Oggi giornata meno impegnativa sul lavoro, posso continuare anche dall'ufficio...
Sabato 13 agosto: Pochaiv – L’viv (Ucraina) (150 km, 3 ore di guida)
Stamattina ce la prendiamo con calma, facciamo colazione in hotel e partiamo verso le 10:20. La destinazione è la città di L’viv, dove dovremmo venir ospitati per due notti a casa di Taras, un ragazzo di Couchsurfing. Dico “dovremmo” perché per il momento stamattina non abbiamo sue notizie anche se ieri sera ci siamo sentiti via mail. Pare che lui lavori tutto il giorno oggi, ma quando saremo a L’viv ci vedremo e dovrebbe darci le chiavi di casa. Speriamo bene!
La strada all’inizio è un po’ bruttina (tanto per cambiare, buchi nell’asfalto) ma dopo 20 km ci immettiamo in una delle strade principali del paese e abbiamo più di un centinaio di km di asfalto perfetto! Si vede che ci stiamo avvicinando a una città importante! Prima dell’una ci fermiamo appena fuori L’viv e mangiamo qualcosa in una tavola calda lungo la strada. Ancora nessuna notizia da Taras. Che si fa? Decidiamo intanto di andare a vedere una delle attrazioni della città che non si trovano in pieno centro e per la quale servirebbe comunque un mezzo motorizzato: il cimitero monumentale Lychakivske. Riusciamo ad arrivarci con un po’ di difficoltà tra strade di sampietrini, rotaie dei tram e traffico (ci eravamo dimenticati il significato di questa parola negli ultimi giorni!) e ci entriamo verso le 14.
Può sembrare strano iniziare la visita di una città dal suo cimitero, ma in effetti è un posto particolare, con tombe antiche spesso un po’ trascurate, in mezzo al verde che le circonda e le “inghiotte”, in una atmosfera molto decadente e romantica. La Lonely Planet dice “non pensate nemmeno di lasciare L’viv senza aver visto questo cimitero” e in effetti lo consigliamo.
Mentre visitiamo, finalmente ci arriva un sms di Taras che ci dà l’indirizzo a cui andare per recuperare le chiavi. Verso le 15 andiamo quindi in centro, il posto dove lavora si trova proprio all’inizio della zona pedonale. Molto gentilmente ci spiega come arrivare a casa sua, in che stanza sistemarci e anche dove poter lasciare la moto in modo che sia custodita, non parcheggiata per strada. Ci dice che stasera lui tornerà a casa tardi, dopo mezzanotte, e che le chiavi che ci ha dato sono le uniche che ha, per cui ci prega di farci trovare in casa altrimenti lui rimarrebbe chiuso fuori. Non c’è problema, non abbiamo intenzione di fare vita notturna!
Per fortuna che ci ha spiegato lui la strada per casa, perché la via più semplice e diretta (che il GPS voleva assolutamente farci prendere) è chiusa per lavori in corso. Dopo un po’ di giri a vuoto arriviamo a destinazione e portiamo i nostri bagagli in camera (sarebbe la stanza della coinquilina di Taras, in origine avevamo contattato lei su Couchsurfing ma ci ha dirottato su di lui visto che lei è via in questo periodo). Torniamo fuori e cerchiamo il garage all’aperto ma custodito che ci ha consigliato Taras, a 2 minuti da casa sua. Il custode ci dà una sorta di ricevuta, un tondino di metallo con un numero sopra, sarà affidabile? Speriamo bene.
Torniamo un po’ in casa e ci riposiamo, ma verso le 17:30 decidiamo di uscire per una prima esplorazione della città, avremo poi tutta la giornata di domani per visitarla per bene.
