E’ sempre dura iniziare un racconto di un viaggio appena terminato; un po’ per il poco tempo a disposizione e un po’ perché le emozioni e le sensazioni si consolidano e si rischia di perdere quel patos che si prova mentre si è nel mezzo di una grande avventura.
Come mai abbiamo scelto il Libano? Sinceramente devo ammettere che la scelta è stata tutta del mio compagno di viaggio Davide; a maggio quando si parlava di fare un viaggio insieme gli ho dato carta bianca e appena mi ha detto Beirut.. ho pensato “intrigante”.
Così abbiamo iniziato a studiare cosa si poteva fare e alla fine abbiamo aggiunto anche Istanbul visto che, volando con Turkish Airlines, lo scalo nella capitale turca era obbligatorio e che nessuno dei due l’aveva ancora visitata.
Abbiamo poi messo giù un’idea su cosa visitare una volta arrivati in Libano.. all’inizio la zona “calda” e che ci suggerivano di evitare era il sud del paese per via della presenza degli Hezbollah e di guerriglieri palestinesi e quindi avevamo in mente di andare all’interno e più precisamente a Baalbek e a Beiteddine..
Come è ben noto l’avvento dell’Isis ha totalmente cambiato gli scenari internazionali e quindi all’ultimo e in loco abbiamo poi cambiato totalmente le trasferte interne, rendendo però il viaggio ancora più ontheroad ed affascinante.
Man mano che si avvicina la partenza la gente intorno a noi un po’ si incominciava a chiedere se veramente eravamo decisi ad andare in Libano… genitori preoccupati che non vedevano l’ora di vederci tornare, amici che più che altro si interessavano su Istanbul, colleghi che lanciavano battute simpatiche tipo “vedi di tornare con la testa a posto…” oppure “porta a casa una tuta arancione come souvenir”..
Anche se il top è stato in aeroporto, quando il poliziotto alla dogana guardando le nostre carte d’imbarco ci fa con faccia dubbiosa “ma che ci andate a fare a Beirut?”…
E così, dopo un rapido scalo a Istanbul, alle 14.30 di venerdì 3 ottobre siamo finalmente atterrati a Beirut.
A parte la presenza di un po’ di militari non notiamo niente di eccezionale, anche la dogana e il ritiro bagagli vengono superati velocemente e in poco tempo usciamo e troviamo il taxi prenotato tramite il nostro B&b; la cosa che invece ci spiazza un pò è il caldo assurdo, 30-35 gradi a cui personalmente non ero preparato.
Il breve tragitto verso la città ci da una prima panoramica sulla città.. tante belle auto, nuovo attaccato al vecchio, alcune guardiole con militari all’interno, manifesti con politici appesi dai ponti o attaccati alle pareti dei muri.
Per dormire avevamo prenotato in questo B&b, https://www.airbnb.com:443, Baffa House, situato nel quartiere Mar Mikhael.
Posto che consiglio altamente per qualità delle camere, prezzo e location.. infatti il quartiere Mar Mikhael si trova a 15 minuti a piedi dal centro ed è il nuovo punto di riferimento per la nightlife di Beirut.. perfetto per noi.
Poi il proprietario, Samer, è stato un padrone di casa unico.. gentilissimo, cordiale, pronto a far due parole seduti sulle sedie a dondolo del balcone facendoti sentire a casa senza mai essere invadente.
Arrivati, ci ha accolto con un acqua alle rose dandoci le prime dritte; ma la curiosità era così alta che siamo subito partiti alla scoperta del nostro quartiere camminando verso il centro città..
Subito ci rendiamo conto del fascino di Beirut, che non sta nei monumenti o posti da visitare, ma è in qualcos’altro.. che ancora non sappiamo mettere a fuoco.
Camminiamo senza meta passando tra vecchi palazzi con i fili della luce che penzolano in massa sopra le nostre teste tra scalinate colorate, murales particolari, pompe di benzina trafficate, baretti che si stanno preparando per l’happy hour o per la serata…
Ci facciamo la prima birra del viaggio in uno dei tanti rooftop.. al Saifi Urban Gardens.. da una parte la vecchia Beirut e dall’altra l’autostrada, il mare e in lontananza i nuovi grattacieli che caratterizzano l’orizzonte..
