da cametauval » 12/02/2014, 22:05
Ho fatto una promessa, adesso devo mantenerla.
L’indescrivibile spiaggia caraibica, Armando, la notte turbolenta, l’uomo di Panama… basta, è il momento di cercare il latte per il perrito.
Le stradine proprio dietro all’Hostal S Miguel mi porteranno a qualche buco dove trovarlo. Comincio a girare, ovviamente a caso. Alcuni punti li riconosco, ho passeggiato molto in quei violetti misteriosi e senza turisti, dove tutti si conoscono e ogni cosa è affare di tutti.
Ma è più difficile del previsto: nessuno vende leche, possibile? Sì, devo raggiungere il centro.
Non ho molto tempo, alle cinque ho un appuntamento.
Lungo Calle Obispo c’è una specie di supermercato, panetteria, pizza al taglio ecc.. che è sempre affollatissimo e, con una bella botta di pesos cubani (sempre meglio avere anche quelli, anche se non sarebbe poi così legale) agguanto un chilo di latte in polvere. E, visto che costa poco, mi prendo anche un paio di litri di acqua. Nessuna sportina e con queste masserizie mi accingo a trovare la tipa del giorno prima.
La casa era la tipica coloniale con cortile interno, cadente, dovrei riconoscerla… ma la ragazza, quella come si chiamava?
Ana? Maria? O forse Beatriz o Gracia? Facile, la chiamerò guapa (che presumo significhi ragazza)
Il palazzone cadente dovrebbe essere questo, ma l’entrata? No, forse è quello dopo, sì è questo… ma perché oggi mi sembrano tutti uguali?
Ho dormito troppo poco, troppe emozioni, sono un po’ stordita.
Provo qui, mi pare di ricordare il portone e la scala.
Senora? Busco una guapa
¿como se llama?
Non recuerdo, vive aquì, una guapa con un perrito, un perrito pequeno.
Ana?
Non so, su casa estaba aquì, aquì encima.
Ines? guapa? si tiene dos hijos!
Caspita, due figli, ma con due figli non si può essere guapa lo stesso?
Non ho fortuna, Ines non è in casa. Ma la senora mi fa segno che posso salire.
Salgo le scale di ferro e legno, in cima ci sono tre o quattro porte. Cerco di spiegare che sono d’accordo con la ragazza del cane che le avrei portato il latte. Si offre di prenderlo lei... posso fidarmi? E il perrito?
La senora intuisce qualcosa e mi dice che posso entrare in casa di Ines. Con mio grande stupore la porta non è chiusa a chiave. Entro.
Così probabilmente erano gli appartamenti dell’Italia dopo la guerra: una modesta cucina, un salottino, qualche soprammobile. Tutto ordinato e pulito.
E il perro? La signora mi mostra un cestino, sotto il mobiletto della televisione, il perrito dorme tranquillo nella sua cuccia. Bene, tutto a posto.
Penso di potermi fidare, lascio il latte sopra la tavola e ringrazio la senora.
Mi risponde qualche cosa, credo... eres una persona buena.
continua....