Est Europa in moto (Moldavia, Transnistria, Ucraina,Polonia)

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Re: Est Europa in moto (Moldavia, Transnistria, Ucraina,Polo

Messaggioda geom.Calboni » 17/01/2012, 19:27

Leia74 ha scritto: La macchina davanti a noi ha la targa italiana e mentre siamo in coda chiacchieriamo con il proprietario, italiano, e sua moglie moldava.

Chi era, Pingo? :lol: :mrgreen: :D

La Lonely Planet sarà anche la più famosa e per certi aspetti utile ma scrive decine di minchiate...
"Stiamo attenti, siamo contenti, comportiamoci bene e mangiamo la semplicità".

Nella vita le cose serie, alla lunga, ti fregano. Gustiamoci le cose effimere che proprio in quanto tali non ti tradiscono mai.

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Re: Est Europa in moto (Moldavia, Transnistria, Ucraina,Polo

Messaggioda Leia74 » 18/01/2012, 12:00

Martedì 9 ago: Chisinau (Moldavia) - Tiraspol (Transnistria) - Chisinau (Moldavia) (195 km, 4:45 h di guida)

Oggi sveglia alle 7 e preparativi per la giornata: non dobbiamo portarci i bagagli ma dobbiamo studiare la "formazione tattica" per l'ingresso in Transnistria. Infatti entrare in questo stato ufficialmente non esistente è un po' un'incognita, c'è chi dice che non ha avuto nessun problema e chi ci ha consigliato di non andarci con le nostre macchine fotografiche reflex. Noi non abbiamo nessuna intenzione di lasciarle in albergo (non lo facciamo mai) ma prendiamo alcune precauzioni: Marco lascia qualche obiettivo meno importante ben nascosto nel borsone in camera, e poi pianifichiamo come suddividere quello che si porterà dietro in varie borse (oltre al suo marsupio dove di solito tiene tutto, anche in una borsa laterale della moto assieme alle tute antipioggia, e nel mio zainetto). In questo modo se gli chiederanno di aprire il marsupio vedranno solo la macchina fotografica e non anche tutti gli obiettivi. Io ho solo la reflex (col suo obiettivo montato) e non devo pianificare nulla. Abbiamo anche una compattina presa apposta per questo viaggio, da usare per scattare dando meno nell'occhio in situazioni "critiche" come potrebbe essere oggi in centro a Tiraspol. Altra precauzione è quella di mettere le schede di memoria con le foto già fatte nelle taschine che portiamo a pelle, e sostituirle con schede vuote, nel caso volessero sequestrarcele. Saremo un po' troppo paranoici? Lo scopriremo a breve.

Partiamo dunque dal nostro albergo, all'inizio però Marco tiene tutti gli obiettivi nel marsupio perché sono più protetti dai sobbalzi della moto e anche perché prima di arrivare alla frontiera magari vorrà scattare qualche foto. Entriamo nel centro di Chisinau, che ancora non avevamo visto, e passiamo davanti ad edifici governativi in stile sovietico, in piazze con statue moderne, su un viale alberato e vicino ad un parco. La città sembra un posto decente per viverci, è vivace, con negozi e persone che camminano. C'è un bel traffico, e il parco macchine è decisamente antiquato, fatta eccezione per i mega-suv e macchinoni dei ricchi. Mi sa che qui la classe media non esiste, o si è dei poveracci o dei ricconi...
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Non abbiamo cartine della città e potremmo perderci ma grazie al GPS non succede: anche se ha solo le strade principali del centro, sono sufficienti per attraversarlo indenni. Ci fermiamo anche a prelevare ad un bancomat, mettiamo benzina e compriamo dei biscotti per fare colazione. Non ci fermiamo a visitare la città, non sappiamo quanto tempo ci potrà volere per entrare in Transnistria e poi per uscirne, preferiamo rimandare l'eventuale visita di Chisinau al pomeriggio.
Anche se tra Chisinau e Tiraspol c'è una specie di autostrada, ci hanno detto di non farla, perché si finisce dritti in territorio militare e non ti fanno passare. Prendiamo dunque la statale in direzione di Bender, che è la prima città della Transnistria che si incontra venendo da Chisinau, anche se è ancora al di qua del Dniestr.

Dopo un po' di km notiamo da lontano un posto di blocco e capiamo di essere arrivati al confine. Ci fermiamo a lato strada (siamo ancora abbastanza lontani) e Marco smista i suoi obiettivi tra la borsa laterale della moto e il mio zainetto. Risaliamo in moto e ci avviciniamo al posto di blocco, ma praticamente non ci fermano. Capiremo dopo che non era ancora la frontiera vera e propria ma un punto di controllo moldavo. In realtà la Moldavia non riconosce questa "frontiera interna" per cui non esiste nessun "lato moldavo della frontiera", ma essendo ormai un dato di fatto evidentemente anche loro si sono decisi a mettere qualche militare di guardia dalla loro parte.

Proseguiamo dunque a passo di lumaca per qualche centinaio di metri e arriviamo al primo poliziotto transnistriano. Ci controlla i documenti (rimaniamo seduti sulla moto) e vedendo che siamo italiani scherza "Italia! Ammore"! Argh meno male che l'italiano in questi casi fa simpatia... Poi dobbiamo parcheggiare e fare una breve coda ad un gabbiotto dove ci danno un foglietto. Poi dobbiamo andare più avanti, verso la dogana, dove c'è un altro ufficetto dove si compilano i moduli di immigrazione. Meno male che sono anche in inglese! Fino a poco tempo fa erano solo in russo... Li compiliamo, facciamo la fila allo sportello e ce li timbrano. Poi ci spostiamo alla sbarra della dogana ma ci dicono di parcheggiare e Marco deve andare con uno di loro dentro un altro ufficio al secondo piano. Io rimango fuori assieme alla moto e durante i seguenti 20 minuti comincio a preoccuparmi: che fine avrà fatto? Già me lo immagino sotto interrogatorio in una specie di prigione sovietica, quando finalmente esce e dice "tutto ok". Ha dovuto compilare una dichiarazione doganale per poter far entrare la moto, la doganiera però parlava un ottimo inglese ed era simpatica. Ha dovuto pagare 5 euro di tassa d'ingresso ma la dichiarazione vale 3 mesi per cui se dovessimo tornare da queste parti con la moto non la dovremo rifare. Ottimo ma dubito ci servirà di nuovo!!! :lol:
Finalmente pare che tutte le formalità siano state sbrigate, resta solo da passare il controllo doganale vero e proprio ma anche qui non ci fanno praticamente aprire le borse e ci fanno passare senza problemi. In fondo tutta la nostra preparazione con gli obiettivi sparsi tra varie borse non serviva. :mrgreen:

La tanto temuta dogana transnistriana ci ha occupato per circa un'ora e non ha presentato nessun problema a parte le varie tappe in stile "via crucis". Certo, noi siamo stati sempre attentissimi a rispettare qualsiasi segnale, cenno o richiesta ci venisse fatta, chiedendo sempre conferma se le cose andavano bene, sorridendo sempre e senza innervosirci mai. Un atteggiamento di questo tipo sicuramente aiuta in qualsiasi dogana del mondo.
L'attenzione e il massimo rispetto per i segnali ci aiutano anche poco dopo, quando ormai fuori dalla zona doganale stiamo per attraversare il ponte sul Dniestr: appena prima del ponte c'è una sbarra che blocca mezza carreggiata con uno stop, ma non c'è nessuno e si potrebbe passare aggirando la sbarra. Poco oltre c'è un capanno con un militare di guardia, che si nota però solo andando molto piano e fermandosi allo stop. Siccome Marco da quando siamo entrati in Moldavia sta guidando come se fosse sempre all'esame della patente, si ferma allo stop e solo dopo un cenno del militare passiamo. Chissà cosa sarebbe successo se non ci fossimo fermati (con tanto di piede appoggiato a terra) ma avessimo solo rallentato per poi passare. Magari niente, ma non si sa mai, meglio evitare di controllare...

