Uzbekistan 2011 il viaggio feat Geometra Jena Gc

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Uzbekistan 2011 il viaggio feat Geometra Jena Gc

Messaggioda Jena Plissken » 27/10/2011, 0:50

Riporto poco a poco aspettando che il Geometra oberato di impegni scriva qualcosa a riguardo e visto che molti saranno pigri o si saranno persi il racconto sul viaggio nel mio blog il racconto integrale del nostro viaggio di settembre alla scoperta dell' Uzbekistan :)

Tashkent 3 settembre 2011


Eccomi qui a raccontare come in un sogno dei due primi giorni a Tashkent, arrivati nel cuore della notte in aereo da Riga prendiamo possesso del nostro hotel periferico lo Jahongir Hotel , nuovo ed economico 15 dollari circa a testa, sono le 3 di notte e ci aspetta una buona dormita, questa parte della città vicino alla fermata della metro Tinchlik è indefibile quasi campagna , ci si potrebbe trovare in qualsiasi posto dall’ Albania , alla Turchia fino al Caucaso, baracche di lamiere, strade polverose, baracci volgari, alle 5 di mattina i galli iniziano a cantare e qualche muezzin si sente sullo sfondo, a differenza di altri posti le voci dei muezzin che richiamano i fedeli alla preghiera risultano ovattate e poco invadenti sembra che il presidente Karimov abbia vietato l’ uso di casse ed altoparlanti, almeno questa buona cosa sembra averla fatta.

L’ Uzbekistan nonostante la maggioranza della popolazione si dichiari musulmana è uno stato che ha fatto della lotta al fondamentalismo islamico una delle sue battaglie sono vietati lo chador e si beve tranquillamente birra o vodka, nella tradizione russa , o si mangia carne di maiale.
Inutile dire che la lotta al fondamentalismo islamico ( vero e presunto ) e al terrorismo post 11 settembre ha permesso al presidente sia di mantenere il suo smisurato potere e consenso presso Stati Uniti e Russia come ago della bilancia nell’ Asia centrale ma anche di liquidare oppositori , giornalisti o esponenti religiosi particolarmente scomodi e di agire con il pugno di ferro nel paese con la complicità delle organizzazioni internazionali, con il pretesto della sicurezza nazionale.
Nonostante la religione quindi non sia un peso opprimente sull’ uzbelo medio il paese resta un crogiuolo di razze , etnie , lingue e tradizioni e l’ aspetto conservatore della nazione balza sempre all’ occhio a volte nel bene rapporti familiari stretti e di reciproco aiuto con famiglie allargate, a volte nel male , se guardiamo questo però dal nostro punto di vista occidentale, rapporti interpersonali tra i sessi difficili, verginità delle donne fino al matrimonio, oppressione della famiglia e ultima parola di questa su tutto.

Tashkent è una città smisurata che raggiunge quasi i tre milioni di abitanti, non ha un vero e proprio centro se non la quasi occidentale Oybek o il parco con la statua di Timur Amur ( Tamerlano ) , e l’ unica via che potesse essere considerata una via pedonale di incontro e passaggio , la via dei bar e degli artisti definita Broadway è stata smantellata , ci è stato detto consapevolmente dal presidente per non favorire l’ incontro e l’ aggregazione delle persone, molti locali peraltro per questo motivo chiudono alle 23, la cosa non pare strana secondo i dettami del dividi e impera e di una televisione nazionale in cui i programmi consistono essenzialmente in una innocua musica tradizionale e proclami governativi sugli straordinari successi raggiunti dal paese all’ insegna del tutto va bene.

Il primo giorno in città corre via velocemente tra l’ acquisto della sim telefonica locale e l’ organizzazione del nostro portafoglio , scopriremo che non esistono bancomat Visa se non nei pochi grandi alberghi cittadini tra cui l’ Uzbekistan , mentre più usato è il circuito maestro, è consigliabile quindi portarsi un bel po’ di dollari , in quanto l’ Euro sebbene accettato è considerato meno sicuro, per evitare prelievi a raffica, commissioni o anticipi con carta di credito costosi , non si possono prelevare infatti più di 50 dollari per volta , ma non finisce qui , i dollari vanno cambiati al mercato nero e non nei cambi ufficiali , visto che al mercato nero il valore del sum è maggiore di un terzo e varia da compratore a compratore.Concludiamo l’ affare del cambio grazie ad un capo usciere ” corrotto “, ovviamente scherzo perchè pur essendo formalmente illegale il mercato nero lo fanno tutti, ci ritroviamo perciò al terzo piano dell’ Hotel Uzbekistan, come se aspettassimo una partita di droga, quando il nostro uomo ci consegnerà una quantità smisurata di mazzette di Sum , il taglio maggiore è 1000 cioè circa 60 centesimi di Euro e ci appresteremo da qui in avanti a girare con mazzette indefinite e scomode che riempono le tasche in stile boss mafioso e a perdere minuti e minuti ” preziosi ” a contare e ricontare i soldi per acquisti anche di poca entità.

Passiamo quindi la giornata tra il mercato di Chorsu : un bazaar in puro stile centro asiatico davvero tipico ed interessante , la Madrasa ( scuola coranica ) poco distante e la zona dell’ Hotel Uzbekistan in attesa del meeting internazionale di Couchsurfing che si terrà in serata dove incontreremo oltre che persone del luogo uzbeke e russe, tedeschi, polacchi , francesi in viaggio o li per motivi di studio con cui scambieremo interessanti informazioni, in particolare in vista del nostro probabile ritorno in città legheremo con alcuni simpatici uzbeki che rivedremo più avanti.
Dopo una visita in notturna della zona di Piazza dell’ Indipendenza, del parco, dei monumenti e della zona da poco completata e ristrutturata passeremo la nottata al Terrazza Cinzzano un locale quasi esclusivamente russo in cui visti i costi occidentali solo la meglio gioventù danarosa russa e pochi uzbeki hanno accesso.
E' il classico ristorante discoteca russa , balliamo e beviamo tra bellezze mozzafiato.
L' atmosfera non è per nulla friendly però e si segnalano la presenza di varie "professioniste ", ma almeno stasera e locali ne abbiamo visionati camminando parecchi non sembra esserci, sebbene sia sabato, null' altro.
Come prima giornata in Uzbekistan non è stata per nulla male.
L' ho vista e abbiamo bevuto assieme della vodka russa, e lei aveva ed ha degli occhi che sono capaci di convertire alla fede un boia coreano

