Trentino - Val di Ledro
Inviato: 23/07/2019, 22:37
Ciao a tutti, un paio di settimane fa ho fatto la mia prima esperienza da "vacanza in famiglia" in Trentino. La prima da zio chiamato a seguire il nipotino - molto vivace - di 2 anni.
Quindi niente racconti ma solo resoconti e qualche consiglio strettamente personale. Ho pensato di legarli a curiosità a particolarità della zona del Trentino in cui ero: la Val di Ledro, con lago annesso.
- la "civiltà trentina": mi hanno colpito alcune cose della zona, in positivo e negativo.
è forse l'unica regione che multa i ciclisti indisciplinati. Per indisciplinati intendo che vanno sui marciapiedi, ad esempio. In Lombardia purtroppo non avviene e sfrecciano fregandosene di tutti. Però esagerano un po' con le multe: penso vogliano favorire i vacanzieri stanziali a scapito dei mordi-e-fuggi perché i parcheggi liberi sono rarissimi e gli altri sono a pagamento (1 euro/H) ma, nota bene, 24h su 24 e 7 gg su 7 e controllati da videocamere con cui la municipale va sul sicuro. Anche gli spiazzi liberi a bordo strada, che non recano disturbo ai veicoli sulla carreggiata, la domenica avevano quasi tutti la loro bella multa sul parabrezza. Io non l'approvo, sinceramente: il turista, se non dà disturbo alcuno, va nei ristoranti, nei bar etc. A me non interessava, ero lì una settimana e l'auto era parcheggiata in casa, ma la cosa mi ha colpito.
Tiene all'ambiente perché non esistono i cestini nelle spiagge intorno al lago. Perché? Alcuni cartelli lo spiegano: per incentivare la partecipazione pubblica alla tutela dell'ambiente. Le zone di raccolta rifiuti, con raccolta differenziata, sono all'ingresso dei parchi e solo lì. I rifiuti si separano, si raccolgono e si buttano lì. Le persone lo fanno.
- la cucina: non era la prima volta in Trentino e la regione mi colpisce sempre perché, tra i prodotti tipici, pochi sono autoctoni. I famosi canederli, gli spatzle, lo strudel etc. in realtà non sarebbero originari del Trentino ma bavaresi (Spatzle) o austroungarici (ma di altre zone). A me la cucina non dispiaceva. Mi riferisco al passato perché recentemente sono purtroppo entrato nel club degli intolleranti al lattosio e a molti piatti ho rinunciato (es. gli strangolapreti, uno dei pochi autoctoni). In altri casi, a volte facendo affidamento alle pillole di lattasi, ho provato: carne salada, strudel, polenta di storo e altro. C'è una particolarità alla voce cibi e bevande: alcune cose sono di origine boema. Perché? Perché nella prima guerra mondiale la quasi totalità delle persone trentine fu deportata in Boemia. Al ritorno hanno portato l'arte brassicola in stile boemo (e sul birrificio Leder accenno dopo) e alcuni piatti della zona. Ho provato il liquore locale, il Picco Rosso, una bomba da 63° al gusto di fragola e lampone, inventato da un farmacista locale come "regalo" destinato ai militari della Seconda Guerra Mondiale (a Pieve c'è anche il museo farmacistico Foletto, dal nome della famiglia che lo ha inventato).
- la zona: bella, niente da dire. Un lago alpino balneabile, attrezzato con varie spiagge etc. Molto adatto alla famiglie. Ricco di musei e zone da visitare. Io, da garibaldino, ho ovviamente visitato Bezzecca, con le relative trincee usate anche nel primo conflitto mondiale. Ma c'è anche altro. Mi ha colpito come durante il week end fosse in prevalenza italiano, durante la settimana (la prima di luglio) fosse 50% italiano e 50% straniero (tedeschi, boemi e nord europa in prevalenza). Ho visitato il birrificio artigianale Leder, che ogni tanto ha avuto qualche birra premiata qua e là. Lo stile è boemo, è prodotta anche la famosa lager scura tipica di Praga, e devo dire che alcune birre degustate mi hanno colpito favorevolmente, Cioch e Ponale in particolare. Visita consigliata agli appassionati. L'area si presta molto agli amanti di sport alpini estivi, come trekking e mountain bike, con percorsi ben segnalati, un po' come in tutto il Trentino, del resto.
