Persia on my mind - Iran 2014

In questa sezione del forum si può discutere, postare notizie e chiedere informazioni riguardo le proprie esperienze, emozioni ed avventure di viaggio.

Persia on my mind - Iran 2014

Messaggioda Lebowski » 29/08/2014, 23:10

Date: 18 - 29 agosto
Percorso: Tehran - Kashan - Isfahan - Yazd - Tehran

Giorno 1

[Fuck you, I won't do what you tell me] https://www.youtube.com/watch?v=vAaLeJ53umE

Sono pronto a partire. L'Iran è un viaggio che, per una serie di ragioni, inizia mesi prima. Visto, mail ai vari alberghi per ottenere la prenotazione, scarso numero di risposte, amici perplessi sulla meta, madri che si chiedono come mai hanno partorito un figlio così scemo, etc. etc. etc.
Insomma, duri a morire i pregiudizi.
Prima della rivoluzione gli iraniani erano gente affabile e cordiale. Poi, le stesse persone sono diventate assassine in cerca di sangue occidentale, da un giorno all'altro (che poi al massimo dovrebbero avercela con americani e inglesi per via della guerra con l'Iraq dell'agente CIA Saddam Hussein e relative bombe al fosforo sulla popolazione o per il golpe a Mossadeq anni prima, ma lasciamo perdere. In effetti americani e inglesi hanno più difficoltà nell'ottenimento del visto).
Confusione varia e ignoranza la fanno da padrona. Confusione, perché vorrei capire come si può pensare al Medio Oriente come a uno stato invece che a un'area geografica. Ci sono violenza e guerra in Iraq. Casini in Palestina. E via dicendo. Automaticamente c'è violenza e guerra in Iran. Un po' come se a un americano nel 93 fosse stato detto "ma perché vai in Italia, non sai che c'è la guerra in Bosnia?".
Ignoranza, perché si confondono sunniti con sciiti. E si confondono i Persiani con gli Arabi.
Quindi per settimane mi sono sentito dire "rapiscono gli occidentali" (da quando lo Yemen è l'Iran?), "decapitano" "sei un incosciente" "io non capisco quelli che vanno nei paesi a rischio e poi bisogna andare a ripescarli con i soldi pubblici" (ma quando è successo in Iran?) "non hai paura degli attentati?" e altre amenità varie.
Una infinita rottura di balle. Tornassi indietro avrei detto fino a 5 giorni prima "vado in Grecia" per poi rivelare la meta reale. Non tanto per il pensiero della gente, di cui me ne frego, ma per evitare le rotture conseguenti. Più o meno c'ero abituato, ma questa volta la situazione ha raggiunto vette elevate, esasperanti.
Il giorno prima la sorpresa gradita dell'arrivo a Crema di un altro forumista a cui ho fatto da guda turistica per la città, che mi ha raccontato avvenimenti ed episodi iraniani della sua sortita in Persia anni fa, ha allietato una giornata che, per motivi personali, sarebbe stata sicuramente più triste, e in questo modo ha accresciuto l'attesa per il viaggio.
So già che quello che mi dice la gente ha poco di vero, se non nulla. Mi aspetto invece di trovare quasi tutto vero circa cose lette in Internet o pronunciate da chi c'è stato. E, più o meno, così sarà.

A farmi arrivare a Tehran sarà FlyPegasus. A parte i ritardi vari (4 ritardi su 4 voli, en plein) si dimostra buona anche se, per varie ragioni, se tornassi indietro sceglierei altro.
Anche la lunga attesa in aeroporto a Istanbul scorre via velocemente. All'arrivo turco faccio conoscenza con un imprenditore bresciano e un ragazzo bergamasco in viaggio per lavoro, due aziende diverse e tutti e due diretti in Georgia. Anche loro hanno una lunga attesa e quindi finiamo per parlare di cose varie, di paesi ed altro al bar dell'aeroporto. L'imprenditore bresciano per motivi di lavoro ha viaggiato per il mondo e si dimostra una persona molto interessante, ricca di esperienze varie; in Iran ci andò 20 anni fa. Fa strano come ogni tanto ci si ritrovi a parlare in dialetto tra noi, a Istanbul. Se lo facessi a Milano, al di là della diversità del dialetto milanese con il mio (o nostro, se riferito agli altri due interlocutori) nessuno o quasi mi capirebbe.
Altra cosa notata a Istanbul è la rilevante presenza di donne con il burqa. Fa un certo effetto, non lo nascondo.
Poi ci dividiamo e io vado ad attendere l'imbarco per Tehran al mio gate e noto che le donne in attesa, a parte alcune eccezioni, non portano né l'hjiab né il mantou (spero di aver scritto giusto), ovvero l'abbigliamento "obbligatorio minimo" per loro e vestono "occidentale". Solo all'arrivo a Tehran dell'aereo, prima di scendere, procederanno all'opera di vestizione. Noi uomini indossiamo tutti sin da subito i pantaloni lunghi. Sul volo per Tehran ho come vicino di posto un francese di origine italiana, di Lione, che ha il passaporto italiano e si considera italiano, alla sua seconda visita iraniana. Il viaggio scorre via velocemente. All'arrivo in aeroporto trovo ad attendermi l'uomo mandato dall'albergo. Non parla una parola di inglese.
Anche se notte fonda, mi metto subito a visionare il tragitto e la città dal finestrino. Smog, caldo, i primi palazzi, l'imponente Mausoleo di Khomeini, i furgoncini con frutta e verdura diretti ai bazaar cittadini, un primo assaggio del traffico (è l'alba) e subito mi rendo conto dell'immensità della capitale iraniana.
Dopo circa 40 minuti siamo arrivati in albergo. Ho prenotato un hotel un po' caruccio, ma non troppo per gli standard cittadini. E' perfetto, solo un po' decentrato: Hotel Saina, circa 38 euro a notte. Sbrigo le pratiche di registrazione e mi dirigo subito in camera, sono le 6 ora locale (le 3:30 italiane e non chiedetemi il perché di quei 30 minuti di fuso, non l'ho mai capito) e come arrivo in camera mi butto subito a letto. Qualche ora di meritato riposo e sarò pronto a tuffarmi nelle strade e nel famigerato traffico cittadino.
Ultima modifica di Lebowski il 25/04/2016, 20:45, modificato 1 volta in totale.
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Re: Persia on my mind - Iran 2014

Messaggioda Maxdivi » 30/08/2014, 16:08

Bentornato ;)
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Re: Persia on my mind - Iran 2014

Messaggioda flyingsoul » 31/08/2014, 12:10

Leggo, al d la delle opinioni personali, sempre con piacere i racconti dei forumisti, soprattutto quando si tratta d mete per me nella top list ;)

Attendo il seguito!
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Re: Persia on my mind - Iran 2014

