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Marocco: la mia porta sull’Africa

MessaggioInviato: 12/06/2014, 16:20
da obe
Come per gli ultimi viaggi, anche questa volta ho preferito scrivere un diario di viaggio strada facendo utilizzando i ritagli di tempo che avevo.. magari mentre bevevo un thè caldo o dopo cena prima di andare a dormire.
Di conseguenza, più che un racconto o una descrizione dei posti visitati, quello che più risalta sono le emozioni e lo sensazioni provate in quel momento… e quindi quello descritto è una visione totalmente personale che può essere diversa da quanto vissuto da chi ci è già stato o chi visiterà il Marocco prossimamente.

19 maggio 2014
Ore 05.10

E rieccoci, di nuovo in viaggio e anche questa volta in solitaria.
Stavolta non sono preoccupato o altro, sarà che è solo una settimana o che forse mi sto abituando a viaggiare da solo; comunque son contento.. ci voleva di staccare da tutto e per un pò prendersi il proprio tempo.
La meta, il Marocco, è stata un parto semi-traumatico.. è un posto che avrei voluto visitare da tanto tempo ma per un motivo o per l’altro non si è mai incastrato; poi una volta rinviata la Transiberiana dovevo prenotare qualcosa e il nome di Marrakech rimbalzava nella mia testa e così alla fine la scelta è stata facile.
Speriamo solo non si muoia dal caldo..
Ora ci si sta imbarcando.. vado a dormicchiare un po’ sull’aereo.

Ore 18.30

Son sulla terrazza di un bar nella famosa Jemaa el fna; la piazza si sta animando ed in sottofondo i suoni degli incantatori di serpenti la fanno da padrone.
In questo posto che unisce il kitsch più assoluto mi sembra quasi di assistere ad un teatro messo in piedi per noi turisti dove sembra che i “pazzi” siano loro ma forse, pensandoci bene, alla fine quelli “fuori” siamo noi che veniamo qui per questo.
Ma tutto qui ha un qualcosa di affascinante.. è pazzesco; uno lo può vedere mille volte in tv ma non è uguale.. non si sentono gli odori, non si fissa negli occhi una ragazza coperta totalmente dal velo, non si contratta fino alla morte per spuntare il prezzo migliore, non si vedono le mosche che stazionano sui dolci in attesa di essere venduti e poi mangiati, non si scambia un sorriso con un venditore con tutti i denti giallo-marcio… bello.. bello.. ed ora aspetto solamente che la serata prenda corpo.

La lunga giornata era partita un po’ in salita.. non solo per la sveglia alle 3 ma anche per un po’ di stanchezza accumulata; meno male che durante il volo ho quasi sempre dormito e l’arrivo a Marrakech alle 08.30 è stata un po’ come la sveglia che suona al mattino.
Quando ormai penso che sarò operativo prestissimo mi blocca il controllo documenti; noi ormai siamo abituati a viaggiare in area Schengen senza più lunghe attese e code infinite ma qui si ritorna al passato e alla fine ci metto 45 minuti per superare il controllo e ritirare la valigia.
Tra l’altro, appena arrivato, il tempo era pessimo.. caldo ma tutto nuvolo.
Scendendo dal bus che dall’aeroporto mi porta per la prima volta in piazza Jemaa el fna mi sento subito in un altro mondo.. qui lo straniero sono io e tutte le mie abitudini e certezze le devo lasciare a casa.

Al Riad, che è poco distante, ricevo un’accoglienza inaspettata.. thè alla menta (il primo di una lunga serie), camera bellissima, gestore ultra gentile e premuroso tanto che mi sentire fin un poco a disagio… non ci sono abituato.
Ma la “botta” vera è quando lascio il Riad, torno in piazza e mi addentro subito nei Suk, lanciandomi alla scoperta di Marrakech.
Ci passerò le successive 5 ore, fino alle 16, e ne uscirò a dir poco ubriaco.. neanche dopo una ciocca pazzesca avevo quella sensazione di confusione.. che mi fa sentire perso, stordito.
I venditori li credevo più insistenti ma son le situazioni che si accavallano che mi hanno travolto; avrei fatto mille foto, ma come sempre il rispetto per le persone mi frena sempre un po’
Mi ha colpito il fatto che gli oggetti li producono direttamente lì sul momento, magari in sgabuzzini improvvisati a botteghe.
Girovagando si passa in mercati totalmente diversi tra loro; ti imbatti nei negozi di pantofole che vengono cucite con vecchie macchine o direttamente a mano, in luoghi dove le pelli vengono trattate per poi diventare portafogli o borse (e l’odore è a dir poco nauseante), nei falegnami che intarsiano il legno, nelle “cucine” all’aperto (tra odori particolari, pesci fritti, spiedini, pane, ect.), in tappeti bellissimi dai colori sgargianti, in argentieri che lavorano sul momento vassoi o servizi da thè….
In questo continuo girare si perdono i punti di riferimento e ti ritrovi a passare negli stessi posti più volte, un po’ perché in fondo ho scelto io di perdermi ed un po’ perché anche volendo seguire un itinerario mi sarei perso lo stesso……
Nei Suk mi abituo in fretta a camminare stando pronto ad evitare i motorini che sfrecciano veloce nelle stradine ed i carretti stracarichi trainati dagli asini.

Nel frattempo ho visitato la Medersa di Ben Youssef, l’antica scuola coranica con le pareti ed i bellissimi soffitti di piastrelle colorate o di legno decorato ed intarsiato a mano.
Poi le camere degli studenti, piccolissime, e soprattutto il giardino che lascia senza parole.
Tra il gran caldo (anche perché da nuvolo si è passati a 35 gradi con cielo limpidissimo) e la baraonda, appena uscito dai Suk, mi son rilassato in un bar vicino alla moschea; thè alla menta saporito e dissetante.
Questo è stato il primo momento di riposo e di riflessione; un momento in cui ho pensato a questo giro, a questo altro posto di mondo che sto per scoprire.
Un bambino mi ha salutato dal tavolo di fianco…. Queste cose non hanno confini e ti danno carica e speranza.

