Saga del racconto incompiuto: Marocco
Inviato: 15/06/2009, 17:05
N.B.
A grandissima richiesta da parte del popolo di otra, inserisco il racconto incompiuto per antonomasia....lo so, lo so che non vedevate l'ora, state calmi, non vi agitate!
Incipit
E' sulle note di "Tiki" di Richard Bona che inizia questa nuova avventura africana, che porterà me Aideena, Vale e il Vertebra ad esplorare uno dei paesi più ricchi in fascino di tutto il mondo: il Marocco.
La prima cosa che faccio quando parto per queste lunghe esperienze è documentarmi sulla bandiera del paese, non conosco il motivo di questa curiosità, ma so che nella bandiera sono racchiusi molti significati importanti e dei simbolismi rappresentativi.
La bandiera marocchina è una bandiera semplicemente rossa con una stella a cinque punte (sigillo di Salomone)verde in posizione centrale, che sta ad indicare l'unione profonda dell'uomo con la sfera del divino, quindi in questo caso simboleggia l'importanza della religione islamica per i marocchini ..che ci accompagnerà per tutta la durata del viaggio...
03 Gennaio 2009
Una sveglia spietata come il sergente Hartman infoiato ci sveglia alle h 3:00, dopo un'ora giungiamo assonnati all'aeroporto di Malpensa, ignari dell'odissea che ci avrebbe attesi.
Il volo easyjet fila lascio per tre orette, tra consultazioni di guide e un' alba coloratissima vista da un oblò un po' congelato.
I problemi iniziano verso l'atterraggio a Marrakech; dove una fitta ed oserei dire insolita nebbia avvolge l'aeroporto, quasi non volesse accoglierci.
Dopo un'ora di melina in cielo con tanto di virate alla top gun e gente che tira su l'anima negli appositi sacchettini, il comandante e la torre di controllo di Marrakech decidono di dirottarci su Casablanca dove il tempo sembra essere più clemente.
Dopo nemeno un quarto d'ora giungiamo finalmente presso l'aeroporto di Casablanca Mohammed V, ma non appena le ruote del carrello toccano la pista, riceviamo l'ok per l'atterraggio a Marrakech, quindi il comandante giustamente esaurito ci annuncia l'ennesimo imminente decollo verso Marrakech....intanto io e i miei copagni di viaggio siamo sull'orlo del delirio puro; tra bambini isterici e genitori in rivolta con i loro stomaci, l'aereo si fa saturo di odori sgradevoli costringendoci ad entrare in uno stato meditativo che nemmeno Shiva era in grado di raggiungere.
H.13:30 incredibile ma vero, arrivo a Marrakech, si apre il portellone dell'aereo dando inizio ad uno scambio culturale di odori europei contro odori africani, vince 10 a 0 odori africani
L'aria è tiepidamente dolce e sa di spezie, di polvere, insomma di quell'odore acre tipico dei paesi africani che ti rapisce i sensi, mi piace pensare che nell'aria ci sia anche profumo di terra rossa bruciata dal sole, solo per ovviare all'odore di materie organiche di diversa natura...
L'aeroporto rosato nasconde un cuore di pareti bianche e scarne, verso l'uscita si iniziano a sentire brusii e urla, poco dopo lo spettacolo dinnanzi a noi:
Poliziotti e transenne ci separano da una folla accalcata sugli spalti composta da amici, parenti dei viaggiatori e tassisti in vena di procacciarsi nuovi clienti.
Fortunatamente la guida ci segnala l'autobus locale L19 all'uscita sulla sinistra che con soli 20 dhs ci porta in 20 minuti direttamente dietro piazza Djema El Fna, cuore pulsante di Marrakech.
La prima impressione, appena scesi dall'autobus, è uno stato confusionario dovuto all'illogicità, qui vale tutto.
