ENNIO REMONDINO "Niente di vero sul fronte occidentale "
Inviato: 15/12/2009, 15:56
mercoledì 16 dicembre Ore 18 SALA ROSSA COMUNE di Savona
Incontro con il giornalista ENNIO REMONDINO e presentazione del libro
"Niente di vero sul fronte occidentale "
La memoria personale contro la strategia del silenzio. La memoria per ciò che è accaduto 10 anni fa e su cosa hanno significato i bombardamenti Nato sulla Jugoslavia. La strategia della dimenticanza, dopo l'esplodere delle bombe, risponde con un assordante silenzio. L'obbligo storico della memoria imporrebbe, infatti, anche l'obbligo della riflessione e, probabilmente, della vergogna. La strategia del silenzio è quindi la malizia conclusiva della più recente formula di guerra, quella della «ingerenza umanitaria», autentica svolta nell'ordine mondiale. La legalità internazionale delle Nazioni unite, per la prima volta dal 1945, messa ai margini dai vincitori della seconda guerra mondiale (tranne la Russia). Oggi non c'è più regola. Resta soltanto la Nato, il cui intervento nell'ex Jugoslavia è stato fondamentale per reinventare un suo ruolo dopo la fine della guerra fredda. La «guerra umanitaria» che ha il brevetto sul nome è comunque la nostra, 24 marzo 1999, ore 20 e qualche minuto con la prima esplosione su Belgrado. Qualche successivo tentativo di motivare altre azioni militari col nome di «guerra umanitaria», dopo i risultati balcanici, è stato bocciata dagli addetti al marketing e alla Idealpolitik delle guerre per riguardo al buon gusto.
Ormai qui stranamente gli eventi fioccano come nespole non me lo perdo , vi farò un reportage e magari se riesco una piccola intervista
Incontro con il giornalista ENNIO REMONDINO e presentazione del libro
"Niente di vero sul fronte occidentale "
La memoria personale contro la strategia del silenzio. La memoria per ciò che è accaduto 10 anni fa e su cosa hanno significato i bombardamenti Nato sulla Jugoslavia. La strategia della dimenticanza, dopo l'esplodere delle bombe, risponde con un assordante silenzio. L'obbligo storico della memoria imporrebbe, infatti, anche l'obbligo della riflessione e, probabilmente, della vergogna. La strategia del silenzio è quindi la malizia conclusiva della più recente formula di guerra, quella della «ingerenza umanitaria», autentica svolta nell'ordine mondiale. La legalità internazionale delle Nazioni unite, per la prima volta dal 1945, messa ai margini dai vincitori della seconda guerra mondiale (tranne la Russia). Oggi non c'è più regola. Resta soltanto la Nato, il cui intervento nell'ex Jugoslavia è stato fondamentale per reinventare un suo ruolo dopo la fine della guerra fredda. La «guerra umanitaria» che ha il brevetto sul nome è comunque la nostra, 24 marzo 1999, ore 20 e qualche minuto con la prima esplosione su Belgrado. Qualche successivo tentativo di motivare altre azioni militari col nome di «guerra umanitaria», dopo i risultati balcanici, è stato bocciata dagli addetti al marketing e alla Idealpolitik delle guerre per riguardo al buon gusto.
Ormai qui stranamente gli eventi fioccano come nespole non me lo perdo , vi farò un reportage e magari se riesco una piccola intervista