Purtroppo la moschea è chiusa ai non mussulmani, ma il giro intorno alla torre e ai suoi giardini l’ho fatto.. per poi tornare in piazza e al Riad per rinfrescarmi un po’.
Certo che di povertà se ne inizia a vedere, come i venditori di scarpe usate e la gente che chiede elemosina, ma in generale ho visto persone orgogliose, molto rispettose e sorridenti.
Le donne invece son quelle che mi incuriosiscono di più, non tutte portano il velo e la maggior parte copre solo i capelli lasciando in vista il volto.

Ed ora siamo qui, in Jemaa el fna, ed intorno a me si vedono spettacoli improvvisati.. tipo due bambini che simulano un incontro di box, scimmie portate al guinzaglio, serpenti che danzano seguendo la musica degli incantatori, il fumo che esce dalle griglie delle bancarelle che fino ad un’ora fa non c’erano…
Veramente mi sembra di essere tornato indietro di anni e anni; stare qui è una di quelle cose che già da sole valgono il viaggio.

Re: Marocco: la mia porta sull’Africa

MessaggioInviato: 13/06/2014, 11:15
da Leia74
Bellissimo il Marocco mi e' rimasto nel cuore, e il tuo racconto "emotivo" mi piace tanto!!

Re: Marocco: la mia porta sull’Africa

MessaggioInviato: 16/06/2014, 12:03
da obe
Grazie Leila, in serata dovrei riuscire a caricare anche le prime foto sul blog..



20 maggio
Ore 22.00

E rieccomi, in una camera d’albergo nel mezzo delle gole dei Dades, che mi rilasso ascoltando l’ultimo cd dei Coldplay.
Son contento, anche oggi è stata una gran bella giornata, una di quelle che non hanno l’avvenimento di grande impatto ma che ti danno un continuo flusso di piccoli stimoli ed emozioni che unite tutte insieme la fanno diventare una giornata ricchissima.

Già ieri sera la serata non si era chiusa con l’aperitivo ma mi ero fatto trascinare dalla piazza Jemaâ El Fna.
In mezzo ai vari spettacoli di danze berbere, di giostre improvvisate, di donne che dipingono disegni hennè sulle mani di alcune turiste.. son finito a mangiare in uno dei baracchini lì in mezzo; calamari ottimi (freschi e leggeri) e cous cous con merguez, la tipica salsiccia locale.
Dopo cena ho seguito il flusso della gente e son tornato fuori dalla moschea che con la sua torre illuminata faceva un effetto scenico notevole; tra l’altro al di fuori della moschea era pieno di venditori di scarpe.. l’ho trovato curioso, come se uscendo dopo la preghiera non trovi più le tue scarpe e devi comprarne delle altre.
Per il resto, anche se era un lunedì sera, in giro era strapieno di gente e non solo di turisti; chi intento a comprare qualcosa, chi a mangiare un gelato, gente di ogni età, bambini, vecchiette a spasso con marito, ragazzi che corteggiano qualche coetanea .. un po’ come avviene in tutto il mondo.
Era a Marrakech ma poteva essere Milano, Parigi, Londra… ma solo con i rumori e gli odori tipici di qui.

Stamattina, dopo una prima sveglia alle 5 con il Muezzin (il richiamo alla preghiera), verso le 7 mi son trovato con quelli del tour che mi porteranno verso Est, da Marrakech fino al deserto di Merzouga, passando per vallate, vecchie fortezze, città in forte espansione e paesini sperduti.
Per questi 3 giorni ho scelto di appoggiarmi ad un tour per limitare le spese e star dentro nei tempi.. solo di noleggio auto mi sarebbe costato parecchio di più e poi alla fine sulla 4X4 siamo solo in 4.. io, l’autista, la guida e un’inglese molto simpatica e alla mano.
Alla fine questi tour fanno più o meno tutti lo stesso giro e bene o male le soste son negli stessi punti.. ma ci sta dai, almeno non sono in uno di quei pulmini da 10-12 persone ed il rapporto è più diretto.
Anche oggi fino alle 10 c’era brutto tempo, pioggia e nuvole la facevano da padrone ma dopo sole e un bel caldo.

Nei tanti Km macinati abbiamo passato paesaggi particolarissimi, all’inizio la salita fino a 2.200 mt con la strada che dalla vetta sembrava uno di quei serpenti che trovi in piazza Jemaâ e poi con il continuo cambio di vegetazione…
Prima roccioso ma verde con arbusti di circa 1 metro, poi sempre più secco, dove i cespugli bassi prendono il posto degli alberi, ed infine tutto diventa rosso fuoco senza alcuna vegetazione ad eccezione delle oasi verdissime che generalmente sono in mezzo alle vallate.
Son rimasto un po’ deluso dalla Valle delle Rose, mi aspettavo tutto colorato ed in fiore, invece tante piante e tanto verde ma niente di più.
Solo i bambini ai bordi delle strade che vendevano cuori fatti con i petali freschi mi hanno fatto capire che eravamo lì.
Ecco, qui è più “differente” che da noi.. vedo questi villaggi sparsi qua e là con bambini che vendono souvenir, donne che raccolgono il grano/fieno a mano, uomini che trasportano carretti strapieni.. cioè è proprio zona rurale.
A volte poi incroci delle persone in mezzo al nulla che camminano tra due paesi distanti anche un 10/20 km, cioè è normale farsi tutti questi km sotto il sole cocente.

Una cosa che ho notato è il rispetto, o forse soggezione, dei ruoli; come quando la giuda tratta con modi bruschi chi serve ai bar o la riverenza nei confronti della polizia o nei confronti del padrone della ditta o del negozio… i ruoli mi sembrano ben marcati e sicuramente chi lavora con i turisti ha parecchi vantaggi.
Però la solidarietà tra di loro è notevole; si aiutano con indicazioni, passaggi in auto, se c’è qualcuno che ha bisogno non si tirano indietro.. bho, forse è solo apparenza ma mi è sembrato così.
Tra le cose curiose di questi paesini c’è che le case magari son fatte con mattoni di paglia-fango ma quasi tutte hanno la parabola mentre per il resto solite cose che però colpiscono sempre.. le pecore libere di pascolare e fermarsi in mezzo alla strada, le carne esposta all’aperto nelle macellerie di paese, ect.

