Germania 2011: St. Pauli über alles

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Re: Germania 2011: St. Pauli über alles

Messaggioda Lebowski » 24/08/2011, 18:57

12 agosto

L'indomani mi sveglio intorno alle 11. I sintomi non sono ancora del tutto spariti, al punto che a mezzogiorno sono ancora in bagno: dopo 10 ore dalla bevuta. meglio soprassedere.
Decidiamo di uscire e di andare a vedere la zona del porto, ma dopo 300 mt sono ancora conciato male: pallido, mi sento la febbre, ho sonno. Decido di tornare in camera, mi butto a letto, prendo un'aspirina e fino alle 5 non mi alzo. Il solo odore dell'alcool mi farebbe morire. Convengo che, anche se mi trovo a St. Pauli, la cara vecchia regola del non mischiare va sempre rispettata: a parte vino, grappa e rum ho preso tutti i liquori bevibili per i miei gusti.
Al rientro di G. decidiamo di mantenere una tradizione, andare in un ristorante italiano all'estero. A pochi metri da noi, nella via, ne è situato uno gestito da italiani. Docciati ci dirigiamo verso la meta prefissata. Prendo un primo, con acqua. Comunico che non ho intenzione di bere per tutta la serata, l'indomani si vedrà.
Scambiamo 4 parole con i proprietari e notiamo come di italiani a St. Pauli non se ne vedano. Una delle solite idiozie italiane:
in 4 giorni a St. Pauli non ho mai, e dico mai, sentito o visto un nostro connazionale. Viceversa, nelle poche ore passate in centro l'italiano era una delle lingue straniere più sentite dalle mie orecchie. Non sia mai! Entrare in un quartiere definito pericoloso dalle guide (?!?), dipinto come il quartiere della perdizione. Eppure non mancano turisti da ogni dove e, di solito, over 45, maschi e femmine, evidentemente meno bigotti dei nostri. Anche se, a essere sinceri, penso che l'assenza di italiani sia un altro grande punto a favore.
Purtroppo, al momento del conto, portano un cicchetto di grappa da bere con loro. Dopo vari tentennamenti butto giù a stento, ma ribadisco che non toccherò più alcool.
Finito il tutto, decidiamo di tornare in camera per qualche minuto quando, lungo il tragitto, noto un capannello di gente in un bar. Ci avviciniamo e scopro che il St. Pauli sta giocando e il bar è un club della squadra del quartiere. G. decide di tornare in camera per qualche minuto, io rimango ovviamente nel bar.
Da casa non avevo controllato la data del match. Una volta saputo che avrebbe giocato fuori avevo perso ogni speranza mentre invece il fato mi è stato amico. Siamo al 60', risultato 1-1. I tifosi del St. Pauli sono unici. Veramente. Vedi punk o gente più o meno alticcia, in alcuni casi un po' sbandata, tifare con passione per la squadra del quartiere. Negli ultimi minuti ecco il goal del vantaggio! Il bar esplode di gioia. Un'esperienza unica che mi lascia però solo immaginare come potrebbe essere una partita nello stadio del quartiere. Forse un giorno rimedierò e vi prenderò parte.
Al ritorno di G. decidiamo di fare ancora quattro passi verso la zona pub per poi dirigerci verso il molotov, una discoteca rock dall'altra parte della Reeperbhan.
Arrivata la mezza decidiamo di entrare. Il locale è su due piani: al primo la zona bar, al secondo un secondo bar e la zona con pista e palco. Suoneranno dal vivo, ingresso 4 euro con consumazione. Nome della band: the castle, credo scozzesi o irlandesi dall'accento quasi incomprensibile. Intanto bevo coca-cola e noto che in calendario c'è una band che secondo me non è mai stata in Veneto: i Mona. Il concerto inizia verso le 00:30. fanno indie rock ma non sono granché, così verso le due decidiamo di tornare in zona più centrale. C'è tantissima gente in giro, una nightlife davvero di tutto rispetto. C'è così tanta gente che in due pub riusciamo a malpena ad entrare ma l'idea di arrivare al bancone non ci sfiora neppure, data la ressa e il pienone. Verso le 3 decidiamo di andare a dormire, l'indomani ci aspetta lo stadio. La giornata successiva ci riserverà un'esperienza "emozionante" (purtroppo). Inconsapevoli di tutto ciò, facciamo il nostro rientro in camera. L'orologio segna le 4.
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Re: Germania 2011: St. Pauli über alles

Messaggioda Lebowski » 24/08/2011, 23:20

13 agosto

Il sabato inizia tardi, ma verso mezzogiorno siamo già a pranzo. La partita inizia alle 15 ma tra mezzi, tragittto a piedi, code, etc. è meglio muoversi. Così optiamo per un fast food. All'interno non mancano alcuni tifosi dell'Herhta in trasferta. Rifocillati prendiamo la metropolitana e nel giro di una ventina di minuti scendiamo alla fermata dell'Imtech Arena, stadio dell'Amburgo. Per arrivare allo stadio c'è un tragitto a piedi di circa una ventina di minuti e ci ritroviamo a compierlo insieme agli ultrà berlinesi, scortati dalla polizia. Forse perché non partita di cartello, forse perché la distanza tra le due città non è poi poca, non sono moltissimi. La polizia controlla bene e mi pare di capire che sia anche più tollerante di quella italiana. SI sente nell'aria l'odore di qualche "sigaretta", alcuni fanno pipi nel parco. Ma la polizei lascia correre. Giungiamo nel nostro settore non senza difficoltà, dato che chiedendo agli steward nello stadio troviamo solo addetti parlanti esclusivamente tedesco. Siamo abbastanza in alto, nella curva dei tifosi dell'Amburgo. Ma la vista è buona. Durante l'attesa si segnala la visione di un padre che accompagna suo figlio, di circa 8-10 anni. Il padre, baffazzi e gilet di pelle, ha l'aspetto del tipico harleyista. tiene in mano un bicchiere di birra media e il figlio altrettanto. Mi auguro fosse solo lavoro di facchinaggio, ma il (forte) dubbio mi è rimasto. Il tifo è forte, la curva è piena. Ognuno viene dotato di "stella filante" da gettare e sono veramente molte le bandiere biancoblu. Io però mi sento già un tifoso dei cugini, quindi non ammiro questi colori. Prima della partita, un uomo sale su una pedana mobile posizionata di fronte alla curva e tutto lo stadio canta l'inno della squadra in un tripudio di bandiere, stelle filanti, etc
Sicuramente è stato grande spettacolo. Le poche foto postate non so quanto rendano l'idea, credo che su youtube si possa trovare di meglio.
La partita ha per noi un esito scontato. Dovete sapere che G. è venuto con me allo stadio solo 3 volte, se ricordo bene, e in tutti i casi la partita è terminata 0-0. Prima di partire quindi ci eravamo azzardati a puntarci sopra. Non lo 0-0, meglio non sfidare troppo la sorte, ma il pareggo secco. Senza entrare troppo nella cronaca del match, a 10 minuti dalla fine l'Amburgo vince, immeritatamente (è una squadra molto scarsa, al punto che al ritorno in Italia ho pure scommesso per la sua sconfitta secca con il Bayern, azzeccandoci). All'83' ecco arrivare su azione di calcio d'angolo il pareggio berlinese. Noi vorremmo esplodere di gioia, ma ovviamente evitiamo. Abbiamo puntato il resto del caffè, 3 euro e ci ritroviamo con una vincita di 10,50 euro.
Finito il match ci dirigiamo verso la stazione della metropolitana. Dobbiamo prendere il treno per tornare a St. Pauli.

