Giappone, pensieri sparsi, confusi, disordinati
Inviato: 02/11/2013, 20:13
appunti sparsi sul mio viaggio in giappone.
con calma, e tempo, postero' foto e mettero' un po' d'ordine. ma mi faceva piacere condividere con voi alcune idee buttate giu' a caldo in aereo, sulla via del rientro.
cominciamo col sfatare un paio di miti: 1) il giappone non e' affatto caro. io ho speso una media di circa 70-75 euro al giorno, e questo perche' ho voluto trattarmi molto bene con gli alloggi, altrimenti potevano essere tranquillamente 60. ovviamente esclusi biglietto aereo e jrp, e' ovvio. ma incluse gli ennemila regalini che ho comprato qui e la' saccheggiando per lo piu' akihabara e il mercatino davanti al tempio sens'oj di tokyo.
2) il giappone non e' affatto un paese non user friendly. certo, la regola d'oro del viaggiatore, cioe' documentarsi con attenzione prima di iniziare un viaggio, forse qui vale piu' che altrove. per esempio, sapere che in loco non e' possibile attivare una sim se non si e' residenti consente di partire preparati e di ordinarne, per es, una prima di partire e di farsela spedire in hotel. secondo la mia esperienza avere un collegamento dati sempre attivo, al di la' del piacere di cazzeggiare su facebook o chattare con gli amici in italia, e' piu' che utile, soprattutto le google maps, e la fondamentale app hyperdia che fornisce in tempo reale orari e collegamenti di tutta la rete ferroviaria giapponese.
3) la rete metropolitana di Tokyo non e' affatto complicata. a mio parere, chiunque abbia avuto a che fare con una metro anche solo un po' piu' complessa di quella di milano (londra, parigi, berlino, hong kong), non avra' alcun problema. l'unica cosa da capire e' che a tokyo ci sono 3 compagnie diverse (toei, tokyo metro e jr) e anche qui e' importante saperlo prima, altrimenti ci si ritrova a spendere un sacco di soldi senza capir perche'. io ho fatto per 3 giorni il giornaliero tokyo metro + toei (1000 yen, 7,50 eu) e sono stata benone. l'ultimo giorno con attivo il jrp ho fatto solo l'abbonamento alla toei per 500 yen. e ho sfruttato la yamanote.
4) non ci si perde MAI in translation. a meno che - di nuovo - siate partiti del tutto impreparati, non vi troverete peggio che a atene, mosca, pechino o sofia, tanto per citare qualche altra citta' con un alfabeto diverso, io ho avuto in solo momento di spaesamento a kyoto appena arrivata, perche' lo confesso io sono una che ama la metropolitana, e quel complesso sistema di bus mi aveva inizialmente un po' spiazzato. ma e' bastata una chiacchierata con un gentilissimo impiegato dell'ufficio del turismo e un'oretta di studio della carta dei bus per capire il meccanismo e non avere piu' problemi (poi sapevo pure da che banchina partivano di fronte alla stazione e mi sono ritrovata - IO - a dare indicazioni a una coppia di spagnoli!).
5) i giapponesi parlano poco e male l'inglese MA si faranno in 4 per aiutarvi, soprattutto se viaggiate come me, che amo mangiare nelle bettole locali, meglio se senza menu' in inglese chiedendo di portarmi quel che capita e amando tutto alla follia. peraltro, io so usare benissimo le bacchette (amo da sempre la cucina orientale) e notavo bene come questo li rendesse orgogliosi e contenti.
il capitolo cibo e' quello su cui ho piu' toppato come costi. mangiare non costa nulla in giappone. io spendevo spesso meno di 20 euro al giorno per pranzo e cena. nei combini trovi un sacco di piatti pronti a portar via di eccellente qualita' e costo bassissimo che - se hai prenotato cum grano salis un alloggio con uso cucina o anche solo di un microonde e di un bollitore, potrai apprezzare al massimo nella quiete della tua stanza. e comunque al ristorante la cena piu' cara, ottimo sashimi nei pressi di Odaiba, Tokyo, m'e' costata 2000 yen. 15 euro. ci siam detti tutto.
fatte queste doverose premesse, parliamo di cosa ho visto e provato in questi 1o giorni e mezzo nella terra del sol levante.