La parte clou della giornata è stata la kasbah Ait Benhaddou, la vecchia fortezza sulla riva di un fiume ormai a secco.
Prima di arrivarci, divertente fuoristrada nel deserto roccioso e sosta pranzo con insalata marocchina, polpette speziate e frutta fresca.
La kasbah è particolare, a guardarla dal basso ti sembra che sia parte stessa della roccia, non è come se ci avessero costruito sopra ma come se fosse un proseguimento della roccia stessa.
Poi con le sue case di mattoni dello stesso colore rosso c’è un’armonia incredibile.
Il giro in mezzo alla kasbah è un po’ rovinato dai venditori ambulanti ma una volta in cima, tra la vista spettacolare ed il silenzio interrotto solo dal vento il panorama è bellissimo; in lontananza si vede il verde delle oasi, il rosso fuoco delle rocce, colline dai colori differenti che vanno senza fine verso l’orizzonte.
Tra l’altro qui hanno girato parecchi film, anche il Gladiatore! Infatti una volta scesi e girando intorno si arriva nel punto in cui Massimo Decimo combatte prima di arrivare a Roma.
Nel momento in cui stavo facendo la foto alla Kasbah, passa 1 signore con 3 cammelli.. chissà da dove stava tornando e cosa pensa di questo trambusto creato dai turisti

Tra le varie soste, una veloce per vedere come fanno l’olio di Argan e poi l’alternarsi di paesini con paesaggi che verso la fine diventano un po’ ripetitivi.
Per fortuna la musica “dance” berbera alza il morale e quando molliamo l’inglese al suo hotel io e l’autista parliamo di tipe dandoci il 5 mentre cantiamo e balliamo queste canzoni e l’immancabile Eros Ramazzotti.
Il finale di strada delle gole dei Dades però cambia totalmente.. qui le rocce hanno forme particolarissime, il lavoro del vento e della pioggia le rende prima sinuose e poi di colpo frastagliate… rocce interrotte solamente da qualche casa e da qualche minuscola Kasbah ormai in rovina.

Per concludere la giornata, cena con zuppa e un tajine saporitissimo con prugne, mandorle, agnello e zafferano.
Ora aspetto la notte nel deserto di domani; son curioso e non vedo l’ora di quel tramonto.
E’ presto, ma vado a dormire che son un po’ stanco, anche perché non ho avuto un momento di relax tutto per me… troppi stimoli, sensazioni nuove, paesaggi incredibili.
Viaggiare regala sempre grandi emozioni anche se finora non son ancora riuscito a “lanciarmi” totalmente nell’avventura come al solito.. in un paio di situazioni son rimasto un po’ bloccato.. ma anche negli altri viaggi son serviti un paio di giorni per buttarmi a capofitto in ogni situazione.

Re: Marocco: la mia porta sull’Africa

MessaggioInviato: 17/06/2014, 22:44
da Lebowski
Più o meno, alcuni aspetti narrati me li aspetto anche io in Iran, anche se moltiplicati per 10 dato che li vivrò di persona, tipo l'assistenza e cordialità delle persone. Inshallah.
Il racconto mi smbra un antipasto di quello che troverò e mi fa salire la voglia di andare. Continua quindi, plz.

Re: Marocco: la mia porta sull’Africa

MessaggioInviato: 19/06/2014, 12:38
da obe
22 maggio
Ore 23.00

Ho appena trovato un attimo di tranquillità dopo 2 giorni intensissimi e riprendo a scrivere anche se è dura riordinare tutte le cose accadute.
Ora son al mio Riad a Marrakech ed ho appena finito una fantastica cena a base di zuppa di legumi, insalata con verdure/frutta di stagione ed un tajine di pollo con una salsa al limone che non avrei mai smesso di mangiare.
Il Riad è proprio bello ed effettivamente dormire nella Medina ha il suo fascino.. in queste viuzze nascoste dietro ai tanti negozi che occupano le vie intorno alla piazza jemaa el fna, bussi al portone ed è un po’ come entrare a casa di qualcuno..
Ed effettivamente il Riad è così! Si entra nel cortile interno, trovi una fontanella e poi l’arredamento con divani, tavoli, quadri di un’eleganza tutta marocchina, mentre al piano di sopra ci sono le 4-5 camere.

Per il resto questi due giorni abbiamo macinato parecchi km; io, la guida e l’inglese (che è stata veramente di compagnia) ci siamo divertiti condividendo le avventure vissute.
Anche perché i km erano tanti e scambiare due parole ogni tanto e farsi qualche risata ha aiutato parecchio.
Dei due ragazzi locali che ci hanno accompagnato in questo giro.. simpaticissimo l’autista, alla mano, sempre pronto ad aiutarti, a cantare e soprattutto molto genuino.
Un po’ meno l’altra guida, che faceva un po’ il furbo ma soprattutto non mi piaceva come trattava i ragazzi che lavoravano grazie a lui..
Tipo al ristorante o con le donne faceva troppo il superiore anche se, alla fine, nei miei confronti non posso dire nulla di male… visto che era sempre disponibile e gentile.
Anche se devo ancora capire perché lui la prima notte l’ha passata nell’hotel 4 stelle dove alloggiava l’inglese ed io in un alberghetto nel mezzo delle gole di Dades… bho.
Comunque meglio così! In questo modo ho visto la valle fermandomi quando volevo per far foto o osservare il panorama e poi nell’ambiente nell’hotel a gestione famigliare (padre e figlio) mi trovo più a mio agio.. mi piace di più.
Ricordo ancora adesso la stretta di mano del padrone, vestito con la tunica bianca, e la sua soddisfazione nel sentire che tutto era andato bene.

Il viaggio di ieri, dalla valle dei Dades fino all’inizio del deserto è stato un po’ come una puntata di National Geographic; andando verso est si vedono i cambiamenti e le cittadine diventano come noi ci immaginiamo siano i paesi dell’Africa.
Strade laterali non asfaltate, case di mattoni di fango-cemento-paglia color rosso fuoco, carretti strapieni trascinati dagli asini, donne che trasportano fieno in spalla, bambini in bicicletta che escono da scuola, motorette con su come minimo 2 persone, i classici taxi (in genere vecchie mercedes) color beige, ragazzi/bambini/adulti con indosso le maglie da calcio delle principali squadre europee (con il Barcellona e Messi a farla da padrone), camion stracarichi che sembrano debbano perdere parte del carico, campi di calcio su terreni quasi sassosi, strade a 1 corsia dove l’auto/moto/carretto accosta sulla ghiaia per far passare il mezzo più veloce, rivenditori di bombole a gas, l’immancabile officina “finta Michelin” che ripara copertoni, donne con il velo e il vestito che da colorato diventa sempre più scuro fino a diventare nero, gente a bordo strada in attesa di chissà quale passaggio….
Praticamente, in questa giornata, in attesa di arrivare finalmente al deserto, più che le attrattive naturali io mi son goduto questo spaccato di vita reale, così differente dalla nostra.
L’unico rammarico è di aver avuto poco tempo e non aver scelto di muovermi in bus locale, così da poter camminare da solo in questi posti, dialogare, conoscere meglio.
Ma il tempo è tiranno e questa volta mi son dovuto accontentare di vederlo da spettatore o meglio diciamo da comparsa.