Passato il ponte ci perdiamo: la strada per Tiraspol non è indicata chiaramente e il GPS non è di grande aiuto. Finiamo per girare brevemente per le strade periferiche di Bender, dando così uno sguardo anche a zone abbastanza disagiate, prima di riuscire a tornare indietro e riprendere la direzione giusta. Dopo pochi km si entra a Tiraspol e la prima cosa che si nota è l'enorme stadio a norma Fifa con accanto un hotel 5 stelle, entrambi costruiti dal magnate dell'edilizia proprietario della squadra di calcio Tiraspol Sheriff. Chissà chi mai li userà...
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Ci facciamo alcune foto di rito con la moto sotto il cartello d'ingresso in città scritto in 3 lingue, russo, ucraino e... no anzi sono solo due, la terza (moldavo) è stata nascosta ripetendoci sopra la scritta in ucraino. Ciò testimonia la situazione dei moldavi in questa fetta del "loro" territorio dove la maggioranza della popolazione è di etnia russa...
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Continuiamo ad avvicinarci al centro città ma ci perdiamo ancora: non abbiamo la minima idea di dove siamo rispetto al centro, e chiedendo in giro è abbastanza difficile farci capire. Giriamo per quasi un'ora!! Finalmente quasi per caso passiamo in una via segnata sulla micro-cartina della Lonely Planet, e abbiamo un punto di riferimento. Quando riusciamo a parcheggiare in una laterale del vialone principale è l'una passata. Alle 14 abbiamo appuntamento con Andrey, un ragazzo del posto contattato tramite Couchsurfing, e decidiamo di esplorare i dintorni nell'attesa. Vediamo il monumento ai caduti della guerra civile del 1990-92, il carro armato che fa da monumento alla vittoria sovietica nella seconda guerra mondiale, e dall'altro lato della strada c'è il palazzo presidenziale con davanti un busto di Lenin. Scattiamo varie foto, sulle prime in modo timido e usando la compatta, poi però notiamo che ci sono altre persone (poche) che scattano senza problemi e allora tiriamo fuori anche le reflex.
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Decidiamo di rimanere su questo lato dello stradone per il momento e ci incamminiamo verso la zona meno monumentale e più commerciale: cerco infatti una banca per cambiare qualche soldo in rubli transnistriani, una moneta non riconosciuta (e quindi non cambiata) in nessun altro paese al mondo. Ovviamente cambio solo 20 euro, giusto per avere qualcosa per mangiare, comprare due souvenir e tenermi qualche monetina ricordo.

Sono quasi le due e la fame si fa sentire: entriamo in un fast food locale, Andy's Pizza, più pulito e organizzato di un Mac Donalds. Qui ci si siede e si ordina al cameriere che dopo poco porta le cose al tavolo, il cameriere parla un perfetto inglese e c'è anche il wifi e l'angolo giochi per bambini. Wow!! Mando un sms a Andrey chiedendogli di raggiungerci lì dentro (il luogo originale dell'appuntamento era poco distante) e così mentre mangiamo un ottimo hamburger lui arriva e iniziamo una interessantissima conversazione. Lui e la moglie hanno viaggiato già in vari paesi d'Europa e ci mostra il suo passaporto: è emesso dalla Russia!! Ha anche una specie di carta d'identità transnistriana ma con quella può andare al massimo in Moldavia. Sicuramente fa parte della classe medio-alta del suo paese ma mi stupisco ugualmente della relativa facilità con cui la gente di qui viaggia, della libertà di comunicare attraverso internet etc. Insomma la Transnistria è sotto un dittatore e mantiene ancora falce e martello nella bandiera, ma per alcune cose sembra un paese "normale"... almeno per i pochi ricchi. Andrey ci spiega che la situazione economica non è molto diversa da quella del resto della Moldavia, con la differenza che qui gli investimenti stranieri sono frenati dal fatto che lo status politico di questa zona non è ancora definitivo e non si sa che fine farebbero eventuali soldi investiti qui. Chiediamo anche se ci sono posti dove ci consiglia di non scattare foto, e Andrey dice che possiamo farle ovunque tranne che al palazzo presidenziale. Ops, quelle le abbiamo già fatte!!! :o Ma non ci ha detto niente nessuno anche perché eravamo abbastanza lontani. :mrgreen:

Dopo una mezz'oretta usciamo e il nostro nuovo amico ci accompagna verso il fiume, dietro ai monumenti visti prima, e poi ci salutiamo. Noi torniamo sul vialone, lo attraversiamo e ci mettiamo a fotografare uno dei simboli di Tiraspol, una statua del fondatore della città a cavallo. Vicino ci sono anche dei cartelloni che celebrano i 66 anni dalla fine della seconda guerra mondiale e non possiamo fare a meno di fotografare i simboli comunisti che inneggiano ancora all'URSS.
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Torniamo di nuovo verso la zona più commerciale perché vogliamo arrivare a fotografare il palazzo della repubblica con i suoi bassorilievi socialisti,
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e anche perché vorremmo trovare un souvenir da portare a casa, per quanto orrendo possa essere. Ci riusciamo con un magnetino veramente brutto! Beh, mi sembra già tanto essere riuscita a trovare un souvenir in generale!!! Non trovando una bandierina da attaccare allo zaino, ne compro per pochi centesimi una di carta attaccata ad uno stecchino di legno (tipo quelli per spiedini) che ovviamente arriverà a casa rotto. :lol:
Non facciamo tanta strada in giro per la città, non c'è molto da vedere e non ci sentiamo tranquilli: fino a che stiamo in territorio transnistriano siamo privi di qualsiasi copertura assicurativa e le autorità locali potrebbero fare di noi quello che vogliono. Torniamo alla moto scattando qualche foto anche al cinema dalla vecchia insegna anni 60 e al teatro nazionale.
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Prima di ripartire fotografiamo anche i nostri permessi di immigrazione, che probabilmente ci verranno ripresi in uscita dal paese: non abbiamo nessun timbro sul passaporto e vogliamo avere un ricordo di questa avventura! :D
Verso le 16 siamo già sulla moto cercando di non perderci come all'arrivo, stavolta siamo più bravi e usciamo dalla città quasi al primo colpo. Lungo la strada vediamo qualche altro monumento in stile sovietico, inclusa la "statua" del nome della città al suo ingresso.
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Poco prima del confine ri-sparpagliamo gli obiettivi di Marco nelle varie borse, all'andata non abbiamo avuto problemi ma non si sa mai. Arrivati alla dogana in uscita, stavolta le cose sono molto più rapide, come previsto ci ritirano i permessi di immigrazione timbrati (meno male che li abbiamo fotografati!) e dopo che il primo poliziotto incontrato stamattina ci riconosce "Ah yes, Italia!" e ci fa passare, pensiamo di essere fuori ed esultiamo: ci abbiamo messo solo 20 minuti! Ma abbiamo festeggiato troppo presto: da questo lato c'è anche un controllo moldavo. Ci fanno accostare e scendere. Entriamo in un ufficio e ci chiedono i passaporti. Quando vedono che il timbro di ingresso in Moldavia c'è già (è di ieri) ci lasciano andare subito. Supponiamo che siano lì per le persone che arrivano dall'Ucraina, che all'ingresso in "Moldavia" in realtà entrano in Transnistria e non hanno quindi un timbro moldavo. Sapevamo che a questa cosa si può rimediare andando a Chisinau a farsi mettere il timbro d'ingresso non so dove, ma forse hanno deciso di piazzare una specie di dogana non ufficiale anche qui vicino a Bender. Boh...