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Re: Germania 2011: St. Pauli über alles

Messaggioda Lebowski » 25/08/2011, 11:10

Arriviamo alla fermata. Notiamo la ressa ma ce lo aspettavamo, lo stadio era pieno. Passa il primo treno e non riusciamo a salire, passa il secondo e non rusciamo. Al quarto è il nostro turno. Saliamo, il treno è pieno. G. resta accalcato nella zona delle porte, io resto accalcato lungo il corridoio centrale tre le due file laterali di sedili.
Passiamo circa un paio di fermate, siamo accalcati nel tra le gente e il caldo. D'un tratto il treno si ferma, siamo in mezzo al tunnel. Avremmo dovuto fare un'altra fermata, poi sarebbe arrivata la nostra. Siamo tranquilli, speriamo nella ripartenza da lì a breve. Ma il breve non arriva. 5 minuti, 10 minuti e la gente inizia un po' a spazientirsi. Ci saranno 40 gradi e l'aria inizia a mancare. Un uomo spinge il figlio di circa 8 anni tra la gente, cerca uno spiraglio d'aria. Con lui (presumo) il fratello maggiore di circa 15 anni. Quest'ultimo è particolarmente arrabbiato. La gente lascia loro i sedili, loro si alzano in piedi su questi e mettono la faccia fuori dall'unico finestrino centrale, uno spiraglio da cui poter boccheggiare. Passi per il bambino piccolo, ma siamo fermi da 10 minuti. Il ragazzo grande poteva sopportare. Invece, si dimostra subito agitato. Prende a calci la parte inferiore del finestrino, un doppio vetro. Io sono a un metro. Gli tocco la gamba e gli faccio cenno di calmarsi mentre un ragazzo poco distante gli parla in tedesco e lo rimprovera. Non serve a nulla il suo gesto, rischierebbe solo di tagliarsi e tagliare la gente vicina, anche qualora riuscisse a rompere il vetro, cosa quasi impossibile. Ma la mia preoccupazione maggiore, per il suo gesto, è data dal panico che avrebbe generato. Infatti, ecco che una ragazzina accanto a me scoppia in lacrime. Ormai sono già passati almeno 20 minuti. Mi parla in tedesco, gli rispondo in inglese ma mi fa capire che non lo parla. trema, è terrorizzata. Le porgo un fazzoletto di carta. Ogni tanto si aprono le porte, entra un po' d'aria ma è una goccia d'ossigeno in un mare di caldo e asfissia, anche se in certe situazioni benedici la goccia e ne senti comunque il beneficio. Alcuni ultras si incazzano parecchio quando le porte si richiudono. Spero sempre che la chiusura delle porte coincida con la ripartenza, ma la cosa non avviene mai. G. riesce ad avvicinarsi a me e se ne esce con una ovvietà: "ma non ti manca il fiato?"
"Come a tutti"
Lo ha detto vedendomi tranquillo. Credo di essere uno dei più tranquilli in questa situazione, anche se ormai è da mezz'ora che ci troviamo a qualcosa di molto simile all'inferno. Incazzarsi o farsi prendere dal panico non serve a nulla o peggiorerebbe solo la situazione.
Si siede per terra e gli dico di alzarsi perché così è peggio. Il poco ossigeno che entra viene dall'alto, quindi in basso l'area è più rarefatta.
Lui rimane lì, dice che non riesce a stare in piedi.
Un'altra ragazzina si siede. Trema, è in lacrime.
Durante la sosta moltissimi tedeschi hanno telefonato. A casa, ai pompieri, alla polizia, a qualcuno. Così presumo che da lì a poco qualcosa accadrà.
Dopo circa 45 minuti vedo che alcuni scendono dal treno e si addentrano nel tunnel. Dico a G. di alzarsi, dobbiamo scendere dal treno e camminare per il tunnel. Ancora non so che è la polizia ad averlo ordinato, ma penso che essendo in tanti il treno non ripartirà, sarebbe rischioso. Scendendo però dal treno noto che ci sono parecchi poliziotti: disposti lungo le rotaie fanno un filo di luce con una piccolissima torcia. Sono un vero e proprio cordone laterale, ogni tanto danno una mano a qualche anziano che trova dificoltà a muoversi dato che non è facile camminare al buio sui sassi e tra le rotaie.
Dopo circa 5 minuti di cammino in coda, credo 250 mt., vediamo la luce in fondo al tunnel e saliamo. La banchina è chiusa, c'è solo una troupe televisiva, qualche pompiere e un paio di poliziotti.
Usciamo, la strada è transennata. Ci sono ambulanze, vigili del fuoco, un'altra troupe (quasi sicuramente mi hanno inquadrato, ecco il perché della mia comparsata in tv), tantissimi poliziotti. Alcune ragazze piangono, una è seduta sul bordo del marciapiede. Credo abbia una crisi di panico, trema, piange. Forse anche per lo stress e l'adrenalina dovuti alla fine dell'avventura. Segnalo la ragazza a un'ambulanza e chiedo info a un poliziotto su come raggiungere a piedi la Reeperbhan, che mi comunica cortesemente il tragitto. Usciamo dalla via della fermata bloccata, tutta transennata (pochissimi curiosi, mi immagino cosa sarebbe successo in Italia). Ho la maglietta fradicia ma sto bene. A parte la fame, che comincia a farsi sentire. Dopo 40 minuti abbondanti di cammino raggiungiamo la via. Mi siedo in una pizzeria, ho una strana ma fortissima fame e sono già le 8 e mezza. Ordino una pizza e una birra. I programmi culinari prevedevano altro ma le circostanze hanno portato a questo. G. invece torna in albergo. Non ha così tanta fame e in questo modo guadagnamo tempo. Io ceno, lui passa alla doccia. All'arrivo della birra butto giù il primo sorso. Uno dei più belli della mia vita. Ora quella spiacevole avventura può veramente considerarsi alle spalle.


(in Internet si trova qualcosa su questa vicenda. Questo un link preso dal sito della Bild. Non parlo tedesco, purtroppo).

foto del treno fermo
foto della camminata nel tunnel e arrivo alla banchina

http://www.bild.de/news/inland/s-bahn/600-fans-in-tunnel-gefangen-19397706.bild.html

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Re: Germania 2011: St. Pauli über alles

Messaggioda geom.Calboni » 25/08/2011, 14:28

Che Cappa negativa... :shock:


Lebowski ha scritto: Il tifo è forte, la curva è piena. Ognuno viene dotato di "stella filante" da gettare e sono veramente molte le bandiere biancoblu... Prima della partita, un uomo sale su una pedana mobile posizionata di fronte alla curva e tutto lo stadio canta l'inno della squadra in un tripudio di bandiere, stelle filanti, etc

In Italia ci hanno tolto tutte queste emozioni...
"Stiamo attenti, siamo contenti, comportiamoci bene e mangiamo la semplicità".

