Dublino: dove gli italiani si fanno riconoscere in positivo
Inviato: 07/06/2012, 21:40
Visitando i luoghi più prestigiosi di Dublino ho notato che, spessissimo, ciò che aveva maggior pregio artistico e culturale era stato realizzato dai nostri compatrioti.
Mi limito a richiamare alcuni dipinti di Gaetano Landolfi presenti nel Castello di Dublino (un tempo sede del Vicerè), oppure la Cattura di Cristo del Caravaggio esposta nella Galleria Nazionale d’Irlanda. Lo stesso dicasi se, allentandoci qualche decina di chilometri da Dublino, ci si spinge nella periferia. Ho visitato Castletown House, il primo e più importante edificio palladiano d’Irlanda, progettato da Alessandro Galilei e Edward Lovett per William Conolly, presidente del parlamento irlandese. All’interno sono ben riconoscibili dei lampadari in vetro di Murano.
Questi stimoli mi hanno spinto a continuare le ricerca di italianità.
In Italia, come diceva il presidente Scalfaro, il Quirinale è la casa degli italiani. Suppongo che, all’estero, l’edificio corrispondente debba essere l’Ambasciata d’Italia.
Dopo aver fotografato (purtroppo non era visitabile) la nostra sede diplomatica, mi sono recato all’Istituto Italiano di Cultura. Appena una gentile dipendente mi ha detto Buongiorno ho assaporato cosa sia l’ultraterritorialità. Nell’ingresso, sulla destra, c’era un bellissimo collage fotografico dedicato al presidente Sandro Pertini. Mi hanno invitato ad accomodarmi nella biblioteca dove, sorseggiando il tè offertomi, ho sfogliato dei quotidiani italiani.
Quel giorno all’Istituto veniva proiettato un documentario riguardante tre importanti italiani ed i loro legami con l’Irlanda. Questi illustri connazionali erano i seguenti.
Charles Bianconi (1786-1875) di origine lombarda, fu il pioniere, in Irlanda, dei trasporti su strada di merci, persone e corrispondenza. Fu eletto Sindaco di Clonmel (1843-4).
Joseph Patrick Nannetti (1851-1915) di origine napoletana, fu sindacalista, membro del parlamento irlandese e tipografo. In quest’ultima veste fu menzionato nell’Ulisse di Joyce. Nannetti fu Sindaco di Dublino dal 1906 al 1907.
Guglielmo Marconi (1874-1937). Non ha bisogno di presentazioni. Mi limito a scrivere che la madre e la prima moglie di Marconi erano irlandesi. Lo scienziato costruì nell’ovest dell’Irlanda una potente stazione radio dalla quale trasmise la prima comunicazione commerciale oltreoceano.
Questo interessante documentario è stato realizzato da Concetto La Malfa, con cui mi sono intrattenuto al termine della proiezione, sorseggiando, questa volta, del buon vino del Salento. La Malfa è siciliano, in Irlanda dal 1964, ex insegnate di italiano all’Istituto Italiano di Cultura ed all’University College di Dublino. Egli è fondatore ed editore di Italia Stampa (http://www.italvideonews.com), un bimestrale dedicato alle relazioni tra l’Italia e l’Irlanda.
Il regista mi ha domandato per quale testata giornalistica lavorassi. Per non deluderlo, mi sono qualificato come Cancelliere di OTRA.
Mi limito a richiamare alcuni dipinti di Gaetano Landolfi presenti nel Castello di Dublino (un tempo sede del Vicerè), oppure la Cattura di Cristo del Caravaggio esposta nella Galleria Nazionale d’Irlanda. Lo stesso dicasi se, allentandoci qualche decina di chilometri da Dublino, ci si spinge nella periferia. Ho visitato Castletown House, il primo e più importante edificio palladiano d’Irlanda, progettato da Alessandro Galilei e Edward Lovett per William Conolly, presidente del parlamento irlandese. All’interno sono ben riconoscibili dei lampadari in vetro di Murano.
Questi stimoli mi hanno spinto a continuare le ricerca di italianità.
In Italia, come diceva il presidente Scalfaro, il Quirinale è la casa degli italiani. Suppongo che, all’estero, l’edificio corrispondente debba essere l’Ambasciata d’Italia.
Dopo aver fotografato (purtroppo non era visitabile) la nostra sede diplomatica, mi sono recato all’Istituto Italiano di Cultura. Appena una gentile dipendente mi ha detto Buongiorno ho assaporato cosa sia l’ultraterritorialità. Nell’ingresso, sulla destra, c’era un bellissimo collage fotografico dedicato al presidente Sandro Pertini. Mi hanno invitato ad accomodarmi nella biblioteca dove, sorseggiando il tè offertomi, ho sfogliato dei quotidiani italiani.
Quel giorno all’Istituto veniva proiettato un documentario riguardante tre importanti italiani ed i loro legami con l’Irlanda. Questi illustri connazionali erano i seguenti.
Charles Bianconi (1786-1875) di origine lombarda, fu il pioniere, in Irlanda, dei trasporti su strada di merci, persone e corrispondenza. Fu eletto Sindaco di Clonmel (1843-4).
Joseph Patrick Nannetti (1851-1915) di origine napoletana, fu sindacalista, membro del parlamento irlandese e tipografo. In quest’ultima veste fu menzionato nell’Ulisse di Joyce. Nannetti fu Sindaco di Dublino dal 1906 al 1907.
Guglielmo Marconi (1874-1937). Non ha bisogno di presentazioni. Mi limito a scrivere che la madre e la prima moglie di Marconi erano irlandesi. Lo scienziato costruì nell’ovest dell’Irlanda una potente stazione radio dalla quale trasmise la prima comunicazione commerciale oltreoceano.
Questo interessante documentario è stato realizzato da Concetto La Malfa, con cui mi sono intrattenuto al termine della proiezione, sorseggiando, questa volta, del buon vino del Salento. La Malfa è siciliano, in Irlanda dal 1964, ex insegnate di italiano all’Istituto Italiano di Cultura ed all’University College di Dublino. Egli è fondatore ed editore di Italia Stampa (http://www.italvideonews.com), un bimestrale dedicato alle relazioni tra l’Italia e l’Irlanda.
Il regista mi ha domandato per quale testata giornalistica lavorassi. Per non deluderlo, mi sono qualificato come Cancelliere di OTRA.