Malta: 4 giorni a fine giugno
Inviato: 06/07/2010, 11:23
Quest'anno a fine giugno a Roma c'era un bel ponte, il 29 che e' festivo (San Pietro patrono di Roma) cadeva di martedi': come resistere? Va sfruttato! Casualmente gia' a dicembre 2009 la Easyjet annuncia l'apertura della rotta Roma-Malta, finalmente una low cost da Roma per quest'isoletta che puntavo da un po'. 4 giorni sono davvero perfetti per visitare questo piccolo paese e anche il periodo ci sembra ottimo: potremmo fare anche qualche bagno in mare!! Quindi compriamo i voli a Natale per 65 euro a testa e poi tra marzo e aprile prenotiamo hotel (Bayview a Sliema, 3 stelle, totale 4 notti in doppia 200 euro), auto a noleggio (Active Car Rent, per 4 giorni circa 60 euro piu' varie assicurazioni aggiuntive e supplemento aeroporto arriviamo quasi a 120 euro ) e visita all'Ipogeo (20 euro a testa). E infine, si parte!!!
Sabato 26 giugno
Il nostro volo Easyjet da Roma Fiumicino atterra a Malta in orario, le 8.30, nonostante la partenza in leggero ritardo. Ancora assonnati usciamo dall’area doganale in pochi minuti (abbiamo solo il bagaglio a mano) e cerchiamo il nostro referente dell’autonoleggio. Nella conferma che ho ricevuto dall’agenzia c’era scritto che ci sarebbe stato un loro rappresentante ad accoglierci, ma non vediamo nessuno. Nella sala arrivi ci sono i banchi di tutte le agenzie di noleggio ma nessuna che si chiami Active. Dopo un po’ di smarrimento telefoniamo e ci dicono che loro si appoggiano alla First. Infatti a guardare bene, dentro il banco della First c’e’ anche un micro-logo della Active. Ma un po’ piu’ grande no???
Recuperata l’auto (fregatura: dobbiamo pagare in anticipo il pieno di benzina: e se poi non lo usiamo tutto?) ci dirigiamo in modo incerto verso il nostro hotel: Marco si cimenta per la prima volta con la guida dal lato "sbagliato" e all’inizio deve anche abituarsi alla macchina un po’ vecchio stile (niente servosterzo, frizione moooolto brusca...). Non abbiamo un navigatore (in quello di Marco le mappe di Malta non c’erano) ma una cartina abbastanza dettagliata regalataci dall’autonoleggio: devo dire che assieme ai cartelli stradali sara’ sufficiente per girare tutti 4 i giorni senza perderci... troppo
Verso le 10 dopo un paio di svolte sbagliate riusciamo ad arrivare a Sliema, o meglio a Gzira. Il nostro albergo, il Bayview, e’ sul lungomare e troviamo anche subito parcheggio a poca distanza. Alla reception ci dicono che la camera sara’ disponibile dopo le 14 e quindi lasciamo il trolley nello stanzino dei bagagli per andare alla scoperta della capitale Valletta. Il primo impatto con l’hotel e’ positivo, sembra moderno, pieno di gente... siccome in rete abbiamo letto moltissime lamentele sulla situazione igenica degli hotel di Malta sotto le 4 stelle, siamo un po’ preoccupati, vedremo stasera cosa ci riserva la nostra stanza.
Prima di iniziare le visite ci sediamo in un baretto vicino all’hotel per una seconda colazione, e poi prendiamo un bus per Valletta. In effetti oggi la macchina non ci servirebbe, ma domani e’ domenica e i noleggi sono chiusi, per cui ci tocca prenderla gia’ da oggi.
Comunque un’esperienza sui bus maltesi e’ assolutamente da fare. Vecchi bus un po’ scassati, gialli e arancioni con decorazioni personalizzate (mi sa che ogni autista ha il “suo” bus, ci tengono anche le foto della famiglia!!), con la porta sempre aperta... per prenotare la fermata si tira una cordicella, sembra di stare negli anni 50!! Anche il parco macchine private spesso risale allo stesso periodo, in piu’ di un’occasione ci sembra quasi di essere a Cuba (anche se non ci siamo mai stati). Un’altra cosa che si nota e’ che moltissime macchine sono modificate con mega marmittoni, decorazioni, decappottamenti (abbiamo visto perfino una vecchia 500 tutta riverniciata di giallo e decapottata!!)... I maltesi sono abbastanza “coatti” alla guida, amano le sgommate e attirare l’attenzione, pero’ in generale non abbiamo avuto l’impressione che guidino poi tanto peggio che a Roma.