Il sole che scende, la novità di un posto nuovo, l’Almaza beer… belle sensazioni.
Alla sera ci buttiamo a capofitto nella nightlife di Beirut.. e bisogna dire che la sua fama è del tutto meritata.
Quasi per caso, prima di cena, scopriamo un locale appena aperto.. Il junkyard; un posto fatto con tutte cose riciclate o di recupero.. per esempio il bancone ha un trattore che esce e dove puoi sederti, sulla parete c’è il muso di un camion, i tavoli sono delle vecchie saldatrici, container riutilizzati come palchi.. veramente un luogo particolarissimo e anche molto ben frequentato.
A cena non possiamo non andare ad assaggiare la cucina libanese.. andiamo all’Enab, intorno a noi tavoli di ragazzi e ragazze vestiti all’occidentale che mangiano fumando un narghilè e noi che ci sbizzarriamo con le Meze..
Hummos, Tabbouleh, involtino di formaggio (rikakat), salsiccia (makanek), patate al coriandolo, formaggio grigliato (Halloumi) e chiusura con grigliata mista. Sapori intensi ma non pesanti.. cena promossa.
Girovaghiamo per Armenia St e il macello di gente in giro è pazzesco… tutti i baretti così tranquilli al pomeriggio sono presi d’assalto di gente, ci saranno un 500 mt dove tutti i locali sono concentrati e la gente è in mezzo alla strada a bere, parlare, ascoltare musica.
Ci sono parcheggiatori che ritirano auto e le piazzano da qualche parte, le più belle vengono parcheggiate davanti ai locali, tanto che non è strano trovarsi un Ferrari parcheggiato in mezzo a tutta la gente.. ma del resto il parco auto è veramente d’alto livello, Range Rover-Ferrari-Porsche-Mustang…
Torniamo al Junkyard dove qui il livello alto è quello delle tipe presenti… sono veramente belle le ragazze.. i lineamenti, gli occhi, tutte molto curate… e poi vestono in maniera provocante, non si tirano indietro con l’alcool e con i balli.. è una situazione che non mi aspettavo ma che mi esalta.
Beviamo un paio di Moscow mule fino a quando la nostra vicina fa di tutto per farsi abbordare..
Tra una cosa e l’altra è agganciata e finiremo per passare tutta la sera con lei e il suo gruppo di amiche-amici.
Noi ne approfittiamo per conoscere meglio le usanze del posto..
Per esempio che chi è mussulmano non praticante e quindi beve, esce alla sera, balla come qualunque altra ragazza occidentale.. poi che a Beirut ci sono quelle 2-3 discoteche-in (dove bisogna avere la prenotazione per entrare) e sennò si passa il tempo in questi locali e per strada fino a tardi.. che pagare in lire libanesi o dollari per loro è indifferente.. che i ragazzi pensano all’oggi, non guardano alla guerra civile del passato o a quello che sarà in futuro, vivono il momento..
Con loro passeremo il resto della serata, andando in diversi locali con la loro auto (incredibile come prendano l’auto anche per fare solo 500 mt di spostamenti); Davide insiste anche per andare in un locale a loro sconosciuto (le Boite) che si rileverà luogo con cantanti neomelodici libanesi.
Dopo il classico hotdog asciuga alcool, chiuderemo la serata in un piccolo club di Hamra, dove io mi intrattengo con una delle ragazze, che lavorando anche lei nel settore finanziario, tra le altre cose parliamo anche dell’economia libanese e dell’importanza che ha il segreto bancario e che per questo molti portano soldi e vengono ad investire lì.
La prima serata è stata più che interessante; mi ha sorpreso l’energia, la voglia di fare e di divertirsi e il voler ostentare la propria ricchezza… e domani si scopre la Beirut di giorno.