Budapest & Serbia 2010: il Coimbra colpisce ancora

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Re: Budapest & Serbia 2010: il Coimbra colpisce ancora

Messaggioda Lebowski » 09/09/2010, 11:43

geom.Calboni ha scritto:
Lebowski ha scritto:Non ricordo come è trascorsa la giornata, quindi passiamo subito alla serata.

Questa frase mi puzza... 8-) :D


Allora significa che la puzza delle macumbe lanciate dal coimbra è arrivata sino a Firenze. :)
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Re: Budapest & Serbia 2010: il Coimbra colpisce ancora

Messaggioda Lebowski » 13/09/2010, 12:57

L’indomani veniamo svegliati dal vociare di alcune comari serbe per la strada ma restiamo a letto. È presto (10:15) e non vogliamo alzarci.
La famosa cattedrale, visibile in qualunque punto della città, ci attende.
In un baldacchino del centro compro una maglietta della nazionale serba di calcio, versione “da riposo”.
Mangiamo, quattro passi per il parco della fortezza (notiamo che all’interno, proprio sotto le mura hanno campi da calcio e da basket) e asfissiati da caldo e afa decidiamo di tornare in ostello per prepararci per la serata.
Intanto decido di mandare un sms a una mia amica che era a Belgrado una settimana prima di noi.
Le chiedo se ha un posto, un locale da consigliarmi per la serata. Mi fa il nome di un bar, international house of globetrotter, o qualcosa di simile. È un po’ fuori dal centro, all’interno di un portone. Navigo un po’ in Internet e noto che è molto consigliato.
Cosi optiamo per una visita serale.
Torniamo in città, mangiamo e iniziamo la ricerca. In effetti è leggermente fuori dal centro ma una volta raggiunto l’indirizzo notiamo una cosa.
APPELLO PER GLI SCARAMANTICI: iniziate a grattarvi o a toccare ferro. Io vi ho avvisato.
Notiamo che non c’è movimento, nessuno che esce e nessuno che entra nel palazzo. Guardando meglio il portone notiamo che vi è apposto un manifesto funebre.
(giuro che è vero, ho fotografato il portone come prova. Ho deciso di non postare la foto – mi riferivo a quello quando scrivevo che c’è qualcosa che non so se postare, ma ho deciso che non mi sembra il caso).
Come lo vedo mi tocco e lancio un paio di anatemi al Coimbra che, stavolta, l’ha fatta proprio grossa. Il bar è di conseguenza chiuso.

Ma non disperiamo e decidiamo di andare in un baretto nel quartiere bohemienne.
Devo dire che di sera acquista un suo fascino. Forse è troppo commerciale (ci sono le classiche band di musicisti locali che fanno le serenate ai tavolini e i soliti venditori di rose).
Se fossi in dolce compagnia non mi dispiacerebbe, ma sono con G.
Beviamo quindi qualcosa e decidiamo di recarci verso i barconi sulla Sava.
Sul ponte incrociamo un gruppo di persone misto. E un ragazzo italiano mi saluta. GULP!
È uno dei ragazzi torinesi incontrati a Novi Sad.
Ci sta, è simpatico. Decidiamo di aggregarci a loro. 4-5 italiani, qualche inglese (madrelingua, poi non ho avuto modo di parlare con loro quindi non conosco la nazionalità) e poi altri/e che non so.
Dimenticatevi del giovedì descritto!
Il sabato è di tutto rispetto.
Una decina di zattere, musica a palla (di ogni genere), un via vai mostruoso.
Un casino.
Decidiamo di passare prima nell’olimpic, quello con musica dal vivo. Fa un caldo allucinante, che mi invoglia a bere.
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Re: Budapest & Serbia 2010: il Coimbra colpisce ancora

