Gironzolando per l'Asia

[darietto]

Con "solo" quasi cinque mesi di ritardo, a brevissimo, la prima parte del mio viaggio in Asia.
Sto diventando peggio del Geometra, ho i viaggi che mi si accavallano...

Intanto vi metto le tappe:

Milano-Istanbul-Bangkok-Laos-Vietnam-Bangkok (serata di capodanno)-Phuket-Istanbul-Venezia

[darietto]

11/12 Istanbul

Undici dicembre 2009, ore cinque del mattino, Milano. Classica destinazione, Bangkok, classica compagnia, Turkish Airlines. Volo in ritardo di un’ora, atterro nel primo pomeriggio e mi faccio timbrare per la prima volta il passaporto nuovo. Prendo la metro, due lire turche ed un cambio mi fa arrivare direttamente in Santa Sofia. Li incontro Anastasia (Asia), una ragazza russa che ho conosciuto anni fa in vacanza ed attualmente si occupa di project finance in Turchia. Giusto il tempo di un saluto e lei torna in ufficio, ci saremmo rivisti a cena.

Inizia a piovere copiosamente ed io naturalmente non ho nessun ombrello con me . Dopo essermi fatto rapinare da un venditore abusivo di ombrelli (con la stessa cifra ne compravo dieci dai cinesi dietro casa mia ) vado alla ricerca del mio “hotel”. Secondo il sito internet dovrebbe trovarsi a cinque minuti a piedi dalla Moschea Blu, in pratica avendo come unico riferimento una mappa presa dal loro sito internet la cosa si complica abbastanza.

Dopo brevi ma decisamente infruttuose ricerche decido di abbandonare la ricerca e vado a fare un giro a piedi in centro. Ovviamente, proprio come nelle più scontate barzellette, trovo l’hotel. Hotel, più che altro un B&B gestito da due simpatici ragazzi turchi. Struttura più che buona specialmente per la cifra pagata, 20€.
Infilo l’unica cosa che ho di pesante, un maglioncino di cotone e parto a vedere la fu Costantinopoli.
Nonostante non fosse la mia prima volta in città, il clima invernale la rende nuova, i monumenti assumono colori mai visti e l’assenza di turisti, le foglie che cadono ed il vento che soffia tra gli alberi (si, lo so, fa molto poesia di Prevert) le conferiscono un’atmosfera deliziosamente malinconica.

Il mio giro in città è sempre lo stesso, mi piace partire dall’università, percorrere İstiklâl Caddesi fino a raggiungere, dopo pochi minuti il centro storico della città, Moschea blu e Santa Sofia per proseguire, costeggiando le mura fino all’attracco dei traghetti. Nonostante il tempo effettivamente pessimo (per fortuna almeno ha smesso di piovere) passo il ponte sul Bosforo, sono di nuovo in Asia.

Per la prima volta vedo la torre illuminata ma non riesco a gustarmela. E’ arrivato insieme a me un tour organizzato che inizia a far casino con macchine fotografiche, ombrelli (ma se non piove perché lo tieni aperto mi chiedo io?) e cose varie. Si sta facendo tardi, sono già passate le sei e decido di tornare indietro. Saluto l’Asia e mi soffermo un po’ a guardare i pescatori sempre presenti sul ponte che taglia il Bosforo; chissà mai se e cosa pescheranno.

A cena mi ritrovo con la mia amica la quale, pensando di farmi piacere, mi porta a mangiare da Pizza Hut . Sinceramente per nulla male, anzi. Chiacchieriamo un po’ girovaghiamo per Taksim, beviamo una Efes beer ma il tempo è tiranno.
A mezzanotte circa ci salutiamo e torno in hotel. Cuffiette, Iphone e via! Decido di non prendere un taxi ma tornare a piedi. Nonostante lo sguardo perplesso di Asia non avrei mai immaginato che fosse così distante dal mio hotel, quasi un’ora di cammino.
Fatica e freddo però oltre che ricompensati da una visione unica di una Istanbul vuota, senza turisti, senza locals, solo “mia”.

