Uh che bel topic
Parto dalla mia esperienza: liceo classico, quindi latino e greco e poco inglese (per fortuna studiato fino alla maturita'). All'universita', pur non sapendo bene neanche l'inglese, scelgo il giapponese e il cinese
. Devo dire che alla fine ho dovuto imparare anche l'inglese: libri su cui studiare in italiano ce n'erano ben pochi
Per imparare le lingue moderne sono strasicura che lo studio di latino e greco mi abbia aiutato, assieme allo studio della grammatica italiana. Quando uno ha in testa come funzionano 2-3 lingue diverse (anche "morte"), poi aggiungerne un'altra e' piu' semplice.
Pero' secondo me serve anche un po' di predisposizione, molto interesse e soprattutto tanta voglia di comunicare (se non si fosse capito, sono una chiacchierona
). Le lezioni a scuola o all'universita' NON sono assolutamente sufficienti. Si imparano la grammatica, i vocaboli, ma poi se uno vuole diventare un minimo fluente nel parlato deve immergersi nella lingua a tempo pieno.
Quindi Erasmus o simili secondo me sono FONDAMENTALI. Solo attraverso il mio anno in Giappone ho imparato davvero a parlare sia l'inglese che il giapponese, nonostante 4 esami annuali passati con buoni voti. Arrivata in Giappone mi sono sentita una deficiente, perche' di tutto quello che avevo studiato non mi usciva nulla. Ci sono voluti 3 mesi per sbloccare tutte le nozioni che avevo accumulato nel cervello!!
Inoltre sono venuta in contatto con altre culture, e ho scoperto che il mondo in fondo e' piu' piccolo di quanto uno creda. Un'esperienza del genere dovrebbe essere OBBLIGATORIA durante gli studi, secondo me. Ti apre la mente in maniera pazzesca, prima ancora che permetterti di imparare bene una lingua.
Per quanto riguarda i viaggi, non mi faccio certo condizionare se non so la lingua del paese. Diciamo che sono abbastanza tranquilla conoscendo inglese, spagnolo, italiano ovviamente e un pochino di francese (oddio, non l'ho mai studiato, ma assimilando parole e frasette qua e la' e con la somiglianza con l'italiano, sono riuscita a intavolare discorsi anche in francese
). Pero' mi piace imparare qualche parola locale, per rompere il ghiaccio. Non ho mai avuto problemi di comunicazione, davvero. Forse non sono mai stata in posti meno battuti, ho sempre trovato qualcuno che sapesse almeno l'inglese o il francese.
Alfabeti diversi dal nostro mi stimolano: il cirillico dopo un po' si impara, e addirittura in Corea dopo una settimana potevo decifrare una buona meta' delle lettere (il coreano a differenza di cinese e giapponese e' fonetico, non ideografico). Devo ammettere pero' che l'arabo o l'hindi sono un po' ostici...
Pero' ad esempio i miei genitori, che a scuola hanno studiato (e male) solo il francese, li vedo molto timorosi di viaggiare da soli in paesi dove si parla inglese o altre lingue non neolatine. Forse da giovani si sarebbero buttati, o meglio si SONO buttati: nell'88 siamo stati in Austria, comunicavano a gesti senza problemi
Come suppongo faccia la maggior parte degli italiani che l'inglese lo sa in modo abbastanza approssimativo. In fondo le cose basilari del viaggio (dormire, mangiare, visitare, spostarsi) si fanno lo stesso. E non sono sicura che la maggioranza degli italiani quando viaggia provi questo bisogno impellente di comunicare ed entrare in contatto con la gente del posto...
Non voglio entrare nel merito del discorso "come parlano / scrivono le nuove generazioni di storpiatori d'italiano" perche' non se ne uscirebbe piu'...