Questo non è esattamente un resoconto di viaggio, quanto una narrazione vagamente nostalgica di cose viste, emozioni e sensazioni vissute una ventina di anni fa in un mondo che non c'è più: est-ovest, la guerra fredda, un paese e una città divisi fisicamente dal muro e socialmente da diverse (opposte? ) concezioni di vita
Premetto che la nostalgia nel mio caso è dovuta anche al fatto che avevo vent'anni, che ora non ho più
Aho, mi sembro quei vecchi: ah...i miei bei vecchi tempi e si stava meglio quando si stava peggio
Tra l'altro, quando alcuni hanno mostrato interesse a sentire questa storia, mi è ripiombata addosso come non succedeva da molto tempo, e mi fa veramente piacere rivivere a memoria e parole l'esperienza vissuta, quindi grazie a voi
Il viaggio
A fine settembre dell'86 con due amici, Mauro e Marco, partiamo da Rimini alla volta di Berlino in treno; viaggio lunghissimo, intervallato dai cambi a Bologna e a Monaco, dove ci fermiamo un giorno per fare tappa all'Oktoberfest
I treni all'epoca non erano come ora: avevano quell'odore di ferro e i sedili squadrati e rigidi, di una similpelle marrone che col caldo ti si attaccava addosso, favorendo delle gore di sudore e dei fiezzi che dopo ore di viaggio gridavano vendetta
Fino a Monaco viaggiavano anche diversi emigranti, che alla ricerca di una vita migliore si erano trasferiti in terra teutonica, e questi viaggiavano stracarichi di bagagli e con le borse di plastica piene di roba da mangiare di prodotti tipici, soprattutto del sud, che quando era ora di soddisfare il palato nello scompartimento si propagavano odori di pomodori secchi, pane, salumi e formaggi, frutta, corposo vino rosso, e l'odore di ferraglia veniva finalmente nascosto e sovrastato da più calorosi aromi
Il treno per Berlino l'abbiam preso di notte, riusciamo a sonnecchiare comodamente tirando i sedili in avanti, e veniamo svegliati quando il treno si ferma al confine.
Ricordo che siamo stati fermi alla dogana tra le due Germanie circa un'ora e mezza, nel buio pesto delle campagne c'era solo la stazione: prima sono saliti i doganieri dell'ovest, poi quelli dell'est, che hanno fatto doppi accurati controlli; i Vopos ci han messo i timbri di transito (se riesco prossimamente li posto), mentre altri giravano con pastori tedeschi negli scompartimenti, facendo spostare o aprire bagagli, richiudere i sedilie cercando possibili nascondigli o merci strane, vedevamo fuori nel buio muoversi delle luci di altri che con le pile controllavano sopra e sotto i vagoni, battendo a volte con dei ferri (non so bene cosa fossero) per vedere se c'era qualcuno o qualcosa di nascosto!
Quando si riparte è ancora buio, poi inzia a far giorno e dai finestrini vediamo passare campagne desolate e vuote, con qualche casa sparsa e piccole cittadine in cui il treno non si ferma mai, infine si arriva alla mitica stazione di Zoologischer Garten: scendiamo e siamo stupiti che la metropoli abbia per stazione due-binari-due- un corridoio e la scala d'uscita! Nello stesso svincolo passavano anche la s-bahn e la u-bahn, niente sale d'attesa e mi pare la biglietteria fosse fuori o sotto, ma non ricordo bene
Prologo e breve storia della famiglia di Marco
Questo era il mio secondo viaggio all'estero, dopo Vienna '83 attirata dal decadentismo del video degli Ultravox, stavolta ero stata affascinata da libro e film "Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino". Dopo qualche richiesta andata buca alle amiche (della serie: Berlino? ma va, meglio Londra o Parigi) mi sono aggregata ai ragazzi, che già l'avevano in programma, anche perchè Marco andava a trovare la nonna materna all'est; non ricordo esattamente, mi sembra fosse la prima volta che si incontravano di persona!
La storia della sua famiglia è speciale, anzi è meglio dire normale per l'epoca e i luoghi
Fino alla notte del 13 agosto '61 il muro non esisteva fisicamente: i due mondi e la città erano divisi da confini e dogane controllate, i contatti tra le due popolazioni erano difficili ma era possibile ottenere i permessi per passare dall'est all'ovest e viceversa temporaneamente; nel corso degli anni un numero sempre maggiore di tedeschi dell'est riusciva a scappare, attratta dall'eldorado occidentale e soprattutto dalla libertà (o presunta tale), pur rischiando e a volte perdendo la vita ragion per cui si decise di erigere quella barriera, fatta di steccati, fili spinati e barricate in cemento. Tutto in una notte
Per maggiori informazioni vedasi:
http://it.wikipedia.org/wiki/Muro_di_Berlino
http://www.viaggio-in-germania.de/muro-berlino.html
E proprio quella notte la mamma di Marco, che viveva all'est, era andata all'ovest da dei parenti, mi sembra per andare a ballare da una cugina, e lì rimase, in quanto da quella notte, come nei giochi crudeli dei bambini, chi era fuori era fuori, chi era dentro era dentro!
Tantissime famiglie furono divise, chi per scelta di non tornare, chi per impossibilità, perdendo o meglio lasciando obbligatoriamente al di là parenti, amici, case e lavoro...insomma una tragedia che segnò le loro vite e il mondo intero
So che la mamma di Marco non poteva tornare di là, pena il doverci rimanere e non da donna libera, così come tutti quelli come lei passati al nemico.
Qualche anno dopo la sua vita la portò in vacanza a Rimini, nei primi anni del boom di turismo, e ad incontrare un italiano che sposò, si trasferì qua e nel '66 nacque Marco
- continua -