Sul nostro bussino arriviamo in 10 minuti al terminal della Valletta, davanti al City Gate. Sono ormai le 11 passate, ed essendo sabato la mia priorita’ e’ riuscire ad entrare nella co-cattedrale di San Giovanni entro le 12 perche’ poi l’ingresso chiude. Passiamo comunque un po’ di tempo a scattare foto ai bus li’ al terminal, poi ci incamminiamo lungo la strada pedonale principale della Valletta, stracolma di gente! Arriviamo alla piazza della co-cattedrale, prima di entrare ci facciamo tutto un giro attorno alla chiesa e verso le 11:45 siamo dentro (ingresso 6 euro). La bigliettaia ci dice che il museo chiude alle 12:15 e la chiesa alle 12:30, ma noi iniziamo comunque la visita dalla chiesa: sfarzosa e’ dire poco, tutta ricoperta d’oro com’e’!! Il pavimento e’ coperto di lastre di marmo con disegni policromi, che sono le tombe dei vari Gran Maestri. Ognuna delle cappelle laterali era appannaggio di una delle 8 “lingue” dei cavalieri (cioe’ italiani, aragonesi, francesi, etc), e l’audioguida inclusa nel biglietto spiega tutti i particolari delle cappelle nonche’ della navata e della volta. Non ascoltiamo tutto perche’ il tempo stringe, quindi entriamo nell’Oratorio dove ci sono i famosissimi quadri del Caravaggio e poi vediamo il resto del museo (arazzi, libri con miniature, vestiario religioso, quadri, etc). L’ultimo quarto d’ora lo spendiamo di nuovo nella chiesa che ci piace davvero tanto.
Una volta fuori decidiamo di pranzare poco piu’ avanti, al Caffe’ Cordina, locale storico che vediamo un momento anche all’interno prima di sederci ad un tavolino all’esterno sotto un ombrellone. Ogni tanto arriva una folata di brezza ma in generale il caldo e’ forte. Ci prendiamo un paio di piatti tipici, Marco una cosa con del pesce e io una specie di piadina arrotolata con dentro verdure, formaggio locale e bigilla (salsa di fave), nonche’ due belle Cisk fredde. Il servizio e’ abbastanza rapido, ma noi anche dopo aver pagato quasi non riusciamo ad alzarci per via della stanchezza (abbiamo dormito davvero poco stanotte!) e del caldo.
Finalmente verso le 2 e mezza ci spostiamo da li’ e entriamo nell’adiacente Palazzo del Gran Maestro. Il biglietto costa 10 euro e include sia l’armeria sia le sale di rappresentanza. Noi pero’ decidiamo di comprare il multipass della Heritage Malta che per 30 euro a testa (durata 1 mese) permette di entrare in tutti i siti gestiti da questo ente, che in tutto il paese sono oltre una ventina. Noi abbiamo in programma di vederne almeno altri 2 che costano 9 euro l’uno per cui alla fine se ne aggiungiamo anche un quarto ci andiamo a risparmiare.
L’armeria si rivela interessante contro ogni mia aspettativa: le armature decorate, cesellate, lavorate in vari modi sono davvero molto belle, e gli elmi sono parecchio buffi. Meno interessante la stanza con le armi (spade, cannoni, moschetti, fucili etc) ma non importa. Le stanze di rappresentanza visitabili sono solo 5-6, con affreschi sul soffitto, arazzi, tessuti preziosi sulle sedie etc. Sono ancora oggi usate per accogliere dignitari stranieri in visita, quindi se capitate nel giorno sbagliato potrebbero non essere accessibili.
