Est Europa in moto (Moldavia, Transnistria, Ucraina,Polonia)

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Re: Est Europa in moto (Moldavia, Transnistria, Ucraina,Polo

Messaggioda Leia74 » 25/01/2012, 16:00

Oggi giornata meno impegnativa sul lavoro, posso continuare anche dall'ufficio... :mrgreen:

Sabato 13 agosto: Pochaiv – L’viv (Ucraina) (150 km, 3 ore di guida)

Stamattina ce la prendiamo con calma, facciamo colazione in hotel e partiamo verso le 10:20. La destinazione è la città di L’viv, dove dovremmo venir ospitati per due notti a casa di Taras, un ragazzo di Couchsurfing. Dico “dovremmo” perché per il momento stamattina non abbiamo sue notizie anche se ieri sera ci siamo sentiti via mail. Pare che lui lavori tutto il giorno oggi, ma quando saremo a L’viv ci vedremo e dovrebbe darci le chiavi di casa. Speriamo bene!

La strada all’inizio è un po’ bruttina (tanto per cambiare, buchi nell’asfalto) ma dopo 20 km ci immettiamo in una delle strade principali del paese e abbiamo più di un centinaio di km di asfalto perfetto! Si vede che ci stiamo avvicinando a una città importante! Prima dell’una ci fermiamo appena fuori L’viv e mangiamo qualcosa in una tavola calda lungo la strada. Ancora nessuna notizia da Taras. Che si fa? Decidiamo intanto di andare a vedere una delle attrazioni della città che non si trovano in pieno centro e per la quale servirebbe comunque un mezzo motorizzato: il cimitero monumentale Lychakivske. Riusciamo ad arrivarci con un po’ di difficoltà tra strade di sampietrini, rotaie dei tram e traffico (ci eravamo dimenticati il significato di questa parola negli ultimi giorni!) e ci entriamo verso le 14.
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Può sembrare strano iniziare la visita di una città dal suo cimitero, ma in effetti è un posto particolare, con tombe antiche spesso un po’ trascurate, in mezzo al verde che le circonda e le “inghiotte”, in una atmosfera molto decadente e romantica. La Lonely Planet dice “non pensate nemmeno di lasciare L’viv senza aver visto questo cimitero” e in effetti lo consigliamo.
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Mentre visitiamo, finalmente ci arriva un sms di Taras che ci dà l’indirizzo a cui andare per recuperare le chiavi. Verso le 15 andiamo quindi in centro, il posto dove lavora si trova proprio all’inizio della zona pedonale. Molto gentilmente ci spiega come arrivare a casa sua, in che stanza sistemarci e anche dove poter lasciare la moto in modo che sia custodita, non parcheggiata per strada. Ci dice che stasera lui tornerà a casa tardi, dopo mezzanotte, e che le chiavi che ci ha dato sono le uniche che ha, per cui ci prega di farci trovare in casa altrimenti lui rimarrebbe chiuso fuori. Non c’è problema, non abbiamo intenzione di fare vita notturna! :D
Per fortuna che ci ha spiegato lui la strada per casa, perché la via più semplice e diretta (che il GPS voleva assolutamente farci prendere) è chiusa per lavori in corso. Dopo un po’ di giri a vuoto arriviamo a destinazione e portiamo i nostri bagagli in camera (sarebbe la stanza della coinquilina di Taras, in origine avevamo contattato lei su Couchsurfing ma ci ha dirottato su di lui visto che lei è via in questo periodo). Torniamo fuori e cerchiamo il garage all’aperto ma custodito che ci ha consigliato Taras, a 2 minuti da casa sua. Il custode ci dà una sorta di ricevuta, un tondino di metallo con un numero sopra, sarà affidabile? Speriamo bene.

Torniamo un po’ in casa e ci riposiamo, ma verso le 17:30 decidiamo di uscire per una prima esplorazione della città, avremo poi tutta la giornata di domani per visitarla per bene.
L’viv è forse la città più visitata dell’Ucraina assieme a Kiev, una città storica dalla ricca cultura, con legami più con la Polonia e l’Europa centrale che con la Russia. Infatti dal Trecento a fine Settecento fu una città polacca, poi passò sotto il dominio dell’Austria degli Asburgo, per tornare tra le due guerre sotto la Polonia. Proprio a causa della sua storia aveva una popolazione mista fatta prevalentemente di polacchi ed ebrei. Con la seconda guerra mondiale ci fu lo sterminio degli ebrei, poi fu conquistata dall’URSS e la parte polacca della popolazione emigrò verso altre città polacche. Ora la popolazione è in maggioranza ucraina, ma la città mantiene la sua aria più occidentale di qualsiasi altro posto in questo paese. La sua storia lunga e complessa si riassume anche solo elencando tutti i nomi con cui è conosciuta: L’viv in ucraino, Lwow in polacco, L’vov in russo, Lemberg in tedesco, Leopoli in italiano, Lemberik in yiddish.

La casa di Taras per nostra fortuna si trova vicino al centro, che raggiungiamo in un quarto d’ora a piedi passando per la strada con i lavori in corso che in moto abbiamo dovuto evitare: la carreggiata delle auto è completamente sventrata e stanno rifacendo tutte le tubature, probabilmente in vista degli Europei di calcio dell’anno prossimo. (la strada in questione è quella dietro la macchina)
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Sulla destra della strada notiamo le cupole di una chiesa su una collinetta alberata,
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ma per ora le lasciamo stare, vorremmo arrivare in centro in fretta perché il tempo sta peggiorando e minaccia pioggia.
In breve, con una piccola deviazione per vedere da fuori l’Ospedale Ebraico,
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arriviamo alla Svobody Prospekt, una piazza lunga e stretta che si trova a ovest del centro storico propriamente detto. Al centro della piazza c’è uno spazio pedonale alberato molto grande e lungo, dove la gente si ritrova a chiacchierare, gli anziani giocano a carte o a scacchi sulle panchine e i bambini vanno in bicicletta.
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All’estremità nord di questo spazio c’è il Teatro dell’Opera, in stile neoclassico ed elegante,
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mentre all’estremità sud c’è una statua dedicata al poeta nazionale ucraino Taras Shevchenko con una specie di “onda” enorme e a mio gusto abbastanza brutta, che rappresenta le tradizioni locali. Questa statua sembra essere un popolare luogo di appuntamenti e un posto caratteristico dove la gente si fa le foto.
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Ci sono anche varie carrozze con i cavalli a disposizione dei turisti per un giro attorno alla piazza e (suppongo) nel vicino centro storico.
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Il cielo si sta facendo sempre più scuro e noi siamo senza ombrelli: decidiamo che in caso di pioggia ci infileremo nel Mac Donalds che dà sulla piazza, ma fino a che il tempo regge cerchiamo di inoltrarci un po’ nel centro storico, appena a est della piazza.
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Facciamo solo in tempo ad arrivare alla chiesa più vicina, la Cattedrale Latina, dove però c’è la messa e non possiamo andare oltre le ultime file dei banchi, dovremo tornare domani per ammirarla per bene (sembra molto bella!).
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Usciamo da questa chiesa e la pioggia inizia a cadere: facciamo una corsa fino al Mac e ci infiliamo mentre comincia un forte acquazzone estivo, appena in tempo! Sono ormai le 19 e decidiamo di cenare qui visto che ci siamo: non sarà tipico ma non abbiamo molte altre opzioni. Nel giro di poco il posto si riempie, la gente non riesce a trovare spazio per sedersi, evidentemente non ci sono molti altri “rifugi” in zona in caso di pioggia. Ad un certo punto arriva anche una coppia di sposini con fotografo al seguito, evidentemente si stavano facendo le foto sulla piazza, e scattano qualche posa simpatica con palloncini e bicchieri di Coca-Cola.

