Il treno lascia Khajuraho ed arriva a Mahoba in orario, dove dovrei cambiare e prenderne un altro dopo 5 ore (all'1 del mattino circa) che mi porterà a Varanasi, Benares, la città più sacra per gli hindu. Seguo una rumorosa comitiva di sud-coreani super organizzati ed iper-tecnologici, anche loro diretti a Varanasi, conscio di non potermi perdere.
Il treno arriva, mi sbrigo a trovare la mia carrozza prima che riparta visto che le carrozze di classi differenti non sono collegate tra loro ed in caso di errore dovrei aspettare la prossima stazione per poter cambiare.
Trovo la mia carrozza, chiedo comunque conferma, ce l'ho, entro, trovo il mio posto, senza tendine, bene, accendo la luce, è l'una di notte, nella foga accendo anche il ventilatore (interruttore accanto), la persona che dorme sotto mi fa presente che non è il caso, visto il freddo maiale che fa, annuisco, spengo il ventilatore, cerco un posto sotto i sedili dove mettere il mio trolley, faccio attenzione ad eventuali topi o scarafaggi ma trovo solo delle scarpe, le scanso con nonchalance, infilo il trolley, infilo la catena e lucchetto il tutto, salgo al mio posto e noto con disappunto che manca la coperta. Chiedo al primo che mi capita sott'occhio e che mi osserva come farei io con un marziano "Dov'è la mia coperta?" ma commetto due errori: lo chiedo in italiano e lo chiedo ad uno che ne è sprovvisto
. Che mi guarda e dice qualcosa tipo "levati dalle scatole che scendo per andare al bagno" e così fa.
Terzo errore: "Vabbeh, posso farne a meno..." e salgo alla mia postazione ma poi, per fortuna, arriva una specie di controllore che chiede: "Manca qualcosa?" ed io "Sì, la coperta" e lui: "Ora provvedo" e se ne va per tornare dopo pochi minuti con due coperte che però gli vengono quasi strappate dalle mani da due che ne erano sprovvisti (tra cui quello di prima). Io lo guardo sconsolato, lui mi guarda come per scusarsi.... e poi se ne va nuovamente a prendermi la coperta, che ora difenderò con i denti.
GIORNO 9: VARANASI
La mattina, sul treno, mi sveglio e faccio amicizia con un romano, Giacomo, che mi racconta del suo viaggio: è anche lui da solo. E' una persona simpatica, un assistente di volo Alitalia che va avanti da 10 anni con contratti "precari". Concordiamo sul freddo maledetto che ormai è entrato nelle nostre ossa*** e facciamo sogni proibiti tipo un bidet dalla durata di 10 minuti...
Poi lui va a fumare (lo farà diverse volte prima di arrivare a Varanasi) e ogni tanto allunga mazzette di poche rupie per comprarsi il silenzio del personale del treno che lo sorprende, dato che è vietato.
Tra una sigaretta e l'altra mi racconta delle sue impressioni su Khajuraho e sulla vicina Orcha, anch'essa famosa per un complesso di templi.
"Celso, devi sapere che io sono ateo fino al midollo" mi dice,
"...però quando stavo lì... ad Orcha... fuori il tempio... ascoltando per un'ora un tizio che recitava e cantava dei testi sacri.... non so ma ho sentito... come qualcosa dentro... Beh, è pur vero che poco prima mi ero fatto un cannone spaziale!!!! Arrivo in stazione e ci separiamo. Sul foglio della mia prenotazione alberghiera c'è scritto "Free pick-up" che significa che quando arrivo alla stazione, li chiamo e loro mi vengono a prendere gratuitamente.
Dato che non mi va di aspettare decido di prendere il solito motorisciò. Al banco di quelli prepaid c'è scritto che una corsa nella zona dove ho l'albergo viene 50 rupie, quindi non si sgarra... poi invece mi lascio "convincere" a prenderne uno non prepaid, che prima mi spara 100, poi ci accordiamo per 70 (buono sì, fesso no!).
Mentre il mezzo "sfreccia" per la città rischia più volte di investire pedoni o fare frontali con altri mezzi, ma questa è una cosa a cui sono -quasi- abituato. Ad un certo punto si infila in strade che sembrano essere sempre più piccole, alcune non asfaltate e con una forte presenza (rispetto alle realtà viste fin'ora) di cani selvatici e mucche, tante, alcune libere, alcune legate. La prima impressione che ho di Varanasi è quella di essere finito in una stalla.... ma ad un certo punto l'autista si ferma e mi dice "Torno subito", mi lascia nel mezzo e scompare e penso "E' passato un attimo a casa... forse abita in periferia o comunque in una zona degradata, ecco spiegato il perchè di quello che vedo" ma mi sbagliavo: torna, rimette in moto il mezzo e dopo pochi isolati mi lascia al mio albergo, in pieno centro.
In albergo sono gentilissimi: mi pagano il motorisciò perchè tra le loro agevolazioni c'è quella del "free pick-up" e gli danno anche più soldi di quelli che avevo concordato!
In camera c'è uno scaldabagno (sinonimo di acqua calda),
"però ora non c'è perché lo scaldabagno è elettrico ed ora manca la corrente"..... mapporc...
Vabbeh, il tempo di riposarmi un'oretta e vado alla "puja" delle 18:00, una specie di rito, celebrazione, con alta partecipazione di fedeli, musica, lettura di testi sacri che si svolge nel "ghat" (scalinata in riva al Gange) principale di Varanasi.
(Deposizione di candele accese e galleggianti nel Gange; come potete vedere il sacro fiume, soprattutto in prossimità della riva, è fortemente inquinato da oggetti legati all'esercizio di qualche culto. Ma il problema più grave è dato dalla forte presenza di coliformi fecali -leggi: escrementi- 120 volte oltre il limite ammesso per la balneazione)
(coppe per la funzione, riempite di incenso e sterco di vacca secco: un ottimo combustibile)
(gli spettatori che preferiscono assistere alla puja da sopra delle barche sul fiume)
Stanco, gironzolo un po' per la città ma mi ritiro presto nei miei alloggi. Noto che le due persone che mi hanno accolto oggi hanno preparato il loro giaciglio per la notte per terra, accanto alla reception e mi viene un altra domanda: Perchè dormono per terra quando l'albergo ha una decina di camere libere? Non potrebbero occupare una delle camere? Mah... anche questa domanda mi sa che rimarrà senza risposta...
(***) è notizia di ieri:
Neve e freddo, 140 vittime nel Kashmir e nell’India del nord