Son contento di essere venuto ora, perché la zona sta diventando turistica e molto velocemente.
Oltra ad alcuni 4x4 come il nostro e ad alcuni pulmini da 10-12 persone si iniziano a vedere proprio i classici bus turistici e questo snaturerà un po’ il luogo.
Vedi Tinghir, la città svincolo per Todra, che è un cantiere unico.. mega alberghi in costruzione, fontane e piscine appena terminate, 3 rotonde giganti dove non c’è ancora nulla..in attesa di nuovi palazzi.
Tutto questo porterà anche benefici, tipo la fogna, nuove strade e soldi ma ora è in totale contrapposizione con i villaggi poco distanti dove tutto è fermo e la gente sembra chiedersi chi sia questo intruso.
La gola di Todra comunque vale la sosta, sembra veramente che le due rocce siano due portoni semichiusi e tutto ti invita a seguire il fiumiciattolo ed entrarci.
Qui poi ci sono ancora pastori nomadi che portano la capre a pascolare; si vede il padre di famiglia e la sua figlioletta di massimo 10 anni e mi viene da pensare che qui la vita non è facile; in generale si vedono tanti ragazzi adolescenti che lavorano per le strade, dal fabbro o altri lavori che sarebbero pesanti anche per un adulto.

Nella sosta pranzo assaggio altre specialità e provo le brochette di agnello e la solita frutta fresca (anguria, melone ed arance).. la cucina marocchina sta passando l’esame, è saporita e fresca.. mi piace.

Ok, è solo mezzanotte e vorrei scrivere, condividere le sensazioni del deserto ma sto crollando dal sonno.. lo farò domani anche perché c’è ancora tanto da scoprire di questo Marocco.. la mia porta d’accesso all’Africa.

Re: Marocco: la mia porta sull’Africa

MessaggioInviato: 25/06/2014, 16:12
da obe
23 maggio
Ore 16.30

Ultima giornata a Marrakech dove mi sto bevendo una coca in un bar in piazza.
Stracontento anche oggi per una giornata proficua e divertente; poi, dopo i primi 2 giorni in cui a volte ero stato un po’ sulle mie, da mercoledì mi sento totalmente a mio agio.. curioso, interagisco, mi confronto con tutti.. bello. Proprio come deve essere quando si viaggia.
Ed oggi, da questo punto di vista è stato pazzesco anche perché ero io, niente guide o altro.. da solo ad immergermi tra la gente, come piace a me.

Ma dove ero rimasto prima di crollare nel sonno ieri sera?
Stavo per entrare nel deserto.. è vero; posso solo dire che ora finalmente capisco chi dice che una volta che ci sei andato poi ne senti un richiamo continuo… è a dir poco affascinante.
Mentre ci avviciniamo a Merzouga la strada che ci porta a Rissani quasi scompare e, nonostante le barriere di paglia ai lati, la sabbia trascinata dal vento quasi la copre totalmente creando, con il passaggio delle auto, quell’effetto nebbia.
Rissani è una città ancora più “africana” delle altre e poi qui ci fermiamo a casa dall’autista che doveva passare a salutare la madre e dove, con grande sorpresa, invita dentro anche noi per un thè veloce.. tra l’accoglienza calorosa e tutto il resto fanno che questi 5 minuti alla fine saranno tra i più intensi del viaggio.

Arrivati a Merzouga molliamo il nostro zaino in un piccolo hotel e con solo un minibagaglio ci avviciniamo ai cammelli (o meglio dromedari.. per essere più precisi).
La cammellata guidati dal piccolo Mustafa di 10 anni sarà eccezionale; solo noi due per oltre 1 ora tra colori accesi, dune come se fossero disegni ed il silenzio che è interrotto solo dal vento e dal mio cammello che si lamenta… (eppure non peso così tanto!)
La tenda berbera dove passeremo la notte la condivideremo con altri 10 che arriveranno poco prima del tramonto; ovviamente non ha servizi, doccia o luce e non è immune dagli scarafaggi che lasciano le loro piccole impronte mentre si muovono nella sabbia.
Il tramonto..... bè è sempre bello, poi il sole scende lentissimo e rende la sabbia di un colore rosso più forte, più intenso; solo il vento che porta la sabbia negli occhi e sui capelli è veramente fastidiosa, ma per il resto è tutto bellissimo.
Io cerco di isolarmi dai commenti degli altri 10 ascoltando un po’ di musica nelle cuffie e, sarà che i tramonti mi mettono sempre un po’ di tristezza, ma in quel momento mi vengono in mente i miei nonni.

La cena sarà a lume di candela e dopo usciamo per guardare le stelle; io mi butto sulla sabbia a testa in su e le stelle mi sembrano veramente più vicine ma purtroppo non ne riesco a trovare una cadente; staremo qui fino a mezzanotte, con musica dai bonghi e canti berberi intorno al fuoco accesso.
La mattina la sveglia sarà alle 5 e poi rientro in cammello mentre albeggia; alla fine l’alba sarà uno dei momenti più sereni del viaggio, anche perché il cammello oggi non si lamentava più e tutto intorno a noi era silenzioso… l’atmosfera ed il sole che lentamente sale hanno creato un’atmosfera magica.

Il resto della giornata di ieri direi che è stata un trasferimento con il rientro diretto a Marrakech; un 500 km con poche soste dove i paesaggi erano quelli già visti pur rimanendo sempre interessanti.
Tra l’altro, nella Valle delle Rose, siamo capitati in mezzo alla festa annuale, tipo fiera campestre, e ci siamo fermati per vedere una rappresentazione di cavalieri berberi.
Per il viaggio cambio di compagni, al posto dell’inglese, 2 francesi, madre e figlia 25enne.
La figlia molto simpatica e direi niente male.. si parlava, cantava ed ovviamente abbiamo pranzato insieme scambiandoci le nostre opinioni sul tour appena completato.
Il momento più bello è stato durante una sosta per thè/toilette.. ero a bordo strada che guardavo 4 ragazzi che giocavano a pallone e dopo un attimo mi hanno chiamato per far due tiri con loro… saranno stati solo 10 minuti, passati a palleggiare tra di noi fermandoci solo al passaggio delle auto, ma belli e che confermano la cordialità di questa gente.