Dopo questa visita decidiamo che per oggi basta con chiese e musei (anche se ci sarebbe il bel museo archeologico, tra l’altro incluso nel nostro multipass). Continuiamo la passeggiata lungo la via principale di Valletta fino al Forte Sant’Elmo, sulla punta della penisola. La zona e’ molto meno turistica e le strade sono quasi deserte. Mi colpisce in particolare l’architettura maltese con i tipici balconi delle case, le insegne dei negozi risalenti almeno agli anni 70, e il colore giallo predominante, dato dalla pietra usata per tutte le costruzioni qui a Malta. Da un lato si vede che siamo in un paese mediterraneo, l’atmosfera e’ simile a quella della Grecia, della Sicilia o della Tunisia, ma dall’altro ci sono dei particolari, come le cabine telefoniche rosse, i battenti dei portoni o appunto questi balconi che ricordano piu’ il nord Europa.
Altra cosa che mi colpisce tantissimo e’ la lingua: tutti parlano bene l’inglese ma la madrelingua e’ il maltese, una lingua imparentata con l’arabo ma piena zeppa di termini provenienti dall’italiano. Capita di trovare insegne con una frase dove si capisce quasi tutto e un’altra piena di parole incomprensibili. Ricordo una targa in un museo (a Gozo): la bacheca conteneva dei giocattoli fatti con la pietra, la targa diceva "Stone toys" in inglese e poi "Giugarelli tal gebel" : notare che in arabo gebel significa proprio pietra!
Ma torniamo a noi: arrivati al Forte (che non si puo’ visitare) torniamo indietro per la strada lungo le "mura" a destra. Passiamo per i Lower Barakka Gardens, e poi con una certa stanchezza addosso arriviamo agli Upper Barakka Gardens. Qui ci sediamo su una panchina all’ombra e Marco si appisola. Io sono un po’ meno stanca (ho dormito un paio d’ore in piu’ di lui stanotte) e gironzolo per il giardino scattando foto al bellissimo panorama sulle Tre Citta’.
Dopo una mezz’oretta Marco si e’ un po’ ripreso, scatta qualche foto anche lui e poi torniamo al terminal dei bus, da cui prendiamo un autobus per Vittoriosa, una delle Tre Citta’. In linea d’aria sono poche centinaia di metri, ma in mezzo c’e’ il mare e quindi l’autobus deve fare un giro abbastanza lungo: ci vogliono circa 15 minuti.
Vittoriosa e’ molto piu’ tranquilla di Valletta, e ha una serie di stradine strette molto caratteristiche. Ad un certo punto mentre ammiriamo una finestra medievale di una casa su un vicolo, un operaio che sta lavorando al restauro della piccola casa ci dice che si puo’ entrare: non c’e’ molto dentro ma e’ carino. Facciamo un po’ di giri per la zona dei vicoli e poi scendiamo al lungomare passando per una chiesa (San Lorenzo) che al momento e’ piena di gente per una funzione religiosa. Sul lungomare c’e’ una costruzione molto bella, in mattoni, sembra quasi un castello: oggi e’ la sede del Museo Marittimo.
Da Vittoriosa decidiamo di tornare a Valletta con una barca tradizionale, la dghajsa. Ci sono delle barche che fanno da taxi, per 5 euro a testa. Molto molto bello vedere il panorama di Vittoriosa e Valletta dal mare, peccato che le tradizionali barche a remi vengano adesso spinte da un motore, e i due remi rimangano legati davanti solo come "decorazione"!! In questo modo pero’ la traversata dura solo 5 minuti.
Arrivati a Valletta ovviamente ci troviamo a livello del mare e dobbiamo di nuovo salire verso l’alto per tornare in centro. Sono circa le 18.30 e il sole del tardo pomeriggio invita a scattare delle foto, ma siamo dal lato in ombra: ci spostiamo quindi verso ovest e dal bastione di San Michele ammiriamo e fotografiamo il lato di Valletta illuminato.