Finalmente ci allontaniamo dalla zona doganale e siamo in Moldavia. Sembra assurdo, ma il paese dove ieri entrando ci siamo sentiti preoccupati (più che altro per lo stato delle strade e i poliziotti corrotti) oggi ci sembra il posto più sicuro del mondo dopo essere rientrati dalla Transnistria! Non che a Tiraspol ci siamo mai sentiti in pericolo, anzi, ma sapere di non poter contare su consolati, leggi e assicurazioni non ci faceva stare molto tranquilli. La "gita" in Transnistria era una delle cose che mi preoccupava di più in questo viaggio, e sapere di averla ormai alle spalle mi rilassa molto.

Quando rientriamo a Chisinau sono circa le 5 e mezza e volendo potremmo visitarla un pochino, ma decidiamo di lasciar stare: un po' l'abbiamo vista passandoci in moto, non ci sono monumenti o posti imperdibili tranne forse le cantine vinicole Cricova, fuori città, che però è tardi per visitare. Sarebbe più lo sbattimento di cercare un parcheggio che altro. E poi siamo stanchini e l'idea di passare un po' di tempo in albergo a riposare non ci dispiace.
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Dopo un po' di relax andiamo a cena, ma stavolta tutte le sale dell'hotel sono prenotate per un matrimonio e ci fanno accomodare sotto un portico all'aperto: bello! Andiamo a letto presto ma la musica dei festeggiamenti matrimoniali ci terrà svegli nonostante i tappi per le orecchie almeno fino alle due di notte. Argh!!
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Re: Est Europa in moto (Moldavia, Transnistria, Ucraina,Polo

Messaggioda Maxdivi » 18/01/2012, 14:48

geom.Calboni ha scritto:
Leia74 ha scritto: La macchina davanti a noi ha la targa italiana e mentre siamo in coda chiacchieriamo con il proprietario, italiano, e sua moglie moldava.

Chi era, Pingo? :lol: :mrgreen: :D

La Lonely Planet sarà anche la più famosa e per certi aspetti utile ma scrive decine di minchiate...


Dipende molto dall'autore che le scrirve...alcune sono scritte da persone del posto o amricani di origine di quel posto....e queste diventano piu' attendibili. Inoltre la pericolosita' di certe frontiere o luoghi....e' normale che un americano sia piu' malvisto nelle russie rispetto ad un italiano...quindi riceve piu' controlli o altro...insomma ci sono ospiti piu' graditi ed altri meno graditi o simpatici :D
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Re: Est Europa in moto (Moldavia, Transnistria, Ucraina,Polo

Messaggioda Jena Plissken » 18/01/2012, 16:20

Gran bel report e foto Leia :)

Ormai è proprio vero che andare ( anche in moto ) in Transistria è quasi come andare in Svizzera :lol:

Mi sono commosso a vedere le foto di Tiraspol e a sentire citato l' andy's pizza dove siamo stati :)

che ovviamente batte Mcdonals 6-0 :)
L' ho vista e abbiamo bevuto assieme della vodka russa, e lei aveva ed ha degli occhi che sono capaci di convertire alla fede un boia coreano

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Re: Est Europa in moto (Moldavia, Transnistria, Ucraina,Polo

Messaggioda Leia74 » 18/01/2012, 17:55

Jena Plissken ha scritto:Gran bel report e foto Leia :)


Grazie!

Ormai è proprio vero che andare ( anche in moto ) in Transistria è quasi come andare in Svizzera :lol:


Beh dai non esagerare. Forse per gente come noi abituata a viaggiare, ma se dici in giro che sei stato laggiu' la maggior parte della gente o non sa proprio dove sia oppure ti mette in guardia sulle difficolta' e i possibili problemi. Non mi sembra proprio una destinazione di massa :lol:

Mi sono commosso a vedere le foto di Tiraspol e a sentire citato l' andy's pizza dove siamo stati :)
che ovviamente batte Mcdonals 6-0 :)


Concordo, era molto meglio di un MacD!!! :D
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Re: Est Europa in moto (Moldavia, Transnistria, Ucraina,Polo

Messaggioda Jena Plissken » 18/01/2012, 18:03

Leia74 ha scritto:
Beh dai non esagerare. Forse per gente come noi abituata a viaggiare, ma se dici in giro che sei stato laggiu' la maggior parte della gente o non sa proprio dove sia oppure ti mette in guardia sulle difficolta' e i possibili problemi. Non mi sembra proprio una destinazione di massa :lol:


No assolutamente e non lo sarà mai, in fondo come hai visto a Tiraspol c'è ben poco da vedere, ma è un approccio al viaggio che la persona media non ha , intendevo che oggi come oggi come casistica non presenta particolari problemi o difficoltà , ovvio che per chi non è abituato a viaggiare , ammesso che sappia che esista , è come andare sulla luna :)
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Re: Est Europa in moto (Moldavia, Transnistria, Ucraina,Polo

Messaggioda geom.Calboni » 19/01/2012, 23:38

Leggere e vedere le foto di Tiraspol mi fa venire nostalgia... Jena portamici di nuovo... :)
Tra l'altro noto come sia tutto differente, essendo d'estate, rispetto al nostro viaggio in gennaio con freddo e neve.
Per il resto solo il famoso servizio delle Iene 8-) in tv (di cui si parla ampiamente in un altro topic) ha avuto problemi (o presunti tali) alla frontieria con la repubblica di Pridnestrovie.
Riguardo alle emozioni cui si riferiva Leia, date dell'esser stati in questo stato ai più sconosciuto, per noi furono accentuate dall'aver testato la nighlife (cosa che in pochissimi o forse nessuno ha mai fatto :D ) ed aver dormito in città con il generale Suvurov ed il carro armato come panorama.
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Re: Est Europa in moto (Moldavia, Transnistria, Ucraina,Polo

Messaggioda Leia74 » 20/01/2012, 11:29

geom.Calboni ha scritto:Riguardo alle emozioni cui si riferiva Leia, date dell'esser stati in questo stato ai più sconosciuto, per noi furono accentuate dall'aver testato la nighlife (cosa che in pochissimi o forse nessuno ha mai fatto :D ) ed aver dormito in città con il generale Suvurov ed il carro armato come panorama.


Si infatti voi avete dormito li'!! Ma noi abbiamo il primato di esserci entrati in moto... beh no in effetti non e' un primato, quando ci siamo informati prima di partire, sul forum di Mototurismo abbiamo ricevuto consigli da piu' di una persona (ora non ricordo quante, certamente non 10 ma almeno 2 si') che l'avevano gia' fatto... Ecco vedi ora mi diventa una destinazione di massa anche per i motociclisti :lol: :lol: :lol:
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Re: Est Europa in moto (Moldavia, Transnistria, Ucraina,Polo

Messaggioda Leia74 » 21/01/2012, 12:00

Mercoledì 10 agosto: Chisinau – Orheiul Vechi - Soroca (Moldova) – Kamyanets Podilskyi (Ucraina) (382 km, 6:15 ore di guida)