Per fortuna dopo un’oretta smette di piovere e possiamo tornare verso casa senza bagnarci. Ci facciamo dare da Taras via sms la password per il wifi di casa sua, e cosi' riusciamo anche a prenotare l’hotel per Cracovia dove andremo tra 4 notti. W gli smartphone... :D Verso le 23 ci addormentiamo esausti (non che il letto che ci ospita sia comodissimo...) salvo venir svegliati dopo l’una quando Taras rientra e noi gli dobbiamo aprire. A volte in effetti Couchsurfing non è il massimo...
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Re: Est Europa in moto (Moldavia, Transnistria, Ucraina,Polo

Messaggioda Lebowski » 25/01/2012, 17:11

Che bello rivedere L'viv!
Io il cimitero non lo vidi, nemmeno ero a conoscenza della sua esistenza. :oops:
Per quanto riguarda la piazza con la statua di Shevchenko, sì la usano come luogo di aggregazione e ritrovo. è utilizzata anche come piazza per manifestazioni etc. infatti io mi beccai una manifestazione, una sorta di giuramento per i cadetti della polizia. Con cori e bande in stile USSR.

Quando andai io le carrozze con cavalli non c'erano. Brutto segnale il loro arrivo. :cry:

I lavori testimoniano il cambiamento in vista per gli Europei. :x
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Re: Est Europa in moto (Moldavia, Transnistria, Ucraina,Polo

Messaggioda Leia74 » 25/01/2012, 17:35

Lebowski ha scritto:Quando andai io le carrozze con cavalli non c'erano. Brutto segnale il loro arrivo. :cry:
I lavori testimoniano il cambiamento in vista per gli Europei. :x


Beh tra i mondiali e i voli low-cost L'viv sta diventando abbastanza turistica direi. E' stato il primo posto del viaggio in cui abbiamo incontrato parecchi altri turisti e non ci siamo sentiti strani a girare con la macchina fotografica al collo. :lol:
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Re: Est Europa in moto (Moldavia, Transnistria, Ucraina,Polo

Messaggioda geom.Calboni » 26/01/2012, 14:46

Leia e Balza, senza offesa 8-) o critica ma...sento di fare 2 osservazioni:

- Il viaggio in moto, come quello in bici, a piedi, col carrettino :) non è nel mio stile. Lo dico sempre anche ad altre persone che conosco che fanno questo tipo di viaggi, magari non essendo un appassionato non ne capisco appieno le emozioni è ovvio ma a me il viaggio con questi mezzi mi da il senso più di un arrivare che di visitare. Prova ne è il vostro viaggio ma anche di altri di cui ho letto i racconti o ne ho sentito l'esperienza dalla viva voce. Il viaggio fatto così non permette di approfondire i luoghi (e forse anche le persone) perchè si arriva la sera e si riparte la mattina presto e soprattutto se c'è un minimo ritardo sui tempi di marcia sei costretto a tagliare delle mete.
Forse allora sarebbe meglio fare un giro più circoscritto, sostare di più nei posti ma senza perdere l'ebbrezza di viaggiare in moto, bicicletta, etc.
A parte che anche l'uso dei mezzi pubblici quali bus, treni, marshrutke ti consente di fare esperienze e di rapportarti e calarti di più nella realtà locale.
Questa non è una critica, sia chiaro ma solo una diversa posizione personale dettata anche dal fatto che non sono un appassionato motociclista ;)

- Mi sembra che durante il vostro viaggio vi siete un po lasciati condizionare in alcuni frangenti da presunte situazioni di pericolo che in realtà si sono dimostrate poi fasulle. Capisco il valore di motocicletta e macchina fotografica (solo un cazzone non prende mille accorgimenti) ma un po questa cosa mi è sembrato vi abbia condizionato data anche dal fatto che era per voi la prima volta nell'est "estremo" o comunque inusuale.

Sono opinioni personali ma mi sembrava corretto esprimervele. Non prendetela male :D anche perchè il viaggio è indubbio che è stato comunque da invidia :)
(anche se non appassionato di moto, l'avrei fatto anche io ;) )
"Stiamo attenti, siamo contenti, comportiamoci bene e mangiamo la semplicità".

Nella vita le cose serie, alla lunga, ti fregano. Gustiamoci le cose effimere che proprio in quanto tali non ti tradiscono mai.

Studio la Serbia, mi piace la Russia, frequento la Polonia.

"Ho avuto molti ospiti e di varie nazionalità ma solo quella sera tutto il il locale parlava italiano"
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Re: Est Europa in moto (Moldavia, Transnistria, Ucraina,Polo

Messaggioda Leia74 » 26/01/2012, 14:54

Domenica 14 agosto: L’viv (Ucraina) (0 km, 0 ore di guida)