Visto che siamo in zona, e che a quest’ora dev’essere suggestivo, per tornare in albergo vorremmo prendere un battello che parte proprio da la’ sotto e porta a Sliema. Pero’ non sono sicura se a quest’ora sia ancora in funzione, ricordavo che terminasse verso le 18-19 ma non a che ora esattamente. Non ci va di scendere per poi scoprire che non c'e' e dover risalire per prendere il bus, per cui chiediamo a una coppia di signori del posto che incrociamo: alla signora sembra di ricordare che vadano avanti fino a sera... Non sono molto convinta ma scendiamo ugualmente verso il mare: ovviamente il traghetto terminava alle 18:15.
Stanchi come siamo, con i piedi a pezzi e sotto il caldo, risaliamo fino alla via principale e poi usciamo sulla piazza del terminal bus.
Riusciamo cosi’ a tornare a Gzira e verso le 19:30 prendiamo possesso della nostra stanza d’albergo: la paura di trovare chissa’ cosa per fortuna si rivela infondata: camera dai mobili abbastanza nuovi, con tv (il telecomando pero’ necessita di cauzione), aria condizionata rumorosa ma funzionante, bagno decentemente pulito. Reti e materassi sono sufficientemente comodi, e a parte il fatto che le lenzuola non hanno gli angoli e sono corte (per cui al mattino ci si ritrova a dormire sul materasso mezzo "nudo" perche’ il lenzuolo si e’ ammucchiato tutto da un lato) direi che non ci possiamo lamentare. I letti verranno rifatti alla buona, perche’ la sera dopo tornando in camera li troveremo si’ rifatti ma aprendo le lenzuola ci saranno ancora i miei capelli della notte prima. Il cambio di asciugamani e’ stato quotidiano per quelli da doccia ma non c’e’ stato per quelli da viso. Per la cronaca, il prezzo della doppia con bagno e senza colazione e’ stato di 50 euro a notte. Era il Bayview Hotel, un 3 stelle. Ci sarebbe anche stata la piscina al 7° piano ma noi non ci siamo andati, e la colazione a buffet che non abbiamo provato costava 3,5 euro.
Constatato quindi che i nostri asciugamanini da viaggio e il mio sacco-lenzuolo di seta (portati per ogni evenienza) potevano anche stare a casa ci riposiamo e risistemiamo un po’. Verso le 9 usciamo per cenare: mi avevano consigliato di dormire a Sliema perche’ e’ una zona con molti ristorantini e la sera si puo’ fare una passeggiata, e la cosa si rivela vera. Scegliamo di cenare in un posto dal nome italiano (Pomodoro o Milano Due, non ricordo) ma non prendiamo le pizze bensi’ dei mega-hamburger. Soddisfatto lo stomaco non resistiamo molto a lungo alla stanchezza, compriamo due cose per fare colazione domani, torniamo in albergo e a nanna!!
Sabato 26 giugno
Il nostro volo Easyjet da Roma Fiumicino atterra a Malta in orario, le 8.30, nonostante la partenza in leggero ritardo. Ancora assonnati usciamo dall’area doganale in pochi minuti (abbiamo solo il bagaglio a mano) e cerchiamo il nostro referente dell’autonoleggio. Nella conferma che ho ricevuto dall’agenzia c’era scritto che ci sarebbe stato un loro rappresentante ad accoglierci, ma non vediamo nessuno. Nella sala arrivi ci sono i banchi di tutte le agenzie di noleggio ma nessuna che si chiami Active. Dopo un po’ di smarrimento telefoniamo e ci dicono che loro si appoggiano alla First. Infatti a guardare bene, dentro il banco della First c’e’ anche un micro-logo della Active. Ma un po’ piu’ grande no???
