VENERDI’
A Bergamo, prima sorpresa, oltre a Leo becchiamo il mitico Melandri che era da una vita che non lo incontravo… nonostante i contatti telefonici non ci siamo mai incrociati durante il weekend, anche perché frequentavamo zone serali diverse.
Anche con lo sciopero, volo puntuale e, mentre il Vale come al solito si addormenta, faccio notare al Rosso che sul Magazine della Ryan ci sono le frasi da utilizzare in viaggio, una in particolare ci colpisce… “do you kiss strangers? no! let me introduce myself”
Atterriamo a Liverpool verso le 11 e mezza, prendiamo il classico black cab e in neanche mezz’ora siamo al nostro ostello, il YHA (che si dimostrerà un’ottima sistemazione come location, pulizia e costo)
Molliamo i bagagli in camera e ci fiondiamo nel giro cittadino.
C’è un po’ di sole, se non fosse per il vento si starebbe da Dio anche senza giacca.
Iniziamo risalendo la strada che ci porterà verso il centro di Liverpool; come prima cosa vediamo sulla sinistra l’Albert Dock, il vecchio centro portuale della città, trasformato in zona “culturale-turistica” con vari musei e attrazioni.
Infatti nel 2008 è stata città della cultura europea e tutto il centro è nuovissimo e pulito, ma appena si esce un attimo si intravede la vera e vecchia Liverpool.
Decidiamo di dedicare il giusto tempo all’Alberto Dock nei giorni seguenti e proseguiamo nella zona pedonale.
Queste vie sono tutte appena ristrutturate e si è circondati da negozi su negozi.. mi sembra quasi di essere nell’Outlet di Serravalle Scrivia, così decidiamo di uscire ed entrare nelle viuzze circostanti che almeno mantengono le caratteristiche costruzioni con i mattoni rossi e le insegne dei vecchi pub.
Sarà per la fame, ma soprattutto per la sete, che entriamo in uno di questi e siamo subito in “clima” con Fish & Chips e una pinta di birra.
Opto per una marca mai provata, la Strongbow, ricevendo insulti dal Rosso visto che scopriamo che è una birra al cidro di mele.. una cosa orrenda.
Nel frattempo notiamo che nel pub verso le 2 di pomeriggio la gente tazza già che è un piacere..
Un gruppo di ragazzi e ragazze ordina Jin-Lemon e birre in continuazione e una tavolata di 4 signore sui 40 si siede con due bottiglie di vino rosso.. e io con la mia birra al cidro di mele mi sento un po’ una fighetta.
Usciti dal pub, senza quasi volerlo, arriviamo a Mathew St, la via dei Beatles; subito ci sono le statue dei 4 ragazzi in sul cornicione di un palazzo e poi tutti i locali annessi ai Fab 4.
Davanti alla statua di John Lennon un giovane iperattivo (chissà cosa si era appena sparato) ci fa una foto ed inizia raccontarci di sua mamma italiana… e di quanto abbia nel cuore la nostra cara patria…
Lo lasciamo giusto prima che sputi una ciccata di proporzioni enormi… e dovendo scegliere tra il Lennon Bar e il Cavern Club, optiamo per il secondo.
Per chi conosce i Beatles, sa l’importanza che ha avuto il Cavern, essendo uno dei primi posti dove hanno suonato e che ha contribuito a farli conoscere.
Ora il Cavern Club è una ricostruzione di quello originale (demolito per far spazio ad un centro commerciale..) e attira migliaia di fans.
L’ambiente però è bello, con la scalinata che ti porta nel piano interrato, dove oltre al bancone c’è il palco dove suonano.
Optiamo per una pinta, stavolta normale non al cidro, mentre un cantante accompagnato con la chitarra esplora il vasto repertorio dei Beatles.
Giriamo bene per il locale dove ci sono vari spazi a loro dedicati, tra cui un filmato in cui si vede Ringo Star che ritorna nel locale atteggiandosi da gran gallo.
Usciamo guardando il programma per le serate… e purtroppo ci sono solo cover band… tra cui i famosi OAZIS e i GREEN DATE.
Torniamo nella zona pedonale e proseguiamo fino alla Torre della Radio ed andiamo al Saint George'sHall con la sua scalinata.
Il sole è sceso ed inizia a fare freddino, però la gente in giro sembra non sentirlo.. mi stupisco a guardare la gente che gira in maglietta, altri con una felpa leggera aperta..mentre alcune ragazze girano con i bigodini in testa.
Proseguiamo fino alla Liverpool Cathedral e poi decidiamo di andare in avanscoperta nelle strade della movida cittadina (Wood st, Fleet St, Seel St)
A primo impatto la zona mi piace, son tutti palazzi e case con mattoni rossi, niente sembra nuovo, al massimo è ristrutturato.. e comunque non c’è quel senso di pulizia della zona pedonale.. ci son cantieri lasciati a metà e i classici negozi di vinili.
I locali iniziano ad aprire, si capisce che è presto, ma è impressionante il numero.. e la disposizione. Uno attaccato all’altro, e questo promette bene per la serata.
Andiamo a farci un’altra pinta in un vecchio pub, il locale trasuda di “vissuto”, dentro alcuni ragazzi stanno già barcollando e al bancone ci sono dei vecchi che si fanno in solitudine la loro pinta quotidiana.
Mentre sto leggendo la targhetta che dice “il pub dove John e Paul si sono incontrati la prima volta” (etichetta che penso avranno quasi tutti i pub di Liverpool) vengo distratto dalla giovane barista.. che mi chiede cosa voglio mettendomi in faccia la sua scollatura prominente.
Inutile dire che di pinte ce ne faremo due… e constateremo che una confezione di pistacchi costa più di una pinta (2.50 sterline vs 2.00), e un vecchio con la maglia del Newcastle martellerà in un’ora più di noi nell’intero weekend.
Tornando in ostello per prepararci per la serata che si preannuncia ottima, incroceremo un gruppo di pischelli… avranno 12anni e si stanno tracannando coca corretta rum.. ed alcuni sono già sul “Mortirolo”.. guardo l’ora..Sono le 7 di sera.
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Se riesco x domani metto la prima serata!