L’viv è forse la città più visitata dell’Ucraina assieme a Kiev, una città storica dalla ricca cultura, con legami più con la Polonia e l’Europa centrale che con la Russia. Infatti dal Trecento a fine Settecento fu una città polacca, poi passò sotto il dominio dell’Austria degli Asburgo, per tornare tra le due guerre sotto la Polonia. Proprio a causa della sua storia aveva una popolazione mista fatta prevalentemente di polacchi ed ebrei. Con la seconda guerra mondiale ci fu lo sterminio degli ebrei, poi fu conquistata dall’URSS e la parte polacca della popolazione emigrò verso altre città polacche. Ora la popolazione è in maggioranza ucraina, ma la città mantiene la sua aria più occidentale di qualsiasi altro posto in questo paese. La sua storia lunga e complessa si riassume anche solo elencando tutti i nomi con cui è conosciuta: L’viv in ucraino, Lwow in polacco, L’vov in russo, Lemberg in tedesco, Leopoli in italiano, Lemberik in yiddish.
La casa di Taras per nostra fortuna si trova vicino al centro, che raggiungiamo in un quarto d’ora a piedi passando per la strada con i lavori in corso che in moto abbiamo dovuto evitare: la carreggiata delle auto è completamente sventrata e stanno rifacendo tutte le tubature, probabilmente in vista degli Europei di calcio dell’anno prossimo. (la strada in questione è quella dietro la macchina)
Sulla destra della strada notiamo le cupole di una chiesa su una collinetta alberata,
ma per ora le lasciamo stare, vorremmo arrivare in centro in fretta perché il tempo sta peggiorando e minaccia pioggia.
In breve, con una piccola deviazione per vedere da fuori l’Ospedale Ebraico,
arriviamo alla Svobody Prospekt, una piazza lunga e stretta che si trova a ovest del centro storico propriamente detto. Al centro della piazza c’è uno spazio pedonale alberato molto grande e lungo, dove la gente si ritrova a chiacchierare, gli anziani giocano a carte o a scacchi sulle panchine e i bambini vanno in bicicletta.
All’estremità nord di questo spazio c’è il Teatro dell’Opera, in stile neoclassico ed elegante,
mentre all’estremità sud c’è una statua dedicata al poeta nazionale ucraino Taras Shevchenko con una specie di “onda” enorme e a mio gusto abbastanza brutta, che rappresenta le tradizioni locali. Questa statua sembra essere un popolare luogo di appuntamenti e un posto caratteristico dove la gente si fa le foto.
Ci sono anche varie carrozze con i cavalli a disposizione dei turisti per un giro attorno alla piazza e (suppongo) nel vicino centro storico.
Il cielo si sta facendo sempre più scuro e noi siamo senza ombrelli: decidiamo che in caso di pioggia ci infileremo nel Mac Donalds che dà sulla piazza, ma fino a che il tempo regge cerchiamo di inoltrarci un po’ nel centro storico, appena a est della piazza.
Facciamo solo in tempo ad arrivare alla chiesa più vicina, la Cattedrale Latina, dove però c’è la messa e non possiamo andare oltre le ultime file dei banchi, dovremo tornare domani per ammirarla per bene (sembra molto bella!).
Usciamo da questa chiesa e la pioggia inizia a cadere: facciamo una corsa fino al Mac e ci infiliamo mentre comincia un forte acquazzone estivo, appena in tempo! Sono ormai le 19 e decidiamo di cenare qui visto che ci siamo: non sarà tipico ma non abbiamo molte altre opzioni. Nel giro di poco il posto si riempie, la gente non riesce a trovare spazio per sedersi, evidentemente non ci sono molti altri “rifugi” in zona in caso di pioggia. Ad un certo punto arriva anche una coppia di sposini con fotografo al seguito, evidentemente si stavano facendo le foto sulla piazza, e scattano qualche posa simpatica con palloncini e bicchieri di Coca-Cola.
Per fortuna dopo un’oretta smette di piovere e possiamo tornare verso casa senza bagnarci. Ci facciamo dare da Taras via sms la password per il wifi di casa sua, e cosi' riusciamo anche a prenotare l’hotel per Cracovia dove andremo tra 4 notti. W gli smartphone... Verso le 23 ci addormentiamo esausti (non che il letto che ci ospita sia comodissimo...) salvo venir svegliati dopo l’una quando Taras rientra e noi gli dobbiamo aprire. A volte in effetti Couchsurfing non è il massimo...