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Re: Uzbekistan 2011 il viaggio feat Geometra Jena Gc

Messaggioda Jena Plissken » 27/10/2011, 1:01

Appendice :

La notte di Sting a Tashkent


In un rock bar di Tashkent peraltro abbastanza vuoto lo stereo passava Fragile di Sting, chiesi ad una amica uzbeka se le piaceva il cantante inglese e la sua risposta fu affermativa mi raccontò quasi per una sottile coincidenza del concerto che lo stesso tenne all’ Opera House di Tashkent nel 2009 e di come avesse provato invano tramite il suo capo di trovare uno dei preziosi tagliandi o un invito ma i biglietti del concerto benefico per aiutare l’ infanzia partivano dal prezzo di mille dollari.
Sting insomma suonò per i potenti tra cui la zarina Karimova, figlia tuttofare del presidente ex comunista Karimov, cantante , stilista di moda e quanto le passa per la mente , visto che è proprietaria di mezzo paese.
Non sappiamo come Sting prese questa decisione potrebbero essere stati un mucchio di soldi, la curiosità oppure l’ effettiva validità del progetto, lascia pensare però il fatto che uno dei paladini della libertà di espressione e dell’ ecologismo suoni davanti ad un elite scelta in un paese dove i giornalisti non possono scrivere la verità sull’ Aral o criticare il governo pena carcere, ostracismo o peggio, dove i corrispondenti stranieri non sono ben accetti e proprio l’ infanzia venga sfruttata nella raccolta del cotone.Sorvoliamo sul consenso di Karimov in elezioni in cui è praticamente l’ unico candidato .

Articolo della Stampa

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplr ... sezione=62
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Re: Uzbekistan 2011 il viaggio feat Geometra Jena Gc

Messaggioda geom.Calboni » 27/10/2011, 8:57

Ottima Jena!
Mi sarà di stimolo... ;) ;)
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Nella vita le cose serie, alla lunga, ti fregano. Gustiamoci le cose effimere che proprio in quanto tali non ti tradiscono mai.

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Re: Uzbekistan 2011 il viaggio feat Geometra Jena Gc

Messaggioda heartpacker » 28/10/2011, 10:23

non solo Sting... anche eros ramazzotti:

http://lepersoneeladignita.corriere.it/

Eros Ramazzotti in Uzbekistan alla corte dei Karimov di Monica Ricci Sargentini

Cantare alla corte di un dittatore per soldi. Accade. E non di rado. Alcune star si rifiutano, altre invece cedono alle lusinghe di compensi esorbitanti. Oggi sarà la volta di Eros Ramazzotti. Il cantautore italiano si esibirà a Tashkent, la capitale dell’Uzbekistan, a chiusura di un festival di cultura organizzato e finanziato da Gulnara Karimova, la poliedrica e ricchissima figlia del dittatore Islam Karimov accusata dalle organizzazioni dei diritti umani, tra le altre cose, di utilizzare un milione di bambini-schiavi per la raccolta del cotone. Il sì del cantautore italiano sarebbe arrivato dopo una serie di rifiuti da parte di altri artisti noti a livello internazionale, tra cui Andrea Bocelli. E il cachet, raccontano i bene informati, sarebbe da capogiro. Lui, però, difende la scelta per bocca del suo manager Fabrizio Giannini: «Questo qui — dice al Corriere — è un concerto a pagamento, non una convention, ed è difficile prendere una posizione per noi. La nostra agenzia, la Trident Management, ha fatto le verifiche e ce lo ha proposto. Non mi sono informato su altro. Non so nemmeno dove sia l’Uzbekistan». Ma è proprio questo il punto. È giusto fare affari con dei dittatori? Alcuni si giustificano dicendo che è un modo per far girare l’arte la cultura anche nei Paesi senza libertà. Ma il biglietto per andare al concerto di Ramazzotti costerà tra i 150 e i 250 euro, decine di volte in più del salario medio di un cittadino uzbeko. Chi potrai mai permetterselo? «Il nostro Paese sta andando allo sfacelo — hanno scritto al Corriere in una email i dissidenti uzbeki rifugiati in Italia — la situazione è disastrosa e loro pensano alla moda e alla musica dimenticandosi della gente che muore di fame. Questo non è assolutamente un evento di beneficenza, come vogliono far credere, ma un concerto per il presidente Karimov e sua figlia Gulnara». Due anni fa Sting partecipò alla stessa identica manifestazione per la modica cifra di quasi due milioni di sterline e fu messo letteralmente all’indice dalla stampa. Lui che si era sempre proclamato difensore dei diritti umani. «Sting sul libro paga del regime tirannico dell’Uzbekistan» titolò allora il Guardian. Prima di lui hanno ceduto al denaro Rod Steward e Julio Iglesias. L’ultimo, lunedì scorso, è stato Ennio Morricone che ha diretto un concerto a Tashkent sempre per la settimana dell’Arte. Un anno fa a finire sotto tiro per i suoi rapporti con l’Uzbekistan è stato Joan Laporta, presidente del Barcellona che aveva accettato dieci milioni di euro per due partite con la squadra uzbeka di proprietà della Karimova. E non è solo Karimov a riuscire ad attirare i grandi dello spettacolo. All’inizio di ottobre Kevin Costner, Eva Mendes, Hilary Swank e altri hanno animato la festa a sorpresa per il presidente ceceno Ramzan Kadyrov. Swank poi si è scusata con i suoi fan: «Non mi ero resa conto di chi fosse». È bene allora che Ramazzotti lo sappia: l’Uzbekistan ha una pessima fama nel mondo per il rispetto dei diritti umani. Human Rights Watch lo considera il governo «tra i più repressivi, assieme a Corea del Nord e Birmania». Secondo Amnesty International gli arresti arbitrari e le uccisioni sono all’ordine del giorno. E spesso avvengono in maniera brutale. L’ex ambasciatore britannico Craig Murray fece sottoporre ad autopsia i corpi di due oppositori morti e scoprì che erano stati bolliti vivi. Ma c’è chi chiude la porta in faccia alla potente Gulnara Karimova, che, oltre ad essere viceministro degli Esteri, è anche ambasciatrice in Spagna e all’Onu. A settembre a New York, durante la settimana della moda, la sfilata del suo marchio Guli è stata cancellata proprio a causa delle proteste dei dissidenti e delle associazioni dei diritti umani. Le stesse che ora invitano Ramazzotti a non suonare e a devolvere i soldi del cachet in beneficenza. «E perché noi dovremmo sospendere un concerto che si tiene in un teatro alla presenza di 1.500 persone? — si chiede Maurizio Salvadori manager della Trident, l’azienda che seleziona gli eventi per Ramazzotti, Jovanotti, Mango e altri —. L’Uzbekistan è un Paese riconosciuto dalle Nazioni Unite con cui l’Italia intrattiene relazioni diplomatiche. Non spetta a noi stabilire se è da mettere al bando oppure no. Noi andiamo solo a chiudere una settimana di moda e cultura. Tra l’altro a Tashkent sono andati anche Morricone e una decina di aziende italiane tra cui Cavalli. Credo sia importante portare un po’ di cultura italiana in giro per il mondo. Se ragionassimo così dovremmo cancellare la nostra presenza nell’80% dei Paesi». Lo spettacolo, insomma, continua.
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Re: Uzbekistan 2011 il viaggio feat Geometra Jena Gc