Quindi niente racconti ma solo resoconti e qualche consiglio strettamente personale. Ho pensato di legarli a curiosità a particolarità della zona del Trentino in cui ero: la Val di Ledro, con lago annesso.
- la "civiltà trentina": mi hanno colpito alcune cose della zona, in positivo e negativo.
è forse l'unica regione che multa i ciclisti indisciplinati. Per indisciplinati intendo che vanno sui marciapiedi, ad esempio. In Lombardia purtroppo non avviene e sfrecciano fregandosene di tutti. Però esagerano un po' con le multe: penso vogliano favorire i vacanzieri stanziali a scapito dei mordi-e-fuggi perché i parcheggi liberi sono rarissimi e gli altri sono a pagamento (1 euro/H) ma, nota bene, 24h su 24 e 7 gg su 7 e controllati da videocamere con cui la municipale va sul sicuro. Anche gli spiazzi liberi a bordo strada, che non recano disturbo ai veicoli sulla carreggiata, la domenica avevano quasi tutti la loro bella multa sul parabrezza. Io non l'approvo, sinceramente: il turista, se non dà disturbo alcuno, va nei ristoranti, nei bar etc. A me non interessava, ero lì una settimana e l'auto era parcheggiata in casa, ma la cosa mi ha colpito.
Tiene all'ambiente perché non esistono i cestini nelle spiagge intorno al lago. Perché? Alcuni cartelli lo spiegano: per incentivare la partecipazione pubblica alla tutela dell'ambiente. Le zone di raccolta rifiuti, con raccolta differenziata, sono all'ingresso dei parchi e solo lì. I rifiuti si separano, si raccolgono e si buttano lì. Le persone lo fanno.
- la cucina: non era la prima volta in Trentino e la regione mi colpisce sempre perché, tra i prodotti tipici, pochi sono autoctoni. I famosi canederli, gli spatzle, lo strudel etc. in realtà non sarebbero originari del Trentino ma bavaresi (Spatzle) o austroungarici (ma di altre zone). A me la cucina non dispiaceva. Mi riferisco al passato perché recentemente sono purtroppo entrato nel club degli intolleranti al lattosio e a molti piatti ho rinunciato (es. gli strangolapreti, uno dei pochi autoctoni). In altri casi, a volte facendo affidamento alle pillole di lattasi, ho provato: carne salada, strudel, polenta di storo e altro. C'è una particolarità alla voce cibi e bevande: alcune cose sono di origine boema. Perché? Perché nella prima guerra mondiale la quasi totalità delle persone trentine fu deportata in Boemia. Al ritorno hanno portato l'arte brassicola in stile boemo (e sul birrificio Leder accenno dopo) e alcuni piatti della zona. Ho provato il liquore locale, il Picco Rosso, una bomba da 63° al gusto di fragola e lampone, inventato da un farmacista locale come "regalo" destinato ai militari della Seconda Guerra Mondiale (a Pieve c'è anche il museo farmacistico Foletto, dal nome della famiglia che lo ha inventato).
- la zona: bella, niente da dire. Un lago alpino balneabile, attrezzato con varie spiagge etc. Molto adatto alla famiglie. Ricco di musei e zone da visitare. Io, da garibaldino, ho ovviamente visitato Bezzecca, con le relative trincee usate anche nel primo conflitto mondiale. Ma c'è anche altro. Mi ha colpito come durante il week end fosse in prevalenza italiano, durante la settimana (la prima di luglio) fosse 50% italiano e 50% straniero (tedeschi, boemi e nord europa in prevalenza). Ho visitato il birrificio artigianale Leder, che ogni tanto ha avuto qualche birra premiata qua e là. Lo stile è boemo, è prodotta anche la famosa lager scura tipica di Praga, e devo dire che alcune birre degustate mi hanno colpito favorevolmente, Cioch e Ponale in particolare. Visita consigliata agli appassionati. L'area si presta molto agli amanti di sport alpini estivi, come trekking e mountain bike, con percorsi ben segnalati, un po' come in tutto il Trentino, del resto.