Messaggioda Lebowski » 31/08/2014, 15:41

Giorno 2

[Sent me off to a foreign land
To go and kill the yellow man]

https://www.youtube.com/watch?v=lZD4ezDbbu4

Al risveglio, intorno alle 11 del mattino, inizio a guardare un po' la camera. E' un ottimo albergo, a quel prezzo ho accessori da bagno, minidentifricio da viaggio, spazzolino, una doccia perfetta e persino una spazzola lucidascarpe (dentifricio e spazzolino mi faranno compagnia al ritorno in Italia, la spazzola no).
Ma il top resta il bagno. Ora, dovete sapere che loro non usano la carta igienica. Non vi rivelo come fanno a far toilette, andateci e lo scoprirete da soli. Il punto è che le tubature della città non sono "tarate" per la carta, che va quindi gettata nel cestino. Nel bagno un inequivocabile cartello lo spiega. Lo fotografo e mando la foto al forumista della sera prima.
Lavato etc. decido di buttarmi subito nella città.
E scopro il primo vero e unico pericolo dell'Iran: la strada.
Primo pericolo è costituito da una buca perenne lungo l'asfalto, parallela e contigua al marciapiede. E' larga circa 10-15 cm e profonda una ventina. Se qualcuno dovesse inciamparvi rischierebbe danni alle caviglie. Serve come scolo per l'acqua piovana, però se la coprissero forse sarebbe meglio. (cosa presente solo a Tehran e in parte a Isfahan, non l'ho vista in altre città).
Ma ecco il vero pericolo, il famigerato traffico cittadino. Beh, devo dire che è verissimo! Ok, siamo in Asia, ma qua veramente sono fuori di testa!
Prima di allora l'Albania era al top personale come traffico pericoloso (fonti personali mi dicono che la situazione sia cambiata radicalmente nel paese delle aquile) ma rispetto a Tehran posso dire che Tirana è Bolzano.
Dunque, auto che sfrecciano a destra e sinistra, che se ne fregano dei passsaggi pedonali e soprattutto le moto: a fronte di un parco auto non vecchio le loro moto sono quasi tutte tipo anni 60 in Italia. Sfrecciano ovunque, contromano soprattutto, sono ovunque, tantissime e viaggiano pure sul marciapiede. Serve veramente una tecnica per attraversare la strada.
Eccola:
1) posizionarsi a bordo strada, possibilmente lontano da rotonde e incroci in modo da avere più spazio per vedere chi sta arrivando e da dove
2) guardarsi intorno alla ricerca di un local. Loro sanno come attraversare, nel senso che partono tranquilli come nulla fosse. Farebbero lo stesso sulla tangenziale di MIlano all'ora di punta, senza scomporsi più di tanto.
3) posizionarsi a lato del local, mettendo lui come scudo umano
4) pregare Allah, Gesù, Manitù, Zoroastro (insomma, chi pare a voi) che tra le auto che vi passeranno inevitalmente a fianco vi sia un uomo al volante
5) fare esattamente le cose che fa il local: se cammina, voi camminate. Se si ferma, voi vi fermate.
Solo così, come per magia, potrete arrivare dall'altro lato della strada.
(ok, sul punto 4 un po' scherzo: in Iran le donne sanno guidare. A modo loro, ovvero pericoloso. Però lo sanno fare).
A fine viaggio arriverò ad attraversare come loro, roba che in Italia sarei già finito in carcere. Anzi, arriverò per "rispetto delle tradizioni locali" ad attraversare volontariamente lontano dai passaggi pedonali: volutamente a 20-30 cm dalle strisce. Insomma, farlo su di loro mi sembrava un insulto alle tradizioni locali.
Vado a cambiare i primi soldi. Con 200 euro mi vengono dati circa 8 milioni di rials (1 euro è 41000 rials circa). L'uomo cambiavalute si rivela un po' stronzo e mi rifila poche banconote di grosso taglio. Alla fine esco con una busta di soldi, il portafoglio e le tasche piene.
Così torno in camera a lasciare parte del malloppo e poi vado a mangiare in un fast food locale. Come entro in negozio, un 3 metri x 3, trovo un uomo che traduce in inglese per me. Faccio quattro chiacchere con lui, ed è lui che vuole parlare. Subito capisco che loro hanno un po' il mito dell'Italia e dell'italiano. Per meno di un euro e cinquanta in valuta locale mi pappo un kebab (come lo intendono loro, ovvero uno spiedino, per così dire. Kebab credo stia per carne, ma non ne sono sicuro), riso e bottiglietta d'acqua.
Sull'acqua devo dire che mi è parso vi sia una sorta di prezzo politico: in tutto in viaggio, in ogni posto dove l'acquistavo era sempre 5000 rials.

Dopo il ritorno in albergo per lavarmi i denti, chiedere le prime cose alla reception (tipo cartina etc.) decido di andare alla ricerca del "monumento più vicino": l'ex covo dell'ambasciata americana.
E' abbastanza lontano, c'è una bella camminata. Il luogo è famoso per i murales. Oggi è sede dei "guardiani della Rivoluzione" e quindi mentre alcune zone sono fotografabili, come i murales, altre no. Vedo però un cartellone che devo fotografare. Il punto è che si trova accanto all'ingresso della struttura, quindi è zona "no photo". Riesco ad allontanarmi, zoom e tac. In pochi secondi riesco a fotografare.
Ecco alcune immagini.

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Poi nel tornare in albergo decido di fermarmi a provare la birra analcolica. Dunque, devo dire che solo una marca può fregiarsi del nome birra (veramente, non come opinione personale). Le altre le chiamano "malt beverage". E per sentito dire solo la Baltika ha un sapore simile alla birra. In effetti è vero, le altre non c'entrano nulla ma sulla Baltika non so, non l'ho provata. Ordino quella che vedete in foto e me la portano con la cannuccia. Beh, fa veramente pietà!
Sa di vomito, giuro. Per me la producono in Europa con il vomito di chi pochi minuti prima ha bevuto una vera birra.
Non riesco neppure a finirla. così ne approfitto per far riposare un po' le gambe e guardare il traffico e la gente del luogo passeggiare. La lattina resterà a metà.