Messaggioda Maxdivi » 28/10/2011, 14:29

geom.Calboni ha scritto:Ottima Jena!
Mi sarà di stimolo... ;) ;)


Qualora gli scritti di jena non bastassero a stimolarti 8-) ....sappi che sto organizzando un team speciale massimese misto....composto da Omon russi, Pasdaran persiani, agenti Mossad isrealiani e militari turchi antiterrorismo :mrgreen: ......veniamo su da te e ti obblighiamo a scrivere resoconti a bottigliate!!! scrivi!
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Re: Uzbekistan 2011 il viaggio feat Geometra Jena Gc

Messaggioda geom.Calboni » 28/10/2011, 20:27

Gulnara Karimova, per la cronaca, ha anche inciso un disco...
Una boiata... :) l'ascoltai su un cellulare nei giardini dirimpettai Il Palazzo del Presidente. Che momento romantico... 8-)
Googoosha... :mrgreen:
http://googoosha.uz/?c=music

http://gulnarakarimova.com/en/
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Re: Uzbekistan 2011 il viaggio feat Geometra Jena Gc

Messaggioda Jena Plissken » 03/11/2011, 12:38

Tashkent 4 settembre 2011

Il nostro secondo giorno a Tashkent riparte con una robusta colazione in hotel dopo la quale ci avviamo a rivisitare Piazza dell’ Indipendenza in diurna , la cicogna è simbolo di buon auspicio , speranza e della ritrovata libertà uzbeka , notevole la zona delle nuove splendide fontane e l’ inaccessibile casa bianca Uzbeka , fanno da contorno diversi monumenti quello della madre con il bambino, simbolo della famiglia uzbeka e della società spesso matriarcale vista la pochezza e l’ inaffidabilità lavorativa e affettiva degli uomini locali ( retaggio della scuola russa ? ) che ha soppiantato, anche se il piedistallo è rimasto, la statua di Lenin rimossa nel 1991, poi altri monumenti quello della madre addolorata per i figli che non tornano dalla guerra e il memoriale per i 3000000 uzbeki morti nella seconda guerra mondiale combattendo i nazisti, un altro monumento ricorda il terribile terremoto del 1966 che ha spazzato via tutta la città , che fu ricostruita da volontari e architetti russi provenienti da tutta l’ Unione Sovietica, alcuni quartieri hanno infatti il nome di provenienza delle repubbliche o città di questi architetti.

Della vecchia Tashkent non è rimasto infatti più nulla, le vie sono larghe e le piazze grandiose, i palazzi sono in gran parte di piccole dimensioni, secondo lo stile dell’ epoca e di Krusciov , ovvero palazzi a cinque piani salvo i blocchi sovietici in periferia e qualche grattacielo, lo stile degli edifici governativi e statali è piuttosto amalgamato in uno stile sovietico influenzato da componenti orientali e classiche che non risulta opprimente, lascio i miei amici a vagare e mi affrettò ad un incontro con un insegnante di inglese locale, con Angelica mezza russa e mezza tagika passeggio tra i parchi della città , come potrete leggere nell’ articolo che ho postato sul viaggio di Moravia in Unione Sovietica nel 1956 poco è cambiato da allora , al presidente Karimov piacciono gli alberi e questo non è un male anzi , ne vengono piantate sempre nuove fila in quantità industriale a riempire ogni spazio e non di rado si possono trovare anche alcuni pannelli pubblicitari cartacei che raffigurano alberi, tantissimo verde insomma , sembra quasi camminando di essere in una foresta o quasi in una giungla , come se le vie nascessero forzatamente in mezzo ad essa, scherzo su questo con la mia amica che mi da ragione.

Tra le scoperte più interessanti visito la chiesa cattolica del Sacro cuore di Gesù Cristo in cui si sta svolgendo mentre la visito un matrimonio di cattolici coreani e in cui spesso si svolgono concerti d’ organo con artisti di fama internazionale, la chiesa iniziata ad inizio del 900 non fu completata che recentemente dopo il 1992 , nel frattempo fu utilizzata come magazzino, perchè come potete supporre durante il periodo post rivoluzione e sovietico l’ ateismo e il socialismo doveva essere l’ unica confessione e la religione oppio dei popoli venne messa ai margini della società e perseguitata.