Messaggioda Lebowski » 19/09/2010, 1:01

Mi reco al bancone e parto con una vodka. La band fa punk. Ha una certa età, ma la particolarità è che suona per venti minuti, si ferma e il dj mette un po’ di rock ballabile, poi la band risale sul palco per altri venti minuti. Fa caldo, bevo una birretta e poi decidiamo di provare tutti gli altri barconi. All’Olimpic siamo sempre in tempo per tornare a sentire i venti minuti. In uno non riusciamo ad entrare, in un altro la fila è lunghissima. In altri c’è talmente tanta gente che inizia a mancare il fiato e dobbiamo uscire. Non ho molto da narrare sulla serata e sinceramente ora, a distanza di più di un mese, ricordo poco.
Ricordo solo che è stata una serata buona, sino alle 3 e mezza la musica è altissima, poi i primi barconi iniziano a chiudere i battenti. La nightlife del sabato è ottima sui barconi. Ma penso che il discorso valga solo per il sabato, per quanto riguarda il mese di agosto.
Ci risvegliamo la mattina seguente sempre in cantina. Faccio colazione, navigo un po’ in Internet e noto che fuori è nuvoloso. Il primo giorno della vacanza con nuvole minacciose. Incontro la sorella, quella meno bella, e mi chiede cosa faccio oggi. Le dico che non mi dispiacerebbe andare ad Ada Cingalia, una sorta di Idroscalo (ma molto più valido) di Belgrado. Mi invita andare con lei e sua sorella. Accetto. Avviso G. dicendogli di sbrigarsi.
Appena usciti mi attacco alla sorella carina, evitando l’altra sorella. È molto giovane, ma simpatica, si atteggia scherzosamente a vamp. Ricordo solo che, probabilmente, si è parlato in modo scherzoso di matrimonio con lei, dopo averle detto che mia sorella si sarebbe sposata sabato. Ma non ricordo come si sia arrivati all’argomento. Una cosa però ricordo bene: le nuvole sempre minacciose una volta arrivati in zona.
Ada Cingalia è un lago artificiale con zona spiaggia, da entrambi i lati, con baretti, ristoranti, baldacchini ai lati della spiaggia. Loro vanno in spiaggia, noi decidiamo di pranzare. Come finisco il pranzo ecco scendere le prime gocce di pioggia. Il Coimbra ha lanciato la nuvola su di noi. Scappiamo sul primo autobus e raggiungiamo la stazione. Prendiamo il biglietto del treno per l’indomani, andiamo a vedere poco distante i due palazzi sventrati dalle bombe per l’ultima idiozia nato di pochi anni fa, e nel frattempo la pioggia ha smesso di scendere. Ma ormai sarebbe stupido tornare indietro, non è comunque una bella giornata. Così saliamo su un altro autobus e torniamo in ostello.
Ci prepariamo per la serata e torniamo in centro, al solito ristorante.
Non abbiamo grandi aspettative, è domenica sera.
Infatti, poca gente in giro rispetto alle altre sere e dei tanti barconi del sabato sono rimasti solo i soliti tre e solamente uno è funzionante.
Così decidiamo di tornare in ostello.
L’indomani ci svegliamo, prendiamo il taxi, arriviamo in stazione e ci prepariamo per salire sul treno. 9 ore di viaggio e saremo ancora a Budapest. Io, G. e la fattura del Coimbra.
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Re: Budapest & Serbia 2010: il Coimbra colpisce ancora

Messaggioda Lebowski » 21/09/2010, 22:47

Il giorno precedente, al momento dell’acquisto del biglietto, qualcosa aveva destato dei sospetti in me. Da Budapest a Novi Sad il costo si aggirava sui 20 euro. Da Belgrado a Budapest il costo era 15. Strano, dato che il ritorno era anche più lungo. Ma non mi ero posto particolari problemi. All’arrivo in stazione noto, dopo pochi minuti, il perché di quel prezzo favorevole: manca il vagone ristorante. Purtroppo ho con me solo una confezione di pringles e non ho abbastanza tempo per andare a fare compere. Me lo dovrò far bastare per tutto il viaggio.
Saliamo e prendiamo due posti nello scompartimento, il treno è ormai già pieno.
I nostri compagni di viaggio sono due gemelli, che scoprirò poi polacchi, un ragazzo americano dall’aspetto da serial killer psicopatico e un vecchietto serbo.
L’aria condizionata è al palo, sembra di stare in Antartide.
I due polacchi fanno tutto all’unisono: se uno legge, l’altro legge; se uno scrive, l’altro scrive; se uno mangia, l’altro mangia; se uno si toglie gli scarponi e resta in calze, l’altro si toglie le scarpe e resta in calze; se a uno puzzano i piedi, all’altro puzzano i piedi.
L’aria diventa così inquinata. A me questi globetrotter da campeggio non sono mai stati simpatici, e il particolare del viaggio mi fa odiare ancora di più la categoria.
Sembra un film comico. L’altro passeggero è, come detto, l’americano. In nove ore di treno non si è mai alzato, nemmeno per sgranchirsi le gambe. Un ameba. Non ha mai aperto bocca, non è mai andato al cesso. L’unico movimento lo ha fatto per prendere una sorta di burro di arachidi da mangiare con i biscotti, come pranzo.
Otto ore immobile.
L’altro compagno di scompartimento è un vecchietto serbo, saluta e dopo qualche ora, fermi ad una stazione sperduta nelle campagne serbe si alza di scatto, bestemmia e scende di corsa. Appena in tempo prima che riparta il treno.
Il viaggio scorre via liscio, si segnala solo una cosa alla frontiera: dalla parte serba salgono due poliziotti per i controlli di rito. Uno dei due controlla i passaporti, l’altro è qualche metro più indietro a fare la stessa cosa in un altro scompartimento. Il primo, dopo aver controllato i nostri, ci chiede se siamo siciliani. Arrivato il compare sento che gli rivolge la parola e intuisco le parole “talianski”. “Ok, ci siamo, prepariamoci alla tangente. Io non sborso un euro, può andare a farsi fottere” penso subito.
Poi, si rivolge ancora a noi chiedendo conferma sulla nostra provenienza non sicula. Rispondiamo e ci sfotte con “no Sicilia? cosa nostra. Pam pam pam pam pam”. I due sgherri scoppiano a ridere, noi restiamo un po’ basisti.
Arriviamo a destinazione, prendiamo la metro e raggiungiamo il nostro ostello. È il dormitorio universitario, che d’estate viene adibito ad ostello. Posizione centralissima, pulito, molto buono.
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Re: Budapest & Serbia 2010: il Coimbra colpisce ancora