avevo programmato inizialmente 5 giorni a tokyo di cui uno a nikko e 4 a kyoto di cui uno a nara. poi qualche settimana prima di partire mi imbatto nell'immagine di un singolo, splendido torii in mezzo al mare sull'isola di miyajima, hiroshima. e decido che quella visione non me la posso proprio perdere (e col senno di poi, ho fatto bene a fidarmi delle mie sensazioni: e' stata tra le cose piu' incredibilmente mozzafiato che abbia visto non solo in questo viaggio, ma in tutti i miei viaggi), cosi' aggiusto le prenotazioni e levo un giorno a tokyo per aggiungerne uno a kyoto. destino ha voluto che il tifone che ha imperversato nel primo we che mi trovavo li' mi abbia fatto rinunciare a Nikko e optare in seconda battuta per la piu' vicina e piu' a sud Kamakura. e il destino mi ha regalato la seconda visione mozzafiato di questo viaggio: la statua del buddha di Kamakura, ci sono arrivata davanti in un modo che ha qualcosa di mistico, stanca, stremata dalla pioggia, che era davvero insopportabile, stufa, smette di piovere proprio 10 minuti prima, arrivo li' davanti e quella visione mi ha tolto dalle spalle ore di stanchezza, di arrabbiatura, di irritazione (cambiare i piani in corsa per il meteo non e' il massimo della vita), avevo vi giuro quasi le lacrime agli occhi, sono rimasta li' davanti almeno mezz'ora in pura allibita contemplazione, col cielo che cominciava a riaprirsi, e quell'enorme splendido buddha che pareva quasi guardarmi con benevolenza. mi sono commossa.
su tokyo diro' cose che non aggiungeranno nulla a chi gia' la conosce, non l'ho amata come amo hong kong che per me resta il top delle metropoli asiatiche, ma ha un qualcosa che e' proprio tutto suo, ed e' quel mix tra le mille luci e i grattacieli di shinjuku che senbrano proiettarti a forza nel mondo del futuro, e la pace e la serenita' del templi di asakusa e di ueno cui ritrovi la pace dal frastuono e dalla modernita'. mi ha colpito trovarmi di fronte persino una chiesa ortodossa, ho adorato il quartiere dei libri usati che fa cosi' rive gauche a parigi e quello di akihabara dove ti perdi tra pupazzetti, action figure, fumetti, e tutto quello che e' stato il tuo immaginario cartoonistico di bambino che diventa realta'. tant'e' che ci sono tornata tre volte, e se devo dire un posto su tutti a tokyo, dico proprio akihabara.
di kyoto… e' complicato dire qualcosa, ci provero'. kyoto e' una citta' esagerata. ha troppo, di tutto. troppi templi buddhisti, uno piu' bello dell'altro, troppi santuari scintoisti, uno piu' bello dell'altro (e tra parentesi solo a kyoto ho finalmente colto la differenza tra gli uni e gli altri, tra temple e shrine, che forse ha come analogo la differenza tra chiesa e cattedrale, ma forse anche no, perche' sono proprio due culti diversi, per quanto con molte affinita'), e m'e' venuto in mente come un orientale possa trovarsi spiazzato dopo un paio di giorni in visita a roma, dopo aver visto una decina di chiese… pero'. anche qui ho imparato subito a ritargliarmi la mia oasi e il mio mondo, perche' Kyoto esagera e allora devi trovare per forza la tua dimensione. Un po' come chi arriva a roma e vede san pietro, e rimane abbagliato, per poi magari trovarsi per caso di fronte alla perfetta semplicita' e compostezza e squisitezza di un santo stefano rotondo o di santa maria in trastevere e capire che roma e' anche altro. ed ecco che cosi' di fronte a templi meravigliosi (i miei preferiti, chion in e ninna ji), di fronte allo splendore del padiglione d'oro, alla maestosita' del santuario fushimi inari o ai dipinti del nijo castle, il primo posto dove mi sono sentita davvero in pace e' stato nel complesso dei tempietti zen daitoku-ju. ce ne sono 6, di cui 3 aperti solo in autunno (culo). Ho visto i primi 3 in una mattina nuvolosa, e mi ero ripromessa di tornare per vedere gli altri col sole, e l'ho fatto. Dopo tanta bellezza urlata, quei giardini semplici, rigorosi, la ghiaia bianca, le pietre, le foglie rosse degli aceri, il muschio, il ruscelletto, il monticello fatto coi sassolini, tutto composto come se un pittore avesse deciso di dipingere un giardino irreale per poi spazzarlo via dal mondo esterno, mi hanno rimesso in pace col mondo. mi sarebbe piaciuto avere un album da disegno, e tornare a imprimere la realta' con una matita, invece che con la macchina fotografica che a volte e' troppo fredda (e comunque non consentivano di fotografare in tutti i tempietti… ho chiesto il perche', visto che in fondo eravamo in esterno. mi han detto che il rumore della macchina fotografica disturbava la quiete di quei posti. m'e' sembrata una ragione molto giusta).
