Heineken Jammin Festival 2010
Inviato: 05/07/2010, 13:29
Fa troppo caldo per descrivere la giornata e il concerto. Niente racconto, solo immagini e appunti.
- Caldo infernale, 37 gradi, ma nel parco un po’ di arietta rinfresca.
- Gli stereophonics mi fanno schifo, già lo sapevo. Ma ancora più schifo chi li ha messi lì, ma come si fa? Giravo per il parco per non dovermi sorbire anche le loro immagini. Quando è partita la pietosa canzone che inizia con “S. Francisco Bay etc. etc.” (have a nice day, credo) mi sono girato e me ne sono uscito con “ma andata affanc. voi e la vostra musica del cazzo.” Una coppia di persone, probabilmente loro fan, mi ha guardato un po’ arrabbiata. Me ne frego.
- Ringrazio lo steward che voleva che mi liberassi di Off, l’antizanzare, all’ingresso. Con uno stratagemma l’ho fatto entrare comunque, non appena lui si è girato… l’ho ripreso. Lebowski 1- steward 0. Consiglio a chi ci andrà, credo Vilmer: portati un antizanzare, possibilmente non spray.
- I cranberries hanno invece tenuto il palco e la scena più che egregiamente, seppure anche loro come abbinamento ci azzeccassero poco. Li ho pure applauditi più di una volta, Dolores è stata veramente brava.
- Purtroppo sono finito abbastanza avanti ma in posizione defilata, sulla destra. A 15 metri di distanza dalla zona transenne. L’inesperienza giovanile: mentre aspettavamo, ma erano già passate le 8, un gruppo di ragazzi davanti a me decide di andare a fare pipì e se ne escono con “tanto poi torniamo qua”. Poveretti, pensavo tra me. Non sanno che poi la posizione non la ribecchi anche perché si riempie molto di più. Infatti non li ho più rivisti. Peggio per loro, ho guadagnato un paio di metri. Sono errori di gioventù… impareranno.
- Tanti sloveni, qualche americano (probabilmente militari in servizio nelle vicine basi nato, dal taglio di capelli e la muscolatura) ma soprattutto un numero anomalo di brasiliani. Ricordo una bandiera vicino alla passerella, ne avevo vicino un gruppo di 6 e all’uscita ho visto un pulmino tutto colorato con la bandiera del brasile. E un paio di gruppetti sardi, con bandiera incorporata a due metri dal palco: i sardi non mancano mai ai concerti rock.
- Concerto degli Aerosmith fantastico. Musicalmente uno dei migliori mai visti in vita mia. Tyler unico. Poi ricordo di essermi sorpreso dal taglio di capelli, corto, di Perry. Abbiamo appena tagliato i capelli entrambi, così sembriamo dei bravi ragazzi (oddio, non che prima io li avessi lunghi). Come immagine, il più anziano sembrava Kramer (il batterista) ma grandissimo musicista. Altre annotazioni: scaletta fantastica. Anche alcune canzoni che non mi garbano molto in versione studio, live sono state fantastiche (forse si è sentita un po' l'assenza di Janie's got a gun o di Dude looks like a lady, ma sono sottigliezze). Ottimi tutti. Un paio di annotazioni personali: Mama kin, una delle mie preferite, era in versione un po’ troppo lenta. L’avrei preferita più veloce. Un paio di decibel in più non avrebbero guastato in tutto il concerto.
Qualche piccolo aneddoto: dopo back in the saddle (se ricordo bene) Tyler se ne esce con "Muchas gracias". Forse si aspetta gli applausi, convinto di aver parlato in italiano ma nessuno ovviamente applaude. Un paio di canzoni dopo ringrazia con “grazie, tante grazie”. Si gira e, in inglese, comunica che “purtroppo parlo poco italiano" e accenna alle sue origini quasi per scusarsi per l’errore precedente con lo spagnolo. Probabilmente nell’auricolare gli avranno detto “steven, guarda che hai fatto una cazzata: non è italiano ma spagnolo”.
Dopo l’encore, prima dei tre brani finali, torna sul palco e indossa la maglia della nazionale. “look at my t-shirt” - si gira – “and look at my name!”. Maglia con “tallarico” (ndr il suo vero cognome) e il numero 1. Ok, Lebowsky ti ha perdonato, caro Steven.
Non ricordo quante chitarre ha usato Perry, veramente tante. Dalla Les Paul iniziale a quella a 12 corde, la doppia, in “Livin’ on the edge”, più qualche Strato. Un paio distrutte, una a cinghiate e l'altra demolita contro un ampli.
Alla fine Tyler ha salutato con “ci vediamo” ricordando che la sua ultima volta a Venezia è stata 20 anni fa. Dubito che torneranno, ma qualora accadesse ci tornerei. È stato veramente un gran concerto.
