Un articolo di oggi tra i tanti dei giornali italiani:
http://www.linkiesta.it/storia-genocidi ... rhan-pamukVolevo pero' anziche' soffermarmi sugli articoli dei giornali un po' tutti simili al precedente, andare sui libri.
Giusto per conferma delle mie sensazioni
Ieri sera ho girovagato un po' sul web per vedere se esistesse qualcun altro oltre al sottoscritto che avesse avuto la stessa sensazione di volonta' di strumentalizzaione della vicenda armena.
Un caso analogo a quello del Ruanda insomma.
Mi bastano dieci minuti di ricerca impostando su google non tanto le parole <<
genocidio armeno>>, piuttosto imposto la ricerca su <<
massacro Adana>> capitale della Cilicia, che e' la zona di cui parlavo ieri, di notevole interesse coloniale francese all'epoca ( giacimenti carboniferi della regione ).
Imposto la ricerca su questo poiche' e' uno degli eventi piu' pompati della vicenda armena oggi.
Il primo punto interessante e' che la Cilicia come detto ieri fu luogo della campagna meridionale armena, ossia quella condotta dai francesi con la Legione Armena inserita nei ranghi dell'esercito transalpino sbarcato ( noi nel frattempo sbarcmmo ad Antalya e raggiungemmo Konya ). Questo giusto un tre anni circa dopo i massacri.
Il secondo punto interessante di cui vengo a conoscenza solo ora e' che i principali testimoni delle efferatezze ottomane sono proprio dei missionari cattolici francesi presenti in loco in Cilicia all'epoca dei fatti.
Il terzo punto interessante che noto e' che tali terre sono le terre di San Paolo fino ai monti del Tarso. Terre di straordinaria importanza storica per il cristianesimo, soprattutto cattolico.
Il quarto punto interessante che noto e' che gli armeni cattolici come detto sono una minoranza anche in patria sono circa il 10 per cento della popolzione locale rispetto alla maggioranza ortodossa autocefala. Si parla di una comunita' di 250'000 persone. Ma l'aspetto interessantissimo e' che il loro punto di riferimento spirituale e' il Libano ( proprio ieri facevo casualmente il paragone con i Maroniti ).
Il quinto punto interessantissimo e' che nella ricerca di dieci minuti mi salta subito fuori un libro sull'argomento che si intitola tradotto il "Grande Male":
http://www.anobii.com/books/Grande_male ... 71b53d4876Il libro come si nota subito e' scritto da un francese ( fin qui nulla di strano e nulla di male, ma da qui poi risalgo ai missionari francesi presenti ai fatti in citta'
http://www.missionline.org/index.php?l=it&art=2322 ).
La cosa interessante e' che il libro viene tradoto in italiano e pubblicato da una casa editrice cattolica che guarda il caso si chiama
Edizioni San Paolo:
http://it.wikipedia.org/wiki/Edizioni_San_PaoloChe risulta essere una casa editrice chiaramente cattolica e casualita' dedicata a San Paolo:
http://it.wikipedia.org/wiki/Paolo_di_TarsoCuriosita' delle curiosita' devo andarmi a leggere la recensione in un sito laico indipendente oltre quelle dell'editore
Qualcosa che sia completamente lontano dal religioso ed esterno ad eventuali islamofobie.
E zac...trovo subito:
Il titolo originale del volume è "
Pagine di sangue. La testimonianza di un sacerdote francese sul massacro degli armeni". Raphael Stainville ha costruito un volume di inchiesta giornalistica mescolando pagine provenienti, a suo dire, da un manoscritto risalente al 1909 e contenente il resoconto di un testimone oculare di quelli che furono gli scontri interetnici di Adana (sbrigativamente classificati come "massacro degli armeni") insieme a resoconti sulla situazione dei cristiani in Anatolia nei primi anni del XXI secolo, raccolti con la permanenza diretta nella Adana contemporanea. Il volume soffre di molti tra i difetti tipici del genere letterario, a cominciare dall'attribuzione dei fatti di Adana ad una metafisica malvagità indifferentemente etichettata come "turca" o come "musulmana"; la descrizione degli eventi attribuita ad un non meglio identificabile "padre Rigal" consta di una lunga aneddotica di atrocità da grand guignol e di crudeltà efferate esposte con dovizia di particolari e non aggiunge alcunché ad una ricostruzione evenemenziale dell'accaduto e tanto meno alla ricerca delle sue cause.
