanno di quelle foto che più assurde non ci sono!.. primi piani che coprono tutto il panorama, pose signorili, tagliano i tetti e le cime dei palazzi, quando sono in comitiva vengono tagliate le persone laterali.. e poi quando vengono fotografati fanno sempre il gesto delle due dita a V.
Ma soprattutto ora io mi chiedo.. E’ una cosa contagiosa? Perché, riguardando le foto, vedo che anche Teri è stato attaccato da questo virus delle due dita!!! Mah…

Invece una volta uscita dalla porta in alto ci imbattiamo nel famoso trucco del The.. due ragazze ci avvicinano e con la scusa di chiederci cosa facevamo in Cina, da quanto eravamo arrivati e cose simili dopo un po’ ci propongono di andare a bere il The in una storica sala lì vicino… sapendo di questa truffa ovviamente abbiamo rifiutato e liquidato le due, anche perché diciamocelo erano due bei gabazzi.

Comunque dopo la città proibita siamo tornati in piazza Tien'anmen; soprattutto volevamo entrare nel palazzo da cui si affacciava Mao per parlare alla folla.
Per arrivarci camminiamo un po’ lungo le mura esterne della città Proibita e poi prendiamo un mezzo di trasporto spettacolare.
E’ un motorino, o meglio un baracchino, sul quale hanno montato una struttura in alluminio in cui ci si può sedere al massimo in 2.. quando si dice viaggiare comodi.
Tra l’altro la tipa voleva un prezzo assurdo (50 euro) per portarci ma l’abbiamo liquidata in malo modo dandole un decimo.
Comunque la vista della piazza dal palazzo è qualcosa di eccezionale, ti sembra tutto piccolino e non finisce più.. poi le sale interne sono un’esaltazione della figura di Mao e del partito Comunista.
Io ero quasi tentato di comprare l’orologio con il faccione dell’antico leader, ma per fortuna mi son trattenuto!

La giornata sarebbe già stata soddisfacente; il primo impatto con questa cultura mi è piaciuto, forse sarà che di carattere anch’io sulle prime son sempre pacato e rispettoso ma il loro modo di comportarsi lo apprezzo.
Chissà se è solo nella capitale o anche nel resto della Cina; poi son contento che finora lo stile occidentale non ha ancora attaccato la mentalità delle persone, non so se è meglio o peggio ma finora mi è parso tutto molto diverso.
E per fortuna che durante la Rivoluzione Culturale la città proibita non è stata abbattuta come hanno fatto con le antiche mura o con tanti monasteri, sennò non avremmo potuto toccare con mano lo stile imperiale dell’epoca.
Oltre quello visto oggi, quello che mi ha esaltato è il primo contatto con questo popolo, una curiosità così nei nostri confronti forse non l’avevo mai trovata… una curiosità positiva, senza doppi fini.

Ripensandoci, oggi abbiamo fatto veramente tante cose…tante emozioni.. cavolo siamo qui da 36 ore e già mi sembra di essere in viaggio da una settimana.

Comunque dopo abbiamo proseguito nella via commerciale del Dashilan; ecco qui si manifesta di nuovo la contrapposizione nuovo-antico, forse la Cina che sarà contro quella che è attualmente.
Questa antica via una volta era tutta negozietti quasi a conduzione famigliare, ora invece è stata ristrutturata e ha negozi delle più famose marche occidentali.. Sturbucks, Zara, Jack Jones…
E alla fine, oggi, questa strada è poco frequentata dai cinesi.. se non da quelli in vacanza qui.
Due cose simpatiche però son mi successe, una è l’assaggio dello yogurt fresco…e l’altra è quando padre e figlio mi fermano per fare una foto con il vecchio.. i sorrisi, i ringraziamenti e anche qualche risata.. bello!

Ma la contrapposizione sta nel fatto che appena abbiamo cambiato via, prendendone una parallela, tutto è cambiato!
La pulizia e l’ordine di prima lasciano spazio ad insegne luminose, fili elettrici cadenti, gente che cucina per strada in grossi pentoloni, venditori ambulanti..questa è la Cina che mi aspettavo!
Noi ovviamente iniziamo con l’assaggio di cibi vari.. ravioli, panzerotti ripieni, spiedini.. ci facciamo trascinare da questi sapori nuovi, magari non sempre delicati ma comunque interessanti e poi tutto costa veramente poco.
Sta di fatto che senza rendercene conto, quando è ormai buio, girando un pò a casaccio arriviamo in una Piazza Tien'anmen illuminata.

Aa dir la verità eravamo un po’ stanchi, ma diamo l’ultimo colpo alla giornata prendendo la metro per andare nella “Piccadilly Circus” di Pechino.. almeno così l’abbiamo ribattezzata noi.
Arriviamo in Wangfujing e all’inizio rimaniamo un po’ spiazzati; qui si ritorna alla modernità, palazzoni altissimi, sovrapassaggi pedonali per superare le corsie trafficate e finiamo in centro commerciale gigantesco.
Qui la cosa stranissima è stata che non c’era quasi nessuno.. non dico a comprare, ma neanche a fare un giro per negozi. Vuoto! Bho, forse abbiamo sbagliato orario o non so.. comunque in una città come Pechino trovare questo centro commerciale deserto è stata una sorpresa.
Comunque quando arriviamo nella via pedonale, un po’ a Piccadilly assomiglia sarà per le insegne luminose ma un po’ ci si avvicina.
A differenza del vicino centro commerciale, qui le strade son pienissime di gente e poi c’è il mercato notturno del cibo “Donghuamen Night Market”

Ecco, questa è un’esperienza che suggerisco a tutti.
Il mercato è pieno di bancarelle che vendono qualunque cosa sia commestibile.
Si parte con i piatti più semplici come ravioli o noodles ma poi si arriva a trovare cavalucci marini, stelle marine, scorpioni, tarantole, strane bevande colorate con le bolle, dolci e tutte cose simili. Sembra quasi di stare nella trasmissione “orrori da gustare”.
Il mercato era pienissimo e oltre al cibo, anche i venditori fanno parte dello spettacolo.. ti chiamano, ovviamente solo in cinese, e ti fanno vedere come preparano i cibi.. perché si, alla fine è tutto preparato e cotto lì sul momento, per strada..


Ore 23.30

Siamo appena rientrati in camera; dopo il mercato siamo usciti nel nostro Hutong a fare uno spuntino e alla fine, mentre parlavamo delle esperienze vissute oggi, ci siamo fatti 3 birre in un baretto sgranocchiando una fetta di pizza.
Anche perché prima abbiamo assaggiato una specie di crepes con dentro una schiacciatina fritta con salsa piccante… non il massimo diciamo.
Andiamo a dormire che domani c’è la Grande Muraglia ed ha appena iniziato a piovere..speriamo bene..
Mi viene in mente il nostro meteorologo di fiducia Giorgio..”Tanto a Pechino non piove mai..”
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Re: La mia Cina

Messaggioda gimbo » 29/11/2012, 18:45

Gran bel racconto, ti seguo con interesse!
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Re: La mia Cina

Messaggioda geom.Calboni » 30/11/2012, 19:14

gimbo ha scritto:Gran bel racconto, ti seguo con interesse!

Anche io Obe, con un misto di esaltazione ed invidia... :)
"Stiamo attenti, siamo contenti, comportiamoci bene e mangiamo la semplicità".

Nella vita le cose serie, alla lunga, ti fregano. Gustiamoci le cose effimere che proprio in quanto tali non ti tradiscono mai.

Studio la Serbia, mi piace la Russia, frequento la Polonia.

"Ho avuto molti ospiti e di varie nazionalità ma solo quella sera tutto il il locale parlava italiano"
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Re: La mia Cina

Messaggioda Galla » 03/12/2012, 15:03

obe ha scritto:
Ecco, questa è un’esperienza che suggerisco a tutti.
Il mercato è pieno di bancarelle che vendono qualunque cosa sia commestibile.
Si parte con i piatti più semplici come ravioli o noodles ma poi si arriva a trovare cavalucci marini, stelle marine, scorpioni, tarantole, strane bevande colorate con le bolle, dolci e tutte cose simili. Sembra quasi di stare nella trasmissione “orrori da gustare”.
Il mercato era pienissimo e oltre al cibo, anche i venditori fanno parte dello spettacolo.. ti chiamano, ovviamente solo in cinese, e ti fanno vedere come preparano i cibi.. perché si, alla fine è tutto preparato e cotto lì sul momento, per strada..