Oggi non muoveremo la moto, tutto il giorno dedicato alla scoperta di L’viv a piedi. Per fortuna il tempo è tornato al bello! :D
Cercando di non svegliare Taras (ma senza riuscirci) usciamo verso le 9 e mezza e per prima cosa saliamo sulla collina dove si trova la chiesa di San Giorgio, vista di passaggio dalla strada ieri sera.
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Essendo domenica la chiesa è piena di fedeli per la messa e non possiamo entrare più di tanto, per cui dopo alcune foto dall’esterno andiamo verso il centro. Tappa colazione in un bar e poi decidiamo di salire prima di tutto sulla Collina del Castello (Zamok), anche perchè abbiamo capito che stamattina non è possibile visitare le numerose chiese del centro visto che ci sono le messe. Le stradine che ci portano verso la collina sono suggestive anche se avrebbero bisogno di restauri.
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Arrivati in cima, prima di salire alle rovine del castello facciamo una passeggiata rilassante in un bel parco boschivo e passiamo vicino all’altissima torre tv.
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Il castello in realtà non esiste più, c’è solo una specie di collinetta sulla collina, dove si può arrivare in cima con varie scale e da cui si gode un panorama a 360 gradi sulla città. Il centro storico però non si vede benissimo a causa degli alberi, mentre si notano molto i quartieri moderni periferici.
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Scesi dalla collina passiamo accanto ad una delle torri rimaste dalla cinta muraria, la Torre delle Polveri, e poi alla chiesa di San Michele dove anche qui non andiamo molto oltre il portone d’ingresso per via della folla di fedeli.
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Sembra proprio che la gente qui sia molto religiosa, e le messe sembrano anche molto lunghe. Sono solo le 11:30 ma ci fermiamo a prendere qualcosa in un caffè consigliato dalla guida, il Kabinet. Inizialmente ci sediamo fuori, ma non ci calcola nessuno. Un po’ seccati proviamo ad entrare e ci rendiamo conto che il bello di questo caffè è proprio all’interno: l’arredamento è composto da librerie a muro in legno scuro piene di libri, poltrone dall’aria antica e tavolini bassi, mentre i menu sono a forma di vecchio quotidiano. Davvero suggestivo!
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Dopo questa sosta passiamo sotto le mura medievali della città e arriviamo alla chiesa delle Bernardine, qui non riusciamo nemmeno ad affacciarci al portone perchè la folla straborda e anche il piazzale davanti la chiesa è pieno, c’è un altoparlante per seguire la messa anche da fuori!
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Passando da piazza Halytska con la sua statua del principe Danilo fondatore della città, entriamo nella zona pedonale e arriviamo alla piazza del Municipio, come sempre chiamata Rynek nelle città polacche. Prima di visitarla però torniamo alla Cattedrale Latina vista male ieri sera, sono già le 13 ma c’è ancora la messa, impossibile visitare per bene. Uffa!!!
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Per fortuna la vicina cappella Boyim è aperta: si tratta di un piccolo edificio estremamente decorato sia fuori che dentro, costruito come cappella privata di una ricca famiglia di mercanti ungheresi nel Seicento. Molto molto bella!!
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Torniamo sulla Piazza del Municipio, che come tutte le Rynek polacche ha il municipio al suo centro e quattro “strade” attorno ad esso che formano la piazza. Il Municipio è un edificio imponente dell’Ottocento, con delle fontane agli angoli e delle statue di leone a fare la guardia all’ingresso, niente di strano visto che il leone è il simbolo di L’viv. Anche gli edifici che contornano la piazza sono molto interessanti e scattiamo un sacco di foto.
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Siamo in una città dove i turisti non sono affatto una rarità, e ci sono parecchi artisti di strada e bancarelle. Ci dedichiamo ad un po’ di shopping di souvenir e poi cerchiamo un posto dove mangiare (sappiamo che è la zona più turistica della città, ma sono ormai le 14 e abbiamo fame!). Ci sentiamo già tornati in Europa occidentale!! Alla fine non mangiamo nemmeno malaccio, e senza spendere troppo.
Dopo pranzo finalmente riusciamo a visitare per bene alcune chiese, la Cattedrale Dominicana,
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la Chiesa della Dormizione
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e la Cattedrale Armena, quest’ultima in particolare mi piace parecchio.
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Accanto alla cattedrale Dominicana c’è anche un piccolo mercatino di libri e dischi usati, spillette e monete dell’epoca sovietica e cose simili, e passiamo un po’ di tempo qui a curiosare e scattare qualche foto. Un ritrovamento in particolare ci fa scoppiare a ridere: il mitico Toto nazionale in versione ucraina. :mrgreen:
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Continuiamo l’esplorazione del centro cercando i resti della Golden Rose Synagogue ma non troviamo nulla, poi torniamo alla chiesa delle Bernardine che non avevamo visto per niente e dove finalmente riusciamo ad entrare e vedere bene tutto.
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Sono già le 17 passate, siamo parecchio stanchi ma decidiamo di fare un ultimo sforzo e salire sulla torre del Municipio per vedere il panorama da lì. Per un pelo il custode non ci fa passare, sono le 17:30 e lui vuole che alle 18 (orario di chiusura) siano tutti fuori per cui non vuole far entrare più nessuno. Per fortuna lo convinciamo (assieme ad un altro gruppo di turisti) e ci facciamo i molti scalini per la cima della torre. Nonostante la fatica siamo molto contenti di averlo fatto perché da qui si vede molto meglio il centro rispetto al panorama da sopra la collina, siamo più bassi e più vicini. Scendiamo alle 18 in punto mentre c’è ancora gente che sale: allora cosa aveva da rompere 'sto custode??? Boh.
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Finalmente dichiariamo terminate le visite (ma quante chiese abbiamo visto oggi??) e ci dirigiamo verso la piazza lunga e stretta di ieri, Svobody Prospekt, dove vorremmo riposarci un po’ sulle panchine. Però dopo poco il nostro istinto fotografico prende il sopravvento e ci mettiamo a scattare foto “di strada” a coppie di innamorati e vecchi che giocano a carte, cercando di non farci notare per ottenere immagini spontanee.
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Tra le bancarelle riesco perfino a trovare la toppa-bandierina dell’Ucraina che fino ad oggi non avevo visto da nessuna parte, e sono molto soddisfatta! :mrgreen: :lol:
È ancora presto per cenare e andiamo a rilassarci un po’ da Mac Donalds sorseggiando qualcosa da bere, anche per capire cosa fare dopo: stare fuori per cena o andare a casa? Dopo mezzo litro di cola a testa ci rendiamo conto di non avere più fame (ehm... ) e quindi alle 19:30 decidiamo di tornare a casa passando però da un mini-market per comprare qualcosa in caso di attacco di fame stasera e per la colazione di domani.

A casa Taras non c’è, diciamo che stavolta con Couchsurfing non ci è andata benissimo nel senso che abbiamo trovato una persona che se n’è rimasta sulle sue e anche quando ci siamo visti non era particolarmente loquace, quindi non siamo riusciti ad interagire molto. Lui rientra dopo un po’ ma non passiamo del tempo assieme, noi ci prepariamo per la partenza di domani e navighiamo un po’. Verso le 23 quando stiamo per andare a dormire arriva però una sua amica polacca, di cui ci aveva avvisato e che dormirà in camera con lui. All’inizio vanno a parlare in cucina e noi possiamo dormire, poi però verso l’una tornano in camera di Taras (che è accanto alla nostra) e rimangono almeno 1 ora a chiacchierare, tenendo svegli anche noi. :evil:
Ultima modifica di Leia74 il 26/01/2012, 15:16, modificato 1 volta in totale.
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Re: Est Europa in moto (Moldavia, Transnistria, Ucraina,Polo