Nella vita le cose serie, alla lunga, ti fregano. Gustiamoci le cose effimere che proprio in quanto tali non ti tradiscono mai.

Studio la Serbia, mi piace la Russia, frequento la Polonia.

"Ho avuto molti ospiti e di varie nazionalità ma solo quella sera tutto il il locale parlava italiano"
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Re: Germania 2011: St. Pauli über alles

Messaggioda Lebowski » 25/08/2011, 21:06

geom.Calboni ha scritto:Che Cappa negativa... :shock:



Quella ormai sta diventando una presenza fissa dei miei viaggi, come lo spazzolino da denti. :D

Quanto a ciò che mi è successo devo dire una cosa: ho usato solo ora google transator per cercare di capire l'articolo.
Ora, non che google translator sia affidabile ma almeno il senso lo si capisce. E non che la Bild sia un giornale serio (equivale ai popular newspaper inglesi) però cazzo, che disinformazione!
Parla di treno fermo per rissa tra tifosi ubriachi. :shock: Ma quando mai? :shock: :shock:
Nessuna rissa, anzi! Parlerei di collaborazione tra tifosi. Infatti quando ho chiesto al poliziotto la strada ho chiesto anche cosa fosse successo e non mi ha parlato di rissa ma di blocco elettrico. Ma si può sparare una cazzata simile? :shock:
Che poi ci fossero tifosi che di loro spontanea iniziativa dopo alcuni minuti fermi siano scesi dal treno e si siano incamminati verso la fine del tunnel questo non lo so, non lo escludo. So che quando ci hanno evacuato ed è stato evacuato tutto il treno è stata la polizia a dirci di scendere.

Quanto al resto, la sera già avevamo quasi dimenticato. Però ci sono state persone portate via d'urgenza in ambulanza, l'articolo parla di problemi cardiaci, quello è vero anche se più che altro ho visto gente con crisi di panico. Non sembra, ma a rifletterci ora ci sarebbe potuto scappare il morto.
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Re: Germania 2011: St. Pauli über alles

Messaggioda Lebowski » 26/08/2011, 16:17

Terminata la cena mi incammino verso l'albergo. Lungo il tragitto decido di entrare in uno dei negozi di merchandising del St. Pauli e acquisto la maglietta dei tifosi, nera con l'effige del Jolly Rogers. Intanto noto già una grande quantità di gente lungo la Reeperbhan e le vie del quartiere. è sabato sera, me lo aspettavo ma sinceramente non in una simile quantità. Quanto alla qualità c'è di tutto e tra la folla spiccano ogni tanto dei gruppetti di ragazzine vestite da diavolette o da angioletti oppure gruppi di ragazzine con maglietta identica per colore e scritta in tedesco. Di solito si tratta di ragazze giovani, e sinceramente non mi garba molto la loro iniziativa: sa un po' di finto carnevale e finta voglia di trasgressione.
Raggiunto l'albergo do il cambio a G. Lui andrà a mangiare, io passerò alla preparazione per la serata. Ci diamo appuntamento alle 11 di fronte alla caserma della polizia. Prima dell'arrivo alla caserma decido di fare quattro passi lungo il solito tragitto e butto l'occhio nel locale dove vorrei far serata: il cult.
Riunitomi con G., andiamo in un pub e poi, verso la mezza, ci dirigiamo alla volta del club. All'ingresso ci omaggiano del solito buono sconto per una consumazione. Il cult è un complesso formato da una sorta di cortile con ai lati diversi locali. Un club rock, un pub, un locale thailandese, uno stanzino adibito a karaoke e il famoso Star Club, il locale dove si sono esibiti i Beatles prima di diventare famosi, durante i mesi di soggiorno a St. Pauli, Reitano (che apriva i loro concerti) e altre stelle della musica all'epoca già famose, come ad esempio Jerry Lee Lewis. A dire il vero lo Star Club, o ciò che ne resta, è chiuso ma, come spiegato, ci sono diversi locali nel complesso.
Noi ci buttiamo nel club rock. La gente è buona, quatto salti sulle note di varie band (Rage against the machine, Nirvana, Guns e via dicendo) e dopo un po' esco e do un'occhiata agli altri locali. Quello thai mi colpisce in particolar modo. Fuori dal locale avevamo notato delle ragazze thailandesi che mangiavano, credo noodles, in compagnia di uomini tedeschi. Dopo il mio arrivo le stesse stanno mangiando in compagnia di altri uomini. Mi pongo subito il dubbio: ma in questo locale al posto delle bevute le ragazze scroccano ciotole di minestra? Proprio di fronte c'è la cucina e la puzza del cibo è forte, evito quindi di entrare. Non ho ancora capito di che locale si tratti e sono rimasto lì un buon quarto d'ora a cercare di capire. Ci sono ragazze che in realtà sono uomini (l'aspetto è più che evidente), ragazze molto carine, noodles' girls, uomini che ballano con loro durante il loro karaoke (rigorosamente in lingua e alfabeto thai). Mi sembra tutto strano, al limite dell'equivoco ma sono a St. Pauli e non mi stupisco più di tanto. Più che altro mi chiedo: ma il locale thai "equivoco" c'era ed era così anche all'epoca dei Beatles? Rimane il dubbio irrisolto e noto che i gestori del locale notano il mio sbigottimento, così cambio posto e torno al locale rock ma resto all'aperto. Ogni tanto rientro, ogni tanto esco. Verso le 2 e qualcosa decidiamo di andare verso la zona pub e poi di proseguire alla ricerca di altri locali. Nei pub non riusciamo neppure ad entrare talmente è alta la ressa. Fuori, nella piazza, hanno collocato tavoli e sedie di legno per la folla. Una cosa impressionante: nemmeno a Rimini durante i mie anni di gioventù avevo visto una folla simile alle 3 di notte. Solo che qua, fortunamente, l'età è un po' più alta. Torniamo nella freiherstrasse (spero di aver scritto giusto, la via del cult) e notiamo che c'è ressa per entrare in tutti i locali. Ormai le 3 sono passate e decidiamo di non entrare, dato che comunque ci avremmo messo un bel po' e saremmo stati dentro poco. Così, verso le 3 e mezza alziamo i tacchi e ci dirigiamo in albergo per l'ultima dormita in quel di St. Pauli. L'indomani muoveremo alla volta di Brema.

allego foto della targa posta nel complesso del cult. Scusate la qualità ma è stata scattata in un raro momento di vita della mia fotocamera e, quindi, di fretta

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Re: Germania 2011: St. Pauli über alles

Messaggioda Lebowski » 26/08/2011, 18:27

obe ha scritto:Grande Leb, la zona di Amburgo interessa parecchio anche a me, e son curioso di leggere il resto..
Toglimi solo una curiosità.. tragitto aeroporto-centro in taxi.. 1 ora?
nome del posto dove siete andati a dormire?


