Centenario Rivoluzione Russa
Inviato: 25/10/2017, 12:30
Fra pochi giorni ricorreranno i cento anni della Rivoluzione d'Ottobre.
Comunisti o meno, di destra o di sinistra, senza dubbio questa sarà una ricorrenza importante da ricordare poiché segnò la storia di tutto il XX Secolo.
In Russia l'anniversario non sara' ricordato in maniera trionfale ne' come festa nazionale.
Giustamente.
Non saranno democratici e pluralisti, ma si rendono conto della pluralita' della societa' russa, che fa della vittoria della rivoluzione del 17 un evento divisivo e non di comunione nazionale. E' il termine di una guerra civile del paese, con la vittoria della fazione dei rossi sui bianchi.
Abbattuto il monopolio di governo rosso, la Russia oggi e' "bianco-rossa", piu' onnicomprensiva del suo passato,senza la necessita' di demonizzare quello zarista ne' quello comunista.
Ecco che politicamente si preferisce ( fosse anche per condizioni climatiche, novembre fa gia' freschino ) scaricare e concentrare le celebrazioni sul Den Pobedi a maggio, che pur essendo una vittoria sovietica, resta una vittoria di tutto il popolo russo nella sua interezza, senza scontentare neanche ambiti quali la chiesa ortodossa nazionale che comunque prese parte a quel processo di cacciata dei tedeschi pur essendo oppressa dal regime staliniano.
Condivido quindi la scelta, poi chi vuole festeggiare la rivoluzione lo puo' fare tranquillamente facendosi bevute come sempre, allo stesso modo del secondo capodanno di meta' gennaio
Approfondiamo la cosa nel dettaglio.
Devo dire che in Russia c'e' stata una riscoperta della regalita', dello zarismo, e legato ad essa un certo nazionalismo "bianco", che attorno alle figure e simboli riscoperti, ossia la Chiesa Ortodossa, la monarchia Zarista, raduna tutto il tradizionalismo sociale russo, anche cose che erano assopite (magari perche' vietate ) durante il periodo sovietico.
Tante cose politicamente le approva, o le lascia fare il partito di Putin, ma gli esponenti di spicco di questi movimenti restano su posizioni di Destra piu' intransigenti e sono senz'altro Navalny e Zirinovski.
Fenomeni come le marce russe, gruppi giovanili che rispolverano tricolori zaristi ( nero, bianco, oro ) sono all'ordine del giorno. idem la santificazione dei Romanov con celebrazioni in pompa magna. Il fascino degli Zar e' totalmente riscoperto. anche telivisivamente con fiction, o con visite di massa ai monumenti quali Peterhof, l'Hermitage, ecc.
Si e' assistito a questi fenomeni negli ultimi 20 anni anche in paesi affini ( con dovute differenze ) alla Russia socio-culturalmente come la Polonia, la Serbia, la Croazia, Bulgaria, ecc.
In particolare la Serbia dove alla non negazione e al continuo della celebrazione di Tito come statista, e il rimpianto di molti, si e' preteso di fare i funerali di stato al precedente re di Jugoslavia. Altrettanti funerali di Stato per la vedova di Tito. Portando avanti titoismo ( certo annacquato rispetto ai tempi del socialismo ) e cetnicismo. Due parti della storia socio-culturale serba una volta in antitesi come nemici storici.
Accanto a tutta questa rinascita di "neo-nazionalismo bianco", c'e' chi dal regime sovietico ha subito e ne pretende una distanza netta ( quindi anche gruppi etnici non slavi o non cristinai ortodossi, pensiamo ai tatari musulmani, calmucchi buddhisti, ecc. ecc. ) ed altri che hanno scoperto alcuni crimini con l'apertura degli archivi e restano indignati da un passato non cosi' comodo.
O anche chi ha subito delle vicende personali dolorose.
La Rivoluzione Russa e' fondativa della Russia attuale poiche' costituisce parte del suo patrimonio storico-socio-cuturale ecc..
Tante cose che si vedono in Russia ( ed in tutta l'ex Urss ) nascono dal periodo sovietico. Non sono affatte scomparse, ne' si pretende di cancellarle forzosamente dalla societa'.
In questo senso trovo che sia proprio giusto non rinnegare ne' cancellare il proprio passato se la gente davvero non lo vuole in toto. Ma nel frattempo continuare a guardare avanti.
Alla sensibilita' politica di capire di guidare uno sterminato paese eterogeneo ricco di luci ed ombre ( perche' Putin ha questa capacita' al contrario ad esempio di un Maduro, che crea divisioni nel apese appoggiandosi e favorendo sempre una sola parte ) e' chiaro che ci sia abbinata la convenienza politica per mantenere il proprio potere e controllo del paese. Mi sembra ovvio.
Cercare di accontentare piu' possibile fa parte del tutto. E certamente evitare di gettare fieno nella cascina dei nostalgici alimentando l'opposizione strettamenta comunista e restauratrice di sepolcri imbiancati quali Zuganov.
La grandezza dell'evento e delle sue conseguenze, la distanza di un secolo non è ancora sufficiente per incasellare il fenomeno nella storia patria con tranquillita'. In genere piu' un evento e' recente piu' e' difficile viverlo senza passioni, polemiche, recriminazioni, nostalgie, ecc. Crea divisioni anziche' unita' nazionale, e diviene difficile appunto lasciarlo come festa nazionale.
