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Georgia - Armenia. il mio viaggio alla scoperta del Caucaso

MessaggioInviato: 01/07/2015, 11:50
da obe
Pubblico il mio diario di viaggio scritto nelle due settimane che ho passato in questi due paesi; luoghi spesso ignorati dai più ma così ricchi di storia, cultura e tanto altro; posti che per me sono stati veramente una grande sorpresa.
Devo ammettere che senza aver letto i vostri viaggi (dal Geometra a Leila a Dani1899) non avrei mai pensato di passare due settimane in qui; si forse avrei organizzato un w.end lungo a Tbilisi o qualcosa del genere, ma di sicuro non mi sarei così incuriosito.
Anzi fino a qualche anno fa, sbagliando, consideravo queste nazioni, come una branchia della vecchia Unione Sovietica, nulla di più e con poco da offrire... invece grazie a voi mi sono interessato, ho studiato la loro storia passata, gli avvenimenti degli ultimi anni, la loro cultura che subisce influenze miste e per nulla scontate.
Per questo vi posso solo ringraziare, mi avete aperto gli occhi e mi senza dubbio mi avete consentito di fare forse uno dei viaggi più belli di quelli che ho fatto in solitaria.
Grazie.

*come capita ultimamente, questo è il mio diario di viaggio; magari non segue il filo logico del viaggio, e spesso più che la descrizione dei posti (che sono facilmente rintracciabili su qualunque guida) son descritte le emozioni e le sensazioni vissute.*

Sabato 6 giugno. ore 5.15
Ci siamo, tra poco si riparte.
Nuova avventura, si va nel Caucaso, due settimane in Georgia e Armenia; forse in un posto che pochi conoscono bene e che quindi è quasi tutto da scoprire.
Non so ancora bene il motivo di questa meta, saranno i racconti di chi è già stato, forse il servizio di Overland di due anni fa o quel fascino che hanno quei posti di mezzo.. sospesi tra Medio Oriente e Russia.
Bene, le aspettative son alte.
Ho dormito poco, sveglia alle 3.15 di mattina, ma non è solo quello.. le emozioni, lo stomaco che si stringe, la “paure” che si provano prima di questi viaggi sono indescrivibili, bisogna solo provarle.

Domenica 7 giugno 08.30
In attesa di partire per Kutaisi son su una marshrutka e stiamo aspettando che si riempa; perché qui si viaggia così, se non si sceglie il treno (molto lento) o un tour privato si usano questi pulmini da circa 10 persone che corrono lungo le strade tirando su gente nel durante e che ti scarica un po’ dove vuoi tu, senza fermate predefinite.. dai un modo un po’ diverso per muoversi.
Son arrivato da poche ore ma avrei già molto da raccontare, già sull’aereo si poteva respirare aria diversa.. i lineamenti della gente, un misto tra oriente e tratti russofoni; e poi sbirciando dal finestrino, tra le nuvole appare tutto quel verde, le montagne innevate e scendendo a Tbilisi i palazzoni post-sovietici.
Il volo è passato veloce anche grazie al vicino svizzero con cui ho fatto due parole.

Ma la sorpresa migliore è stata la dogana dove la ragazza addetta al controllo passaporti tra le domande di rito mi chiede se mi piaceva il vino… alla mia risposta affermativa mi allunga un bottiglia di vino locale; direi la migliore accoglienza ricevuta all’ingresso in un paese straniero.
Per andare in città breve contrattazione con il taxista ed a bordo della più scrancia auto disponibile inizio a percorrere le vie che m porteranno in ostello.
Oltre alla vista generale mi colpiscono subito le tante contrapposizioni che ti si sbattono in faccia.. palazzi moderni “dubai style” ad edificio sovietici, auto costose e moderne a vecchie lada, venditori ambulanti a negozi occidentali nelle vie centrali.. e poi la via dedicata a George W. Bush, con tanto di megafoto.. la lunga mano degli Usa è arrivata fino qui e sembra ben piazzata.
Il programma della serata era.. doccia, cena veloce, finale di Champions in qualche bar e poi a dormire per recuperare… bè tutto prenderà una piega inaspettata.
Faccio la doccia ed esco nella sala comune dell’ostello.. tutti si presentano e praticamente mi aggrego a loro, 2 ragazze israeliane, 2 neozelandesi e i due ragazzi georgiani dell’ostello… mentre si brinda a vino e a chacha (grappa locale) si parla delle solite cose, dai consigli per una buona carbonara a quelli di viaggio.
Ne approfitto per imparare alcune cose sulla cultura georgiana
In primis che generalmente ogni bevuta è anticipata da un brindisi e che nei grandi banchetti tipo matrimonio c’è proprio una persona dedicata che si occupa di lanciarli; altra cosa che scopro è che non si brinda mai con la birra ma solo con vino o grappa.
La serata va avanti, chiedo anche info sulla strada intitolata a Bush ed il giovane georgiano risponde che ha fatto tanto per loro e quindi “perché no?”.
a cena scendiamo nel ristorante lì vicino, bella tavolata, tutti insieme ed io non mi tiro indietro con il khachapuri (fantastico e strapieno di formaggio) ed assaggi di kebab di agnello molto saporito.
Rientriamo giusto per gli ultimi minuti della partita (siamo 2 ore avanti, quindi verso l’1) e brindare alla vittoria del Barcellona.

Il risveglio è stato buono, avevo già tutto pronto, con la metro (stile sovietica anche questa) arrivo a Didube, la stazione degli autobus con vicino un mercato di frutta e verdura e vado alla ricerca della mia marshrutka che trovo abbastanza facilmente.
Ora si parte, son le 9 e arriverò a Kutaisi verso l’1..

Re: Georgia - Armenia. il mio viaggio alla scoperta del Cauc

MessaggioInviato: 02/07/2015, 12:18
da obe
Domenica 7 giugno 23.00

Prima giornata completata; son appena rientrato nella mia casa, in questa Guest House a Kutaisi dove praticamente occupo la cameretta di questa famiglia russo-georgiana molto simpatici e disponibili.
La giornata è stata positiva, questo paese mi piace sempre di più.. posti bellissimi, , buon cibo, gente simpatica e cordiale.. insomma, non mi posso proprio lamentare.
Ma perché son andato a Kutaisi?? come in altri viaggi, l’itinerario nasce un po’ per caso.. magari una bella foto, una recensione positiva. bho.. nonostante non sia uno dei posti più “turistici” della Georgia mi ci sono voluto fermare con la scusa di visitare il monastero di Gelati.