La religione più praticata nell’ Ukbekistan è l’ islam sunnita, ma le diverse religioni convivono in pace e il fondamentalismo è una rara minoranza , vista la storia ricca e travagliata del paese e le diverse etnie esistono comunque minoranze cristiane, ortodosse ( con numerose chiese e conventi interessanti ), luterane , cattoliche, ebraiche ( specie a Buhkara ) con relativi luoghi di culto.Una spiegazione della cosa è semplice fin dall’ epoca zarista furono esiliati anche in Uzbekistan un gran numero di lituani, polacchi, tedeschi, cecki e altre etnie che volevano propri luoghi di culto.

Il pomeriggio passa tra verde, vasti parchi e chilometri e chilometri macinati nelle periferie della città sonnolenta e tranquilla, tra un caffè e chiacchiere interessanti e si conclude con una cena a base di birra e shashlik ( spiedini ) in un ristorante tipico, è tardi si torna in albergo domani all’ alba abbiamo un aereo per Urgench destinazione nord del paese : Khiva.

Tornato in albergo fumo una sigaretta una Pall Mall da 50 cent al pacchetto pensando alla conversazione con Angelica che mi ha illuminato su diversi aspetti del suo paese e al mercato di Chorsu con le sue luci, i suoi colori e odori penetranti , solo nei bazaar orientali con la loro agitazione , la loro regola della contrattazione si capisce e si afferra visivamente la ricchezza e le differenze culturali e etniche dei venditori e degli acquirenti, basta studiare i differenti volti e immaginarne la provenienza , dagli iraniani , persiani con i capelli e gli occhi neri come la pece , ai Tagiki capelli neri e spesso occhi chiari, ai volti camusi e larghi dei mongoli, fino alla bionda russa standard, per arrivare ai kirghisi , kazaki , tatari o ai cinesi e coreani dagli occhi a mandorla, pelli bianche e pelli scure cotte dal sole, commistioni e deportazioni di eredità staliniana , immigrazioni o emigrazioni forzate o semplicemente movimentazioni da mancanza di confini e nessuna necessità di frontiere , visti e passaporti di quello che era il Turkestan o la Russia zarista , poi bolscevica e socialista.Oggi tutto è cambiato una volta era tutto più arretrato, noioso e in bianco e nero , oggi in un mondo uzbeko semi libero e a colori, in tantissimi casi la povertà e l’ isolamento è diventato ancora peggiore.
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Re: Uzbekistan 2011 il viaggio feat Geometra Jena Gc

Messaggioda Jena Plissken » 04/11/2011, 11:31

Khiva 5 settembre 2011

Atterriamo a Urgench alle 930 del mattino dopo essere partiti dall’ aereoporto di Tashkent alle 7.30 , il panorama che si intravede nel sonnolento viaggio è piatto e stepposo, il nulla si mischia a qualche villaggio, Khiva dista appena 36 km che percorriamo in taxi , come sempre è necessario avere un’ idea dei costi locali e contrattare la cifra che ci si avvicina con il tassista abusivo o meno che sia.
Ci facciamo condurre al bed and breakfast Miraboshi che avevamo individuato già dall’ Italia, nel centro storico di Khiva.
Il signor ” Miraboshi ” parla un ottimo inglese , è praticamente il factotum locale : hotel con una depandance vicina ( dove stiamo noi ) , ristorante, organizza macchine, trova autisti e propone escursioni o itinerari su richiesta. Ci offre la colazione e poi con calma andiamo alla scoperta di Khiva.

Visitiamo Khiva in lungo e in largo la città è racchiusa da mura , madrase, moschee, musei , caravanserragli, la visita è godibilissima , il sole è davvero caldo, saliamo sull’ altissimo minareto dove giovani coppie si nascondono anche solo per parlare, la città importantissima oasi commerciale sullavia della seta , dopo i gloriosi tempi di Tamerlano, venne distrutta da Gengis Khan, più tardi divenne un importante khanato.

Esploriamo anche la parte nuova della città più di stampo russo e passiamo la serata al ristorante di Miraboshi con cui contrattiamo l’ escursione del giorno dopo a Moynaq dove un tempo c’era il lago d’ Aral, 6 ore di macchina con autista per andare e 6 per tornare causa le strade non perfette , la sveglia sarà all’ alba alle 7 si parte , Khiva in notturna è splendidamente illuminata, è un piacere camminare da soli spesso al buio per le vie della città sembra quasi di essere sul set di un film, anche l’ invasione prevista di turisti sia di giorno che di notte non è così pressante, non dimentichiamo che secondo fonti dell’ ambasciata uzbeka ogni anno 10000 italiani visitano il paese la maggiorparte dei quali con tour completamente organizzati e decisamente molto costosi.

Quello che noteremo a Khiva, ma anche nel resto del viaggio e che le città storiche sono quasi completamente ricostruite da zero , visto che tempo atmosferico, guerre e terremoti avevano completamente distrutto o quasi l’ immenso patrimonio culturale uzbeko, questo nuovo, quasi finto in certi casi come a Buhkara, alla Disneyland può dare quasi fastidio ma del resto forse non c’era altra scelta per preservare e rendere giustizia e procacciare turismo ad un paese ricco di storia.I russi prima poi l’ aiuto e i fondi Unesco stanno completando restauri e lavori che stanno continuando oggigiorno, a Khiva comunque questa ricostruzione per il fatto di essere racchiusa da mura non risulta per niente irritante, sebbene in un certo senso l’ anima delle città risulta svuotata come se fosse rimasto solo il guscio di una conchiglia.
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Re: Uzbekistan 2011 il viaggio feat Geometra Jena Gc

Messaggioda Jena Plissken » 26/11/2011, 15:19

Moynaq 6 settembre 2011

Il viaggio in auto per Moynaq inizia alle 7 del mattino dopo colazione , in tre ore arriviamo a Nukus , città nuova di stampo sovietico e di non particolare interesse se non per il museo Savickij, nel frattempo siamo entrati nella repubblica del Karakalpakstan, il museo contiene una importante collezione di arte russa uzbeka e di reperti archeologici ed etnici, la collezione creata dal pittore archeologo uzbeko risulta molto interessante.Dopo un pranzo in un ristorante per camionisti lungo la strada in cui degusto un piatto di Manti, grossi ravioloni farciti di carne, si riparte le strade iniziano ad essere piuttosto sconnesse e malandate, ci vorranno altre 3 ore per raggiungere la nostra meta.