Recuperata l’auto (fregatura: dobbiamo pagare in anticipo il pieno di benzina: e se poi non lo usiamo tutto?) ci dirigiamo in modo incerto verso il nostro hotel: Marco si cimenta per la prima volta con la guida dal lato "sbagliato" e all’inizio deve anche abituarsi alla macchina un po’ vecchio stile (niente servosterzo, frizione moooolto brusca...). Non abbiamo un navigatore (in quello di Marco le mappe di Malta non c’erano) ma una cartina abbastanza dettagliata regalataci dall’autonoleggio: devo dire che assieme ai cartelli stradali sara’ sufficiente per girare tutti 4 i giorni senza perderci... troppo
Verso le 10 dopo un paio di svolte sbagliate riusciamo ad arrivare a Sliema, o meglio a Gzira. Il nostro albergo, il Bayview, e’ sul lungomare e troviamo anche subito parcheggio a poca distanza. Alla reception ci dicono che la camera sara’ disponibile dopo le 14 e quindi lasciamo il trolley nello stanzino dei bagagli per andare alla scoperta della capitale Valletta. Il primo impatto con l’hotel e’ positivo, sembra moderno, pieno di gente... siccome in rete abbiamo letto moltissime lamentele sulla situazione igenica degli hotel di Malta sotto le 4 stelle, siamo un po’ preoccupati, vedremo stasera cosa ci riserva la nostra stanza.
Prima di iniziare le visite ci sediamo in un baretto vicino all’hotel per una seconda colazione, e poi prendiamo un bus per Valletta. In effetti oggi la macchina non ci servirebbe, ma domani e’ domenica e i noleggi sono chiusi, per cui ci tocca prenderla gia’ da oggi.
Comunque un’esperienza sui bus maltesi e’ assolutamente da fare. Vecchi bus un po’ scassati, gialli e arancioni con decorazioni personalizzate (mi sa che ogni autista ha il “suo” bus, ci tengono anche le foto della famiglia!!), con la porta sempre aperta... per prenotare la fermata si tira una cordicella, sembra di stare negli anni 50!! Anche il parco macchine private spesso risale allo stesso periodo, in piu’ di un’occasione ci sembra quasi di essere a Cuba (anche se non ci siamo mai stati). Un’altra cosa che si nota e’ che moltissime macchine sono modificate con mega marmittoni, decorazioni, decappottamenti (abbiamo visto perfino una vecchia 500 tutta riverniciata di giallo e decapottata!!)... I maltesi sono abbastanza “coatti” alla guida, amano le sgommate e attirare l’attenzione, pero’ in generale non abbiamo avuto l’impressione che guidino poi tanto peggio che a Roma.
Sul nostro bussino arriviamo in 10 minuti al terminal della Valletta, davanti al City Gate. Sono ormai le 11 passate, ed essendo sabato la mia priorita’ e’ riuscire ad entrare nella co-cattedrale di San Giovanni entro le 12 perche’ poi l’ingresso chiude. Passiamo comunque un po’ di tempo a scattare foto ai bus li’ al terminal, poi ci incamminiamo lungo la strada pedonale principale della Valletta, stracolma di gente! Arriviamo alla piazza della co-cattedrale, prima di entrare ci facciamo tutto un giro attorno alla chiesa e verso le 11:45 siamo dentro (ingresso 6 euro). La bigliettaia ci dice che il museo chiude alle 12:15 e la chiesa alle 12:30, ma noi iniziamo comunque la visita dalla chiesa: sfarzosa e’ dire poco, tutta ricoperta d’oro com’e’!! Il pavimento e’ coperto di lastre di marmo con disegni policromi, che sono le tombe dei vari Gran Maestri. Ognuna delle cappelle laterali era appannaggio di una delle 8 “lingue” dei cavalieri (cioe’ italiani, aragonesi, francesi, etc), e l’audioguida inclusa nel biglietto spiega tutti i particolari delle cappelle nonche’ della navata e della volta. Non ascoltiamo tutto perche’ il tempo stringe, quindi entriamo nell’Oratorio dove ci sono i famosissimi quadri del Caravaggio e poi vediamo il resto del museo (arazzi, libri con miniature, vestiario religioso, quadri, etc). L’ultimo quarto d’ora lo spendiamo di nuovo nella chiesa che ci piace davvero tanto.
Una volta fuori decidiamo di pranzare poco piu’ avanti, al Caffe’ Cordina, locale storico che vediamo un momento anche all’interno prima di sederci ad un tavolino all’esterno sotto un ombrellone. Ogni tanto arriva una folata di brezza ma in generale il caldo e’ forte. Ci prendiamo un paio di piatti tipici, Marco una cosa con del pesce e io una specie di piadina arrotolata con dentro verdure, formaggio locale e bigilla (salsa di fave), nonche’ due belle Cisk fredde. Il servizio e’ abbastanza rapido, ma noi anche dopo aver pagato quasi non riusciamo ad alzarci per via della stanchezza (abbiamo dormito davvero poco stanotte!) e del caldo.
