di Mirton Resuli
ROMA - Entro il 2009, i paesi dei Balcani occidentali potrebbero veder notevolmente alleggerito il regime dei visti per l’Unione europea. E’ l’orientamento uscito dalla riunione, svoltasi recentemente nella Repubblica Ceca, dei ministri degli Esteri dell’Unione con i colleghi dei suddetti paesi. Le liberalizzazioni previste dalla Ue, primi e significativi passi in vista di una futura seppur lenta entrata nell’Unione, avranno l’effetto di intensificare notevolmente i scambi commerciali e la circolazione di un bacino di oltre 25 milioni di persone.
“Una tale decisione è il logico riconoscimento dell’importanza di questo processo al fine di mantenere la pace e la stabilità nella regione, per avvicinarla ulteriormente ai parametri della Ue e metterla in contatto con le popolazioni e le culture occidentali”, si è espresso soddisfatto Lulzim Basha, ministro degli Esteri albanese, che in pochi giorni ha conseguito un altro risultato storico per il suo paese: quello di unire i destini di Tirana, ex roccaforte dell’ortodossia stalinista, a quello degli ex nemici della Nato, della quale dal primo aprile è entrata ufficialmente a far parte come membro effettivo.
Un ottimismo, quello dei paesi balcanici, condiviso anche dal finlandese Olli Rehn, commissario europeo per l’allargamento, che appare però più cauto e tende a distinguere caso per caso. “Le liberalizzazioni dei visti per i Balcani entro quest’anno sono certamente una nostra priorità”, fa notare Rehn ”se questi paesi adempiranno totalmente alle riforme iniziate nel campo della lotta contro il crimine organizzato, il controllo effettivo delle frontiere e l’identificazione dei propri cittadini attraverso documenti dagli standard occidentali”. Molto probabilmente priorità verrà data in questo senso a paesi come il Montenegro e la Macedonia, e solo successivamente ad Albania e Bosnia Erzegovina.
La liberalizzazione dei visti è solo una delle iniziative che l’Unione europea ha previsto per sostenere l’economia dei paesi balcanici. A Praga, nonostante i mugugni di diversi governi europei, è stato assegnato un aiuto di oltre 250 milioni di euro. Diversi di questi paesi hanno già sottoscritto e visto entrare in vigore l’Accordo di Stabilizzazione ed Associazione, primo passo per poter entrare ufficialmente nella Ue e che consiste in una serie di accordi economici e politici che il paese candidato si impegna ad adottare nella propria legislazione. Non tutti i paesi, in tal senso, hanno raggiunto gli stessi risultati: mentre Croazia (la più seria candidata ad entrare velocemente nella Ue), e recentemente Macedonia ed Albania hanno visto entrare in vigore tale accordo, Serbia e Bosnia sono ancora in una fase iniziale.
6 aprile 2009, http://temi.repubblica.it/metropoli-onl ... i-balcani/