Polonia - Ucraina 2009:

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Re: Polonia - Ucraina 2009:

Messaggioda erne » 18/09/2009, 12:53

Lebowski ha scritto:Ricordate: mai pronunciare la formula magica “stasera non bevo”. Finirete per fare esattamente l’opposto.


:shock:

Non si finisce mai di imparare...e' cmq una frase molto strana da dire...io non mi ricordo l'ultima volta che l'ho sentita pronunciare :lol:
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Re: Polonia - Ucraina 2009:

Messaggioda iceman85 » 18/09/2009, 22:06

Lebowski ha scritto:
Iceman85:
No, non è Riga. Ma la città non la rivelo. A L'viv succedeva, non spessissimo, ma succedeva.
Gioca anche il fatto che turisti italiani praticamente zero. è ancora zona integra.

Ciao


come ogni segreto che si rispetti, non lo spifferi ai quattro venti.......almeno dimmi perchè non la vuoi dire :mrgreen:
...Ma i veri viaggiatori partono per partire;
cuori leggeri, s’allontanano come palloni,
al loro destino mai cercano di sfuggire,
e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!

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Re: Polonia - Ucraina 2009:

Messaggioda Lebowski » 19/09/2009, 14:18

Rispondo che ho intenzione di far serata in qualche club e che la gente dell’ostello mi ha fatto il nome del Metro o del Picasso.
La rossa disapprova le due scelte e le chiedo perché, dato che mi interesserebbe saperlo per evitare di sbagliare ancora una volta il locale.
Ma niente, mi comunica che non le piacciono senza specificare.
Intanto uno dei ragazzi mi dice che se un giorno passassi per Kiev sono ben accetto come ospite da lui e da Maria.
La cosa mi insospettisce. “Maria, già sentivo di amarti un po’ e scopro che vivete assieme?”. Una pugnalata al cuore. Ma penso “saranno fratelli o coinquilini”. Il ragazzo mi scrive il numero di telefono su un tovagliolo e me lo consegna. Due di loro sono dj e fanno il nome di un club a detta loro il migliore di L’viv, solo che ora non ricordo il nome.
Maria parla benissimo inglese e scopro che ha vissuto in America. Bene! “Una cosa in comune. Sento di amarla un poco più di due minuti prima”.
Le chiedo come mai è a L’viv perché anche l’ubriaco a cui ho fregato il posto a tavola, ormai andato completamente, in piena fase rem, è di Kiev. Lei è di L’viv ma vive a Kiev per lavoro. Mi confidano che c’è un po’ di rivalità tra le due città e che a Kiev ci sono molte più possibilità di lavoro, anche se L’viv è più bella. Sono tornati per una breve vacanza e stanno facendo serata assieme.
Non indago oltre perché mi propongono una cosa:
“stasera fai serata con noi. Poi vieni a dormire da noi”.
- “Prima devo andare in ostello, ditemi dove si fa serata e ci incontriamo lì”.
- “Ma no, niente ostello, ti portiamo noi. Dai, facciamo serata insieme”
- “Non posso. Io domani mi devo alzare presto, alle 8, perché torno a Cracovia, devo incontrare anche un paio di amici. Se me l'aveste chiesto ieri sera non ci sarebbero stati problemi. Ditemi solo dove volete andare che poi vi raggiungo. Metro? Picasso?”
- “Non ti preoccupare, ti riportiamo noi in ostello per le 8”
Già so che la cosa sarebbe impossibile.
Ma provate a pensarmi da solo, una proposta simile. Se l’avesse fatta solo Maria parlando al singolare non ci avrei pensato due volte, ma così è un po’ troppo strana la cosa. Inoltre ne sono sicuro: figuriamoci se per le 8 questi mi riportano all’ostello. Mi invento che “devo ancora rifare le valigie e poi devo pagare l’ostello, sarebbe difficile”.
Decidiamo per una tregua, usciremo insieme dal ristorante e andremo in un locale per il pre serata, poi si vedrà. Subito dopo aver preso questa decisione suona il telefono di uno di loro. È Basket, un loro amico che li attende. Mi unisco a loro; andremo da Basket, deve darci i biglietti di un concerto rock a cui andremo ad assistere.
Mi dicono che è in un localino accanto all’Opera, quindi conosco la zona e so che è abbastanza tranquilla, almeno fino a una certa ora.
In parte spariscono i miei timori. Fuori, sulla strada, mi riavvicina la rossa. Mi prende sottobraccio, ma contemporaneamente ecco arrivare anche Maria che mi prende sottobraccio dall’altro lato.
“L’uomo con due dame fa la figura del salame” si dice dalle mie parti, ma la cosa dura poco. Infatti la rossa, probabilmente perché la più amica del ragazzo in coma etilico, si trova assegnato l’ingrato compito di riaccompagnarlo a casa.
Ora ci incamminiamo tutti verso il centro. Maria mi tiene a braccetto. Ma non mi faccio molte illusioni, so che è quella con cui dialogo di più perché è la persona che parla meglio inglese.
Ogni tanto si avvicina a noi il suo presunto ragazzo e un altro della compagnia per scambiare due chiacchere. Loro mi sono simpatici, un altro non tanto, capisco che un po’ sfotte. E solitamente io non sbaglio mai alla prima impressione, lo chiamerò il cinese dato che ha gli occhi leggermente a mandorla. Maria ripropone nuovamente l’invito a dormire da loro: “abbiamo sei letti liberi”. “6 letti liberi”???A me tutto ciò sembra ancora più strano. Fiuta che un po’ ho paura della situazione e mi tranquillizza: “non preoccuparti”. Quattro passi così e giungiamo in piazza centrale. C’è un piccolissimo capannello di gente ferma che sta ammirando qualcosa. Sento dei rumori strani e delle piccole grida di rabbia. È una rissa. Una rissa coi fiocchi e i controfiocchi. Due gruppi di giovani ragazzi, 7-8 in totale, se le suonano di santa ragione. Un gruppo è vincitore e infierisce non poco, deve essere iniziata un paio di minuti prima anche se si sa, le risse sono velocissime. Uno degli “sconfitti” è a terra, riceve calci in faccia, altri sono nelle sue situazioni, vere maschere di sangue.
La cosa fa un po’ schifo, non solo a me ma anche a loro, ai miei amici ucraini. Che si vergognano per questa cosa con me e provano a metterla sul ridere: “è un tipico sport ucraino, ogni tanto succede, lo facciamo per gioco” ma si vede che provano disagio perché uno straniero ha visto questa scena nella loro città.
Dico loro che succede anche in Italia ma è un evento molto più raro rispetto ai paesi dell’Est. Concordiamo su un punto, da loro manca una cultura del bere e questa ne è una conseguenza.
Camminando a braccetto, scambiamo quattro chiacchere sui nostri lavori, mi parla dell’Italia, etc. Insomma, si parla del più e del meno.
Giunti in piazza dell’Opera incontriamo il famigerato Basket che ci dà i biglietti.
Concerto di un gruppo russo proveniente da Mosca: i “Tatami”.
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Re: Polonia - Ucraina 2009:

Messaggioda Lebowski » 19/09/2009, 14:28

erne ha scritto:
Lebowski ha scritto:Ricordate: mai pronunciare la formula magica “stasera non bevo”. Finirete per fare esattamente l’opposto.


:shock:

Non si finisce mai di imparare...e' cmq una frase molto strana da dire...io non mi ricordo l'ultima volta che l'ho sentita pronunciare :lol:


Un'altra regola non scritta è che "la serata che dà maggiori possibilità di conoscenza è, purtroppo, l'ultima". Molto spesso è così, infatti...

iceman85 ha scritto:
Lebowski ha scritto:
Iceman85:
No, non è Riga. Ma la città non la rivelo. A L'viv succedeva, non spessissimo, ma succedeva.
Gioca anche il fatto che turisti italiani praticamente zero. è ancora zona integra.

Ciao


come ogni segreto che si rispetti, non lo spifferi ai quattro venti.......almeno dimmi perchè non la vuoi dire :mrgreen:


Perché altrimenti che segreto sarebbe? :mrgreen:
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Re: Polonia - Ucraina 2009:

Messaggioda est_rane0 » 19/09/2009, 16:09

Lebowski ha scritto:Rispondo che ho intenzione di far serata in qualche club e che la gente dell’ostello mi ha fatto il nome del Metro o del Picasso.
La rossa disapprova le due scelte e le chiedo perché, dato che mi interesserebbe saperlo per evitare di sbagliare ancora una volta il locale.
Ma niente, mi comunica che non le piacciono senza specificare.
Intanto uno dei ragazzi mi dice che se un giorno passassi per Kiev sono ben accetto come ospite da lui e da Maria.
La cosa mi insospettisce. “Maria, già sentivo di amarti un po’ e scopro che vivete assieme?”. Una pugnalata al cuore. Ma penso “saranno fratelli o coinquilini”. Il ragazzo mi scrive il numero di telefono su un tovagliolo e me lo consegna. Due di loro sono dj e fanno il nome di un club a detta loro il migliore di L’viv, solo che ora non ricordo il nome.
Maria parla benissimo inglese e scopro che ha vissuto in America. Bene! “Una cosa in comune. Sento di amarla un poco più di due minuti prima”.
Le chiedo come mai è a L’viv perché anche l’ubriaco a cui ho fregato il posto a tavola, ormai andato completamente, in piena fase rem, è di Kiev. Lei è di L’viv ma vive a Kiev per lavoro. Mi confidano che c’è un po’ di rivalità tra le due città e che a Kiev ci sono molte più possibilità di lavoro, anche se L’viv è più bella. Sono tornati per una breve vacanza e stanno facendo serata assieme.
Non indago oltre perché mi propongono una cosa:
“stasera fai serata con noi. Poi vieni a dormire da noi”.
- “Prima devo andare in ostello, ditemi dove si fa serata e ci incontriamo lì”.
- “Ma no, niente ostello, ti portiamo noi. Dai, facciamo serata insieme”
- “Non posso. Io domani mi devo alzare presto, alle 8, perché torno a Cracovia, devo incontrare anche un paio di amici. Se me l'aveste chiesto ieri sera non ci sarebbero stati problemi. Ditemi solo dove volete andare che poi vi raggiungo. Metro? Picasso?”
- “Non ti preoccupare, ti riportiamo noi in ostello per le 8”
Già so che la cosa sarebbe impossibile.
Ma provate a pensarmi da solo, una proposta simile. Se l’avesse fatta solo Maria parlando al singolare non ci avrei pensato due volte, ma così è un po’ troppo strana la cosa. Inoltre ne sono sicuro: figuriamoci se per le 8 questi mi riportano all’ostello. Mi invento che “devo ancora rifare le valigie e poi devo pagare l’ostello, sarebbe difficile”.
Decidiamo per una tregua, usciremo insieme dal ristorante e andremo in un locale per il pre serata, poi si vedrà. Subito dopo aver preso questa decisione suona il telefono di uno di loro. È Basket, un loro amico che li attende. Mi unisco a loro; andremo da Basket, deve darci i biglietti di un concerto rock a cui andremo ad assistere.
Mi dicono che è in un localino accanto all’Opera, quindi conosco la zona e so che è abbastanza tranquilla, almeno fino a una certa ora.
In parte spariscono i miei timori. Fuori, sulla strada, mi riavvicina la rossa. Mi prende sottobraccio, ma contemporaneamente ecco arrivare anche Maria che mi prende sottobraccio dall’altro lato.
“L’uomo con due dame fa la figura del salame” si dice dalle mie parti, ma la cosa dura poco. Infatti la rossa, probabilmente perché la più amica del ragazzo in coma etilico, si trova assegnato l’ingrato compito di riaccompagnarlo a casa.
Ora ci incamminiamo tutti verso il centro. Maria mi tiene a braccetto. Ma non mi faccio molte illusioni, so che è quella con cui dialogo di più perché è la persona che parla meglio inglese.
Ogni tanto si avvicina a noi il suo presunto ragazzo e un altro della compagnia per scambiare due chiacchere. Loro mi sono simpatici, un altro non tanto, capisco che un po’ sfotte. E solitamente io non sbaglio mai alla prima impressione, lo chiamerò il cinese dato che ha gli occhi leggermente a mandorla. Maria ripropone nuovamente l’invito a dormire da loro: “abbiamo sei letti liberi”. “6 letti liberi”???A me tutto ciò sembra ancora più strano. Fiuta che un po’ ho paura della situazione e mi tranquillizza: “non preoccuparti”. Quattro passi così e giungiamo in piazza centrale. C’è un piccolissimo capannello di gente ferma che sta ammirando qualcosa. Sento dei rumori strani e delle piccole grida di rabbia. È una rissa. Una rissa coi fiocchi e i controfiocchi. Due gruppi di giovani ragazzi, 7-8 in totale, se le suonano di santa ragione. Un gruppo è vincitore e infierisce non poco, deve essere iniziata un paio di minuti prima anche se si sa, le risse sono velocissime. Uno degli “sconfitti” è a terra, riceve calci in faccia, altri sono nelle sue situazioni, vere maschere di sangue.