Ore 18.30

Ultimo tramonto a Marrakech; dopo la coca in piazza son tornato presto al Riad per far la doccia e preparare il bagaglio per domani, così da potermi godere con tutta calma queste ultime ore.
Ho scelto il Kosybar, non nella piazza principale ma in una vicina, più tranquilla ma dalla quale si vede la torre della moschea ed alcuni negozi che iniziano a chiudere.
Niente thè alla menta, stasera Martini, primo alcolico bevuto qui.. però a caro prezzo, 8 euro!!

In compenso oggi ho completato la mia visita di Marrakech.
Colazione alle 8.30 e alle 9 son uscito mentre la città iniziava a svegliarsi con alcuni negozi che iniziavano ad aprire e poca gente per le strade.
Senza volerlo son finito nel quartiere ebraico Mellah e qui trovo una Marrakech differente; pochissimi negozi per turisti, gente indaffarata e case dove la gente comune vive.
Da qui è partito il giro dei punti d’interesse storico.
Palazzo Bahia che, sinceramente, a parte alcune decorazioni e i due cortili, non mi ha colpito molto.
Il Museo Dar Si Said che invece mi ha entusiasmato oltre che per gli oggetti custoditi, anche perché il palazzo era deserto e me lo son potuto godere in tranquillità, senza gruppi o gente che spingeva (come nel Bahia)
Qui poi le decorazioni e la precisione dei disegni delle porte, delle finestre e delle pareti erano ancora più belle.. in particolare quelle al piano superiore.
E per finire le tombe Saadiane, anche queste le ho trovate interessanti ma senza lasciarmi a bocca aperta.
Mentre giravo tra queste attrazioni ho fatto parecchie foto, anche alla vita comune, che poi è la parte che trovo più interessante; poi non so, ormai quando entri nella situazione che ti senti bene e a tuo agio, diventa anche normale regalare una banana appena comprata ad un vecchio che rovista nell’immondizia o sorridere alle persone che incroci.
Oggi ho iniziato a fare anche i primi acquisti; dell’eucalipto per liberare il naso e zafferano puro in fili.. non so se il prezzo era buono ma la contrattazione è stata lunga e anche divertente.
Dopo pranzo son andato ai giardini Majorelle, che ritengo una gran mossa commerciale.. unisci Yves Saint Laurent e alcuni vasi giallo/blu molto fotografici e vendi un giardino interessante ma che di certo non è una cosa unica.. Villa Taranto a Verbania sicuramente ha più varietà di piante.
Però devo ammettere che le foto vengono veramente bene!
Da qui ho fatto 2 passi a piedi fino alla stazione per prendere il biglietto del treno per domani mattina e così son passato anche per la città nuova che, devo ammettere, è uguale a 1 città europea con Mc Donald’s, H&M, ect..
L’unica cosa che la differenziava era il flusso di gente che usciva dalla Moschea dopo aver pregato per tornare alla loro quotidianità con tappeto in mano.
Mi ha incuriosito questo vedere la moschea attaccata alla catena New Yorker… strano effetto.

Visto che era presto son poi tornato al Suk ma essendo venerdì era tutto un’altra cosa… tranquillo, molte serrande chiuse, nessuno che ti fermava per venderti qualcosa ma almeno ho proseguito con gli acquisti prendendo un po’ di olio di Argan e qualche saponetta.
Anche qui il divertente è stata la contrattazione e quando, per spuntare un prezzo più basso, mi son proposto di fermare i primi turisti e di dirgli che in quel negozio si facevano gli affari migliori..
Era da vedere la faccia dei venditori che ridevano come matti mentre proponevo la loro merce.

Ora son qui, rilassato in attesa di cenare e passare le ultime ore in piazza, domani sveglia alle 6 per prendere il treno per Rabat, dove starò solo 1 notte.
Per ora, Marocco scelta perfetta per questo viaggio, un luogo così diverso dagli altri posti che finora ho visitato.. e che mi sta regalando tante sorprese positive.

Re: Marocco: la mia porta sull’Africa

MessaggioInviato: 01/07/2014, 20:44
da obe
24 maggio
Ore 16.30

Arrivato a Rabat ed ora son sul lungo-oceano con offre una vista sull’antica Kesbah; un lungomare moderno che potrebbe essere quello di qualunque città europea con una bella passeggiata tra ristoranti/bar alla moda che propongono ovviamente piatti di pesce.
Tra l’altro quello dove son seduto io ha fuori l’insegna con scritto “dal 1998”, un po’ come per sottolineare la sua presenza storica nel territorio; qui ho provato i gamberi alla plancia, buoni ma non supremi, però ci stavano dopo aver mangiato solo un panino veloce a mezzogiorno.

Rabat mi è sembrata più “città” di Marrakech, forse perché ci sono appena arrivato e ci starò solo 1 giornata ma l’impressione è che sia un po’ meno battuta dal turismo.. cioè è frequentata dai turisti ma sicuramente in numero inferiore.
Si vede anche dai palazzi delle funzioni statali, dal fatto che qui ci sono molte più ragazze senza velo, dai ragazzi vestiti all’occidentale che vanno in skate… son tutte piccole cose che fanno capire meglio lo stile di vita di una città.
E poi, da un locale poco distante, tra le nuove costruzioni in stile Europeo, si sente musica house a palla.

La giornata è iniziata prestissimo con la sveglia alle 6 per prendere il treno delle 7.
Mi è quasi dispiaciuto lasciare il mio Riad di Marrakech dove ho cenato anche l’ultima sera.. insalata marocchina, cous cous con verdure e carne simil-spezzatino e frutta con cannella
Sarà che il giorno prima avevo fatto i complimenti alla cuoca ma ho avuto un servizio coi fiocchi con cibo squisito e porzioni per 2 persone.
Dopo cena son andato in piazza dove ho preso l’ultimo thè da una terrazza… la vista di notte con le luci dei venditori di cibo, la torre della moschea illuminata, la musica di sottofondo… è stato un bell’addio a Marrakech; tra l’altro stavano girando un film, troupe americana ma attori sconosciuti, non si sa mai che diventi famoso.

