Ritorno a Budapest
Inviato: 16/10/2012, 18:39
Mancavo a Budapest dal 2007. Era dal famoso viaggio col Professionista che non vi ci mettevo piede. Budapest fu il mio primo amore ed il mio primo viaggio "ad est", ovviamente in solitaria. Quella prima volta finii diretto a Dunajvaros, una delle città a concezione socialista che furono impostate architettonicamente dal nulla per divenire le città utopia perfette. Poi seguirono altri tre - quattro viaggi in zona, magari usando la capitale magiara anche come base per escursioni nel centro dell' Europa austro ungarica. L'ultima, come detto, fu col Professionista. La capitale ungherese si è evoluta, trasformata, diventata una classica città d'ell' Europa. Se non fosse per la differenza che il suo fascino ancora emana emozioni uniche. Emozioni che ho potuto riavvertire lo scorso week end quando una sorta di delegazione Otra ha improvvisato un blitz in loco.
Quando Bogo & staff da Rimini e Milano mi invitano a presentarmi a Budapest nello stesso week end in cui loro sarebbero stati presenti e dopo il richiamo ulteriore di Sbernaz a partecipare alla spedizione, non mi resta che contattare Gc23 e rispondere "presenti!". In men che non si dica anche l' oramai solito Christian, anch' esso da Milano, ed i relativamente "nuovi" 100% e Drago si uniscono alla truppa.
Anche Jena e Cesk rischiano di far parte del gruppo ma, come all' ultimo momento Sbernaz, per motivi disparati non riescono a prendere parte alla missione.
Gli orari scombinati, le differenze di gruppo, le amicizie personali fanno poi si che con Bogo & staff ci si incroci soltanto. Ci rifaremo a Koln a febbraio, come da tradizione
Il quintetto Otra comunque prende possesso della posizione nella tarda nottata del venerdi. Giunti a destinazione, occupata l' accomodazione in pieno centro, pettinati alla meglio, è subito pronto a scendere in pista e, chi per la prima volta, chi dopo anni, a vivere le emozioni di una città dalla forte atmosfera.
Per motivi temporali ci attestiamo al Creol bar prima ed all' Ötkert dopo. Il gruppo è affiatato e la serata scivola via in maniera piacevole ma, dall' altro lato, dalla squadra di Budapest, nessun segnale. Locali alla moda ed eleganti, voli low cost, flotte di turisti, Unione Europea non è certo la Budapest di qualche anno fa a livello sociale.
Lo si nota per strada anche il sabato. Lontani ricordi le vecchie che agli angoli delle strade ti vendevano i fiori (qualcuna in realtà è rimasta imperterrita), le pile elettriche, le calze. Ora tutto è nuovo, moderno, pulito. Bene. Ma quanta nostalgia per gli ubriaconi della stazione di Kelenfold o per i nullafacenti della zona di Oktagon o per gli ultimi sguardi curiosi della gente verso il turista, gli ultimi sguardi di una generazione che è cresciuta e non ha nulla da invidiarti.
Il sabato mattina, dopo solo una manciata di tempo trascorsa in un tragico giaciglio condiviso con Gc, sgatttaiolo fuori alla buon' ora per respirare finalmente la città dopo cinque anni e per rimpinzarmi tramite una lauta colazione in compagnia di una mia vecchia conoscenza autoctona. La colazione va per le lunghe e si fa l' ora di ricongiungermi con Christian, Drago e Gc. 100% è disperso e si farà vivo solo in tarda serata.
Attraversiamo il ponte delle Catene, osserviamo il Danubio scorrere verso la Serbia e la Romania, ci inerpichiamo per la Cittadella di Buda. I turisti ed il turistico la fanno da padroni ma ciò non intacca l' essenza del posto. Mastichiamo, passeggiamo, osserviamo, respiriamo. Fino a concederci una visita alla famigerata ed affollatissima Vaci Utca. Il tempo stringe e ci sarebbe molto altro da vedere e da rivedere ma si sa, il nostro è giusto un blitz.
La pettinata è d' obbligo prima di incontrarci con due mie vecchie conoscenze, differenti per genere ed amici anche tra di loro. Li seguiamo nella zona universitaria per masticare qualcosa e per proseguire poi a shot di palinka. Con noi anche una nostra nuova conoscenza. Il "vecchio" Adam e la sua fissazione per la palinka (già a me noti entrambi) riscaldano la serata che poi diventa nottata e mattinata. Finiamo al Trafiq. Palinka, palinka ed ancora palinka. Con Adam non si scherza a riguardo. Lo sapevo bene...