Scusa, mi ero dimenticato di rispondere.
Ero all'hotel 66, in Hein Hoyer Strasse, una traversa della Reeperbhan.
Posizione molto buona, costo medio sui 33 euro a notte a testa (la tariffa cambia dai giorni settimanali a quelli nel w-e).
Solo notte. Però Amburgo è un po' cara sul lato alberghi. Personalmente lo consiglio se si vuole stare a St. Pauli, pulivano tutti i giorni la camera, camera e bagno buoni, reception 24 ore al giorno. In doppia quella era la cifra, un due stelle.
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Re: Germania 2011: St. Pauli über alles

Messaggioda Maxdivi » 27/08/2011, 16:58

Lebowski ha scritto:Terminata la cena mi incammino verso l'albergo. Lungo il tragitto decido di entrare in uno dei negozi di merchandising del St. Pauli e acquisto la maglietta dei tifosi, nera con l'effige del Jolly Rogers. Intanto noto già una grande quantità di gente lungo la Reeperbhan e le vie del quartiere. è sabato sera, me lo aspettavo ma sinceramente non in una simile quantità. Quanto alla qualità c'è di tutto e tra la folla spiccano ogni tanto dei gruppetti di ragazzine vestite da diavolette o da angioletti oppure gruppi di ragazzine con maglietta identica per colore e scritta in tedesco. Di solito si tratta di ragazze giovani, e sinceramente non mi garba molto la loro iniziativa: sa un po' di finto carnevale e finta voglia di trasgressione.
Raggiunto l'albergo do il cambio a G. Lui andrà a mangiare, io passerò alla preparazione per la serata. Ci diamo appuntamento alle 11 di fronte alla caserma della polizia. Prima dell'arrivo alla caserma decido di fare quattro passi lungo il solito tragitto e butto l'occhio nel locale dove vorrei far serata: il cult.
Riunitomi con G., andiamo in un pub e poi, verso la mezza, ci dirigiamo alla volta del club. All'ingresso ci omaggiano del solito buono sconto per una consumazione. Il cult è un complesso formato da una sorta di cortile con ai lati diversi locali. Un club rock, un pub, un locale thailandese, uno stanzino adibito a karaoke e il famoso Star Club, il locale dove si sono esibiti i Beatles prima di diventare famosi, durante i mesi di soggiorno a St. Pauli, Reitano (che apriva i loro concerti) e altre stelle della musica all'epoca già famose, come ad esempio Jerry Lee Lewis. A dire il vero lo Star Club, o ciò che ne resta, è chiuso ma, come spiegato, ci sono diversi locali nel complesso.
Noi ci buttiamo nel club rock. La gente è buona, quatto salti sulle note di varie band (Rage against the machine, Nirvana, Guns e via dicendo) e dopo un po' esco e do un'occhiata agli altri locali. Quello thai mi colpisce in particolar modo. Fuori dal locale avevamo notato delle ragazze thailandesi che mangiavano, credo noodles, in compagnia di uomini tedeschi. Dopo il mio arrivo le stesse stanno mangiando in compagnia di altri uomini. Mi pongo subito il dubbio: ma in questo locale al posto delle bevute le ragazze scroccano ciotole di minestra? Proprio di fronte c'è la cucina e la puzza del cibo è forte, evito quindi di entrare. Non ho ancora capito di che locale si tratti e sono rimasto lì un buon quarto d'ora a cercare di capire. Ci sono ragazze che in realtà sono uomini (l'aspetto è più che evidente), ragazze molto carine, noodles' girls, uomini che ballano con loro durante il loro karaoke (rigorosamente in lingua e alfabeto thai). Mi sembra tutto strano, al limite dell'equivoco ma sono a St. Pauli e non mi stupisco più di tanto. Più che altro mi chiedo: ma il locale thai "equivoco" c'era ed era così anche all'epoca dei Beatles? Rimane il dubbio irrisolto e noto che i gestori del locale notano il mio sbigottimento, così cambio posto e torno al locale rock ma resto all'aperto. Ogni tanto rientro, ogni tanto esco. Verso le 2 e qualcosa decidiamo di andare verso la zona pub e poi di proseguire alla ricerca di altri locali. Nei pub non riusciamo neppure ad entrare talmente è alta la ressa. Fuori, nella piazza, hanno collocato tavoli e sedie di legno per la folla. Una cosa impressionante: nemmeno a Rimini durante i mie anni di gioventù avevo visto una folla simile alle 3 di notte. Solo che qua, fortunamente, l'età è un po' più alta. Torniamo nella freiherstrasse (spero di aver scritto giusto, la via del cult) e notiamo che c'è ressa per entrare in tutti i locali. Ormai le 3 sono passate e decidiamo di non entrare, dato che comunque ci avremmo messo un bel po' e saremmo stati dentro poco. Così, verso le 3 e mezza alziamo i tacchi e ci dirigiamo in albergo per l'ultima dormita in quel di St. Pauli. L'indomani muoveremo alla volta di Brema.

allego foto della targa posta nel complesso del cult. Scusate la qualità ma è stata scattata in un raro momento di vita della mia fotocamera e, quindi, di fretta

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Le diavolette e le angiolette....che ricordi :oops: St. Pauli è sempre St. Pauli con i suoi mille personaggi.....eterna paradoia di se stesso....parodia della trasgressione...un'eterna giostra....carnevale del trash...mi manca.....casa mia.... :D la via è grossefreiheitstrasse ( qualcosa del genere, non conosco il tedesco...comunque via della grande libertà....mai nome più fu più consono 8-) )
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Re: Germania 2011: St. Pauli über alles

