Com’è facile rubare una valigia a Linate
Inviato: 02/09/2009, 11:37
Com’è facile rubare una valigia a Linate
Migliaia di borsoni ammucchiati nelle sale dello scalo milanese
Com’è facile rubare una valigia a Linate
Trolley prelevato e restituito senza nessun controllo
MILANO — Ci perdoni, signor Gianpiero D., atterrato lunedì a Linate con il volo Airone AP6827 dal Charles de Gaulle di Parigi. Dopo averla pescata a caso, abbiamo preso in prestito (e poi per carità subito riconsegnata al check-in della compagnia di bandiera) la sua valigia. L’abbiamo presa in prestito per poco tempo e pochi metri: dall’interno dell’aeroporto fino al parcheggio dei taxi. È infatti cosa non impossibile, se a uno venisse voglia, sempre che già non sia venuta a molti, prendere questa valigia, così come le altre decine, e andarsene. Insomma, compiere un furto.
In fondo, ci sarebbe l’imbarazzo della scelta. Le valigie sono quelle arrivate in ritardo o andate perse, non riconsegnate ai proprietari, e adesso da ore, da giorni, buttate a terra, ammassate, strapazzate, forse abbandonate, di certo non custodite, a lato dei nastri trasportatori. Attorno ai nastri altri passeggeri spingono, sbuffano, attendono l’uscita di borse e borsoni pregando che non siano stati smarriti. La coda per le denunce, all’apposito sportello, è già lunga. E il vassoio con le caramelle alla frutta in omaggio non addolcisce, figurarsi placare. Sarà tutta colpa dei ritardi delle consegne dei bagagli, nei giorni scorsi, all’aeroporto romano di Fiumicino, delle due maggiori società di gestione dei servizi di terra. Ritardi mostruosi, terminati, sì, ma che hanno provocato disagi a cascata su tutti gli scali italiani, con l’onda che ancora non si è arrestata. Oppure sarà anche colpa — insistono i sindacati — degli oltre cento pensionamenti, in Sea, la società che controlla Linate e Malpensa, che hanno colpito «parecchi dipendenti, molti dei quali con grande professionalità ed esperienza, addetti proprio allo smistamento delle valigie». Quest’ultima situazione spiegherebbe come mai, sempre ieri, per due ore, dalle 13 alle 15, di addetti Sea che andavano di muscoli a sollevare, spostare, ammassare i pesanti trolley, ce ne fossero appena due. Disperati, lottavano contro un nemico chiaramente superiore.
In un angolo si contano trentaquattro valigie. In un altro, ventuno. Quindi cinque valigie ferme sul nastro trasportatore numero 2, altre tre sul pavimento, altre sette ancora appoggiate a un muro. C’è anche un passeggino. C’è un borsone con sopra adesivi con scritte in arabo. Altre otto valigie sono sparse dalle parti della toilette. Trolley possenti come cavalli svettano tra una fila e l’altra di seggiolini. Dodici valigie sono nascoste dal nastro numero 1. Ci sono borsoni avvolti nei cellophane protettivi, quelli per evitare le mani dei ladri. Una famiglia è sbarcata dal Venezuela. Manca un bagaglio. Dov’è finito? «Non lo sappiamo». Un’altra famiglia (madre, papà e bimbo piccolissimo) ha passato le vacanze a Miami. Se la sono goduta? Chissà. Non si capisce. O comunque, se sì, è finita da un pezzo. Pallore, rabbia, occhiaie, muso lungo. Racconta la signora: «Dovevamo atterrare a Bergamo. Siamo atterrati a Linate. Però senza bagagli». Li avranno spediti a Bergamo, no? «No, dicono di no». Il marito, in silenzio, osserva; a leggergli lo sguardo pare domandi che senso abbia martellarli di domande dato che nemmeno quelli dello sportello, l’apposito sportello, hanno finora dato risposte.