Alcuni pannelli sul belvedere di Moynaq mostrano quello che è successo negli ultimi 40 anni, esattamente sotto dove siamo noi c’era il lago, il quarto lago più grande del mondo e il porto, ovviamente non vengono spiegate le cause del disastro, l’ Aral forniva sussistenza e lavoro diretto e indiretto all’ intera comunità di Moynaq, quello che si vede ora fa rabbrividire.La città è deserta la maggior parte della popolazione se ne è andata.

Una fila di carcasse di barche arrugginite si staglia sul fondo del lago ora deserto pieno di sabbia, sale e pesticidi , le uniche testimonianze di vita sono le migliaia di conchiglie che si trovano per terra, dall’ alto i pescherecci sembrano carri armati bruciati e colpiti dopo una battaglia , effettivamente una battaglia c’è stata quella dell’ uomo che per i suoi scopi economici e avidi ha piegato l’ ambiente e ha distrutto quello che era la sua fonte di ricchezza e di vita.

Per saperne di più sulla tragedia dell ‘Aral potete leggere il capitolo relativo di Imperium di Kapuscinski , attualmente è possibile raggiungere in fuoristrada molto costosi quello che è rimasto dell ‘ Aral, due tronconi e piccoli laghi, ovviamente non esistono strade ma si viaggia nel letto del lago su piste improvvisate.

Vi chiederete ora come è potuto succedere la spiegazione è semplice in era sovietica l’ acqua dei due fiumi che alimentavano l’ Aral , tra cui l’ Amu Darya che abbiamo passato per giungere qui, è stata forzatamente prelevata in maniera irrazionale per alimentare principalmente la monocultura del cotone nel corso del tempo i fiumi si sono ridotti di dimensione e l’ Aral si è ritirato da Moynaq verso nord di più di 150 km.
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Re: Uzbekistan 2011 il viaggio feat Geometra Jena Gc

Messaggioda Jena Plissken » 26/11/2011, 15:20

Bukhara 7 settembre 2011

Lasciamo Khiva per tornare verso sud a Buhkara l’ idea dell’ auto con autista sebbene potesse essere sensata e a buon prezzo ci riserverà uno dei viaggi psicologicamente più lunghi e faticosi mai effettuati, sarà stato il caldo, le nuvole di polvere o le strade sconnesse o inesistenti , le buche, che non permettono in certi tratti di andare più forte di venti all’ ora ma le otto ore di strada tra il nulla, deserti e sballottamenti risultano interminabili, a posteriori sarebbe stato meglio optare per la soluzione treno da Urgench a Khiva.

Ma insomma siamo in ballo e balliamo nel vero senso della parola, se volevamo belle strade andavamo in Svizzera o Germania, larghi tratti di strada sono ad una carreggiata o mezza, imponenti lavori di asfaltatura e potenziamento stradale sono previsti nei prossimi cinque anni per migliorare le infrastrutture e le comunicazioni nel paese soprattutto in chiave turistica, è anche operativo da poco un progetto dell’ alta velocità uzbeka con supervisione spagnola che dimezza i tempi di percorrenza dalla capitale a Samarcanda ed in futuro arriverà a Buhkara e forse a Khiva.

Alle 16 siamo a Buhkara stanchi soprattutto per il caldo e il viaggio , abbiamo in programma di pernottare per due giorni da Rahima, una coachsurfer locale e dopo aver lasciato armi e bagagli diamo un occhiata al centro cittadino raggiungibile a piedi in poco più di 15 minuti, la vecchia Buhkara è un labirinto di piccole case bianche e scalcinate, i bambini curiosi ti salutano con un hello , vecchi negozietti, residui del quartiere ebreo e vecchie sinagoghe, case spartane e cadenti, improvvisamente il paesaggio cambia dopo pochi passi e la Buhkara turistica e ricostruita prende piede, pulita, quasi occidentale tra internet point, alberghi di lusso , negozi con scritte in inglese , un bar con tavolini all’ aperto si affaccia sulla piazza del laghetto artificiale, è tempo di una Sarbast la birra locale.

Procastiniamo la visita approfondita della città al giorno dopo e dopo cena torniamo da Rahima , si gioca un po’ con i bambini specie lo sveglio e vispo Mohamed, tra plov, melone e the faccio quattro chiacchiere con la padrona di casa, da li a poco entreranno in campo uno dei nostri nemici principali delle nottate , le zanzare , il giardino di Rahima è infestato dai terribili insetti, tento una bonifica insieme a Mohamed della nostra stanza armati di mata mosquitos ma invano, nel corso della notte i miei compagni di viaggio Luca e Giancarlo perderanno più volte la calma, questa notte sarà ribattezzata la notte in cui ” il cervello uscì dalla testa “, io stesso dopo le ennesime punture mi aggirerò nel cuore della notte senza dire una parola per una spedizione punitiva ma poco proficua , ne ammazzavi 10 ne arrivano altre 50.
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Re: Uzbekistan 2011 il viaggio feat Geometra Jena Gc

Messaggioda Jena Plissken » 26/11/2011, 15:21

Buhkara 8 settembre 2011

Dopo la notte delle zanzare esploriamo Buhkara, dopo un pranzo e quattro chiacchiere con alcune couchsurfers locali, visitiamo la notevole madrasa di Mir-i Arab , numerose moschee, il minareto , mausolei e l’ ex caravanserraglio rendono la zona molto interessante, l’ emirato di Buhkara oasi e centro commerciale sulla via della seta ha un passato davvero glorioso e le rifatte testimonianze della sua storia lo testimoniano, una volta intorno all’ anno mille era la Mecca del centro Asia.