e poi' vabbe' poi c'e' stata miyajima e il suo torii rosso al mattino con la bassa marea e alla sera con l'alta, i cerbiatti di miyajima e di nara, lo splendido panorama dal surreale giardino pensile sospeso in aria ad osaka, e un mondo cosi' diverso che mi entrava dentro ora dopo ora e giorno dopo giorno.
concludo brevemente col capitolo alloggi: a tokyo ero in un residence stile occidentale - camera con cucinino con una splendida vista sullo skytree (goduta pero' poco visto il maltempo), a kyoto sono stata due notti al best western grazie a una ottima offerta trovata mesi prima, e 3 in un ryokan tradizionale dove si entrava togliendosi le scarpe e tutto. accoglienza splendida da tutte le parti, tre realta' molto diverse, a sono stata contentissima di farle tutte, compreso il ryokan. la mia camera era un buchetto, ma era deliziosa, col tatami sul pavimento, il futon, il tavolino basso, e la gente che girava per i corridoi in yukata.
mi sono mancate alcune cose, che mi riprometto di fare nel prossimo viaggio che ci sara' sicuramente, e ci tornero' col mio compagno: l'onsen. il museo ghibli a tokyo. nikko. il fujii.
cosa altro dire? quando riusciro' a districarmi nel migliaio di foto fatte, ve le postero'.
con calma, e tempo, postero' foto e mettero' un po' d'ordine. ma mi faceva piacere condividere con voi alcune idee buttate giu' a caldo in aereo, sulla via del rientro.
cominciamo col sfatare un paio di miti: 1) il giappone non e' affatto caro. io ho speso una media di circa 70-75 euro al giorno, e questo perche' ho voluto trattarmi molto bene con gli alloggi, altrimenti potevano essere tranquillamente 60. ovviamente esclusi biglietto aereo e jrp, e' ovvio. ma incluse gli ennemila regalini che ho comprato qui e la' saccheggiando per lo piu' akihabara e il mercatino davanti al tempio sens'oj di tokyo.
2) il giappone non e' affatto un paese non user friendly. certo, la regola d'oro del viaggiatore, cioe' documentarsi con attenzione prima di iniziare un viaggio, forse qui vale piu' che altrove. per esempio, sapere che in loco non e' possibile attivare una sim se non si e' residenti consente di partire preparati e di ordinarne, per es, una prima di partire e di farsela spedire in hotel. secondo la mia esperienza avere un collegamento dati sempre attivo, al di la' del piacere di cazzeggiare su facebook o chattare con gli amici in italia, e' piu' che utile, soprattutto le google maps, e la fondamentale app hyperdia che fornisce in tempo reale orari e collegamenti di tutta la rete ferroviaria giapponese.
3) la rete metropolitana di Tokyo non e' affatto complicata. a mio parere, chiunque abbia avuto a che fare con una metro anche solo un po' piu' complessa di quella di milano (londra, parigi, berlino, hong kong), non avra' alcun problema. l'unica cosa da capire e' che a tokyo ci sono 3 compagnie diverse (toei, tokyo metro e jr) e anche qui e' importante saperlo prima, altrimenti ci si ritrova a spendere un sacco di soldi senza capir perche'. io ho fatto per 3 giorni il giornaliero tokyo metro + toei (1000 yen, 7,50 eu) e sono stata benone. l'ultimo giorno con attivo il jrp ho fatto solo l'abbonamento alla toei per 500 yen. e ho sfruttato la yamanote.