Alle cinque suona la sveglia, cinque e mezza ho il taxi che mi aspetta per portarmi in aeroporto. Già mi immaginavo un taxi scassatissimo ed un’autista spericolato come tutti raccontano ed invece no; con mia estrema delusione mi aspetta una nuovissima Ford ed un autista che dire prudente è poco.
Aeroporto, faccio il check-in, vado a fare colazione da Starbucks e mi imbarco sul volo per Bangkok. Uneventful, passerò il mio tempo a mangiare ed a giocare a blackjack con la mia vicina di posto diretta in Australia. Alle 22 finalmente si atterra e vengo subito avvolto dal caldo umido della Thailandia.

Esco dall'aereo e sorrido. Bangkok, je suis arrivé…………

[Moran]

Nonostante il tempo effettivamente pessimo (per fortuna almeno ha smesso di piovere) passo il ponte sul Bosforo, sono di nuovo in Asia.

Non per fare il pignolo, ma con l'itinerario che hai descritto forse intendi il ponte sul Corno d'Oro (quello sotto Galata per intenderci) e dall'altra parte di quello sei ancora in Europa geograficamente...
Se invece intendi proprio il ponte sul Bosforo, beh, complimenti per la passeggiata! Anche io ne ho fatta di strada a piedi a Istanbul, ma dalla Moschea Blu fin laggiù tutto d'un fiato è proprio un bel tragitto.

[Moran]

Ah, dimenticavo: massima invidia fin d'ora per il giro complessivo!

[cozzi11]

Mi sono sempre dimenticato di chiederti se sei mai andato a vedere degli incontri di Muay Thai o Thai Boxe in Thailandia.

[darietto]

Nonostante il tempo effettivamente pessimo (per fortuna almeno ha smesso di piovere) passo il ponte sul Bosforo, sono di nuovo in Asia.

Non per fare il pignolo, ma con l'itinerario che hai descritto forse intendi il ponte sul Corno d'Oro (quello sotto Galata per intenderci) e dall'altra parte di quello sei ancora in Europa geograficamente...
Se invece intendi proprio il ponte sul Bosforo, beh, complimenti per la passeggiata! Anche io ne ho fatta di strada a piedi a Istanbul, ma dalla Moschea Blu fin laggiù tutto d'un fiato è proprio un bel tragitto.

Si, errore mio, intendevo il ponte sul Corno d'Oro. Però a me han sempre detto che li è già Asia, non è vero?

Ah, dimenticavo: massima invidia fin d'ora per il giro complessivo!

Grazie! Viaggio post-laurea

Mi sono sempre dimenticato di chiederti se sei mai andato a vedere degli incontri di Muay Thai o Thai Boxe in Thailandia.

No, non ho mai avuto l'occasione.

[darietto]

11-13/12 Bangkok


O la ami o la odi, non ci sono vie di mezzo. Ed io la amo alla follia. Amo camminare nelle strade piene di gente, amo vedere la folla dei turisti in Khao San, amo correre la mattina presto sul lungofiume, amo il suo mix di spiritualità e corruzione morale, insomma, Bangkok, je t’aime.

La città mi saluta sempre uguale, il suo caldo umido mi avvolge mentre cammino dentro al finger e la tagliente aria condizionata mi risveglia dopo dieci ore di volo. “Good evening Sir, welcome back in Thailand, have a nice stay” mi dice il doganiere dopo avermi fatto notare che dall’ultima mia visita avevo cambiato il passaporto. Sawasdee, Sawasdee, rispondo io nell’unica parola thailandese che conosco, ritiro il mio zaino da settantacinque litri e quindici kg e salgo sul primo taxi.
Where Sil? (la r in Thailandia è pronunciata quasi fosse una l)
Kaho San Road pls,
Kaho San load? 500 hundled bath (circa 10€)
Meter pls
Metel? Metel? Metel is expansive sil
I know but I want meter fare, meter pls
Ok, metel.
Alla fine ne pagherò 280
Stessa cosa al casello dell’autostrada. Mi chiede 50 bath ma sono solo 20 di pedaggio e lo so. Gliene passo 20 dicendo, twenty e lui risponde, yes sil, 20,20. Non lo fanno con cattiveria, ci provano, è un gioco, bisogna conoscere le regole e non alterarsi ma sorridere, sorridere sempre.