Wow hai descritto il mio mondo ideale!


E' un racconto interessantissimo, trasmetti bene le sensazioni. Che bello che eravate sempre a mangiare!
Attendo la prossima puntata!
Passo metà del mio tempo a fare cose e l'altra metà a rimediare ai guai combinati nel fare cose
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Re: La mia Cina

Messaggioda obe » 03/12/2012, 21:39

Lentamente procedo.. :D
Intanto sul blog ho messo alcune foto.

E si, alla fine tra un assaggio e un altro, si stuzzicava sempre!! Ma sai, la curiosità di provare sapori nuovi ha preso il sopravvento in questi primi giorni
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Re: La mia Cina

Messaggioda obe » 07/12/2012, 17:35

16 ottobre – Grande Muraglia

Ore 10
Siamo sul bus che dal nostro ostello ci porterà alla Grande Muraglia, la sveglia è suonata alle 7, colazione e partenza puntuale alle 8.
Ci hanno detto che ci vorranno circa 3 ore di viaggio per coprire i 120 km di distanza, quindi approfitto di queste ore per buttar giù due righe e per cercare di riordinare le idee dopo la marea di input ricevuti in questi giorni.
Come previsto da Giorgio… a Pechino piove.. maledette le sue gufate! Comunque il meteo non sembra così negativo; dovrebbe smettere per le 10, giusto in tempo per iniziare la scalata e nel pomeriggio dovrebbe uscire anche il sole.. incrociamo le dita!

Dire “vado a fare un giro sulla Muraglia” non è poi così chiara come cosa; perché non è una torre o una piazza di cui si ha una locazione precisa e ristretta, ma si estende per migliaia di km e quindi, ovviamente, un punto di visita è differente dall’altro.

Prima di scegliere il tour ci abbiamo riflettuto parecchio.. ancora prima di partire abbiamo subito escluso Badaling, il tratto della Muraglia più visitato e più turistico.. non volevamo fare spintoni tra la gente o far foto con una migliaia di gruppi organizzati.
Quindi ci eravamo orientati su Mutianyu, che sulla carta doveva essere turistica ma comunque meno frequentata (c’è anche la possibilità di scendere con il bob).
Però quando siamo arrivati in ostello e abbiamo chiesto info sui tour, ci hanno segnalato che oltre a Mutianyu loro organizzavano escursione anche su un altro tratto della Muraglia, quello di Simatai.
Questa escursione, a detta loro, è la migliore, perché è la parte più suggestiva e selvaggia e così alla fine abbiamo scelto proprio quest’ultimo, ci siamo fidati!


Ore 16
Stiamo tornando a casa, che dire? Che spettacolo!
Come sempre, quando si vedono queste meraviglie, descriverle o raccontarle è molto difficile, perché qualunque cosa uno dica non renderà mai l’idea esatta di quello che ha vissuto.
Però posso dire che la scelta del tour è stata più che azzeccata.
Questo tratto di muraglia che da Jinshanling arriva a Simatai è lungo circa 9km ed è tutto un sali-scendi che passa attraverso una 30ina di torri di vedetta.
Poi siamo stati troppo fortunati, quando siamo arrivati al punto di partenza aveva smesso di piovere ed il tempo è migliorato fino a far uscire il sole nell’ultimo tratto.
Comunque, camminare sulla muraglia senza fretta e con quasi nessuno intorno (oltre a noi, in tutta la giornata, abbiamo incrociato solo un altro gruppo di 15-20 persone e qualche sporadico turista in solitaria) è stato fantastico.

Vedere le strutture dei muri, le torri, i punti panoramici.. è un continuo far foto e gustarsi il momento e gli scorci offerti.
Poi i colori della campagna intorno a noi, quelle distese giallo-verde autunnali interrotte solamente dalle mura che in salita portano alle torri che sembrano così lontane ed infinite nello spazio.
Ti rendi conto veramente di quanto lunga sia.. all’orizzonte non si vede la fine della Muraglia; più vai avanti e guardandoti indietro capisci di quanto sia mastodontica e del lavoro che è stato necessario per costruirla.
Però ti chiedi anche dell’utilità che potesse avere; sinceramente penso che non ne abbia molta anche perché bastava conquistare un tratto ed il gioco era fatto, si entrava senza problemi; anzi forse la massima difficoltà stava nell’affrontare la montagna più che attaccare le mura.
Quello che mi è piaciuto tantissimo di questo tratto è che nella prima parte trovi le mura ristrutturate e quindi come sarebbero dovute essere al momento della costruzione.. mentre la seconda metà non lo è; quindi si cammina attraverso passaggi e strutture mezze-cadenti, punti selvaggi, salite impervie con gradini consumati dal tempo… si ha un po’ la sensazione di attraversare un pezzo inesplorato e trovarlo così a distanza di centinaia, migliaia di anni.

Bellissimo per me è stato anche il pranzo al sacco.. seduti su un muro cadente di una torre, guardandoci indietro vedevamo la strada già percorsa, mentre dall’altra parte c’era l’ennesima salita che ci avrebbe portato ancora più in alto; e poi il silenzio rotto solamente dal vento che inizia a far cadere le foglie gialle dalle piante.. che sensazione!

Comunque penso che le foto spieghino meglio di tante parole..

Arrivati alla fine del percorso aperto al pubblico, in cima, troviamo dei venditori ambulanti.. cavolo son ovunque!.. ma anche loro fanno parte della scenografia del posto, dai.
E comunque arrivati al punto di ritrovo, ci godiamo il sole che nel frattempo era uscito e la fatica un po’ inizia a farsi sentire; poi Teri mi sembra sempre più Pato, con il dolorino al polpaccio, l’affaticamento muscolare… manco avesse fatto la notte con la figlia di Berlusconi!

Il viaggio di ritorno verso Pechino è stato molto interessante perché per arrivare in città siamo passati in mezzo alle campagne e finalmente abbiamo avuto il primo vero impatto con la Cina reale, non quella della megalopoli.
Qui è tutto un alternarsi di campi coltivati, prati verdi, cantieri, fabbriche, case rurali con il grano messo a seccare sulla strada, pannocchie appese su fili improvvisati..
Sono due le cose che mi hanno colpito di più; i cartelli patriottici che pubblicizzano la modernità e la grande crescita della nazione;.... per esempio uno slogan recitava “Ispirazione, Patriottismo, Innovazione” e aveva disegnato intorno il grande treno veloce, grattacieli, natura e una famiglia che giocava con i bambini nel prato verde… oppure l’adesivo su un auto che citava “China strong in the world depend of you”.
E poi le condizioni di lavoro dei cantieri, senza la minima sicurezza o protezione e comunque con molta gente che stava lì a far nulla, a guardare.. quasi in pausa caffè perenne.

Tra l’altro a metà strada abbiamo fatto una sosta in una città, sinceramente non saprei il nome..ma quello che era impressionante era l’enormità di palazzoni che c’erano.. almeno una trentina di blocchi da 10 condomini l’uno di almeno 20 piani.. tutti nuovi, una cosa veramente schioccante! immagino che tipo 5 anni fa qui era tutta campagna e ora hanno costruito questa città senza personalità, senza cuore..

L’ingresso a Pechino invece è stato come al solito lento; il traffico di questa città è devastante, penso che impazzirei a guidare qui.. per fare 100 mt ci metti una vita.
Però almeno nelle vicinanze del nostro ostello abbiamo visto che all’ingresso nel parco (non illuminato come tutti gli altri parchi della città) c’era un gruppo di vecchietti che ballavano al ritmo di musica.. cavolo che arzilli.
Vabbè, son le 8 di sera e siamo pronti ad uscire.. last night in Pechino, anche se è martedì speriamo di trovare anche un bel locale dove passare un po’ di tempo.. direzione zona delle Ambasciate!