La marshrutka ci impiegherà 4 ore per fare circa 250 km, sosta pranzo autista compresa.
Dal finestrino noto un paese in cambiamento, l’autostrada a due corsie con moderni autogrill arriva fino a Gori e fervono i lavori per portarla fino a Batumi; si passano paesini ma soprattutto zone agricole con i venditori di pane, frutta e verdura che sostano ai bordi delle strade.. ed andando avanti dalla zona agricola si passa a quella un po’ più montana.
La strada è piena di tir, targhe turche e iraniane.. mentre dalla radio escono pezzi pop nostalgici in lingua russa-georgiana con alcuni pezzi che sembrano canzoni di Pupo; del resto le canzoni di questi posti (a parte quelle dance) hanno tutte una vena malinconica, un po’ triste.
Sulla marshrutka faccio conoscenza di un ragazzo georgiano che parla bene inglese e facciamo le ultime ore a confrontarci sulle nostre culture ed esperienze; poi sarà una sensazione, ma appena dici di essere italiano tutti ti sorridono e sembrano contenti.
Tra le cose che mi ha raccontato mi colpisce il fatto che Kutaisi è considerata la città della mafia locale (cit. “come in Sicilia, pam pam”) e il racconto di come si festeggia un matrimonio; 2 giorni di festa con anche 700/800 persone a bere, mangiare, ballare e soprattutto bere tanto vino.
Arrivo in città verso l’1 ed il proprietario mi accoglie subito chiedendomi da dove venivo.. rispondo Italia e lui sorridendo dice “italiano vero..”… grande Toto, il nostro vero ambasciatore in queste zone.
Messi giù i bagagli per 20 lari mi propone di portarmi lui a Gelati e a Motsameta… ed accetto subito.

E’ domenica e la cosa si nota subito; la cattedrale di Gelati è piena.. battesimi, matrimonio, picnic domenicali.. insomma ovunque c’è gente.
Questa cattedrale è molto importante per i georgiani del posto, dato che è presente anche la tomba di uno dei più grandi loro re, David il Costruttore.
Peccato che la chiesa principale sia in restaurazione ma nonostante questo non mi sfuggono le icone ortodosse, i disegni alle pareti e un gran bel mosaico.
Involontariamente assisto ad un battesimo e la religiosità dei georgiani si tocca con mano, tutte le persone a pregare, ad accendere ceri, a baciare le icone.. in particolare il bacio da noi non è molto usato ma qui lo fanno veramente tutti.
Nella cattedrale noto un altro sintomo di “americanità”.. la vicina accademia è stata ristrutturata grazie ai contributi USA ed i ringraziamenti sono ovunque.
Da qui andiamo al vicino monastero di Motsameta, altrettanto frequentato da cresime e matrimoni; tra le altre cose, nel monastero son conservate le ossa di due fratelli del principe e non sto a dire quanto siano santificati.
Del luogo mi piacciono in particolare i colori vivaci delle icone e la sua posizione, in mezzo ad una grande vallata.

Al rientro mi faccio lasciare in centro e salgo a piedi fino alla Cattedrale di Bagrati.. ora volevo fare le cose con i miei tempi da solo; la cattedrale è stata appena ristrutturata e con la sua posizione rialzata domina la città regalando una vista spettacolare.
Mi rilasso sotto un pino, osservo la gente (mi becco ben 3 matrimoni), qualcuno prova a comunicare ma peccato non parlino inglese (o meglio, sono io che non parlo georgiano), e poi partono dei canti tradizionali.. bellissima atmosfera.
Tornando in centro giro passo per le vie principali con il teatro, la fontana principale ed il parco, dove mi fermo a bere una birra guardandomi intorno.
Prima di rientrare vado al mercato, anche se è domenica è aperto.. formaggi, verdure, frutta, dei strani bastoncini di nocciole ricoperti di caramello alla frutta..(che poi scoprirò essere i churchkhela), spezie.. bello bello.
Compro un po’ di coriandolo e curcuma da una vecchietta, 2 lari, mi ringrazia che ho scelto il suo banchetto e non altri.. un sorriso sincero, felice.

Alla sera la città è un po’ morta.. a cena vado nella parte ricostruita a nuovo e scelgo il Bar Palaty; zuppa di funghi, spiedini di pollo con peperoni, 2 bicchieri di vino e un black russian finale..
Il locale è moderno e poi ad una certa ora suonano il piano accompagnato da un violino con delicatezza e raffinatezza che non vorrei più andare via.. anche perché la cameriera lancia certe occhiate..

Inizio a conoscere questi luoghi e questa gente, per ora è un ambiente nuovo.. stimolante e domani si va a Gori.. Stalin, non muoverti, vengo a prenderti.

Re: Georgia - Armenia. il mio viaggio alla scoperta del Cauc

MessaggioInviato: 05/07/2015, 10:25
da flyingsoul
Essendo una colonia ammerrikana mi stupisce che la gente non parli inglese 8-)

Re: Georgia - Armenia. il mio viaggio alla scoperta del Cauc

MessaggioInviato: 05/07/2015, 11:56
da obe
flyingsoul ha scritto:Essendo una colonia ammerrikana mi stupisce che la gente non parli inglese 8-)


come tutti in questi paesi, ho trovato un buon inglese da parte dei giovani...
se invece provavi a parlare con chi ha più di 30-35 anni la comunicazione spesso era difficoltosa.

Ovunque, almeno nelle zone centrali, ho trovato insegne delle strade-indicazioni sia in georgiano sia in inglese

Intanto sul blog ho caricato le prime foto

Re: Georgia - Armenia. il mio viaggio alla scoperta del Cauc

MessaggioInviato: 06/07/2015, 13:20
da obe
Lunedì 8 giugno 23.00

In diretta da Gori, la città natale di Stalin.. strano il destino di questo posto.
Qui è nato uno degli leader più duri e violenti della storia ed oggi la città rappresenta un avamposto nella scacchiera internazionale per l’opposizione alla Russia con tanto di bombardamenti avvenuti nel 2008.
Ad oggi Gori sembra una tranquilla cittadina dell’entroterra georgiano.. con la sua fortezza che guarda tutti dall’alto, le via del centro rimesse a lucido, la nuova cattedrale ed il lungo viale Stalin che si conclude con il bistrattato museo a lui dedicato (sempre più correnti vogliono sostituirlo con un nuovo museo sull’occupazione sovietica).
Stamattina a Kutaisi bell’avventura per arrivare alla stazione dell’autobus dal centro; in casa non c’è nessuno, probabilmente sono già andati a lavorare, così faccio colazione ed esco verso il parco centrale.. con la mappa e il gps so benissimo dov’è la stazione degli autobus che dista circa 5 km.. provo con un taxista ma non ci intendiamo e non capisce neanche la mappa.
Interviene una signora, dice due parole d’inglese e praticamente mi prende in affidamento.. chiama il figlio, mi fa parlare con lui per capire dove voglio andare e,una volta chiarito, mi allontana dal taxista ed insieme prendiamo un bus locale che arriva poco dopo fino alla stazione principale, dove la donna mi fa il biglietto per Gori e rimane in attesa fino a quando la marshrutka non parte.
Rimango sempre piacevolmente sorpreso quando accadono queste cose, un aiuto disinteressato da parte di sconosciuti.. tanto che continuo a ringraziarla.
La strada verso Gori è quella fatta il giorno prima, stessi paesaggi e stesse scene a bordo strada con venditori di verdura, cantieri e verde.. tanto verde.
Come immaginavo vengo mollato all’uscita dell’autostrada e non in centro.. ma qui contratto a morte con un taxista abusivo e in poco tempo raggiungo la Guest House dove ricevo un’accoglienza super; mi sembra quasi di essere un lontano parente e mentre bevo un thè mi chiedono e mi danno info di ogni genere.
Alla fine queste Guest House sono case locali standard, pulite, con all’interno foto della famiglia, la propria vita… posti autentici, sinceri.
Uscito parto con il primo obiettivo di giornata.. la visita all’antica città rupestre Uplistsikhe.
Per arrivarci vado con Cesare.. baffuto georgiano con la peggiore auto di Gori..gomme che fischiano ad ogni curva, parabrezza rotto nel lato passeggero e auto che non può fermarsi perché sennò si spegne; però il prezzo è super basso.
Ci capiamo a gesti ma con italiano salta fuori Paolo Rossi, Dino Zoff, Buffon e si esalta con Gennaro Gattuso!
La strada è in aperta campagna con campi coltivati, una vacca spappolata in mezzo alla strada e case rurali.