birra.jpg
birra.jpg (46.02 KiB) Osservato 8100 volte



Verso il tardo pomeriggio faccio rientro in albergo. Un po' di riposo, doccia e decido di cenare in albergo. Male. Pochi piatti e ancora, per scelta obbligata, carne e riso.
Poi mi reco alla reception e chiedo indicazioni per Darband. Il quartiere caratteristico alle pendici del monte cittadino. Il recepionist mi dice che è meglio prendere il taxi da qua, dall'hotel, piuttosto che la metro. Per "la tua sicurezza". Io all'inizio non capisco e gli chiedo ironicamente "ma perché? La metro non è sicura?". Lui ride e mi dice che lo è. Quindi esco. Non capisco il perché della risata, so che la stazione della metro è distante, quindi mi incammino. Dopo 200 mt capisco il perché della risata. La sera il traffico diventa ancora più pericoloso, in quanto alcuni incroci hanno illuminazione un po' carente. Emblematico uno di questi: arrivo e non vedo local nei paraggi. Quindi mi fermo sperando in un momento di possibile passaggio. Sono proprio di fronte alle strisce pedonali. Il momento non arriva. A un certo punto un'auto delle tante si ferma come per farmi passare, mentre dietro le strombazzano e di fianco invece le auto le sfrecciano tranquillamente accanto. Io non mi muovo, l'autista mi guarda stupito e riparte. "ok" vorrei dirgli. "tu ti sei fermato ma gli altri 40 passati nel frattempo no!".
Arrivato alla metropolitana prendo il biglietto. Vedo che per Tajrish, la stazione più vicina al quartiere (sulla linea rossa, la mia) ci saranno una quindicina di fermate. Guardo l'orologio e penso, abituato alle varie metropolitane, "in meno di mezz'ora sarò là". In realtà la metro è progettata un po' male. Le stazioni sono lontane tra loro. E' profondissima, ci sono pochi treni. Insomma, per farla breve arriverò dopo circa 50 minuti. Ormai è tardi per Darband, così decido di girare per Tajrish, zona ricca di negozietti e con un bazaar. Devo però dire che il giro in metro si rivela un'esperienza esaltante. Prima informazione: ci sono circa due carrozze riservate alle donne. In quelle solo le donne posso stare, ma questo non significa che siano "ghettizzate". Loro possono andare anche nelle altre, semplicemente hanno anche (nb anche) delle zone riservate.
Ma la cosa più interessante è lo shopping dentro il treno. A turno passano dei venditori pronti a vendere, nell'ordine un po' sparso, 1 o 2 tipologie di prodotti a testa tra i seguenti: penne bic, chewing gum, spazzolini, lamette da barba, cuffiette e accessori per telefonini, accendini, caramelle, copricopertine per libri o quaderni scolastici, portafogli o cinture e, top dei top, suole per scarpe. Insomma, a tehran la gente può dire "vado a fare shopping sul treno del metro".
Rientro in albergo, punto la sveglia all'alba e mi addormento. L'indomani muoverò verso Kashan.
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Re: Persia on my mind - Iran 2014

Messaggioda ryancooper » 31/08/2014, 23:08

Complimenti,bel viaggio,giusto ieri ho letto un resoconto di viaggio in Iran e di come ne è rimasto entusiasta chi c'è stato.E' dura combattere contro i pregiudizi della gente,pensa che io viaggiando spesso verso il centro-est Europa devo ancora scontrarmi con chi pensa che da quelle parti si va per fare turismo sessuale.
Paesi visitati:Portogallo-Spagna-Francia-Monaco-Inghilterra-Olanda-Belgio-Svezia-Germania-Austria-Svizzera-San Marino-Vaticano-Slovenia-Croazia-Grecia-Slovacchia-Repubblica Ceca-Ungheria-Romania-Bulgaria-Polonia-Lituania- Lettonia-Estonia-Finlandia-Marocco-Usa-Cuba-Ucraina-Scozia-Irlanda

I miei blog : http://tuttobratislava.wordpress.com http://budapestown.wordpress.com
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Re: Persia on my mind - Iran 2014

Messaggioda flyingsoul » 31/08/2014, 23:11

ryancooper ha scritto:pensa che io viaggiando spesso verso il centro-est Europa devo ancora scontrarmi con chi pensa che da quelle parti si va per fare turismo sessuale.


Oh, l'intenzione c'è eccome ed è purtroppo in aumento. Quello che però non si dice è che il giocattolo s'è rotto da almeno un decennio ma la dsperazione porta comunque a provarci.

Chiudo OT
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Re: Persia on my mind - Iran 2014

Messaggioda radaulpa » 01/09/2014, 12:19

ciao lebo!!
hanno restaurato i murales!!!quando sono andato io erano in parte scrostati e in parte scoloriti.

Li hanno restaurati tutti?
hai fatto il giro completo dell'ambasciata?

quando ho iniziato ad attraversare da solo a teheran (prevedendo ed evitando le moto contromano)mi sono sentito un drago
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Re: Persia on my mind - Iran 2014

Messaggioda Lebowski » 01/09/2014, 13:48

Ryancooper

Sì, quando scrivevo che ci sono abituato ma in questo viaggio si sono superati, mi riferivo a quello.
E' un tema OT, già dibattuto. Sappiamo come ragiona la maggioranza degli italioti. Io mi sono ormai rassegnato, meglio fregarsene. ;)

Rada

Ciao!
Dunque, io arrivavo dal viale che taglia in due la zona "centrale". Quello dopo Ferdowsi street. Quindi il primo punto di arrivo è da est, esattamente dove c'era il cartellone postato in foto, con accanto il cancello di ingresso (per questo per scattarla sono dovuto andare dall'altro lato della strada, nascondermi un po' e fare tutto velocemente).
Subito dopo iniziava il muro con i murales postati in foto. Ne ho altri due, solo che non ho inserito le immagini. Poi, subito dopo c'è il lato nord. E lì c'è un altro murales, anche questo non ho messo la foto, ma dove c'è solo scritto "Down with usa". Rispondo in modo preciso e dettagliato, in base ai miei ricordi, perché la tua frase "se ho fatto il giro di tutta l'ambasciata" mi incuriosisce. Io infatti sul lato nord non ho visto altri murales, quindi ho desistito nel proseguire. Ce n'erano altri? Tutti erano comunque di buona fattura, quindi restaurati.
So che in città, ma non ho capito dove, ce ne sono altri più "artistici" con Madonne con Bambin Gesù etc. ma non sapevo dove fossero. Certo non dove c'è l'ambasciata.
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Re: Persia on my mind - Iran 2014

Messaggioda Lebowski » 02/09/2014, 23:18

GIORNO 3

[quanta fretta ma dove corri? Dove vai?]