La cosa fa un po’ schifo, non solo a me ma anche a loro, ai miei amici ucraini. Che si vergognano per questa cosa con me e provano a metterla sul ridere: “è un tipico sport ucraino, ogni tanto succede, lo facciamo per gioco” ma si vede che provano disagio perché uno straniero ha visto questa scena nella loro città.
Dico loro che succede anche in Italia ma è un evento molto più raro rispetto ai paesi dell’Est. Concordiamo su un punto, da loro manca una cultura del bere e questa ne è una conseguenza.
Camminando a braccetto, scambiamo quattro chiacchere sui nostri lavori, mi parla dell’Italia, etc. Insomma, si parla del più e del meno.
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situazione un po' ambigua, anche a me ne è capitata una simile altrove, non so se fosse soltanto gentilezza, ma il sospetto che ci fosse qualche problema in vista mi ha fatto declinare e svicolare. Attendo il resto del racconto per dissipare questa curiosità

Puoi dire il paese di appartenenza della tua città segreta? così magari intuisco, ma non parlo :mrgreen:
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Re: Polonia - Ucraina 2009:

Messaggioda Lebowski » 19/09/2009, 17:58

Il locale è abbastanza nascosto, scendiamo le scale ed eccoci dentro. È piccolino, ma abbiamo il nostro tavolo, accanto a quello di altri amici che ci aspettavano. Sono un bel gruppetto, saremo circa una ventina. Stringo qualche mano, Maria scambia qualche saluto. Poi è lei a prendermi per mano e portarmi al tavolino. Siamo un po’ schiacciati, visto che il locale è gremito. Il tavolino è piccolino, tondo, attaccato al muro, con una lampada appoggiata al muro stesso. In fronte a me c’è Maria e accanto ho il suo ragazzo, che mi è simpatico. Scambiamo quattro chiacchere, intanto ordiniamo tutti una birra.
Ci facciamo quattro foto ricordo e ogni tanto Maria scatta qualche foto. Dopo 5 minuti mi tolgo ogni dubbio, Max e Maria sono una coppia, infatti si scambiano un bacio. Intanto ci scambiamo gli indirizzi e-mail, anzi Maria mi lascia il suo biglietto da visita.
Ecco che il gruppo inizia. Fa un genere che io non amo particolarmente, punk – hardcore (per intenderci, in Italia c’erano i Linea 77 che facevano musica simile). Due cantanti, una è una voce femminile, e poi la classica formazione musicale chitarra, basso, batteria.
Il cantante veste un po’ rockabilly, è un po’ troppo particolare. Ma evitiamo di parlare di musica, la tirerei troppo lunga. Non mi sono piaciuti molto. Salvo solo il chitarrista, gli altri erano troppo prevedibili, sempre uguali a se stessi, senza anima. Anche se non li avevo mai sentiti provo ad anticipare la loro melodia durante le canzoni e nel 99% dei casi ci azzecco.
Per parlare dobbiamo ovviamente avvicinarci e farlo direttamente all’orecchio. Vedo che Maria è un po’ ubriaca. Loro suonano e lei mi parla. A un certo punto, mentre mi parla, sento qualcosa di umido sulla guancia. Mi sta dando un bacio e l’umido è dato dalle labbra (non capite male: non è la lingua). È di striscio, appena accennato però avverto chiaramente che le labbra mi stanno toccando. Probabilmente è perché è un po’ “arzilla”, è una brava ragazza. Rimango leggermente sorpreso e penso che, essendo appena accennato e dato mentre mi parla probabilmente è non voluto, ma la cosa si ripeterà un’altra volta. Però io inizio a sentirmi pure un tantino a disagio, dato che il suo ragazzo è proprio lì, accanto a me. Anche lui non ama questo genere musicale, anzi li odia. Spesso mostra al gruppo il dito medio, ma siamo abbastanza indietro e probabilmente nessuno della band lo vede.
Mi confida che ama i Guns, come me, e mi chiede pure se li ho mai visti. Purtroppo mi vergogno a confidargli che nel 2006 ho visto che quelli che ora si fanno chiamare così, ma ci andai perché fu gratis per me, poi “riparai” con i Velvet Revolver. Noto che probabilmente non li conosce e che non fa espressioni particolari quando gli confido che Appetite for destruction è forse l’album più bello della seconda metà anni 80 nella storia del rock. Mi dà l’idea di non conoscerli benissimo, e mi rendo conto che io ho avuto l’opportunità di crescere in un altro ambiente musicale e che per loro la situazione era leggermente diversa.
Basta divagazioni musicali. Finisco la birra, vado in bagno, torno e decidiamo di uscire, ormai ci hanno stancato. Mentre gli altri ragazzi sono in bagno mi ritrovo con Maria e la rossa, scambio quattro chiacchere con loro. Mi chiedono ancora cosa voglio fare dopo e rispondo che prima voglio passare in ostello per lasciare giù la macchina fotografica e il marsupio, poi voglio andare in un club. Noto sui loro volti un’espressione un po’ desolata e triste. Usciamo tutti insieme, ora siamo nuovamente in piazza dell’Opera e vedo che stanno discutendo, probabilmente riferendosi a me. Maria sta dando il numero di cellulare alla rossa. Il cinese e un ragazzo stanno parlando di me, colgo le parole “hostel” e “club”. “Club” la sento più di una volta e capisco che il ragazzo non è d’accordo con il cinese. Intuisco che c’è qualcosa di strano.
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Re: Polonia - Ucraina 2009:

Messaggioda Lebowski » 19/09/2009, 18:03

est_raneo:
benvenuto.
Dovrei essere gentile e rivelarlo, ma cercate di capire, ho fatto un giuramento solenne con me stesso. non posso dire oltre, nemmeno lo Stato, non grande (tutto ciò che posso rivelare, fin troppo). :D
Se pensavi di intuirla vuol dire che anche tu ne hai una, se ti va di dire la tua fallo. Ma io la mia non la rivelo. ;)
Ciao.
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Re: Polonia - Ucraina 2009:

Messaggioda Lebowski » 19/09/2009, 20:10

Maria mi avvicina: “Lebowski (in realtà mi ha chiamato con il mio vero nome, ovviamente) ti faccio un’ultima proposta: noi andiamo a cercare un negozio per prendere qualcosa da bere, poi vediamo dove andare e dopo vieni a dormire da noi”.
La proposta non mi alletta per niente, “no, grazie. Preferirei andare in un club, ormai è quasi mezzanotte”.
Lei mi guarda delusa, torna dagli altri. Dopo un paio di minuti eccoli arrivare. La rossa mi accompagnerà all’ostello, poi si farà dire dove sono gli altri e li raggiungeremo.
Tutto ciò non cancella la mia sensazione di stranezza; però ok, partiamo.
La rossa inizia ad andare veloce, accidenti a lei. Il piede inizia a farmi un po’ male.
Prova a parlarmi in francese, le ribadisco che non lo parlo bene. “Je deteste le francaise, je prefere l’anglaise”. (spero di averlo scritto correttamente e anche se non lo fosse non me ne frega nulla, stavolta niente lettere mafiose a casa).
Nel frattempo realizzo che i casi sono due:
hanno mandato la rossa con me perché mi si voleva fare;
mi hanno mandato via da solo perché mi volevano sbolognare, stante i diversi programmi.
Oppure prima la uno e subito dopo la due. L’ho capito dal dialogo tra un ragazzo e il cinese, intuendo che il ragazzo voleva che si rimanesse assieme, mentre il cinese non volendo sentir parlare di club preferiva andare a bere in un negozio, cosa che io non ero intenzionato a fare.
Arriviamo all’ostello e ricordo alla rossa di aspettarmi. Apro il portone chi ti trovo? L’ucraina del pomeriggio.
“Ciao Lebowki” (inutile dirlo, ha usato in realtà il mio vero nome) “tutto bene, bella serata!”. È con i due turchi.
“Sì, ora però devo andare su in camera, magari ci si vede in giro”.
Mi sono impuntato molto sul tornare in camera perché volevo a tutti i costi liberarmi del marsupio, della macchina fotografica e di un po’ di denaro, visto che ero bello carico. Ormai avevo capito che erano bravi ragazzi, non c’era nulla da temere (tra l’altro il biglietto da visita regalatomi confermava la cosa), ma nel caso remoto di un mio errore ho pensato che fosse meglio “liberarsi di alcune cose” e comunque il marsupio mi dava veramente fastidio. Del resto io ero uscito solo quella sera con la macchina fotografica per fare qualche foto, visto che era l’ultima, poi prevedevo di rientrare e uscire subito dopo la cena. Ancora non sapevo che avrei conosciuto un gruppo di giovani ucraini.
Salgo, faccio tutto e dopo 10 minuti sono in strada.
Della rossa non c’è traccia. L’ipotesi giusta è la 2, il cinese l’ha avuta vinta sugli altri. Attendo come un cagnolino abbandonato l’arrivo degli altri per una decina di minuti, quando realizzo che non verrà nessuno decido di buttarla sul Metro. Ormai anche la cameriera, la mia panchinara, probabilmente ha già finito di lavorare. La partita è finita, non posso nemmeno farla entrare in campo. E l’altra ragazza, l’ucraina di 20 minuti prima che voleva che le insegnassi l’italiano, chissà dove sarà; non la vedo. Mi fa anche male il piede, la corsetta con la rossa mi è costato parecchio.
Decido di arrivare al Metro, 40 ua di ingresso ed entro. Per fortuna è “solo” a circa 1 km dall’ostello.
Entro e noto che l’età media è 18-20 anni. Basta, ne ho abbastanza per oggi. Non voglio neppure sembrare pedofilo, anche se è ben frequentato. Comunque il locale non è maluccio, probabilmente il giovedì sera o il venerdì è tutta un’altra music, ci sarò rimasto 20 minuti, forse meno. Ma oggi è la serata del sabato, “domani la serata a Cracovia regalerà sicuramente avventure” mi dico per farmi coraggio tornando all’ostello.
Bilancio della serata?
- ho provato l’esperienza della cena alla russa
- mi sono divertito conoscendo un gruppo di giovani locali
- sono andato con loro ad un concerto rock
- mi sono “innamorato”
Non ho concluso nulla, ma non c’è che dire: è stata una serata che ricorderò per sempre, in mezzo a tante altre che servono solo a far volume.