4) non ci si perde MAI in translation. a meno che - di nuovo - siate partiti del tutto impreparati, non vi troverete peggio che a atene, mosca, pechino o sofia, tanto per citare qualche altra citta' con un alfabeto diverso, io ho avuto in solo momento di spaesamento a kyoto appena arrivata, perche' lo confesso io sono una che ama la metropolitana, e quel complesso sistema di bus mi aveva inizialmente un po' spiazzato. ma e' bastata una chiacchierata con un gentilissimo impiegato dell'ufficio del turismo e un'oretta di studio della carta dei bus per capire il meccanismo e non avere piu' problemi (poi sapevo pure da che banchina partivano di fronte alla stazione e mi sono ritrovata - IO - a dare indicazioni a una coppia di spagnoli!).
5) i giapponesi parlano poco e male l'inglese MA si faranno in 4 per aiutarvi, soprattutto se viaggiate come me, che amo mangiare nelle bettole locali, meglio se senza menu' in inglese chiedendo di portarmi quel che capita e amando tutto alla follia. peraltro, io so usare benissimo le bacchette (amo da sempre la cucina orientale) e notavo bene come questo li rendesse orgogliosi e contenti.
il capitolo cibo e' quello su cui ho piu' toppato come costi. mangiare non costa nulla in giappone. io spendevo spesso meno di 20 euro al giorno per pranzo e cena. nei combini trovi un sacco di piatti pronti a portar via di eccellente qualita' e costo bassissimo che - se hai prenotato cum grano salis un alloggio con uso cucina o anche solo di un microonde e di un bollitore, potrai apprezzare al massimo nella quiete della tua stanza. e comunque al ristorante la cena piu' cara, ottimo sashimi nei pressi di Odaiba, Tokyo, m'e' costata 2000 yen. 15 euro. ci siam detti tutto.
fatte queste doverose premesse, parliamo di cosa ho visto e provato in questi 1o giorni e mezzo nella terra del sol levante.
avevo programmato inizialmente 5 giorni a tokyo di cui uno a nikko e 4 a kyoto di cui uno a nara. poi qualche settimana prima di partire mi imbatto nell'immagine di un singolo, splendido torii in mezzo al mare sull'isola di miyajima, hiroshima. e decido che quella visione non me la posso proprio perdere (e col senno di poi, ho fatto bene a fidarmi delle mie sensazioni: e' stata tra le cose piu' incredibilmente mozzafiato che abbia visto non solo in questo viaggio, ma in tutti i miei viaggi), cosi' aggiusto le prenotazioni e levo un giorno a tokyo per aggiungerne uno a kyoto. destino ha voluto che il tifone che ha imperversato nel primo we che mi trovavo li' mi abbia fatto rinunciare a Nikko e optare in seconda battuta per la piu' vicina e piu' a sud Kamakura. e il destino mi ha regalato la seconda visione mozzafiato di questo viaggio: la statua del buddha di Kamakura, ci sono arrivata davanti in un modo che ha qualcosa di mistico, stanca, stremata dalla pioggia, che era davvero insopportabile, stufa, smette di piovere proprio 10 minuti prima, arrivo li' davanti e quella visione mi ha tolto dalle spalle ore di stanchezza, di arrabbiatura, di irritazione (cambiare i piani in corsa per il meteo non e' il massimo della vita), avevo vi giuro quasi le lacrime agli occhi, sono rimasta li' davanti almeno mezz'ora in pura allibita contemplazione, col cielo che cominciava a riaprirsi, e quell'enorme splendido buddha che pareva quasi guardarmi con benevolenza. mi sono commossa.
su tokyo diro' cose che non aggiungeranno nulla a chi gia' la conosce, non l'ho amata come amo hong kong che per me resta il top delle metropoli asiatiche, ma ha un qualcosa che e' proprio tutto suo, ed e' quel mix tra le mille luci e i grattacieli di shinjuku che senbrano proiettarti a forza nel mondo del futuro, e la pace e la serenita' del templi di asakusa e di ueno cui ritrovi la pace dal frastuono e dalla modernita'. mi ha colpito trovarmi di fronte persino una chiesa ortodossa, ho adorato il quartiere dei libri usati che fa cosi' rive gauche a parigi e quello di akihabara dove ti perdi tra pupazzetti, action figure, fumetti, e tutto quello che e' stato il tuo immaginario cartoonistico di bambino che diventa realta'. tant'e' che ci sono tornata tre volte, e se devo dire un posto su tutti a tokyo, dico proprio akihabara.