Messaggioda Lebowski » 28/08/2011, 23:58

14 agosto

Sveglia alle 9, check out, taxi e intorno alle 11 il treno è pronto a partire alla volta di Brema. Abbandonando Amburgo mi viene in mente una canzone adatta all'occasione: anche se la destinazione non è Bitburg e sicuramente io non sono Reagan, oltre al fatto che mi sento più vicino a Joey che a John, il punk dei Ramones mi sembra più che adatto a salutare la città_ http://www.youtube.com/watch?v=wa6O0yFv1bE.
Appena partito guardo dal finestrino la città e i vari quartieri. I docks, i canali, i palazzi. Intanto il cielo si oscura. Di lì a poco sarà acqua, presente quasi sempre sino a quel momento. In mezzo a vari pensieri, cado tra le braccia di Morfeo.
Mi riveglierò quasi all'arrivo, con il treno accompagnato da una pioggia molto forte. Così decidiamo di raggiungere l'ostello in taxi, del resto il tragitto è breve e il costo non dovrebbe essere eccessivo. Arriviamo dopo pochi minuti e completiamo le operazioni di accoglienza. Tra queste si segnala la spiegazione su come aprire la porta della camera che ci verrà consegnata rigorosamente dopo le 15. Guai a sgarrare a questa ferrea regola: siamo praticamente sicuri che la nostra camera sia in realtà già pronta, ma la regola è rigorosa: sino alle 3 niente camera. L'accoglienza ha lasciato molto a desiderare. Dobbiamo far passare 2 ore in ostello. L'idea di uscire non ci sfiora, piove come Dio la manda e avrebbe poco senso muoversi per meno di un'ora di cammino. Così tiriamo le 15, ci facciamo consegnare le chiavi, saliamo e non riusciamo ad aprire la porta. Troviamo casualmente un altro ospite che si offre di aprirci la camera. Entriamo, prepariamo i letti, notiamo il bagno sporco (ostello schifoso da quel punto di vista) e ci gettiamo a dormire.
Verso le 6 ci svegliamo, ci prepariamo ed usciamo. Ormai non piove più e decidiamo di mangiare in un locale sul lungofiume, vicino all'ostello situato proprio su una sponda del Weser. Esattamente sull'altra sponda spicca la fabbrica della Beck's.
Mangiamo le onnipresenti kartoffen fritte con cotoletta e verso le 10 siamo pronti per gettarci alla volta della nightlife bremese.
Dopo 10 minuti di cammino giungiamo in centro. La città è molto bella e la nightlife... una cosa mai vista!
Impossibile vedere una cosa inesistente. Non ha vita. Non ci siamo mai trovati in una serata simile, sembra una città fantasma. Tutto chiuso e i pochi passanti vanno di fretta: probabilmente stanno rientrando alle loro magioni, dev'esserci il coprifuoco. Controlliamo il calendario: 14 agosto, non c'è neve e ci saranno 10 gradi, non c'è gelo. Controlliamo l'ora: 10 e 30.
Controlliamo la città: non siamo in un borgo di 1000 anime. Del resto veniamo da un borgo di 2000 anime, quindi ce ne saremmo accorti. Ancora non capiamo. Camminiamo in un lungo e in largo quando capiamo che per fare tardi dovremmo entrare al Mc Donald's per fare le 11, ma poi a mezzanotte chiude pure lui. Ci rifiutiamo comunque, per principio, e sconsolati decidiamo di tornare in albergo. Sapevamo che non era capitale della nightlife e che sarebbe stata sicuramente inferiore a St. Pauli (del resto penso che al mondo sono poche le città superiori al quartiere). Ci andava anche bene, non abbiamo più 20 anni e 4 serate là a St. Pauli si fanno sentire. Ma non pensavamo a una cosa simile. Lungo il lungofiume i pub stanno chiudendo (alle 11?) e troviamo un solo bar aperto. Il Bar Celona. Così entriamo, prendo un waffeln e, una volta finito il dolce, torniamo in albergo.
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Re: Germania 2011: St. Pauli über alles

Messaggioda geom.Calboni » 29/08/2011, 12:04

Lebowski ha scritto:il famoso Star Club, il locale dove si sono esibiti i Beatles prima di diventare famosi, durante i mesi di soggiorno a St. Pauli, Reitano (che apriva i loro concerti)

Lo faceva anche a Liverpool... :D

Lebowski ha scritto:La città è molto bella e la nightlife... una cosa mai vista!
Impossibile vedere una cosa inesistente. Non ha vita. Non ci siamo mai trovati in una serata simile, sembra una città fantasma. Tutto chiuso e i pochi passanti vanno di fretta: probabilmente stanno rientrando alle loro magioni, dev'esserci il coprifuoco. Controlliamo il calendario: 14 agosto, non c'è neve e ci saranno 10 gradi, non c'è gelo. Controlliamo l'ora: 10 e 30.

Invece io mi sono trovato varie volte in situazioni simili. Ma ho sempre pensato di esser capitato nel luogo forse nel periodo sbagliato.
La Palma d'Oro di nightlife negativa / inesistente per me resta ancora Olomouc almeno per le grandi voci che la davano come clamorosa...
"Stiamo attenti, siamo contenti, comportiamoci bene e mangiamo la semplicità".

Nella vita le cose serie, alla lunga, ti fregano. Gustiamoci le cose effimere che proprio in quanto tali non ti tradiscono mai.

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Re: Germania 2011: St. Pauli über alles

Messaggioda Lebowski » 29/08/2011, 12:55

geom.Calboni ha scritto:
Lebowski ha scritto:il famoso Star Club, il locale dove si sono esibiti i Beatles prima di diventare famosi, durante i mesi di soggiorno a St. Pauli, Reitano (che apriva i loro concerti)

Lo faceva anche a Liverpool... :D


Lebowski ha scritto:La città è molto bella e la nightlife... una cosa mai vista!
Impossibile vedere una cosa inesistente. Non ha vita. Non ci siamo mai trovati in una serata simile, sembra una città fantasma. Tutto chiuso e i pochi passanti vanno di fretta: probabilmente stanno rientrando alle loro magioni, dev'esserci il coprifuoco. Controlliamo il calendario: 14 agosto, non c'è neve e ci saranno 10 gradi, non c'è gelo. Controlliamo l'ora: 10 e 30.

Invece io mi sono trovato varie volte in situazioni simili. Ma ho sempre pensato di esser capitato nel luogo forse nel periodo sbagliato.
La Palma d'Oro di nightlife negativa / inesistente per me resta ancora Olomouc almeno per le grandi voci che la davano come clamorosa...


Calboni:
no, Reitano non ha mai aperto i concerti dei Beatles a Liverpool. Non facciamo confusione, danke. :D

Brema? No, a naso non è questione di periodo. Periodo sbagliato forse Cluj. Ma Brema mi è parsa morta e la cosa mi è stata confermata da un ragazzo di Brema l'ultima sera della vacanza, passata a St. Pauli. Probabilmente nel w-e vanno anche loro ad Amburgo. Non so, ma per me è proprio una città morta a prescindere dal periodo.
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Re: Germania 2011: St. Pauli über alles

Messaggioda geom.Calboni » 29/08/2011, 13:18

Si hai ragione. Mi sono sbagliato. Ho controllato meglio ed i Beatles all'epoca si chiamavano Silver.
Pensare a Reitano cantare in tedesco deve essere allucinante... :D
Cercherò qualcosa in rete.
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Re: Germania 2011: St. Pauli über alles

Messaggioda Lebowski » 29/08/2011, 14:11

Ho citato più volte il St. Pauli come club calcistico. Quando si è appassionati di calcio e di tifoserie, il nome e la sua storia un po' li si conoscono. Ma, mi rendo conto, che non tutti lo sono. In rete qualcosa si trova parecchio (consiglio di cercare e leggere) ma ho pensato di buttare giù un breve articolo di spiegazione, altrimenti il mio report potrebbe sembrare scritto da un ultrà di St. Pauli e del St. Pauli. :D
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Re: Germania 2011: St. Pauli über alles

Messaggioda Lebowski » 29/08/2011, 14:12

St. Pauli. It's only football (but I like it)