- Caldo infernale, 37 gradi, ma nel parco un po’ di arietta rinfresca.
- Gli stereophonics mi fanno schifo, già lo sapevo. Ma ancora più schifo chi li ha messi lì, ma come si fa? Giravo per il parco per non dovermi sorbire anche le loro immagini. Quando è partita la pietosa canzone che inizia con “S. Francisco Bay etc. etc.” (have a nice day, credo) mi sono girato e me ne sono uscito con “ma andata affanc. voi e la vostra musica del cazzo.” Una coppia di persone, probabilmente loro fan, mi ha guardato un po’ arrabbiata. Me ne frego.
- Ringrazio lo steward che voleva che mi liberassi di Off, l’antizanzare, all’ingresso. Con uno stratagemma l’ho fatto entrare comunque, non appena lui si è girato… l’ho ripreso. Lebowski 1- steward 0. Consiglio a chi ci andrà, credo Vilmer: portati un antizanzare, possibilmente non spray.
- I cranberries hanno invece tenuto il palco e la scena più che egregiamente, seppure anche loro come abbinamento ci azzeccassero poco. Li ho pure applauditi più di una volta, Dolores è stata veramente brava.
- Purtroppo sono finito abbastanza avanti ma in posizione defilata, sulla destra. A 15 metri di distanza dalla zona transenne. L’inesperienza giovanile: mentre aspettavamo, ma erano già passate le 8, un gruppo di ragazzi davanti a me decide di andare a fare pipì e se ne escono con “tanto poi torniamo qua”. Poveretti, pensavo tra me. Non sanno che poi la posizione non la ribecchi anche perché si riempie molto di più. Infatti non li ho più rivisti. Peggio per loro, ho guadagnato un paio di metri. Sono errori di gioventù… impareranno.
- Tanti sloveni, qualche americano (probabilmente militari in servizio nelle vicine basi nato, dal taglio di capelli e la muscolatura) ma soprattutto un numero anomalo di brasiliani. Ricordo una bandiera vicino alla passerella, ne avevo vicino un gruppo di 6 e all’uscita ho visto un pulmino tutto colorato con la bandiera del brasile. E un paio di gruppetti sardi, con bandiera incorporata a due metri dal palco: i sardi non mancano mai ai concerti rock.
- Concerto degli Aerosmith fantastico. Musicalmente uno dei migliori mai visti in vita mia. Tyler unico. Poi ricordo di essermi sorpreso dal taglio di capelli, corto, di Perry. Abbiamo appena tagliato i capelli entrambi, così sembriamo dei bravi ragazzi (oddio, non che prima io li avessi lunghi). Come immagine, il più anziano sembrava Kramer (il batterista) ma grandissimo musicista. Altre annotazioni: scaletta fantastica. Anche alcune canzoni che non mi garbano molto in versione studio, live sono state fantastiche (forse si è sentita un po' l'assenza di Janie's got a gun o di Dude looks like a lady, ma sono sottigliezze). Ottimi tutti. Un paio di annotazioni personali: Mama kin, una delle mie preferite, era in versione un po’ troppo lenta. L’avrei preferita più veloce. Un paio di decibel in più non avrebbero guastato in tutto il concerto.
Qualche piccolo aneddoto: dopo back in the saddle (se ricordo bene) Tyler se ne esce con "Muchas gracias". Forse si aspetta gli applausi, convinto di aver parlato in italiano ma nessuno ovviamente applaude. Un paio di canzoni dopo ringrazia con “grazie, tante grazie”. Si gira e, in inglese, comunica che “purtroppo parlo poco italiano" e accenna alle sue origini quasi per scusarsi per l’errore precedente con lo spagnolo. Probabilmente nell’auricolare gli avranno detto “steven, guarda che hai fatto una cazzata: non è italiano ma spagnolo”.
Dopo l’encore, prima dei tre brani finali, torna sul palco e indossa la maglia della nazionale. “look at my t-shirt” - si gira – “and look at my name!”. Maglia con “tallarico” (ndr il suo vero cognome) e il numero 1. Ok, Lebowsky ti ha perdonato, caro Steven.
Non ricordo quante chitarre ha usato Perry, veramente tante. Dalla Les Paul iniziale a quella a 12 corde, la doppia, in “Livin’ on the edge”, più qualche Strato. Un paio distrutte, una a cinghiate e l'altra demolita contro un ampli.
Alla fine Tyler ha salutato con “ci vediamo” ricordando che la sua ultima volta a Venezia è stata 20 anni fa. Dubito che torneranno, ma qualora accadesse ci tornerei. È stato veramente un gran concerto.