Pagina 1 di 1

Dieta mediterranea di riferimento, Nicotera (VV) Italy

MessaggioInviato: 18/02/2010, 20:06
da Andreaeffe
Per tutti gli amanti dello slow food ecco a Voi una bella storia iniziata parecchio tempo(1957) fa quando dei famosi nutrizionisti intermazionali visitarono e studiarono a fondo l'ottima dieta nicoterese .

Prego ;) a Voi...

La riscoperta della validità e della convenienza del modello alimentare mediterraneo ha preso consistenza negli anni '70 dopo il preoccupante aumento di certe malattie legate alla cattiva alimentazione, grazie agli studi compiuti dal professore Ancel Keys, un nutrizionista americano (di Minneapolis) che per primo intuì le connessioni esistenti tra la coincidenza fra le abitudini alimentari presenti in alcuni paesi del Mediterraneo e la bassa frequenza delle cosiddette malattie da benessere presenti nella popolazione di quei stessi luoghi.
Ancel Keys, si era dedicato agli studi sulle condizioni minime di sopravvivenza dell'uomo e sui biochimismi cellulari del corpo umano in situazioni di digiuno prolungato. Da questi suoi studi era nata la "razione K" di sopravvivenza dei soldati americani nell'ultima guerra mondiale. Le sue ricerche erano poi proseguite ad indagare le cause delle malattie metaboliche, come l'infarto, l'ictus, il diabete.
Giunto a Roma per un congresso, a metà degli anni cinquanta, apprese dal professor Alfonso Del Vecchio, originario di Nicotera, e ricercatore presso l’Università del Minnesota, che nel sud Italia, vi erano paesi che non conoscevano l'infarto e l'ictus. Keys si incuriosì, visitò alcune località, recandosi poi personalmente proprio a Nicotera, precisamente nel 1957, impiantandovi una vera e propria base operativa per studiare da vicino le abitudini alimentari della popolazione locale.
Keys ovviamente, fu accolto all’inizio con grande curiosità sia da una popolazione ancora in gran parte contadina e ignara di molte delle cose del mondo moderno che dal notabilato locale (parroci, amministratori locali, uomini di cultura) che si prodigò per assistere come poteva la sua equipe che comprendeva illustri e stimati medici, quali il giapponese Kimura, gli italiani Fidanza e Puddu, l’americano White.
L'equipe, insediatasi nei locali a piano terra di casa Iannello in Via Luigi Razza, messi a disposizione dall'Amministrazione comunale dell'epoca, operò un rigoroso screening nella popolazione compresa nella fascia d'età tra i 40 e i 60 anni. Indispensabile e provvidenziale per la sua buona riuscita, si rivelò l'opera di sensibilizzazione svolta dai medici locali presso i loro assistiti, i quali non erano tanto disposti a sottoporsi a controlli del genere. La novità dell'indagine suscitò tanto scalpore da richiamare l'attenzione dei cronisti locali, degli operatori televisivi, che mandarono in onda un servizio pregevole con fotogrammi ritraenti caratteristici squarci del paese inferiore ed immagini della stessa equipe che volle osservare con i propri occhi come viveva la gente semplice dei rioni popolari, qual’erano il tenore di vita ed il ritmo della fatica quotidiana.
Keys stesso, come testimoniano le numerose foto scattate nei rione popolari della città, Palmentieri, Giudecca, Purgatorio, Borgo ecc, seguiva queste indagini, diciamo sul campo, andando personalmente nelle case dei nicoteresi con gli anziani che erano messi in naturale soggezione da questa figura mentre i bambini erano irresistibilmente attratti dalle sue attrezzature mediche. Fu quella anche, l’occasione i cui i nicoteresi scoprirono ad esempio l’elettrocardiografo che mai avevano visto, neppure i medici locali.
L'indagine andò oltre ogni attesa, si prolungò con il controllo periodico di tutte quelle persone che erano risultate perfette dal punto di vista cardio-vascolare. Esse vennero sottoposte a vari check-up e seguite per circa due anni da una dietista, la quale con autorevolezza si introduceva all'ora di pranzo o di cena nelle case annotando su un registro le varie portate, il peso ed il contenuto calorico. Per amore di verità, va detto che la presenza della collaboratrice diede luogo a simpatici episodi dal momento che le brave massaie, erano del tutto disabituate ad avere estranei in casa nelle ore del desinare.
Il metodo di lavoro di Keys e della sua equipe consisteva, come in ogni buon studio scientifico del genere, di recuperare i dati di vari contesti territoriali sottoponendo gruppi di uomini e donne alle sue analisi e rilievi secondo regimi dietetici diversi, per evidenziare le relazioni intercorrenti tra un dato regime alimentare e alcune patologie.