Football, calcio. C’è chi dice che, in fondo, sia solo uno sport. Si può chiamare in molti modi, a seconda del paese di provenienza. A St. Pauli si chiama Fussball, siamo ad Amburgo, anche se più correttamente andrebbe scritto Fußball, seguendo le regole della lingua tedesca.
E poi c’è chi pensa che il calcio non lo sia e che, in fondo, rappresenti molto di più.
La cosa può sembrare banale, se pensiamo ai tifosi. Ma quando tra i tifosi vi sono studenti bohemienne, punk, senzatetto, donne legate ad attività sessuali (non solo prostitute) la cosa assume un aspetto più importante.
È il caso del St. Pauli, un club fondato più di 100 anni fa.
È il caso di St. Pauli, un quartiere che fa della libertà un principio fondamentale. Sarebbe riduttivo pensare a St. Pauli come a un quartiere malfamato, come spesso viene descritto dalle guide. Chi c’è stato lo sa. E, di conseguenza, è riduttivo pensare al St. Pauli come alla squadra di studenti, punk, senzatetto, donne legate ad attività sessuali. È molto di più. è, come scritto, la squadra di un quartiere che fa della libertà un principio, al punto da intitolare una via, una delle più famose del quartiere, alla grande libertà (Grosse Freiheit). Un nome non casuale, dato che sin dal 1610 quella via rappresentava la libertà di culto data ai cattolici (la strada termina infatti con una chiesa cattolica).
Diventa quindi quasi automatico l'odio dei tifosi del St. Pauli verso uno dei concetti opposti alla libertà: il razzismo. Una scelta quasi controcorrente se si pensa che il razzismo e, in alcuni casi, i movimenti di estrema destra sono entrati nelle curve delle tifoserie tedesche, in particolar modo quelle delle vicine città dell'ex Germania Est.
Ma i tifosi del St. Pauli non sono mai controcorrente, ma fedeli a una linea. Una linea che fa del principio "non established" un motto da seguire, il pay off ufficiale che compare sotto il marchio della squadra.
Alla filosofia "non established" si collegano moltissime loro attività. L'elenco sarebbe lungo, ma per me 3 sono emblematiche:

- la bandiera dei pirati come simbolo non ufficiale, perché i pirati rappresentano i poveri che ottengono le loro rivincite nei confronti dei ricchi.

- l'azionariato popolare che, insieme ad altre attività, coinvolse tantissimi tifosi in tutto il mondo e permise la sopravvivenza del club, uno dei pochi casi di azionariato popolare calcistico di successo.

- la scelta di non intitolare il nome dello stadio ad un brand commerciale, a costo di una grossa perdita economica perché il calcio non è business. è passione, amore. Cose che non si vendono perché non hanno prezzo.

Lo stadio, appunto. Uno dei punti di forza perché situato proprio nel quartiere. Perché se il calcio è passione, lo stadio è il cuore dove questa passione batte. Che senso ha mettere il cuore fuori dal corpo? Questo deve aver pensato il proprietario che, anni fa, ha deciso di spostare il teatro calcistico per inserirlo all'interno del quartiere.
E' qui che i pirati del campionato entrano in campo accolti da tifosi entusiasti. In una bolgia, per far presente agli avversari che quello, per loro, sarà l'inferno. Non bastassero le bandiere e gli striscioni, il concetto lo ribadiscono le note delle campane di Hell's bells, canzone di apertura di Back in Black, l'album più famoso degli Ac/Dc. Con questa canzone i pirati e i loro avversari fanno l'ingresso in campo (qui prima del derby con gli odiati cugini):
http://www.youtube.com/watch?v=-SK4Epw5cE0&feature=related

Queste, e molte altre attività di beneficenza, hanno reso famoso il club e i suoi tifosi. Un club in grado di annoverare tifosi in tutto il mondo e in tutta la Germania, fra cui me. Privilegio che forse il solo Bayern di Monaco può avere, ma per via dei suoi successi, a differenza del St Pauli che invece mette il successo sportivo quasi in secondo piano. In Germania, se qualcuno ha il cuore che batte un po' a sinistra avrà comunque una simpatia verso il St. Pauli, la squadra dei pirati e della libertà. Chiamatelo come volete, ma siete proprio sicuri che il calcio sia solo uno sport?
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Re: Germania 2011: St. Pauli über alles

Messaggioda Maxdivi » 29/08/2011, 16:39

Lebowski ha scritto:St. Pauli. It's only football (but I like it)

Football, calcio. C’è chi dice che, in fondo, sia solo uno sport. Si può chiamare in molti modi, a seconda del paese di provenienza. A St. Pauli si chiama Fussball, siamo ad Amburgo, anche se più correttamente andrebbe scritto Fußball, seguendo le regole della lingua tedesca.
E poi c’è chi pensa che il calcio non lo sia e che, in fondo, rappresenti molto di più.
La cosa può sembrare banale, se pensiamo ai tifosi. Ma quando tra i tifosi vi sono studenti bohemienne, punk, senzatetto, donne legate ad attività sessuali (non solo prostitute) la cosa assume un aspetto più importante.
È il caso del St. Pauli, un club fondato più di 100 anni fa.
È il caso di St. Pauli, un quartiere che fa della libertà un principio fondamentale. Sarebbe riduttivo pensare a St. Pauli come a un quartiere malfamato, come spesso viene descritto dalle guide. Chi c’è stato lo sa. E, di conseguenza, è riduttivo pensare al St. Pauli come alla squadra di studenti, punk, senzatetto, donne legate ad attività sessuali. È molto di più. è, come scritto, la squadra di un quartiere che fa della libertà un principio, al punto da intitolare una via, una delle più famose del quartiere, alla grande libertà (Grosse Freiheit). Un nome non casuale, dato che sin dal 1610 quella via rappresentava la libertà di culto data ai cattolici (la strada termina infatti con una chiesa cattolica).
Diventa quindi quasi automatico l'odio dei tifosi del St. Pauli verso uno dei concetti opposti alla libertà: il razzismo. Una scelta quasi controcorrente se si pensa che il razzismo e, in alcuni casi, i movimenti di estrema destra sono entrati nelle curve delle tifoserie tedesche, in particolar modo quelle delle vicine città dell'ex Germania Est.
Ma i tifosi del St. Pauli non sono mai controcorrente, ma fedeli a una linea. Una linea che fa del principio "non established" un motto da seguire, il pay off ufficiale che compare sotto il marchio della squadra.
Alla filosofia "non established" si collegano moltissime loro attività. L'elenco sarebbe lungo, ma per me 3 sono emblematiche:

- la bandiera dei pirati come simbolo non ufficiale, perché i pirati rappresentano i poveri che ottengono le loro rivincite nei confronti dei ricchi.

- l'azionariato popolare che, insieme ad altre attività, coinvolse tantissimi tifosi in tutto il mondo e permise la sopravvivenza del club, uno dei pochi casi di azionariato popolare calcistico di successo.

- la scelta di non intitolare il nome dello stadio ad un brand commerciale, a costo di una grossa perdita economica perché il calcio non è business. è passione, amore. Cose che non si vendono perché non hanno prezzo.

