Sabato inizia tardi. Decidiamo di andare in centro e sceglierci un ristorante per pranzare. La scelta cade su un ristorante italiano, dato che all’estero ogni tanto provo un nostro ristorante per vedere alcune cose. Nei miei viaggi ne ho viste parecchie su quel fronte.
Devo dire che non era male e la scelta si è rivelata azzeccata anche per un altro motivo: hanno una sala non fumatori.
Non ci sembra vero.
Il Gustel, praticamente a digiuno dal suo arrivo, sceglie un tris di primi:
750 grammi di pasta!
Una cosa mai vista. Giuro, almeno questo riportava il menu. A me saranno sembrati “solo” 500, ma resta pur sempre un signor piatto extralarge. Io opto per un “più normale” piatto di circa 150, sempre tanti ma ne avanzerò un po’. Il Gustel no, finirà il suo piatto da 750.
Usciti, decidiamo di incamminarci e tornare in camera.
Lungo il tragitto noto un quartiere molto caratteristico. A me ha ricordato kazimierz di Cracovia, solo in versione più originale, meno “restaurato”.
Allego qualche foto
(le mura)
(alcune vie)
Girando qua e là noto un ristorante. È poco lontano dall’albergo e penso subito di valutarlo come possibile location per la cena serale.
Tornati in camera decido di rimanerci, mentre i miei due compari scelgono di tornare in centro per fare shopping.
Una volta rientrati ci prepariamo per la serata.
Giunti nel quartiere del pomeriggio, guardiamo fuori dalle finestre del ristorante e colgo al volo un particolare:
“hanno il pelo di qualcosa sulle sedie. Mi affascina, scegliamo questo”.
La decisione passa ai voti e viene approvata all’unanimità.
Apriamo la porta e come questo avviene tutti i presenti si voltano verso di noi. Siamo squadrati, fissati all’improvviso. Proprio come la scena di Fracchia in Transilvania (
http://www.youtube.com/watch?v=4ifRkiy0-sE&feature=related). La scena madre di tutto il soggiorno.
La visione che ci appare è di un folklore affascinante.
Il ristorante consta di:
- un’unica sala di circa 70 mq
- una tavolata mista di circa 12-14 persone e altri 2 tavoli da 4, totale 20 coperti circa
- pura pelle di pecora sul sedile di tutte le sedie in legno massello
- bagno con coperta a uso tendina incorporata
Una vera e propria stanza di una casa adibita a ristorante. (allego foto scattata sulla porta d’ingresso il giorno dopo, quando purtroppo il ristorante essendo domenica era vuoto).
Ad allietare la serata un megaimpianto mixer con casse incorporate e musica folk locale ad altissimo volume con canzoni cantate dai commensali della megatavolata che, in chiara estasi da alcool, si divertono a cantare a squarciagola pezzi improponibili. Da notare che l’alcool di quella tavolata è servito proprio come fosse una casa: bottiglie sul tavolo e bicchieri “da casa” riempiti della loro tzuisca (grappa di prugne) e altri alcolici.
L’ambientazione è fantastica.
Ci accomodiamo all’unico tavolino rimasto.
Quando pensiamo di aver toccato vette insuperabili di volgarità locale dobbiamo ricrederci.
Dopo aver ordinato da bere notiamo che la gentile cameriera deve uscire per andare in cantina a prendere le bottiglie ordinate che ci vengono portate al tavolo senza bicchieri, i quali sono un optional da ordinare altrimenti… buona bevuta a collo!
Fantastico.
Per aperitivo la cameriera ci fa dono di dolcetti di pastafrolla ripieni di marmellata.
Ordiniamo un piatto tipico rumeno, servito per 3 persone:
cosce di pollo ripiene di funghi, formaggio, prosciutto e con riso e verdure per condimento.
Un buon piatto, ma la serata toccherà vette ancora più alte qualche minuto dopo.