PAROLE, COMPORTAMENTI, LEGGI. UN ALTRO SCHIAFFO MORALE ARRIVA DAL SUDAMERICA. QUESTA VOLTA DALLA BOLIVIA
[...]L’8 marzo, due giorni fa, in Italia, in occasione della festa della donna, tutte le reti televisive hanno trasmesso per tutto il giorno notizie, documentari, interviste, intrise di una piatta retorica, inutile quanto obsoleta, nel tentativo di presentare l’Italia come una nazione all’avanguardia sul piano dei diritti civili e dell’equa opportunità di genere. Le stesse reti hanno scelto di non diffondere né la notizia né il discorso di Evo Morales alla nazione boliviana. Il presidente boliviano ha annunciato di aver varato una legge dello Stato che “riconosce il reato di femminicidio come attentato contro l’umanità” punendolo con la pena di 30 anni senza attenuanti. Non solo. Ha istituito anche –per la prima volta nella Storia e primo paese al mondo- il reato di “delitto mediatico contro la donna”. Nella promulgazione della nuova legge sul feminicidio (composta di ben 100 articoli) si legge “la violencia feminicida es una acción de extrema agresión, que viola el derecho fundamental a la vida y causa la muerte de la mujer, por el hecho de serlo, y en este sentido tiene que ser reconocido como un delito contra la humanidad" (trad.: la violenza femminicida è un’azione di aggressione estrema, che viola il diritto fondamentale alla vita e provoca la morte della donna per il solo fatto di essere tale, e quindi deve ascriversi come delitto contro l’umanità)[...].
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