Nel sito qualche turista c’è, un paio di bus ma per fortuna si può girare tranquillamente.
Uplistsikhe era una delle principali città fino al I secolo d.c., prima di perdere importanza con l’ascesa di Tbilisi.
La sua particolarità è che tutto scavato nella roccia e tra i punti meglio conservati si possono distinguere le arcate del teatro, la sala della regina ed il tempio.. tutto con in cima una più moderna chiesa.
Il panorama delle vallate è spettacolare, in particolare il vedere animali al pascolo vicino ad un fiume nel mezzo di alcune rovine… bello bello.

Rientrati a Gori mi butto sul museo Stalin dove mi sembra di essere tornato agli anni sovietici.
Scalinata, mobilio, tappeti.. sembra tutto come allora e già solo entrarci è un’esperienza! poi in se il museo segue la vita di Stalin, dalla sua nascita alla salita al potere fino alla sua morte; tante foto, qualche busto, immagini propagandistiche e soprattutto una rivalutazione del ruolo dell’Urss nella vittoria della 2a guerra mondiale, ruolo spesso sottovalutato.
Si passa anche nella sala dove si trova la maschera funeraria in bronzo collocata in una specie di mausoleo ed infine dalla carrozza del treno che usava per gli spostamenti… chissà quanta parte di storia si è consumata lì dentro.
Alle 3 e mezza, affamato, seguo la passeggiata centrale e mi butto nel primo bar/ristorante che trovo. un locale molto moderno proprio di fronte a dove c’era l’ultima statua di Stalin, prima che la buttassero giù nel 2010.
Rifocillato posso scalare la fortezza dove, nonostante il forte vento, si ha una bella panoramica della città con il mercato, lo stadio e tutto il resto.

Son le 6 e praticamente ho finito di girare, così mi piazzo su una panchina fuori dalla cattedrale.. sarà la stanchezza, le musiche georgiane che mi suonano nella testa.. ma per un attimo mi manca un po’ casa; è stato solo un attimo ma questo è un viaggio lento che lascia molto spazio ai pensieri.. facendo un paragone, tutto il contrario di New York.
Quando rientro alla Guest House inizio a parlare con la famiglia, si parla di Kaladze ex calciatore del milan ora ministro (meglio calciatore secondo loro..) e le figlie suonano il piano.
Il giro serale mi ha confermato che non è città per 30inni..la passeggiata “sovietica” davanti alla casa natale di Stalin è piena di bambini che giocano, ragazzini che vanno in bici, giovani coppie e qualche anziano.. insomma, secondo me molti ora prendono e vanno a lavorare a Tbilisi o all’estero.
A cena prendo Khinkali, cavallo grigliato ed una birra.. spendo 15 lari (6 euro) e chiudo la giornata passando per la fortezza illuminata.

Domani si torna nella capitale, si lascia la tranquillità dei paesini con la gente ultra-amichevole che ha voglia di migliorare ma senza abbandonare le proprie tradizioni.. chissà se a Tbilisi è lo stesso..

Re: Georgia - Armenia. il mio viaggio alla scoperta del Cauc

MessaggioInviato: 06/07/2015, 13:38
da Leia74
Bel racconto, la Georgia mi era piaciuta un sacco. A Gori pero' non abbiamo avuto tempo di vedere la citta', ci siamo limitati al museo di Stalin. La fortezza l'abbiamo vista dalla finestra della camera... :oops:

Re: Georgia - Armenia. il mio viaggio alla scoperta del Cauc

MessaggioInviato: 08/07/2015, 11:59
da obe
martedì 9 giugno 18.30

Tbilisi,
a quest’ora dopo una giornata intensa è ormai tradizione fermarmi a bere una birra e rilassarmi per riordinare un po’ le idee e le sensazioni avute.. momento che diventa forse uno dei più belli dell’intera giornata.
Solito boccale di Natakhtari, stavolta in un baretto sulla Rustaveli, la strada principale di Tbilisi per lo struscio con i suoi negozi moderni occidentali e molto ben frequentata.
Volevo quasi fermarmi in uno dei tanti bar della città vecchia ma erano quasi tutti vuoti con dentro solo qualche turista e sinceramente mi mettevano un po’ di tristezza.. molto meglio qui.
Mi lamentavo che stavo viaggiando lento? eccomi accontentato, oggi giornata full, molto gratificante.

Ho lasciato una Gori che ancora si stava svegliando; museo di Stalin chiuso, poca gente in giro, mercato in fase di allestimento.. erano le 9, ho fatto colazione con prodotti locali nella Guest House che mi ha ospitato (frittata, thè, pane con marmellata fatta in casa e formaggio del villaggio) e prima di andare li ho salutati calorosamente.. brava gente.
Salutato anche Stalin son salito sulla ormai classica marshrutka per arrivare un’ora dopo a Didube; venerdì, al mio arrivo, la città non mi sembrava così “rinnovata”.. sarà che ora arrivo dai paesini e la capitale ora mi sembra così diversa.. del resto è questo il posto dove il nuovo arriva prima e più velocemente.
Oggi mi sento proprio bene, son tonico e la malinconia è volata via.. fa solo un po’ troppo caldo per i miei gusti.
Un discorso a parte merita Didube, la stazione delle marshrutka, che è un mondo tutto suo: autisti che litigano per il parcheggio, clienti sballottolati a destra e a sinistra, venditori improvvisati, musica alta.. è folclore involontario.
A me colpiscono in particolare le vecchiette che son lì a vendere un po’ di tutto; con i loro sguardi segnati dalla fatica son le prime ad arrivare e le ultime ad andare via, loro sono le persone che forse hanno patito di più il salto alla modernità.
In generale poi altre due cose mi colpiscono; la massiccia presenza di polizia, onnipresente, con mezzi nuovi e superaccessoriati.. direi che sono uno dei nuovi poteri forti della società e poi la religiosità del popolo.
All’inizio sembra normale ma visitando chiese trovi una devozione assoluta, tanto che non è strano vedere gente fermarsi per strada o sugli autobus che si fa il segno della croce mentre passa vicino ad una chiesa.