Molto interessante risulta anche alla visita della cittadella fortificata dell’ emiro dalla quale si può avere una vista completa sulla città vecchia e nuova.

La giornata scorre via piacevolmente e si ritorna da Rahima , si chiacchiera , si gioca con i bimbi e questa notte le zanzare saranno meno pressanti.
L' ho vista e abbiamo bevuto assieme della vodka russa, e lei aveva ed ha degli occhi che sono capaci di convertire alla fede un boia coreano

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Re: Uzbekistan 2011 il viaggio feat Geometra Jena Gc

Messaggioda Jena Plissken » 05/12/2011, 13:29

Samarcanda 9 settembre 2011

Il treno parte da Kagan la stazione di Buhkara a circa 15 km dalla stessa, la linea ferroviaria fu costruita più di un secolo fa parecchio distante per non essere troppo vicina alla città santa, in circa 3 ore arriveremo a Samarcanda, cioè nel primo pomeriggio, sul treno c’e’ l’ aria condizionata e il viaggio scorre via veloce, abbiamo prenotano un bed and breakfast l’ Antica in pieno centro e in poco tempo siamo operativi, finalmente Samarcanda un nome che da solo evoca tante di quelle cose che solo a pensarci poi si rischia di venir delusi dalla realtà, in Italia è legato all’ omonima canzone di Vecchioni , splendida con il violino di Branduardi, ma ovviamente non è solo quello anzi, a ben pensarci il nome in se stesso ha una sua suggestione e una musicalità che lo fanno vivere di vita propria : un nome da mille e una notte.

Il primo giorno sarà di studio la città è essenzialmente moderna curata sia nella parte più turistica che in quella moderna , i monumenti sono piuttosto sparsi non c’è una zona ben definita come a Khiva o Buhkara ma nel complesso c’è molto di più da vedere e la città non tradisce il suo nome e la sua tradizione.

Facciamo una ricognizione fino al Registan, dopo aver visto il mausoleo di Timur ( Tamerlano ) esternamente e passeggiato qua e la, la sera si mangia qualcosa al Fratelli e la giornata passa via senza sussulti.
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Re: Uzbekistan 2011 il viaggio feat Geometra Jena Gc

Messaggioda Jena Plissken » 05/12/2011, 13:31

Samarcanda 10 settembre 2011


Il secondo giorno a Samarcanda viene dedicato alla scoperta dei monumenti della città che è una delle più antiche del mondo, si parte con il vicino e splendido Gur-e Amir ovvero la Tomba del re , il mausoleo contiene tra i numerosi cenotafi bianche tombe tra le quali si distingue quella in ambra nera di Tamerlano , di notte è magnificamente illuminata.Spicca la cupola di colore turchese, colore che prende il nome dalla parola francese turquoise che indicava i Turchi.

Dopo aver fatto le foto di rito alla statua immancabile di Tamerlano seduto sul trono di quella che era la sua capitale, ci dirigiamo verso il Registan la vista sulla piazza è spettacolare sebbene sia un po’ inficiata da un palco costruito per qualche rappresentazione , il nome dal persiano significa posto della sabbia, e in passato nel suo piazzale polveroso trovava spazio uno dei bazaar più animati del centro Asia, le tre madrase disposte su tre lati di cui una di fronte all’ altra sono una visione spettacolare, difficile non farsi incantare dai timpani, dalle maioliche e dai mosaici , dopo le visite di rito, proseguiamo per un lunghissimo viale molto curato e ” turistico ” verso un’ altro capolavoro la moschea di Bibi-Khanum costruita a partire al 1399 per volere di Tamerlano in onore della moglie preferita Bibi-Khanum fu distrutta completamente dal tempo e dai terremoti e ridotta quasi in macerie, nel 1974 fu iniziata la ricostruzione che l’ ha riportata all’ antico splendore, splendida la grossa cupola, anche qui c’era un bazaar molto caratteristico che ora è stato ricostruito in una foggia kitch e troppo ” turistica “.

Proseguendo da qui sull’ ampia strada a destra si arriva all’Ensemble Khodja Akhror dedicato all’ omonimo maestro sufi con splendide moschee , sotterranei , sepolcri, porte e portali.

Ci sarebbe molto altro da vedere tra cui l’ osservatorio ma queste tre perle ci saziano , andiamo a cena in un ristorante con pista da ballo dove si sta svolgendo una festa di famiglia probabilmente un compleanno e poi proviamo la disco Calypso dove miracolosamente riusciamo dopo il primo sabato a tirare almeno fino all’ una , niente di che clientela giovane , tantissimi uomini o coppie battiamo in ritirata.
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Re: Uzbekistan 2011 il viaggio feat Geometra Jena Gc

Messaggioda Jena Plissken » 05/12/2011, 13:32

Shakhrisabz 11 settembre 2011

Shakhrisabzaz : la città verde o anche detta piacere per il cuore si raggiunge in un paio d’ ore di auto da Samarcanda, contrattiamo con la signora factotum dell’ Antica ad un modico prezzo una escursione con autista che a mio parere sarà tra le giornate più belle del viaggio , strade in buone condizioni e arriveremo a circa tre ore di auto da Termez cioè dai confini afghani.

Splendidi panorami on the road , sali e scendi, valli , deserti da film western e tende di nomadi e uno splendido belvedere al quale facciamo una sosta prima di giungere nella piccola città dove nacque Tamerlano e dove ci sono diverse cose interessanti da vedere , su tutto quello che rimane del palazzo estivo di Tamerlano l’ Ak-Saray , due monconi di arco , con quello che resta di splendidi mosaici blu e le torri alte 50 metri su una delle quali saliamo per qualche foto di rito e ammirare la vista della città dall’ alto.