La nostra ultima giornata in terra moldava inizia con un po’ di pioggia, ma per fortuna smette prima che usciamo. Partiamo con tutti i bagagli, stasera si dorme in Ucraina! Siamo in strada presto, verso le 8:30, e dopo un paio di soste per benzina e colazione ci dirigiamo a Orheiul Vechi, vicino la città di Orhei. Si tratta di un altro monastero rupestre, il secondo che volevamo visitare. Speriamo che arrivarci sia meno complicato di Tipova!
Per fortuna è tutta strada asfaltata, e il posto è anche ben segnalato. Credo sia la cosa più vicina ad una attrazione turistica che abbiamo visto in Moldavia. Stavolta si arriva da sotto la scarpata e non da sopra come a Tipova, e le nicchie scavate nella roccia si possono vedere già da lontano.
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Poco prima di arrivare, c’è un edificio sulla destra e dico a Marco di fermarsi. Avevo letto sulla Lonely Planet che bisogna comprare qui i biglietti d’ingresso, e così facciamo, anche se non c’era alcun cartello che lo segnalasse. Poi facciamo altri 300 metri in moto e parcheggiamo all’inizio del sentiero. Il tempo è nuvoloso ma non piove.
Saliamo verso la chiesa che si vede in lontananza e ad un certo punto ad un bivio prendiamo la strada di sinistra che porta sul bordo della scarpata e direttamente alla chiesa.
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Il paesaggio è bello, anche qui c’è un fiume sotto che scorre curvando pigro nella campagna verdeggiante.
Entriamo nel giardino della chiesa, ma la troviamo chiusa. Non abbiamo idea di dove sia l’ingresso al monastero scavato nella roccia, ma non troviamo nessuno a cui chiedere. L’edificio accanto alla chiesa è aperto ma deserto. Arrivano anche due turisti moldavi, ma non sanno aiutarci neanche loro.
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Dopo una breve esplorazione oltre la chiesa, decidiamo di tornare indietro, stavolta facendo l’altra parte di strada (quella che prima al bivio andava a destra). E per fortuna qui lo troviamo: una piccola torre / campanile con una porta che immette dentro la roccia, si scende per una scala e si arriva ad una stanzetta piena di decorazioni, libri e santini in vendita con un monaco che gestisce la cosa. Su questa stanza si aprono una cappella molto suggestiva, decorata come solo le chiese ortodosse possono essere, e alcune cellette scarne scavate nella roccia. Dalla stanzetta principale si esce su una specie di balcone di roccia, da qui la vista è ancora più bella. Beh, questo posto decisamente ci piace!!
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Soddisfatti della visita torniamo alla moto, non senza notare che il biglietto potevamo non pagarlo visto che non ce l’ha chiesto nessuno. Siamo felici di averlo fatto, contribuendo ad aiutare lo scarsissimo turismo moldavo (e poi si trattava di un euro a testa), ma ci chiediamo quanta gente lo faccia, se non c’è né un cartello che indichi di comprarlo né qualcuno che ti chieda di mostrarlo per entrare... Mah.
Prima di risalire in moto ci mettiamo le tute antipioggia perché iniziano a cadere le prime gocce. Per fortuna durano poco e quando ci fermiamo per pranzare (schifezzine comprate nel mini-market di un benzinaio) ce le possiamo levare. Stiamo andando verso nord, verso la città di Soroca, e la strada non è troppo male, almeno è asfaltata!

A Soroca è prevista una tappa abbastanza rapida: vorremmo visitare solo la sua fortezza. Una volta in città però facciamo fatica a trovarla, non è una città grande ma giriamo un paio di volte per le stesse strade prima di individuarla. Non ci va molto di parcheggiare la moto carica di bagagli e andare a visitare con giacche e caschi in mano, e poi abbiamo ancora un bel po’ di strada da fare oggi e soprattutto l’incognita dei tempi della dogana. Per cui decidiamo di accorciare la tappa, Marco rimane a bordo della moto e io scendo per andare a scattare qualche foto alla fortezza. È un edificio abbastanza basso nel mezzo di un piccolo parco, quando entro la prima cosa che vedo sono una nonna col nipotino che gioca a palla. Mi avvicino alle mura del forte e tiro fuori la macchina per scattare, e subito mi vedo arrivare una decina di ragazzini tra gli 8 e i 14 anni che mi vengono incontro stile squadra d’assalto. Devo essere sincera, un po’ mi sono spaventata, avevo paura che volessero prendermi la macchina fotografica. Hanno iniziato a parlarmi in moldavo, e poi uno in inglese mi ha chiesto come mi chiamavo. Mentre rispondevo e scattavo un paio di foto abbastanza a caso, mi sono iniziata a spostare velocemente verso l’uscita, con la frotta di ragazzini alle mie costole.
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Sono uscita dal parco sempre coi bambini dietro, ho raggiunto la moto, sono risalita velocemente e siamo ripartiti mentre i ragazzini continuavano a fare baldoria attorno a noi. Insomma, questa fortezza non l’ho praticamente vista! Diciamo che forse non mi sarei dovuta far spaventare tanto, erano solo bambini curiosi, ai loro occhi dovevo sembrare un’aliena con il casco in testa (con la mentoniera aperta), la giacca e i pantaloni da moto, il marsupio, lo zainetto e la macchina fotografica al collo. Sicuramente se fossi stata vestita in un modo meno strano e se avessi avuto una macchina fotografica meno vistosa mi sarei sentita più tranquilla e magari sarei rimasta un po’ lì con loro. Peccato, mi dispiace aver reagito così d’impulso... mi dispiace sia per l’occasione persa di avere un contatto con i bambini del posto, sia perché della fortezza ho visto solo le mura posteriori, mentre invece avrei dovuto girarle attorno ed entrare.. anche se sapendo che c’era Marco che mi aspettava non mi sarei trattenuta a lungo.

Vabbè ormai è fatta. Ripartiamo da Soroca in direzione Kamyanets’ Podilskyi, la città ucraina dove dovremmo pernottare. Il confine Moldavia – Ucraina è appena fuori Soroca, ma poi dovremmo fare molta strada in Ucraina e preferiamo evitare: ormai abbiamo preso confidenza con le strade moldave e sappiamo che in linea di massima la polizia non ti ferma tanto per fare, mentre abbiamo paura della situazione ucraina. Quanta più strada riusciamo a fare in Moldavia, tanto meglio. Quindi invece di andare verso nord ci dirigiamo a ovest, passiamo per Drochia e Edinet e raggiungiamo il confine moldavo vicino a Briceni. Sono circa le 17, speriamo non ci voglia troppo tempo a passare la dogana!
(un paio di foto fatte lungo la strada in Moldavia)
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Questo punto di confine deve essere poco frequentato, non c’è praticamente nessuno e i doganieri non parlano inglese. Quelli del lato moldavo ci fanno passare rapidamente, dal lato ucraino invece il doganiere vuole controllare il numero di telaio della moto, che sulla Norge è un po’ nascosto. Per fortuna Marco, proprio per questa eventualità, ha portato una mini-torcia con cui illumina sotto la moto. Il doganiere sembra favorevolmente colpito da questo dettaglio tanto che non fa storie anche se del numero di telaio se ne vede solo una parte. Poi ci chiedono dove andremo ad alloggiare (non so come ci capiamo, visto che loro parlano solo ucraino): meno male che per le città ucraine avevamo prenotato degli hotel, per cui gli sfodero il foglio con la conferma dell’albergo di Kamyanets. Il controllo doganale sul bagaglio è quasi inesistente e alla fine anche da questa dogana ne usciamo in meno di un’ora! Ormai in questo viaggio ci rimane solamente un’altra dogana da fare, quella tra Ucraina e Polonia, tra qualche giorno.

E cosi’ ci lasciamo alle spalle la Moldavia, che abbiamo visitato rapidamente (3 giorni) ma anche abbastanza approfonditamente. Certo avremmo potuto andare anche a sud nella zona della Gagauzia, avremmo potuto visitare meglio la capitale e le sue cantine, ma siamo ugualmente soddisfatti. Siamo riusciti a vedere tutto quello che ci eravamo prefissi (beh, la fortezza di Soroca non l’abbiamo vista proprio bene...) e anche di più (il monastero di Capriana), e non abbiamo avuto nessun problema con la polizia, cosa che all’inizio ci preoccupava un po’. Anche la puntatina in Transnistria è andata via liscia come l’olio. Certo, la Moldavia non è un paese che colpisce per i suoi monumenti o i suoi paesaggi mozzafiato, non ci ha dato grosse emozioni e anche il posto che ci è piaciuto di più (Orheiul Vechi) lo definiremmo al massimo “carino”. Di sicuro non la consiglieremmo agli amici come meta per un viaggio apposito :lol: , ma siamo contenti di esserci venuti, di aver toccato con mano come vive la gente qui, di aver visto come stanno le cose ora, prima che inevitabilmente cambino.