http://www.youtube.com/watch?v=QWELmSTNkNw

Al mattino presto scendo in reception e mi faccio chiamare il taxi. Arriva un ragazzo, saliamo in macchina e partiamo.
Parla un ottimo inglese. Mi chiede inevitalmente cosa penso dell’Iran etc. E finiamo per convenire che l’immagine in occidente è completamente distorta. Gli spiego alcune cose e rimane sorpreso dal fatto che conosco certi episodi. Si complimenta e mi lascia il biglietto da visita: “se ti serve qualcosa, qualunque cosa, chiamami pure”.
Arrivati al teminal degli autobus scendo e mi dirigo all’acquisto del biglietto.
Superato il piazzale vedo subito venirmi incontro gli autisti degli autobus, che mi chiedono “dove vai?” Gli rispondo che devo andare a Kashan e subito uno, il più grosso, supera gli altri e mi viene incontro. “Kashan? Ok, No problem”. Così, insieme a lui mi dirigo dal bigliettaio. Lui gli parla in farsi e gli dice di farmi il biglietto. Al bigliettaio ripeto “Kashan” e lui mi risponde “sì” stampando il biglietto. Poi, mi si avvicina uno degli autisti e mi fa segno di non fare il biglietto con lui, ma penso si tratti di concorrenza.
Così salgo sull’autobus. Pullman Vip. Puoi sdraiarti e durante il tragitto ti regalano merendine e succo di frutta.
Il biglietto è interamente scritto in farsi, quindi incomprensibile. Accanto a me c’è una coppia di giovani, parlano inglese e chiedo loro se l’autobus va a Kashan. Mi dicono di no, “Isfahan”. So che Kashan è di strada, quindi penso che farà tappa a Kashan e lo chiedo all’aiutante dell’autista che conferma l’arrivo alla mia meta, anche se non parla una parola d’inglese.
A un certo punto mi fa cenno di raggiungerlo. Chiama il ragazzo parlante inglese e gli dice che devo scendere qui. Siamo in piena autostrada. Devo scendere al casello autostradale.
Sulle prime rimango stupito e basito. “Ma come? Ho chiesto più di una volta se andava a Kashan!” Lui, fattosi tradurre dal ragazzo la frase, sorride. Vorrei prenderlo a sberle ma in poco tempo siamo fuori dall’autobus: io, lui, il ragazzo. Quest’ultimo è veramente dispiaciuto per la cosa. Parla con lui in farsi ma non c’è nulla da fare. Mi dice “prova ad andare da loro” indicando gli sgabbiotti di chi è addetto al pagamento “e fatti chiamare un taxi da loro”. Sono stato truffato. Al momento delusione e paura prendono il sopravvento sulla rabbia. E, forse, è meglio così. Ovviamente non mi fa incazzare l’aver pagato il biglietto fino a Isfahan ma il fatto di trovarmi in mezzo al deserto, non so dove, al caldo, con valigie e senza sapere dove e come arrivare in città.
Così mi dirigo verso gli sgabbiotti. A gesti mi faccio capire e loro mi dicono che lo chiamano.
Dopo 20 minuti sono ancora lì, all’ombra, in mezzo al deserto. In lontananza vedo le case. Spero sia quella Kashan, ma non lo so. Ora capisco perché quella persona mi si era avvicinata e mi aveva fatto capire di non fare il biglietto con quel pirla.
E pirla in fondo lo sono stato pure io. Potevo chiedere una mano al tassista per fare il biglietto, oppure farmi fare il biglietto dall’hotel. Quest’ultima opzione la utilizzerò sempre in avanti, si evitano truffe (fatevi anche chiamare il taxi da loro che già fisserano il prezzo al telefono evitando truffe. Anche i tassisti in Iran sono dei truffatori con i turisti, che pagano molto ma molto di più. Piccolo pensiero personale: in ogni parte del globo ho notato come la razza tassisti sia razza bastarda. Non lo sono tutti? Sì, quellli buoni sono l’eccezione o la minoranza. Chuso Ot e mi spiace se alcuni di voi sono tassisti o figli di tassisti, però per esperienza personale è sempre stato così). (nb è un episodio. A Yazd, giorni dopo, conoscerò due olandesi che mi diranno che anche un’altra coppia di italiani è caduta nella truffa dell’autobus per kashan. Ci arriverò quando racconterò di Yazd. Per il resto gli iraniani sono persone squisite, mi capiterà ancora qualcosa di simile ma questa volta per colpa della Lonely, ci arriverò).
Dopo 30 minuti arriva il taxi. Contratto il prezzo, 2 euro circa e capisco quindi di non essere lontano. Dico il nome dell’albergo e gli indico l'indirizzo, uno dei più famosi, lui mi fa cenno di sì e partiamo. Dopo un po’ il taxista si ferma in un altro hotel e, probabilmente perché ha la commissione, prova a farmi alloggiare lì chiedendo al receptionist. Mi rivolgo quindi a quest'ultio e gli dico che “no. E non capisco perché questo fottuto tassista mi ha portato qua. Io ho la prenotazione per l’Ehsan house”. Così lui riferisce al tassista e ripartiamo. (nb, un po’ per l’incazzatura ma la parola “fucking taxi driver” indicando il tassista la pronuncio proprio per bene di fonte al receptionist dell’albergo, tra l’altro in estrema periferia. Il tassista non parla inglese ma se avesse provato a replicare giuro che avrei fatto volare qualche ceffone. Perché va bene che in Iran i gesti di rabbia sono malvisti, ma lo sono ancor di più le truffe verso l'ospite, dono di Dio. E non ho scritto "dork" sulla fronte da farmi inculare nuovamente pure da un tassista truffaldino che prova a parcheggiarmi in un posto diverso dal convenuto).

Finalmente, con il taxista un po’ incazzato (io molto di più), ripartiamo. Arriviamo al mio albergo. Mi accolgono e racconto loro la disavventura mentre compilo il foglio di registrazione.
Loro sono sinceramente dispiaciuti. Mi dicono che hanno già sentito questa storia e che deve assolutamente finire.
Apro una parentesi: una cosa particolare degli iraniani che non parlano in inglese è che provano comunque a parlare in farsi. Nel senso che si aspettano che tu capisca il farsi. Più di una volta mi è capitato a gesti o in diverse lingue (francese, italiano, inglese, spagnolo) di dire loro che “non capisco, mi spiace”. Quasi sempre senza risultato. Una cosa un po’ strana e curiosa.

