Cercherò di ripercorrere i tre viaggi in Corsica,in attesa del quarto previsto per la prossima estate...E peccato che i traghetti dall'Italia siano solo stagionali.
Premessa necessaria. Da quando ho "figliato" d'estate le vacanze sono sinonimo di montagna (quando si può) e mare, perchè il mare "fa bene ai bambini".
E’ iniziato tutto così, in sede di pianificazione delle vacanze estive, un salto in libreria e l’acquisto della guida Clup sulla Corsica.
Già… le guide Clup… erano mitiche allora: alternative quanto basta, ben scritte, una strizzata d’occhio all’antropologia un'altra all’ecologia.
E poi volete mettere? Pochissime foto, non belle e in un austero bianco e nero.
Insomma erano un necessario corollario per il viaggiatore consapevole ed orgogliosamente appartenente all’intellighenzia culturale di sinistra di quell’ Italia degli anni ’90.
Un po’ come il “Manifesto” ripiegato nella tasca posteriore dei jeans, di cui andavamo fieri e che era simbolo di comunione di idee e di obiettivi con altre persone.
Ma torniamo alla Corsica e alla parte introduttiva della citata guida Clup.
"Vorrei dire, senza timore di esagerare, che un soggiorno in Corsica è più di una vacanza: è un'esperienza unica, e non soltanto perchè la natura è affascinante e le esplorazioni attraverso l'isola consentono di ammirare panorami sempre nuovi, ma anche perché nell’Isola Bella si ha l’impressione di essere all’estero e nello stesso tempo in Italia.
Ma in quest’isola attraversata nei secoli da un’infinità di invasori, così vicina per lingua e cultura alla Toscana, come dovrà comportarsi, cosa dovrà andare a cercare il turista?
Dovrà scoprire la lingua, ascoltarli quando parlano in maniera che ci appare così vicina all’italiano, ritrovando vestigia di un’antica civiltà che sta morendo cancellata dalla forza e dal vigore di quella francese.
Dovrà scoprire un’arte che fa da ponte fra Pisa e la Corsica, visitare chiese, città, riscoprire i borghi pur non dimenticando le coste e un mare unico, eccezionalmente bello.
Dobbiamo essere attenti osservatori delle diversità, del processo di lenta assimilazione che la Francia va operando in Corsica, della debole presenza o assenza della lingua corsa nella scuola, alla radio, alla televisione, nei giornali.
E mentre esploriamo, osserviamo, viviamo in Corsica ricordiamoci sempre di parlare italiano, di non usare il francese: i corsi che lo vorranno potranno risponderci in corso e noi capiremo. In tal modo li aiuteremo a far sopravvivere una lingua che minaccia di spegnersi per sempre". (Sabino Acquaviva , introduzione a Corsica ClupGuide).
E’ così con queste poche righe che mia moglie riuscì a convincermi ad andare in Corsica. La prima volta nel 2000. E poi nel 2003 e nel 2007. Ogni volta ben più di due settimane siamo rimasti sull’isola bella, attestandoci a circa due mesi di permanenza, dapprima con una figlia e poi con due.
Da qui a conoscere l'isola e il suo popolo ce ne corre. Diciamo che ci siamo fatti un’idea di massima.
(continua...ma non troppo)