Approfondimento sul Turkmenistan della Jena Ashgabat la capitale è costruita in mezzo al deserto, nel 1948 la città venne completamente distrutta da un terremoto che causò 100000 morti, la città venne chiusa per 5 anni sia per la ricostruzione sia per recuperare le vittime.
Alla caduta dell'impero sovietico sul finire del 1991 il Turkmenistan divenne indipendente e plasmato dal regime dittatoriale di Saparmyrat Nyýazow ex comunista, riciclato come tanti, si proclamò Türkmenbaşy (padre di tutti i turkmeni) e presidente a vita dopo essere stato democraticamente eletto con il 98 % dei voti, inutile aggiungere che era l' unico candidato.
Morì nel 2006, il suo regno durò ben 21 anni, a lui successe Gurbanguly Berdimuhammedow con il quale la situazione sembra parzialmente migliorata, non tanto per quanto riguarda l' opposizione democratica o la libertà di stampa ma almeno per aver riparato alcune leggi assurde dell'ex presidente.
Ma parliamo di
Saparmyrat Nyýazow la cui dittatura improntata sul culto della personalità potrebbe anche far sorridere se non contenesse aspetti tragici.
Ashgabat è plasmata sui deliri di Nyýazow, il centro città vede l' arco della neutralità una strana torre con ascensore interno è sormontata da una statua d' oro ovviamente sua di 12 metri che ruota di 360 gradi seguendo il sole, l'arco simboleggia la libertà e l' indipendenza del Turkmenistan.
Non poteva mancare un grandioso palazzo presidenziale del Turkmenbasi, una strampalata ed enorme fontana e un parco monumentale dedicato ai genitori ricco di fontane, oltre a decine di sue statue d' oro.
Proseguendo una visita virtuale sarete catapultati nell'area verde di Berzengi a sud del centro dove ovviamente a 10 anni dall'indipendenza andava fatta una zona celebrativa con edifici in marmo bianco , tantissime fontane e un ennesima statua dorata del presidente.
Fortunatamente non ci sono solo questi deliri a
Ashgabat ma anche interessanti moschee in stile ottomano turco non dissimili dalle più famose moschee di Istanbul ricordiamo la Ertogrul Gazi Mosque, l' immensa
Kipchak mosque con cupola d' oro opera di Nyýazow, il quale improvvisamente riscopertosi musulmano visto che lo era la maggior parte della popolazione la volle costruita dove il terremoto uccise la madre e il fratello, la Demirel Mosque e la Moschea Blu copia di quella di Istanbul.
Ampi vialoni e architettura socialista completano questa città nuova che senza l' opera megalomane del presidente potrebbe essere una città come tante.
Le idee strampalate di Saparmyrat Nyýazow, cresciuto in un orfanotrofio sovietico, annoverano la scrittura di un libro filosofico spirituale detto delle anime che lui stesso paragonò alla Bibbia e al Corano e che impose in tutte le scuole, uffici pubblici e televisioni.
Il libro fu anche mandato nello spazio dentro una capsula rilasciata da un missile, leggerlo tre volte garantiva il Paradiso, singolare anche il tentativo di costruire una foresta di 1000 km quadrati nel deserto per migliorare il clima e altri significativi cambiamenti quali la distruzione di un quartiere della città per farci un parco dei divertimenti, i senzatetto ovviamente si dovettero arrangiare da soli.
Protestare portava al carcere, alla morte, all'ospedale psichiatrico o se si era fortunati al confino.
Il mese di gennaio cambiò nome e prese il suo, il pane prese il nome della madre, alimenti, città , mesi e quant'altro cambiarono nome e si potrebbe continuare all'infinito , senza contare che chiuse tutti gli ospedali del paese tranne quello della capitale, le biblioteche, tanto ai turkmeni non piace leggere e si fece restituire parte della magra pensione degli anni precedenti dai pensionati che furono anche fortunati, alcuni la pensione non la videro neppure.
Unica scelta "saggia" vietò il playback nocivo allo sviluppo della musica nazionale.
Per il resto tutto vietato, cinema,opera ,balletto, lingue straniere, internet, barba e capelli lunghi, libri ne basta uno il libro dell'anima o
Ruhmana.
http://www.turkmenistan.gov.tm/ruhnama/ ... index.htmlIl ricco Turkmenistan grazie al gas viveva e vive ancora alla fame, tra disoccupazione e abbandono dell'agricoltura soprattutto delle piantagioni di cotone.
Anche se a dire il vero il presidente si nutriva anche di populismo e ha garantito ai turkmeni acqua, gas e luce gratis, benzina a prezzi stracciati e biglietti aerei per voli interni a circa 2 euro.
Gratuite anche istruzione, assistenza alle partorienti e ai malati terminali.
La televisione mostrava tavole imbandite, canti e balli, nelle città i negozi son però tristemente vuoti e non si trovava nulla, per quasi tutti però quel mondo televisivo rispecchiava come si viveva nel paese.