Giorno 13/09: Cracovia

Alle 8 il taxi mi lascia alla stazione. Cerco la prima marshrutka che mi condurrà al confine, parte alle 8 e 40. Il tempo di andare in un negozietto, prendere una bottiglietta d’acqua per il viaggio, ripetere l’esperienza del non capire e sentirsi ripetere le cose ancora allo stesso modo e poi partiamo. Durante il viaggio sento che il giubbettino in pelle che indosso ha il profumo di Maria e mi ricorda malinconicamente la serata passata. Due ore di viaggio ed eccoci scarrozzati all’arrivo. All’andata avevo notato una fila molto lunga di persone che cercano di entrare in Polonia, oltre che di auto. Molto più breve la carovana di chi esce dalla Polonia, la mia precedente. Questo mi aveva fatto temere una buona perdita di tempo per attraversare le dogane, ma contemporaneamente pensavo “sarà domenica mattina, non credo ci sarà molta gente”. Infatti, diversamente dall’andata, non c’è nessuno. Inizio ad incamminarmi lungo il reticolato. Davanti a me ho un ubriaco fradicio, e sono solo le dieci del mattino. Poi vedo una donna con un giubbetto, leggermente nascosta, di spalle, che “si tocca”. Non mi preoccupo più di tanto, so che non sta compiendo autoerotismo (mi avrebbe fatto un po’ schifo, data l’età della signora) ma sta nascondendo nei pantaloni la merce che contrabbanderà una volta arrivata sul territorio polacco.
Oltrepasso velocemente le due dogane, sposto indietro di un’ora le lancette dell’orologio e attendo l’arrivo della marshrutka che mi condurrà a Przemysl. Nei sedili dietro ritrovo l’ubriacone del confine, sta male, neanche si regge in piedi.
Arrivati in città vado in bar vicino alla stazione, mangio qualcosa e mi rallegro perché data l’ora posso prendere un treno antecedente a quello preventivato. Arriverò a Cracovia prima dell’orario previsto, su un Intercity.
Prendo il biglietto e mi accomodo su un sedile a caso. Dopo circa mezz’ora dalla partenza arriva una vecchietta che mi dice di spostarmi, l’aiuto con la valigia e poi le chiedo gentilmente perché. Mi fa capire altrettanto gentilmente che il posto è assegnato sul biglietto, ingenuamente non lo sapevo e così mi sposto e mi siedo finalmente nello scompartimento e nel posto assegnatomi sul biglietto. Il viaggio scorre senza avvenimenti degni di nota, se non il fatto che il tempo si sta annuvolando. È una giornata che mette tristezza, anche il tempo sottolinea che è l’ultima della vacanza.
Arrivo a Cracovia alle 16 e mi reco alla pensione prenotata. È in Kazimierz, quindi esco subito per mangiare qualcosa al solito bar e per vedere se al mercatino c’è ancora il venditore di vinili. Purtroppo il mercatino sta smontando e il mio solito bar è cambiato rispetto alla mia ultima visita, “solo 4 mesi fa ero qua” penso, ma mancano le modelle che lo gestivano.
Mi rifocillo brevemente, messaggio ad Obe che sono arrivato e intanto cade, ma solo per pochi minuti, qualche goccia.
Il quartiere è popolato da inglesi, almeno la metà della gente. Ma stavolta non sono gli inglesi che non sopporto. Dovete sapere che all’estero io divido gli inglesi in due categorie, in base all’età. Se superano i 25 o se sono sotto. I secondi, capaci di girare in maglietta anche a -5 hanno solamente un interesse: bere, gridare, scassare i coglioni, bere. Io non li sopporto. Tutt’altro discorso per i primi, che invece trovo siano il più delle volte gente simpatica non fosse per il loro accento british, che non amo.
La pensione non è male, tornato in camera mi riposo un po’, doccia etc. poi esco, incontrerò un altro Otra dopo cena.
Non so cosa indossare, come le donne, cosa che mi capita raramente. Ho la maglietta degli Ac/Dc, ma scelgo una camicia, visto che il clima è più fresco di quello che avevo trovato nelle sere precedenti.
Sarà un’altra serata molto originale. Questo ancora non posso saperlo, ma lo scoprirò presto.
(ma non temete, c’è meno da raccontare. Il racconto, finalmente, volge al termine).
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Re: Polonia - Ucraina 2009:

Messaggioda iceman85 » 19/09/2009, 22:24

Lebowski ha scritto:est_raneo:
benvenuto.
Dovrei essere gentile e rivelarlo, ma cercate di capire, ho fatto un giuramento solenne con me stesso. non posso dire oltre, nemmeno lo Stato, non grande (tutto ciò che posso rivelare, fin troppo). :D
Se pensavi di intuirla vuol dire che anche tu ne hai una, se ti va di dire la tua fallo. Ma io la mia non la rivelo. ;)
Ciao.


anche se non è riferita a mè, la prima parte della frase è comprensibile però poi diventi estremamente criptico!Ma cosa è successo?
...Ma i veri viaggiatori partono per partire;
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Re: Polonia - Ucraina 2009:

Messaggioda est_rane0 » 19/09/2009, 23:31

ok, mi hai convinto che la situazione era davvero ambigua, secondo me hai evitato qualche brutta sorpresa a non finire la serata con quei ragazzi

riepiloga locali visti e costi ingressi e bevute
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Re: Polonia - Ucraina 2009:

Messaggioda Lebowski » 20/09/2009, 12:55

Inizio a compiere il tragitto che conduce dal quartiere ebraico alla Piazza del Mercato. Arrivo al Wavel e, anche se sono stato qua poco tempo fa, realizzo nuovamente che Krakow è fantastica. Ha un fascino particolare, che aumenta sempre più man mano che mi avvicino alla Piazza.
Quando faccio il mio ingresso trionfale in una delle piazze più belle d’Europa, sento un bel po’ di casino anomalo, e la voce di uno al microfono.
“Bene, un altro concerto rock” mi dico. Vado a vedere.
Non è un concerto, scorgo una sorta di megaschermo e tante persone, cappellini, sciarpe, mani giganti. Mi avvicino e vedo che sul megaschermo danno una partita di pallavolo. C’è tifo, capisco che è la finale del campionato europeo. La Polonia sta giocando. Sono un po’ defilato, quando d’un tratto realizzo chi è l’altra finalista. È la Francia!
La cosa mi eccita. Mezza piazza è piena e la notizia che la Francia può perdere una finale europea mi esalta. Decido di muovermi e dopo pochi minuti sono nelle prime file, in mezzo agli ultras.
Ogni volta che un francese è alla battuta sono tra quelli che lo sommerge di buu e fischi, anche se questo ovviamente non può sentire, visto che l’Europeo è in Turchia.
È il secondo set e la Polonia lo vince!
Siamo 2-0 ma capisco che se non mi muovo non ceno. Mi reco al mio solito ristorante poco lontano e finalmente, dopo qualche minuto, posso riassaporare un buon piatto di pierogi.
Intanto spero che la partita non sia finita. Finito di cenare torno in piazza e la mia speranza è realtà. Sono al 4 set, 2-1 Polska. Anzi: 1-2 France.
Metà set ma la Polonia è sotto di un paio di punti.
Ora però la mia attenzione è spostata su un ubriacone che inizia a dar spettacolo. Non si regge in piedi, a un certo punto prende una bicicletta lì accanto e la solleva cadendo malamente con lei. È uno show.
La partita intanto prosegue sino a quando la Polonia è all’ultimo punto. Ha rimontato, sono stato un talismano: in mia assenza la Francia ha vinto un set e stava per vincerne un altro, ma ora ci sono io. È punto. Vittoria! La piazza esplode di gioia. Non è nemmeno paragonabile alle feste in piazza nel 2006 dell’Italia. Ma è comunque bello. Anzi, è stupendo sapere di aver portato sfiga alla Francia. Quasi mi commuovo. Dopo molti anni mi sono in parte vendicato. Ora io lo so che una vendetta vera è ormai impossibile, dovrei quanto meno limonarmi una francese, diciamo Eva Green, ma vedere degli sportivi francesi delusi mi riscalda il cuore.
Anzi, c’è pure la televisione, sta intervistando dei ragazzi. Passo dietro e grido “Polska, Polska” ma non mi si vede, peccato.
È ancora presto, così decido di fare quattro passi per il centro.
Finisco da Roosters e mi prendo un dolce. Esco e inizia uno scambio frenetico di sms con Obe per cercare di incontrarci.
Fa un certo effetto scrivere e leggere “sono qua” o “ci incontriamo là” tra due persone che non si conoscono, ma che scrivono di questa città come se fosse la loro. Noi non ci conosciamo, ma Krakow conosce noi.
E io conosco un localino dove divertirmi, il famoso Pub Rock.
Entro e come prima cosa vado subito al bancone a guardare gli ingredienti del cocktail a me dedicato solo che, accidenti a me, dopo dieci minuti non me li ricordo più. Dovevo segnarmeli sul cellulare, scriverli da qualche parte, o forse è giusto così perché così vuole il fato.
Ho in corpo 2-3 birre, non molte, e per la serata mi sono ripromesso di non far serata alla grande, domani c’è la partenza. Sugli alcolici non mi sono ripromesso nulla, se lo facessi saprei già come finirebbe. Dopo un altro scambio di messaggistica con Obe scopro che loro sono in un club di Krakow che non avevo mai sentito, mi attendono lì. Esco e mi dirigo al luogo dell’appuntamento. Quando scendo le scale so solo che devo cercare uno con una camicia nera, ma improvvisamente saranno loro a capire chi sono. Scendo, presentazioni di rito e iniziano le danze al bancone: sotto con il primo shot di vodka.
Sono simpatici, il locale è carino. La popolazione presente è scarsa, età media giusta, e in maggioranza maschile.
Ma la poca presenza femminile è buona. La serata scorre in modo divertente, sia Obe che i suoi amici sono simpatici. Facciamo un altro paio di giri di vodka. So di essere qualcosa più di alticcio.
Pochi minuti nella mini saletta adibita a pista, tipica dei locali di questa città, e poi sento l’esigenza di andare in bagno. Sono al lavandino che mi lavo le mani ed ecco che una ragazza mi importuna. Mi parla solo polacco, non parla inglese. Si incazza con me perché non parlo la sua lingua. Non ho ancora capito se il suo unico neurone fosse andato per via dell’alcool o se lo fosse già di suo, o un mix delle due cose.
Un paio di ragazzi mi traducono quello che mi dice e mi traducono quello che voglio dirle. Oppure fanno i furbi e mi fanno dire altre cose a lei. So solo che lei si incazza e loro se la sghignazzano. Un’amica della ragazza si scusa con me per lei. Poi scendo le scale, ricordo solo che prima mi aveva detto di scendere, io la chiamo dalle scale, “scendiamo assieme, no?”. Vedo che Obe e i suoi amici si stanno gustando dal bancone del bar questa scena, molto breve. Scendo, li raggiungo, e quando loro capiscono chi è la ragazza, mi rassicurano: “è fuori di testa, non preoccuparti”.
Bevo un’altra birretta, grosso errore visto che ho in corpo la vodka (se ricordo bene abbiamo fatto 3 giri). Ora sono abbastanza ubriaco ma ormai è giunta ora di uscire. Usciamo, ci salutiamo e ci diamo appuntamento l’indomani in aeroporto, saremo sullo stesso volo.
Mi incammino mestamente a casa, scambio un paio di saluti con un paio di ragazze che incrocio sul cammino e giungo finalmente in camera. “la prossima sera non regalerà sicuramente avventure, visto che sarò in Italia” mi dico prima di prendere sonno.