Lo stadio, appunto. Uno dei punti di forza perché situato proprio nel quartiere. Perché se il calcio è passione, lo stadio è il cuore dove questa passione batte. Che senso ha mettere il cuore fuori dal corpo? Questo deve aver pensato il proprietario che, anni fa, ha deciso di spostare il teatro calcistico per inserirlo all'interno del quartiere.
E' qui che i pirati del campionato entrano in campo accolti da tifosi entusiasti. In una bolgia, per far presente agli avversari che quello, per loro, sarà l'inferno. Non bastassero le bandiere e gli striscioni, il concetto lo ribadiscono le note delle campane di Hell's bells, canzone di apertura di Back in Black, l'album più famoso degli Ac/Dc. Con questa canzone i pirati e i loro avversari fanno l'ingresso in campo (qui prima del derby con gli odiati cugini):
http://www.youtube.com/watch?v=-SK4Epw5cE0&feature=related

Queste, e molte altre attività di beneficenza, hanno reso famoso il club e i suoi tifosi. Un club in grado di annoverare tifosi in tutto il mondo e in tutta la Germania, fra cui me. Privilegio che forse il solo Bayern di Monaco può avere, ma per via dei suoi successi, a differenza del St Pauli che invece mette il successo sportivo quasi in secondo piano. In Germania, se qualcuno ha il cuore che batte un po' a sinistra avrà comunque una simpatia verso il St. Pauli, la squadra dei pirati e della libertà. Chiamatelo come volete, ma siete proprio sicuri che il calcio sia solo uno sport?


bravo....anzi bravissimo...quoto parola per parola.....continuo a commuovermi :oops:
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Re: Germania 2011: St. Pauli über alles

Messaggioda Lebowski » 31/08/2011, 14:34

15 agosto

Il secondo giorno in quel di Brema si apre con un giro perlustrativo per la città. La sera prima avevamo notato che la città, molto bella, è comunque piccola. O meglio, lo è il centro storico, meta della nostra camminata. Mi fermo in un baldacchino sul lungofiume e ordino un Grosse Rostwurst, il primo piatto tipicamente tedesco della vacanza. Per una serie di circostanze purtroppo non ero ancora riuscito a cibarmi con pietanze tipicamente locali. A dire il vero non è che la cucina tedesca offra una gran varietà e, in fondo, i piatti più o meno li conoscevo e non incontrano molto i miei gusti (i crauti, tanto per fare un esempio, mi fanno schifo).
Arrivati in centro le nostre aspettative non rimangono deluse:
dall’orologio “mobile” con le immagini dei grandi esploratori, al Rathaus, alla Statua di Rolando, agli onnipresenti animali del musicante protagonista della fiaba forse più famosa dei fratelli Grimm, alla Cattedrale di S. Petri, la camminata si rivela molto piacevole anche attraverso le vie medioevali disseminate lungo il centro storico.
Scatto qualche foto quando d’un tratto la mia amata fotocamera, compagna di mille avventure, cade in coma profondo. Già a St. Pauli aveva mostrato i primi sintomi ma ero sempre riuscito con un po’ di creatività e molta persistenza a rianimarla: certo, dovevo scattare tutto velocemente e per quanto riguarda le foto, come venivano, venivano. Anche le foto che vedete in questo post, però alla fine ci riuscivo. Ora non ne vuole più sapere. Tento in tutti i modi, mi manca solo – non scherzo – la respirazione bocca-a-bocca, che per un attimo valuto come terapia ma poi, sconsolato, capisco che sarebbe tutto vano.
Questa l’ultima foto scattata. Non ha valore artistico ma per me, cercate di capire, ha un gran valore affettivo. Vi chiedo un minuto di silenzio, dato che spesso ho messo alcune mie foto in questo forum e alcune anche belline (quelle del concerto Aerosmith, la foto del concerto Ac/Dc di Milano con la mano alzata al cielo sullo sfondo arancione, un paio di foto della Serbia, quella con le persone “senza gambe” del mio viaggio a L’viv, tanto per citarne alcune).
RIP, my dear

Immagine

Terminata la piacevole seppur breve passeggiata (si gira in 3 ore) entriamo in un centro commerciale. Compro un dolce locale da portare a casa, una bibita, poche cose. Poi rientriamo in albergo e ci prepariamo ad uscire. C’è pochissimo da narrare sulla serata. Non c’è in giro nessuno, meno del giorno prima. Cammini e senti solo il silenzio dei tuoi passi, dalle 11 in poi. Prima trovi solo qualche turista sprovveduto, come noi. Ma non era la città del musicante? Qua si ascolta solo il silenzio. Eppure è Ferragosto, ci sarà pure qualche cattolico in città. Questo avevamo pensato, sbagliando. Torniamo in ostello e ci prepariamo per il ritorno a St. Pauli, il luogo che sento ormai una sorta di nuova casa. Preferisco pensare a quello per non pensare ad altro, anche se il ricordo della mia piccola fotocamera mi rattrista un po’ prima di prendere definitivamente sonno. La mezzanotte è scoccata da poco: forse è stata Cenerentola ad ispirare i Grimm e far scegliere loro Brema come location per la fiaba del musicante.
Ultima modifica di Lebowski il 31/08/2011, 14:47, modificato 2 volte in totale.
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Re: Germania 2011: St. Pauli über alles

Messaggioda Lebowski » 31/08/2011, 14:41

Maxidivi:
allora abitiamo nella stessa casa. :D
Anche a me St. Pauli è piaciuto un sacco come quartiere, anche per la filosofia - vera - che lo pervade.
Non è il classico quartiere bohemienne che puoi trovare in varie città ma che è solo un'invenzione per turisti e sa di falso. Lì è tutto vero. L'ultimo giorno mi è capitato un episodio emblematico che lo spiega bene, ci arriverò nel racconto.
Posso però capire chi non lo ama. E' sicuramente originale, forte. Tanto per dirne una: sono sicuro che M., spesso compagno dei miei viaggi, lo detesterebbe. Sicuramente non lo amerebbe di giorno, la sera magari riuscirebbe pure a divertirsi pur continuando a detestarlo.

Casa nostra non è per tutti. (fortunatamente) ;)
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Re: Germania 2011: St. Pauli über alles

Messaggioda Maxdivi » 31/08/2011, 14:57

Lebowski ha scritto:Maxidivi:
allora abitiamo nella stessa casa. :D
Anche a me St. Pauli è piaciuto un sacco come quartiere, anche per la filosofia - vera - che lo pervade.
Non è il classico quartiere bohemienne che puoi trovare in varie città ma che è solo un'invenzione per turisti e sa di falso. Lì è tutto vero. L'ultimo giorno mi è capitato un episodio emblematico che lo spiega bene, ci arriverò nel racconto.
Posso però capire chi non lo ama. E' sicuramente originale, forte. Tanto per dirne una: sono sicuro che M., spesso compagno dei miei viaggi, lo detesterebbe. Sicuramente non lo amerebbe di giorno, la sera magari riuscirebbe pure a divertirsi pur continuando a detestarlo.