Ed ora siamo in Ucraina!! Un altro paese sconosciuto per entrambi. L’Ucraina ci preoccupa ancora più che la Moldavia, i poliziotti di qui hanno davvero una cattiva fama! E poi i cartelli sono tutti in cirillico: prima di partire ci siamo studiati un po’ questo alfabeto e alla fine non è così difficile abituarsi a traslitterare i nomi delle città, ma ci vuole un po’ di tempo.
Intanto, usciti dalla dogana che sono circa le 18, abbiamo altri 80 km da fare. Le strade non sono molto diverse da quelle moldave, si va in mezzo alle campagne, con i saliscendi che già conosciamo, con i nomi delle cittadine e anche delle regioni “scritti” in forma di statua, con l’asfalto in condizioni non troppo buone. Andiamo abbastanza piano, Marco vuole mantenersi ben al di sotto dei limiti di velocità, e sta sempre attento a tutti i segnali stradali. Passiamo dalla città di Khotyn che vorremmo visitare domani, e arriviamo a Kamyanets' Podilskyi verso le 19:30. Per fortuna il nostro hotel è segnato nel GPS ed è semplice da trovare, non molto distante dalla strada principale. È un hotel di livello medio-alto, almeno per gli standard locali, con la receptionist che parla inglese e vari servizi a disposizione. Ci chiedono anche quale colazione vogliamo domani (qui è inclusa nel prezzo), perché ce ne sono vari tipi: Marco sceglie quella “ucraina” per provare, io mi limito ad una più tranquilla “inglese”. Ci sarebbe anche quella “italiana” che però prevede pasta. No grazie!!! :lol:

Ci sistemiamo in camera e decidiamo di usare il servizio lavanderia dell’hotel: stiamo pagando tutto molto poco e quindi possiamo permetterci questi 15 euro per risparmiarci la fatica! Dopo poco andiamo al ristorante dell’hotel, hanno anche un menù in inglese, ottimo! Sembra che qui in Ucraina, o almeno in questa città, siano un pelino più abituati al turismo. Ceniamo ottimamente anche qui con antipasto, carne e contorni vari, più birre, per una cifra inferiore ai 15 euro (totali). A nanna relativamente presto, domani si visita la città! Il primo impatto con l’Ucraina è stato abbastanza positivo.
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Re: Est Europa in moto (Moldavia, Transnistria, Ucraina,Polo

Messaggioda Leia74 » 21/01/2012, 12:12

Aggiungo un paio di info :)
- nel monastero di Orheiul Vechi per la prima volta in questo viaggio io in quanto donna mi sono dovuta coprire la testa (con l'unica cosa che avevo a disposizione, la fascia da collo che mi ha fatto da cappuccio, e teneva un caldo assurdo!)
- l'hotel di Kamyanets era il Gala Hotel prenotato su internet prima di partire: http://gala-hotel.com/Hotel.aspx?Type=servis&Lang=EN
- la fortezza di Soroca a vederla dalle foto su internet sembra molto interessante! Io queste foto non le avevo viste prima di partire, altrimenti avrei cercato di visitarla per bene... invece questa tappa era stata suggerita da Marco e non mi ero informata bene. Scema... Penso che se avessimo avuto una cartina decente della citta' e fossimo arrivati da davanti la fortezza (lato fiume) ci avremmo speso volentieri una mezz'oretta per la visita. Mi dispiace parecchio non averla vista bene :(
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Re: Est Europa in moto (Moldavia, Transnistria, Ucraina,Polo

Messaggioda Leia74 » 22/01/2012, 22:58

Giovedì 11 agosto: Kamyanets Podilskyi – Khotyn – Kamyanets Podilskyi (Ucraina) (54 km fatti in taxi)

Oggi abbiamo il lusso di una colazione inclusa nell’albergo, anche se non è a buffet bensì un menù fisso, scelto ieri sera tra i vari disponibili. La mia colazione “inglese” inizia con una tazza di porridge (non favoloso ma riesco a mangiarlo), mentre a Marco che ha chiesto quella “ucraina” portano una tazza di una cosa indefinibile. Sembra crema di riso a vederla... ma una volta assaggiata la faccia di Marco mi fa capire che non lo è! :lol: :lol: :lol: :lol: Dice che è la cosa più salata che abbia mai assaggiato e fa decisamente schifo, ci sono anche dei pezzetti non meglio definiti dentro ed è un po' filamentosa e... infatti la mette da parte subito! Credo che il nome fosse qualcosa come hominy o gominy ma adesso a cercarlo su internet non risulta nulla di ucraino con questa parola, boh.
Il resto della colazione è più normale, se si esclude il fatto che a me oltre al bacon e a della verdura portano ben TRE uova fritte! Ma come si fa a mangiare tre uova a colazione??? Con due, ho esaurito la mia dose settimanale di uova, e anche la fame. Marco invece ha verdure, salsiccia e uova, e poi per entrambi ci sono anche cose dolci, tipo croissant, burro e marmellata, frutta, succo, tè e caffè. Praticamente un pranzo! :mrgreen:
Prima di uscire ripassiamo dalla reception e per domani mattina ordiniamo due colazioni americane, sperando che siano meglio! Inoltre chiediamo informazioni sulla possibilità di andare a Khotyn in taxi oggi pomeriggio, a Marco non dispiacerebbe passare una giornata senza usare la moto. La receptionist dice che si informa e ci farà sapere. Ottimo.