La città di Tbilisi sembra che non debba scoprirla io, più turisti di quel che immaginavo.. qualche coppia, dei gruppi organizzati con età media abbastanza elevata, parecchi backpackers… insomma, molto frequentata; anzi penso che a breve si candiderà per diventare una delle nuovi mete “cool” sponsorizzata da qualche sito-guida viaggio.
Se uno non sta attento questa cosa si fa subito sentire anche nei prezzi, tanto che panino e birra in una strada della città vecchia mi son costati quasi 7 euro., come un’intera cena a Gori.
In questa prima giornata la città ho iniziato a scoprirla partendo dall’esterno, seguendo la Rustaveli con i suoi bei palazzi restaurati, i teatri, la Chiesa di Kashveti ed il vecchio parlamento; quest’ultimo in particolare era un vecchio palazzo sovietico che è stato mantenuto uguale a prima solo che in alto hanno limato il vecchio simbolo cioè la falce e martello.
Da qui arrivo a Freedom Square.. ampia, bella, luminosa con il St. George dorato messo al posto della statua di Lenin.
Son sorpreso, è tutto così nuovo, pulito, ordinato.. ma poi entro in una via laterale e scopro la vecchia Tbilisi.. balconi cadenti, palazzi malandati, botteghe artigiane, panni stesi; però la nuova Tbilisi sta prendendo piede e basta poco per vedere case nuove, magari fatte nello stesso stile delle precedenti, ma si vede che son tutte nuove e non solo ristrutturate… insieme a questo le vie principali ormai son turistiche con ristoranti “tipici” e negozi di souvenir.

Procedo passando il ponte ed andando alla chiesa di Metekhi dove la vista è stupenda…. la fortezza e la statua madre Georgia dominano la città vecchia e poi il moderno parco con il ponte della pace e la nuova Sameba cattedrale.
Con la tattica del minchione in vacanza tento l’approccio con tre turiste russe che purtroppo non parlano inglese e quindi dopo che mi hanno fatto la foto (pessima) le saluto.
Approfitto del sole a favore ed in funicolare salgo in cima alla fortezza.. ne rimane ben poco dell’antiche mura costruite dagli ottomani, però anche da qui la vista è mozzafiato.
Scendo lentamente fermandomi più volte ed accuso un po’ di stanchezza per via del gran caldo; son vicino ai bagni termali ma li farò con calma nei prossimi giorni e così, dopo aver passato i bar turistici, mi piazzo al parco, come i georgiani, a prendere del fresco vicino alle fontane.
Stasera vedremo come si svolge la movida di Tbilisi come si sviluppa, è martedì sera.. non ho grandi aspettative, ma son parecchio curioso.

Re: Georgia - Armenia. il mio viaggio alla scoperta del Cauc

MessaggioInviato: 09/07/2015, 13:26
da radaulpa
ciao obe!
gran bel resoconto ;)
mi piace. ci stai abituando bene.
complimenti!

mi ricordo bene i balconi in legno molto lasciati a sè stessi, pare crollino da un momento all'altro (per fare compagnia ai parecchi già crollati :lol: )
non sapevo dell'esistenza di Uplistsikhe, quando andai io in Georgia mi fermai solo a Gori e Tblisi.
Ricordo che vicino al mercato di gori, nella zona del mercato, uno mi si avvicina alle 11 del mattino perchè voleva bere con me una vodka :? :shock:

Re: Georgia - Armenia. il mio viaggio alla scoperta del Cauc

MessaggioInviato: 09/07/2015, 17:16
da Leia74
radaulpa ha scritto:non sapevo dell'esistenza di Uplistsikhe, quando andai io in Georgia mi fermai solo a Gori e Tblisi.


Mi sa che non hai letto il mio resoconto! :P Ok lo so e' un po' logorroico :lol:
viewtopic.php?f=10&t=2838
(devo ancora finire di re-inserire le foto che si erano perse... ma quelle di Uplistsikhe ci sono! :mrgreen: )

Re: Georgia - Armenia. il mio viaggio alla scoperta del Cauc

MessaggioInviato: 10/07/2015, 13:27
da obe
radaulpa ha scritto:ciao obe!
gran bel resoconto ;)
mi piace. ci stai abituando bene.
complimenti!

mi ricordo bene i balconi in legno molto lasciati a sè stessi, pare crollino da un momento all'altro (per fare compagnia ai parecchi già crollati :lol: )
non sapevo dell'esistenza di Uplistsikhe, quando andai io in Georgia mi fermai solo a Gori e Tblisi.
Ricordo che vicino al mercato di gori, nella zona del mercato, uno mi si avvicina alle 11 del mattino perchè voleva bere con me una vodka :? :shock:


Grazie Rada!

Come dicevo, ormai mi sto abituando a scrivere il mio diario di viaggio.. in tempo reale e non al mio rientro.. non mi focalizzo tanto sulla descrizione delle cose viste ma cerco di trasmettere maggiormente le mie emozioni.. ma serve soprattutto a me, che così, a distanza di anni, mi ricorderò meglio di quei momenti ed attimi; mi fa molto piacere se a qualcuno piace.

Per i balconi di Tbilisi… sul blog ho messo ieri qualche foto, son veramente particolari e molti hanno delle asse di legno a sostenerli.. però è una cosa che sta cambiando, il centro si sta rinnovando parecchio.. già ora alcune strade sono state totalmente rifatte ed ora si trovano delle case nuovissime che almeno mantengono la stessa caratteristica dei balconi che “escono”, ovviamente sarà molto meglio per chi ci abita, ma perdono un po’ di fascino.

Re: Georgia - Armenia. il mio viaggio alla scoperta del Cauc

MessaggioInviato: 10/07/2015, 13:28
da obe
mercoledì 10 giugno 19.50

Tempo di relax; questo giro ho approfittato di un leggero acquazzone per anticipare la doccia e fare un aperitivo nel solito posto sulla Rustalevi, strada che offre sempre un ottimo struscio.
Ci voleva questa pioggia, oggi giornata di un afoso con 36° abbastanza pesanti.

Ieri sera ho fatto la prima uscita notturna a Tbilisi; a cena son andato al Azarphesha (azarphesha.com), un ristorantino che avevo trovato prima di partire.. pochi tavoli, menu con piatti della tradizione rivisitati e dove ho mangiato veramente bene! cous cous con mandorle, coriandolo con sopra una trota bella grande al forno.
Ho assaggiato anche due vini bianchi, il Mtsvane, giallino dorato molto buono, e un altro un po’ troppo secco per i miei gusti.
Dopo ho passeggiato per la città vecchia ma purtroppo, a parte la bellissima illuminazione della fortezza, della chiesa e del ponte della Pace, il resto mi ha un po’ deluso; locali che sarebbero potuti essere in qualunque altra parte del mondo, 2 vie ammassate di bar-club senza anima e per di più vuoti… magari il w.end saranno spettacolari però al martedì erano di una tristezza assurda.
Dalla stanchezza mi trascino a fatica all’ostello ma di nuovo i miei programmi cambiano.. a posto di andare subito a dormire i giovani ragazzi mi invitano a guardare la partita Georgia-Ucraina con loro; soprassiedo sulla qualità tecnica del match ma così faccio due chiacchiere mentre mi offrono vino casalingo in continuazione adeguandomi volentieri all’usanza del brindisi obbligatorio prima di bere.