Messaggioda Leia74 » 26/01/2012, 15:15

geom.Calboni ha scritto:Leia e Balza, senza offesa 8-) o critica


Nessuna offesa, ci mancherebbe!! :D

Le tue osservazioni sono abbastanza esatte.
In moto quello che diventa un po' piu' importante non e' approfondire una localita', ma la strada, l'andare. Bada bene, non l'arrivare come dici tu, proprio l'andare. Il viaggio e' la strada e non i luoghi dove ti fermi. Non e' meglio o peggio, e' solo diverso.
Questo per i motociclisti duri e puri, noi siamo una via di mezzo e cerchiamo anche di approfondire un po' i posti. Tanto e' vero che sia in questo viaggio che in Scozia abbiamo coscientemente deciso di dedicare pochissimo tempo alle citta' grandi, ad esempio Edimburgo o Cracovia, che meriterebbero di essere approfondite. Abbiamo in programma di visitare bene queste citta' in un futuro viaggio senza moto, con un bel voletto. :-) Fintanto che viaggiamo in moto ne approfittiamo per utilizzarla e raggiungere localita' piu' distanti, mal servite dai mezzi, per passare in zone incontaminate etc. Ti pare che uno fa 3000 km e ci mette 3 giorni per arrivare in Inghilterra e poi lascia la moto ferma 4 giorni per visitare Londra? Sarebbe assurdo.. Tu dici di fare un giro piu' circoscritto e approfondire, ma allora non ci vai in moto. :D Sul fatto di tagliare le mete, succede anche se giri con i mezzi pubblici no??? Noi saremmo dell'idea di vedere tutto il possibile, e approfondire una zona piuttosto di saltellare da un'area all'altra. Ma se il tempo e' limitato tocca fare delle scelte, vedi la decisione di non andare a Chernivtsi. Non ci siamo andati NON perche' eravamo in moto MA perche' ci e' voluto piu' tempo del previsto a visitare i luoghi precedenti.

Comunque secondo me nella maggioranza dei casi le localita' che abbiamo toccato non meritavano, dal punto di vista della pura VISITA turistica, piu' tempo di quello che gli abbiamo dedicato. Voglio dire, al monastero di Orheiul Vechi non sarei rimasta di piu' anche se fossi andata con i mezzi (o forse si', ma solo perche' non ci sarebbe stato un bus ogni ora temo :lol: ). Oppure a Pochaiv, dopo aver visto il monastero cos'altro c'era da fare? Moto, bus o carretto, ci sarei rimasta sempre comunque solo mezza giornata. Poi se mi parli di citta' grandi appunto ti do' ragione, ma lo sappiamo anche noi. Infatti sulla strada per la Scozia Marco non ha visitato Londra, ha visto Cambridge e Canterbury.
E comunque in questo viaggio ci siamo fermati a L'viv 2 notti e l'abbiamo visitata per bene. Certo non abbiamo approfondito le zone periferiche, non siamo entrati piu' di tanto in contatto con le persone (colpa anche del nostro host CS che non era molto "vitale" diciamo... :roll: ), non abbiamo nemmeno mangiato fuori la sera (e questo mi dispiace) ma come visite mi sembra siamo riusciti a vedere bene il centro storico. Anzi pure troppo, troppe chiese, alla fine avevo la nausea!! :lol: E a L'viv ci si puo' sempre tornare un weekend con un volo, mentre a Kamyanets e' un po' piu' difficile :D
Se stavi pensando a posti come Cluj o Iasi dove siamo effettivamente arrivati la sera e ripartiti al mattino, beh non erano quelle le citta' che volevamo visitare. E' stato come aver attraversato Slovenia, Ungheria e Romania in treno, diciamo senza scendere mai. Con la differenza che in treno non avremmo fatto la sosta al Lago Balaton, al Lacu Rosu e alle gole di Bicaz. Magari avremmo conosciuto qualcuno di interessante invece. Infatti sono perfettamente d'accordo che viaggiare con i mezzi pubblici ti permette di entrare in contatto con la realta' locale, io che l'ho sperimentato ne sento un po' la nostalgia, e l'ho anche detto a Marco. Forse prima o poi lo faremo... :)

Sul fattore lasciarsi condizionare da presunte situazioni di pericolo, in effetti e' successo solo una volta a Soroca. A Tiraspol non ci siamo sentiti in pericolo ma era oggettivo che la moto li' era senza copertura assicurativa e la cosa non ci lasciava tranquilli. Ti faccio presente anche che prima di partire sia qui che su altri forum di turismo motociclistico ci e' stato detto che eravamo dei matti ad andare in quelle zone con la nostra moto e le macchine reflex digitali da 1000 euro l'una. Non ci siamo fatti condizionare troppo, direi ;)
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Re: Est Europa in moto (Moldavia, Transnistria, Ucraina,Polo

Messaggioda balza » 27/01/2012, 0:25

geom.Calboni ha scritto:Leia e Balza, senza offesa 8-) o critica ma...sento di fare 2 osservazioni:

Ben vengano le osservazioni, anche se come leggerai nelle risposte non mi trovi molto d'accordo... ;)

geom.Calboni ha scritto:- Il viaggio in moto, come quello in bici, a piedi, col carrettino :) non è nel mio stile. Lo dico sempre anche ad altre persone che conosco che fanno questo tipo di viaggi, magari non essendo un appassionato non ne capisco appieno le emozioni è ovvio ma a me il viaggio con questi mezzi mi da il senso più di un arrivare che di visitare. Prova ne è il vostro viaggio ma anche di altri di cui ho letto i racconti o ne ho sentito l'esperienza dalla viva voce. Il viaggio fatto così non permette di approfondire i luoghi (e forse anche le persone) perchè si arriva la sera e si riparte la mattina presto e soprattutto se c'è un minimo ritardo sui tempi di marcia sei costretto a tagliare delle mete.
Forse allora sarebbe meglio fare un giro più circoscritto, sostare di più nei posti ma senza perdere l'ebbrezza di viaggiare in moto, bicicletta, etc.
A parte che anche l'uso dei mezzi pubblici quali bus, treni, marshrutke ti consente di fare esperienze e di rapportarti e calarti di più nella realtà locale.
Questa non è una critica, sia chiaro ma solo una diversa posizione personale dettata anche dal fatto che non sono un appassionato motociclista ;)

Beh... forse sarà perché sono un motociclista ma... non mi trovi d'accordo su quanto hai scritto. ;)
Qualunque modo in cui si decida viaggiare inevitabilmente porta a dei compromessi, soprattutto se alle modalità in cui si viaggia si unisce la più grossa delle restrizioni, quella di avere il tempo per forza di cose limitato.

I giorni in tutto erano 17, in cui includere tutti i trasferimenti. Si potevano riempire in tanti modi, ma qualunque modo avessimo scelto avrebbe portato a compromessi.
Potevamo fare un viaggio "stanziale"... prendere un volo per Chisinau, vivere per 4 o 5 giorni la città e aggiungere un paio di giorni da fare in Transnistria prendendo una marshrutka per arrivarci. Poi magari trasfermento - scegli tu il modo - per andare a L'viv e farsi un'altra settimana lì. Bene, ok, sicuramente l'atmosfera di Chisinau e di L'viv l'avremmo vissuta molto di più, chiaro... avremmo potuto vivere di più anche le persone cercando qualcuno su couch surfing che ci ospitasse per diverse sere. Ma... questo vuol dire necessariamente entrare meglio nelle realtà locali? Per me no, perché comunque anche così sarebbe una conoscenza molto parziale. In questo modo le campagne moldave le avremmo viste? No, o al limite attraverso un finestrino di un pulman durante un trasferimento, senza la possibilità di potersi fermare a fare una foto o a chiedere una informazione ad una signora sdentata con la quale intendersi a gesti per capire come si arriva ad un monastero sperduto nelle campagne: anche quello per me è entrare in contatto con le realtà locali.

