Riprendo il "racconto" da dove si era interrotto, all' arrivo a Solotvyno.
Il paese, più che altro è un villaggio. Anche se risultano circa 10 000 abitanti, a me è sembrato un paese fantasma e semi disabitato. Una lunga strada asfaltata e varie stradine sterrate che si diramano da essa completamente deserte. Il "centro" paese è formato da uno slargo con una chiesetta, 2 albergi stranamente non fatiscenti, un bancomat, un bar-ristorante ed un negozio di alimentari. Pochissima gente in giro, stazione ferroviaria praticamente in disuso, un piccolo largo con delle bancarelle prefabbricate in ferro vuote che fungono da mercato cittadino, illuminazione stradale scarsa e solo sulla strada principale.
Faccio il mio ingresso nel villaggio intorno le 20 e mi sembra di esser catapultato in un film western... i pochissimi avventori del bar aperto e dell' alimentari escono fuori a guardarmi mentre passeggio alla casso con il mio bagaglio.
E' un luogo dove non c'è talmente niente che l' unica attrattiva per i giovani è correre in auto avanti e indietro, incontrarsi a metà strada, parlottare per alcuni minuti da auto ad auto e sgommare via lasciandoci la frizione con la musica tamarra a tutto volume.
Erano molti anni che non vedevo queste scene... ero ancora bambino...
Si nota ovviamente subito che sono un forestiero considerato che da queste parti ne passano pochissimi, nonostante sia un punto di frontiera. Ma d' altronde è un accesso poco frequentato essendo la Romania fuori dagli accordi di Schengen; gli ucraini preferiscono passare dalla frontiera di Chop o Uzhgorod a circa 150 km da qui, entrando direttamente in Ungheria e non dovendo così affrontare ulteriori dogane come invece accadrebbe accedendo poi da qui.
Prendo possesso della mia stanza in uno dei due hotel e mi reco al ristorante per masticare qualcosa. L' amara sorpresa dice che alle 21:30 sta già per chiudere e l' unica, eventuale, possibilità per mettere qualcosa sotto i denti potrebbe trovarsi al "famoso" lago salato di cui tanto si parla, essendo un luogo turistico
Mi incammino nella direzione indicatami con l' intenzione di coprire i circa 2km che separano il villaggio dal resort
, la strada si fa subito sterrata e piena di fango e pozzanghere per via della fresca pioggia, la luce è solo quella della luna e le mie scarpe sono adatte esclusivamente all' elegante spiaggia di Capri.
Ovviamente, come da tradizione, la Cappa non mi abbandona neanche in questi momenti esaltanti e si presenta sotto pioggia di acquazzone... ma chi se ne frega? Al massimo mi bagno... si... e poi come ritorno indietro senza luce alcuna sulla strada sterrata, fangosa e piena di pozze d' acqua?
A metà decido di abbandonare i miei intenti e tornarmene in camera. Stasera dieta. Acquisto giusto dei biscotti ed una birra al magazin che stranamente chiude alle 23:45...
La notte trascorre ristoratrice con i rumori di un classico temporale estivo.
Al risveglio scopro che oggi non solo è domenica ma è anche una festività religiosa con la conseguenza che tutto è chiuso in paese. Ma... era così già ieri sera...
non noto grossa differenza... in albergo mi comunicano che per via della festa la colazione è cancellata ma in compenso mi offriranno qualcosa per cena...
Si rivelerà poi un bel piatto di pelmeni...
Anche i bus e tutti i collegamenti, secondo l' albergatore risultano oggi soppressi... ci credo poco ma mi lascio convincere... e mi lascio convincere anche che è impossibile recarmi nel paese di Dilove a visitare il monumento al centro geografico d' Europa e che lo stesso non è niente altro che... una bacanata pazzesca...
Sarà per loro ma... io praticamente sto passando da questi parti giusto per ammirarlo...
Niente. Mi accontenterò di vederlo passando in bus domani recandomi in direzione Chernivtsi...
Opto a questo punto per fare il turista e recarmi finalmente, sotto 50° gradi, al famigerato lago salato di cui tutti parlano e ne promuovono le miracolose finalità terapeutiche...