Georgia - Armenia. il mio viaggio alla scoperta del Caucaso
Inviato: 01/07/2015, 11:50
Pubblico il mio diario di viaggio scritto nelle due settimane che ho passato in questi due paesi; luoghi spesso ignorati dai più ma così ricchi di storia, cultura e tanto altro; posti che per me sono stati veramente una grande sorpresa.
Devo ammettere che senza aver letto i vostri viaggi (dal Geometra a Leila a Dani1899) non avrei mai pensato di passare due settimane in qui; si forse avrei organizzato un w.end lungo a Tbilisi o qualcosa del genere, ma di sicuro non mi sarei così incuriosito.
Anzi fino a qualche anno fa, sbagliando, consideravo queste nazioni, come una branchia della vecchia Unione Sovietica, nulla di più e con poco da offrire... invece grazie a voi mi sono interessato, ho studiato la loro storia passata, gli avvenimenti degli ultimi anni, la loro cultura che subisce influenze miste e per nulla scontate.
Per questo vi posso solo ringraziare, mi avete aperto gli occhi e mi senza dubbio mi avete consentito di fare forse uno dei viaggi più belli di quelli che ho fatto in solitaria.
Grazie.
*come capita ultimamente, questo è il mio diario di viaggio; magari non segue il filo logico del viaggio, e spesso più che la descrizione dei posti (che sono facilmente rintracciabili su qualunque guida) son descritte le emozioni e le sensazioni vissute.*
Sabato 6 giugno. ore 5.15
Ci siamo, tra poco si riparte.
Nuova avventura, si va nel Caucaso, due settimane in Georgia e Armenia; forse in un posto che pochi conoscono bene e che quindi è quasi tutto da scoprire.
Non so ancora bene il motivo di questa meta, saranno i racconti di chi è già stato, forse il servizio di Overland di due anni fa o quel fascino che hanno quei posti di mezzo.. sospesi tra Medio Oriente e Russia.
Bene, le aspettative son alte.
Ho dormito poco, sveglia alle 3.15 di mattina, ma non è solo quello.. le emozioni, lo stomaco che si stringe, la “paure” che si provano prima di questi viaggi sono indescrivibili, bisogna solo provarle.
Domenica 7 giugno 08.30
In attesa di partire per Kutaisi son su una marshrutka e stiamo aspettando che si riempa; perché qui si viaggia così, se non si sceglie il treno (molto lento) o un tour privato si usano questi pulmini da circa 10 persone che corrono lungo le strade tirando su gente nel durante e che ti scarica un po’ dove vuoi tu, senza fermate predefinite.. dai un modo un po’ diverso per muoversi.
Son arrivato da poche ore ma avrei già molto da raccontare, già sull’aereo si poteva respirare aria diversa.. i lineamenti della gente, un misto tra oriente e tratti russofoni; e poi sbirciando dal finestrino, tra le nuvole appare tutto quel verde, le montagne innevate e scendendo a Tbilisi i palazzoni post-sovietici.
Il volo è passato veloce anche grazie al vicino svizzero con cui ho fatto due parole.
Ma la sorpresa migliore è stata la dogana dove la ragazza addetta al controllo passaporti tra le domande di rito mi chiede se mi piaceva il vino… alla mia risposta affermativa mi allunga un bottiglia di vino locale; direi la migliore accoglienza ricevuta all’ingresso in un paese straniero.
Per andare in città breve contrattazione con il taxista ed a bordo della più scrancia auto disponibile inizio a percorrere le vie che m porteranno in ostello.
Oltre alla vista generale mi colpiscono subito le tante contrapposizioni che ti si sbattono in faccia.. palazzi moderni “dubai style” ad edificio sovietici, auto costose e moderne a vecchie lada, venditori ambulanti a negozi occidentali nelle vie centrali.. e poi la via dedicata a George W. Bush, con tanto di megafoto.. la lunga mano degli Usa è arrivata fino qui e sembra ben piazzata.
Il programma della serata era.. doccia, cena veloce, finale di Champions in qualche bar e poi a dormire per recuperare… bè tutto prenderà una piega inaspettata.
Faccio la doccia ed esco nella sala comune dell’ostello.. tutti si presentano e praticamente mi aggrego a loro, 2 ragazze israeliane, 2 neozelandesi e i due ragazzi georgiani dell’ostello… mentre si brinda a vino e a chacha (grappa locale) si parla delle solite cose, dai consigli per una buona carbonara a quelli di viaggio.
Ne approfitto per imparare alcune cose sulla cultura georgiana
In primis che generalmente ogni bevuta è anticipata da un brindisi e che nei grandi banchetti tipo matrimonio c’è proprio una persona dedicata che si occupa di lanciarli; altra cosa che scopro è che non si brinda mai con la birra ma solo con vino o grappa.
La serata va avanti, chiedo anche info sulla strada intitolata a Bush ed il giovane georgiano risponde che ha fatto tanto per loro e quindi “perché no?”.
a cena scendiamo nel ristorante lì vicino, bella tavolata, tutti insieme ed io non mi tiro indietro con il khachapuri (fantastico e strapieno di formaggio) ed assaggi di kebab di agnello molto saporito.
Rientriamo giusto per gli ultimi minuti della partita (siamo 2 ore avanti, quindi verso l’1) e brindare alla vittoria del Barcellona.
Il risveglio è stato buono, avevo già tutto pronto, con la metro (stile sovietica anche questa) arrivo a Didube, la stazione degli autobus con vicino un mercato di frutta e verdura e vado alla ricerca della mia marshrutka che trovo abbastanza facilmente.