L’anno scorso, nel mondo, sono stati smarriti quasi 33 milioni di valigie. In media, il 46,5% dei bagagli imbarcati da Alitalia a Fiumicino sono stati riconsegnati nei tempi previsti: lo standard richiesto è del 90%. Tra luglio e agosto, Alitalia ha accumulato 120mila euro di multe per il ritardo nella consegna dei bagagli. Uno dei due addetti della Sea, tempestato di chiamate sul cellulare di servizio per sapere com’è l’andazzo, commenta con il collega: «Senti, ogni anno è la stessa storia». Parla calmo, coi nervi saldi. Ammirevole. Ogni tanto passa una signora elegante con accento romano, forse è dell’Alitalia (le valigie disperse hanno viaggiato in larghissima parte tutte su aerei Alitalia). La signora osserva i cumuli di borsoni, li fotografa, per monitorare l’emergenza e aggiornare i superiori. È un’attività in continua evoluzione perché le masse di valigie crescono, ondeggiano, sembra addirittura si spostino. Dice il capofamiglia sbarcato dal Venezuela che «è una cosa vergognosa, penosa», e che «a me non frega niente sapere i motivi dei problemi, ci sono e basta. E se un turista dovesse, mettiamo, fermarsi a Milano per una settimana e gli perdono e ridanno la valigia dopo cinque giorni, che vacanza fa?». Dalle parti del nastro trasportatore numero 1 quelli della Sea hanno intanto circondato le valigie perdute con delle transenne, pannelli che non impediscono a certi disperati passeggeri di infilarsi nel mezzo, frugare, cercare, smuovere, infine prendere atto che lì il proprio borsone non c’è, e andarsene. Alla dogana le forze dell’ordine osservano, scrutano, attente fermano per controlli. Però davvero è una fatica, in un caos tremendo, tra passeggeri che escono e presto tornano indietro, violando il divieto d’ingresso ma guai a provare a fermarli. Sono stati a farsi un caffé, un panino, una sigaretta, e ora tornano per proseguire l’attesa, riprovare la ricerca della valigia. Le forze dell’ordine chiedono i documenti, personali e di viaggio, e chiedono soprattutto che venga mostrata la denuncia, unico e autentico lasciapassare.
La denuncia è quella presentata allo sportello, il famoso sportello con le caramelle in omaggio (dopo un’ora e mezzo abbondante ancora resistono, nonostante siano gratis). Serve, la denuncia, per comunicare che non si ha traccia del trolley e per indicare a quale indirizzo inviarlo, qualora venisse rintracciato. Il punto, però, è: a quando la consegna? Tra quante ore, quanti giorni, quante settimane il signor Gianpiero D. riavrà la sua valigia? Si tratta di una valigia bella, di colore nero, una valigia che, garantiamo anche se non le servirà come consolazione, caro Gianpiero, gode di ottima salute e ha tutta l’aria di aver superato mille intemperie, cioè ferie e aeroporti.
http://www.corriere.it/cronache/09_sett ... aabc.shtml
effettivamente una marea di volte ho visto valigie abbandonate in nastri trasportatori non recanti il volo di riferimento.....chissà per quanto tempo hanno girato
Migliaia di borsoni ammucchiati nelle sale dello scalo milanese
Com’è facile rubare una valigia a Linate
Trolley prelevato e restituito senza nessun controllo
MILANO — Ci perdoni, signor Gianpiero D., atterrato lunedì a Linate con il volo Airone AP6827 dal Charles de Gaulle di Parigi. Dopo averla pescata a caso, abbiamo preso in prestito (e poi per carità subito riconsegnata al check-in della compagnia di bandiera) la sua valigia. L’abbiamo presa in prestito per poco tempo e pochi metri: dall’interno dell’aeroporto fino al parcheggio dei taxi. È infatti cosa non impossibile, se a uno venisse voglia, sempre che già non sia venuta a molti, prendere questa valigia, così come le altre decine, e andarsene. Insomma, compiere un furto.
In fondo, ci sarebbe l’imbarazzo della scelta. Le valigie sono quelle arrivate in ritardo o andate perse, non riconsegnate ai proprietari, e adesso da ore, da giorni, buttate a terra, ammassate, strapazzate, forse abbandonate, di certo non custodite, a lato dei nastri trasportatori. Attorno ai nastri altri passeggeri spingono, sbuffano, attendono l’uscita di borse e borsoni pregando che non siano stati smarriti. La coda per le denunce, all’apposito sportello, è già lunga. E il vassoio con le caramelle alla frutta in omaggio non addolcisce, figurarsi placare. Sarà tutta colpa dei ritardi delle consegne dei bagagli, nei giorni scorsi, all’aeroporto romano di Fiumicino, delle due maggiori società di gestione dei servizi di terra. Ritardi mostruosi, terminati, sì, ma che hanno provocato disagi a cascata su tutti gli scali italiani, con l’onda che ancora non si è arrestata. Oppure sarà anche colpa — insistono i sindacati — degli oltre cento pensionamenti, in Sea, la società che controlla Linate e Malpensa, che hanno colpito «parecchi dipendenti, molti dei quali con grande professionalità ed esperienza, addetti proprio allo smistamento delle valigie». Quest’ultima situazione spiegherebbe come mai, sempre ieri, per due ore, dalle 13 alle 15, di addetti Sea che andavano di muscoli a sollevare, spostare, ammassare i pesanti trolley, ce ne fossero appena due. Disperati, lottavano contro un nemico chiaramente superiore.