**

La serata è stata veramente ricca di sorprese.
Siamo andati nella zona Ambasciate, più precisamente nella via Sanlitun, denominata anche come street bar.
Questa parte di città è ancora differente da tutte le altre in cui eravamo stati finora, alla fine Pechino sembra un insieme di piccole cittadine diverse unite tra loro.
Qui si trovano alcuni centri commerciali con marche a noi conosciute, l’Apple Store, ristoranti italiani, tutto pulito e preciso e soprattutto in giro ci sono facce occidentali.
Mentre cerchiamo dove andare a mangiare veniamo anche avvicinati dai primi procacciatori di “massaggi cinesi” che ovviamente scansiamo, ma mi pareva strano non averli beccati finora!

Ci buttiamo dentro nell’unico ristorante dalle parvenze orientali, è un misto cino-giapponese e mangiamo abbastanza bene, risotto, pollo e un piattone di stuzzichini vari.
Nonostante fossimo nella zona “occidentale” di Pechino solo un cameriere su 5 parlava inglese e i sorrisini d’imbarazzo delle tipe son molto intriganti; tra l’altro la presenza femminile non è niente male, in Italia non avevo mai visto cinesi così carine.
Finito di mangiare chiediamo consigli al cameriere su dove passare la serata e ci consiglia un pub lì vicino.

E’ martedì sera e nel locale c’è il classico ambiente da pinta post lavoro, situazione rilassata, ma comunque bello pieno di gente.
La gran parte della gente son occidentali e così mentre aspettiamo di vedere come si svilupperà la serata ordiniamo un paio di birre; anche la musica è quella che ascoltiamo di solito noi, rock e un po’ di hip hop.
Quando ordiniamo le seconde pinte parliamo un po’ con la gente di fianco a noi e alla fine tra risate, scherzi, birre la serata passa velocemente e allegramente….
Tra gli altri c’era il protagonista del film “C’era un cinese in coma” di Verdone, cioè uno ubriaco marcio che a fine serata viene trascinato via dagli amici, la bionda e la mora, Benitez e Guardiola (due spagnoli di Bilbao) e infine una tipa estone lanciatissima ed amante dell’Italia.

E’ l’1 passata quando lasciamo anche noi il pub.. la stanchezza della giornata si fa sentire e abbiamo ancora tanto da visitare e girare, meglio andare a dormire.
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Re: La mia Cina

Messaggioda obe » 13/12/2012, 14:49

17 ottobre – ultimo giorno a Pechino

Siamo sul treno che nella notte ci porterà a Xi’an, stiamo lasciando Pechino.
Non ho ancora tratto qualche conclusione sulla capitale anche perché, avendo visitato solo questa città, non possiamo fare un confronto con il resto del paese.
Comunque quello che mi ha sorpreso di più è stato l’impatto forte che abbiamo avuto fin dal primo momento; subito ci è sembrato di essere in un altro mondo, in qualcosa di molto diverso dai nostri luoghi e soprattutto dentro un qualcosa che sta cambiando, crescendo, non sempre in meglio, ma che comunque ha una vitalità incredibile.
E anche questa frenesia e vitalità, che va in confronto alla pace e alla tranquillità di alcuni posti come i parchi o i tempi, ci sottolinea ancora di più che questo è il paese dei contrasti..
Si; per ora se uno mi chiedesse com’è la Cina.. direi così… “il posto dove tutto è differente, o ricco o povero, o alto o basso, o rapido o lento, o antico o modernissimo… ma finora tutto questo riesce anche a convivere.”

L’ultima giornata a Pechino è iniziata svegliandoci con calma verso le 9.00 e poi, dopo aver preparato i bagagli e fatto colazione, usciamo per andare verso il Tempio del Cielo.
E’ sempre bello vedere il nostro hutong al mattino; riviviamo le scene del primo giorno.. con la città che si sveglia e le biciclette e i motorini elettrici che la fanno da padrone.
Grazie alla pioggia del giorno precedente, la giornata poi è splendida e il cielo è limpido come poche volte a Pechino.
Per prima cosa decidiamo di cambiare un bel po’ di soldi per essere a posto nei giorni seguenti; mai decisione fu più sbagliata.. ci mettiamo 1h e 20 per fare il tutto pur avendo davanti solo 7 persone con ben 3 sportelli aperti.. burocrazia assurda.
Così quando prendiamo la metro son già le 11 passate.

Il Tempio del Cielo è un’oasi di tranquillità nel mezzo delle città; si tratta di un complesso di edifici sacri in mezzo a un bel parco.
Composto principalmente da tre strutture, la nostro visita è iniziata arrivando al tempio della preghiera per il buon raccolto, il cui nome deriva dal fatto che qui l’imperatore pregava per ottenere una stagione ricca nei campi.
La forma un po’ particolare, quasi a cono, i colori blu del tetto, i sottotetti con rifiniture curate son le cose più particolari e poi è bello vedere le diverse scalinate che portano all’ingresso del tempio.
Essendo anche un po’ rialzati si riesce anche ad avere una bella vista del resto della città, dove in lontananza spiccano i continui e grandissimi grattacieli.

Anche qui, come nella città Proibita, è la ripetitività che la fa da padrona, infatti dopo aver attraversato una porta ed aver fatto una bella discesa arriviamo alla Volta Celeste Imperiale, un tempio un po’ più piccolo ma che ha più o meno la stessa struttura.
Questo luogo è famoso per il muro dell’Eco, che fa da filo conduttore audio e quindi se uno parla da un’estremità viene sentito chiaramente durante tutto il muro.
Infine c’è l’Altare Circolare che rappresentava la triade cosmica fra l’imperatore, la Terra e il Cielo e che gode di una posizione leggermente rialzata e con intorno una bella spianata.
A parte gli edifici e il valore che hanno per quello che hanno rappresentato nella storia cinese, il parco ci sorprende, oltre che per la pace e la tranquillità, per la presenza di tanti gruppi di anzianotti che passano la giornata in compagnia godendosi il sole.
Chi gioca a carte, chi a mahjong, chi a una specie di dama, le signore che fanno la maglia e quelle più arzille che ballano canzoni dance. E’ uno spettacolo!

A proposito.. i cinesi ci copiano proprio di tutto, non solo vestiti, auto, cibo.. ma anche le canzoni! E’ facile ascoltare ritmi a noi conosciuti ma con parole cinesi.. il migliore era il sosia di Noel Gallagher che cantava “don't look back in anger”.

Usciti dal parco la fame prende il sopravvento, andiamo così nel vicino mercato delle Perle e cerchiamo un posto dove mettere qualcosa sotto i denti.
E’ pieno delle grandi catene occidentali, Mc Donalds, Burger King, Starbucks.. le evitiamo accuratamente e finiamo nel sottoscala in una catena che prepara cibo cinese.
Entriamo e veniamo squadrati un po’ da tutti, be l’ordinazione è stata la più buffa che abbia mai fatto.
Al primo tentativo la cameriera scappa via ridendo e ci manda la sua collega più esperta.. indichiamo cose a caso sulla carta del menu o i piatti dei vicini che son più imbarazzati che mai.
Dimentichiamo di chiedere da bere e quando mi alzo per chiedere due bottiglie d’acqua vengo fermato e rimproverato in cinese dalla responsabile che cerca di farmi capire che devo ordinare al tavolo..
Bè.. alla fine riusciamo ad avere finalmente il nostro Hot Pot.
L’Hot Pot consiste in una pentola di brodo bollente (nel nostro caso con la pentola suddivisa in due parti con sapori differenti, uno un po’ neutro e l’altro al curry) nel quale noi possiamo cuocere le diverse pietanze ordinate.
Noi abbiamo preso un po’ di tutto per assaggiare.. agnello, manzo, verdure varie, pancetta e tofu.
Alla fine, a parte il tofu che ho trovato orribile, il cibo non era male e anche il brodo al curry aveva un buon sapore.

Soddisfatti saliamo le scale e giriamo per il Mercato delle Perle; son 4-5 piani ed è il primo bazar cinese in cui entriamo.
I piani son suddivisi per tipologia di prodotti venduti; elettronica, vestiti, borse, scarpe ed in cima giustamente Perle e altri gioielli.
Praticamente è il mercato del falso e della contrattazione e mentre camminiamo guardicchiando qua e là veniamo chiamati a gran voce dai diversi venditori presenti.
Se poi fai l’errore di fermarti a guardare più dettagliatamente qualcosa l’impresa più ardua è uscirne senza essere tirati o inseguiti per alcuni metri.
Il nostro diventa solo un giro di perlustrazione, siamo all’inizio del viaggio e questi acquisti optiamo di farli negli ultimi giorni a Shanghai.
Comunque è curioso vedere come nello stesso stabile convivono le marche occidentali come Starbucks ed i venditori dei falsi sottocosto.