A Bangkok ci sono delle ore in cui il traffico è infernale, le 11 di sera del capodanno thailandese (o del compleanno del Re, non ho capito) è una di quelle. Imbottigliati davanti al monumento alla democrazia e senza nessuna possibilità di soluzione rapida decido di scendere e farmela a piedi. Quindici chili di zaino e trenta gradi non sono però l’ideale per fare un km e mezzo di strada così a metà sosta ristoratrice, che durerà più di un’ora, e due birre da 66. Stanco ed un po’ alticcio fermo il primo motorino che passa e per un euro mi faccio portare al mio alloggio. Dopo un check in decisamente lungo ed un’altra birra entro finalmente in camera e mi addormento quasi immediatamente ancora mezzo vestito.

La mattina dopo alle nove la sveglia suona implacabile. Abbastanza intontito mi vesto, bevo un tea e prendo un taxi per il consolato birmano dove chiederò il visto per il Myanmar. Pensavo di poterlo fare in giornata e partire subito la mattina seguente per Yangoon ed invece no . L’impiegato è irremovibile e mi dice di tornare a ritirarlo il giorno dopo. Ufff, piani saltati. Vabbe’ non tutto il male viene per nuocere, prendiamola con filosofia mi dico. Ed infatti conosco due ragazzi italiani che da qualche mese stanno girando l’Asia ed andiamo a fare colazione insieme. Colazione che in realtà assomiglia più ad un pranzo in quanto è formata da involtini primavera e dalla sempre presente Chang beer. Chiaccheriamo un po’ e verso mezzogiorno ci diamo appuntamento per trovarci a cena.

Torno velocemente in hotel, prendo la digitale e vado a camminare a caso per le vie che portano alla montagna d’oro. Bangkok l’ho vista tutta nel mio scorso viaggio ma questo posto mi aveva lasciato abbastanza impressionato; dall’alto si gode di una pace e di una tranquillità inimmaginabili, mi siedo e mentre guardo il panorama ascoltando un po’ di musica trovo in tasca uno scontrino fiscale con scarabocchiato dietro un numero di stanza, un nome – Anna – un numero di cellulare finlandese e la scritta, call me tomorrow. Guardando l’orario mi accorgo che era qualcuna conosciuta la sera prima. Non me la ricordo proprio, non so chi fosse, non l’ho mai chiamata – sliding doors.

Esco e ritorno in strada e decido di prendere una barca che fa la spola tra le due sponde del Chao Pra per andare a vedere prima il Wat Arun, il tempio dell’alba e poi camminare un po’ per le vie piene di gente, suoni ed odori. Magio qualcosa di non definito da un venditore di strada e compro una coca del 7-11 che gli sta a fianco, riattraverso il fiume e vado a farmi leggere la mano da un vecchietto al mercato degli amuleti.
Vecchietto che ovviamente parlava solo thai quindi non ho capito assolutamente nulla di quello che mi ha detto.
Ma tempo scorre, è ora dell’aperitivo! Torno in hotel, doccia e corro al solito bar a bermi una Tiger. Ci sono posti dove ci si sente a casa anche se si è 10.000 miles aways from home e questo è uno di quelli. Ci son stato la prima volta che sono arrivato a Bangkok da solo, mi son trovato bene e da allora ci ritorno sempre con piacere. Quest’anno la promozione è “prendi una San Miguel e ne avrai una in omaggio”. Ovviamente non me la faccio scappare e così ancor prima di mangiare ho già un litro di birra in circolo. Tanto, teoria mia, con il caldo che fa a Bangkok nulla fa effetto. E fino ad ora ho sempre avuto ragione (quasi...).

Alle otto mi trovo a cena con i due ragazzi (in realtà ragazzo e ragazza) italiani. Parliamo, mangiamo e ci raccontiamo un po’ dei nostri viaggi. Finché, ad un certo punto, non passa Lui, il vero protagonista della serata. La persona in questione è un signore ormai avanti con gli anni, capelli lunghi ormai bianchi che abita in una famosa località montana dell’India e che i due avevano già incontrato qualche settimana prima in treno. Perché dico esser lui il protagonista? Semplicemente perché passeremo tutta la serata a sentire i suoi racconti, le sue esperienze negli anni ’70 ed ’80 quando l’India era davvero altro e non contaminata dai turisti di adesso (altra gente, altri valori, altre motivazioni diceva). Serata fantastica!