L’albergo è veramente bello. è una casa tradizionale iraniana. Poi mi butto subito in giro per la città. La prima cosa che noto è il caldo insopportabile: il termometro ne segna 43. E' in pieno deserto. Fa così caldo che è una città fantasma: tutte le attività sono chiuse, tranne qualche negozietto di alimentari qua e là. Che Dio li benedica! Senza di loro sarei morto di sete. Grazie a loro riesco a dissetarmi e a trangugiare in un solo pomeriggio ben 2,5 litri d'acqua. In città ci si incontra solo tra turisti, un po' da tutto il mondo. "Hi! Where are you from?" diventa quasi una parola d'ordine. Visito una moschea, una casa tradizionale e poi mi faccio portare ai Giardini Finn, patrimonio dell'Unesco.
Devo dire che è veramente carina.
Rientrato in albergo mi lavo e accendo l'aria condizionata. Poi provo a cenare nell'albergo, chiedendo loro cosa hanno. MI fanno vedere le pietanze e anche se potrei ordinare melanzane e verdure, evitando la carne, desisto: le melanzane sembrano in pentola da 3 giorni. Così sarà ancora pollo e riso.
In sottofondo il canto del muezzin, sono circa le 20. La location è però molto suggestiva: il cortile principale dell'albergo è molto suggestivo. Rifocillato, mi butto nella nightlife cittadina, ovvero il bazaar. La città riprende vita: se di giorno si può parlare tranquillamente di città fantasma, la sera la città cambia pelle. Il bazaar è affollato. E' anche bello. Spezie, tappeti, spezie, gioielli fanno pensare a Marco Polo e a traffici millenari. Poi, la solita cianfrusaglia, con vestiti investibili e via dicendo.
Fatte le 11 decido di rientrare. Ma prima di andare a letto mi godo lo spettacolo dell'albergo in versione notturna, sorseggiando una Coca Cola e inviando messaggi ad amici e parenti via Whatsapp (internet negli alberghi funziona più che bene).
La notte sarà un dormiveglia per via del caldo e dell'aria condizionata: se l'accendo ce l'ho sparata direttamente sul letto, se la spengo dopo meno di un'ora mi risveglio sudato. Kashan è l'unica città dove veramente ho fatto fatica a sopportare il caldo. Per l'aria condizionata devo dire che in ogni albergo l'ho sempre trovata sparata sul letto, forse è così in tutto l'Iran e purtroppo non l'ho mai trovata con temperatura regolabile.
Domattina sarà la volta di Isfahan.

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Ultima modifica di Lebowski il 03/09/2014, 12:23, modificato 2 volte in totale.
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Re: Persia on my mind - Iran 2014

Messaggioda heartpacker » 03/09/2014, 12:12

Bel racconto, attendo i prossimi capitoli!
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Re: Persia on my mind - Iran 2014

Messaggioda radaulpa » 03/09/2014, 15:00

riconosco le case tradizionali viste di persona!!!

rileggendo il resoconto sul mio viaggio in iran ho cercato se la notte torrida fosse stata a kashan, ma no. era a zanjan

tutte le mura avevano i murales, ma quelli più belli erano quelli sui lati tipo L . che avrai visto anche tu. sugli altri 2 lati erano già abbondantemente rovinati quando andai io. a quanto pare non li hanno restaurati/rifatti
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Re: Persia on my mind - Iran 2014

Messaggioda Lebowski » 04/09/2014, 22:04

GIORNO 4

https://www.youtube.com/watch?v=PdiCJUysIT0

La sveglia suona intorno alle 7. Sto iniziando a metabolizzare il fuso orario, anche se in Italia sarebbero le 4.30
Lavato, preparo le ultime cose in valigia e poi vado a far colazione. Un po' di anguria, un po' di marmellata (provo quella di carote, tipica del posto. Non male) e poi il loro pane tipico, una sorta di piada. C'è da dire che in Iran ci sono diversi tipi di pane, ma negli hotel e nei ristoranti ho sempre trovato solo quello.
Mi faccio chiamare il taxi - il giorno prima mi ero fatto prenotare l'autobus - e parto alla volta della stazione degli autobus.
Stavolta è pullman "special". Credo che in Iran vi siano non due, ma tre categorie di pullman. O meglio, due grandi categorie e poi una "di mezzo". Special perché pullman moderno, ma non Vip. Per capirci, un torpedone simile ad esempio a quelli delle squadre di calcio, quindi a 4 posti per fila (2+2). Non vecchio ma non Vip.
Anche in questo caso durante il viaggio merendine, acqua e succo.
Scambio 4 parole con un militare diretto a Isfahan. Intanto sento che la musica che proviene dalla pullman radio è rock occidentale. Madonna, Europe etc. Solo che non c’è voce, è tutta stumentale. Un po’ la cosa mi soprende.

In meno di 4 ore sono a Isfahan. Prendo il primo tassista che mi si avvicina. So che è sconveniente, ma non ho voglia di circolare per cercarne altri e nemmeno di trattare. Pago caro, sui 7 euro ma me ne frego. In macchina sento invece rock americano con voce, il tassista mi spiega che quasi tutti i giovani, pur se proibito, la scaricano via Internet. A un certo punto mi fa sentire Michael Jackson, quasi spacciandolo per la hit del momento: Beat it, la sua preferita. Dopo alcuni minuti arriviamo all’albergo.
E' giovedì, un po' come il nostro sabato. Alloggerò sul viale principale. A prima vista mi ha ricordato Rimini. Un viale con tanti negozi, tipo struscio. In mezzo la strada, dall'altra parte altra via dello struscio con negozietti etc.
Sembra infatti la più turistica.
L'albergo è l'hotel Iran. Per 18 euro circa a notte ho la mia singola, in realtà doppia dato che ha due letti, dotata anche di cucina e frigo. L'aria condizionata è ovviamente centralizzata e sparata sul letto.
Però la posizione è ottima e il personale molto cortese. Esco per andare fuori a prendere qualcosa per pranzo. Poche camere più in là, nel salottino del piano c'è una donna con un bambino, che mi corre incontro. Avrà circa tre anni. Si ferma, mi sorride e poi prende un aspirapolvere. Glielo tolgo di mano (stava per mettere in bocca la parte della scopa) e la mamma mi ringrazia a gesti. Intanto il padre esce dalla stanza. Arriva e prende in braccio il bimbo. Mi sorride. Ci presentiamo. E' un bravo uomo. Semplice, mi chiede dell'Italia, dell'Iran etc. Intanto tutti e 4 prendiamo l'ascensore ed usciamo. La famiglia sta andando via da Isfahan, torna nella propria città. L'uomo mi saluta e mi chiede il numero di telefono. Gli dico che è un numero italiano, nel suo inglese stentato mi fa capire che mi vuole chiamare quando sarò in Italia perché vuole migliorare l'inglese. Intanto il loro taxi arriva. Provo a spiegargli che costerebbe, ma lui sembra non capire. Insomma, sta di fatto che domenica al mio risveglio mi sono trovato una telefonata persa (avevo il cellulare spento). Una chiamata alle 8 e qualcosa del mattino. Controllo il prefisso del numero e scopro che proviene dall'Afghanistan. Probabilmente era lui.