Prima di lasciare la città non possiamo non andare nello stadio che ha visto protagoniste le olimpiadi del 2008.
In Taxi passiamo dalla zona sud della città a quella nord e purtroppo abbiamo avuto poco tempo per visitare lo stadio, giusto una mezz’oretta.
Qui Teri si mette a fare mille foto nella posa di quel “simpaticone” di Usain Bolt… non vi dico il mio nervoso, non lo reggo quello.
Vabbè a parte questo vediamo come intorno allo stadio sia pieno di gente; turisti ma anche genitori che portano i bambini a giocare, giovani con gli aquiloni, è un po’ come essere al parco visto i suoi ampi spazi.
E poi il famoso “Bird's Nest” è veramente uno spot per il partito e il progresso cinese, ci sono tavole che inneggiano alla sua costruzione e all’aver portato qui un evento mondiale e così importante.
Anche negli occhi della gente si legge l’orgoglio e la fierezza per tutto questo e poi la struttura dal vivo poi è veramente particolare, direi quasi affascinante.

Quando arriviamo in ostello a ritirare i bagagli ci accorgiamo che siamo un po’ in ritardo, tutti ci avevano detto di arrivare in stazione almeno due ore prima per i controlli e noi non abbiamo molto tempo; così corriamo a prendere un taxi ma ci scontriamo sul traffico delle 6 di sera.
Praticamente abbiamo fatto 10 km in 1 ora… se andavamo a piedi forse facevamo prima.
Quando arriviamo all’esterno della stazione manca 1 ora e un quarto prima della partenza del treno; siamo un po’ nervosi e speriamo di riuscire a salirci.
Per fortuna i controlli son stati molto rapidi e piuttosto blandi ed dopo aver tirato un sospiro di sollievo abbiamo anche avuto anche il tempo di mangiare un veloce panino prima di salire in carrozza.
La stazione comunque era veramente enorme, solo la facciata sembrava un po’ come il terminal 1 di malpensa e all’interno c’erano diversi settori che raggruppavano una decina di treni ognuno.. del resto i cinesi son miliardi!

Lasciamo Pechino e i suoi palazzoni che non finiscono mai, i continui e fastidiosissimi clacson, i bambini curiosissimi, gli under 20 orientati al mondo occidentale..
Non ho ancora capito che svolta sta prendendo la Cina, ma per ora son contentissimo di essere qui a vivere tutto questo.

Ora mi metto a dormire, domani ci sveglieremo a 1160 km da qui.. a Xi’an.
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Re: La mia Cina

Messaggioda Leo il Grande I » 16/12/2012, 17:44

Complimenti Obe, bel racconto. Mi hai fatto tornare in mente bei ricordi.
E' come se l'avessi scritto io, tanto simile è stata la mia esperienza a Pechino. A parte che io a Simatai ho beccato tanta pioggia. :lol:
Ora aspetto di leggere di XI' An e Shanghai. ;)
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Re: La mia Cina

Messaggioda flyingsoul » 17/12/2012, 1:28

obe ha scritto:Ora mi metto a dormire, domani ci sveglieremo a 1160 km da qui.. a Xi’an.


E noi saremo lì ad aspettarti! :D ;)
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Re: La mia Cina

Messaggioda obe » 28/12/2012, 13:56

18 ottobre – Xi’an (esercito di Terracotta)

Ore 19.00
Finalmente un po’ di relax in ostello!
Teri è andato in camera ed io ho ordinato una birra da gustarmi seduto al tavolo mentre mi guardo un po’ intorno.
Non c’è molta gente, qualcuno gioca a biliardo, altri stanno già iniziando a mangiare e così non mi resta che buttare giù due righe sulla giornata odierna.

Tra l’altro l’ostello è double face; reception e sala comune sono veramente belle ed interessanti e poi anche la struttura è particolare, sembra veramente una vecchia casa cinese con al suo interno il giardino e delle antiche scale che portano alla zona notte… però diciamo che la camera non è granchè, anzi… per fortuna che ci dormiamo solo una notte.

Sicuramente migliore è stata l’esperienza sul treno notturno.. oltre ad aver guadagnato tempo e risparmiato il costo di una notte il viaggio è stato decisamente piacevole.
Abbiamo condiviso la cuccetta con due giovani cinesi, di poche parole ma molto educati e rispettosi.
Letto comodo, pantofole nuove, tavolino, bollitore per il thè pronto all’uso, lenzuola pulite.. direi viaggio perfetto.
Forse siamo stati anche fortunati perché in altre carrozze si vedevano banchetti di cibo e famiglie numerose che cucinavamo lasciando odori abbastanza forti… è andata bene così!
Prima di prendere sonno, mentre io ho letto un po’ la guida per l’indomani, Teri si guardava sull’Ipad il film “una notte da Leoni”, mi sa che per voleva caricarsi bene per il giovedì sera a Xi’An!

All’esterno della stazione ad aspettarci c’era il ragazzo dell’ostello (il transfert era compreso nel prezzo), e l’impatto è stato subito abbastanza forte.
La stazione dei treni e quella degli autobus son attaccate e quindi la piazza di fronte è un continuo vai e vieni di gente.. con venditori ambulanti, fruttivendoli, persone con grandi valigie e forse anche il cielo un po’ cupo ha fatto il suo effetto.
Vediamo subito le antiche mura della città; a differenza di Pechino, qui non sono state distrutte ma semplicemente hanno creato una grossa arcata per far spazio al traffico..mah..

Comunque oggi era la giornata dell’esercito di Terracotta e così dopo aver fatto colazione e una doccia veloce abbiamo lasciato l’ostello per tornare al piazzale degli autobus.
Per raggiungere il sito, che dista circa un oretta dal centro città, optiamo per usare un bus locale.. niente tour organizzati o cose simili.
Arriviamo in stazione, cerchiamo il mezzo con la scritta “Terra-Cotta Warriors” ed intavoliamo un surreale dialogo con l’autista.
Proviamo a parlargli in inglese e lui ovviamente ci risponde in cinese, gli chiediamo info indicando sulla nostra guida il nome cinese del sito e lui continua a parlarci in cinese, fino a quando non ci indica con la calcolatrice quanto dobbiamo pagare e saliamo insieme agli altri.
E’ tutta gente locale che si sposta per lavoro o altro, quindi non abbiamo punti di rifermento per la fermata in cui scendere.
Il viaggio è particolare anche perché man mano che la gente sale l’assistente dell’autista, oltre a raccogliere i soldi, fornisce degli sgabelli alla gente per farla sedere nel corridoio centrale.
Mentre procediamo siamo incollati al finestrino.. la città si mostra a noi, vediamo i mercati periferici, uomini che trasportano immensi pacchi su delle minimoto tutte scassate, immense scie di gente in bicicletta, bambini che corrono su marciapiedi sconnessi, ragazzi in bicicletta che si fanno trascinare dai motorini..
Quando lasciamo la città poi vediamo il lato industriale della Cina, già a pochi km dalle ultime abitazioni ci sono industrie con grandissime ciminiere da cui esce un continuo getto di fumo nerissimo e nelle campagne lì intorno alcuni contadini che lavorano a mano il loro orto.
Ovviamente anche qui non possono mancare i cartelli propagandistici con raffigurati moderni condomini in mezzo a dei bei prati verdi e la famigliola felice.

Quando il bus entra in una cittadina a noi sconosciuta ed inizia a fare le prime fermate siamo un po’ preoccupati.. e ora quando scendiamo??
La maggior parte della gente scende qui, rimaniamo noi e pochi altri.. e così proviamo a chiedere all’assistente dell’autista che in cinese ma soprattutto a gesti ci fa capire che ci avrebbe chiamato lei.. numero uno!
Quando arriviamo alla nostra fermata son circa le 13, perfetto!
L’esterno del sito è molto turistico.. tanti ragazzi che si propongono come guida, negozi di souvenir, artisti di strada e mimi, ristoranti e altri venditori di cibo.
L’unica cosa un po’ particolare son i cuochi che all’esterno dei ristoranti preparano la pasta.. la allungano ruotando le braccia e continuano a batterla sul bancone facendo urla alla Jackie Chan.. da risate.