Messaggioda obe » 22/09/2010, 10:21

sempre avvincenti i tuoi racconti.

comunque altro che Cappa del Geo... qui tra maltempo, locali chiusi e il resto... veramente una serie di situazioni negative.
Peccato!

I personaggi che si incontrano sui treni sono sempre una delle cose che più mi piace del viaggio.
Per qualche ora si condivide lo stesso attimo con gente sconosciuta e che non vedrai mai più..

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Re: Budapest & Serbia 2010: il Coimbra colpisce ancora

Messaggioda Lebowski » 26/09/2010, 10:36

Dopo aver preso possesso della camera, doccia veloce e decido di uscire nella zona comune, alla reception. Sette piani di ostello e solo 3 personal computer a disposizione degli ospiti. Sono occupati, mi siedo e faccio conoscenza con una ragazza di Sydney che vive a Londra e un ragazzo ungherese. La ragazza racconta di esser stata derubata in Romania e di essersi ritrovata il conto prosciugato. Il ragazzo mi offre la grappa ungherese che assaggio. Non riusciamo ad usare il pc. Non mancano gli italiani, se ne segnala uno veneto che utilizza il computer comune per giocare al solitario. Ma su questo punto ne ho viste di ogni, da parte di gente di ogni nazionalità.
Pronti per uscire, ci incamminiamo alla ricerca di un ristorante. La temperatura è più bassa di quella belgradese. Ci accomodiamo al ristorante e decidiamo di mandare un sms a un nostro conoscente concittadino, S.
S. ha la ragazza di Budapest e in teoria dovrebbe trovarsi in città. Noi sapendo della cosa ci eravamo accordati con lui, avremmo dovuto far serata insieme a lui, lei e le amiche di lei.
La sua risposta è in sintonia con la fortuna della vacanza: non ha potuto arrivare a Budapest, scopriremo poi che il giorno prima della nostra partenza ha litigato e praticamente non andrà mai più in Ungheria.
Questa, di tutte le sventure, è stata senza ombra di dubbio la peggiore.
Finita la cena ci avviamo verso il centro. Veniamo bloccati dalle blindatrici, ma decidiamo di “divertirci” alle loro spalle l’indomani. Siamo stanchi, è lunedì sera, così optiamo per un pub tranquillo, abbastanza caratteristico per il fatto che è riempito di biglietti lasciati dagli avventori. Ne guardo un paio e noto che il fato ha voluto che ci sedessimo sotto un biglietto lasciato inequivocabilmente da un nostro connazionale.
È risaputo che odio gli italiani all’estero. Colgo questo come un segno del destino, è arrivato il momento di alzare bandiera bianca e rientrare in ostello.