Usciamo quindi a piedi dall’albergo e ci avviamo verso il centro città. Kamyanets è composta dalla città vecchia, sorta in alto sull’ansa di un fiume che la racchiude quasi tutta, con la città nuova che si è sviluppata a est del fiume. Noi ci troviamo in questa zona, ma il ponte per entrare nel centro non è lontanissimo, sono circa 20 minuti di camminata, che facciamo per la maggior parte dentro un bel parco molto alberato, sembra quasi un boschetto. Anche se siamo in città, nei giardini delle case notiamo la presenza di animali “da cortile” come galline e capre.
(cartina della citta': il centro storico e' quella quasi-isola circondata dal fiume, in blu c'e' il nostro hotel e in rosso la fortezza che vedremo tra poco)
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Prima di arrivare al centro passiamo davanti ad un monumento agli eroi che hanno perso la vita per fermare le radiazioni nucleari a Chernobyl. Poi in cima ad una scalinata si vede anche una chiesa imponente con le sue cupole dorate, ortodossa naturalmente, ma non saliamo per vederla da vicino. Finalmente arriviamo al ponte e subito ci facciamo un’idea di come è fatta la città, con delle torri e edifici che si affacciano sulla scarpata del fiume, fiume che in realtà sembra più un ruscelletto laggiù in basso. Decisamente scenografico!
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Di là del fiume siamo nel centro storico, dove non ci sono (a detta della guida) aggiunte del 20° secolo. Dopo aver prelevato moneta locale al bancomat (1 euro sono circa 11,3 grivnie) visitiamo una chiesa abbastanza moderna, poi andiamo nella piazza principale dove c’è la cattedrale di San Pietro e Paolo con una particolarità interessante: nel periodo in cui la città fu sotto l’impero Ottomano, i musulmani la usarono come moschea costruendole accanto un minareto. Quando poi la città fu riconquistata dai cristiani, promisero di non demolire il minareto, a cui però aggiunsero una statua cristiana in cima, ed è rimasto così fino ad oggi.
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Al centro della piazza c’è l’edificio del municipio, come in molte città dell’est Europa, anche polacche. Infatti questa città ha visto convivere per secoli tre diverse etnie, ucraini, polacchi ed armeni. Queste ultime due sono scomparse ormai ma rimane traccia di loro nell’architettura e nei nomi delle strade.
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Nella zona “armena” ci sono un paio di vie molto suggestive e i resti di una chiesa, nonchè una piazza abbastanza grande ma vuota.
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Tra le due piazze è stata costruita una serie di bancarelle per i souvenir tutte attaccate, il cui retro è dipinto come le facciate delle case: un buon metodo per non rovinare troppo la vista della zona! Le bancarelle formano una specie di via dei souvenir, e noi ci facciamo prendere di buon grado dal primo “shopping” turistico della vacanza. È il primo posto dove troviamo questi negozi, in Moldavia non c’era niente del genere. (nella foto, il retro delle bancarelle)
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Soddisfatta la voglia di regalini (piccoli se no non entrano nelle borse della moto!) continuiamo a camminare e terminiamo di attraversare tutto il centro storico, passando davanti ad un monumento in stile sovietico e ad una chiesa con alcune statue che sembrano dimenarsi al ritmo della disco music! :lol:
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Arriviamo così in vista della principale attrazione di Kamyanets, la sua fortezza. Wow! Questo posto sì che meritava la visita! Infatti per la prima volta da quando siamo partiti ci sono parecchi altri turisti che scattano foto, e riusciamo anche a farci fotografare assieme io e Marco. Entriamo nella fortezza e anche dentro ci piace un sacco, ben tenuta (anche se alcune parti sono state ricostruite di recente) e all’interno di un edificio c’è anche un museo sulla storia ucraina dell’ultimo secolo.
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Tra una cosa e l’altra, la visita ci porta via parecchio tempo e ne usciamo dopo l’una decisamente affamati. Cerchiamo un paio di ristoranti nominati sulla guida, di cui uno accanto ad una torre che si affaccia sul fiume,
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ma li troviamo deserti e non capiamo se sono aperti o meno. Non c’è nessuno dentro, non solo clienti ma nemmeno camerieri o altro. Torniamo indietro verso l’hotel ma lungo la strada non troviamo nemmeno un posto dove pranzare, così mangiamo nel ristorante dell’albergo verso le 14.

A questo punto si impone una decisione (già mezza presa da ieri sera, per dire la verità). Prima di partire avevamo ipotizzato di visitare sia Kamyanets che due diverse città nei suoi dintorni, Khotyn e Chernivtsi. Pensavamo di avere a disposizione un po’ di tempo anche ieri sera, cosa che non è stata, e credevamo anche che Kamyanets richiedesse meno tempo per la visita. Per visitarle tutte e tre, avremmo dovuto fare le cose più rapidamente stamattina e ora dovremmo sbrigarci a partire in moto, rischiando tra l’altro di non fare in tempo a vedere tutto o di dover tornare indietro col buio (cosa non raccomandabile su queste strade). Tra l’altro Marco è un po’ stanco di guidare in un modo così stressante, sempre attento alle buche e al minimo segnale stradale. Oggi sarebbe molto contento di non prendere la moto e riposarsi un po’ su questo fronte. Potremmo pensare di vederne una domani mattina, ma preferiremmo partire subito, abbiamo un po’ di strada da fare domani e anche un paio di visite già in programma.

Insomma alla fine decidiamo di lasciar stare Chernivtsi che è la più lontana delle due città mancanti e che oltretutto richiederebbe più tempo per la visita, avendo un centro interessante e un bel palazzo (recentemente inserito anche nella lista Unesco). Andremo solo a Khotyn, dove c’è da visitare solo una fortezza e che, vista la poca distanza e i prezzi locali, è tranquillamente raggiungibile in taxi. Mi dispiace un po’ per Chernivtsi ma effettivamente è meglio fare due cose con calma e godendosele piuttosto che tre di corsa e con l’ansia. Oltretutto mi sono accorta che la città che salteremo oggi è raggiungibile abbastanza facilmente da Suceava (in Romania), e siccome prima o poi Marco dovrà assolutamente vedere le chiese dipinte della Bucovina che si trovano proprio attorno a Suceava e che a me sono piaciute tanto, non mancherà l’occasione di andare anche a Chernivtsi.

Presa questa decisione e dopo un po’ di relax in camera, verso le 16 andiamo alla reception e chiediamo se come da nostra richiesta della mattina hanno trovato un taxi che possa portarci a Khotyn, aspettarci per un’ora mentre visitiamo la fortezza e riportarci indietro. Con un paio di telefonate se ne trova uno che chiede 150 grivnie, “ben” 13 euro e rotti. Affare fatto! In 5 minuti il taxi arriva e con una guida abbastanza sportiva ma attenta alla polizia percorre i 27 km fino a Khotyn. Una cosa di cui si preoccupava Marco nel caso fossimo andati là in moto era come trovare la fortezza senza cartina nè GPS, memore del problema di ieri a Soroca. Ma qui le indicazioni ci sono e sono chiare, tra l’altro questa fortezza si trova fuori dalla città di Khotyn (prima di arrivarci, se si viene da Kamyanets) e quindi sarebbe stato semplice arrivarci. Ma è decisamente più comodo farcisi portare!
Il taxi rimane ad aspettarci nel parcheggio a pagamento (ovviamente pagato da noi, "ben" 5 grivnie) e noi scendiamo a visitare. Ci scattiamo una foto sotto la statua moderna (e orrenda) di un eroe nazionale antico con tanto di bandiera ucraina, e ci incamminiamo verso l’ingresso della fortezza.
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In realtà dopo questo ingresso c’è ancora un po’ da camminare ma il panorama è stupendo, la fortezza è costruita scenograficamente sulla riva di un fiume e prima di arrivarci c’è anche una chiesa.
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L’interno della fortezza è meno esteso e meno interessante di quello della fortezza di Kamyanets ma comunque bello. La guida dice che molti film ambientati nel medioevo sono stati girati qui, anche per la relativa arretratezza “tecnologica” del paesaggio circostante. Non stentiamo a crederlo, il colpo d’occhio è notevole.
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L’ora di tempo che abbiamo concordato col tassista è sufficiente per visitare tutto con calma e fare anche un rapidissimo giro tra le bancarelle di souvenir del parcheggio. Poi ci facciamo riportare in hotel e siamo in stanza verso le 18. Vorremmo cenare sul presto ma io mi addormento (oddio sto invecchiando, non mi era mai successo prima!! :oops: ) e solo verso le 21 torno nel mondo dei vivi. Cena e a letto verso le 23.
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Re: Est Europa in moto (Moldavia, Transnistria, Ucraina,Polo

Messaggioda geom.Calboni » 24/01/2012, 1:32

Leia74 ha scritto: mentre a Marco che ha chiesto quella “ucraina” portano una tazza di una cosa indefinibile. Sembra crema di riso a vederla... ci sono anche dei pezzetti non meglio definiti dentro ed è un po' filamentosa e... Credo che il nome fosse qualcosa come hominy o gominy ma adesso a cercarlo su internet non risulta nulla di ucraino con questa parola, boh.