Lunedì 14: il rientro

L’ultimissimo giorno, quello del rientro, scorre via senza avvenimenti degni di nota. Se non che all’aeroporto si fanno subito notare i classici italiani che vogliono tagliare la fila, abbastanza lunga, dove eravamo noi, quella per l’imbarco “mettiamoci qua, tanto è lo stesso” si dicono mentre cercano di entrare a metà della fila. Io e un amico di Obe ci diciamo subito che davanti a noi no passano. Una delle tante cose che non amo di Ryanair e che mi fa preferire ad esempio, la wizz, che assegna i posti. Ma tant’è, il volo scorre via liscio e anche questa ennesima avventura volge al termine.

Ora, come sempre, sto già pensando a nuovi viaggi, consapevole però che dovrà passare un po’ di tempo. Ma prima o poi arriverà ancora un altro giorno di attesa in aeroporto (v. foto), pronto a salpare verso nuove avventure. Nell’attesa, la prendo così, come viene. Perché come disse lo Straniero: “Drugo sa aspettare. Non so voi, ma personalmente la cosa mi conforta. È bello sapere che lui è in giro, “il drugo”, che la prende come viene, per noi peccatori”.

UPDATED: foto momentaneamente eliminata perché inviata ad un concorso fotografico a tema.
Ultima modifica di Lebowski il 11/03/2010, 15:11, modificato 2 volte in totale.
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Re: Polonia - Ucraina 2009:

Messaggioda Lebowski » 20/09/2009, 13:04

iceman85 ha scritto:
Lebowski ha scritto:est_raneo:
benvenuto.
Dovrei essere gentile e rivelarlo, ma cercate di capire, ho fatto un giuramento solenne con me stesso. non posso dire oltre, nemmeno lo Stato, non grande (tutto ciò che posso rivelare, fin troppo). :D
Se pensavi di intuirla vuol dire che anche tu ne hai una, se ti va di dire la tua fallo. Ma io la mia non la rivelo. ;)
Ciao.


anche se non è riferita a mè, la prima parte della frase è comprensibile però poi diventi estremamente criptico!Ma cosa è successo?


Nel primo messaggio est_raneo scrive che se gli rivelo lo Stato intuisce qual è la città. Significa che anche lui ne ha una. Quindi gli chiedo di rivelarla. ;)
est_rane0 ha scritto:ok, mi hai convinto che la situazione era davvero ambigua, secondo me hai evitato qualche brutta sorpresa a non finire la serata con quei ragazzi

riepiloga locali visti e costi ingressi e bevute


In realtà intendevo esattamente l'opposto, ormai avevo capito che la situazione era tranquilla. Il fatto che Maria mi avesse dato il biglietto da visita, che li avessi conosciuti, che avessi visto anche tanti loro amici, mi aveva tranquillizzato. Sono praticamente sicuro che non ci sarebbero state brutte sorprese con loro. Tra l'altro ho già sentito via e-mail Maria, quindi ne sono certo.

Locali visti di L'viv?
Un club/pub di cui non ricordo il nome, giovedì sera. Entrata gratis.
Millenium: 50 ua (venerdì)
Pub rock sabato sera: entrata gratis, ma bisognava avere il biglietto e non so quanto costasse, regalo di Basket, presumo gestore del locale o pr.
Metro: 40 ua (sabato sera)

Per le bevute non ricordo, ma pochissimo. Credo intorno ai 70 centesimi di euro la birra.

Per quanto riguarda Krakow i locali sono sempre gratis, tranne rare eccezioni.