Nella piazza si stanno svolgendo le foto e le celebrazioni di diversi matrimoni e le piccole orchestrine festose danno un tocco di allegria al pomeriggio.Proseguiamo la visita con il Bazaar davvero caratteristico dove compriamo e degustiamo alcune ruote del buonissimo paese uzbeko, con la moschea di Kok-Gumbaz (1435 ) e il complesso di funerario di Dorus Saodat che contiene la cripta di Tamerlano.

Completata la visita si torna a Samarcanda relax nel giardino del bed and breakfast e cena in un’ altro ristorante con pista da ballo come al solito solo uomini in giro a testimoniare se ce ne era bisogno come la società uzbeka / tagika sia maschilista e tradizionale nella visione del divertimento.

Come dice Terzani in Buonanotte signor Lenin ” Vado a letto depresso alla semplice idea che, essendo venuto a vedere Samarcanda, non avrò d’ ora innanzi più modo di sognarla “.
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Re: Uzbekistan 2011 il viaggio feat Geometra Jena Gc

Messaggioda Jena Plissken » 05/12/2011, 21:54

Tashkent 12 / 16 – 09 – 2011


La stazione di Samarcanda è gigantesca e moderna prendiamo un treno che in tre ore e mezza ci porterà a Tashkent , dal treno riesco a vedere le famose porte di Tamerlano , la dove le colline si restringono quasi a creare una porta naturale , a Taskent alloggeremo all’ hotel Orzu , è economico, le stanze sono minuscole ma è situato in zona centrale non lontano da Oybek e dalla metropolitana e vicino al centro commerciale Kontinent, dotato di bar e ristoranti e wifi gratis.

I nostri giorni ancora disponibili a Tashkent, vista la puntualità e velocità logistica nel vedere l’ essenziale nel paese sembrano tanti e avrebbero consentito qualche spostamento a Fergana , Termez oppure se calcolato in anticipo in qualche altro paese confinante ma optiamo per relax e approfondimento dell’ immensa capitale uzbeka che se a tratti può apparir noiosa ed in parte lo è , viste le nostre conoscenze locali e qualcosa da approfondire le giornate scorreranno via liscie e ricche di spunti.

Tra le cose da segnalare la visita al Museo di belle arti che merita una visita, allo stadio cittadino del Pahtakor Tashkent accompagnati da un dirigente locale mobilitato da una nostra amica , alla zona islamica con moschee e madrase di Tashkent dove è conservato un antichissimo Corano , merita anche fare qualche viaggio in metropolitana, la prima del centro Asia, costruita nel 1977, ha bellissime fermate in stile moscovita, ed è costantemente presidiata da numerose forze di polizia onnipresenti nella capitale ma non nelle città turistiche, i poliziotti controllano zaini e pacchi e almeno nella nostra esperienza in generale pur se l’ Uzbekistan alla fine è uno stato di polizia non infastidiscono i turisti, particolarmente suggestiva la Kosmonauts con affreschi di Gagarin, altri cosmonauti, Tamerlano etc etc.

Un interessante pomeriggio lo passo nell’ asilo privato della mia amica Angelica che gestiste con la sorella, chiacchieriamo tra un pezzo di torta di compleanno e un the, del suo paese , dell’ Italia e delle nostre vite, ci sono una ventina di bambini russi e uzbeki e dopo avermi mostrato l’ edificio assisto anche a qualche lezione tra cui quella della fantasmagorica maestra di danza la bionda e russa Natasha.

Uno sguardo sulla cucina uzbeka : il piatto tradizionale è il Plov riso fatto in diversi modi e onnipresente , poi alcune zuppe non manca la cucina russa con Borsch, Shashlik, Pelmeni, Manti, e i classici piatti di pollo, carne, agnello, insalate non c’è molta varietà alla lunga può stufare ma siamo negli standard della cucina dell’ est Europa.

Le serate passano tra l’ Irish pub , alcuni locali e ristoranti , insieme ai nostri amici Beck e Lola e il ritorno in un vuoto Terrazza Cinzzano , a dimostrazione di una nightlife degna di questo nome quasi inesistente e la cena italiana finale in cui ci improvvisiamo cuochi e nella cucina di un caffè facciamo pasta con pomodori e basilico per venti persone dopo aver comprato il tutto nel bazaar di Chorsu con l’ aiuto del nostro amico Farhod, vero mattatore e factotum per gli stranieri che arrivano a Tashkent oltre che persona di spirito e cultura non indifferente.

E’ mezzanotte un taxi ci aspetta per l’ aereoporto , si salutano i nuovi amici con un po’ di nostalgia , ripartiremo per Riga e l’ Italia nel cuore della notte anche questo viaggio è finito ma già si pensa al prossimo.Dove?.L’ emozione del momento lo deciderà.
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Re: Uzbekistan 2011 il viaggio feat Geometra Jena Gc

Messaggioda Jena Plissken » 05/12/2011, 21:55

Considerazioni generali

Ci sarebbe ancora credo molto e molto da dire, chissà che non scriva un nuovo libro sulla scia di questo blog, sebbene penso di avere sviscerato gli argomenti più interessanti, si è parlato molto con la gente del posto uzbeki, tagiki, in inglese e nel nostro russo elementare, l’ Uzbekistan resta un paese ricco di storia da Alessandro Magno, a Tamerlano, da Genghis Khan alla via della seta, fino agli emirati e alla recente storia russa, ma con tanti problemi.

Da vent’ anni è indipendente e nelle mani di un solo uomo il padre padrone Karimov, che deruba il paese di risorse e porta oro e bottini vari in Svizzera e altrove, molti non certo i giovani, rimpiangono l’ Unione Sovietica : casa, istruzione , sanità, tutto gratis, lavoro, prezzi bassi, ferie al mare , a Mosca o nei paesi satellite spesate e una vita tutto sommato decente , in più essendo alla periferia dell’ impero il controllo ideologico e burocratico Moscovita era meno pressante che altrove, ovviamente non poteva durare per sempre, e c’era un tremendo prezzo da pagare terrore e repressione e nessuna libertà individuale, non che ora comunque ci sia uno standard democratico accettabile, solo una sterile propaganda.