Il sito è composto da 3 padiglioni e per la visita seguiamo i consigli della Lonely partendo dal più piccolo e lasciando per ultimo il più grande e famoso.
Non c’è nulla da dire, è un posto che merita assolutamente di essere visitato; forse la cose più sorprendente è la precisione e l’accuratezza dei dettagli che ogni singolo soldato ha.
Vedere l’armatura, il viso e soprattutto come siano identici a quelli reali i piccoli componenti come i baffi o le scarpe è una cosa impressionante.

Anche il giro suggerito dalla guida penso sia stato corretto, perché nel padiglione più piccolo si ha un primo rapido impatto.
Il secondo è quello in lavorazione dove si può capire il lungo lavoro necessario per riportarli alla luce e poi è dove si possono vedere da vicino alcuni guerrieri.
Ma è il terzo padiglione quello che ti lascia a bocca aperta.. quella lunga distesa di soldati e cavalli che sembra veramente di aver di fronte un vero esercito!
Noi ce la prendiamo con tutta calma, quasi scrutiamo i guerrieri uno ad uno e così quando usciamo son già le 4 passate.
L’unica cosa fastidiosa è il flusso di turisti presenti, una cosa esagerata.. tremila foto, gente che spinge per piazzarsi meglio, mega gruppi con capo guida con bandierina alzata.. purtroppo questi son i dazi da pagare del turismo di massa.

Prima di rientrare in città, veniamo assaliti dalla fame e ci fermiamo in uno dei ristoranti famigliari all’esterno del sito.
Mangiamo ottimi noodles e assaggiamo anche delle verdure piccanti spendendo veramente poco.
Senza rendercene conto son già le 5 e così evitiamo i vari ambulanti di strada che vendono frutta e verdura (era quasi da provare uno strano frutto.. un misto tra melograno e arancio) e di corsa prendiamo lo stesso bus dell’andata.

Una volta tornati in città, prima di piazzarci in ostello decidiamo di fare un breve giro delle mura che, a parte la grande arcata creata in zona stazione, sono tenute bene e fanno sentire il senso di protezione che potevano dare ai tempi della loro costruzione.
Camminando da nord verso sud vediamo due città totalmente diverse tra loro.
Nella parte alta, tutto è un po’ trascurato.. con case tenute male, fili elettrici cadenti, tanti venditori di cibo o altri oggetti in negozi che potrebbero essere dei garage.. mentre scendendo verso la Torre della Campana all’improvviso tutto diventa moderno e vivace.
Negozi colorati che si alternano ai negozi di grandi marche tipo Prada, Louis Vuitton con all’esterno macchinoni costosi.
Tra le ultime cose notate prima di rientrare in ostello… anche qui come a Pechino il traffico è pazzesco e la metropolitana è modernissima.

Vabbè, ho finito la birra.. ora doccia e poi si esce alla scoperta della Xi’an by night.
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Re: La mia Cina

Messaggioda giuli » 01/01/2013, 13:13

Bel report! complimenti
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Re: La mia Cina

Messaggioda obe » 05/01/2013, 18:19

La serata a Xi’an si è rilevata molto molto interessante.

Verso le 9 siamo usciti dall’ostello per dirigerci a piedi verso il centro della città, cioè la torre della Campana (che praticamente fa da immensa rotonda spartitraffico per le due strade principali della città), alla ricerca di un buon ristorante dove assaggiare i famosi Dumpling di Xi’an.
Tra l’altro con tutta l’illuminazione artificiale, la Torre, la Porta d’ingresso e le Mura fanno veramente un notevole effetto.. son certamente più belle di notte che di giorno!
Fatto sta che proviamo ad entrare nei due ristoranti suggeriti dalla guida ma praticamente veniamo rimbalzati perché alle 9 di sera hanno già chiuso tutto.
Nel primo, che è anche il più turistico di tutta Xi’an (all’ingresso ha un enorme Dumpling), si presenta una scena quasi surreale.. tutte le luci sono spente tranne quelle sopra agli unici due tavoli con clienti, ed intorno a loro ci sono i camerieri in piedi che li osservano mentre finiscono di mangiare.
Nel secondo, invece si era ormai già alle pulizie finali con i proprietari che stavano iniziando la loro cena.

Vabbè.. quindi non potremo assaggiare i piatti tipici dello Shaanxi, veramente un peccato anche perché il secondo ristorante ci ispirava parecchio.

L’alternativa era entrare nel quartiere mussulmano ed abbuffarci di cibo da strada oppure cercare qualcosa di commestibile nella zona moderna dei centri commerciali.
Dopo tanto cibo di strada e forse anche per poterci rilassare seduti al tavolo, optiamo per la seconda idea e così finiamo nel centro commerciale più vicino.
Ormai son le 9 e mezza passate e molti negozi stanno anche loro chiudendo, ma nonostante questo riusciamo a sederci in un Pizza Hut.
Il locale ha una bella posizione, al 3 piano e dalla vetrinata si vede lo struscio della strada sottostante.
Però qui mangiamo veramente la peggiore pizza mai provata, era praticamente bruciata ed insapore e anch’io, che generalmente non disprezzo Pizza Hut, faccio fatica a mangiarla… il tutto accompagnato da una birra caldissima.
Comunque i fattori positivi non son mancati neanche qui, è stato bello vedere il giovane cameriere che provava ad interagire con noi pur parlando pochissime parole d’inglese o il nostro tentativo d’aggancio alle due tipe del tavolo di fianco.
Quando scendiamo in strada e all’angolo della trafficatissima strada vediamo una padella arrugginita con dentro noodles e verdure e dei tavolini di legno improvvisati capiamo però di aver fatto la scelta sbagliata.

Alle 10 e mezza siamo alla ricerca di un locale dove iniziare la serata; si sarebbe potuti tornare nella via vicino all’ostello famosa perché piena di bar ma senza logica andiamo alla ricerca di un lounge bar letto da qualche parte su internet che in teoria non doveva essere troppo distante.
Camminiamo per un po’ e appena dietro il cantiere di un nuovo palazzone, all’8 piano, ci sono delle luci che sparano sul resto della città.
Quando ci avviciniamo vediamo una serie di macchine d’alto livello, Porsche, Audi, Mercedes, Range Rover… cenno d’intesa tra di noi e ok proviamo ad entrare.
Per salire seguiamo una ragazza che ha appena parcheggiato, chiama l’ascensore ed ovviamente facciamo selezionare a lei il piano in cui andare.
Aperte le porte ci son due ingressi, ci affacciamo in quello a destra e vediamo che son tutti seduti al tavolo e che sul palco c’è una specie di karaoke.. non fa per noi.
Cambiamo locale ma capiamo subito che praticamente è una sala giochi; qui mi ritorna in mente il servizio di “Turisti per Caso” ambientato in Giappone.. giochi moderni, battaglie galattiche tra mostri in community di 8 persone, moto, auto.. c’è di tutto.
Anche questo però non fa per noi così decidiamo di scendere; però siamo fortunati perché appena usciti in strada vediamo un gruppo di ragazzi vestiti bene che prende l’altro ascensore; ovviamente li seguiamo.
Qui la situazione è diversa, finalmente siamo in una discoteca.