E ancora... abbiamo fatto parecchi km in quelle che erano le mete principali del viaggio (Moldavia, Ucraina e Polonia del sud), e non li abbiamo fatto solo "per arrivare dal posto A al posto B". Se voglio andare dal posto A al posto B prendo un pullman, non ci vado con un mezzo mio: andarci con un mezzo proprio vuol dire pianificare le strade da fare, i paesi da attraversare, studiare bene - prima di partire - la geografia del posto, raccogliere informazioni sia prima che durante, apprezzare il graduale passaggio dalle campagne alle città, o le differenze che ci sono mano a mano che ci si avvicina al confine di una nazione per poi passare una frontiera. E fare tutto questo con una moto, rispetto ad un'auto, permette di vivere maggiormente degli aspetti come il sentire i profumi dei vari posti (dall'odore della resina degli alberi quando si passa in un bosco all'odore di concime quando si attraversano le campagne alla puzza delle zone industriali... può sembrare scemo ma gli odori che si infilano nel caso sono una cosa che più adoro del viaggiare in moto, cosa che in macchina è completamente assente), di vivere sulla propria pelle la variazione della temperatura quando si sale di altitudine o quando cala la temperatura al calar della sera o ancora quando si attraversano all'ora di pranzo luoghi molto caldi, o ancora vivere il cambiamento del tempo meteorologico, il bel tempo, la pioggia, la nebbia (e anche qui può sembrare scemo... piove e sei contento? per certi aspetti sì, in moto questi cambiamenti li vivi molto di più). Un giornata in cui si passano 8 ore seduti sulla sella di una moto non necessariamente è una giornata di puro trasferimento, una giornata in cui non si è vissuta la realtà locale o ancora una giornata in cui si è solo voluto arrivare e non visitare, tanto che a volte facciamo magari 8 o 10 ore di moto partendo e arrivando nello stesso posto...
Mi viene in mente Pirsig:
"Se fai le vacanze in motocicletta le cose assumono un aspetto completamente diverso. In macchina sei sempre in un abitacolo; ci sei abituato e non ti rendi conto che tutto quello che vedi da quel finestrino non è che una dose supplementare di TV. Sei un osservatore passivo e il paesaggio ti scorre accanto noiosissimo dentro una cornice. In moto la cornice non c'è più. Hai un contatto completo con ogni cosa. Non sei uno spettatore, sei nella scena, e la sensazione di presenza è travolgente. È incredibile quel cemento che sibila a dieci centimetri dal tuo piede, lo stesso su cui cammini, ed è proprio lì, così sfuocato eppure così vicino che col piede puoi toccarlo quando vuoi – un'esperienza che non si allontana mai dalla coscienza immediata."

Un'ultima cosa poi sul "arrivi la sera e riparti la mattina"... non è stato così... ;) lo è stato solo per le prime 48 ore per un semplice motivo: il focus del viaggio non erano Ungheria e Romania, quelle erano solo delle strade che necessariamente dovevamo percorrere per arrivare (e per tornare) dai posti che volevamo vivere (come detto prima Moldavia, Ucraina e Polonia del sud). Anche qui ... uno sforzo iniziale come compromesso per poi poter vivere due settimane in un determinato modo... ;)

In definitiva... a mio avviso non sono i mezzi a castrare un certo modo di viaggiare, i mezzi semplicemente regolano i compromessi a cui si è costretti a scendere. Quello che realmente conta è lo stato d'animo con cui si parte: se lo stato d'animo è quello di cercare di vivere le realtà in un determinato modo, usare una moto o una marshrutka diventa principalmente un modo di organizzare un viaggio e una questione di gusti... ;)

geom.Calboni ha scritto:- Mi sembra che durante il vostro viaggio vi siete un po lasciati condizionare in alcuni frangenti da presunte situazioni di pericolo che in realtà si sono dimostrate poi fasulle. Capisco il valore di motocicletta e macchina fotografica (solo un cazzone non prende mille accorgimenti) ma un po questa cosa mi è sembrato vi abbia condizionato data anche dal fatto che era per voi la prima volta nell'est "estremo" o comunque inusuale.

Nì! :) In parte è vero... rispetto a Scozia, Francia o Germania chiaramente eravamo molto più preoccupati in questo viaggio, però ci sono da fare due considerazioni... La prima è che alcune precauzioni non erano legate solamente a questioni collegate alla sicurezza intesa come "non tornare a casa in mutande dopo che ci hanno ripulito di tutto" quanto alla sicurezza intesa come "evitiamo di farci male o di infilarci in situazioni piuttosto critiche". In questo senso considera che tra il peso della moto, quello dei bagagli e quello mio e di Sabrina, quando guidavo dovevo gestire e tenere in equilibrio più di 400kg: non è una cosa banale su strade con l'asfalto ottimo, ti lascio immaginare cosa voglia dire farlo quando all'improvviso ti puoi ritrovare (come ci è successo) ad affondare in uno strato di sabbia o a percorrere strade completamente divelte con buche grosse quanto la moto stessa, mentre contrappassi dei camion... Considera anche che, al di là di eventuali danni fisici, c'era il forte rischio di danneggiare la moto: con quelle strade rompere un cerchio non è una eventualità così impossibile e anche una semplice foratura (cosa all'ordine del giorno, basta vedere il numero di gommisti che sono praticamente più frequenti degli alimentari...) può diventare un problema grosso, ma grosso. Un gommista da auto non necessariamente è in grado di intervenire su una moto e soprattutto le gomme da moto - tolte le grandi città - sono una cosa pressoché sconosciuta (e non posso certo montare sulla moto la gomma di un auto... in quei casi ci si dovrebbe arrangiare artigianalmente con camere d'aria o soluzioni simili).
Insomma... la paura non era tanto quella di venire rapinati, quando di infilarci in situazioni di difficile gestione per altre cause: danneggiare la moto non era assolutamente un rischio "fasullo" ma assolutamente concreto, bastava distrarsi un attimo, una buca non vista, un cerchio rotto e i giochi sono fatti...