In un angolo si contano trentaquattro valigie. In un altro, ventuno. Quindi cinque valigie ferme sul nastro trasportatore numero 2, altre tre sul pavimento, altre sette ancora appoggiate a un muro. C’è anche un passeggino. C’è un borsone con sopra adesivi con scritte in arabo. Altre otto valigie sono sparse dalle parti della toilette. Trolley possenti come cavalli svettano tra una fila e l’altra di seggiolini. Dodici valigie sono nascoste dal nastro numero 1. Ci sono borsoni avvolti nei cellophane protettivi, quelli per evitare le mani dei ladri. Una famiglia è sbarcata dal Venezuela. Manca un bagaglio. Dov’è finito? «Non lo sappiamo». Un’altra famiglia (madre, papà e bimbo piccolissimo) ha passato le vacanze a Miami. Se la sono goduta? Chissà. Non si capisce. O comunque, se sì, è finita da un pezzo. Pallore, rabbia, occhiaie, muso lungo. Racconta la signora: «Dovevamo atterrare a Bergamo. Siamo atterrati a Linate. Però senza bagagli». Li avranno spediti a Bergamo, no? «No, dicono di no». Il marito, in silenzio, osserva; a leggergli lo sguardo pare domandi che senso abbia martellarli di domande dato che nemmeno quelli dello sportello, l’apposito sportello, hanno finora dato risposte.
L’anno scorso, nel mondo, sono stati smarriti quasi 33 milioni di valigie. In media, il 46,5% dei bagagli imbarcati da Alitalia a Fiumicino sono stati riconsegnati nei tempi previsti: lo standard richiesto è del 90%. Tra luglio e agosto, Alitalia ha accumulato 120mila euro di multe per il ritardo nella consegna dei bagagli. Uno dei due addetti della Sea, tempestato di chiamate sul cellulare di servizio per sapere com’è l’andazzo, commenta con il collega: «Senti, ogni anno è la stessa storia». Parla calmo, coi nervi saldi. Ammirevole. Ogni tanto passa una signora elegante con accento romano, forse è dell’Alitalia (le valigie disperse hanno viaggiato in larghissima parte tutte su aerei Alitalia). La signora osserva i cumuli di borsoni, li fotografa, per monitorare l’emergenza e aggiornare i superiori. È un’attività in continua evoluzione perché le masse di valigie crescono, ondeggiano, sembra addirittura si spostino. Dice il capofamiglia sbarcato dal Venezuela che «è una cosa vergognosa, penosa», e che «a me non frega niente sapere i motivi dei problemi, ci sono e basta. E se un turista dovesse, mettiamo, fermarsi a Milano per una settimana e gli perdono e ridanno la valigia dopo cinque giorni, che vacanza fa?». Dalle parti del nastro trasportatore numero 1 quelli della Sea hanno intanto circondato le valigie perdute con delle transenne, pannelli che non impediscono a certi disperati passeggeri di infilarsi nel mezzo, frugare, cercare, smuovere, infine prendere atto che lì il proprio borsone non c’è, e andarsene. Alla dogana le forze dell’ordine osservano, scrutano, attente fermano per controlli. Però davvero è una fatica, in un caos tremendo, tra passeggeri che escono e presto tornano indietro, violando il divieto d’ingresso ma guai a provare a fermarli. Sono stati a farsi un caffé, un panino, una sigaretta, e ora tornano per proseguire l’attesa, riprovare la ricerca della valigia. Le forze dell’ordine chiedono i documenti, personali e di viaggio, e chiedono soprattutto che venga mostrata la denuncia, unico e autentico lasciapassare.
La denuncia è quella presentata allo sportello, il famoso sportello con le caramelle in omaggio (dopo un’ora e mezzo abbondante ancora resistono, nonostante siano gratis). Serve, la denuncia, per comunicare che non si ha traccia del trolley e per indicare a quale indirizzo inviarlo, qualora venisse rintracciato. Il punto, però, è: a quando la consegna? Tra quante ore, quanti giorni, quante settimane il signor Gianpiero D. riavrà la sua valigia? Si tratta di una valigia bella, di colore nero, una valigia che, garantiamo anche se non le servirà come consolazione, caro Gianpiero, gode di ottima salute e ha tutta l’aria di aver superato mille intemperie, cioè ferie e aeroporti.
http://www.corriere.it/cronache/09_sett ... aabc.shtml
effettivamente una marea di volte ho visto valigie abbandonate in nastri trasportatori non recanti il volo di riferimento.....chissà per quanto tempo hanno girato