Casa nostra non è per tutti. (fortunatamente) ;)

Non posso che condividere ancora una volta le tue parole....è tutto vero...reale, come ho già detto mesi fa in un altro post. E posso dirti che non è neanche facile capire San Pauli come lo hai capito tu....e' necessario fare attenzione a tanti piccoli dettagli durante la visita del quartiere. Quindi bravissimo anche per questo. Anch'io capisco chi lo detesta, come dico sempre ognuno ha le sue simpatie ed antipatie, i propri gusti insomma ;)
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Re: Germania 2011: St. Pauli über alles

Messaggioda Lebowski » 01/09/2011, 13:00

16 agosto

Il 16 agosto ci svegliamo presto, dobbiamo preparare le valigie e il check out è entro le 10. Un po’ presto: io sconsiglio questo ostello. Scarsamente ospitale, scortese, etc.
Appena alzato vado in bagno a darmi una sistemata, mi infilo la tuta, un berretto e mi reco ancora assonnato alla sala della colazione. Per la prima volta riuscirò a farla, era compresa nel prezzo. Sono ancora così assonnato che mi infilo lungo la zona del sefl-service al contrario. Una persona mi indica ridendo che sto sbagliando e i piatti sono dall’altra parte. Guardo la cibaria: uova, formaggio, cetrioli etc.
Mi sembra di essere Pasquale Ametrano quando si sveglia e vede che la moglie tedesca gli ha rifilato wurstel e cetrioli a colazione. Chi mi ha indicato il piatto somiglia pure alla moglie tedesca. Manca solo che mi dica “chissà cosa ti danno da mangiare in Italia” e la scena è completa.
Quasi sbocco alla vista di quella colazione. Evito, passo al pane con un po’ di marmellata.
Torno in camera, ci prepariamo per uscire, prendiamo il taxi e ci dirigiamo alla stazione. Il taxista mi parla con una flemma unica e mi riempie di domande su Milano. In sottofondo musica classica. Chi mi conosce sa che al mattino, il più delle volte, non mi piace parlare quasi con nessuno. Sino a 9:30-10 sono più rincoglionito del solito, quasi sempre, e provo odio verso il genere umano. Mi sembra una tortura, ma rispondo. Giunti in stazione prendiamo i biglietti per Amburgo e per completare degnamente l’interpretazione di Pasquale Ametrano mi reco al primo bar per prendere cappuccio e brioche. Provo sempre le cucine straniere. è una delle mie attività preferite. Poi, in base ai gusti, alcune le apprezzo e altre no. Ma la colazione per me deve essere italiana. Su quello non riesco proprio ad adattarmi e sono rigoroso, intransigente. Forse solo in America, con pancakes e sciroppo, riuscivo ad adattarmi. Ma neanche più di tanto.
Durante il viaggio in treno mi addormento e nel giro di un’oretta e qualcosa giungiamo alla stazione centrale di Hamburg.
Questa volta abbiamo preso l’albergo in zona, dandoci al lusso: 3 stelle per 37,5 euro a testa. Per una sola notte poteva starci. Il quartiere è St. Georg, lungo la Steindamm. Capiamo subito di essere nel quartiere turco-africano, non c’è un europeo in circolazione, solo noi due.
L’albergo è buono, con il solo difetto che l’ascensore parte e arriva al primo piano e non al piano terra. Un piano di scale con le valigie, chissà perché.
L’impressione sul quartiere non è buona. Non tanto per la gente non europea, in fondo sarebbe pure affascinante. Ma mi è parso di capire che sia più un ghetto di immigrati con tutte le conseguenze del caso: odori di cibo, sporcizia, etc.
Ma il cuore è a St. Pauli, quindi torniamo là, del resto in 10 minuti di metro ci si arriva. Decido di prendere una bibita al burger king e vado in bagno. Il bagno richiede un pagamento di 50 cent ma la pipì non può aspettare, così pago. Faccio per entrare e non c’è luce, così richiamo la donna delle pulizie: “it doesn’t work” le dico mostrandole che la luce non si accende.
Lei mi risponde in tedesco, non capisco una fava.
“I’m sorry, I don’t speak German” le dico. Così lei si rivolge a me nella sua lingua, credo polacco dato che non ci capisco ancora niente. Se fosse stato serbo o giù di li avrei più o meno colto qualche parola. Così decido di passare al dialetto: “Alura? Ampesum la lüs. Go apö pagat.”
Lei allora mi spiega il perché non me l’accende con un gesto inequivocabile: se ci fosse la luce in bagno entrerebbe gente per bucarsi.
Un po’ rimango sbigottito, ma pensando a St. Pauli convengo che non sta scherzando. Ripeto: è un quartiere vero, con veri punk, veri senzatetto e via dicendo. Veri punk, non i minchioni che si vedono qua. Ma non è solo quello, ci sarebbe da scrivere parecchio su St. Pauli; solo che questa non è una guida ma un racconto, quindi evito.
Fatto ciò che dovevo, mi lavo le mani al buio e torno da G.
La nostra meta pomeridiana è il porto e la sua zona.
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Re: Germania 2011: St. Pauli über alles

Messaggioda Lebowski » 02/09/2011, 11:57

La zona del porto si rivela molto bella, con bancarelle e baldacchini ai lati, le navi in acqua, sembra quasi mare.
Arriviamo fino al quartiere di Altona, un po’ più elegante e da lì decidiamo di prendere la metro per tornare all’albergo in St. Georg.
Sono appena le 4 ma decido di riposare un po’. G. invece di fare quattro passi per il quartiere. Al mio risveglio mi preparo per la serata e una volta pronto tocca a me fare il giro per il quartiere. L’impressione iniziale non cambia: non mi piace molto, sembra un quartiere di soli immigrati quasi messi in un ghetto. La lingua più parlata è il turco, non sembra assolutamente di essere in Europa.
Tornato in albergo, ci muoviamo ancora alla volta di St. Pauli per fare serata, l’ultima.
Decidiamo di mangiare in un ristorante musicale, una sorta di Hard Rock Café con cimeli vari. Si rivela una buona mangiata, forse la più economica del soggiorno, allietata da musica rock e dai preliminari di Champions League alla tv.
Trascorriamo la serata in due pub, è martedì sera. Nel primo una bevuta e un’oretta di sosta, ma non ci piace molto, in Grosse Freiheit. Il secondo è in Hans Halbert Platz, ed è stato eletto ormai come il “nostro” pub.
Suonano dal vivo e facciamo conoscenza con un ragazzo di Brema, tifoso del Werder. Scopriamo che si è giocata un’amichevole St. Pauli – Werder, ma non lo sapevamo. Poco male.
Scambiamo quattro chiacchiere con lui, parlando di Italia, Germania e via dicendo. Mi conferma la vita comatosa di Brema. Poi, verso l’1 decidiamo di tornare in albergo. Prendiamo il primo taxi e dopo pochi minuti siamo in camera.

17 agosto

Il giorno seguente facciamo ancora un giro in centro, è il giorno della partenza. Verso le due torniamo in albergo a prendere le valigie e ci dirigiamo alla vicina stazione degli autobus. I pullman sono coordinati in base ai voli dell’aeroporto di Lubecca e il nostro sarebbe in partenza da lì a due ore. Non ci va di aspettare, quindi prendiamo quello relativo al volo per Danzica, operato dalla wizz.
Giunti in aeroporto, con un po’ di anticipo, sbrighiamo le varie formalità. L’aeroporto è il più piccolo mai visto in vita mia: ha solamente 7 voli in partenza quotidiani. Una cosa assurda. Ancora più assurda è la sala di attesa del gate: un capannone stile “festa della birra”, caldo d’estate e – presumo – gelido d’inverno perché esposto alle intemperie.
Il volo si rivela tranquillo, per metà del tempo dormo. Una viaggio da ricordare, mi ha fatto scoprire St. Pauli, un luogo unico. Al risveglio stiamo ancora sorvolando i cieli europei. Intanto un dubbio mi assale: l’aereo mi sta avvicinando o allontanando da casa?

DAS ENDE
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