Il paese ha industrie e cotone in abbondanza e una buona affluenza turistica , oltre che risorse naturali e oro ma in larga parte gli abitanti tirano a campare , a parte Tashkent la capitale un mondo a parte, si accontentano di una vita semplice prodotti della terra, zero lussi : auto o mobilia , si dorme su tappeti per terra un po’ per tradizione un po’ per necessità, i redditi sono molto bassi ovunque e il sum la moneta locale non vale quasi niente.

La famiglia uzbeka o tagika è retta essenzialmente dalla donna e dalla componente femminile in un ‘ ottica matriarcale, le famiglie sono molto unite e in genere si ci sposa prestissimo, è la donna che si occupa di tutto lavoro, casa, figli , l’ uomo spesso non ha voglia di far nulla ne in casa ne fuori e i divorzi sono numerosi ed inevitabili, quasi sempre è l’ uomo inaffidabile come marito e compagno la causa dello sfasciarsi della famiglia.

Molti uzbeki , userò ora questo termine per comprendere tutti gli abitanti senza distinzione di etnia, vedono nel turismo e nel viaggiatore oltre che una fonte di guadagno, un buon modo per uscire almeno comunicando con l’ esterno da un isolamento che è comunque tangibile, ed è rotto solamente dall’ uso di Internet , viaggiare costa e la maggior parte delle persone non può permettersi di uscire dal proprio paese, anche i visti sono costosi e non certi , l ‘ Occidente sebbene mitizzato è a ragione visto come meta di un sogno di viaggio che si sa difficilmente si potrà avverare.

Corruzione , clientelismo, tangenti all’ elite governativa sono l’ unico modo per operare nell’ ambito privato in tutti i campi , dal treno vedevo gli immensi campi di cotone dove nel mese di settembre tempo del raccolto per tradizione migliaia e migliaia di bambini vanno ad aiutare gli agricoltori a raccogliere cotone da mattina a sera per più di un mese praticamente a costo zero, manodopera infantile e sfruttamento, cotone che poi viene rivenduto anche in Europa a grandi multinazionali tedesche e svizzere che hanno sedi a Tashkent e ottime relazioni con il Presidente.

Un paese dalle mille contraddizioni in cui i pochi ” cervelli ” o chi può, e tantissimi russi che vivevano nel paese e ricoprivano posti importanti se ne sono andati , in cui molte russe per sbarcare il lunario fanno le prostitute con danarosi uzbeki , che poi cercano o hanno sposato la moglie ” vergine “.

L’ Uzbekistan è questo ma anche tanto altro sicuramente, questo almeno è quello che ho visto, sentito e scoperto in queste due settimane spero di non aver dimenticato nulla.

Ringrazio ancora i miei sodali compagni di viaggio Luca e Giancarlo con cui avevo già viaggiato molto e viaggerò ancora, i nuovi amici uzbeki e tagiki e le decine e decine di persone incontrate che si sono distinte per la loro simpatia , apertura mentale e ospitalità.
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Re: Uzbekistan 2011 il viaggio feat Geometra Jena Gc

Messaggioda geom.Calboni » 06/12/2011, 12:36

Davvero una ottima disamina che, a distanza di circa 3 mesi, mi fa sentire nostalgia di un paese che in generale mi ha colpito meno di altri ma di sicuro è stata un'esperienza straordinaria. Soprattutto per le persone incontrate che ci hanno fatto davvero, e forse mai come questa volta, immergere nella realtà locale.
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Re: Uzbekistan 2011 il viaggio feat Geometra Jena Gc

Messaggioda obe » 11/01/2012, 21:27

in questa sezione mi ero perso questo resoconto del vostro viaggio.

Che dire... mi è sembrato si tornare bambino quando leggevo i libri di storia e sognavo questi posti così lontani e differenti.

Poi proprio l'anno scorso, quando il Cral della mia azienda ha organizzato il tour. mi son fatto raccontare.. ma, come spesso capita quando ti raccontano di viaggi di "comitiva", la cosa aveva perso la sua magia.. il suo fascino.... con frasi "si, bello ma niente di particolare.. ect.ect"

Invece, farlo così.. mi piacerebbe!
Per fortuna, citando ancora Terzani, io posso ancora sognare Samarcanda non essendoci stato. :D
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Re: Uzbekistan 2011 il viaggio feat Geometra Jena Gc

Messaggioda Jena Plissken » 12/01/2012, 0:23

L' Uzbekistan è a mio parere un viaggio " semplice " da farsi anche per conto proprio a parte la rottura del cambio è ben organizzato a livello turistico, non credo tornerei ma una volta nella vita va visto :)
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Re: Uzbekistan 2011 il viaggio feat Geometra Jena Gc

Messaggioda geom.Calboni » 12/01/2012, 10:07

Jena Plissken ha scritto:L' Uzbekistan è a mio parere un viaggio " semplice " da farsi anche per conto proprio a parte la rottura del cambio è ben organizzato a livello turistico, non credo tornerei ma una volta nella vita va visto :)

Concordo ovviamente con Jena. Alcuni viaggiatori d'eccezione ci avevano addirittura sconsigliato di andare ma...almeno una volta nella vita va fatto per completezza d'informazione 8-)
Le emozioni più belle di questo viaggio sono state date però dal rapporto con la gente locale. Abbiamo davvero legato con dei ragazzi di Tashkent e quando siamo partiti un sottile velo di tristezza ci ha colpito.
A livello di itinerario vero e proprio la tratta che ci ha esaltato di più è stata la zona nord Urgench - Khiva - Nukus - Lago d'Aral e la tappa a Shakhrisabzaz a sud. Ad organizzare il viaggio ora senza dubbio dedicherei quasi tutto l'itinerario a queste zone ed alla valle di Fergana che abbiamo dovuto tagliare. Per questo ci tornerei... :)
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