“Ad agosto gli italiani li trovi anche nelle jungla del Congo”. Più o meno così, ora non ricordo esattamente, si esprimeva il Maestro mesi fa.
Ok, io non pensavo di certo di trovarmi in Serbia, sapevo che Budapest sarebbe stata piena di italioti ma non pensavo così tanto. Me ne accorgerò in modo chiaro l’ultimo giorno, praticamente l’unico passato interamente nella capitale ungherese. Fosse solo per gli italiani sarebbe anche passabile, ma è praticamente invasa da turisti stranieri di ogni dove. Italiani, inglesi, giapponesi, americani, spagnoli, olandesi e chi più ne ha più ne metta.
La città, specie il centro, è costruita ad uso e consumo per loro. Non c’è niente di autentico, se non i monumenti locali. Non mi è piaciuta assolutamente da quel punto di vista. Un posto esemplare è il mercato. Amo molto frequentare i mercati, pieni di spunti e considerazioni a cielo aperto. Quello di budapest è anch’esso prettamente turistico. Infatti è frequentato per il 90% da turisti, prodotti probabilmente non locali e addirittura un piano per i souvenir, quasi sicuramente made in china.
Nulla a che vedere poi con i mercati dell’Est.
Passiamo la giornata come turisti, torniamo in ostello e ci prepariamo per la serata. È l’ultima, non voglio buttarla nel cesso e chiedo info al ragazzo alla reception. Mi nomina il Rio, ma so che è pieno di italiani e gli rispondo che non ne voglio. Lui mi fa il nome del Romkert dicendo che comunque è carino e di un club però molto fuori, dove mi garantisce che gli italiani non ci sono.
Dopo la solita cena, decidiamo di andare in cerca delle blindatrici in vaci Utca, una delle schifezze di questa città (se ne fossi sindaco correrei ai ripari, una vera vergogna: non ci vorrebbe molto a farle sparire, penso che la polizia le conosca). C’è gente che ci casca, e non solo italiani.
Noi decidiamo di prenderci gioco di loro.
Fingiamo di non sapere il gioco e ci facciamo blindare.
Sotto con la prima coppia.
“Ciao, di dove siete? Noi siamo appena arrivate in città, veniamo da fuori e conosciamo un bel pub ma non sappiamo dove sia. Voi cosa fate?”
Noi rispondiamo che cerchiamo un pub per bere qualcosa prima di andare in un club. Rispondiamo che amiamo la musica rock e loro ci rispondono che conoscono un bel bar dove c’è musica dal vivo. Ovviamente conosco il gioco, ma continuo e decidiamo di seguirle per la curiosità. Arriviamo dopo un centinaio di metri davanti a un tranquillo bar e ovviamente appena fuori comunichiamo loro che abbiamo cambiato idea e preferiamo tornare in centro fregandocene della loro reazione stupita e delusa per non aver spennato polli.
L’indagine giornalistico sociologica prosegue con un’altra coppia di blindatrici ma stavolta dopo 5 minuti di conversazione dico a una delle due che conosco il gioco. “Tu hai sicuramente una commissione sulle bevute d’accordo con la proprietà“. Lei mi risponde stizzita “cosa ne sai, magari sono io il proprietario?”. “Sì, come no!” le rispondo e ce ne andiamo.
Il gioco è semplice, l’esca è un discorso ritrito che loro compiono per carpire informazioni. Mancano di fantasia, infatti la scenetta è sempre “noi veniamo da fuori e non troviamo un posto dove andare, voi ne conoscete uno?”. Cercano di carpire, in base ai tuoi gusti, dove portarti. Hanno accordi con diversi locali di ogni tipo, dal bar al pub al live pub. Alla seconda fermata infatti abbiamo risposto che cercavamo un bar per bere un caffè e loro ci hanno proposto un bar normalissimo, ma sono convinto che se avessimo risposto che cercavamo musica dal vivo ci avrebbero portato proprio davanti al live bar di pochi minuti prima.
Io continuo a pensare che sia necessaria una grossissima dose di ingenuità, per non dire peggio, per cascarci ma noto che c’è gente che cade nel tranello.
Ormai è mezzanotte, fa freddo e si preannuncia pioggia, decidiamo di andare al romkert.
È a Buda, proprio al di là del ponte più centrale.
Non esagero, credo di non aver mai visto un livello così alto in percentuale, ma non in quantità totale dato che è abbastanza piccolo.
È all’aperto, ma dopo l’esaltazione degli occhi tocca alle orecchie ambientarsi e questa volta devo dire di non aver mai sentito un così alto tasso di accenti italiani all’estero. È invaso! Vado al bancone, faccio in tempo a prendere qualcosa da bere, scambiare quattro chiacchiere con G. che i timori della pioggia diventano realtà (ricordo: locale all’aperto). In quei 20 minuti però un paio di scene da italioti le ho viste, si è fatto ben notare un uomo sui 55.
Con le pive nel sacco, delusi per le avverse condizioni meteo, vediamo svuotarsi il locale. Non lo diciamo a nessuno dei presenti, ma sappiamo chi è il responsabile: il Coimbra.

