Qui racconto della mia recente breve sortita a Strasburgo, in questa cittadina sul confine tra Francia e Germania di cui si parla poco, forse perchè assieme alle altre città francesi soffre un pò della sindrome vedi e Parigi e poi muori, che fa si che spesso oltre alla grande capitale e forse alla costa azzurra si conosca ben poco del resto di Francia, anyway Strasburgo e lo spicchio di regione dell'Alsazia che ho visto mi sono piaciute molto e considerato che almeno dal nord Italia sono relativamente vicine mi sento di consigliare una visità.
Strasburgo è sempre stata un mio pallino, forse perchè quando ho scelto la destinazione per l'erasmus è stata a lungo in ballottaggio, anche se alla fine come noto ha perso, e forse anche perchè mi ha sempre incuriosito questa regione contesa tra due nazioni Germania e Francia che rappresenta una mescolanza riuscita tra due diversi riferimenti culturali, a mio giudizio uno dei pochi esempi davvero riusciti nel nostro continente.
Per chi volesse approfondire la questione almeno degli ultimi 150 anni ho scovato il link del memoriale della regione dell'Alsazia e della Mosella che testimonia le cruente guerre del secolo scorso: www.memorial-alsace-moselle.com
Ma veniamo al viaggio, sono partita in auto, dopo tanto tempo torno a questo classico mezzo di trasporto che permette di assaporare il paesaggio che cambia e di oltrepassare con una certa " emozione" le frontiere, insomma un modus viaggiandi lontano anni luce dalle code, dai ceck in aereoportuali e tutto il resto.
Il viaggione in macchina prevede lo sfondamento in Svizzera dall'incasinatissima barriera di Como Brogeda e l'attraversamento della terra elvetica, prima il Ticino poi il tunnel del San Gottardo e poi sempre dritti con passaggio prima vicino Lucerna, Zurigo e Basilea ultima città Svizzera prima delle Francia, e infatti attraversata l'ultima zona industriale abbastanza bruttina di Basilea mettiamo piede in Francia, precisamente nella regione dell'Alsazia.
Cartelli indicano che stiamo costeggiando la route dei vini francesi, in effetti ci sono parecchi vigneti e campi agricoli, purtroppo il clima polare e la classica giornata invernale fanno si che i campi siano deserti e ricoperti da una spessa coltre di brina, l'autunno e i suoi colori sono infatti un lontano ricordo...
Raggiunto l'albergo nel paesino di Obernai,piccolo villaggio costituito da casette in stile Alsaziano che sembrano uscite da un quadro di Van Gogh, sganciamo i bagagli e partiamo subito per raggiungere Strasburgo, abbiamo infatti un nemico temibile: il tempo visto che farà buio molto presto.
Strasburgo, da lontano ci accoglie con le sue luci natalizie è infatti città capitale del Natale, www.noel.strasbourg.eu; l'addobbo natalizio è veramente curato non c'è albero che non sia decorato con luci anche molto spettacolari nè facciata di casa priva di festoni, ghirlande e anche di riproduzioni di cicogne, che è l'aninale simbolo della città; anche i cartelli stradali sono ingentiliti da rami ricoperti di bianco, inoltre come prevedibile non mancano gli onnipresenti mercatini anche se pare che quelli di Strasburgo siano i più antichi d'Europa.
Lungo le vie si incontrano parecchie bancarelle alloggiate in piccoli stilizzati chalet di legno che vendono un pò di tutto : artigianato vario, addobbi, dolciumi ...i mercatini non sono la mia passione devo però ammettere che l'insieme crea una bella atmosfera.
Esaurito l'effetto sorpresa iniziale il freddo pungente inizia veramente a farsi sentire, mi mette in difficoltà anche se ci sono abituata, non voglio abdicare rifugiandomi in qualche bar così inizio a combatterlo con metodo scientifico ed empiricamente sperimentato , ossia a suon di vin brulè che viene venduto in molte bancarelle, noto che la bevanda ha successo unanime tra visitatori e strasburghesi che si riuniscono in circolo tra gli stand per questa originale forma di aperitivo.
Addentrandomi nel centro storico vedo le classiche casette a graticcio o colombaine ( mi pare si dica così in francese) dipinte di bianco o colori tenui con travi di legno a vista numerose finestre e i tetti spioventi, sono veramente molto belle e addobbate a festa danno un' immagine incantata da boccia di cristallo, sarà banale dirlo ma sembra di essere in una fiaba, arrivo quasi a commuovermi e la magia del natale si impadronisce per qualche istante di me, diciamo pure che presa dai soliti mille impegni quotidiani ero arrivata quasi a dimenticare di essere ormai a metà dicembre , ma un 'atmosfera del genere non lascerebbe impassibile nemmeno il vecchio mister Scrooge ...
Arrivo alla Grande isola, l'abitato che sorge tra i canali ramificati del fiume III ( che si pronuncia ell ) anche qui strade, palazzi e case hanno mantenuto il loro aspetto originario, tutto molto caratteristico, la Grande Isola che si trova nel centro storico di Strasburgo è peraltro inclusa nell'elenco dei patrimoni dell'Unesco, anche la petite France è un quartiere molto bello che ha mantenuto intatto il suo aspetto di casette di artigiani e pescatori.
Il centro è piccolo e ben presto arrivo alla cattedrale di Notre Dame dall'aspetto cupo e severo, è infatti uno straordinario esempio di gotico, dalla sagoma svetta il campanile alto più di 140 metri, sul quale però per una volta non salgo, all'interno della cattedrale nella navata destra è presente l'orologio astronomico.
Per la sera optiamo per il ristorante Au Point Sant Martin vicino all'omonimo ponte, la location è veramente bella, interni caratteristici in legno, seggiole e tavoli in stile e suppellettile alsacien style,,,sembra quasi una cena contadina di Bruegel il vecchio ( evvai di paragoni pittorici ), purtroppo l'incontro con la cucina alsaziana si rivelerà meno idilliaco del previsto, scelgo un menu che prevede un patè saponifero ( ma non erano i francesi i sommi padri del patè ?) e un secondo piatto a base di carne di pecora, patate e altre verdure poste in un unico pentolone di coccio dall'aspetto poco invitante ma tutto sommato commestibile.
Il posto è bello, vedo ai tavoli anche qualche vip (inteso come very inutil people di stanza a strasburgo per l'europarlamento) a quanto pare si tratta di un ristorante rinomato, non mi sento comunque di bocciarlo in toto, forse sono stata sfortunata nella scelta del menu.
Dopo la lauta cena uscire al freddo mi spaventa un pò, ci attardiamo un pò all'interno del ristorante assaggiando alcuni tipi di acquavite che il cameriere dice essere un antidoto contro il freddo invernale, ringalluzziti dalle grapette usciamo in strada, purtroppo a causa della giornata infrasettimanale e del freddo c'è ben poca gente in giro, così senza dritte di indigeni o indicazioni di locali per non rischiare l'assideramento ammainiamo le bandiere e torniamo in albergo;peccato, pur non ritenendo Strasburgo una capitale della vita notturna sono convinta che conoscendo i posti giusti magari frequentati da universitari ci si possa divertire.
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