E' l' alba. Il buttafuori ci invita gentilmente ad evacuare i locali. Il triplice fischio però lo dà il mio stomaco dopo aver consumato due panini di plastica al 24h.
Ci commiatiamo da Adam (le ragazze avevano già abbandonato il campo ore fa) e ci concediamo un ultimo breve riposo.
Domenica a pranzo l' aereo di ritorno ci aspetta.
Il mio non è un addio, non è un arrivederci a Budapest ma è semplicemente un ciao...
Quando Bogo & staff da Rimini e Milano mi invitano a presentarmi a Budapest nello stesso week end in cui loro sarebbero stati presenti e dopo il richiamo ulteriore di Sbernaz a partecipare alla spedizione, non mi resta che contattare Gc23 e rispondere "presenti!". In men che non si dica anche l' oramai solito Christian, anch' esso da Milano, ed i relativamente "nuovi" 100% e Drago si uniscono alla truppa.
Anche Jena e Cesk rischiano di far parte del gruppo ma, come all' ultimo momento Sbernaz, per motivi disparati non riescono a prendere parte alla missione.
Gli orari scombinati, le differenze di gruppo, le amicizie personali fanno poi si che con Bogo & staff ci si incroci soltanto. Ci rifaremo a Koln a febbraio, come da tradizione
Il quintetto Otra comunque prende possesso della posizione nella tarda nottata del venerdi. Giunti a destinazione, occupata l' accomodazione in pieno centro, pettinati alla meglio, è subito pronto a scendere in pista e, chi per la prima volta, chi dopo anni, a vivere le emozioni di una città dalla forte atmosfera.
Per motivi temporali ci attestiamo al Creol bar prima ed all' Ötkert dopo. Il gruppo è affiatato e la serata scivola via in maniera piacevole ma, dall' altro lato, dalla squadra di Budapest, nessun segnale. Locali alla moda ed eleganti, voli low cost, flotte di turisti, Unione Europea non è certo la Budapest di qualche anno fa a livello sociale.
Lo si nota per strada anche il sabato. Lontani ricordi le vecchie che agli angoli delle strade ti vendevano i fiori (qualcuna in realtà è rimasta imperterrita), le pile elettriche, le calze. Ora tutto è nuovo, moderno, pulito. Bene. Ma quanta nostalgia per gli ubriaconi della stazione di Kelenfold o per i nullafacenti della zona di Oktagon o per gli ultimi sguardi curiosi della gente verso il turista, gli ultimi sguardi di una generazione che è cresciuta e non ha nulla da invidiarti.
Il sabato mattina, dopo solo una manciata di tempo trascorsa in un tragico giaciglio condiviso con Gc, sgatttaiolo fuori alla buon' ora per respirare finalmente la città dopo cinque anni e per rimpinzarmi tramite una lauta colazione in compagnia di una mia vecchia conoscenza autoctona. La colazione va per le lunghe e si fa l' ora di ricongiungermi con Christian, Drago e Gc. 100% è disperso e si farà vivo solo in tarda serata.
Attraversiamo il ponte delle Catene, osserviamo il Danubio scorrere verso la Serbia e la Romania, ci inerpichiamo per la Cittadella di Buda. I turisti ed il turistico la fanno da padroni ma ciò non intacca l' essenza del posto. Mastichiamo, passeggiamo, osserviamo, respiriamo. Fino a concederci una visita alla famigerata ed affollatissima Vaci Utca. Il tempo stringe e ci sarebbe molto altro da vedere e da rivedere ma si sa, il nostro è giusto un blitz.
La pettinata è d' obbligo prima di incontrarci con due mie vecchie conoscenze, differenti per genere ed amici anche tra di loro. Li seguiamo nella zona universitaria per masticare qualcosa e per proseguire poi a shot di palinka. Con noi anche una nostra nuova conoscenza. Il "vecchio" Adam e la sua fissazione per la palinka (già a me noti entrambi) riscaldano la serata che poi diventa nottata e mattinata. Finiamo al Trafiq. Palinka, palinka ed ancora palinka. Con Adam non si scherza a riguardo. Lo sapevo bene...
E' l' alba. Il buttafuori ci invita gentilmente ad evacuare i locali. Il triplice fischio però lo dà il mio stomaco dopo aver consumato due panini di plastica al 24h.
Ci commiatiamo da Adam (le ragazze avevano già abbandonato il campo ore fa) e ci concediamo un ultimo breve riposo.
Domenica a pranzo l' aereo di ritorno ci aspetta.
Il mio non è un addio, non è un arrivederci a Budapest ma è semplicemente un ciao...