Ora si parte, son le 9 e arriverò a Kutaisi verso l’1..
Devo ammettere che senza aver letto i vostri viaggi (dal Geometra a Leila a Dani1899) non avrei mai pensato di passare due settimane in qui; si forse avrei organizzato un w.end lungo a Tbilisi o qualcosa del genere, ma di sicuro non mi sarei così incuriosito.
Anzi fino a qualche anno fa, sbagliando, consideravo queste nazioni, come una branchia della vecchia Unione Sovietica, nulla di più e con poco da offrire... invece grazie a voi mi sono interessato, ho studiato la loro storia passata, gli avvenimenti degli ultimi anni, la loro cultura che subisce influenze miste e per nulla scontate.
Per questo vi posso solo ringraziare, mi avete aperto gli occhi e mi senza dubbio mi avete consentito di fare forse uno dei viaggi più belli di quelli che ho fatto in solitaria.
Grazie.
*come capita ultimamente, questo è il mio diario di viaggio; magari non segue il filo logico del viaggio, e spesso più che la descrizione dei posti (che sono facilmente rintracciabili su qualunque guida) son descritte le emozioni e le sensazioni vissute.*
Sabato 6 giugno. ore 5.15
Ci siamo, tra poco si riparte.
Nuova avventura, si va nel Caucaso, due settimane in Georgia e Armenia; forse in un posto che pochi conoscono bene e che quindi è quasi tutto da scoprire.
Non so ancora bene il motivo di questa meta, saranno i racconti di chi è già stato, forse il servizio di Overland di due anni fa o quel fascino che hanno quei posti di mezzo.. sospesi tra Medio Oriente e Russia.
Bene, le aspettative son alte.
Ho dormito poco, sveglia alle 3.15 di mattina, ma non è solo quello.. le emozioni, lo stomaco che si stringe, la “paure” che si provano prima di questi viaggi sono indescrivibili, bisogna solo provarle.
Domenica 7 giugno 08.30
In attesa di partire per Kutaisi son su una marshrutka e stiamo aspettando che si riempa; perché qui si viaggia così, se non si sceglie il treno (molto lento) o un tour privato si usano questi pulmini da circa 10 persone che corrono lungo le strade tirando su gente nel durante e che ti scarica un po’ dove vuoi tu, senza fermate predefinite.. dai un modo un po’ diverso per muoversi.
Son arrivato da poche ore ma avrei già molto da raccontare, già sull’aereo si poteva respirare aria diversa.. i lineamenti della gente, un misto tra oriente e tratti russofoni; e poi sbirciando dal finestrino, tra le nuvole appare tutto quel verde, le montagne innevate e scendendo a Tbilisi i palazzoni post-sovietici.
Il volo è passato veloce anche grazie al vicino svizzero con cui ho fatto due parole.
Ma la sorpresa migliore è stata la dogana dove la ragazza addetta al controllo passaporti tra le domande di rito mi chiede se mi piaceva il vino… alla mia risposta affermativa mi allunga un bottiglia di vino locale; direi la migliore accoglienza ricevuta all’ingresso in un paese straniero.
Per andare in città breve contrattazione con il taxista ed a bordo della più scrancia auto disponibile inizio a percorrere le vie che m porteranno in ostello.
Oltre alla vista generale mi colpiscono subito le tante contrapposizioni che ti si sbattono in faccia.. palazzi moderni “dubai style” ad edificio sovietici, auto costose e moderne a vecchie lada, venditori ambulanti a negozi occidentali nelle vie centrali.. e poi la via dedicata a George W. Bush, con tanto di megafoto.. la lunga mano degli Usa è arrivata fino qui e sembra ben piazzata.
Il programma della serata era.. doccia, cena veloce, finale di Champions in qualche bar e poi a dormire per recuperare… bè tutto prenderà una piega inaspettata.
Faccio la doccia ed esco nella sala comune dell’ostello.. tutti si presentano e praticamente mi aggrego a loro, 2 ragazze israeliane, 2 neozelandesi e i due ragazzi georgiani dell’ostello… mentre si brinda a vino e a chacha (grappa locale) si parla delle solite cose, dai consigli per una buona carbonara a quelli di viaggio.
Ne approfitto per imparare alcune cose sulla cultura georgiana
In primis che generalmente ogni bevuta è anticipata da un brindisi e che nei grandi banchetti tipo matrimonio c’è proprio una persona dedicata che si occupa di lanciarli; altra cosa che scopro è che non si brinda mai con la birra ma solo con vino o grappa.
La serata va avanti, chiedo anche info sulla strada intitolata a Bush ed il giovane georgiano risponde che ha fatto tanto per loro e quindi “perché no?”.
a cena scendiamo nel ristorante lì vicino, bella tavolata, tutti insieme ed io non mi tiro indietro con il khachapuri (fantastico e strapieno di formaggio) ed assaggi di kebab di agnello molto saporito.
Rientriamo giusto per gli ultimi minuti della partita (siamo 2 ore avanti, quindi verso l’1) e brindare alla vittoria del Barcellona.
Il risveglio è stato buono, avevo già tutto pronto, con la metro (stile sovietica anche questa) arrivo a Didube, la stazione degli autobus con vicino un mercato di frutta e verdura e vado alla ricerca della mia marshrutka che trovo abbastanza facilmente.
Ora si parte, son le 9 e arriverò a Kutaisi verso l’1..