Le 4 ore in treno son volate ascoltando un po’ di musica nelle cuffie e curiosando dal finestrino.
Gran campi di grano color giallo intenso, pascoli e fichi d’india; solo nelle città lo scenario cambiava con le sue periferie ed i palazzi di nuova costruzione.
Treno parecchio lento, soprattutto la prima parte, però con poltrone comode e pulite.
Come compagni di viaggio.. 1 bella ragazza e 1 vecchietto che tranquillamente si è sdraiato e si è messo a dormire togliendosi le scarpe.
Son arrivato alle 11 e, nel Riad situato nella Medina, oltre al proprietario c’era un italo-marocchino; un vecchio che vive qui e che sparava sentenze a nastro sull’Italia.. mai fidarsi dei connazionali all’estero…

Però oggi, sarà stata anche la stanchezza per l’ennesima sveglia alle 6 o altro, ho anche preso la prima fregata del viaggio.
Son subito andato a visitare la Kesbah che affaccia sull’oceano con le sue case dipinte di bianco e blu, la bella porta d’ingresso e le viuzze strette in cui girare.
Non so perché ma non trovo il bar in cui volevo bere un thè e fare alcune foto con vista sulla città e sull’oceano.. così chiedo a un vecchio che si propone di portarmi lui.. tra me penso..”ma si, un paio di dirham e siamo a posto”… mica mi porta a casa sua a bere il thè sul terrazzo?
Ormai ero dentro e poi la vista era veramente bellissima.. Vabbè, alla fine avevo finito i pezzi piccoli di denaro e ho dovuto dargli 20 dirham.. più o meno come al bar.
Non tanto per i 2 euro ma babbo io a non avere pezzi piccoli.. però alla fine è stata anche un’esperienza diversa.
Da qui ho visitato il souk, dove i negozianti ti lasciano stare e la contrattazione è minima, ed infine il Mausoleo di Mohammed V
Ecco, il mausoleo è la cosa più bella di Rabat.. grandi spazi, la torre, il colore verde dei tetti, la pace e la tranquillità, le guardie a cavallo e la continua recita di preghiere nel luogo dove è conservata salma del vecchio sovrano.
Anche solo per questo una sosta Rabat la merita.
Ora mi rimetto in cammino verso il Riad, stasera serata tranquilla che domani si arriva a Fes.

19.00
Cambio di programma, strada facendo ho decido di tornare alla Kesbah per godermi il tramonto dalla terrazza della fortezza.
Cosa mi stavo perdendo?? Un posto così panoramico non l’avevo mai visto…. La vista della vicina città di Sale e la sua moschea, l’oceano con le sue onde, le spiagge con ragazzi che fanno surf o che giocano a pallone, gruppetti che suonano bonghi e tamburi, il faro e la lunga passeggiata sul lungo molo; una spiaggia molto simile a quelle brasiliane.
Poi due cose simpatiche.. la prima riguarda due ragazzi che avevano chiuso l’ingresso alla terrazza panoramica con i blocca-traffico in plastica rossi-bianchi; uno aveva una camicia militare ed auricolare del cellulare all’orecchio mentre l’altro fermava i turisti singoli e diceva che non si poteva passare per lavori ma che se si dava una mancia al militare si poteva passare.
Era talmente fatta bene che un paio di dirham glieli ho dati… più che altro ho apprezzato lo spirito d’iniziativa e poi meglio se fanno così piuttosto che mettersi a rapinare la gente.
L’altra invece è quando ho chiesto a una coppia se poteva farmi una foto.. me la fanno e vanno via, dopo 5 minuti vedo che tornano indietro apposta per chiedermi se ne volevo ancora.. una gentilezza che mi ha spiazzato e sorpreso.
Prima di venire qui ho curiosato anche il locale da cui proveniva la musica house; a parte che era stranissimo sentire l'house (che copriva anche il richiamo alla preghiera delle ore 5) da un vascello per ricchi/occidentali e poi servivano anche alcolici.
Prezzi assurdi e mi ha colpito vedere che all'esterno c'erano una 50ina di persone locali che stavano ferme a guadare il posto e le gente che entrava con un misto tra curiosità, invidia o altro..
Di sicuro le ragazze marocchine che entravano qui.. altro che velo.. gonne cortissime, trucco pesante e tacchi altissimi.

Re: Marocco: la mia porta sull’Africa

MessaggioInviato: 02/07/2014, 10:28
da Leia74
Bello bello!!! Rabat non l'ho vista e ora mi hai incuriosito parecchio!
Qualche foto?

Re: Marocco: la mia porta sull’Africa

MessaggioInviato: 02/07/2014, 10:56
da obe
Leia74 ha scritto:Bello bello!!! Rabat non l'ho vista e ora mi hai incuriosito parecchio!
Qualche foto?


Grazie!
Be le foto le sto pubblicando sul blog.. Li son un po' in ritardo perché ci mette un po' a ridurle e caricarle.
Son arrivato all'ultimo giorno a Marrakech

Re: Marocco: la mia porta sull’Africa

MessaggioInviato: 04/07/2014, 17:29
da obe
25 maggio
Ore 17.00

Penultima giornata di viaggio e son in una piazza stranamente tranquilla di Fes dove sto bevendo il mio thè delle 5 con sottofondo il richiamo alla preghiera che proviene dalla moschea.
Son già a Fes per un cambio di programma.. infatti devo fermarmi a Meknes x 2-3 ore ma una volta sceso dal treno non ho trovato il deposito bagagli (dove mollare la valigia) né nella stazione dei treni nè in quella dei bus; qui la Lonely mi ha tirato un brutto scherzo perché la dava presente in quella degli autobus.
Vabbè, niente di male alla fine, ho perso solo 1 ora, son arrivato prima a Fes e me la son potuta prendere con più calma.