Seconda osservazione: è vero che abbiamo prestato grandissima attenzione e prudenza, ma di una cosa sono (siamo) contenti... nonostante tutto, queste precauzioni non ci hanno impedito assolutamente nulla. In molti ci hanno dato dei pazzi (se vai a rileggere il topic che avevamo aperto a suo tempo per chiedere informazioni, vedrai che ci hanno dato dei pazzi anche su questo forum ;) ), in molti ci hanno detto non andate in Transnistria con un vostro mezzo, non andateci con la reflex, non passate per l'Ucraina perché i poliziotti vi massacreranno a forza di multe ecc. ecc.... Alla fine abbiamo fatto tutto questo, stringendo un po' le chiappe ogni tanto :mrgreen: ma l'abbiamo fatto. ;) Magari la prossima volta sarò/saremo più tranquilli ma un po' di apprensione tutto sommato aiuta a ricordare meglio le esperienze (e comunque la prima volta che sono andato all'estero in moto - in Germania - avevo la stessa paura di questo viaggio... :mrgreen: ).

geom.Calboni ha scritto:Sono opinioni personali ma mi sembrava corretto esprimervele. Non prendetela male :D anche perchè il viaggio è indubbio che è stato comunque da invidia :)
(anche se non appassionato di moto, l'avrei fatto anche io ;) )

No problem! ;) Anzi, spero che anche la mia risposta si presa come opinioni personali e voglia di confrontarsi... ;)
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Re: Est Europa in moto (Moldavia, Transnistria, Ucraina,Polo

Messaggioda geom.Calboni » 27/01/2012, 1:39

balza ha scritto: spero che anche la mia risposta si presa come opinioni personali e voglia di confrontarsi... ;)

Assolutamente, come trovo sensata anche la risposta di Leia. Trovo le vostre argomentazioni ben motivate e molto valide. Mi avete aiutato a capire le vostre motivazioni ed emozioni che magari su alcuni punti (non tutti ;) ) sono differenti dalle mie non essendo oltretutto un motociclista.
In realtà forse mi sono espresso verso di voi anche avendo in mente i motociclisti presenti alle varie edizioni di Immagimondo. Viaggi clamorosi da ovest ad est ma alla fine (pur vantandosi essendo spocchiosi alcuni) parlandoci avevano visto poco o nulla. Di certo facevano scena ma trovo quelle più delle imprese da guinness quasi che un viaggio. Era a ciò che mi riferivo quando ho usato il verbo "arrivare". Ma voi mi avete fatto capire il vostro senso di "andare" ;)
Veniamo da due "scuole di pensiero" :) diverso ma in fondo arriviamo tutti alle stesse emozioni. Ma questo già lo sapevo conoscendo da tempo Leia (Balza lo conosco da meno :) ) come una delle pochissime ragazze in Italia con questo spirito e con questa passione.


Il Kabynet, il locale di L'viv ci andai anche io, davvero particolare.
Il mercato dell'antiquariato c'era anche quello e c'erano anche allora le copie della gazeta lwowska in vendita. Magari sono le stesse invendute da allora :D
Il disco di Toto Cutugno l'avrei acquistato al volo senza neanche pensarci ;) che poi a guardare la foto della copertina era davvero giovane forse addirittura agli albori della sua carriera :?:
"Stiamo attenti, siamo contenti, comportiamoci bene e mangiamo la semplicità".

Nella vita le cose serie, alla lunga, ti fregano. Gustiamoci le cose effimere che proprio in quanto tali non ti tradiscono mai.

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Re: Est Europa in moto (Moldavia, Transnistria, Ucraina,Polo

Messaggioda Leia74 » 27/01/2012, 11:16

geom.Calboni ha scritto:In realtà forse mi sono espresso verso di voi anche avendo in mente i motociclisti presenti alle varie edizioni di Immagimondo. Viaggi clamorosi da ovest ad est ma alla fine (pur vantandosi essendo spocchiosi alcuni) parlandoci avevano visto poco o nulla. Di certo facevano scena ma trovo quelle più delle imprese da guinness quasi che un viaggio. Era a ciò che mi riferivo quando ho usato il verbo "arrivare". Ma voi mi avete fatto capire il vostro senso di "andare" ;)


Conosciamo anche noi alcune persone che fanno quello che dici tu. E' un modo di viaggiare che rispettiamo ma non condividiamo per niente (almeno io, non voglio parlare per Marco) neanche noi che siamo comunque motociclisti. :)

Veniamo da due "scuole di pensiero" :) diverso ma in fondo arriviamo tutti alle stesse emozioni. Ma questo già lo sapevo conoscendo da tempo Leia (Balza lo conosco da meno :) ) come una delle pochissime ragazze in Italia con questo spirito e con questa passione.


Beh dai ora non esagerare, credo ce ne siano altre come me... devo ammettere che siamo una minoranza e' vero :lol: ma ti assicuro che anche come ragazzi non ce ne sono tanti in Italia e mi reputo estremamente fortunata di averne incontrato uno e che tra noi sia scattato qualcosa... :D

Il disco di Toto Cutugno l'avrei acquistato al volo senza neanche pensarci ;) che poi a guardare la foto della copertina era davvero giovane forse addirittura agli albori della sua carriera :?:

Si in effetti sembra molto giovane. Ma di comprarlo non mi sarebbe mai venuto in mente! Non ho un interesse COSI' forte per le culture dell'Est e nemmeno per il mitico Toto :lol: :lol:
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Re: Est Europa in moto (Moldavia, Transnistria, Ucraina,Polo

Messaggioda Leia74 » 27/01/2012, 14:57

Lunedì 15 agosto: L’viv (Ucraina) - Łancut (Polonia) (152 km, 3 ore di guida)

Oggi si torna nell’Unione Europea. Siamo un po’ preoccupati perché ci hanno detto in molti che la frontiera tra Ucraina e Polonia è sempre affollata e si fanno code di 3 ore in media, perché ci sono molti camion e comunque l’ingresso nello spazio Schengen viene controllato con attenzione. Non abbiamo paura dei controlli ma semplicemente di metterci una vita a passare. Abbiamo valutato da quale valico transitare, ce ne sono almeno 3 di papabili da qui: alla fine decidiamo di passare da quello più diretto vicino Krakovets, ma in realtà non abbiamo la minima idea se stiamo facendo la scelta giusta.

Insomma salutato Taras alle 9.30 partiamo da L’viv completamente incerti sull’andamento della giornata, e non abbiamo nemmeno prenotato nulla per stasera. Idealmente vorremmo fermarci vicino Rzeszow ma vedremo dove riusciamo ad arrivare.
L’asfalto è abbastanza buono, ma ci sono svariati tratti di lavori in corso che ci rallentano un po’: per fare 70 km ci mettiamo 1 ora e mezza. Alla frontiera però ci sembra incredibile, non ci sono camion!! Ci viene il dubbio che sia perché oggi è Ferragosto e magari non possono circolare, ma tuttora non lo sappiamo. Qualunque sia la ragione ne siamo ben contenti! Siamo solo terzi in coda dopo due macchine, e ci mettiamo circa 40 minuti per passare tutti i vari controlli. Nessun controllo ai bagagli, una doganiera ucraina è abbastanza acida ma un’altra che controlla i passaporti è incredibilmente simpatica: prima di tutto vedendo che siamo italiani si stupisce che siamo arrivati in moto fino là, ci chiede che giro abbiamo fatto, ci racconta di aver visitato un po’ l’Italia, poi per metterci i timbri di uscita sfoglia i nostri passaporti e vede il timbro (non ufficiale ovviamente) della nave da crociera Vavilov con cui siamo stati in Antartide. Ci chiede incuriosita che timbro sia, e alla nostra risposta strabuzza gli occhi: Antartide???? :shock: Eh sì, rispondiamo noi, in viaggio di nozze. In viaggio di nozze???? :shock: :shock: :shock: Voi siete matti!! Eh eh beh direi di sì... :mrgreen: Proprio simpatica la tipa, e parlava anche un ottimo inglese. I doganieri polacchi sono rapidi e prima di mezzogiorno siamo in Polonia, che però è un’ora indietro (come l’Italia) e quindi qui sono le 11. Wow abbiamo ancora tutta la giornata a disposizione!! Fantastico!! :D