La giornata di oggi l’ho passata nell’antica capitale Mtskheta; partenza mattutina da Didube ed in mezz’oretta di marshrutka si arriva in questa piccola cittadina.
La metro di Tbilisi mi colpisce sempre, struttura sovietica con scale mobili che scendono parecchio in basso ma con treni nuovi (pagati dalla comunità europea) e sistema con carta elettronica come biglietto.

Mtskheta è un paesino molto carino da visitare; prima il bel convento dove le suore mi scrutano a vista e dove ho quasi paura a fare la mossa sbagliata e poi la cattedrale Svetitskhoveli, la più imponente della nazione per la grandezza e le mura di protezione esterne (interessante leggere la storia della tunica di Gesù)
Paradossalmente la cattedrale più grande è anche la meno “colorata” di quelle visitate finora.. forse per via dei disegni sui muri molto consumati o forse perché l’ampiezza non aiuta, ma mi ha dato questa impressione.
I georgiani sembra abbiano gusto per trovare posti meravigliosi dove costruire le proprie chiese, infatti da giardino della cattedrale si vede che svetta sul monte vicino la chiesa di Jari; la raggiungo in taxi per 20 lari, e da qui la vista sulla vallata e sull’antica capitale è unico.
Ritorno a Mtskheta, luogo che ormai si è attrezzato per accogliere turisti; due vie vicino alle mura son già tutte souvenir e ristoranti ed altre si stanno mettendo a “nuovo”.
E’ mezzogiorno e decido di spararmi 6 khinkali mangiati finalmente come fanno loro.. usando forchetta e mani, rompendo una piccola parte e succhiando il gustoso brodo caldo prima di addentare finalmente il raviolone e la saporita carne al suo interno.
Lascio questo paesino osservando dei ragazzini che si tuffano nella fontana cittadina usandola un po’ come piscina.
Sulla marshrutka chi mi becco? due signori di Firenze e con loro faccio il viaggio di ritorno parlando del più e del meno e del giro che loro hanno fanno in questa zona; è sempre bello confrontarsi su quello che si è visto e vissuto, anche per vedere se le proprie impressioni sono le stesse o se sono differenti.
Li lascio a Tbilisi quando scendo alla fermata della metro in direzione della Dinamo Arena, lo stadio; la visita degli stadi è un po’ un mio pallino ed anche qui non potevo farne a meno.
La fermata della metro è la stessa della stazione ferroviaria e quando scendo mi trovo immerso in un mercato all’aperto gigantesco; chi ha viaggiato in certi posti può capire.. venditori ovunque, vecchiette che vendono prodotti dell’orto, frutta, spezie, formaggi.. io non fotografo quasi mai, mi sento un po’ a disagio, ma adoro questi mercati e poi questo è immenso.
Già che ci sono faccio un giretto di supervisione alla stazione dei treni (che userò tra un paio di giorni) e scopro che è modernissima, 4 piani, centri commerciali, punti di ristoro.. non me la sarei mai aspettata così.

Lo stadio lo trovo facilmente, tra l’altro ho scoperto che giocheranno qui la supercoppa europea Barcellona-Siviglia ed infatti è in fase di sistemazione.
Girandoci intorno trovo un cancello aperto.. mi guardo intorno, non c’è nessuno e così mi intrufolo ed arrivo sulla pista d’atletica a bordo campo; qui un addetto alla sicurezza mi richiama con un sorriso e mi lascia fare un paio di foto.. peccato, già mi immaginavo una corsa a tutto campo alla Messi.
Inizio a sentire la fatica data dal gran caldo, son le 3 e mezza e dopo aver girato tutto lo stadio non trovo il negozio ufficiale della Dinamo Tbilisi, chiedo e una commessa mi dice che per il momento non c’è ma mi scrive in georgiano l’indirizzo da dare a un taxista.
Solita contrattazione, 4 lei e mi porta in periferia fino all’Accademia della squadra dove giocano i ragazzi delle giovanili.. acquisto maglietta a 60 lei contro i 100 richiesti nei negozi del centro e torno in centro soddisfatto.

Riprendo a girare per le vie del centro ma l’acquazzone arriva al momento giusto e così rientro in ostello per poi uscire e farmi questo bell’aperitivo.. vino e formaggi locali.. ma ora si va a cena

ore 24.00

Rientro ora in ostello dopo il giro serale, fatto delle belle foto e bevuto un’ultima birra in Freedom Square.
In giro tanta gente ma anche stasera bar e locali mezzi o quasi del tutto vuoti; è mercoledì e ci sta anche e così ne approfitto per osservare la gente che è passeggio.
Di notte noto ancora di più la presenza di nomadi che mendicano per strada, non sono insistenti ma sono praticamente ovunque nella zona centrale.

Ostello stranamente vuoto.. bè, Morfeo fa il suo dovere e il sonno la vince..

Re: Georgia - Armenia. il mio viaggio alla scoperta del Cauc

MessaggioInviato: 13/07/2015, 12:26
da obe
giovedì 11 giugno 15.30

Ultimo giorno a Tbilisi… ne ho approfittato per completare la visita della città ed ora sto pensando al viaggio notturno che mi porterà nell’altro paese che visiterò, l’Armenia.
Anche oggi devo ammettere che è stato un ritorno al viaggio lento; ho dormito parecchio, molte soste durante la giornata (come ora al parco) metabolizzando ed osservando la vita intorno a me.. forse meno cose viste ma fatte più intensamente.
La giornata l’ho iniziata ripassando per le vie della vecchia Tbilisi ed in particolare sono stato ad osservare i palazzi appena ricostruiti; di positivo c’è che almeno la maggior parte mantengono uno stile uguale al precedente anche se non so chi potrà permettersi di viverci ed infatti i cartelli vendesi-affittasi son un po’ ovunque.
Poi, visto che alla mattina c’era la luce giusta per far le foto verso la fortezza, sono tornato alla chiesa Metekhi e dai qui sono salito a piedi fino alla nuova cattedrale Sameba.
La salita sotto questo sole è stata un po’ una via crucis ma arrivato in cima ho potuto ammirare da vicino l’imponenza di questa nuova chiesa (avrà una 15ina d’anni, non di più); veramente grande e l’interno molto luminoso anche se,in parte, è ancora da completare.
Anche qui l’attenzione mi cade sulla croce (chiamata Croce di Santa Nino), fatta come se i due legni fossero legati insieme da una corda (che sarebbero i capelli della Vergine Maria).. molto particolare.

Uscito dalla lunga camminata che porta alla chiesa vado verso il moderno palazzo Presidenziale, anche questo progettato dall’architetto italiano Michele de Lucchi, ma prima mi fermo in una viuzza da un panettiere.. compro del pane farcito con patate e dalla finestra intravedo il forno tipico georgiano, quello con la forma cilindrica/ovale dove il pane viene cotto attaccandolo alle pareti bollenti; ne approfitto e gli chiedo se posso fare una foto, l’uomo è gentilissimo e mi spiega anche come lo fa.

