Ho commentato la cosa sui social, lo riporto:
Anche se stavolta, se cadessero gli Ayatollah, non mi dispiacerebbe. Senza guerra civile e morti ovvio.
Sinceramente penso che qualche difficolta' economica locale, aggravata dalle sanzioni, ci sia da alcuni anni e crei del malcontento. Agenti stranieri purtroppo la storia persiana recente ne e' costellata ( e da un fiammifero creano un falo' ), il paese non e' completamente indipendente da un bel pezzo, eternamente strattonato dalle potenze. Se, a livello personale, dovessi scegliere ( ma ovvio la decisione deve essere dei persiani ), opterei per un governo laico, come un Assad per intenderci, anziche' la teocrazia che non ho mai digerito per gusti personali
Mi sono sempre fatto una promessa da adolescente: il mese dopo l'eventuale caduta degli ayatollah compro il biglietto per Teheran, per vedere quel paese in tutti quegli aspetti suoi peculiari che la religione statalizzata tiene imbavagliati. Fino ad oggi non ho mai voluto andarci per questo, pur avendo desiderio fortissimo.
Aggiungo qua su Otra cose che comunque ho gia' affermato, ossia che il cosiddetto fronte progressista e' di fatto una presa per i fondelli del cittadino persiano ( i candidati devono venire approvati dagli Ayatollah, che falciarono anche il conservatore Ahmanidejadd alle scorse elezioni ). Evidentemente qualcuno se ne e' accorto, ed ovvio pure visto che senza i finanziamenti sociali tipici delle politiche assistenzialiste demoislamiche ( quindi mandati Ahmanidejadd ) le aree rurali e periferiche soffrono di piu' economicamente.
Ecco perche' abbiamo questo elemento nuovo delle rivolte anche "in campagna". E sono rivolte eterogenee nel paese. Alcuni contro Rohani ( antigovernative ), altri ( l'esempio del velo o dei poster degli ayatollah bruciati ) di fatto antiteocratiche ( quindi antistatali ).
Quindi un minestrone anti austerity, anti ayatollah, ecc. ecc. Come spesso accade in un paese vasto, con problemi diversi che si sovrappongono e tante teste che la pensano in maniera differente.