Pensate che in America oggi scatena polemiche di moda il Columbus Day.
Comunisti o meno, di destra o di sinistra, senza dubbio questa sarà una ricorrenza importante da ricordare poiché segnò la storia di tutto il XX Secolo.
In Russia l'anniversario non sara' ricordato in maniera trionfale ne' come festa nazionale.
Giustamente.
Non saranno democratici e pluralisti, ma si rendono conto della pluralita' della societa' russa, che fa della vittoria della rivoluzione del 17 un evento divisivo e non di comunione nazionale. E' il termine di una guerra civile del paese, con la vittoria della fazione dei rossi sui bianchi.
Abbattuto il monopolio di governo rosso, la Russia oggi e' "bianco-rossa", piu' onnicomprensiva del suo passato,senza la necessita' di demonizzare quello zarista ne' quello comunista.
Ecco che politicamente si preferisce ( fosse anche per condizioni climatiche, novembre fa gia' freschino ) scaricare e concentrare le celebrazioni sul Den Pobedi a maggio, che pur essendo una vittoria sovietica, resta una vittoria di tutto il popolo russo nella sua interezza, senza scontentare neanche ambiti quali la chiesa ortodossa nazionale che comunque prese parte a quel processo di cacciata dei tedeschi pur essendo oppressa dal regime staliniano.
Condivido quindi la scelta, poi chi vuole festeggiare la rivoluzione lo puo' fare tranquillamente facendosi bevute come sempre, allo stesso modo del secondo capodanno di meta' gennaio
Approfondiamo la cosa nel dettaglio.
Devo dire che in Russia c'e' stata una riscoperta della regalita', dello zarismo, e legato ad essa un certo nazionalismo "bianco", che attorno alle figure e simboli riscoperti, ossia la Chiesa Ortodossa, la monarchia Zarista, raduna tutto il tradizionalismo sociale russo, anche cose che erano assopite (magari perche' vietate ) durante il periodo sovietico.
Tante cose politicamente le approva, o le lascia fare il partito di Putin, ma gli esponenti di spicco di questi movimenti restano su posizioni di Destra piu' intransigenti e sono senz'altro Navalny e Zirinovski.
Fenomeni come le marce russe, gruppi giovanili che rispolverano tricolori zaristi ( nero, bianco, oro ) sono all'ordine del giorno. idem la santificazione dei Romanov con celebrazioni in pompa magna. Il fascino degli Zar e' totalmente riscoperto. anche telivisivamente con fiction, o con visite di massa ai monumenti quali Peterhof, l'Hermitage, ecc.
Si e' assistito a questi fenomeni negli ultimi 20 anni anche in paesi affini ( con dovute differenze ) alla Russia socio-culturalmente come la Polonia, la Serbia, la Croazia, Bulgaria, ecc.
In particolare la Serbia dove alla non negazione e al continuo della celebrazione di Tito come statista, e il rimpianto di molti, si e' preteso di fare i funerali di stato al precedente re di Jugoslavia. Altrettanti funerali di Stato per la vedova di Tito. Portando avanti titoismo ( certo annacquato rispetto ai tempi del socialismo ) e cetnicismo. Due parti della storia socio-culturale serba una volta in antitesi come nemici storici.
Accanto a tutta questa rinascita di "neo-nazionalismo bianco", c'e' chi dal regime sovietico ha subito e ne pretende una distanza netta ( quindi anche gruppi etnici non slavi o non cristinai ortodossi, pensiamo ai tatari musulmani, calmucchi buddhisti, ecc. ecc. ) ed altri che hanno scoperto alcuni crimini con l'apertura degli archivi e restano indignati da un passato non cosi' comodo.
O anche chi ha subito delle vicende personali dolorose.
La Rivoluzione Russa e' fondativa della Russia attuale poiche' costituisce parte del suo patrimonio storico-socio-cuturale ecc..
Tante cose che si vedono in Russia ( ed in tutta l'ex Urss ) nascono dal periodo sovietico. Non sono affatte scomparse, ne' si pretende di cancellarle forzosamente dalla societa'.
In questo senso trovo che sia proprio giusto non rinnegare ne' cancellare il proprio passato se la gente davvero non lo vuole in toto. Ma nel frattempo continuare a guardare avanti.
Alla sensibilita' politica di capire di guidare uno sterminato paese eterogeneo ricco di luci ed ombre ( perche' Putin ha questa capacita' al contrario ad esempio di un Maduro, che crea divisioni nel apese appoggiandosi e favorendo sempre una sola parte ) e' chiaro che ci sia abbinata la convenienza politica per mantenere il proprio potere e controllo del paese. Mi sembra ovvio.
Cercare di accontentare piu' possibile fa parte del tutto. E certamente evitare di gettare fieno nella cascina dei nostalgici alimentando l'opposizione strettamenta comunista e restauratrice di sepolcri imbiancati quali Zuganov.
La grandezza dell'evento e delle sue conseguenze, la distanza di un secolo non è ancora sufficiente per incasellare il fenomeno nella storia patria con tranquillita'. In genere piu' un evento e' recente piu' e' difficile viverlo senza passioni, polemiche, recriminazioni, nostalgie, ecc. Crea divisioni anziche' unita' nazionale, e diviene difficile appunto lasciarlo come festa nazionale.
Pensate che in America oggi scatena polemiche di moda il Columbus Day.