Uomini seduti su vecchie sedie scrutano lo svoglersi dei vari avvenimenti, donne portano a spasso i propri figli avvolti in lunghi panni colorati attaccati alla schiena,venditori ambulanti di dolciumi locali, carretti di arance appena colte, carri trascinati da asinelli e tanto tanto odore acre misto a scarico di auto che prende la gola.
E' un miscuglio incredibilente schifoso che non riesco a detestare.
In fretta raggiungiamo il nostro Riad Jnane Mogador, situato proprio in prossimità della grande piazza, posati gli zaini, iniziamo il primo giro di perlustrazione soffermandoci al Caffè Argane per il pranzo delle 14:30.
Il Caffè Argane, situato proprio in piazza è un locale affollatissimo di turisti, con una delle terrazze più belle che si affaccia sulla piazza Djema El Fna.
Iniziamo con un bel pranzo a base di Tajinee e cous cous e concludiamo con un bel té alla menta (al sapore di brooklyn spearmint) e relativi pasticcini alla mandorla deliziosi, passano così ben 3 ore in assoluto relax.
Pian piano il sole cala e la piazza si trasforma in un vero e proprio circo all'aperto: incantatori di serpenti, dentisti improvvisati tali con denti estirpati a mo' di trofeo in bella mostra, danzatori discendenti dagli antichi gnaoua, cantastorie ovviamente in arabo, ammaestratori di scimmiette...ciascuno delimita il proprio Haqa (un cerchio immaginario benedetto dal proprio santo)e presenta il proprio spettacolo/pantomima.
Intanto riecheggia dal minareto della Koutoubia la preghiera della sera, davvero uno spettacolo irresistibilente magico.
Siamo già a pezzi ed è giunto il momento di andarci a fare una bella doccia rigenerante.
Seguendo il consiglio della zingaguida, decidiamo di trattarci bene e provare il ristorante Marrakchi anch'esso situato in piazza con una bella terrazza al chiuso e luci soffuse...la cena è ottima, ma siamo troppo stanchi per apprezzare bene tutto il contesto, dunque finite le pietanze sempre a base di Tajine e cous cous ci infiliamo nei nostri lettini...
A grandissima richiesta da parte del popolo di otra, inserisco il racconto incompiuto per antonomasia....lo so, lo so che non vedevate l'ora, state calmi, non vi agitate!
Incipit
E' sulle note di "Tiki" di Richard Bona che inizia questa nuova avventura africana, che porterà me Aideena, Vale e il Vertebra ad esplorare uno dei paesi più ricchi in fascino di tutto il mondo: il Marocco.
La prima cosa che faccio quando parto per queste lunghe esperienze è documentarmi sulla bandiera del paese, non conosco il motivo di questa curiosità, ma so che nella bandiera sono racchiusi molti significati importanti e dei simbolismi rappresentativi.
La bandiera marocchina è una bandiera semplicemente rossa con una stella a cinque punte (sigillo di Salomone)verde in posizione centrale, che sta ad indicare l'unione profonda dell'uomo con la sfera del divino, quindi in questo caso simboleggia l'importanza della religione islamica per i marocchini ..che ci accompagnerà per tutta la durata del viaggio...
03 Gennaio 2009
Una sveglia spietata come il sergente Hartman infoiato ci sveglia alle h 3:00, dopo un'ora giungiamo assonnati all'aeroporto di Malpensa, ignari dell'odissea che ci avrebbe attesi.
Il volo easyjet fila lascio per tre orette, tra consultazioni di guide e un' alba coloratissima vista da un oblò un po' congelato.
I problemi iniziano verso l'atterraggio a Marrakech; dove una fitta ed oserei dire insolita nebbia avvolge l'aeroporto, quasi non volesse accoglierci.
Dopo un'ora di melina in cielo con tanto di virate alla top gun e gente che tira su l'anima negli appositi sacchettini, il comandante e la torre di controllo di Marrakech decidono di dirottarci su Casablanca dove il tempo sembra essere più clemente.