La musica si sente fin dall’ingresso e cerchiamo di orientarci; mettiamo giù la giacca, superiamo il controllo del metal detector, salutiamo la tipa all’ingresso ed entriamo senza aver speso uno yuan.
L’unica cosa strana è che siamo seguiti a vista da un cameriere che continua ad indicarci posti dove sederci… ma scusa, se io non volessi sedermi???
Comunque ci piazziamo seduti al bancone, ordiniamo due birre d’importazione e guardiamo incuriositi intorno a noi.
Due cose ci balzano subito agli occhi, l’età mediamente bassa (saranno tutti intorno ai 20-25 anni) e l’assenza di una pista da ballo.
Il locale ha due banconi e due piccoli palchi rialzati (uno con dietro il dj), tutto il resto è occupato dai classici tavoli da disco con divani intorno e da altri tavolini con 4-5 sgabelli alti intorno.
La musica è alta ma sembra sia solo un diversivo, son tutti impegnati ai tavoli a giocare a dadi e a bere.
In genere si vedono una serie di bottiglie di birra o di whisky ed ognuno ha davanti a se il suo bicchierino per ciupito.. giocano a dadi e chi perde deve bere tutto d’un fiato il bicchierino.
Lo stesso gioco lo fanno i baristi con quelli seduti al bancone, con noi ci provano una volta ma vedendo che non attacca tornano a giocare con il vicino che continua ad ordinare da bere.. mah..
Praticamente passano la serata così..
In compenso si vedono delle belle ragazze che quando non sono al tavolo con i loro ragazzi ci guardano parecchio interessate; però non sembra esserci lo spazio giusto, non c’è pista da ballo, son quasi tutti tra di loro.. all’inizio rimaniamo un po’ perplessi.
Nel mezzo della serata poi intervengono i cantanti “professionisti”, sui due palchi salgono questi personaggi (uno sembrava il Pino Scotto Cinese, mentre la tipa… ci ha lasciato senza fiato per qualche minuto!) che cantano dal vivo le canzoni da disco tipo Rihanna.
Alla seconda birra notiamo un’altra particolarità, la security del locale sembra quasi polizia.. indossano tutti lo stesso pigiamone blu ed in testa hanno dei caschetti bianchi antisommossa.. ma ancora più incredibile è che quando alcune tipe provano a salire a ballare sul palco la security interviene e le fa scendere.. sul palco possono solo ballare due ragazzi ubriachi che sicuramente avranno già speso una fortuna al loro tavolo...bho

Ma ecco che quando stavamo per cambiare locale che veniamo avvicinati da un ragazzo che spicca tra gli altri in quanto è l'unico non cinese ed è un ragazzo di colore, vestito alla rapper con pantaloni bassi e cappellino da baseball
Si avvicina a me e all'inizio, mentre si presenta e inizia a farmi domande, penso quasi che voglia vedermi qualche droga o giù di lì.. comunque alla fine si mette a parlare, ci racconta che vive lì a Xi'an, che non vede spesso due occidentali da soli in giro..ect ect
Ad un certo punto ci dice che deve andare e si allontana un attimo e dopo qualche minuto lo troviamo al posto del dj.. inizia a dir qualcosa e ripete all'infinito sulle canzoni "welcome, i'm mike dj.. from Ghana..yeah.. yeah.".
Grandissimi, alla fine eravamo stati avvicinati dal dj del locale che probabilmente voleva scambiare solo due parole con due forestieri.
Quando si prende una pausa Mike mi convince a seguirlo nelle cucine del locale, mi da una tessera e con questa prendiamo a gratis una bottiglia di Chivas whisky.. paghiamo solamente due the freddi per fare dei cocktail.. a dir la verità all'inizio non ero ancora tranquillo e pensavo che da qualche parte ci arrivasse la fregatura, tipo che quando ci alzavamo dalle sedia ci avrebbero chiesto di pagarla noi..
vabbè, comunque passiamo la serata a bere whisky (che secondo me era annacquato) e the freddo parlando con Mike e conoscendo di più sullo stile di vita cinese.. ci presenta anche alcuni tipi (ovviamente non ragazze...) e si passa la serata. Ogni tanto lui va sul palco a fare il rapper di provincia e ritorna lì con noi.
Gli chiediamo anche perchè nessuno balla e lui ci risponde che i cinesi son molto timidi e schivi e quindi è difficile vederli scatenati in balli o che si scambiano baci in pubblico.
Il momento top è stato quando incuriositi chiediamo a Mike.. "Mike, come si vive qui in Cina?", intendendo sullo stile di vita, sul mangiare, sulle leggi, la burocrazia, ect... e lui tranquillo e beato con il suo bicchiere in mano ci risponde."ma..bene dai, alle cinesi piace sc****e". e giù di risate.
Anche qui ovviamente la discoteca si è scatenata quando è partita la canzone e il pezzo di Psy - Gangnam Style.. roba da pazzi, tutti scatenati a dir poco.

All'1 il locale si stava lentamente svuotando e quando dietro di noi una tipa collassa sul divanetto con gli amici che cercavano di rianimarla capiamo che è ora di andare.. Mike prova a convincerci ad andare in un altro locale, ci lascia il numero di cellulare per un eventuale nostro ritorno a Xi'an e usciamo salutandoci come fratelli.
Prendiamo il taxi e torniamo al nostro ostello, la "famosa" via dei bar è ormai deserta e così andiamo a dormire, domani sarà un'altra giornata pienissima.
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Re: La mia Cina

Messaggioda obe » 09/01/2013, 16:42

19 ottobre – Xi’an e arrivo a Chengdu

Siamo in aeroporto, son le 16 e stiamo per imbarcarci; tra poche ore arriveremo nella terza tappa di questo viaggio, cioè Chengdu e lo Sichuan.
Quello che ci aspetta dovrebbe essere la parte meno turistica del nostro tour o comunque quella più naturistica-religiosa, dove speriamo di riuscire a vivere un po’ della vera Cina, quella che forse sta scomparendo o che più probabilmente quella che è il cuore di questo immenso paese e non la facciata da proporre al mondo esterno.

Questa mattina siamo riusciti a vedere un po’ della Xi’an diurna, alla fine penso che star qui un giorno in più sarebbe stato un po’ sprecato visto che le cose più importante le abbiamo viste tutte.
Dopo la serata con Mike la sveglia è comunque suonata presto e così alle 8 e mezza siamo già a fare colazione da Starbucks.

Come prima cosa prendiamo il taxi per andare a vedere la Pagoda della Grande Oca Selvaggia.
Prima di entrare all’interno del complesso facciamo una bella passeggiata intorno alle mura e alla bella fontana d’acqua che sembra quasi indirizzarci lo sguardo verso la Pagoda.
Intorno a noi si sviluppano situazioni e visioni a cui pian piano iniziamo ad abituarci, lo choc iniziale avuto i primi giorni a Pechino è sostituito da quella curiosità e dalla voglia di approfondire meglio quello che ci circonda.
Per esempio i cartelli fatti a cartone animato al di fuori dei cantieri in cui si denuncia la corruzione e chi la compie (nonostante la Cina dal punto di vista delle mazzette sia messa come noi Italia), oppure il solito alternarsi di auto modernissime ai carretti pieni di merce.
Ma le sensazioni migliori, come sempre, ce le fornisce l’incontro con la gente.. la richiesta di far foto con loro, il continuo sputare per terra che non smette mai di sorprenderci oppure il giovane poliziotto che, usando le uniche due frasi d’inglese che conosce, si avvicina a noi e ci stringe la mano con forza inaudita, probabilmente perché gli hanno detto di non mostrarsi debole con gli stranieri.
Questi sorrisi e questa semplicità son cose che mi porterò sempre con me.

Sempre intorno alle mura notiamo una cosa simpatica, tutti i bambini piccoli (intorno ai 2 anni) indossano dei pantaloni con il retro tagliato e praticamente girano con il sedere all’aria.. niente pannolini, se devono fare i loro bisogni si siedono e tac, son già pronti a fare tutto.. pazzesco!
Entrando nel complesso della Pagoda facciamo il nostro ingresso nel mondo religioso Cinese, vediamo i primi Buddha, sentiamo per la prima volta l’odore dell’incenso e delle candele ed osserviamo le prime persone intente a pregare.
Poi oltre alla bella Pagoda (alla fine, siamo andati lì per vedere quella.. anche se poi è quasi passata in secondo piano) ci sono dei tranquilli giardini dove passeggiare e rilassarsi.
Qui incontriamo una coppia di arzilli anziani spettacolari, il vecchio quando ci vede a far una foto inizia a ridere come un pazzo ed indicarci alla moglie.. non so che avevamo di comico, però rideva a crepapelle.
Ovviamente abbiamo finito a far le foto con loro e altre ragazze che ci hanno pedinato per 5 minuti prima di avere il coraggio di chiedercelo.
Un’altra cosa che ci ha colpito è vedere tanti turisti cinesi un po’ su d’età, si vede che c’è stata un’apertura al turismo e al viaggiare all’interno del paese.. ed è bello vederli sorridenti ed entusiasti.