Questo suo studio colossale lo portò in giro per diverse nazioni (Grecia, Jugoslavia, Finlandia, Olanda, Usa e Giappone) e anche in diversi contesti sociali e territoriali all’interno di una stessa nazione (In Italia per esempio oltre a Nicotera, condusse studi a Crevalcore in Emilia Romagna e a Montegiorgio nelle Marche), lo impegnò per circa quindici anni della sua vita e venne poi denominato “Seven countries studies”.
Il "Seven Countries Study", venne infine pubblicato nei primi anni 70 e costituì la pietra miliare per una tutta una letteratura medica e scientifica che da allora si sarebbe sviluppata in maniera irrefrenabile. Ma cosa aveva scoperto, in ultima analisi lo stesso Keys?
Con il "Seven Countries Study", il professore americano svelava all’opinione mondiale e in maniera scientifica, il rapporto tra alimentazione e malattie metaboliche. Si constatò infatti che il mutamento dei fattori determinanti le patologie di colesterolemia, ipertensione e glicemia, avveniva al variare delle diete.
Dopo sei mesi di dieta mediterranea a base di cereali, legumi e verdure, olio d'oliva, frutta secca, il campione di popolazione finlandese ad esempio mostrava vistosi abbassamenti dei valori di colesterolemia, pressione arteriosa e glicemia. Al contrario, il gruppo di Nicotera, dopo sei mesi di dieta nordica a base di carni, formaggio e burro, alimenti dolci, vedeva salire gli stessi valori.
Completata la ricerca, venne dimostrato che la dieta moderata mediterranea, osservata dalla popolazione nicoterese, si era rivelata un antidoto efficace contro le malattie coronariche, l'ipertensione, l'obesità, il diabete, i tumori, e che dal punto di vista nutrizionale soddisfava pienamente le richieste dell'organismo. I dati ottenuti raccolti in una tabella nobilitarono la dieta mediterranea stessa, ricca di carboidrati energetici, di ortaggi, di frutta, di pesce azzurro, di legumi, dell'olio vergine d'oliva, del vino rosso delle nostre soleggiate vigne contenente polifenoli antiossidanti; invece latte, carne rossa, uova , grassi animali e formaggi, vennero considerati alimenti da consumare con parsimonia.

Non solo. Poiché lo studio in questione certificò, che solo a Nicotera il cosiddetto “Indice di adeguatezza mediterranea” (che si ottiene dividendo il percento dell'energia fornita dagli alimenti di una dieta tipicamente mediterranea per il percento dell'energia fornita dagli alimenti di una dieta tipicamente non mediterranea) raggiungeva il suo livello ottimale, dando quindi dignità scientifica alla paternità nicoterese della dieta stessa.
Tale “origine” della dieta mediterranea venne ripresa da un articolo a firma di Daniela Monti apparso nel Corriere della Sera del 09/07/2002.
L’articolo risvegliò i ricordi di molti tra i più anziani e viene immediatamente ripreso dallo storico locale Pasquale Barbalace, il cui padre era stato anch’esso sottoposto agli esami dell’equipe di Keys. Così dopo quaranta e più anni, il prof. Fidanza, nel quadro delle iniziative intraprese dalla Regione Calabria, fece ritorno a Nicotera con un team di esperti, per ripuntare i riflettori sul tema della dieta di casa nostra, retaggio di civiltà remote, dando inizio alla verifica dello "statu quo", esplicitando i lavori in un convegno svoltosi nel salone delle conferenze della Scuola elementare "A. Pagano di Nicotera.
L’anno successivo, il 2003, una delegazione nicoterese partecipò a Pioppi alle celebrazioni per il centesimo anniversario della nascita dello scienziato statunitense, annunciando la volontà dell’amministrazione provinciale di Vibo valentia di costituire un Osservatorio scientifico della Dieta Mediterraneo (ODIMIR), istituzione poi realizzata l’anno successivo con deliberazione della giunta provinciale del 30/12/2003. Osservatorio che venne quindi allocato nel plesso ospedaliero cittadino di Nicotera. Al prof. Flaminio Fidanza è stata affidata la presidenza, al prof. Antonino De Lorenzo l'incarico di direzione e al prof. Pasquale Barbalace quello di coordinatore.
Nel 2005, Nicotera fu poi sede del 2° simposio sulle "Diete Mediterranee Europee" organizzato dall'amministrazione comunale in collaborazione con Regione, Provincia, Ciso e Università "Tor Vergata" di Roma. Tre giorni di lavori intensi, che fecero registrare la presenza in città di ricercatori italiani e stranieri di fama internazionale.
Dopo il commissariamento dell’ente comunale, l’attenzione sulla dieta mediterranea è stata poi ripresa dalla nuova amministrazione comunale (guidata dal sindaco dott.Salvatore Reggio ), che della valorizzazione della stessa, ha fatto uno dei punti prioritari del suo progetto di governo, legandola sia allo sviluppo turistico del territorio che al rilancio del plesso ospedaliero locale, proposto come sede, oltre che dell’attuale centro per l’obesità (gestito dall’Odimir in collaborazione con l’Università Tor Vergata di Roma) di un centro di eccellenza per lo studio del dismetabolismo alimentare su idea dell’illustre concittadino prof. Antonino Cavallari.