Martedì 11 agostoStamattina ci svegliamo con un po’ di calma e ci rendiamo conto che pioviggina. Il programma di oggi è tutto da decidere. Le opzioni sono: gita di quasi tutto il giorno all’isola di Hoy (traghetto alle 10, camminata e rientro con traghetto delle 17) oppure ulteriore esplorazione dell’isola principale (Mainland). Inoltre, siamo riusciti a metterci in contatto con l’amico archeologo di Marco (santi pc degli ostelli!) che sta davvero lavorando qui alle Orcadi e ci propone di andarlo a trovare all’ora di pranzo al cantiere, oppure di vederci per una birra stasera.
Visto che il tempo non è dei migliori e che comunque su Mainland ci sono ancora un bel po’ di cose da vedere, decidiamo di lasciar stare Hoy. Per fortuna che il faraglione Old Man of Hoy l’abbiamo visto dal traghetto!
Dopo colazione dobbiamo lasciare la stanza, ma vorremmo evitare di portarci dietro i bagagli tutto il giorno. La proprietaria dell’ostello non si trova, ma la signora con figlia conosciuta ieri sera si offre di tenerli in camera sua, tanto stasera verso le 20 ci rivedremo qui in ostello. Magnifico!
Partiamo così verso la nostra prima tappa di oggi, decisa stamattina: la
distilleria Highland Park che si trova fuori Kirkwall. Nel nostro giro in Scozia non abbiamo inserito molte zone di produzione del whisky e in quelle poche non abbiamo trovato il tempo di visitare una distilleria, per cui ci ha fatto piacere scoprire che ce n’è una anche abbastanza famosa qui sulle Orcadi! Arriviamo alle 10.30 ma la prossima visita delle 11 è piena. Prenotiamo quella delle 14 in modo da avere tempo di fare altre cose.
Proseguiamo quindi sotto un cielo grigio ma al momento non sotto la pioggia, per andare a vedere le
Churchill Barriers e l’
Italian Chapel. Le prime sono delle barriere che Churchill fece costruire per mettere al sicuro la baia dov'era di stanza la Marina Inglese durante la 2a guerra mondiale, ma sono abbastanza insignificanti a vedersi (non siamo andati però fino a dove si vedevano le navi semi-affondate, non sapevamo che c’erano!!), mentre la cappella ci sorprende, è davvero magnifica!! L’inventiva degli italiani non ha eguali!
(trattasi di cappella costruita dai prigionieri di guerra italiani con prefabbricati e resti di cose / imbarcazioni etc recuperate sul posto)
Terminata la visita torniamo verso nord per arrivare alla zona di Brodgar, dove agli
scavi del Ness of Brodgar sta effettivamente lavorando Antonello, l’amico di Marco, che ci ha dato appuntamento qui per le 12.30. Infatti lui ci conferma di aver visto una moto ieri che si era fermata a bordo strada a guardare, ma non aveva certo immaginato fossimo noi, e noi non l’avevamo visto! L’incontro è piacevole e lui ci mostra un pochino gli scavi, mentre inizia a piovigginare.
Ci racconta anche un pochino com’e’ vivere qui (lui è in zona da gennaio per un Master e ci resta ancora fino a dicembre) e poi ci diamo appuntamento per la sera in un pub a Kirkwall, dove lui abita e noi dobbiamo prendere il traghetto per le Shetland alle 23.45.
Verso le 13.30 siamo di nuovo alla
distilleria, dove aspettiamo il nostro turno di visita mangiando in piedi sotto il portone d’ingresso dei crackers e del salame che ci erano avanzati da ieri. Si è messo a piovere a dirotto e non c’è altro posto dove rifocillarci!! Alle 14 inizia la visita: prima un breve filmato sulla storia della Highland Park e sul loro metodo di produzione, poi una passeggiata con spiegazione per tutta la distilleria, davvero molto interessante. Avevo già visitato dei birrifici qua e là e una fabbrica di porto a Porto, ma il whisky mi mancava. Devo dire che è una cosa anche abbastanza complicata!!
Al termine del giro ovviamente ci fanno assaggiare un goccetto, e poi non possiamo esimerci dal comprare un paio di bottigline souvenir per noi e per altri
E ora che si fa? Su consiglio di Antonello ci risparmiamo ulteriori giri verso sud (avevamo pensato di andare a Mine Howe ma lui ha detto che non è gran che) e saliamo nella zona nord di Mainland. Prima di tutto ci fermiamo al
Broch of Gurness, un altro sito archeologico con resti di costruzioni antiche. Per fortuna fa parte dell’Explorer Pass, (come anche Skara Brae e Maes Howe, mi ero dimenticata di dirlo), per cui non paghiamo l’ingresso, perché a dire il vero non è che ci entusiasmi troppo. O forse abbiamo già visto un po’ troppa roba simile…
Proseguiamo poi per
Birsay, cittadina dove visitiamo i resti dell’Earl’s Palace (gratuiti) mentre la pioggia va e viene, prima di andare verso il
Brough of Birsay. Si tratta di un’isoletta collegata alla terraferma solo con la bassa marea, gli orari li abbiamo chiesti all’ufficio turistico ieri. Mentre parcheggiamo la moto al punto da cui si parte per andare sull’isola, notiamo due Vespe con targa italiana, e commentiamo ammirati. Una ragazza si volta e dice “sono mio cugino e un suo amico!”. Li conosceremo nel percorso di ritorno.
