Una notte a Liverpool e mezz'ora a Derby. Con la valigia...
Inviato: 29/05/2012, 18:14
In ritardo, in tono sommesso ma comunque collegato a questo viaggio:
viewtopic.php?f=10&t=2377
LIVERPOOL:
Per ovviare al caro prezzi di Trenitalia, e raggiungere la Lituania senza passare da Bergamo o Roma, opto per una soluzione fantasiosa ma accattivante al tempo stesso: salpare da Pisa per Liverpool, trascorrere la notte nella città dei Kop e risalpare l'indomani mattina per Kaunas, da dove poi mi sarei ricongiunto con Jena e Christian per iniziare il nostro viaggio alla scoperta della Latgallia.
Salpo quindi in serata da Pisa ed attracco a Liverpool intorno le 23. Ho pochi minuti prima di decidere il da farsi per la notte: trascorrerla in aeroporto o recarmi in città e buttarmi nella visita e magari nella sua nightlife? L'ultimo collegamento per la città decolla a minuti, devo decidere alla luce di nessuna connessione mattutina che mi riporti in aeroporto in tempo per il mio aereo. Ho solo una flebile notizia di un bus notturno ma di cui praticamente nessuno ha mai sentito parlare.
Mi informo per un eventuale deposito bagagli dove lasciare la valigia per la nottata ma ovviamente risulta inesistente. Noto una mappa cittadina e me la accaparro al volo.
La navetta per il centro sta per chiudere le porte. Decido di saltare addosso. Magari non avrò mai più la possibilità di concedermi un giro per Liverpool...per tornare in aeroporto ci penseremo dopo...al massimo mi svenerò per un tassi...
In circa 30 minuti vengo sbattuto in pieno centro città, giusto di fronte la stazione ferroviaria. Il bus riparte e resto solo con mia valigia nelle fredda notte inglese. Come prima mossa cerco di penetrare all’interno della stazione con la speranza di trovare un deposito bagagli dove abbandonare la mia valigia. Come supposto in precedenza e memore di una datata esperienza londinese, stazione ferroviaria chiusa e devo quindi accantonare l’idea di girare con le mani in tasca. Oramai ho deciso di ballare e di certo non mi ferma il peso della valigia; che sia la mia compagna notturna. D’altronde il mio vecchio amico barbone a Firenze come ha vissuto per anni in strada prima di morire? La valigia al seguito era la sua caratteristica. Lo sarà anche per me stanotte, mi limiterà ma non mi fermerà.
Ho almeno 5 ore di totale autonomia prima di dover rientrare in aeroporto. Sono spaesato non conoscendo la città, non orientandomi ed essendo a quanto pare l’unico viandante per strada. Per rassicurarmi, decido di buttarmi alla ricerca della stazione dei bus da dove esisterebbe questo fantomatico collegamento notturno per l’aerodromo. Mi incammino e mi imbatto in una sorta di moderna autostazione all’aperto. Sugli esaurienti display, del mio bus ovviamente neanche l’ombra. Vengo notato nell’oscurità da una coppia di metronotte, nottambuli per lavoro loro, che mi chiedono di cosa abbisognassi. Il mio inglese farà cacare ma il loro risulta incomprensibile e desisto dal chiedere informazioni. Il metronotte uomo, però, ritorna sui suoi passi e con molta gentilezza cerca di aiutarmi ma del misterioso bus notturno neanche lui ne sa niente. Gli indico una ulteriore stazione sulla mappa, forse parte da lì? E chi lo sa? Decido di incamminarmi ed andarmi a rassicurare di persona della cosa. L’autostazione fantasma e deserta è lì isolata dal resto ed anche l’orario del mio bus se ne sta lì in attesa che qualche povero disgraziato come me lo prenda all’orario stabilito. Rinfrancato da ciò mi butto seriamente nella visita notturna della città. Una camminata clamorosa di circa 4 ore valigia al seguito.