Credo ti riferisci alla kasha (каша) grano saraceno elemento principe delle colazioni dell'ex Federazione Sovietica. La maggior parte delle volte si presenta come un pastume mischiato a latte ed i pezzettini cui ti riferisci possono essere di varie cose, spesso ciliegie. Ovviamente poi esistono vari tipi e soprattutto quella che si compra al supermercato o quella fatta in casa.
Di solito, in realtà, ha un sapore sciapo. Forse a voi hanno propinato una versione differente. Personalmente dopo 2 - 3 cucchiaiate inizia ad essere troppo 8-)
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Re: Est Europa in moto (Moldavia, Transnistria, Ucraina,Polo

Messaggioda Leia74 » 24/01/2012, 10:32

Boh a me pareva di ricordare un nome simile a quello che ho scritto, e comunque Marco ha detto che era iper-salata (io ovviamente non mi sono minimamente azzardata ad assaggiarla :lol: :lol: )
Scusate ma ieri sera ho avuto da fare e oggi ho lezione di francese, spero di continuare domani.
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Re: Est Europa in moto (Moldavia, Transnistria, Ucraina,Polo

Messaggioda sbernaz » 24/01/2012, 11:48

DAVVERO FANTASTICHE LE FOTO E FANTASTICO IL RACCONTO.
Mi sembra di notare che avete avuto anche abbastanza fortuna con il tempo,right???

Leia,complimenti,anche io m'illumino d'immenso ripensando a quel viaggio che ho fatto nel 2007 (ancor prima del maestro Calboni e del vate Jena).
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Re: Est Europa in moto (Moldavia, Transnistria, Ucraina,Polo

Messaggioda Leia74 » 24/01/2012, 13:06

Grazie sbernaz!
Si col tempo ci e' andata molto bene. Pioggia solo un paio di volte e comunque poca (oddio, se ripenso all primo pomeriggio a di Lviv... pero' e' stato solo una volta). E anche le temperature sono state perfette, cioe' non troppo elevate se no vestiti da moto schiattavamo ma nemmeno fredde, che sarebbe stato un problema uguale, visto che avevamo le giacche da moto traforate e se fa un po' piu' freddo ci si congela. Insomma tempo ottimo!!
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Re: Est Europa in moto (Moldavia, Transnistria, Ucraina,Polo

Messaggioda Lebowski » 24/01/2012, 13:19

Innanzitutto complimenti per il viaggio e il coraggio di affrontarlo come passeggera su una moto (io dopo una caduta anni fa su vespa ho giurato a me stesso “mai più passeggero su una moto” e sino ad oggi ci sono riuscito: anche al lavoro quando una volta hanno provato a convincermi con lo scooter li ho mandati a quel paese – piuttosto mi becco del fifone).
Poi, Ot:
come ti sembra il francese scritto?
A volte sei tu che mangi l'orso e a volte è l'orso che mangia te. (lo Straniero)
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Re: Est Europa in moto (Moldavia, Transnistria, Ucraina,Polo

Messaggioda Leia74 » 24/01/2012, 14:44

Lebowski ha scritto:come ti sembra il francese scritto?


Grazie dei complimenti :-) Se non volessi fare la passeggera in moto non potrei quasi mai viaggiare con mio marito! Pero' per fortuna finora non ho avuto paura anzi lo trovo anche abbastanza divertente. Se poi un giorno dovessimo cadere non so se avrei il coraggio di risalirci, ma ti diro', Marco ha avuto almeno 3 incidenti ed e' sempre tornato in sella, per cui... (tocco ferro che non ci capiti, eh!!!!)
Il francese lo trovo in generale abbastanza difficile ma lo scritto e' relativamente piu' semplice del parlato, a meno che non si tratti di un dettato (cioe' passare dalla pronuncia alla grafia, aiuto!). Diciamo che leggere in francese e' sufficientemente facile perche' io ci riuscissi anche 15 anni fa senza nessuna nozione di lingua ma con un piccolo dizionario a portata di mano. All'uni ho dato un esame di letteratura in cui ho dovuto studiare un paio di brevi testi in francese (tipo 30 pagine l'uno) e ricordo di averci messo un po' ma di essere riuscita a capire l'80%.
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Re: Est Europa in moto (Moldavia, Transnistria, Ucraina,Polo

Messaggioda Lebowski » 24/01/2012, 15:11

OT

Non volevo portare sfortuna ;) , ovviamente mi auguro non capiti mai.

Per il francese: chiedevo perché ricordo una "mini discussione" (niente di accesso) sulla facilità del francese mesi fa. Io lo indicavo difficile, specie lo scritto, tu facile. Buona studiata! :)

Perdonate l'ot

Attendo le restanti tappe. ;)
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Re: Est Europa in moto (Moldavia, Transnistria, Ucraina,Polo

Messaggioda Leia74 » 24/01/2012, 16:56

Lebowski ha scritto:Per il francese: chiedevo perché ricordo una "mini discussione" (niente di accesso) sulla facilità del francese mesi fa. Io lo indicavo difficile, specie lo scritto, tu facile. Buona studiata! :)


Sicuramente lo trovo piu' difficile dello spagnolo ma non posso fare troppi paragoni perche' con lo spagnolo sono arrivata a 3 anni di corsi e vari viaggi in terre ispano-hablantes :) mentre col francese sono adesso alla fine del primo anno. In particolare trovo difficile la pronuncia, mi sbaglio abbastanza spesso se cerco di leggere a voce alta, meno se parlo senza guardare lo scritto.

Sorry per l'OT, le altre tappe penso domani (o se stasera dopo francese non sono troppo stanca :P )
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Re: Est Europa in moto (Moldavia, Transnistria, Ucraina,Polo

Messaggioda Leia74 » 25/01/2012, 0:35

Dai che forse prima di andare a dormire riesco a mettere un'altra giornata del diario :D

Venerdì 12 agosto: Kamyanets Podilskyi – Kremenets – Pochaiv (Ucraina) (236 km, 4:30 ore di guida)