L’ultimo giorno lo passiamo ancora da turisti per un po’. Poi andiamo in aeroporto e prendiamo il nostro aereo. Rientrai in Italia la prima volta che vedo M. faccio la cosa più sensata che andrebbe fatta: gli rifilo metaforicamente un calcio nel c.

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Re: Budapest & Serbia 2010: il Coimbra colpisce ancora

Messaggioda Lebowski » 26/09/2010, 10:38

obe ha scritto:sempre avvincenti i tuoi racconti.

comunque altro che Cappa del Geo... qui tra maltempo, locali chiusi e il resto... veramente una serie di situazioni negative.
Peccato!

I personaggi che si incontrano sui treni sono sempre una delle cose che più mi piace del viaggio.
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Come sai, il prossimo we vado a far danni in un'altra capitale europea. Il credito con la fortuna è tanto, dato che dicono che la fortuna è una ruota che gira, se dovesse girare sul lato giusto non oso immaginare cosa mi dovrà accadere anche solo per mettermi in pari. ;)
Speriamo.
Ciao
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Re: Budapest & Serbia 2010: il Coimbra colpisce ancora

Messaggioda cametauval » 26/09/2010, 10:48

fantastico!

PS hai visto che c'è della spam nel sito????
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Re: Budapest & Serbia 2010: il Coimbra colpisce ancora

Messaggioda Jena Plissken » 26/09/2010, 13:58

cametauval ha scritto:fantastico!

PS hai visto che c'è della spam nel sito????


Bravo Lebo sfighe a parte ;)

lo spam non c'è più la Jena si sveglia e sistema tutto ;)
L' ho vista e abbiamo bevuto assieme della vodka russa, e lei aveva ed ha degli occhi che sono capaci di convertire alla fede un boia coreano

"La pista può essere ufficiale, nota e scontata oppure inedita e nuova, può portare a luoghi previsti o al nulla, può perdersi nel deserto oppure no, viene scelta, intuita creata"

il mio nuovo blog : http://jenaplissken.tumblr.com/
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Re: Budapest & Serbia 2010: il Coimbra colpisce ancora

Messaggioda Lebowski » 27/09/2010, 11:37

cametauval ha scritto:fantastico!

PS hai visto che c'è della spam nel sito????


Significa che siamo importanti! :D
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Re: Budapest & Serbia 2010: il Coimbra colpisce ancora

Messaggioda geom.Calboni » 27/09/2010, 19:18

Lebo, per il fatto del manifesto funerario, etc. sto altamente pensando di bannarti. Sapete della mia alta superstizione...

Riguardo Budapest, i turisti e le sue adescatrici ne hai fatto una disamina precisa. Lo notai l'utlima volta che mi recai da quelle parti (per la cronaca beccai anche Darietto in città :) )
Non ho nulla contro il turismo di massa in se che magari ben venga per alzare in termini economici la vita degli autoctoni ma...mi rattrista quando si perde il carattere semplice e spontaneo dei luoghi. Ma d'altronde vivo in una città come Firenze che non è meno turistica di Budapest ;)

Per il resto...sono contento che la Cappa non si accanisce solo contro di me... :mrgreen:
"Stiamo attenti, siamo contenti, comportiamoci bene e mangiamo la semplicità".

Nella vita le cose serie, alla lunga, ti fregano. Gustiamoci le cose effimere che proprio in quanto tali non ti tradiscono mai.

Studio la Serbia, mi piace la Russia, frequento la Polonia.

"Ho avuto molti ospiti e di varie nazionalità ma solo quella sera tutto il il locale parlava italiano"
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Re: Budapest & Serbia 2010: il Coimbra colpisce ancora

Messaggioda obe » 28/09/2010, 15:53

geom.Calboni ha scritto:Per il resto...sono contento che la Cappa non si accanisce solo contro di me... :mrgreen:



Io non vi conosco! :lol: 8-)
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