Arrivato al Rike Park, mi godo un po’ le fontane anche se non c’è tanta gente..anche perché sarà pure bellissimo ma non ci sono posti all’ombra e quindi continuo sulla Erekle II Street, la via più turistica, dove trovo la chiesa più vecchia di Tbilisi e la famosa torre dell’orologio squadrata.
Prima di arrivare qui al parco son passato anche dalle due strutture più moderne, il famoso Ponte della Pace ed il nuovo municipio; quest’ultimo in particolare è iper moderno e tecnologico.. cosa che proprio non ti aspetti.

Ore 21.00

Son sul treno che mi porterà a Yerevan, cercherò di dormire il più possibile appena superato il confine.
Gli ultimi momenti in Georgia son stati belli intensi.. di emozioni, cose condivise e guardandomi in una vetrina ho visto quell’espressione sorridente (forse un po’ da ebete..) che mi viene in questi casi.
“Live your life” mi ha detto al momento dei saluti un neozelandese, amici fatti la prima sera in ostello appena atterrato ed oggi mi hanno aspettato per salutarmi (visto che era il loro ultimo giorno) aprendo una bottiglia di vino.. grandi abbracci e quasi una lacrimuccia mi è venuta; amici di pochi attimi ma che ricorderò sempre.
E poi l’arrivo qui nella nuova stazione dei treni.. dove scopri che la facciata, i negozi e tutto il resto è modernissimo mentre i binari e i treni sono ancora quelli di parecchie decine d’anni fa.
Il treno è il tipico mezzo sovietico e la “controllora” della carrozza appena vede il mio passaporto cambia volto.. dallo sguardo duro e rigido passa ad un sorriso pazzesco ed insieme finiamo a cantare una strofa della canzone italiana più famosa.. non sto neanche a dirvi qual è. J
Son momenti che non rimangono in foto e che non puoi raccontarli, ma dentro di te li hai ben scolpiti .. di sicuro più di una cattedrale o di un bel quadro.

Prima di rientrare in ostello, dopo il parco, ero andato anche al mercato delle pulci.. tanta cianfrusaglia, molti reperti del periodo sovietico, qualche quadro, ma niente di introvabile; io prendo due monete con su Lenin per pochi spiccioli e niente altro.
Volevo prendere il modellino di una vecchia Lada per il nipotino, ma mi sparano 10 euro per un modello nuovissimo spacciato per made in Cccp… e non scendeno di prezzo.. ma pensa te!
Di Tbilisi cosa mi rimane? bella città, molto fotografica e girabile piacevolmente in un paio di giorni
Un posto in evoluzione, con una zona turistica ben delineata ma che appena si supera tutto cambia, non solo nei palazzi e nelle costruzioni ma proprio nello stile di vita..; mercati, piccole botteghe, gente al parco a rilassarsi e, diciamolo, prezzi anche 3 volte più bassi.

La cabina del treno non la condivido con la bellissima ragazza armena che è sulla stessa carrozza, ma con uno scozzese abbastanza simpatico con cui parlo di whisky, rugby e football.. vabbè, non si può avere tutto.

Re: Georgia - Armenia. il mio viaggio alla scoperta del Cauc

MessaggioInviato: 14/07/2015, 10:45
da Lebowski
Georgia e Armenia, come sai, erano l’altra opzione di viaggio estivo.
Non che mi sia pentito di aver scelto altro, però penso che questo racconto mi tornerà sicuramente utile dato che ci andrò sicuro, molto probabilmente nel 2016.
Il Caucaso mi attira. Attendo il seguito.

Re: Georgia - Armenia. il mio viaggio alla scoperta del Cauc

MessaggioInviato: 15/07/2015, 15:02
da Lago
Ciao Obe

Che volo hai preso ???
Ci vuoi qualche visto speciale oltre il passaporto ???
Sul mare ci sei stato ??

Lago

Re: Georgia - Armenia. il mio viaggio alla scoperta del Cauc

MessaggioInviato: 15/07/2015, 17:44
da obe
Lago ha scritto:Ciao Obe

Che volo hai preso ???
Ci vuoi qualche visto speciale oltre il passaporto ???
Sul mare ci sei stato ??

Lago


Allora..
Volo. Con turkish Airlines, scalo ad istabul.
Basta passaporto. Sia in Georgia che in Armenia non serve nessun visto.
Mare no, volevo andare a Batumi ma era un po' troppo distante.. Peccato!

Re: Georgia - Armenia. il mio viaggio alla scoperta del Cauc

MessaggioInviato: 16/07/2015, 13:23
da obe
sabato 13 giugno 08.40

In attesa di partire con un tour che mi porterà a Garni/Gerhard e sul lago Sevan recupero un po’ di cose!
Purtroppo la giornata di ieri è stata abbastanza pesante e posso sbilanciarmi dicendo che ho passato una mezza crisi.. quando capitano momenti così faccio sempre l’esempio con la crisi del ciclista Olano in un vecchio giro d’Italia, quando in maglia rosa è andato in crisi perdendo un sacco di minuti.
Ho patito particolarmente due cose, l’aver dormito poco in treno ma soprattutto il caldo pazzesco che ho trovato a Yerevan, mai stato in un posto così caldo e umido; comunque crisi ampiamente superata e che alla fine fortunatamente mi ha limitato solo parzialmente.

Com’è stato il viaggio in treno? carrozze comode, mobilio d’altri tempi, sulle pareti immagini pubblicitarie di Yerevan ma lettino confortevole e pulito.
Solo non avevo considerato le frontiere… arriviamo al confine verso le 10.30, primo stop in Georgia in uscita dove avviene il solito controllo documenti ma l’attesa sarà di oltre un’ora; poi tocca all’Armenia dove la polizia sale con uno scanner portatile e dopo una mezz’oretta arriva un altro controllo con apertura bagagli.
Tra l’altro se non mi son sbagliato ma guardando fuori dal finestrino, vicino alla bandiera dell’Armenia, c’era anche quella Russa.. allucinazione?
In totale staremo fermi almeno 2 ore e sta di fatto che dormo 5 ore visto che alle 6 la “controllora” ci sveglia ed arriviamo a Yerevan puntuali alle 6.40.
L’ultimo tratto l’ho fatto attaccato al finestrino cercando di farmi una prima impressione di questa nazione; se confrontata alla Georgia la campagna mi sembra un po’ più secca ed anche un po’ più povera con molte case diroccate ed auto quasi tutte parecchio datate.
Tutto il contrario di quello che troverò invece arrivando al centro di Yerevan

Fuori dalla stazione (piccolina ma tenuta molto bene e pulitissima) evito i taxisti che mi si propongono e prendo la metro.. anche qui unione tra vecchio e nuovo, stazione in stile sovietico e treni modernissimi.
Alle 7 sono in centro ma la città è deserta e così raggiungo l’ostello con l’idea di piazzarmi in camera e farmi due orette di riposo; niente da fare.. la ragazza che gestisce l’ostello, tra l’altro molto carina, arriverà solo alle 9 e così mi tocca stare nel salotto dove almeno inizio a fare conoscenza di alcuni ospiti, una signora spagnola e 2 giovani americani che son a lavorare in Turchia per il governo.
Vado in cucina, dal balcone vedo per la prima volta il monte Ararat che con i suoi 5.000 metri d’altezza svetta su tutto il resto, evito di fare colazione con noodles, uova e caffè armeno e finalmente alle 10, dopo una bella doccia, esco alla scoperta dalla città.