Sto ancora ripensando a Rabat che, con il suo mausoleo ed il tramonto sul lungo oceano e la vista della Kesbah dal molo mentre il sole cadeva nell’oceano, mi ha conquistato.
Tra l’altro, tornando al Riad, passando nella Medina, hanno provato a farmi la truffa della banconota per terra.
Praticamente un ragazzo mi ferma e mi dice che mi è caduta una banconota (cosa impossibile perché io non tengo mai soldi di carta in tasca).. io lo ringrazio ma dico che non è mia e tiro avanti.
La truffa si sarebbe sviluppata con io che raccolgo la banconota (ipotesi da 20) e subito dopo mi avrebbe fermato un complice dicendo che i soldi erano suoi ma che non erano solo 20 ma per ipotesi 50.

Alla sera la temperatura è per la prima volta freschina e per cena son uscito dalla Medina e ho mangiato un ottimo fritto misto (qui i gamberetti.. super).
Nel tragitto nella Medina ho visto di tutto.. venditori di telecomandi, banchetti di lumache, venditori di scarpe e vestiti usati, rissa tra venditori.
Tra l’altro la cultura del rifiuto non è molto avanzata.. buttano per terra di tutto.. carte, pannocchie mangiate, pannolini usati.
Per chiudere la serata son andato in un bar a vedere il 2° tempo ed i supplementari della finale di Champions League; una 50ina di persone ed io a commentare con alcuni di loro le azioni e a tifare Carletto Ancelotti.
Sembrava di essere ai primi anni di Tele+ quando andavo al bar insieme agli amici a vedere il posticipo della domenica sera.

Oggi, treno da Rabat a Fes con paesaggi che son cambiati rispetto ai precedenti…una parte aveva anche vigneti tanto che sembrava un po’ una regione italiana; invece la prima impressione di Fes è che sia, se possibile, ancora più reale e “sporca” di Marrakech.
Forse perché ho iniziato dal percorso che porta nella parte alta della città, quello meno battuto dai turisti, dove ci sono falegnami, lavanderie, cucine, fabbri.
Diciamo che dopo 7 giorni i Souk delle Medine son un po’ ripetitivi ed anche le cose in vendita si assomigliano un po’ tutte (con l’aggiunta che qui a Fes continuano a propormi del fumo) e diventa anche un po’ stressante dover sempre contrattare per qualunque cosa…
Poi nelle strette vie si deve continuamente fare attenzione agli asini che sono ovunque e vengono usati per trasportare qualunque tipo di merce.
La Medina di Fes è molto elaborata.. stradine, salite, discese; però alla fine se uno segue i 4-5 percorsi colorati indicati su alcune pareti ci si muove abbastanza bene ma senza quelli sarebbe un casino assurdo, anche perché sono tutte viuzze strette e non si riescono a vedere i punti di riferimento come la torre della Moschea o la Medersa.


Ore 22.30
Arrivato da poco nella mia camera dopo una cena particolare.. stasera ho assaggiato l’hamburger di cammello che non avevo mai mangiato prima ed ha un sapore nuovo; si differenzia parecchio dal normale manzo.. bho.. non so dire a cosa assomigli.. era una cosa che mi mancava.
Son già rientrato perché dopo le 22 la Medina si stava spegnendo ed i negozi chiudevano, per fortuna domani niente sveglia, anche se la prima tappa saranno le famose concerie all’aperto.

Prima di cenare ho fatto in giretto nella zona del cibo.. c’erano tutte queste signore che facevano acquisti per la cena.. galline libere che quasi scappano via, pezzi di carne all’aperto (anche fegato ed interiora), file di mosche sopra i datteri, olive..
Anche dopo 8 giorni uno non si abitua a tutto questo..


26 maggio
Ore 15.30

Ultime ore in Marocco.. .e si, perché domani l’aereo sarà alle 8.30 di mattina e quindi sveglia alle 6 per il rientro in Italia.
Tra poco vado a provare questo hammam-spa privata e son molto curioso.

Oggi giornata molto soddisfacente, ho girato nella Medina con tutta calma perdendomi più volte ma arrivando sempre dove volevo.
Alle 9 son uscito alla ricerca delle famose tintorie e ho visto la città che si svegliava con molti negozi che erano ancora chiusi o che stavano aprendo; c’era una calma surreale, soprattutto se paragonata al casino c’era solo 3 ore dopo.

Alla fine arrivo alle tintorie e riesco a vederne due.
La prima è quella più antica e meno frequentata mentre l’altra è la più famosa e fotografata anche perché l’effetto scenografico è superbo.
Mentre il proprietario del negozio con terrazza mi spiega le fasi della lavorazione penso a quanto duro sia questo lavoro, sia fisicamente sia per la salute; l’odore emanato dal miscuglio di feci, ammoniaca e prodotti coloranti (tipo il cumino o la mimosa) è quasi da vomito.
La lavorazione, se ricordo bene, consiste
- Pulizia delle pelli con ammoniaca, feci, ect
- Asciugatura (passando sotto una ruota simile a un mulino)
- Coloratura nella vaschi (ad eccezione di quelle gialle fatte a mano)
Oltre a questo mi ha spiegato la diversa qualità di pelli, da quella di cammello considerata la migliore, al capretto e a seguire tutte le altre.

Dopo questa gran bella visita ho girato a caso nelle strade, schivando i grupponi di giapponesi e i tanti che mi affiancavano offrendosi di farti da guida o portarti in giro.
Ho visitato il Museo del legno e dell'artigianato di Nejjarine e pranzato con l’ultimo tajine di pollo al limone e mandorle; ho anche completato gli acquisti e finito il mio budget.. forse avrei potuto spuntare qualche prezzo migliore, ma son soddisfatto e fregature non penso di averne prese.

Ultime ore.. ultimo sole ed ultimo the diurno.

Ore 21.30
Appena finito di cenare, per chiudere ho voluto prendere falafel e hummus.. una cena che sarà un ponte con la prossima meta autunnale.
Son tornato al Cafè Clock per l’ultimo tramonto dopo la Spa. Che dire? 2 ore di relax assoluto in un ambiente abbastanza lussuoso.
L’hammam è iniziato entrando in costume in una sala piccolina, una specie di stanza scavata nella roccia nera con il soffitto fatto a cupola che fa da bagno turco; due posti per sdraiarsi messi a L in marmo e con il caldo che usciva da una bacinella scavata nel muro.
Dopo aver sudato bene, si è rinfrescato l’ambiente e poi è iniziato l’hammam classico con acqua calda sul corpo, maschera d’argilla sul viso, sapone morbido all’eucalipto e poi a grattare su tutto il corpo con la spugna per tirare via la pelle morta e pulizia finale con doccia d’acqua calda.
Un momento di relax su un divanetto con acqua, noci, datteri e per finire 1 ore di massaggi su tutto il corpo con un’essenza scelta da me.
Alla fine avevo una pelle così liscia e morbida ed ero così rilassato che non avrei voluto finesse più.