Stainville ha impostato il proprio lavoro sul binario di un'assoluta parzialità e l'intento del volume, che è quello di tracciare un parallelo tra le condizioni degli armeni alla vigilia della prima guerra mondiale e quelle dei pochi cristiani della Turchia contemporanea, è per lo meno discutibile, anche perché il limite dato dall'aneddotica affligge anche le conclusioni che Stainville tenta di ricavare partendo dal (presunto) manoscritto del gesuita Rigal. Il volume cita, tra le altre cose, l'assassinio del sacerdote Andrea Santoro avvenuto a Trabzon nel 2006 e seguito da un'onda lunga di aggressioni dello stesso genere, eloquentemente interrottasi con la fine delle fortune elettorali e mediatiche dei "neocon" yankee e della presidenza Bush.
Escludendo sbrigativamente i disturbi comportamentali degli aggressori e le motivazioni da criminalità comune, Stainville mette ogni cura nell'indicare l'odio anticristiano -a sentir lui metafisicamente permeante popolazione ed istituzioni turche- come causa prima di quanto accaduto.
Il bias islamofobo in generale e turcofobo in particolare che connotano il lavoro fanno descrivere a Stainville una Adana a tutt'oggi trascurata, provinciale, infida e male in arnese che fa letteralmente a pugni con la realtà delle cose. Così come a pugni con la realtà delle cose fanno le condizioni di impunità assoluta che secondo Stainville caratterizzerebbero le azioni "anticristiane" commesse a tutt'oggi per demolire il prestigio, la credibilità e la vita stessa dei cittadini turchi di religione cristiana e dei sacerdoti provenienti da altri paesi. Perfino anadolukattolikkilisesi.org, citato a piè di pagina dal traduttore del testo, presenta contenuti in grado di smentirlo.
Grande Male, irto di limiti e probabilmente anche privo di intenti storiografici veri e propri fin dal suo primo abbozzo, non rappresenta una lettura utile per chi sia interessato agli avvenimenti che portarono alle deportazioni e ai massacri del 1915 e può prestarsi più che altro come fonte per ricostruzioni propagandistiche e di parte.
http://www.iononstoconoriana.com/libri/ ... rmeni.htmlhttp://www.iononstoconoriana.com/questo-sito.html
La parte che ho segnato in rosso della recensone "laica" e' davvero interessantissima. Poiche' conferma la mia sensazione iniziale di voler sfruttare da parte di certi ambienti cattolici missionari vaticani ( in particolar modo gli onnipresenti francesi nella zona ,non certo il Papa Francesco che e' totalmente estraneo a queste cose ) la questione dei massacri armeni per creare un parallelismo forzato con la situazione dei cristiani cattolici nella Turchia contemporanea. Situazione a detta di questa parte della barricata, di discriminazione e pericolo assoluto, quasi come se ad Ankara ci fosse l'Isis
Oltre che un certo "diritto divino" dei cristiani alla zona di Tarso ( che ricorda un po' il diritto divino dei coloni ebraici intransigenti in Cisgiordania ).
E a questo punto diventa interessante capire, se gli scontri interetnici nella zona ci furono eccome, se la storia di questi sia andata esattamente come descritta dai missionari francesi, che sinceramente non mi sembrano degli osservatori cosi' imparziali delle vicende, sia nell'Adana di allora che nell'Adana contemporanea e questo sia per motivi reilgiosi ma anche per motivi politici ( desiderio francese imperialista sulla Cilicia dell'epoca per via del carbone, ecc. ecc. ).
E' un po' come il funzionario-ambasciatore fascista ad Harkov, anticomunista ed antisemita per sua stesse ammissioni in quelli scritti, che viene considerato come il piu' illustre testimone oculare dell'Holodomor sovietico in Ucraina
Massacri di armeni della zona che quindi potrebbero anche essere stati gonfiati nelle efferatezze o nei numeri da questi testimoni faziosi alla stessa stregua dei precedenti Orrori Bulgari ( guerra russo-turca del 1877 ) che poi si dimostro' con la Storiografia che furono gonfiati da Austria e Russia che avevano mire sui Balcani.
Tutto questo non certo per attaccare la Chiesa Cattolica o per prendere le difese della Turchia o negare le sofferenze degli armeni ottomani di quel periodo, ma per capire e scavare sul perche' di una vicenda che sta assumendo un clamore mediatico spropositato qui da noi ( i genocidi dimenticati della storia come gia' detto sono innumerevoli ) e senza cadere nel negazionismo assoluto, considerati i superstiti e le testimonianze del fenomeno.
Ed e' importante: tutta questa roba qua con davvero dieci minuti contati di utilizzo web ieri sera.
Approfondendo per bene chissa' quante magagne ne vengono fuori.
Dietro questa cosa armena ci vedo tanti ma tanti interessi.