Vado a mangiare un paio di sandwich al pollo in un fast food. Sempre prezzi ultraconvenienti.
Poi mi dedico alla città. Nel primo pomeriggio faccio il mio ingresso a Imam Square, la seconda al mondo per dimensioni. E’ veramente molto bella. Ma lo diverrà ancor di più la sera, lascio le foto a parlare.
Inizio a girare anche il bazaar nella piazza, che mi pare molto turistico.
Poi quando il pomeriggio volge al tramonto torno in hotel.
Consultando la lonely decido di cenare in un ristorante poco lontano. Spero che almeno lì sia possibile evitare la carne. Entrato, decido per un chelo fesenjun. Solito riso (chelo) e il fesenjun, una salsa al melograno. Purtroppo le mie speranze restano tali, dato che sotto la salsa è presente ancora carne di pollo. “Ok, sarà per domani” mi dico. Per la cronaca ho trovato il piatto così/così, nulla di eccezionale (in tutto il viaggio proverò altri cibi locali, e nel complesso devo dire che la cucina iraniana non è tra la mie favorite. Non male, ma nemmeno eccezionale. Per i miei gusti, si intende). A fine cena si viene omaggiati di un gaz, il dolce tipico di Isfahan: un torroncino morbido al pistacchio, o alle mandorle, aromatizzato all'acqua di rose. Questo lo trovo invece buono. Finita la cena, rientro in camera e decido di trascorrere la serata in piazza, per vederla di sera.
Una volta entrato scopro il vero hobby nazionale iraniano: il pic nic. Tutta la piazza è invasa da gente che con coperte e tappeti si trova seduta a trascorrere il tempo spizzicando o, in alcuni casi, cenando insieme.
Io scatto qualche foto e faccio una camminata digestiva.
Poi decido di andare a provare il fereni, un dolce tipico iraniano. E’ un budino di riso e il migliore si dice sia quello di Hafez (a dire il vero non mi è piaciuto molto il prodotto, ma non credo per colpa della qualità, semplicemente non incontrava molto i miei gusti).
Così mi incammino e poco distante, dopo aver chiesto a qualche passante, trovo il famoso negozio.
Ne ordino uno. Nel frattempo una ragazza con una bambina di circa 5 anni si avvicina al bancone. Mi chiede da dove vengo. Poi, una volta serviti, ci sediamo a dei tavolini improvvisati accanto al negozio. Faccio la loro conoscenza, con una gaffe incorporata. Per scherzare, quando mi presento alla bambina, le tendo la mano. Poi, per un attimo mi ricordo che, in fondo, anche lei è donna. Così la ritraggo subito. In realtà, trattandosi di bambina, posso proporre per primo la mano. La regola richiederebbe questo: se è la donna a proporre la mano l’uomo può stringerla; l’uomo non può proporre di stringere la mano in pubblico a una donna.
Comunque, scambiamo quattro chiacchere e mi comunica che ha un cugino che studia a Torino e che si trova in città. Così, decide di chiamarlo. Faccio quattro battute con lui al telefono, che si propone di portarmi a zonzo per Isfahan due giorni dopo, sabato.
Dopo qualche minuto di conversazione con la ragazza, ci salutiamo. Io faccio un’ultima visita alla piazza e poi decido di tornare in hotel. Il mio primo giorno a Isfahan è finito.

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Re: Persia on my mind - Iran 2014

Messaggioda Lebowski » 07/09/2014, 18:47

GIORNO 5

https://www.youtube.com/watch?v=ZFo8-JqzSCM

Al risveglio decido di fare colazione. Sono uno dei primi e appena entro in sala chiedo cosa c'è, ma non parlano inglese e mi ordinano di sedermi. Me la porteranno loro. Uovo, tè, il solito pane e niente marmellata, solo burro e una cosa che non so. Ok, bevo solo il tè e torno a letto. Colazione la farò con merende prese da qualche parte, mi dico. Così, fatta una certa ora e ben riposato esco per pranzare. Stufo della carne decido per un ristorante italiano. Spaghetti al pomodoro. Chiedo espressamente il piatto preparato in modo semplice "only tomato sauce" sperando non mi portino il ketchup e chiedo espressamente "no garlic, no onion". Il cameriere, parlante un inglese molto basic, mi guarda stupito, quasi sorpreso. Insomma, per farla breve all'arrivo del piatto scopro che comunque il "tocco estero dello chef" c'è. E' ultrapiccante! Il peperoncino abbonda. Ok, vabbeh. Ne mangio 3/4 (non amo il piccante) ma almeno butto qualcosa nello stomaco, che inizia a lamentarsi.
Piccola parentesi: ho notato che nei ristoranti iraniani ciò che si trova sul menu poi non è detto che sia presente in cucina. E non sono eccezioni, nel senso che l'ho riscontrato con un po' di piatti e in quasi tutti i ristoranti. Molto spesso, quasi sempre, è così.
Oggi il tour turistico prevede i principali tre ponti (in città ce ne sono 6, se non erro) e il quartiere armeno, con le chiese.
Per i ponti, lascio parlare le foto. Di giorno perdono molto del loro fascino, causa prosciugamento del fiume. La sera sono molto belli.
Nel pomeriggio, mentre sto riposando su una panchina del parco (Isfahan è piena di parchi o zone verdi) di ritorno dai ponti e diretto verso il quartiere armeno sento un saluto: hi!
è una bambina, 6-7 anni, che con la sua famiglia sta facendo un picnic poco distante. Saranno 7-8 persone. Io saluto e vado avanti a sistemare macchina fotografica, mappa, guida etc. nello zainetto. Lei mi risaluta, capisco che mi stanno invitando, un po' timidamente, a fare picnic con loro. Ma capisco altrettanto rapidamente che se lo facessi eviterei il quartiere armeno. Così ringrazio, ma declino. E finito di sistemare le cose riprendo il cammino. La bambina mi saluta con un Bye e rispondo. Dopo pochi metri vengo fermato da un gruppo di ragazzi, stanno fumando il qalyan (se ricordo bene il nome), ovvero quello che noi chiamiamo narghilè.
In questo caso mi fermo solo per una ventina di minuti. Sono simpatici. MI chiedono dell'Italia, del calcio, di donne (vogliono vedere la foto della mia ex - forse non ex - "amica"), di vita occidentale etc.
Due di loro stanno facendo il militare. Mi dicono che sono quasi alla fine. Il loro servizio va dai 18 ai 21 mesi, a seconda dell'arma e del ruolo di appartenenza. Portano alla caviglia una sorta di braccialetto nero, come segno di riconoscimento. Finito quello, potranno espatriare e sognano di andare in Thailandia, per via dei prezzi bassi. Sarà, ma regime o non regime i giovani di tutto il mondo vogliono solo una cosa: divertirsi.
Passo con loro dei minuti spensierati ridendo, scherzando e fumando. Poi a malincuore me ne vado e mi incammino verso il quartiere, dato che da lì a un paio d'ore le cattedrali - stando all'orario riportato sulla lonely - chiudono e ci saranno ancora un 3 km e rotti di cammino.
Durante il tragitto vengo fermato da un uomo che mi chiede da dove vengo. Ottenuta la risposta, sorride e mi dice "Don Camillo". Sulle prime non capisco ma poi guardandolo bene mi rendo conto della sua forte somiglianza con Fernandel.
Arrivato a destinazione noto con stupore e rammarico che è tutto chiuso, così mi limito a qualche foto dall'esterno. Il dubbio l'avevo già ad inizio giornata, essendo venerdì. Ma ho fatto affidamento sulla Lonely e al fatto che fossero chiese cristiane, quindi la cosa poteva essere credibile. Odio la Lonely! Le trovo inaffidabili e inutili, si limitano spesso all'essenzialità per le informazioni culturali, i consigli su ristoranti etc. sono spesso pessimi (ok, scritta da inglesi o americani, quindi in parte ci sta), errori vari in orari, prezzi e altro. Purtroppo l'Iran non offre grande offerta in lingua italiana e non mi andava di sbattermi a prendere una guida inglese. Pochi giorni dopo ne farò nuovamente le spese.
Tornando indietro, potendo viaggiare nel tempo, avrei accettato al volo il picnic con la famiglia. E il fatto di avervi rinunciato resta un grande rimpianto del viaggio, uno dei tre che mi sono portato in Italia.
Così decido di tornare in albergo e prepararmi per la serata. Verso le 8 esco per la cena, intanto il canto del muezzin si diffonde nell'aria. Scelgo un ristorante consigliato dalla lonely. Chiedo un piatto a base di melanzane ma non ce l'hanno. Quindi il menu, anche stasera, sarà a base di Kebab. Non prendo l'immancabile riso. E poi opto per un dolce di cui non ricordo il nome: è un dolce al cucchiaio. Sembra una crema densa di colore giallo vivo, portata in piatto, ma è quasi insipida. Al gusto sembra fatta a base di riso, il resto non riesco a identificarlo. Non gradisco e ne avanzerò la metà.
Esco, torno in albergo e poi mi reco prima verso i ponti per fare qualche foto e poi verso Imam square.
Solito giro e poi nel fare ritorno a casa faccio il primo acquisto, una confezione di Gaz al pistacchio. Cosa interessante è che il prezzo del prodotto cambia in base alla percentuale di pistacchi (o di mandorle, se alle mandorle) presenti. Percentuale ben riportata sul fronte della confezione. Il venditore mi spara il prezzo, so che - potrei/dovrei - contrattare. Ma per guadagnare 1 o 2 euro (comunque mi costa meno di 4 euro) preferisco glissare e pago subito il dovuto.
Poi faccio finalmente ritorno in albergo. La mia seconda giornata a Isfahan è giunta al termine.

