finito il giro a kata tjuta si riparte, destinazione l'ultimo parco del tour, l'ombelico d'australia, insomma Uluru, la montagna sacra
più ci avviciniamo e più mi par di sentire un'energia diversa, direi mistica: sarà l'aspettativa, sarà il mito, ma il posto trasmette davvero qualcosa di particolare!
facciamo un primo percorso di alcuni punti focali della montagna; in certe zone è vietato fotografare, perchè zona sacra; ci sono avvisi che in breve spiegano alcune caratteristiche di alcuni punti, e c'è il solito cartello che invita a non salire, ma noto il corrimano che è stato messo negli anni 50 sul lato su cui alcuni si cimentano ancora nella arrampicata;
e nonostante abbia visto mille volte foto e immagini della roccia, una cosa mi stupisce: è "lavorata", cioè non è omogenea come sembrava da lontano e dalla maggior parte di immagini che ricordavo; ha scanalature, buchi e rientranze, è rigata di nero dove l'acqua è scesa nei secoli, alla base ha piccole grotte e rientranze, alcune delle quali con dipinti aborigeni i quali lì trovavano rifugio e celebravano riti, c'è la zona per le donne che hanno la loro piscina personale (quando c'è acqua dopo le piogge, ora è asciutta) e ben lontana la zona degli uomini, in un punto l'erosione di acqua e vento ha creato una specie di onda, in un altro sembra l'impronta di un piede gigantesco, in certe parti ha una superficie brugosa, in altre è lucida, altrove sembra come squamosa, e ci sono punti in cui la materia è come mangiata, erosa, in modo molto particolare tanto che a me ricordano un cervello e delle scritte arabe!
the rock, Uluru, non sembra di questo pianeta, ma come catapultata qua, al centro dell'isola, da mondi lontani e diversi...insomma uno spettacolo
ehm...piccola nota: le foto che posterò di questa zona le ho prese mentre ci avvicinavamo col bus, non sono chiarissime, ho poi scoperto durante la passeggiata che quella era una delle zone vietate
I apologize
dopo questo primo contatto ravvicinato risaliamo sul mezzo e arriviamo un pò prima del tramonto al posto "mirador": praticamente tutti i tour si ritrovano a quell'ora in una zona da dove si possono ammirare i colori cangianti col calare del sole, ci sono anche gruppi fighetti con tanto di tavola imbandita per aperitivo servito in calici e camerieri in guanti bianchi; mi chiedo quanto cavolo avran speso??? già è caro il tour mio, che è basico, infatti noi ceniamo coi soliti paninazzi e brindiamo con lattine di birra che avevamo preso come scorta il primo giorno prima di addentrarci nel deserto
anyway lo spettacolo è assicurato
la roccia si tinge di diverse tonalità, dal rosso al rosa al marrone, a seconda della luce, per non parlare dei colori del cielo
tutti fanno foto: ci sono gli ipertecnologici con mega zoom, quelli che tentano la foto "artistica", quelli in pose assurde e quelli classici da souvenir; io non sono un granchè come fotoreporter, ma il soggetto si presta bene di suo; dal vivo è ovviamente ancor meglio di come lo immaginavo: la terra è di un rosso forte, costellata dai cespugli più o meno verdi del bush, il cielo passa man mano dall'azzurro pieno al
infine mi siedo per godermi la vista del tramonto, l'aria finalmente è tiepida
si riparte col van per il pernotto, stavolta bivaccheremo all'aperto ma in prossimità di un camping a Yulara, quindi avremo l'uso di bagni e cucine da campo; la doccia urge, perchè oltre alle sudate da camminate e sole cocente, Fitzy ci fa ballare sul mezzo: ha montato unfaretto come luce da discoteca, e con musica sparata e guida folle fa entrata trionfale nel camping con noi tutti che balliamo e cantiamo sul bus! divertente, anche per le facce scioccate degli altri gruppi che sono molto più posati e seri di noi
ancora qualche birra e chiacchiere poi ci allettiamo nel solito cerchio formato dagli swag; mi perdo ancora un pò nel magnifico cielo stellato
la sveglia è prestissimo, ancora nel buio sistemiamo i sacchi a pelo e partiamo alla volta del punto panoramico per l'alba su Uluru
stavolta arriviamo cheti in un piazzale dove sono già altri gruppi; attendiamo il levar del sole nell'aria tiepida, una leggera brezza e il canto degli uccelli; per fortuna nessuno fa troppa caciara, l'avrei ammazzato! a parer mio, per quanto bello sia stato il tramonto, non c'è gara: punteggio tennistico per aurora e alba
l'oscurità lascia spazio man mano a colori che mutano dal blu al viola, al rosso, al rosa, al giallo, con l'astro che prima fa capolino timidamente e subito sale, rischiarando man mano il nero della notte in tutte le tonalità dal blu fino all'azzurro del mattino
una pace, una bellezza, una serenità che non si possono raccontare
solita follia di scatti fino a che il sole è ormai alto e c'è luce piena;
nel frattempo Fitzy sta preparando la colazione e quando la poesia è finita torno in me e penso ben bene di rimpinguare la mia collezione di sabbie dal mondo; siccome già il giorno prima ci aveva raccontato che molti turisti "rubano" pezzi di roccia, sabbia e sassi da Uluru, che però porta sfiga perchè è una sorta di maledizione degli aborigeni, tant'è che poi al centro culturale vedremo il libro dei "regrets" con lettere da tutto il mondo di gente che ha rispedito con le scuse ciò che aveva preso, perchè la sfiga si era abbattuta su di loro!!
insomma, alla luce di tutto ciò, penso/spero ben bene di essere esente dalla maledizione accaparrandomi un sacchettino di sabbia qua, perchè siamo abbastanza distanti e, secondo me, non è la sabbia di Uluru proprio, è quella del bush!!!! praticamente me la racconto così
ma viste certe sfighe che mi stanno capitando....potrei entrare a breve nel libro dei regrets