Uno stralcio di articolo consigliatomi da Cesk:
La verità l’ha detta il pacifista ebreo Gershon Baskin (Dio lo benedica): «Ahmad Jaabri, il comandante militare di Hamas, è stato assassinato mentre negoziava una tregua con Israele». Baskin conosceva direttamente Jabari perché aveva mediato con lui, a suo tempo, la liberazione del soldato Shalit; ed aveva ricevuto dal comandante militare di Hamas a Gaza «una bozza di accordo per una tregua permanente». Una decisione, commenta Baskin nel suo elogio funebre all’amico, «di totale pazzia. Jaabri era quello che aveva fatto rispettare tutti i recenti cessate-il-fuoco. Mandava i suoi uomini a fermare i lanci di razzi ed era pronto a raggiungere un accordo di tregua di lungo termine. Era anche l’interlocutore principali del servizio di intelligence egiziano nella mediazione per una intesa di tregua».
Ecco il vero «pericolo esistenziale» che il regime sionista ha scongiurato con l’assassinio di Jabari. Dimenticate i tremendi razzi islamici che, a dirlo è sempre l’informazione-propaganda israeliana (unica fonte), «hanno raggiunto Tel Aviv» finendo uno in mare e uno in un prato. I nostri media si commuovono per i 3 morti israeliani, che gli israeliani dicono di aver subìto: l’equivalente di un incidente d’auto, a cui Sion risponde con quella che chiama – senza vergognarsi – una guerra lungamente preparata, come vedremo. Jabari è stato eliminato perché la sua proposta di tregua avrebbe ostacolato la guerra.
Naturalmente, la propaganda ebraica – e quindi i nostri media – hanno descritto Jabari come «il feroce carceriere di Shalit», l’Osama Bin Laden di Gaza, il temibilissimo capo dei lanciatori di razzi dal territorio assediato, che tanto angosciano i poveri ebrei, ancorché vadano quasi sempre a vuoto. Nella realtà, Jabari era incaricato da Hamas di imporre la tregua di fatto, disciplinando i gruppuscoli più piccoli e più estremisti e dei «Comitati Popolari» antagonisti, che lanciano i razzi. Razzi che, sostiene Israele, sono forniti dall’Iran; saremmo curiosi di ricevere qualche spiegazione su come missili iraniani possano entrare a Gaza, territorio assediato dal 2006, dove Sion controlla ogni chilo di merce che vi lascia entrare, e dove praticamente ognuno dei leader è controllato momento per momento dai sistemi di spionaggio satellitari israeliani, come lo stesso assassinio mirato di Jabari dimostra. Chi dà ai gruppuscoli fanatici i razzi, allora? A chi giova?
Gaza: una striscia con larghezza media 6 chilometri dove si affollano 1,6 milioni di persone, metà con meno di 15 anni, senza risorse proprie, senza infrastrutture, nemmeno fognature; senza né acqua, né cibo sufficiente, che dipende da Israele per tutto ciò e anche per la fornitura di elettricità.
I testi, in ogni caso, dimostrano che la «guerra» a Gaza rinnovata e ricorrente è stata pianificata, pensata e meditata. Sotto un pretesto qualunque. Non è solo per rinnovare la deterrenza; Netanyahu affronta elezioni prossime, ed aveva bisogno di accrescere la sua popolarità che ha sofferto, specie dopo la rielezione di Obama alla presidenza USA, contro cui aveva scatenato tutte le potenze lobbistiche; e quale mezzo migliore di diventare più popolari in Zion, che bastonando e martoriando un nemico innocuo, senza armamenti e che dipende da te per ogni merce, energia e struttura? Inoltre, il progetto di attaccare le centrali dell’Iran ha dovuto essere rimandato, ed occorreva trovare una compensazione psicologica per il popolo eletto.
Maurizio Blondet su effedieffe.com