Lasciandoci alle spalle l’Ucraina non possiamo fare a meno di tirare un bilancio di questo paese. Intanto, per fortuna non abbiamo avuto nessun problema con la polizia locale, grazie anche al fatto che Marco ha sempre guidato ultra-correttamente. Le strade sono state un po’ problematiche, forse un po’ meno che in Moldavia ma comunque i nostri pezzi di sterrato e di buche ce li siamo fatti. Anche se problemi grossi non li abbiamo avuti, comunque entrare in Polonia ci fa tirare un sospiro di sollievo.
L’Ucraina, o meglio questo piccolo pezzo di Ucraina che abbiamo visto, ci è piaciuta. Le campagne sono simili a quelle della Moldavia e non offrono spettacoli naturali imperdibili, ma ci sono svariate cittadine interessanti da visitare che sembrano anche un minimo attrezzate per il turismo. Forse per ora sono soprattutto turisti interni o dalla Russia, ma come dicevo già parlando di Kamyanets, se si pubblicizzassero meglio sicuramente potrebbero attrarre anche turisti occidentali (e qui di nuovo lo so che a voi non piace l'idea ;) ). Mano a mano che ci siamo spostati verso occidente abbiamo notato una maggior ricchezza e anche una maggiore organizzazione, culminata a L’viv che davvero fa sentire quasi già in “Europa” come la intendiamo comunemente noi. Mentre in Moldavia i turisti erano praticamente zero, a Kamyanets e Pochaiv ce n’era più di qualcuno anche se erano soprattutto ucraini, e a L’viv abbiamo visto tantissimi turisti da mezza Europa: poteva tranquillamente (o quasi) essere Cracovia, Praga o Budapest sia come atmosfera centro-europea della città sia come organizzazione “per turisti”. Ovviamente questa cosa non sempre è un punto positivo ma indubbiamente dopo svariati giorni di visite in posti semi-sconosciuti essere in un luogo dove una macchina fotografica al collo non veniva visto come una stranezza ci ha fatto piacere.

Nonostante L’viv fosse molto più simile all’occidente rispetto alle altre città ucraine, una volta entrati in Polonia abbiamo avvertito nettissimo il cambiamento: ci siamo sentiti praticamente già “a casa”. Non è stata solo una cosa psicologica data dal sapere di essere in EU. Le case e le strade erano messe mille volte meglio che in Ucraina, si poteva quasi pensare di essere in Germania.
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Ma torniamo alla cronaca della giornata: dopo un attimo di esultanza per aver terminato con successo anche la parte ucraina del viaggio e per aver passato rapidamente anche l’ultima frontiera prevista, proseguiamo verso ovest in direzione di Rzeszow. Pochi km dopo il confine, a sinistra vedo una strada laterale con un cartello che indica dopo 2 km la chiesa di legno di Chotyniec, uno dei tanti luoghi che mi ero segnata e tenuta a mente in caso fossimo da quelle parti e avessimo tempo. Visto che tempo ce n’è, facciamo questa piccola deviazione: peccato che arrivati al paese non vediamo nessuna chiesa di legno. Proseguendo oltre il paese finiamo su una strada sterrata, ancora!!! Speravamo di aver finito con gli sterrati una volta in Polonia... Torniamo indietro e anche chiedendo a gente del posto non riusciamo a trovare la chiesa, per cui rinunciamo, rientriamo sulla statale e proseguiamo. Peccato.

Verso le 12:40 arriviamo a Łancut, cittadina dove vorremmo vedere un “castello” che in realtà è un palazzo. Notare che il nome della città si legge più o meno Uantsut, il polacco è veramente ostico! Però prima di tutto ci fermiamo a pranzare in un motel appena prima dell’ingresso in città, e mentre mangiamo decidiamo di prendere una stanza qui per stasera e domani sera. Non è un posto fantastico ma ci viene comodo, in fondo mancano solo 20 km a Rzeszow e possiamo fare base anche qui, senza perdere altro tempo in cerca di alloggio. Degli amici polacchi originari di questa zona ma residenti a Roma da anni ci avevano detto che praticamente ovunque si trovano camere in affitto a prezzi bassi lungo la strada, ma noi ormai siamo in questo motel e va bene così.

Tra pranzo e sistemazione in camera si fanno le 2 passate, torniamo in sella e raggiungiamo il centro di Łancut e l’ingresso del parco dove c’è il palazzo che vogliamo visitare. Tra prelevare la valuta locale e fare la fila alla biglietteria (che si trova dal lato opposto del parco rispetto dove siamo entrati e non è vicinissima all’ingresso del palazzo) arriviamo a entrare appena prima delle 15, orario in cui chiudono gli ingressi. Lo sapevamo per fortuna, se no magari avremmo fatto le cose con più calma e avremmo fatto tardi. Si nota che siamo tornati in Unione Europea anche dal prezzo dei biglietti, l'equivalente in zloty di 7 euro a testa.
Il castello di Łancut è una bella residenza nobiliare costruita da architetti italiani nel Seicento e poi rimaneggiata, e grazie all’audioguida (c'e' anche in italiano :o ) che decidiamo di affittare veniamo a sapere tutto sulla sua storia e sulle due famiglie che ne furono proprietarie, prima i Lubomirski e poi i Potocki (si legge Pototski).
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Arredi e decorazioni vanno dal rococò al neoclassico, peccato che non possiamo scattare foto all’interno. Ne metto alcune che ho trovato su internet, la prima è del salone ora adibito a sala da concerti.
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Il giro è abbastanza lungo e alle 16 quando il palazzo chiude e dobbiamo uscire siamo arrivati a pelo all’ultima sala. Siamo molto contenti per essere riusciti a vederlo, non pensavamo di farcela ma la velocità con cui abbiamo passato la frontiera ci ha regalato questa visita inaspettata.