Ma non finisce qui, la morte di Nyýazow ormai entrato nell'immaginario collettivo come leader politico e spirituale fu accolta non con sollievo ma con paura e disperazione dalla popolazione e come poteva esser diversamente se i giornali e i media pompavano un culto della personalità esasperato che faceva già impallidire quello di Stalin.
L' immagine innanzitutto, statue , francobolli, monete, orologi, oggetti di uso comune, banchi di scuola con la sua faccia e il suo nome o quello dei parenti era praticamente su ogni cosa dall'ospedale, alla scuola , dalle vie alle piazze.
Per finire da notare la politica estera neutrale, ne con la Russia ne con l' America, cercando di non scontentare nessuno risultato che isolò il paese sempre più, ma calmierò il fondamentalismo islamico e a suo modo garantì stabilità al paese, Nyýazow schiacciato dalla paranoia addirittura caduto Saddam e la sua statua in diretta, spese 280 milioni di dollari per il riarmo del paese e proteggersi da attacchi esterni.
Come in altri stati ex sovietici dell'Asia centrale,con dittature meno appariscenti o solo economiche Nyýazow insieme ai suoi familiari o sodali controllava e incamerava profitti da tutti gli apparati produttivi dello stato dalle imprese di costruzione alle compagnie aeree, alle risorse energetiche nazionali.
Il suo successore sembra mantenere la politica neutrale anche se sia Russia, che Cina che America sono interessati ad accordi sul gas turkmeno e a costruire gasdotti e collegamenti nell'area, per quanto riguarda l 'America l' interesse principale riguarda ovviamente l' avere basi militari stabili in Asia centrale, vedremo cosa succederà.
Ecco cosa è successo in questi anni nello strano Turkmenistan, 5 milioni circa di anime, per l' 80 per cento desertico e abitato da tribù nomadi, ancorato ad una mentalità feudale legata alle tribù, è stata creata una città alla Las Vegas con parchi , fontane , statue, tutto finto, palazzi giganteschi, hotel lussuosi e centri commerciali vuoti per pochissimi per assecondare il delirio di un uomo il Türkmenbaşy (padre di tutti i turkmeni) che ha incarnato il bisogno di un uomo forte che controllasse i vari clan dopo la scomparsa dell'elemento unificatore sovietico.
Situazione visti Turkmenistan:per entrare in Turkmenistan con un visto turistico occorre ancora oggi la LOI: una lettera di invito procurata dalle agenzie turistiche turkmene di Ashgabat, comprando un pacchetto turistico di minimo una settimana; si ottiene così un visto valido anche 15 giorni. In possesso della LOI, il visto viene rilasciato all'aeroporto di Ashgabat. Tra le varie agenzie di viaggi, la più economia sembra essere la STAN Tours di David Berghof, che pratica un costo giornaliero di circa 60-90 USD (tutto compreso: benzina, autista, jeep, pernottamento e pasti) a testa, se si è in 2 o più persone; 90-120 USD a testa, se si viaggia da soli. Concordando in anticipo il periodo, l'agenzia può cercare di aggregarvi in un altro gruppo di turisti stranieri. Altre agenzie: DN Tours, Ayan Travel.
Si può entrare in Turkmenistan anche con visto di transito valido per 5 giorni, senza bisogno della LOI (costo: €21; tempo di rilascio 7 giorni), ottenibile all'ambasciata francese di Parigi, rue Picot, 13 (
turkmenamb@orange.free), la quale però non accetta l'inoltro dei documenti via posta. Perciò: o andate di persona a Parigi (2 volte: 1 per portare il passaporto, l'altra per ritirare il visto), o avete un amico lì, o dovete rivolgervi ad un'agenzia turistica di Parigi.
NB: il visto di transito formalmente prevede che entriate e usciate in Turkmenistan via terra; l'ambasciata parigina - non invece quella austriaca - fa però ottenere il visto di transito anche se arrivate in aereo ad Ashgabat, purchè abbiate già il biglietto aereo, e il visto per il paese di uscita (Uzbekistan, Iran o Azerbaijan).
Tratto dal sito
http://www.viasia.it/turkmenistan.htm e
http://www.turkmenistan.it/visti.htmlE' possibile contattare questa agenzia viaggi per informazioni e possibile aiuto con il visto :
"I viaggi del Sogno" di Trento (tel. 0461 983 469, email , chiedere di Duccia) Ndr
Dobbiamo chiamare e approfondire note :
Da non perdere nel paese la visita alle rovine di
Merv ( oggi Mary ) sulla antica via della seta e capitale del regno dei Selghiucidi e una delle più importanti città del mondo islamico.
Fu attaccata e distrutta da Gengis Khan ma sono ancora visibili i resti delle fortezze e dei mausolei
dopo le devastazioni mongole.
Poco fuori città alle rovine di
Nisa fondata 2300 anni fa dai Parti e poi attaccata da Alessandro Magno al quale resistette.