di kyoto… e' complicato dire qualcosa, ci provero'. kyoto e' una citta' esagerata. ha troppo, di tutto. troppi templi buddhisti, uno piu' bello dell'altro, troppi santuari scintoisti, uno piu' bello dell'altro (e tra parentesi solo a kyoto ho finalmente colto la differenza tra gli uni e gli altri, tra temple e shrine, che forse ha come analogo la differenza tra chiesa e cattedrale, ma forse anche no, perche' sono proprio due culti diversi, per quanto con molte affinita'), e m'e' venuto in mente come un orientale possa trovarsi spiazzato dopo un paio di giorni in visita a roma, dopo aver visto una decina di chiese… pero'. anche qui ho imparato subito a ritargliarmi la mia oasi e il mio mondo, perche' Kyoto esagera e allora devi trovare per forza la tua dimensione. Un po' come chi arriva a roma e vede san pietro, e rimane abbagliato, per poi magari trovarsi per caso di fronte alla perfetta semplicita' e compostezza e squisitezza di un santo stefano rotondo o di santa maria in trastevere e capire che roma e' anche altro. ed ecco che cosi' di fronte a templi meravigliosi (i miei preferiti, chion in e ninna ji), di fronte allo splendore del padiglione d'oro, alla maestosita' del santuario fushimi inari o ai dipinti del nijo castle, il primo posto dove mi sono sentita davvero in pace e' stato nel complesso dei tempietti zen daitoku-ju. ce ne sono 6, di cui 3 aperti solo in autunno (culo). Ho visto i primi 3 in una mattina nuvolosa, e mi ero ripromessa di tornare per vedere gli altri col sole, e l'ho fatto. Dopo tanta bellezza urlata, quei giardini semplici, rigorosi, la ghiaia bianca, le pietre, le foglie rosse degli aceri, il muschio, il ruscelletto, il monticello fatto coi sassolini, tutto composto come se un pittore avesse deciso di dipingere un giardino irreale per poi spazzarlo via dal mondo esterno, mi hanno rimesso in pace col mondo. mi sarebbe piaciuto avere un album da disegno, e tornare a imprimere la realta' con una matita, invece che con la macchina fotografica che a volte e' troppo fredda (e comunque non consentivano di fotografare in tutti i tempietti… ho chiesto il perche', visto che in fondo eravamo in esterno. mi han detto che il rumore della macchina fotografica disturbava la quiete di quei posti. m'e' sembrata una ragione molto giusta).
e poi' vabbe' poi c'e' stata miyajima e il suo torii rosso al mattino con la bassa marea e alla sera con l'alta, i cerbiatti di miyajima e di nara, lo splendido panorama dal surreale giardino pensile sospeso in aria ad osaka, e un mondo cosi' diverso che mi entrava dentro ora dopo ora e giorno dopo giorno.
concludo brevemente col capitolo alloggi: a tokyo ero in un residence stile occidentale - camera con cucinino con una splendida vista sullo skytree (goduta pero' poco visto il maltempo), a kyoto sono stata due notti al best western grazie a una ottima offerta trovata mesi prima, e 3 in un ryokan tradizionale dove si entrava togliendosi le scarpe e tutto. accoglienza splendida da tutte le parti, tre realta' molto diverse, a sono stata contentissima di farle tutte, compreso il ryokan. la mia camera era un buchetto, ma era deliziosa, col tatami sul pavimento, il futon, il tavolino basso, e la gente che girava per i corridoi in yukata.
mi sono mancate alcune cose, che mi riprometto di fare nel prossimo viaggio che ci sara' sicuramente, e ci tornero' col mio compagno: l'onsen. il museo ghibli a tokyo. nikko. il fujii.
cosa altro dire? quando riusciro' a districarmi nel migliaio di foto fatte, ve le postero'.