Sento subito stanchezza, il caldo mi appesantisce ad ogni passo che faccio però noto subito il suo stile “europeo” con grandi vialoni, belle passeggiate sotto le piante, negozi moderni, nessun barbone.. tutto fin troppo bello e pulito.
Mi fermo un attimo a mangiare scegliendo di star leggero, un Tabbouleh che mentalmente mi riporta in Libano, e poi via di nuovo alla scoperta di questi luoghi.
Scendo verso la piazza centrale, con la sua bella scalinata che fa da fermata della metro, il museo nazionale, le fontane bellissime ed il palazzo sovietico con la torre dell’orologio (qui non hanno cancellato la falce e il martello come a Tbilisi).
La piazza è enorme ed al centro, al posto di Lenin, non hanno messo nulla; forse è meglio perché così danno centralità ai palazzi e soprattutto alla fontana.
Proseguo verso la moderna chiesa di San Gregorio, poco ornata ma luminosa.. peccato che la sua scalinata mi toglie le ultime forze e mi costringe ad un lungo pit-stop nel carino parco giochi lì vicino.
D’ora in avanti sarà sempre così.. leggera camminata e sosta, questo caldo non mi da tregua.

Passo attraverso al mercato Vernissage che, come quello di Tbilisi, mi da pochi spunti (compro giusto un porta oggetti in legno molto carino) e continuo sulla moderna Hyusisayin Poghota arrivando fino all’Opera House; La strada ha tanti bar e negozi occidentali con marche a noi conosciute, anzi direi che un buon 30% ha un nome italiano; poi l´architettura è fatta veramente bene, bei palazzi armoniosi che si sposano bene tra loro senza essere pacchiani e mantenendo una certa eleganza.
Alle 4 mollo la spugna, rientro in ostello per riposarmi un’oretta anche perché alle 6 voglio partecipare all’Ararat Tour.
L’Ararat è uno dei brandy più famosi al mondo, amato da Stalin ma soprattutto da Winston Churchill viene prodotto interamente qui in Armenia e posso io non cogliere l’occasione per visitarne la fabbrica??
Scendendo a piedi dal mio ostello passo per l’unica moschea presente in città ed in lontananza vedo lo stadio, dove scopro che l’indomani ci sarà il Portogallo per la partita di qualificazioni ai prossimi europei.

Il tour mi è piaciuto parecchio, spiegato bene e in modo semplice, partendo dalla produzione, alla storia, l’esportazione e l’introduzione alla vista della botte della pace; cioè una botte di brandy che verrà aperta solo quando verrà risolta la famosa questione del Nagorno Karabakh con Azerbaijan.
Ovviamente la parte più bella è quella finale, la degustazione.. io (unico del mio gruppo) opto per l’assaggio di 3 brandy di diversa invecchiatura.. il 3, il 4 e il 20 anni.
il primo dolce e delicato ma è il 20 anni sarà il top assoluto! Nel frattempo parlo con i vicini di tavolo, gruppo di giovani americani con una ragazza che è figlia di immigrati armeni e che per la prima volta visita il paese dei suoi genitori.
L’americana, tra le altre cose, mi spiega che è usanza nei matrimoni fare bere un bicchiere di brandy alla sposa prima di andare in chiesa.
Rientro in centro in taxi e mi faccio lasciare alla Cascade, dove ho un primo interessante assaggio di questa zona.

La sera vado a cena in un ristorante vicino all’ostello, la Tavern Yerevan (www.pandokyerevan.am); nei tavoli di fianco solo armeni e c’è pure un forno del pane a vista (dietro specchio).
Mi guardo intorno e noto che le porzioni sono assurde, studiate più per banchetti misti che per ordinare il singolo piatto, ed in mezzo a chi pasteggia a vodka e a chi con bicchiere di latte, faccio le mie scelte.
Zuppa di funghi (che aiuta sempre a sistemare lo stomaco), vino locale Karas ed agnello con riso.. per quest’ultimo mi arrivano 5 pezzi squisiti di agnello al forno ed almeno 200 gr di riso un po’ speziato ma delicato; purtroppo non riesco a finirlo tutto e così, sazio e stanco rientro in ostello dove crollo nel sonno.

Prima impressione? mi avevano parlato di un’Armenia molto povera ma finora, qui a Yerevan, vedo tutt’altro.. non vedo barboni o mendicanti ma gente ricca mescolata a gente che lavora dignitosamente.
Ora son curioso di vedere la campagna e la periferia.

domenica 14 giugno 16.00

Sono sulla Hyusisayin Poghota in una pausa a metà pomeriggio in attesa di “scalare” la Cascade.
Sono state belle giornate, molto intense, interessanti e dove finalmente ho scoperto un po’ di più di questa Armenia.
Ieri tour con ostello Envoy (non è quello dove alloggiavo, www.envoyhostel.com/yerevan/) in modo da fare Garni/Gerhard insieme al lago Sevan visto con i mezzi locali non ci stavo dentro con i tempi.
Alla fine non mi son pentito anzi tour organizzato molto bene con poca gente (una 10ina), guida giovane, simpatica e molto abile nello spiegare ma che, allo stesso tempo, ha dato modo di visitare i luoghi a proprio piacimento.

Finalmente son uscito da Yerevan ed ho visto un po’ di campagna armena.. che dire? confrontandola con la Georgia mi sembra più secca e meno abitata (non che in Georgia ci fosse così tanta gente…), ma anche qui ho trovato scorci interessanti che mi hanno tenuto attaccato al finestrino.
Per esempio per strada si vedono deviazioni che portano a città con nomi come Gagarin, paesino che non c’entra nulla con il famoso cosmonauta, ma comunque è forte trovare ancora l’influenza sovietica.
Durante il trip verso il lago Sevan conosco un po’ i compagni di viaggio e tra gli altri c’è anche un giornalista italiano freelance; la guida nel frattempo risponde alle classiche domande su come si stava durante il periodo comunista e le risposte son più o meno le stesse di quelle già sentite in precedenza….. si era tutti poveri uguali, mentre ora ci sono ricchi e poveri.

Arriviamo sulla riva del Sevan e sono piacevolmente sorpreso, tira una bella arietta e finalmente si ha un po’ di fresco; il lago è parecchio grande, il vento crea delle onde dandomi l’impressione di essere quasi al mare e poi le due chiesette spiccano sulla collina rendendole molto fotografiche.
La vista dall’alto della collina merita parecchio, le coste son ancora vergini con poche costruzioni anche se si iniziano a vedere cantieri di nuovi hotel o cose simili.

