La Londra dell'altro shoppingdi Beatrice Moraldi
Dalla Brick Lane al quartiere degli artisti, il Deptford, con qualche scorribanda mirata nel centro, la guida all'acquisto ponderato nella capitale britannica
Pochi turisti a Londra non coniugano il piacere della vacanza con quello dello shopping. C'è chi cerca cappelli stravaganti, vinili d'epoca o giacche griffate e chi va genericamente a caccia di novità introvabili.
Tra i potenziali acquirenti, però, c'è anche chi è stanco del "solito" Harrod's, dello storico mercato di Portobello Road o della ormai pluricelebrata Carnaby Street. Anche la colorata Candem Town, pur richiamando a sé la solita massa di curiosi e regalando sempre qualche sorpresa in quanto a novità modaiole, comincia a diventare sin troppo rinomata e spesso un po' troppo dispendiosa. Rimane tutt'ora una miniera d'oro per gli amanti dello shopping "alternativo" ma anche questi ultimi cominciano a guardarsi intorno in cerca di altro.
Brick Lane. Il vintage sono io. Per gli appassionati del vintage c'è Brick Lane, la "bangla town", quartiere dell'East End chiamato così per l'alta concentrazione di sud-asiatici presenti nella zona. Un quartiere che negli ultimi anni ha vissuto una sorta di rinascita, con un proliferare di eventi e iniziative culturali che hanno attirato l'attenzione di molti artisti londinesi. Per chi passa in zona la domenica mattina c'è il Brick Lane Market, il mercato amato dagli studenti d'arte, mentre nel resto della settimana è possibile visitare uno dei fiori all'occhiello della zona, il Beyond Retrò, tappa obbligatoria per studenti di moda e aspiranti stilisti in cerca di ispirazione. Un ex magazzino ormai trasformato in negozio che propone un impressionante campionario di capi che dal 1940 arrivano direttamente ai giorni nostri, in un trionfo "indie-alternativo" a prezzi abbordabili. (
www.beyondretro.com, 110-112 Cheshire Street)
A fargli concorrenza, poche centinaia di metri più in là, c'è l'Hunky Dory, il negozio vintage che si affaccia proprio su Brick Lane, al numero 226, e che già solamente col suo nome porta la mente agli anni '70, magari proprio al 1971, anno di pubblicazione dell'omonimo album di David Bowie (). Abbigliamento e arredamento permettono un perfetto salto nel passato e, al di là degli aspetti più prettamente romantici e nostalgici, anche in questo caso è possibile tornare a casa con accessori e vestiti originali senza spendere una fortuna.
Deptford. Il quartiere degli artisti. C'è il Trinity Laban Conservatoire of Music and Dance, fucina di talenti, ci sono le gallerie d'arte, gli antiquari e i ristoranti esotici. Deptford è una piccola gemma a pochi minuti di metro da London Bridge e Charing Cross, un quartiere popolato da numerosi artisti anche grazie ai prezzi più economici rispetto alla più costosa East End. Il Greenwich Market è meta ideale per chi cerca souvenir non banali: dall'austero ed elegante commerciante di giochi d'epoca, ai venditori di gadget ed accessori dal sapore asiatico, quadri di giovani artisti e vecchie cornici, stampe antiche e orologi eccentrici. Anche in questo caso, prezzi convenienti per pezzi rari.
Tra gli stand, poi, è possibile un attimo di ristoro grazie a banchetti di dolci, cibo giapponese o cucina tipicamente anglosassone.
Primark, capitale del risparmio. Basta scendere alla fermata Marble Arch, sgusciando fuori dalla Central Line della "London tube" per trovare il regno della convenienza. Primark, con i suoi piani di abbigliamento e accessori immersi tra la costellazione dei negozi di Oxford Street, più fashion ma anche più costosi. Un must per molti turisti, soprattutto nostrani, con i suoi scaffali stracolmi di stivali e scarpe di ogni tipo a prezzi tra i 6 e i 20 £, quintali di stravagante bigiotteria a 2 £ che brilla ingenuamente dagli espositori, giacche militari o originali impermeabili a 10-35 £ e clienti che si accalcano in una divertente quanto stancante caccia al tesoro.
All'ingresso viene fornita loro una grande sacca di tela dentro cui potranno infilare grandi e piccoli trofei, dall'intimo (ce n'è davvero per tutti i gusti) alle custodie per i laptop. Intorno alla clientela abituale, che si guarda intorno con occhio clinico e individua con sicurezza reparti e prodotti che fanno al caso loro, si affollano i più confusi turisti, in preda ad una sorta di frenetica corsa al risparmio, mentre commessi laboriosi e pazienti cercano di dare un ordine al caos creato da quella ciurma degli avventori fashonist. Stancante, forse, ma da visitare, per gustare un po' di shopping "agonistico" e ricacciarsi nelle chilometriche metropolitane londinesi carichi di enormi buste piene di tesori di caccia. (13 gennaio 2011)
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http://viaggi.repubblica.it/articolo/la ... g/222829/1)