Dopo nemeno un quarto d'ora giungiamo finalmente presso l'aeroporto di Casablanca Mohammed V, ma non appena le ruote del carrello toccano la pista, riceviamo l'ok per l'atterraggio a Marrakech, quindi il comandante giustamente esaurito ci annuncia l'ennesimo imminente decollo verso Marrakech....intanto io e i miei copagni di viaggio siamo sull'orlo del delirio puro; tra bambini isterici e genitori in rivolta con i loro stomaci, l'aereo si fa saturo di odori sgradevoli costringendoci ad entrare in uno stato meditativo che nemmeno Shiva era in grado di raggiungere.
H.13:30 incredibile ma vero, arrivo a Marrakech, si apre il portellone dell'aereo dando inizio ad uno scambio culturale di odori europei contro odori africani, vince 10 a 0 odori africani
L'aria è tiepidamente dolce e sa di spezie, di polvere, insomma di quell'odore acre tipico dei paesi africani che ti rapisce i sensi, mi piace pensare che nell'aria ci sia anche profumo di terra rossa bruciata dal sole, solo per ovviare all'odore di materie organiche di diversa natura...
L'aeroporto rosato nasconde un cuore di pareti bianche e scarne, verso l'uscita si iniziano a sentire brusii e urla, poco dopo lo spettacolo dinnanzi a noi:
Poliziotti e transenne ci separano da una folla accalcata sugli spalti composta da amici, parenti dei viaggiatori e tassisti in vena di procacciarsi nuovi clienti.
Fortunatamente la guida ci segnala l'autobus locale L19 all'uscita sulla sinistra che con soli 20 dhs ci porta in 20 minuti direttamente dietro piazza Djema El Fna, cuore pulsante di Marrakech.
La prima impressione, appena scesi dall'autobus, è uno stato confusionario dovuto all'illogicità, qui vale tutto.
Uomini seduti su vecchie sedie scrutano lo svoglersi dei vari avvenimenti, donne portano a spasso i propri figli avvolti in lunghi panni colorati attaccati alla schiena,venditori ambulanti di dolciumi locali, carretti di arance appena colte, carri trascinati da asinelli e tanto tanto odore acre misto a scarico di auto che prende la gola.
E' un miscuglio incredibilente schifoso che non riesco a detestare.
In fretta raggiungiamo il nostro Riad Jnane Mogador, situato proprio in prossimità della grande piazza, posati gli zaini, iniziamo il primo giro di perlustrazione soffermandoci al Caffè Argane per il pranzo delle 14:30.
Il Caffè Argane, situato proprio in piazza è un locale affollatissimo di turisti, con una delle terrazze più belle che si affaccia sulla piazza Djema El Fna.
Iniziamo con un bel pranzo a base di Tajinee e cous cous e concludiamo con un bel té alla menta (al sapore di brooklyn spearmint) e relativi pasticcini alla mandorla deliziosi, passano così ben 3 ore in assoluto relax.
Pian piano il sole cala e la piazza si trasforma in un vero e proprio circo all'aperto: incantatori di serpenti, dentisti improvvisati tali con denti estirpati a mo' di trofeo in bella mostra, danzatori discendenti dagli antichi gnaoua, cantastorie ovviamente in arabo, ammaestratori di scimmiette...ciascuno delimita il proprio Haqa (un cerchio immaginario benedetto dal proprio santo)e presenta il proprio spettacolo/pantomima.
Intanto riecheggia dal minareto della Koutoubia la preghiera della sera, davvero uno spettacolo irresistibilente magico.
Siamo già a pezzi ed è giunto il momento di andarci a fare una bella doccia rigenerante.
Seguendo il consiglio della zingaguida, decidiamo di trattarci bene e provare il ristorante Marrakchi anch'esso situato in piazza con una bella terrazza al chiuso e luci soffuse...la cena è ottima, ma siamo troppo stanchi per apprezzare bene tutto il contesto, dunque finite le pietanze sempre a base di Tajine e cous cous ci infiliamo nei nostri lettini...