Empire theatre; St. George Hall; la Central Library; il World Museum; una misteriosa Torre stile televisiva; attraverso il centro propriamente detto con tutte le vetrine scintillanti, il salotto buono di città ma tristemente deserto; mi butto nel quartiere del Liverpool One fino al Waterfront sul fiume Mersey. Medito. Mi trovo a Liverpool…
Vorrei visitare lo stadio ma ovviamente non ce ne è la possibilità ma di sicuro non mi lascerò scappare l’occasione di visitare il celeberrimo Cavern. Il locale dove si esibiva e muoveva i suoi primi passi artistici il vulcanico Mino Reitano.
Mi butto nel Cavern Quartet, la zona più naif della città inglese. Per un clamoroso ritardo il locale è già chiuso visto che è martedi e non mi resta solamente che leggermi la storia del locale, della sua chiusura, della riapertura ed ammirare le sue mura ed il suo ingresso dall’esterno.
Con la valigia al seguito ho definitivamente abbandonato l’opzione nighlife che per essere martedi comunque fa notare cose interessanti nelle vicinanze dei vari locali aperti. Soprattutto nella zona di Rope Walks. Ragazzi ubriachi, callarone urlanti, qualche estremo piccioncino niente male mi guardano come un corpo estraneo alla loro festa.
Continuo la camminata fino al quartiere di Chinatown e fin su alla Cattedrale. Ripasso per alcune strade del centro, ne percorro di nuove. Non posso neanche fermarmi più di tanto. Il tempo stringe e fa freschino. Peccato non poter entrare in un qualche localaccio dove le callarone svestite mi salutano.
E’ quasi l’ora del bus. Ma prima sarebbe meglio masticare qualcosa. Cerco un kebabbaro o qualcosa di simile fin quanto in mezzo alla mia strada non si presenta la Visione: due ragazze giovani ma belle, bellissime che si accompagnano ad una tipica callarona di queste parti. Con la modella è uno scambio di sguardi. Le seguo al McDonalds… non faccio neanche la fatica del primo passo e scatta la conversazione con il giovane angioletto. Ora comprendo anche l’inglese più ostico. Peccato dover abbandonare tra poco il campo di Anfield Road…
L’amore non esiste. O meglio, dura un attimo.
Con vecchi metodi esperti da barbone consumo il mio pasto in strada con espedienti vissuti in anni di viaggi, di trasferte calcistiche, di camminate notturne.
La notte solitaria di Liverpool mi ha conquistato. Non sarà la città più bella del mondo e forse neanche degna di nota ma dopo circa 5 ore notturne da barbone in strada, ti resta dentro.
DERBY:
Come all’andata, anche al ritorno opto per la triangolazione “frega Trenitalia”. Da Riga salpo per l’aeroporto inglese di East Midlands. Anche qui ma di giorno questa volta, ho circa 5 ore di stop. Che fare? Una passeggiata nell’attiguo paesino di Castle Donington o un salto nella mitica Derby?
Mitica? Si, è dal 1992 che sogno Derby. Sin da quando allo stadio San Vito scese il Derby County per la Coppa Anglo-Italiana. Il Cosenza perse 3-0 ma la festa con gli inglesi prima e dopo il match è ancora indelebile.
Poi Derby ritornò ancora sulla mia strada anni dopo per mezzo della gentile Anna. Anch’essa oramai solo un ricordo lontano.
L’assenza di deposito bagagli e la pioggia scrosciante non mi fermeranno. Derby deve essere e Derby sia.
In circa 30 minuti sono nell’autostazione cittadina. La pioggia è scrosciante e di depositi per valigie anche qui neanche l’ombra. La situazione è pessima, la Cappa negativa si diverte. Fin quando da pioggia tropicale il temporale si trasforma in vapore anglosassone. E’ il momento. Mi butto in strada in visita al piccolissimo centro città.
Le eleganti stradine – salotto del centro; il Teatro; la piazza del Mercato; il Mercato coperto stesso, come a Budapest, come a Firenze, come a Riga;la Cattedrale.
La valigia sempre dietro. Anche quando il cielo apre la doccia e gli scrosci si fanno sempre più pressanti. Non c’è altra soluzione. La partita tra me e Derby viene sospesa per impraticabilità di campo dopo mezz’ora dal fischio d’inizio. A fatica mi riparo nell’autostazione in tempo per riprendere la prima navetta utile per East Midlands.
La partita si rigiocherà prima o poi.