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Re: Persia on my mind - Iran 2014

Messaggioda Kokorì » 08/09/2014, 10:26

Splendido racconto! Ma...e le foto dei ponti di notte?? :mrgreen: Posso chiederti quanto è costato il volo in plurima tratta?
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Re: Persia on my mind - Iran 2014

Messaggioda Lebowski » 08/09/2014, 12:01

Kokorì ha scritto:Splendido racconto! Ma...e le foto dei ponti di notte?? :mrgreen: Posso chiederti quanto è costato il volo in plurima tratta?


Ciao! Le foto dei ponti di notte sono le ultime due dell'ultima parte. Ne ho altre me non le posto tutte.
Il volo? Un po' caro. Ma non potevo fare altrimenti: 475 con Flypegasus. Per varie ragioni tornassi indietro sceglierei altro, anche se la compagnia non è malvagia.
In genere, in bassa stagione, puoi trovare anche a 200-350 con flypegasus. Quello che spendi di volo lo recuperi là, dato che i prezzi di alimentari, alberghi, trasporti etc. sono veramente bassi.
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Re: Persia on my mind - Iran 2014

Messaggioda Lebowski » 09/09/2014, 18:03

GIORNO 6

http://www.youtube.com/watch?v=ec0XKhAHR5I

Al risveglio faccio colazione con un paio di merendine e succo d'ananas, acquistati il giorno prima.
Poi mando un sms alla ragazza conosciuta giovedì, indicandole che io non ho il numero del ragazzo di Torino ma che se vuole basta un sms che mi faccio trovare: pomeriggio o sera per me è uguale.
Torno a letto a riposare un po' sino a quando non decido di muovere le chiappe: devo andare a cambiare un po' di soldi e a pranzare.
Fatto tutto decido di dedicare il pomeriggio alla visita della moschea principale di Imam square e poi di darmi allo shopping.
La visita alla moschea è veramente interessante.
Il giorno prima, la sera, durante la mia camminata mi ero imbattutto in un'altra moschea di cui ora non ricordo il nome. Mi aveva colpito molto. Quella della sera prima è famosa perché molti musulmani vi si recano per imparare il complesso rituale richiesto a chi si reca in visita a La Mecca.
Ero riuscito ad entrare perché probabilmente il guardiano all'entrata mi aveva scambiato per musulmano: l'ho capito quando, una volta dentro, ho capito che nell'iwan settentrionale stavano pregando. In teoria, durante il momento della preghiera l'ingresso è consentito, giustamente, ai soli musulmani. Io non sapevo fosse quel momento, ero convinto fosse aperta a tutti ma una volta dentro scatto qualche foto, ovviamente evitando di disturbare i preganti. Resto dentro pochissimo, proprio per rispetto a loro e dopo pochi minuti me ne esco.
Oggi invece so che l'ingresso nella principale moschea di Imam Square, quindi non quella della sera prima, nel pomeriggio è aperto ai turisti. Affidandomi agli orari della Lonely, che si rivelano ancora sbagliati, arrivo lì mezz'ora prima dell'apertura. Poco male, l'errore è limitato a 30 minuti (per me che ero arrivato lì a quell'ora ma la Lonely segnava l'apertura già da un'ora prima).
Entro e anche in questo caso resto stupito dai colori, dal blu della maiolica e dall'architettura della struttura. Veramente molto bella.
Finito il giro culturale, ecco quello ludico: shopping al bazaar della piazza! Decido di acquistare una maglietta: dopo aver trattato su quella della nazionale di calcio iraniana (tarocca) senza acquistarla, vado su una turistica con l'effige di Zoroastro, riuscendo a passare da 1600 tomans a 800. Poi acquisto un'altra confezione di Gaz, questa volta alle mandorle, da regalare al mio ritorno.
Lo shopping si ferma qua, tanto già so che l'ultimo giorno del viaggio sarà per tradizione e per necessità (smaltire i soldi rimasti) dedicato alla nobile arte degli acquisti.
Verso le 17 faccio ritorno in albergo. Alla reception trovo un biglietto: chiamare xxxx (non ricordo il cognome). Faccio telefonare dal receptionist che dopo pochi secondi mi passa il telefono. Mi aspetto di parlare con il ragazzo di giovedì e invece è una voce femminile. E' una sua amica. Prendiamo accordi, le do il mio numero e ci contatteremo via whatsApp. La sera verrà a prendermi con amici e andremo in giro per la città. Anche lei studia a Torino, il ragazzo suo amico non ci sarà, è fuori città.
Ora, l'episodio è emblematico dell'ospitalità iraniana. Provate a pensare alla situazione in Italia. Un vostro amico vi contatta per dirvi che in città c'è una persona che non conoscete e non avete mai visto, ma dato che gli avete promesso un giro insieme in città e non potete esserci, chiede a voi di scarrozzarlo con amici per le strade cittadine.
Ah, vi ricordo che non l'ha mai visto, ci ha parlato solo un paio di minuti al telefono dopo che questa persona ha conosciuto casualmente e parlato per 15 minuti con sua cugina. Voi probabilmente l'avreste già sfanculato alla grande. In realtà, verso le 7.30 ecco arrivare la ragazza con un paio di amiche. Questo è l'Iran.
Saliti in auto mi dicono che andremo "a bere qualcosa" e poi sulle colline in città. Parliamo solo inglese, lei parlicchia italiano ma comuque per rispetto verso gli altri, decidiamo di usare solo l'inglese.