Il primo impatto con le chiese armene è forte, all’interno le trovo spoglie con poche rappresentazioni, buie e quasi cupe.. solo le incisioni sulle pietre son molto rappresentative e devo dire affascinanti.
Ci spiegano che per la loro religione all’interno delle chiese non devono esserci fattori distrattivi e per questo le icone son semplici e generalmente rappresentano solo la madonna.
Altra informazione che ottengo dalla guida è che nel periodo sovietico non era possibile posare le candele all’interno della chiesa e quindi la gente la teneva in mano o la appoggiava nelle fessure delle pareti ed è per questo che le pareti sono tutte annerite dal fumo.
Come dicevo i simboli scolpiti nelle rocce sono quelli che mi colpiscono di più, in particolare quelli dove la croce in mezzo fa da spartiacque, sopra il paradiso e sotto l’inferno ed è la fede quella che farà la differenza tra salita o discesa una volta morti.

Costeggiando il lago proseguiamo verso il monastero hayravank che si conferma buio e cupo ma a fine giornata sarà quello che mi è piaciuto di più.
Per strada non è raro trovare mucche o pecore che pascolano libere occupando la corsia e fermando il traffico.. Yerevan sembrava così lontana; anche se più povera, la campagna o la periferia le ho trovate ordinate, pulite, dignitose.. non ho visto immondizia buttata per strada o scene di assoluta miseria.

Giriamo anche per un cimitero armeno, pure qui le pecore pascolano libere e da una vecchietta con faccia così simpatica compro un berretto di lana fatto a mano, non son riuscito a dirle di no.
Scopro che sulle tombe viene rappresentato come una persona ha vissuto e come è morta.. per esempio il pescatore annegato ubriaco.. particolare come cosa.
A pranzo si va a casa di una famiglia locale, altro punto a favore del tour che così porta soldi direttamente alla popolazione locale senza troppi giri.. gran buffet di verdure, carne, frutta e dolce.

Per chiudere la giornata mancavano le due attrazioni principali; il tragitto è abbastanza lungo ed in parte su strada dissestata.. in lontananza si vede una centrale nucleare e per passare il tempo parlo un po’ con il giornalista italiano; son fortunato perché conosce benissimo l’architettura e la cultura medio-orientale e grazie a lui scopro tante cose, come per esempio l’affinità tra le costruzioni orientali e quelle di altri luoghi e tante altre piccole cose.

Il monastero di Gerhard, forse il più importante dell’Armenia dal punto di vista storico, è differente dagli altri; finora ho trovato chiese in cima a colline o sulla cresta di una roccia ma questo invece nel mezzo di un canyon.
L’ampio interno è poco illuminato ma le candele accese, con la loro luce delicata, rendono l’atmosfera così suggestiva.. becchiamo anche un matrimonio, è festa.. con petali di rose ovunque, damigelle, famigliari in attesa di andare al banchetto; chissà se la sposa ha veramente bevuto un bicchiere di Ararat prima di venire qui?
Chiudiamo a Garni dove ormai non c’è più nessuno e possiamo godercelo in tutta calma; il tempio è in parte ricostruito ma rimane pur sempre l'unico tempio greco rimasto e poi la vista sul canyon è fantastica.
L’amico giornalista mi consiglia di assaggiare delle specialità che vendono al mercatino fuori dal tempio, son delle specie di cialde al melograno, albicocca, molto acide da accompagnare al thè.. son così particolare che ne prendo un paio da far assaggiare a casa.

Tornato in ostello rifletto su come sapessi poco su questa zona ed in particolare sull’Armenia.. paesi spesso dimenticati ma con dietro una grande storia, spesso difficoltosa ma che ora sta cercando di costruire un nuovo futuro, un futuro così differente tra loro; la Georgia sicuramente più verso l’Europa mentre l’Armenia tende ad essere più un paese Medio Orientale con tocco asiatico ed un tocco europeo senza dimenticare l’influenza russa, sicuramente uno dei loro principali partner economici. E’ un mix che conquista!

La sera mi trovo con l’amico, cena veloce con tavola calda locale e poi in giro in mezzo alla marea di gente che passeggia per le strade del centro; si sta giocando Armenia – Portogallo, i padroni di casa segnano il 2 a 3 ed è festa e si spera nel pareggio.
Le via dal teatro fino alla piazza principale sono strapiene.. giovani, vecchi, turisti.. e poi c’è lo spettacolo delle fontane illuminate che vanno a tempo di musica classica; che bello vedere la passione che hanno questi paesi per le arti tipo balletto, opera, musica classica.
Mentre siamo in giro ci provano ad abbordare due tipe.. ma sono le più lontane parenti di kim kardashian così le molliamo lì e finiamo in un pub; è sabato e la gente è bella alticcia.. ma stranamente all’una il posto chiude e le strade intorno sono semivuote.
Invece traffico c’è né… in altri tempi avrei saputo dove andavano tutti ed in quale discoteca si poteva finire, ma oggi son già contento così.

Vado a casa con un dubbio atroce.. ma perché in Armenia per dire grazie dicono tutti “merci”?? che cavolo c’entra la Francia qui?

Re: Georgia - Armenia. il mio viaggio alla scoperta del Cauc

MessaggioInviato: 16/07/2015, 14:14
da flyingsoul
obe ha scritto:Vado a casa con un dubbio atroce.. ma perché in Armenia per dire grazie dicono tutti “merci”?? che cavolo c’entra la Francia qui?


Retaggio culturale. Anche in russia in alcuni casi si dice mercì. Solo che in armenia l'hanno assunto a regola. Esiste un grazie armeno ufficiale, ma è poco usato.

Re: Georgia - Armenia. il mio viaggio alla scoperta del Cauc

MessaggioInviato: 16/07/2015, 14:33
da obe
flyingsoul ha scritto:
obe ha scritto:Vado a casa con un dubbio atroce.. ma perché in Armenia per dire grazie dicono tutti “merci”?? che cavolo c’entra la Francia qui?


Retaggio culturale. Anche in russia in alcuni casi si dice mercì. Solo che in armenia l'hanno assunto a regola. Esiste un grazie armeno ufficiale, ma è poco usato.


Non lo sapevo!
Grazie per l'info ;)

Re: Georgia - Armenia. il mio viaggio alla scoperta del Cauc

MessaggioInviato: 16/07/2015, 14:39
da flyingsoul
obe ha scritto:
flyingsoul ha scritto:
obe ha scritto:Vado a casa con un dubbio atroce.. ma perché in Armenia per dire grazie dicono tutti “merci”?? che cavolo c’entra la Francia qui?


Retaggio culturale. Anche in russia in alcuni casi si dice mercì. Solo che in armenia l'hanno assunto a regola. Esiste un grazie armeno ufficiale, ma è poco usato.


Non lo sapevo!
Grazie per l'info ;)


Ho frequentato una ragazza armena per alcuni mesi qui a Torino ;)

Re: Georgia - Armenia. il mio viaggio alla scoperta del Cauc

MessaggioInviato: 16/07/2015, 16:21
da Leia74
Bellissimo diario :-)
Geghard e' stato il mio monastero armeno preferito, non oso immaginare che bello trovarci un matrimonio!!
L'Armenia anche a me e' sembrata piu' arida e secca della Georgia come clima, anche se vai a sud (verso Goris) le cose non cambiano tanto se non quando sei in quota.