Una precisazione: le foto non sono pesanti come dimensione, sono pesanti come contenuti. alcune, parecchio anche. E siccome non me la sento di scatenare polemiche (perche' e' ovvio che il mio punto di vista - e quindi anche cio' che ho visto e fotografato - e' di parte), vi dico che per chi mi ha come amica su facebook le foto le vede senza problemi sono nei miei album. per chi non c'e', mi chieda il link in pvt e glielo mando. qui, il link non mi va di postarlo. Cercate di capire.
Seconda precisazione, che e' poi il dato che interessa al geometra: non esistono permessi per entrare nella West Bank. E' completamente a insindacabile discrezione e giudizio della milizia israeliana che effettua i controlli nei check point. In teoria non e' certo illegale entrare in Palestina, MA li' c'e' un regime di occupazione militare, e agli occupanti non piace (per ovvi motivi) che si vada a ficcare il naso in giro. Io ero con una delegazione ufficiale di un partito politico italiano, scortati da guida palestinese residente a Gerusalemme (quindi con l'id piu' alto concesso ai palestinesi nello stato di Israele), e ci muovevamo con un pulmino con targa gialla israeliana. E nonostante cio' ci han fermato, controllato, spesso anche interrogato piu' e piu' volte. Questo cosa significa? che un "turista" occidentale in giro da solo o con qualche amico, senza alcuna veste ufficiale, senza guide locali, anche se non c'e' nulla di illegale, viene guardato con estremo sospetto. Mi sento quindi di ribadire che da soli nei territori occupati non ci si entra. Forse (ma non ne sono sicura perche' anche li' ho visto solo pullman quindi gruppi organizzati) fanno una eccezione per Betlemme per motivi religiosi (si' Betlemme e' nei territori). Il mio consiglio, se proprio si vuole andare nella West Bank da soli, e' di passare dalla Giordania (che e' poi quello che sono costretti a fare i palestinesi che non hanno l'id di residenza a Gerusalemme). Poi pero' non entrate in Israele.
Cosa dirvi ancora? Ci vuole un pelo sullo stomaco grosso cosi' per far quello che abbiam fatto noi. Deve essere la propria causa, non c'e' molto altro da dire. Abbiam visto dei campi profughi dove le condizioni di vita e di pericolo sono allucinanti. Abbiamo assistito in diretta (e' stato casuale) all'esproprio di una casa da parte dei soldati israeliani (cioe' a dire, han buttato fuori i proprietari palestinesi per metterci dentro i coloni). Abbiam visto coi nostri occhi decine e decine di arroganti insediamenti di coloni - badate bene - non nel territorio di israele, se no che occupazione sarebbe, ma nei territori che storicamente appartengono alla Palestina. Abbiamo visto - provando una forte stretta al cuore, noi europei che ne siamo liberati da 20 anni - il maledetto muro. Abbiamo partecipato coi palestinesi a una manifestazione contro la costruzione del muro (perche' mica e' finito) beccandoci lacrimogeni, urticanti, e varie altre simpatiche gentilezze della milizia israeliana. Abbiam percepito come economie floride come quella di Hebron dove ci sono diverse fabbriche di ceramiche siano state distrutte dall'occupazione. Dulcis in fundo, abbiam subito un interrogatorio in aeroporto che penso manco nei peggiori incubi. La sottoscritta su livello di pericolosita' da 1 a 6 (dove 1 lo danno solo agli ortodossi mi sa e 6 e' quello piu' pericoloso, da perquisizione fisica) s'e' beccata 5 perche' ha osato presentarsi col timbro del marocco sul passaporto. Un ragazzo del nostro gruppo, marocchino MA residente in Italia da 20 anni e con tanto di passaporto italiano veniva SEMPRE fermato e interrogato per almeno mezz'ora a ogni check point.
Lo rifarei domani (e lo rifaro'), perche' e' la mia causa. Ma e' veramente veramente un'esperienza che segna. Le prime 2-3 notti dopo che sono tornata ho dormito malissimo perche' avevo incubi continui. A distanza di due settimane ancora a volte faccio brutti sogni. Il dolore e il senso di impotenza che si prova di fronte a certi soprusi, a certa indigenza, sono veramente forti. Io gli occhi dei bambini, bambini che han visto gia' tutto, han visto decisamente troppo, non me li scordero' mai.
Ma se volete qualche osservazione sui singoli posti...
Gerusalemme. Un coacervo di contraddizioni. Citta' vecchia divisa a zone non comunicanti tra di loro, sembra di passare da un mondo all'altro. E di essere sospesi nel tempo. Capisco che per chi e' cristiano possa essere una tappa fondamentale. A me e' piaciuto molto il quartiere armeno, sicuramente pure uno dei meno conosciuti.
Betlemme. Di rilevante c'e' poi solo la chiesa della nativita'.
Ramallah. Stupenda. E' la citta' piu' viva dei territori palestinesi. Piena di localini alla moda, di giovani, di negozietti, di vita. Ci abbiam passato delle belle serate.
Hebron. Se si supera la rabbia per l'evidente stato di occupazione (400 coloni su quasi 30mila abitanti che fanno il bello e il cattivo tempo) e ci addentra nel mercatino della citta' vecchia si vede qualcosa di davvero bello e autentico. Il suk di Gerusalemme ha qualcosa di artificioso, quello di Hebron e' vivo, vero, pieno di gente vera, bellissimo. E poi c'e' la moschea di Abramo, che e' bellissima.
Nablus. Altra citta' vivissima, altri mercatini stupendi. Qui le ragazze del gruppo (era giorno di apertura alle donne) sono riuscite a entrare nell'hammam piu' grande che e' veramente bello. Nablus e' famosa per i dolci, e ne ha ben donde, ci siamo fermati in una pasticceria manco ne volevamo piu' uscire, una delizia.
Jenin. Qui abbiamo incontrato una comunita' di donne palestinesi che si occupa di recupero psicologico di donne e bambini e che produce piccole cose di artigianato (il loro prodotto piu' conosciuto e' il sapone).
Mar morto. Qui ci siamo concessi quell'oretta di svago che sinceramente dopo diversi giorni di tensione ci stava. Il mar morto e' divertentissimo, salatissimo, ci entri e galleggi subito, e ti diverti a pescare cubetti di sale sul fondo. C'erano 50 gradi, ed erano le 5 del pomeriggio. E si', ne faceva di caldo.
Jericho. Mah, a parte il paesaggio desertico affascinante che ci si ritrova ad attraversare per andarci sinceramente non ha nulla piu' ormai da mostrare.
Noi pensiamo di tornare in inverno. Vogliamo andare a Gaza, se la situazione ce lo permettera'. Al momento, l'unica via e' passare dall'Egitto e sperare che gli egiziani ti faccian passare, ultimamente per ingraziarsi Israele han chiuso anche il loro lato e non fanno uscire ne' entrare nessuno.
Questo e' quanto, ripeto, se volete vedere le foto e non siete su facebook, chiedetemi il link in mp e ve lo mando.
Federica