Riparto per l’Italia in compagnia di Melissa e sua madre Fiona May, la famiglia Kinder, vicine di posto.
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LIVERPOOL:
Per ovviare al caro prezzi di Trenitalia, e raggiungere la Lituania senza passare da Bergamo o Roma, opto per una soluzione fantasiosa ma accattivante al tempo stesso: salpare da Pisa per Liverpool, trascorrere la notte nella città dei Kop e risalpare l'indomani mattina per Kaunas, da dove poi mi sarei ricongiunto con Jena e Christian per iniziare il nostro viaggio alla scoperta della Latgallia.
Salpo quindi in serata da Pisa ed attracco a Liverpool intorno le 23. Ho pochi minuti prima di decidere il da farsi per la notte: trascorrerla in aeroporto o recarmi in città e buttarmi nella visita e magari nella sua nightlife? L'ultimo collegamento per la città decolla a minuti, devo decidere alla luce di nessuna connessione mattutina che mi riporti in aeroporto in tempo per il mio aereo. Ho solo una flebile notizia di un bus notturno ma di cui praticamente nessuno ha mai sentito parlare.
Mi informo per un eventuale deposito bagagli dove lasciare la valigia per la nottata ma ovviamente risulta inesistente. Noto una mappa cittadina e me la accaparro al volo.
La navetta per il centro sta per chiudere le porte. Decido di saltare addosso. Magari non avrò mai più la possibilità di concedermi un giro per Liverpool...per tornare in aeroporto ci penseremo dopo...al massimo mi svenerò per un tassi...
In circa 30 minuti vengo sbattuto in pieno centro città, giusto di fronte la stazione ferroviaria. Il bus riparte e resto solo con mia valigia nelle fredda notte inglese. Come prima mossa cerco di penetrare all’interno della stazione con la speranza di trovare un deposito bagagli dove abbandonare la mia valigia. Come supposto in precedenza e memore di una datata esperienza londinese, stazione ferroviaria chiusa e devo quindi accantonare l’idea di girare con le mani in tasca. Oramai ho deciso di ballare e di certo non mi ferma il peso della valigia; che sia la mia compagna notturna. D’altronde il mio vecchio amico barbone a Firenze come ha vissuto per anni in strada prima di morire? La valigia al seguito era la sua caratteristica. Lo sarà anche per me stanotte, mi limiterà ma non mi fermerà.
Ho almeno 5 ore di totale autonomia prima di dover rientrare in aeroporto. Sono spaesato non conoscendo la città, non orientandomi ed essendo a quanto pare l’unico viandante per strada. Per rassicurarmi, decido di buttarmi alla ricerca della stazione dei bus da dove esisterebbe questo fantomatico collegamento notturno per l’aerodromo. Mi incammino e mi imbatto in una sorta di moderna autostazione all’aperto. Sugli esaurienti display, del mio bus ovviamente neanche l’ombra. Vengo notato nell’oscurità da una coppia di metronotte, nottambuli per lavoro loro, che mi chiedono di cosa abbisognassi. Il mio inglese farà cacare ma il loro risulta incomprensibile e desisto dal chiedere informazioni. Il metronotte uomo, però, ritorna sui suoi passi e con molta gentilezza cerca di aiutarmi ma del misterioso bus notturno neanche lui ne sa niente. Gli indico una ulteriore stazione sulla mappa, forse parte da lì? E chi lo sa? Decido di incamminarmi ed andarmi a rassicurare di persona della cosa. L’autostazione fantasma e deserta è lì isolata dal resto ed anche l’orario del mio bus se ne sta lì in attesa che qualche povero disgraziato come me lo prenda all’orario stabilito. Rinfrancato da ciò mi butto seriamente nella visita notturna della città. Una camminata clamorosa di circa 4 ore valigia al seguito.
Empire theatre; St. George Hall; la Central Library; il World Museum; una misteriosa Torre stile televisiva; attraverso il centro propriamente detto con tutte le vetrine scintillanti, il salotto buono di città ma tristemente deserto; mi butto nel quartiere del Liverpool One fino al Waterfront sul fiume Mersey. Medito. Mi trovo a Liverpool…
Vorrei visitare lo stadio ma ovviamente non ce ne è la possibilità ma di sicuro non mi lascerò scappare l’occasione di visitare il celeberrimo Cavern. Il locale dove si esibiva e muoveva i suoi primi passi artistici il vulcanico Mino Reitano.
