Fa sempre piacere vagare per Berlino liberi da ogni pressione turistica, senza l' ansia del vedere a tutti i costi, ci si può concentrare sui dettagli, sulle periferie, sui luoghi considerati minori ma dai quali traspare la storia vissuta, tragica e tormentata del Novecento europeo.
Berlino è sempre in movimento, un cantiere infinito dove lo spazio cambia e si modella, una città di pieni e di vuoti, aiutati da una rete di trasporti tra le più organizzate d’ Europa al confronto della quale le grandi città italiane possono solo impallidire, si vaga da ovest ad est e viceversa alla ricerca di visioni e suggestioni.
Berlino per quanto mi riguarda è una città di fantasmi esorcizzati, città imperiale prima, poi coinvolta nei deliri del terzo Reich e delle opere monumentali del binomio Hitler e ( dell’ architetto ) Speer che sognavano una Berlino fatta di marmo bianco e di opere faraoniche che l’ inizio della seconda guerra mondiale fece fortunatamente naufragare.
Non naufragò invece l’ assurda tragedia dell’ Olocausto.
La Battaglia e la presa di Berlino da parte dell’ armata Rossa ridisegnò gli scenari cittadini.
La guerra Fredda tra le potenze vincitrici della guerra che si erano spartite il controllo della città, ridotta ad un cumulo di macerie, portò nel 1961 ad un muro mano a mano più solido e invalicabile che trasformò la parte occidentale della città sotto il controllo di americani, inglesi e francesi, in un’isola nel mare nel mondo comunista sovietico della cortina di ferro.
L’ est Berlin divenne luogo vuoto e grigio sotto il controllo della Stasi, guardatevi il film le vite degli altri.
Dopo tanti anni che mancavo da Berlino ne percepisco l’ evoluzione continua, i cantieri sempre aperti le varie anime che convivono in un atmosfera internazionale condita dall’ apertura e dalle gentilezza dei berlinesi.
Scrivo queste note sulle note di Carolyne says tratto dal recente Live At St. Ann's Warehouse di Lou Reed che testimonia su cd e dvd i concerti del tour mondiale 2007 in cui il rocker americano presentò integralmente e per la prima volta uno dei suo capolavori quel Berlin del 1973 che non deve mancare in nessuna discografia che si rispetti.
Berlin con la sua atmosfera decadente mitteleuropea di una Berlino dall'anima spiritualmente divisa in due e dal corpo mutilato per via del muro, rifugio di bohemien, musicisti, pittori avanguardisti, tossici e falliti.
La Berlino anni 70 culla dell'elettronica dei Kraftwerk, dell’ eredità del teatro di Brech, della trilogia malata di Bowie, di Brian Eno, Iggy Pop e di Christiana F. e il famoso zoo, che quasi a leggere il libro ti viene voglia di farti una pera, un mondo che non esiste più, si potrà dire meno male fin che si vuole, ma non basta per allontanarne la mitologia che fa da specchio al vuoto del presente.
Il mondo è cambiato velocemente in vent'anni anche se è sembrato un battito di ciglia lontani i tempi in cui Bowie nel 1977 cantava Heroes : essere eroi solo per un giorno, ispirato dalla storia o leggenda di due ragazzi che si incontravano di nascosto tutti i giorni davanti al muro e che lui vedeva dalla finestra dello studio di registrazione.
Sebbene niente ci terrà uniti
Potremmo rubare un po' di tempo,
per un solo giorno
Possiamo essere Eroi, per sempre
Che ne dici?
Preistorici ormai i tempi in cui Bruce Springsteen tenne a Berlino est ( 1988 ) il più grande concerto mai fatto da quelle parti, si parla di 160000 spettatori e lesse in tedesco :
"I want to tell you I'm not here for or against any government...I came here to play rock 'n' roll for you East Berliners in the hope that one day all the barriers will be torn down."
Le crepe nel muro c'erano già in quei giorni e nel famoso 1989 la svolta partì dall' Ungheria.
A celebrare la riunificazione ci fu il concerto evento di Roger Waters del 1990 che per festeggiare la caduta del muro ripropose faraonicamente il famoso The wall dei Pink Floyd con ospiti di calibro internazionale nello spiazzo enorme e polveroso della Potsdamer platz che ora è stato riempito da grattacieli, cinema e centri commerciali.
Berlino ha sempre ispirato, il regista Wenders ci è tornato due volte con i suoi angeli prima con il cielo sopra Berlino del 1987 ( che personalmente adoro ) e poi con il meno rilevante seguito Così lontano così vicino del 1993.
Non dimenticando ovviamente gli U2 che negli studi berlinesi Hansa Ton, che Bowie rese famosi, registrarono il loro Achtung Baby pubblicato del novembre 1991 e iniziarono una svolta sonora non sempre condivisa dai fans ma che in questo caso regala un album quasi perfetto.
Un video di One fu girato a Berlino e il successivo Zoo tour mondiale con le trabant appese sul palco li consacrò ancor di più star internazionali.
A Berlino si viaggia nel tempo con il museo di Pergamo a Mitte tra l' antica città ellenistica di Pergamo ( ora Turchia ) e la magica Babilonia.
Vago qua e la rilassandomi nel Treptower Park parzialmente innevato con anatre e cigni che nuotano nella Sprea , cerco il monumento all’ Armata Rossa con il cimitero di guerra di 5000 degli 80000 soldati russi che persero la vita nella finale battaglia di Berlino, chiedo ad un vecchio che mi parla in Russo, trovo il soldato che spezza la svastica e una serie di monumenti sovietici.
Giungo fino a Pankow con nelle orecchie live in Pankow dei Cccp .
Tre giorni a Berlino passano lentamente senza fretta bevendo birra Berliner nei locali di Kreuzberg e Friedrichshain o al Kunsthaus Tacheles e mangiando hot dog, borek la variazione tedesca del burek balcanico o kebab nei mille chioschi disseminati per la città.
Mancavo da Berlino dal 2003 , troppi anni non credo che ne passeranno altrettanti prima che ci rimetta piede