Sulle prime la frase "a bere qualcosa" mi lascia un po' perplesso. Poi scopro che trattasi di frullati. Prima dell'incontro avevo fatto la doccia ed ero passato a cenare in un fast food per una pizza. All'ingresso nel fast food trovo tutto in farsi: un uomo si avvicina e si propone di tradurre. Parla un ottimo inglese. Gli dico di dire al cassiere che voglio una Margherita. Lui prova a spiegarmi cos'è una margherita ma quando gli dico che lo so, considerando le mie origini, scoppia a ridere. E riesce ad ordinare per me una pizza speciale, mai fatta prima d'ora: solo mozzarella, con sorpresa del cassiere che si trova ad ordinarla, e che non riesce a capire come mai ci voglio solo quello. In iran ci sbattono sopra di tutto: quella basic, che loro chiamano "cheese" (come in America, dove quella è la nostra Margherita) ha sopra il mais, le olive, i peperoni, i funghi. E sotto, niente pomodoro. Ti portano il ketchup e spetta voi metterlo sopra.
Comunque, nell'attesa scambio 4 parole con lui e i suoi commensali. Lui è già stato in Italia per lavoro (Torino e Roma) ma gli altri no. Hanno un po' il mito dell'Italia e uno mi chiede dove si trova la fabbrica della Maserati. Gli rispondo che Lamborghini, Ferrari e Maserati si trovano un po' tutte vicine a Bologna. Lui mi conferma di amare la Maserati più di qualunque altra auto.
Arrivata la pizza la mangio e pochi minuti dopo torno in albergo ad attendere l'arrivo delle ragazze. Flash back finito.
Torniamo ai giovani locali.
Al baretto dei frullati arriva anche la parte restante della compagnia: due ragazze e un ragazzo.
Finito il beveraggio ci dirigiamo in collina. Io ignoravo l'esistenza delle colline, che da centro città non sono visibili. Invece ho la fortuna di vedere, grazie a loro, anche zone belle e non presenti sulla guida. Un parco immenso con funivia, bar, palestra, etc. Ho anche la fortuna di arrivarci in carne e ossa, considerando la loro guida. Lì finiamo per chiacchierare, mangiare una pannocchia, ridere, scherzare e finiamo per essere invitati al pic nic di un altro gruppo di giovani per fumare altri narghilè. Dopo un po' decidiamo di tornare a valle.
Vogliono farmi provare il gelato iraniano. E finalmente capisco di che si tratta perché nei giorni di visita cittadina vedevo persone mangiare da una ciotolina del gelato con degli spaghetti bianchi. Dunque, il gelato tipico iraniano è giallo perché è fatto con zafferano e pistacchi, aromatizzato all'acqua di rose.
Ciò che mi stupiva erano quegli spaghetti bianchi. Metà ciotolina è di gelato, l'altra metà ha i pashmak: sono spaghettini sottilissimi fatti con zucchero e sesamo, sopra hanno succo di limone in abbondanza. Devo dire che mi piaciuto!
Fuori passo qualche minuto a chiacchierare con la studentessa "torinese" che, mia sorpresa, in un anno non ha mai visto altro dell'Italia e mi confida che il suo sogno sarebbe vedere Venezia (mi chiede se ogni famiglia ha la gondola).
Ho passato con loro una serata spensierata e divertente, tralascio altri dettagli legati allo scià e alla storia persiana. E devo dire che sono stati gentilissimi. L'ultima serata a Isfahan resterà uno dei più bei ricordi di questo viaggio.
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Re: Persia on my mind - Iran 2014

Messaggioda palaz » 09/09/2014, 19:15

Lebowski ha scritto: Odio la Lonely! Le trovo inaffidabili e inutili, si limitano spesso all'essenzialità per le informazioni culturali, i consigli su ristoranti etc. sono spesso pessimi (ok, scritta da inglesi o americani, quindi in parte ci sta), errori vari in orari, prezzi e altro.


Condivido l'odio per le lonely...per il resto mi godo il racconto ;)
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Re: Persia on my mind - Iran 2014

Messaggioda Lebowski » 09/09/2014, 20:32

palaz ha scritto:
Lebowski ha scritto: Odio la Lonely! Le trovo inaffidabili e inutili, si limitano spesso all'essenzialità per le informazioni culturali, i consigli su ristoranti etc. sono spesso pessimi (ok, scritta da inglesi o americani, quindi in parte ci sta), errori vari in orari, prezzi e altro.


Condivido l'odio per le lonely...per il resto mi godo il racconto ;)


Il top degli errori in cui mi sono imbattuto deve ancora arrivare. Anche altri si lamentavano per la Lonely Iran, gli errori erano veramente tanti. Troppi. Da far pensare che la guida sia stata scritta da gente che in realtà non era tornata lì ma che, nella migliore delle ipotesi, c'è stata anni fa. Nella peggiore, non c'è stata mai.

Comunque, ora metto le foto dell'ultimo passaggio. Lo so, fanno un po' schifo. Però queste sono.
Per il racconto: oddio, è pieno di errori grammaticali e ortografici, però lo lascio così, buttato giù di getto ;)
Ciao
Ultima modifica di Lebowski il 09/09/2014, 20:58, modificato 1 volta in totale.
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Re: Persia on my mind - Iran 2014

Messaggioda Lebowski » 09/09/2014, 20:56

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Re: Persia on my mind - Iran 2014

Messaggioda Kokorì » 10/09/2014, 11:45

Fanno schifo...????? :o
Va be' comunque...volevo giusto segnalarvi che quando sono stata in Sri Lanka e le info della Lonely non erano corrette abbiamo mandato una mail all'indirizzo scritto sulla guida. Ci hanno risposto che avrebbero aggiornato la prossima edizione con le info date da noi, e ci avrebbero addirittura citato nei ringraziamenti (o contributi, o qualcosa del genere, non ricordo).
Gloria a parte, si spera che le esperienze in questi posti poco frequentati siano almeno utili a qualcuno...
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