La mattina dopo mi alzo con un decisamente forte mal di testa. E’ abbastanza tardi, faccio colazione e vado nella “nuova Bangkok”, quella dei centri commerciali e delle nuove tecnologie a basso costo. Basso costo forse una volta perché dovendo cercare un BlackBerry per un conoscente mi accorgo che i prezzi son decisamente più alti che in Italia.
Faccio colazione in uno pseudo bistrò francese e vado a ritirare il mio passaporto; che tanto non mi interessa più. Il perché lo scoprirete tra poco

[Leia74]

Si, errore mio, intendevo il ponte sul Corno d'Oro. Però a me han sempre detto che li è già Asia, non è vero?

Non e' vero. L'Asia e' di la' dal Bosforo. Sia la parte di Sultanhamet che quella di Galata-Taksim sono Europa

[Moran]

Non e' vero. L'Asia e' di la' dal Bosforo. Sia la parte di Sultanhamet che quella di Galata-Taksim sono Europa

Eh sì, la geografia almeno dice così. Infatti mi sono sentito in Asia la mia prima volta quando ho preso il traghetto per Kadikoy.

[cozzi11]

No, non ho mai avuto l'occasione.

Peccato,i migliori stanno lì,anche se il campione del mondo ce l'abbiamo noi ,però sarebb einteressante vedere come si allenano i bambini,lì incominciano prestissimo

[style]

non esistono ponti tra istanbul asia e istanbul europa. Taksim è europa, come il quartiere galatasaray.
Dal 2011 invece ci dovrebbe essere marmarys, cioè il tunnel sotterraneo che colleghera la metro/treno (non ricordo) con la parte asiatica, offrendo una alternativa al traghetto.
Cmq istanbul ho camminato su e giù come un negro, ho male alle caviglie solo al pensiero. Ci tornerò solo per fare acquisti al bazaar

[namasté]

non esistono ponti tra istanbul asia e istanbul europa.

forse non ti ho capito, perchè mi sembra il contrario. Mi viene in mente il ponte che si percorre con il bus che dall'aeroporto di Sabiha, attraversando il bosforo, ti porta a taksim square.
Mentre per il galata bridge concordo con Leia

[Leia74]

non esistono ponti tra istanbul asia e istanbul europa.

Mi dispiace ma sbagli. Ci siamo proprio passati sotto con la mini-crociera sul Bosforo
Collega la parte a nord di Taksim (dove c'e' il palazzo Dolmabahce) all'altra sponda.

[Moran]

I ponti sul Bosforo, per la precisione, sono due e stanno progettando il terzo.
http://it.wikipedia.org/wiki/Bosforo

[Jena Plissken]

non esistono ponti tra istanbul asia e istanbul europa.

Mi dispiace ma sbagli. Ci siamo proprio passati sotto con la mini-crociera sul Bosforo
Collega la parte a nord di Taksim (dove c'e' il palazzo Dolmabahce) all'altra sponda.

infatti esistono eccome anzi sarebbe impossibile il contrario

[namasté]

non esistono ponti tra istanbul asia e istanbul europa.

Mi dispiace ma sbagli. Ci siamo proprio passati sotto con la mini-crociera sul Bosforo
Collega la parte a nord di Taksim (dove c'e' il palazzo Dolmabahce) all'altra sponda.

infatti esistono eccome anzi sarebbe impossibile il contrario

ah, ecco, allora non sono completamente rincoglionito
comunque sia, più che questa simpatica disputa sui ponti credo che a tutti interessi maggiormente il seguito del racconto, che il buon Dario ha un po' accantonato . Forza amico - se puoi - che il Laos m'ispira assai.

[cametauval]

Ah, dimenticavo: massima invidia fin d'ora per il giro complessivo!

pure mia

[darietto]

comunque sia, più che questa simpatica disputa sui ponti credo che a tutti interessi maggiormente il seguito del racconto, che il buon Dario ha un po' accantonato . Forza amico - se puoi - che il Laos m'ispira assai.

Purtroppo lavoro ed impegni internazionali (anche lavorativi) mi hanno tenuto lontano dall'andare avanti.
Appena ho un po' di tempo però prometto che scrivo il seguito