Proseguo il reportage che ultimamente haimè si è arenato.
È giovedì ultimo giorno a Lisbona, la sera ho il volo per Madrid, altre 20 ore scarse nella capitale spagnola e poi il mesto ritorno a casa.
Abbandono i bagagli in albergo e scappo fuori per godermi al meglio l’ultima giornata, come ho già detto l’illuminante idea di visitare il monastero di Belem di lunedì mi ha lasciato a bocca asciutta, torno quindi a Belem per vedere questo importante monumento, la cui visita è secondo me senza dubbio d’obbligo.
Il convento ha più di cinquecento anni di storia ed era utilizzato dai monaci dell’ordine dos jeronimos, ossia di san Gerolamo, l’ordine religioso scomparso qualche tempo dopo cui era demandato il compito dell’asistenza religiosa dei marinai
, e si capisce come nei tempi d’oro come questo ordine fosse molto in auge.
Il monastero è molto bello, pare sia stato finanziato con una speciale tassa del 5% su tutte le spezie provenienti dalle indie, insomma con quella che oggi noi definiremmo
spice tax…
Oltre al monastero si può visitare l’attigua chiesa che si trova nello stesso complesso e dove vi si può recare liberamente, qui vi sono sepolte le spoglie di due celebri portoghesi: il navigatore vasco de gama e il letterato luis de camoes.
Torno verso Lisbona pensando come impegnare le ultime ore nella capitale lusitana, scarto il grande museo d'arte fondazione
Gulbenkian, mi intereserebbe molto ma il museo è molto grande e la sua visita occuperebbe almeno un pomeriggio intero, per giunta voglio trascorrere gli ultimi momenti all’aperto, penso di andare al villaggio moderno costruito per expo 1998 opera dell’architetto Siza, il prezzo del bilgietto e l’esiguo tempo a disposizione mi fanno però desistere, cambio programma segnandomi mentalmente queste due mete per la prossima sortita lisboeta.
Torno a piedi verso piazza dom Luis I , da qui raggiungo a piedi il largo
Marques de Pombal il centro nevralgico del traffico cittadino al cui centro troneggia la statua del primo ministro delle riforme, appunto il marchese de Pombal autore della celebre frase pronunciata subito dopo il terremoto:
seppelliamo i morti e occupiamoci dei vivi…
Da qui la calura che inizia a farsi sentire mi spinge ad addentrarmi nel parque Eduardo VII, tra le piante si può godere di un po’ di frescura, ad ogni modo nonostante il caldo continuo a camminare senza sosta in preda a frenesia, compio tutto il percorso e arrivo in un punto molto panoramico dove posso vedere fino al fiume tago, purtroppo le serre presenti nel parco sono chiuse per lavori...
Il caldo si fa sentire, abbandono il parco e torno alla baixa, questa volta in metro mi prendo uno spuntino e una birretta veloce anche se ormai sono quasi le 4, torno in albergo per recuperare le valigie ed andare verso l’aeroporto:
il mezzo più pratico per raggiungere l’aeroporto è il citybus, più di una persona mi ha sconsigliato di intraprendere l’ imprese con bagagli con i mezzi pubblici tradizionali, così prendo il bus e mi godo gli ultimi scorci di Lisbona.
L’impatto con l’aeroporto è un po’ demoralizzante, aria condizionata sparata a mille e folle oceaniche in attesa ai banchi del ceck in , penso che il set di Ben hur fosse meno affollato, vincendo una leggera forma di nevrastenia latente intraprendo le varie code, due orette più tardi sono già sull’aereo orange easyjet destinanzione Madrid!