Ci svegliamo prestino in modo da fare le valigie prima di colazione. Stamattina con la “american breakfast” andiamo meglio, uova strapazzate (per lo meno così non si capisce quante sono :mrgreen: ), prosciutto e formaggio, latte e cereali, oltre ai soliti croissant burro e marmellata, frutta, succo, tè e caffè.
Verso le 9 e mezza si parte da Kamyanets in direzione nord, per la nostra prima giornata di strada interamente in Ucraina. I primi 100 km sono ridotti abbastanza male, ci sono buche grosse come crateri e anche un breve tratto sterrato, poi per fortuna prendiamo una strada più importante e l’asfalto migliora. Continuiamo sempre a vedere paesini e campagne, edifici religiosi e statue ex-sovietiche, e molti anziani che portano al pascolo le mucche camminando a lato strada.
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Passiamo un paio di volte vicino a laghetti, poi anche per un paesino di nome Skalat dove vediamo alcune torri collegate da un basso muro, sembra un ex forte, ma non ci fermiamo per fare le foto.
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Attraversiamo anche una città più grossa, Ternopil.
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Arriviamo a Kremenets verso le 13:30 e ci dirigiamo subito alla fortezza che sarebbe il motivo principale per cui siamo venuti in questa città. Bisogna salire in cima ad una collina, la strada è in condizioni non buonissime e ad un certo punto diventa sterrata, ne facciamo un 1 km ma poi la situazione peggiora, troppi sassi e terra oltre che molto in salita. Decidiamo di parcheggiare la moto a lato strada, e proprio in quel momento dalla fortezza scendono due ragazzi con due moto da cross, che si fermano accanto a noi e parcheggiano anche loro. Ci chiedono da dove veniamo, osservano la nostra Norge e poi si siedono sulle loro due moto e iniziano a fare qualche telefonata. Noi ci incamminiamo su per lo sterrato ma non siamo del tutto tranquilli, quei due ci potrebbero mettere un attimo a chiamare qualche amico con un furgone e caricarsi la moto con tutti i bagagli sopra. Andiamo avanti sulla strada per circa 5 minuti, si vede il panorama della città,
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la fortezza non è lontana ma io continuo ad essere preoccupata e quando dietro una curva si iniziano ad intravedere le rovine (non c’è molto a dire il vero) io scatto da lontano
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e poi dico a Marco di continuare pure da solo, io torno indietro. Me la faccio tutta quasi di corsa e solo quando da lontano riesco a vedere di nuovo la moto tiro un sospiro di sollievo e rallento, non mi va di arrivare senza fiato e far capire a quei due che non ci siamo fidati. Dopo meno di un minuto arriva anche Marco, che è andato un po’ più avanti di me verso la fortezza e mi conferma che erano solo rovine e non molto interessanti, almeno da lontano. (questa foto l'ho fatta dalla moto dal centro di Kremenets)
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Col senno di poi avremmo potuto andare tranquillamente fino in fondo ma davvero ci era presa una botta di panico a causa dei due ragazzi che invece stavano ancora chiacchierando al telefono tranquilli. Suppongo che stessero aspettando un loro amico visto che poco dopo, quando siamo risaliti in sella e stavamo tornando giù dalla collina, abbiamo incrociato un altro ragazzo su una moto da cross. Vabbè ormai...
Torniamo sulla strada principale e attraversiamo il centro di Kremenets, caratterizzato da alcune chiese di colori pastello, azzurro, verde, rosa...
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Quando passiamo davanti ad un edificio più particolare ci fermiamo a scattare due foto: si tratta del Collegio Gesuitico del Settecento, davanti al quale durante l’epoca sovietica è stato costruito un monumento ai caduti della seconda guerra mondiale. Un bel contrasto!
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Purtroppo non abbiamo tantissimo tempo e quindi a questa città non dedichiamo che pochi minuti. Se un giorno ne avremo l’occasione mi piacerebbe tornarci e vederla un po’ meglio, esattamente come Soroca in Moldavia.
La nostra destinazione finale oggi è la città di Pochaiv, non lontana da Kremenets, meno di 25 km. La strada non sembra male, ma ad un certo punto ad una rotonda l’uscita che dovremmo prendere noi è bloccata con una transenna e una freccia gialla indica una deviazione per Pochaiv alla prossima uscita. Noi ci fermiamo un attimo davanti alla transenna per guardare la cartina, e ci accorgiamo di un poliziotto appoggiato alla sua macchina appena di là della transenna. Lo guardiamo, gli chiediamo “Pochaiv?” e lui ci fa cenno di sì, che noi possiamo passare. La cosa ci sembra un po’ strana, perché mai possiamo passare se la strada è bloccata? Ma facciamo come ci viene detto (la transenna non bloccava l’intera carreggiata) e proseguiamo. Per qualche km va tutto bene, addirittura incrociamo auto che vengono dalla direzione opposta e quindi ci tranquillizziamo. Ma ad un certo punto la strada è bloccata con un camion di traverso, al di là del quale ci sono dei lavori in corso e non esiste più l’asfalto. Prima del camion, la strada è deviata a destra, in mezzo ai campi. Non è che avessero costruito una strada alternativa, no, era proprio che le macchine si buttavano tra i campi, su uno di quei “sentieri” formati dal passaggio ripetuto delle ruote per cui ci sono due strisce di terra con un monticello di erba nel mezzo e erba ai lati!! Ovviamente non c’erano due diverse corsie, per cui se si incrociava qualcuno bisognava andare per metà in mezzo all’erba. E non ci passavano solo auto, bensì anche furgoncini e pullmini! Con una macchina non sarebbe stato un dramma ma in moto (e non certo una moto da cross) non era affatto semplice. Ci buttiamo su questa striscia di terra e avanziamo piano. Ad un certo punto ci arriva incontro un pullmino ma noi non possiamo andare sull’erba con la moto, ci fermiamo e per fortuna loro ci passano spostandosi di lato. Poi la terra diventa sabbia vera e propria e la moto perde aderenza, rischiamo di cadere, Marco mi dice di scendere al volo, lo faccio e lui miracolosamente riesce a tenere la moto su. Gli ultimi 200 metri di sterrato se li fa da solo e io cammino. Meno male che non era un pezzo molto lungo!! L’asfalto ricomincia e dopo un po’ questa deviazione torna sulla strada principale nel punto in cui sono finiti i lavori. Avremmo voluto strozzare il poliziotto che ci ha detto di passare!!!
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Comunque ormai il più è andato e in breve arriviamo a Pochaiv, dove abbiamo prenotato un hotel di livello abbastanza alto, il Reikartz (l’unico che abbiamo trovato veramente...). Hanno un parcheggio privato e parlano bene l’inglese, ottimo! Soprattutto, si trovano a due passi dal monastero, l’attrazione principale (ehm.. l’unica) di questa cittadina.
Quindi anche per oggi possiamo parcheggiare la moto e Marco può riposarsi dalla fatica di guidare su queste strade. Non sono ancora le 15, così saliamo in camera (bella!) e ci rilassiamo un po’. Non abbiamo nemmeno pranzato per cui ci facciamo fuori due merendine che avevamo ancora con noi dai giorni precedenti.
Prima delle 16 siamo di nuovo fuori, andiamo a visitare il monastero.
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Sulla strada che porta all’ingresso ci sono molte bancarelle che vendono gonne e foulard, decido di comprarne uno da usare per coprirmi la testa perché la mia sciarpa-bandana ad anello è pesante e mi fa sudare. In fondo lo posso considerare un souvenir di Pochaiv! Appena prima di entrare c’è un ufficietto che sembra un guardaroba ma in realtà noleggiano gonne: infatti in questo monastero, il più importante d’Ucraina dopo quello di Kiev, le donne devono indossare una gonna, i pantaloni non vanno bene. Questo ufficio presta delle specie di gonne, in realtà dei lunghi pezzi di stoffa nera da legare in vita (tipo gonna a portafoglio) sopra i propri pantaloni. Si paga una cauzione che verrà restituita riportando la gonna.
Così conciata (foulard in testa e gonna nera) entriamo nel monastero.
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Nel precinto ci sono vari edifici sacri, e all’inizio cerchiamo di scattare le foto di nascosto perché abbiamo letto sulla Lonely Planet che qui è vietato fotografare. In breve ci rendiamo conto però che tutti stanno scattando foto senza nessun tipo di problema, perfino dentro le chiese, e allora ci adeguiamo anche noi di buon grado! :mrgreen:
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La chiesa principale del monastero è molto bella,
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la seconda anche con i suoi affreschi,
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e pure il panorama dalle mura non è male.
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Il posto merita decisamente il viaggio!! Ci stiamo rendendo conto che l’Ucraina ha sicuramente più attrattive turistiche della Moldavia e che se si pubblicizzasse meglio potrebbe avere un buon numero di visitatori stranieri. Invece almeno in Italia nessuno conosce nemmeno per sentito dire luoghi come Kamyanets Podilsky o Pochaiv, ed è un peccato perché sono davvero belli (oddio lo so che qui molti di voi non saranno d'accordo... :lol: )
Dopo un’oretta usciamo dal monastero e trovato un minimarket facciamo un po’ di spesa. Sono solo le 17 e non ci va di tornare subito in albergo, allora ci sediamo su una panchina all’ombra in un piccolo parco e ci mettiamo a sgranocchiare pistacchi e biscotti. Un cagnolino che inizialmente credevamo fosse di una signora seduta poco lontano ci si avvicina sperando di ricevere del cibo. Quando la signora se ne va e il cane rimane capiamo che non è suo e gli diamo qualche pezzo di biscotto. Dopo una mezz’oretta si torna in camera e ci riposiamo ancora, navighiamo un po’ (w il wifi!) e scattiamo due foto al monastero dal nostro balcone, quando la luce del tramonto lo illumina per bene.
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Scendiamo a cena alle 21 e di nuovo Marco imperterrito prova una specialità ucraina senza sapere cosa sta ordinando. Non gli va malissimo, sono involtini di foglie di cavolo ripieni di carne. Io vado su una cosa più tranquilla. Verso le 23 a nanna, anche la giornata di oggi è stata intensa e pesante!
Le mie foto:
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