Tutto il contrario di quello che mi aspettava nella Medina, la contrapposizione tra calma dell’hammam e la vita nelle viuzze è pazzesca.
Tra l’altro mentre rientravo al Riad le offerte di droghe cambiavano.. dal fumo si passava all’oppio nel giro di 10 secondi.


Ore 22.00
Ci siamo, è finita.. tra poche ore si torna a casa.
Un viaggio breve, di soli 8 giorni, ma molto intenso; soprattutto all’inizio dove ho avuto anche pochi momenti per me.
Come ho già detto probabilmente il Marocco sarà il mio ponte sull’Africa, continente in cui non ero mai stato e che devo dire mi ha sorpreso piacevolmente.
Pur essendo turistico (in particolare con la crescita degli ultimi 2 anni) mantiene ancora vive le proprie radici.. in rinnovamento ma senza volersi snaturare.
Ho visto diversi “Marocco”… quello cittadino di Rabat, quello turistico di Marrakech, quello in trasformazione di Fes, quello dei paesini rurali verso est.. differenze che si notano anche nella stessa città, con la contrapposizione tra Medina e città nuova.
La gente che ho incontrato è sicuramente un popolo rispettoso, socievole, aperto e sorridente nonostante le condizioni di vita a volte difficili; in particolare mi hanno colpito le condizioni lavorative parecchio dure; mi vengono in mente i campi e i paesini nei dintorni di Merzouga o le concerie di Fes o i laboratori artigianali dei Souk.
Nonostante questo non ho mai sentito la sensazione di pericolo; certo a volte provano a “fregarti” alzandoti i prezzi o ingegnandosi con piccole truffe.. ma è una cosa comprensibile.

Tante cose sono quelle che mi porto a casa, ed oltre ad aver visto posti bellissimi così a getto mi vengono in mente varie situazioni…. tipo il divertimento e l’ubriacatura iniziale a girare nei souk, l’essere finito a bere il thè a casa di uno sconosciuto, aver venduto al loro posto dei prodotti ai turisti, il giocare a pallone per strada con dei ragazzi durante una sosta in auto, aver cantato Ramazzotti e ballato musica berbera nella valle dei Dadi, aver provato la cucina casalinga fatta da una vecchietta al Riad (la migliore cena in assoluto), aver fatto 2 ore di cammello nel deserto, aver contrattato (a volte bene.. a volte male) durante gli acquisti, aver dormito nel deserto senza bagni-elettricità, aver evitato la truffa della banconota, aver discusso al bar commentando la finale di Champions, aver provato l’hamburger di cammello, aver provato un hammam originale….
Dopo 8 giorni son contento di tornare a casa, anche perché il Marocco è un posto opposto al mio ideale di vita (son più per i posti tranquilli e meno caldi..), ma alla fine il bello del mondo son le diversità e scoprirle.. no??

FINE

Re: Marocco: la mia porta sull’Africa

MessaggioInviato: 08/07/2014, 19:35
da geom.Calboni
Leggere il tuo racconto mi ha emozionato.
Ho sempre in testa un Marocco estremamente turistico e "falso", (Marrakesh in particolar modo) ma magari sarà anche per me
obe ha scritto:il mio ponte sull’Africa, continente in cui non ero mai stato e che devo dire mi ha sorpreso piacevolmente.

Re: Marocco: la mia porta sull’Africa

MessaggioInviato: 08/07/2014, 20:55
da Lago
gran bel racconto , complimenti :D

Re: Marocco: la mia porta sull’Africa

MessaggioInviato: 09/07/2014, 19:47
da tiziana
Cavolo Obe ogni volta che leggo i tuoi report mi fai venire voglia di partire domani!
Sarà che sono facile al sogno di viaggio, che amo pensarmi in mezzo a profumi colori e sensazioni umane forti, che alla fine non c'è un posto dove non andrei così per partito preso...comunque gran bel viaggio e gran bel racconto

Re: Marocco: la mia porta sull’Africa

MessaggioInviato: 09/07/2014, 22:09
da ryancooper
Gran bel viaggio e altrettanto bello ed emozionante racconto,complimenti.

Re: Marocco: la mia porta sull’Africa

MessaggioInviato: 10/07/2014, 18:10
da obe
grazie a tutti.. :D
nel frattempo ho completato il caricamento delle foto, il link del blog è nella firma

geom.Calboni ha scritto:Leggere il tuo racconto mi ha emozionato.
Ho sempre in testa un Marocco estremamente turistico e "falso", (Marrakesh in particolar modo) ma magari sarà anche per me
obe ha scritto:il mio ponte sull’Africa, continente in cui non ero mai stato e che devo dire mi ha sorpreso piacevolmente.

Sai Geo.. anch'io prima di partire pensavo ad un Marocco molto turistico (per esempio degli amici dei miei genitori ci erano stati l'anno scorso in tour organizzato).. però alla fine, anche se il cambiamento a favore del turismo di massa sta procedendo velocemente, ho trovato un paese ancora molto attaccato alle proprie tradizioni con uno sguardo verso il futuro..
Ho chiamato il racconto "la mia porta sull'Africa" perchè penso che sia il posto ideale per iniziare a viaggiare nell'Africa, entrandoci gradatamente... o almeno, così è stato per me.

tiziana ha scritto:Cavolo Obe ogni volta che leggo i tuoi report mi fai venire voglia di partire domani!
Sarà che sono facile al sogno di viaggio, che amo pensarmi in mezzo a profumi colori e sensazioni umane forti, che alla fine non c'è un posto dove non andrei così per partito preso...comunque gran bel viaggio e gran bel racconto

Troppo gentile.. può essere che negli ultimi racconti ho privilegiato il fattore emotivo/vita vissuta a quello descrittivo dei luoghi (per quello di certo non sono il miglior esperto ed è facile reperire informazioni)

Re: Marocco: la mia porta sull’Africa

MessaggioInviato: 02/08/2014, 19:04
da cozzi11
Belli come sempre i racconti di Obe!! 8-)