Ciao
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Re: Polonia - Ucraina 2009:

Messaggioda iceman85 » 20/09/2009, 16:53

che racconto!!!!! :mrgreen:
...Ma i veri viaggiatori partono per partire;
cuori leggeri, s’allontanano come palloni,
al loro destino mai cercano di sfuggire,
e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!

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Re: Polonia - Ucraina 2009:

Messaggioda est_rane0 » 21/09/2009, 14:35

Lebowski ha scritto:
iceman85 ha scritto:
Lebowski ha scritto:est_raneo:
benvenuto.
Dovrei essere gentile e rivelarlo, ma cercate di capire, ho fatto un giuramento solenne con me stesso. non posso dire oltre, nemmeno lo Stato, non grande (tutto ciò che posso rivelare, fin troppo). :D
Se pensavi di intuirla vuol dire che anche tu ne hai una, se ti va di dire la tua fallo. Ma io la mia non la rivelo. ;)
Ciao.


anche se non è riferita a mè, la prima parte della frase è comprensibile però poi diventi estremamente criptico!Ma cosa è successo?


Nel primo messaggio est_raneo scrive che se gli rivelo lo Stato intuisce qual è la città. Significa che anche lui ne ha una. Quindi gli chiedo di rivelarla. ;)
est_rane0 ha scritto:ok, mi hai convinto che la situazione era davvero ambigua, secondo me hai evitato qualche brutta sorpresa a non finire la serata con quei ragazzi

riepiloga locali visti e costi ingressi e bevute


In realtà intendevo esattamente l'opposto, ormai avevo capito che la situazione era tranquilla. Il fatto che Maria mi avesse dato il biglietto da visita, che li avessi conosciuti, che avessi visto anche tanti loro amici, mi aveva tranquillizzato. Sono praticamente sicuro che non ci sarebbero state brutte sorprese con loro. Tra l'altro ho già sentito via e-mail Maria, quindi ne sono certo.

Locali visti di L'viv?
Un club/pub di cui non ricordo il nome, giovedì sera. Entrata gratis.
Millenium: 50 ua (venerdì)
Pub rock sabato sera: entrata gratis, ma bisognava avere il biglietto e non so quanto costasse, regalo di Basket, presumo gestore del locale o pr.
Metro: 40 ua (sabato sera)

Per le bevute non ricordo, ma pochissimo. Credo intorno ai 70 centesimi di euro la birra.

Per quanto riguarda Krakow i locali sono sempre gratis, tranne rare eccezioni.

Ciao


Ebbene si, ne ho una anche io...che fai cominci tu? :mrgreen:

Pensa che per Leopoli sarei dovuto passarci per settembre, ma alla fine ho cambiato itinerario per motivi pratici. Comunque ha destato il mio interesse, un paio di altri racconti letti ne danno riscontri positivi.

Quando ci torneresti?
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Re: Polonia - Ucraina 2009:

Messaggioda pibi » 21/09/2009, 16:22

bel racconto ;)
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Re: Polonia - Ucraina 2009:

Messaggioda Lebowski » 21/09/2009, 17:24

Iceman85, pibi:
Grazie.
Bellissimo viaggio, uno dei più particolari che abbia mai fatto per gli avvenimenti accaduti.

est_raneo:
Anche subito.

Che itinerario hai fatto? Dai una presentazione "più corposa" di te, neo iscritto del forum.

Ciao
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Re: Polonia - Ucraina 2009:

Messaggioda Moran » 22/09/2009, 9:05

Forza Polonia! :mrgreen:
...quel misterioso gerundio dell'anima che è l'eterno presente del viaggio.
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Re: Polonia - Ucraina 2009:

Messaggioda iceman85 » 22/09/2009, 15:16

Moran ha scritto:Forza Polonia! :mrgreen:


no Ucraina :mrgreen:

in ogni caso temo che l'idillio finirà a breve....tempo di far iniziare gli Europei di calcio 2012 e Polonia&Ucraina invaderanno queste terre. In particolare anche la seconda diventerà come la Lettonia...........sputtanata :roll:
...Ma i veri viaggiatori partono per partire;
cuori leggeri, s’allontanano come palloni,
al loro destino mai cercano di sfuggire,
e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!

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Re: Polonia - Ucraina 2009:

Messaggioda Lebowski » 22/09/2009, 15:44

iceman85 ha scritto:
Moran ha scritto:Forza Polonia! :mrgreen:


no Ucraina :mrgreen:

in ogni caso temo che l'idillio finirà a breve....tempo di far iniziare gli Europei di calcio 2012 e Polonia&Ucraina invaderanno queste terre. In particolare anche la seconda diventerà come la Lettonia...........sputtanata :roll:


Abbasso Francia, è più corretto.

Entro il 2012 io e Maria ci saremo già sposati ed avrò già il mio erede, un piccolo drughetto da crescere secondo i dettami del rock. quindi non m'importa.
Geo, mi fai da testimone? ;)
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Re: Polonia - Ucraina 2009:

Messaggioda darietto » 22/09/2009, 17:44

Lebowski ha scritto:Abbasso Francia, è più corretto.

Entro il 2012 io e Maria ci saremo già sposati ed avrò già il mio erede, un piccolo drughetto da crescere secondo i dettami del rock. quindi non m'importa.

Dovrai però insegnargli che il miglior cd dei Guns'n'Roses non è "Appetite for destruction" bensì "Use your illusion 2".

Comunque proprio un bel racconto. L'vov sembra proprio meritare. Quasi quasi un giretto in Ucraina... vero Ice? ;)
Io: Vero Ground good morning, Warrior **** over Pine island, inbound for landing on rwy 22L

Twr: Warrior **** please note that Vero Ground cound't care less of what you said, but I'm Vero tower and so I care about you
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