Finalmente verso le 2 e mezza ci spostiamo da li’ e entriamo nell’adiacente Palazzo del Gran Maestro. Il biglietto costa 10 euro e include sia l’armeria sia le sale di rappresentanza. Noi pero’ decidiamo di comprare il multipass della Heritage Malta che per 30 euro a testa (durata 1 mese) permette di entrare in tutti i siti gestiti da questo ente, che in tutto il paese sono oltre una ventina. Noi abbiamo in programma di vederne almeno altri 2 che costano 9 euro l’uno per cui alla fine se ne aggiungiamo anche un quarto ci andiamo a risparmiare.
L’armeria si rivela interessante contro ogni mia aspettativa: le armature decorate, cesellate, lavorate in vari modi sono davvero molto belle, e gli elmi sono parecchio buffi. Meno interessante la stanza con le armi (spade, cannoni, moschetti, fucili etc) ma non importa. Le stanze di rappresentanza visitabili sono solo 5-6, con affreschi sul soffitto, arazzi, tessuti preziosi sulle sedie etc. Sono ancora oggi usate per accogliere dignitari stranieri in visita, quindi se capitate nel giorno sbagliato potrebbero non essere accessibili.
Dopo questa visita decidiamo che per oggi basta con chiese e musei (anche se ci sarebbe il bel museo archeologico, tra l’altro incluso nel nostro multipass). Continuiamo la passeggiata lungo la via principale di Valletta fino al Forte Sant’Elmo, sulla punta della penisola. La zona e’ molto meno turistica e le strade sono quasi deserte. Mi colpisce in particolare l’architettura maltese con i tipici balconi delle case, le insegne dei negozi risalenti almeno agli anni 70, e il colore giallo predominante, dato dalla pietra usata per tutte le costruzioni qui a Malta. Da un lato si vede che siamo in un paese mediterraneo, l’atmosfera e’ simile a quella della Grecia, della Sicilia o della Tunisia, ma dall’altro ci sono dei particolari, come le cabine telefoniche rosse, i battenti dei portoni o appunto questi balconi che ricordano piu’ il nord Europa.
Altra cosa che mi colpisce tantissimo e’ la lingua: tutti parlano bene l’inglese ma la madrelingua e’ il maltese, una lingua imparentata con l’arabo ma piena zeppa di termini provenienti dall’italiano. Capita di trovare insegne con una frase dove si capisce quasi tutto e un’altra piena di parole incomprensibili. Ricordo una targa in un museo (a Gozo): la bacheca conteneva dei giocattoli fatti con la pietra, la targa diceva "Stone toys" in inglese e poi "Giugarelli tal gebel" : notare che in arabo gebel significa proprio pietra!
Ma torniamo a noi: arrivati al Forte (che non si puo’ visitare) torniamo indietro per la strada lungo le "mura" a destra. Passiamo per i Lower Barakka Gardens, e poi con una certa stanchezza addosso arriviamo agli Upper Barakka Gardens. Qui ci sediamo su una panchina all’ombra e Marco si appisola. Io sono un po’ meno stanca (ho dormito un paio d’ore in piu’ di lui stanotte) e gironzolo per il giardino scattando foto al bellissimo panorama sulle Tre Citta’.
Dopo una mezz’oretta Marco si e’ un po’ ripreso, scatta qualche foto anche lui e poi torniamo al terminal dei bus, da cui prendiamo un autobus per Vittoriosa, una delle Tre Citta’. In linea d’aria sono poche centinaia di metri, ma in mezzo c’e’ il mare e quindi l’autobus deve fare un giro abbastanza lungo: ci vogliono circa 15 minuti.