Mi butto nel Cavern Quartet, la zona più naif della città inglese. Per un clamoroso ritardo il locale è già chiuso visto che è martedi e non mi resta solamente che leggermi la storia del locale, della sua chiusura, della riapertura ed ammirare le sue mura ed il suo ingresso dall’esterno.
Con la valigia al seguito ho definitivamente abbandonato l’opzione nighlife che per essere martedi comunque fa notare cose interessanti nelle vicinanze dei vari locali aperti. Soprattutto nella zona di Rope Walks. Ragazzi ubriachi, callarone urlanti, qualche estremo piccioncino niente male mi guardano come un corpo estraneo alla loro festa.
Continuo la camminata fino al quartiere di Chinatown e fin su alla Cattedrale. Ripasso per alcune strade del centro, ne percorro di nuove. Non posso neanche fermarmi più di tanto. Il tempo stringe e fa freschino. Peccato non poter entrare in un qualche localaccio dove le callarone svestite mi salutano.
E’ quasi l’ora del bus. Ma prima sarebbe meglio masticare qualcosa. Cerco un kebabbaro o qualcosa di simile fin quanto in mezzo alla mia strada non si presenta la Visione: due ragazze giovani ma belle, bellissime che si accompagnano ad una tipica callarona di queste parti. Con la modella è uno scambio di sguardi. Le seguo al McDonalds… non faccio neanche la fatica del primo passo e scatta la conversazione con il giovane angioletto. Ora comprendo anche l’inglese più ostico. Peccato dover abbandonare tra poco il campo di Anfield Road…
L’amore non esiste. O meglio, dura un attimo.
Con vecchi metodi esperti da barbone consumo il mio pasto in strada con espedienti vissuti in anni di viaggi, di trasferte calcistiche, di camminate notturne.
La notte solitaria di Liverpool mi ha conquistato. Non sarà la città più bella del mondo e forse neanche degna di nota ma dopo circa 5 ore notturne da barbone in strada, ti resta dentro.
DERBY:
Come all’andata, anche al ritorno opto per la triangolazione “frega Trenitalia”. Da Riga salpo per l’aeroporto inglese di East Midlands. Anche qui ma di giorno questa volta, ho circa 5 ore di stop. Che fare? Una passeggiata nell’attiguo paesino di Castle Donington o un salto nella mitica Derby?
Mitica? Si, è dal 1992 che sogno Derby. Sin da quando allo stadio San Vito scese il Derby County per la Coppa Anglo-Italiana. Il Cosenza perse 3-0 ma la festa con gli inglesi prima e dopo il match è ancora indelebile.
Poi Derby ritornò ancora sulla mia strada anni dopo per mezzo della gentile Anna. Anch’essa oramai solo un ricordo lontano.
L’assenza di deposito bagagli e la pioggia scrosciante non mi fermeranno. Derby deve essere e Derby sia.
In circa 30 minuti sono nell’autostazione cittadina. La pioggia è scrosciante e di depositi per valigie anche qui neanche l’ombra. La situazione è pessima, la Cappa negativa si diverte. Fin quando da pioggia tropicale il temporale si trasforma in vapore anglosassone. E’ il momento. Mi butto in strada in visita al piccolissimo centro città.
Le eleganti stradine – salotto del centro; il Teatro; la piazza del Mercato; il Mercato coperto stesso, come a Budapest, come a Firenze, come a Riga;la Cattedrale.
La valigia sempre dietro. Anche quando il cielo apre la doccia e gli scrosci si fanno sempre più pressanti. Non c’è altra soluzione. La partita tra me e Derby viene sospesa per impraticabilità di campo dopo mezz’ora dal fischio d’inizio. A fatica mi riparo nell’autostazione in tempo per riprendere la prima navetta utile per East Midlands.
La partita si rigiocherà prima o poi.
Riparto per l’Italia in compagnia di Melissa e sua madre Fiona May, la famiglia Kinder, vicine di posto.