Prima di andare in aeroporto siamo tornati nella zona centrale, all’interno delle mura.
Abbiamo visto di giorno la Torre della Campana e la Torre del Tamburo e finalmente siamo entrati nel vivace quartiere mussulmano.
E’ una tappa fondamentale in quanto è praticamente un mercato a cielo aperto ed è un casino assurdo.. pieno di venditori di cibo, profumi di ogni tipo, clacson continui, biciclette e motociclette che sfrecciano tra la folla sfiorandoti, visi della gente, sorrisi di belle ragazze, cuochi che battono la pasta sul tavolo, pentoloni su fornelli a gas, cinesi che si abbuffano di noodles, venditori di souvenir.
Così dopo qualche acquisto ne abbiamo approfittato per fare un ricco pasto.
Ovviamente ci siamo intesi con le giovani cuoche a gesti; le ragazze che non smettevano di ridire e qui comunque abbiamo mangiato ottimi noodles e una specie di formaggio piccante.

Il tragitto verso l’aeroporto ci mostra di nuovo il prezzo dell’ammodernamento, palazzoni e ciminiere si alternano fino ad arrivare al modernissimo e gigante aeroporto di Xi’an.
Pazzesca una scena vista in autostrada; mentre sfrecciavamo a 100 km/h, sulla corsia di sinistra c’era un addetto alla pulizia che spazzava il muretto di delimitazione.. ma il bello è che non era né segnalato né aveva dei ripari dalle auto in corsa.

Ma mi è piaciuta Xi’an?
Se Pechino è iperattiva qui non è da meno; forse è meno curata o pulita, ma quello che mi è piaciuto è stato il contatto con la vita reale visibile nei mercati e non centri commerciali moderni che stanno sorgendo come funghi.
Capisco quella voglia di nuovo ma spero non si tramuti in una brutta copia dell’Occidente, come potrebbe essere una finta borsa louis vuitton.
Mi emoziona ricordare i saluti delle persone, quella timidezza che viene superata per cercare un contatto che prima era proibito.
In questo momento penso che l’importante spesso non siano tanto le cose da visitare o da vedere ma il modo in cui ci si arriva e a come si vivono i momenti necessari per raggiungerle.
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Re: La mia Cina

Messaggioda Lebowski » 09/01/2013, 17:29

Per lo stile di vita occidentale sembrano un po' zozzoni questi cinesi.
Sputazzate, bambini cagoni (che bello quando vogliono salirti in braccio!), etc. etc.
A volte sei tu che mangi l'orso e a volte è l'orso che mangia te. (lo Straniero)
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Re: La mia Cina

Messaggioda obe » 09/01/2013, 17:49

Lebowski ha scritto:Per lo stile di vita occidentale sembrano un po' zozzoni questi cinesi.
Sputazzate, bambini cagoni (che bello quando vogliono salirti in braccio!), etc. etc.


Un po' si! :D
Anche dopo 3 settimane ad alcune cose non ero ancora abituato.
Le scatarrate poi sono bestiali
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Re: La mia Cina

Messaggioda Leia74 » 09/01/2013, 17:56

Ahahaha anche io ricordo con orrore i bimbi con i pantaloni tagliati che si accucciavano per liberarsi!!! Ma pensavo che dal 1999 le cose fossero cambiate, invece pare di no!!! :lol:
Le mie foto:
http://sabrinastravels.shutterfly.com

Latest trips: Piemonte in dettaglio (pure troppo, ago 2017-mag 2019), New York + Boston (mar 18), Bretagna e Normandia in moto (ago 18), Svezia centrale (ago 2019), Parchi USA Ovest (dic 19-gen 20)
Next: ???
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Re: La mia Cina

Messaggioda obe » 16/01/2013, 14:30

Che serata!
L’arrivo a Chengdu non poteva essere più sorprendente.
Sto aspettando che Teri esca dalla doccia per iniziare la visita della città; son le 8 di mattina e siamo carichi più che mai.

L’aereo che ci fa lasciare Xi’an è arrivato con 1 ora di ritardo, quindi i nostri programmi di muoverci con calma per poi affrontare il venerdì sera della capitale dello Sichuan son un po’ accellerati.
Sull’aereo (strapieno come tutti i mezzi di trasporto presi finora) eravamo vicini a una giovane americana che è in Cina per insegnare inglese e ad imparare il Cinese e così parlando con lei il tempo del volo scorre velocemente.
Con Alice dividiamo anche la corsa in taxi verso il centro città e quando scende al suo alloggio mi lascia il numero di telefono.

Il viaggio in taxi per me non è stato piacevole in quanto il taxista, per far stare 3 valigie nel portabagagli, si è messo a fare un gioco di incastri lasciando che la mia avanzasse mezza fuori e con il portellone aperto che continuava a fare su e giù.
Così quando sfrecciava a 100 km/h in superstrada o si metteva a fare le curve alla Starsky e Hutch avevo sempre paura che la valigia venisse lanciata da qualche parte.
Un viaggio terribile!
Comunque arrivando al nostro ostello notiamo che la città è veramente gigante; prima di questo viaggio devo ammetterlo che Chengdu non l’avevo mai sentita nominare e ora invece ci troviamo qui.. incredibile.

Trovato l’ostello (molto bello!), facciamo il check-in, doccia e siamo subito pronti ad affrontare il venerdì sera.. presi e subito buttati nella mischia.
Andiamo a piedi nella vicina piazza centrale; Mao ci osserva e con il braccio alzato sembrava quasi indicarci la via, intorno a lui è tutto pieno di grandi grattacieli moderni ed in giro c’è parecchia gente; qui son sorprendenti i cantieri di nuovi e sempre più alti palazzi, lavorano 24 ore al giorno incuranti del rumore che producono.

Però riscontriamo subito due problemi… primo che in centro, a parte le solite catene occidentali, non c’è un ristorante dove mangiare e secondo, che prendere un taxi all’ora di punta è peggio che vincere al superenalotto.
Camminiamo, cerchiamo taxi liberi o un posto dove mangiare qualcosa di locale, ma niente.. siamo bloccati e un po’ sfiduciati; solo il costante passaggio di belle ragazze ci da la forza di continuare.

Alle 9 di sera, quasi per caso, abbiamo la fortuna di finire al mercato del pesce.
I banchi di pesce fresco sembrano quasi un miraggio e in due minuti siamo già seduti ad un tavolino pronti a mangiare.
Ordiniamo un po’ di cose, granchi, seppie, gamberetti, riso.. tutto accompagnato da birra locale.
Presi dalla fretta dimentichiamo che lo Sichuan è famoso per la sua cucina piccante, la più piccante della Cina.
Così quando ci arrivano i piatti le cose ordinate sono in mezzo a peperoncini rossi, peperoncini verdi e il terribile pepe dello Sichuan.
Prendiamo ancora più riso, gamberi e birre per buttare giù qualcosa.. ma a fine cena ho la bocca a dir poco anestetizzata.

Passata l’ora di punta siamo riusciti a prendere un taxi e a farci portare nel lungo fiume nella via dei locali.
Effettivamente il posto è pieno di bar però la situazione era fin troppo tranquilla, tutti seduti al tavolo, qualcuno che cantava al karaoke, era anche difficile poter interagire o conoscere qualcuno.
Anche qui ci son stati i 5 minuti di delirio quando è partita la canzone Gangnam style… ma delirio vero..
immaginate la situazione; prima tutti seduti a parlare tra di loro, voce bassa, un po’ di musica di sottofondo, classica situazione da dopo cena feriale… quando parte la canzone, gente che sale sui tavoli, tutti che ballano e cantano, alcuni si danno pacche sul sedere… e poi quando finisce, la gente che torna tranquilla seduta a bere la loro birra..