Vittoriosa e’ molto piu’ tranquilla di Valletta, e ha una serie di stradine strette molto caratteristiche. Ad un certo punto mentre ammiriamo una finestra medievale di una casa su un vicolo, un operaio che sta lavorando al restauro della piccola casa ci dice che si puo’ entrare: non c’e’ molto dentro ma e’ carino. Facciamo un po’ di giri per la zona dei vicoli e poi scendiamo al lungomare passando per una chiesa (San Lorenzo) che al momento e’ piena di gente per una funzione religiosa. Sul lungomare c’e’ una costruzione molto bella, in mattoni, sembra quasi un castello: oggi e’ la sede del Museo Marittimo.
Da Vittoriosa decidiamo di tornare a Valletta con una barca tradizionale, la dghajsa. Ci sono delle barche che fanno da taxi, per 5 euro a testa. Molto molto bello vedere il panorama di Vittoriosa e Valletta dal mare, peccato che le tradizionali barche a remi vengano adesso spinte da un motore, e i due remi rimangano legati davanti solo come "decorazione"!! In questo modo pero’ la traversata dura solo 5 minuti.
Arrivati a Valletta ovviamente ci troviamo a livello del mare e dobbiamo di nuovo salire verso l’alto per tornare in centro. Sono circa le 18.30 e il sole del tardo pomeriggio invita a scattare delle foto, ma siamo dal lato in ombra: ci spostiamo quindi verso ovest e dal bastione di San Michele ammiriamo e fotografiamo il lato di Valletta illuminato.
Visto che siamo in zona, e che a quest’ora dev’essere suggestivo, per tornare in albergo vorremmo prendere un battello che parte proprio da la’ sotto e porta a Sliema. Pero’ non sono sicura se a quest’ora sia ancora in funzione, ricordavo che terminasse verso le 18-19 ma non a che ora esattamente. Non ci va di scendere per poi scoprire che non c'e' e dover risalire per prendere il bus, per cui chiediamo a una coppia di signori del posto che incrociamo: alla signora sembra di ricordare che vadano avanti fino a sera... Non sono molto convinta ma scendiamo ugualmente verso il mare: ovviamente il traghetto terminava alle 18:15.
Stanchi come siamo, con i piedi a pezzi e sotto il caldo, risaliamo fino alla via principale e poi usciamo sulla piazza del terminal bus.
Riusciamo cosi’ a tornare a Gzira e verso le 19:30 prendiamo possesso della nostra stanza d’albergo: la paura di trovare chissa’ cosa per fortuna si rivela infondata: camera dai mobili abbastanza nuovi, con tv (il telecomando pero’ necessita di cauzione), aria condizionata rumorosa ma funzionante, bagno decentemente pulito. Reti e materassi sono sufficientemente comodi, e a parte il fatto che le lenzuola non hanno gli angoli e sono corte (per cui al mattino ci si ritrova a dormire sul materasso mezzo "nudo" perche’ il lenzuolo si e’ ammucchiato tutto da un lato) direi che non ci possiamo lamentare. I letti verranno rifatti alla buona, perche’ la sera dopo tornando in camera li troveremo si’ rifatti ma aprendo le lenzuola ci saranno ancora i miei capelli della notte prima. Il cambio di asciugamani e’ stato quotidiano per quelli da doccia ma non c’e’ stato per quelli da viso. Per la cronaca, il prezzo della doppia con bagno e senza colazione e’ stato di 50 euro a notte. Era il Bayview Hotel, un 3 stelle. Ci sarebbe anche stata la piscina al 7° piano ma noi non ci siamo andati, e la colazione a buffet che non abbiamo provato costava 3,5 euro.
Constatato quindi che i nostri asciugamanini da viaggio e il mio sacco-lenzuolo di seta (portati per ogni evenienza) potevano anche stare a casa ci riposiamo e risistemiamo un po’. Verso le 9 usciamo per cenare: mi avevano consigliato di dormire a Sliema perche’ e’ una zona con molti ristorantini e la sera si puo’ fare una passeggiata, e la cosa si rivela vera. Scegliamo di cenare in un posto dal nome italiano (Pomodoro o Milano Due, non ricordo) ma non prendiamo le pizze bensi’ dei mega-hamburger. Soddisfatto lo stomaco non resistiamo molto a lungo alla stanchezza, compriamo due cose per fare colazione domani, torniamo in albergo e a nanna!!