La traversata fino all’isola è breve ma suggestiva: una specie di stradina di cemento che arriva fino a metà e poi sassi e rocce affioranti ricoperte di alghe.
Una volta sull’isola, visitiamo anche qui i resti archeologici (tanto sono inclusi nell’Explorer Pass) che vanno da case dei Pitti a resti di edifici vichinghi. Il faro in cima all’isola però ci attira di più e quindi ci incamminiamo.
Non è una passeggiata lunga, e siamo di ritorno dopo poco. Incontriamo i due ragazzi vespisti arrivati da non ricordo più se Emilia o Lombardia, e Marco si intrattiene per tutta la camminata di rientro alla moto a chiacchierare con uno dei due. Tra viaggiatori su 2 ruote ci si intende!
Io invece mentre attraversiamo a piedi il fondo del mare, mi rendo conto che le scogliere dove volevamo andare sono completamente avvolte dalle nuvole.
Tornati alla moto ci consultiamo: queste scogliere sono poco distanti (è una passeggiata che ci ha consigliato Antonello, dal Kitchener Memorial alle scogliere di Marwick Head) ma non ci sembra il tempo migliore per fare questa camminata. Lasciamo perdere anche le altre scogliere famose qui vicino, a Yesnaby, e invece rientriamo a
Stromness per cenare in ostello, in fondo sono già le 6 di sera. Tra arrivare, fare la spesa e cucinare, si cena che sono le 7 e mezza. Stavolta abbiamo ceduto alla voglia di pasta e ci siamo concessi un piatto di spaghetti al pesto siciliano: il supermercatino aveva delle marche decenti!!
Abusiamo ancora un po’ della cucina dell’ostello e della connessione a internet (in fondo oggi non dormiamo qui!), riprendiamo i bagagli dalla signora che ce li ha gentilmente ospitati, e verso le 20.30 partiamo per
Kirkwall dove abbiamo appuntamento con Antonello alle 21. Sono solo 15 miglia ma con la pioggia che c’è arriviamo fradici nonostante le tute antipioggia!! Meno male che nel pub c’è posto per lasciare la roba ad asciugare.
Dopo un paio di piacevoli ore a chiacchierare davanti a delle buone birre, alle 23 salutiamo Antonello e ci dirigiamo al porto fuori Kirkwall per il nostro
traghetto per le Shetland. Non piove più ma c’è un vento forte. In quanto poveri motociclisti, non ci fanno aspettare alla “sbarra” in fila con le auto ma ci lasciano arrivare fino a dove il traghetto attracca: qui c’è il terminal per i passeggeri a piedi e c’è una sala d’attesa, almeno possiamo aspettare al chiuso. Il traghetto è in leggero ritardo, arriva da Aberdeen. Quando lo vediamo attraccare torniamo alla moto e ci prepariamo a salire, ma ci vorrà ancora un bel po’ per veder sbarcare tutti i mezzi pesanti che scendono qui, e vederne salire altrettanti!! Ci sono un sacco di trattori e macchine agricole che vengono agganciate ai camion-rimorchio del porto, che li portano in stiva e poi tornano fuori a prenderne altre. Interessante, ma non a mezzanotte e con questo vento!! Devo dire che siamo però abbastanza esaltati all’idea che stiamo per andare sulle Shetland!!!
Finalmente fanno passare noi e l’altro poveraccio che aspettava al freddo su un quad, e ci legano la moto in modo non esattamente da esperti (il tipo che la legava mi ha chiesto di dargli i miei guanti da moto per metterli sotto al cavo che passava sulla sella, per non rovinare la sella!! Ma i guanti secondo te non si rovinano??? Alla fine ci ha messo uno straccio… sgrunt). Un pochino preoccupati saliamo nella zona passeggeri dove cerchiamo il salone con divanetti: sono quasi tutti occupati ma ne troviamo due vicini liberi, ci sistemiamo e verso le 12.30 ci mettiamo a dormire. Marco è alla sua prima esperienza di notte in passaggio ponte su un traghetto e mi sembra un po’ preoccupato, io invece ormai sono già alla terza e mi sento quasi a mio agio…
(Per il traghetto di ritorno abbiamo però prenotato delle cuccette
)