Niente, la zona non ci convince e ci tocca andare al pub irlandese Shamrock.
Arriviamo verso mezzanotte e il locale è ancora abbastanza pieno.. c’è un misto tra cinesi e occidentali probabilmente lì per lavoro.
Tra gli altri riconosciamo Chuck Norris, De Jong del Milan e Kurt Cobain giovane.
Facciamo un paio di giri di birra e vediamo com’è la situazione fino a quando non arriviamo a bordo pista.
Teri mi suggerisce di lanciarmi su 3 spagnole scatenate, io guardo Chuck Norris.. sta parlando con una cinese e penso, se Chuck ha scelto le indigene ci sarà un motivo.
Così distraggo Teri con la famosa mossa Kansas City (“guarda un po’ là”) e mi avvicino a una bella cinese che sta ballando da sola.
Fatto sta che passiamo la serata lì e lasciamo lo Shamrock verso le 3.
Certo un’accoglienza migliore Chengdu non poteva darcela.


20 ottobre – Chengdu

Quando abbiamo programmato il viaggio avevamo deciso di stare a Chengdu per 6 giorni in quanto l’idea originaria era di fare un bel giro della provincia dello Sichuan.
Infatti volevamo avvicinarci ai piedi dei monti Tibetani, arrivando fino a Tagong, procedere poi per il monte sacro Emei Shan ed infine vedere il Buddha gigante a Leshan prima di tornare nella capitale.

Purtroppo pochi giorni prima di partire, il nostro contatto in loco ci segnala che la strada per Tagong è in rifacimento e quindi in così poco tempo non avremmo potuto raggiungerla.
Ci siamo trovati quindi a ridisegnare il tutto, rinunciando alla trasferta in auto fino a Tagong ed optando per raggiungere direttamente l’Emei Shan in bus.
Con questa soluzione però finiamo per avere un giorno vuoto a disposizione senza sapere come riempirlo.

E questa mattina, dopo un lento e tranquillo risveglio, durante la classica colazione da starbucks, ci mettiamo a leggere le guide e a cercare qualcosa di interessante da fare per domani.
Qui Teri pesca il jolly, ecco una meta non troppo distante e che sembra interessante, domani andremo al Qingcheng, una montagna taoista!

La giornata odierna quindi è stata dedicata alla visita di Chengdu.. e devo dire che mi ha sorpreso enormemente.
E’ una città che ha parecchie cose interessanti, forse nessuna da lasciar a bocca aperta però così abbiamo potuto vivere un città non turistica e che quindi si presenta reale, senza filtri.

Ovviamente siamo partiti dalla piazza principale, la Tianfu Square.
Di giorno fa un effetto molto diverso da quello avuto ieri sera, la modernità è ancora più marcata, ovunque ci giriamo vediamo grattacieli a vetri e palazzi altissimi e i nuovi cantieri non smettono di lavorare.
In mezzo a questo contesto, sembra ancora più piccola la statua di Mao; mi piace immaginare a come fosse questa piazza solamente una 20ina di anni fa, con lui che spiccava sopra le case basse e ora invece che viene sovrastato dalla modernità e dalla corsa cinese verso il futuro.
Sicuramente, vedesse tutto questo, non ne sarebbe contento.. anzi, si sta proprio affermando tutto quello che aveva combattuto in passato.
In piazza, ormai come da abitudine, veniamo fermati per fare le foto con i passati di turno e ci accorgiamo ancora di più come alcuni ce le facciano di nascosto.. è una situazione in cui non son mai stato, molto particolare.

Da qui poi siamo andati al vicino People’s Park; è sabato e siamo stati più che fortunati.
Il parco è pieno di gente, è un giorno festivo e le famiglie si riversano in massa per potersi rilassare o passare del tempo.
Passeggiando nel parco diverse situazioni si offrono a noi.. vecchi e giovani che ballano al ritmo di musica sparata da casse a volume altissimo (spettacolare la sfida generazionale.. un vecchio che balla di fianco a quello che potrebbe essere il nipote fino a quando uno dei due non molla); gente con vestiti tipici che cantando e sventolando bandiere rappresentano qualche situazione storica particolare; vecchi che scrivono l’antico cinese sul pavimento usando acqua come inchiostro; bambini che giocano con i genitori.. chi disegna, chi va sulle giostre, chi pesca i pesci rossi nel torrente; giovani coppie che affittano la barca e remano nel laghetto artificiale; venditori di zucchero filato e altre schifezze simili; belle ragazze che si fotografano nel giardino botanico; servizi fotografici con spose o modelle..
E’ stata una passeggiata bellissima, nella Cina reale ed attuale, quella dove la gente preferisce andare al parco con famiglia e bambini piuttosto che andare per centri commerciali.. la Cina dove vince ancora la semplicità.

Sempre nel parco ci siamo seduti in una sala da Tè.. tavolini all’aperto, vista del laghetto, molto molto rilassante.
Proviamo due tipologie di Tè, lo Jasmine e lo Pu’er; ci portano le nostre tazze contenenti le foglie di Tè scelte e due termos con l’acqua calda, sopra la tazza poi c’è tipo un piattino che è da spostare quando si beve, in modo che le foglie non entrino in bocca.
In questo momento di relax poi non ci siamo fatti mancare la classica pulizia dell’orecchio da parte di alcuni personaggi che si aggirano con strani strumenti.. troppo comici.
Parlando con Teri concordiamo anche su quanto sia abbastanza snervante non riuscire a farsi capire dalla gente.. all’inizio è divertente però alla lunga diventa quasi logorante; anche nei posti occidentali tipo Pizza Hut o Starbucks la conoscenza dell’inglese è rara o comunque molto terra terra.

A metà pomeriggio abbiamo invece cambiato un po’ location, a piedi abbiamo raggiunto un altro parco, il Culture Park.
Nel tragitto ci siamo anche fermati a vedere alcune persone che giocavano a mahjong appoggiati su una cassa di plastica rovesciata, lì a bordo di un marciapiedi fuori da un negozio di vestiti economici… e tutto questo in netto contrasto con lo sfarzo e i negozi “finti antichi” di perle e tè presenti nella vicina Qintai Rd.
E’ proprio vero che in questo paese basta voltare l’angolo e non sai mai che cosa troverai, una via dismessa o una zona ristrutturata e costosa… è tutto una sorpresa.
Al Culture Park riviviamo le stesse scene del parco precedente, forse con più calma e con meno gente.. ma il nostro obiettivo era il monastero taoista lì vicino.
Lo giriamo con calma, godendo della pace e della tranquillità presente.. In questo monastero si susseguono le figure di diversi imperatori e la gente prega o fa Tai Chi nell’assoluto silenzio.

Non senza difficoltà, verso le 6 di sera, troviamo un taxi per andare nel quartiere tibetano, il Wuhou District.
Bè, delusione assoluta! Praticamente è un quartiere totalmente ristrutturato, dove le strutture hanno le forme tipiche delle case tibetane, però son modernissime e contengono solo negozi di souvenir e di cibo.
Tra l’altro il quartiere era preso d’assalto dai turisti e si faceva fatica anche a camminarci in mezzo.
Non capisco, alla fine sembra che qui in Cina basta ricostruire una zona o un tempio uguale a quello storico per farne diventare un’attrazione turistica; ma si vede che è tutto finto, senza personalità.

Cercando di uscire dal quartiere ci facciamo trascinare dalla folla e iniziamo a stuzzicare dai vari venditori di cibo.. ravioli, frittelle e spiedini hanno l’effetto di farci venire ancora più fame e così optiamo per una scelta strategica.. andare a cena e poi tornare in ostello a prepararci per la serata.
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Re: La mia Cina

Messaggioda flyingsoul » 16/01/2013, 17:58

obe ha scritto:Parlando con Teri concordiamo anche su quanto sia abbastanza snervante non riuscire a farsi capire dalla gente.. all’inizio è divertente però alla lunga diventa quasi logorante; anche nei posti occidentali tipo Pizza Hut o Starbucks la conoscenza dell’inglese è rara o comunque molto terra terra.


Eh si, questo è il bello e il brutto delle differenze culturali. Pur non parlando altra lingua all'infuori dell'inglese (a parte un russo molto scarso), prediligo sempre posti in cui l'inglese non si parla.
Mi ricordo i bei tempi dell'ungheria ancora fuori dall'UE, solo ungherese e un po' di tedesco.....eehhh.....
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