Una volta fuori, facciamo un giro per il parco che circonda il palazzo, con altri edifici e una fontana.
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Vorremmo sederci a riposare un po’, ma le panchine sono tutte occupate, allora ci accomodiamo nell’erba sotto ad un albero ma siamo costretti a scappare dopo due minuti per colpa dello sciame di zanzare che ci assale (soprattutto Marco)!
Usciamo dal parco e facciamo una brevissima passeggiata nel piccolo centro del paese: vediamo da fuori la sinagoga che però è chiusa, metto qui alcune foto prese su internet, una dell'esterno che abbiamo visto ma non fotografato (come potete vedere era abbastanza insignificante) e tre dell'interno che invece sarebbe stato interessante. :(
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Poi ci sediamo ai tavoli all’aperto di un bar e ci rilassiamo. Grazie al wi-fi del bar prenotiamo anche la notte a Bratislava, e con questa abbiamo da dormire per tutte le notti rimanenti del viaggio.
Alle 19 torniamo in hotel, e siamo così stanchi che decidiamo di non scendere più per cena, ci mangiamo due crackers e biscotti e alle 22 stiamo già dormendo! :lol:
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Messaggioda Leia74 » 30/01/2012, 23:51

Martedì 16 agosto: Łancut – giro delle chiese di legno – Rzeszow – Łancut (Polonia) (315 km, 5:45 ore di guida)

A detta dei nostri amici polacchi, questa zona dev’essere molto bella da girare in moto. Prima di partire ci avevano consigliato di andare nell’angolino più a sud-est del paese, dove la Polonia si incunea tra Slovacchia e Ucraina, tra le montagne dei Carpazi. Però noi abbiamo solo la giornata di oggi a disposizione per quest’area, e vogliamo vedere prima di tutto una serie di chiesette di legno sparse per la regione. Ce ne sono tantissime, fondamentalmente di due tipi, le cattoliche e le uniati. La chiesa uniate è una specie di chiesa ortodossa “rientrata” nel cattolicesimo a fine Cinquecento, che riconosce il Papa ma mantiene liturgia e tradizioni bizantine. In questa zona vivevano alcune popolazioni che praticavano questa religione, al giorno d’oggi sono scomparse (o meglio, deportate dai polacchi durante la seconda guerra mondiale) ma rimangono le loro chiese.
Per decidere quali chiese vedere ci siamo affidati alla lista dell’Unesco, che ne tutela sei sotto la dicitura “Chiese di legno della Małopolska del sud” (Małopolska è il nome di questa regione, Piccola Polonia). Peccato che tutte sei siano cattoliche, quindi niente uniati. Di queste sei, quattro sono abbastanza vicine da essere visitate tutte oggi. Abbiamo quindi ideato un itinerario ad anello per vederle e poi passare anche da Rzeszow che sembra un centro interessante.

Peccato che quando ci svegliamo ci rendiamo conto che piove! Facciamo colazione e ci prepariamo con calma, ma alle 9 e mezza quando siamo pronti continua ancora a piovere. Aspettiamo ancora un po’, ma non ci va di restare in camera tutto il giorno per cui anche se non ha smesso di piovere alle 10:30 si va, tute antipioggia e via! Il primo paese dove vogliamo arrivare è Blizne, a circa 60 km. Sono stradine minori in mezzo alle colline, e quando la pioggia dopo poco si calma, il paesaggio si rivela molto molto bello. Inizialmente ci sono nuvole basse e nebbiolina che rendono tutto molto ovattato e romantico, poi esce anche il sole! Passiamo lungo strade provinciali deliziose per paesini altrettanto carini, curati e ordinati, con molte case di legno che mi piacciono tantissimo,
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e verso le 12 siamo a Blizne.
La chiesetta è molto bella, la visitiamo con calma anche se all’interno non si può entrare: per fortuna c’è una porticina aperta di lato che, nonostante sia sbarrata da una specie di inferriata, permette di vedere bene dentro. L’interno è la parte più bella, con tutti gli affreschi del Cinquecento.
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Quando torniamo al parcheggio per riprendere la moto, un poliziotto curioso cerca di attaccare bottone chiedendo che moto è, da dove veniamo e come mai stiamo girando quella zona. Ci suggerisce di andare a vedere un’altra chiesa di legno che dice essere molto bella. Non è tra quelle dell’Unesco ma me l’ero comunque segnata anche io sulla guida, quindi decidiamo di seguire il suo consiglio. Il suo inglese è veramente minimo ma riusciamo a farci spiegare a gesti la strada da fare. La nostra prossima destinazione diventa quindi il paesino di Ulucz, con una piccola deviazione dal percorso previsto. Per strada vediamo anche un paesino con due chiese interessanti, una di legno e l'altra no. Quando mancano pochi km, forse meno di 10, la strada su cui stiamo viaggiando passa vicino ad un laghetto e termina sulla riva di un piccolo fiume, il San, per ricominciare dall’altro lato... ma non c’è ponte! C’è invece una specie di traghetto, trainato da un cavo elettrico e azionato ovviamente da un addetto che la fa partire quando c’è gente. Saliamo su questa chiatta e in 2 minuti siamo di là, che esperienza carina!
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Peccato che dopo pochissimo la strada diventi sterrata e, vista la pioggia appena caduta, è un mare di fango. Ci dispiace rinunciare ma mancano circa 8 km al paesino e non si poteva proprio proseguire.
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Torniamo indietro (dopo una sosta per levarci la tuta antipioggia visto che ormai c'era il sole) e il tizio della chiatta ci riporta di là senza fare domande, anche se suppongo gli saremo sembrati ben strani a tornare subito. Appena al di là del fiume ci fermiamo a pranzare rapidamente in un bar lì accanto, sono già le 14! Questa “piccola deviazione” ci è costata almeno un’oretta, ma devo ammettere che valeva la pena anche solo per la chiatta!

Alle 14:30 ci rimettiamo in marcia verso Haczow, dove si trova la seconda chiesa della lista Unesco che avevamo in programma di vedere. Sono altri 50 km e ci vuole un’oretta ad arrivarci, sempre attraversando dei bei paesaggi collinari e paesini che ci fanno apprezzare tantissimo la zona. Tra l’altro anche le strade sono in ottime condizioni in tutta la regione! Questa chiesa a differenza della precedente è aperta e si può visitare per bene all’interno, anche se gli affreschi mi sono piaciuti meno della prima. Comunque sono sempre dei capolavori di maestria per come sono costruite tutte solo in legno!
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A questo punto sono già le 16 e ci rimangono due chiese, il giro prevedeva prima Sekowa e poi Binarowa ma decidiamo di invertirle perché la seconda sembra più interessante della prima e non vorremmo che chiudesse. Fino a Binarowa sono altri 60 km, arriviamo dopo le 17. Il recinto della chiesa è aperto ma la chiesa stessa ha una porta con inferriata chiusa come la prima vista stamattina. Per fortuna è comunque possibile vedere bene dentro e scattare delle foto, anche qui l’interno è la parte più bella e mi piace parecchio.
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Ormai è abbastanza tardi e decidiamo di lasciar stare la chiesa di Sekowa che ci porterebbe più lontano dall’albergo e dalla strada del ritorno, e poi dopo tre chiese molto simili possiamo anche saltare la quarta. Facciamo però una piccola sosta nel paese di Biecz, vicinissimo a Binarowa, per dare un’occhiata. Non so bene cosa sia ma mi attirano le due forme del campanile e della torre del municipio che svettano dal paesino in cima ad una collina. Più tardi leggendo la guida scopro che anche se piccolo, questo paese vanta una lunga storia e viene chiamato “la perla dei Carpazi”. Le mura e molti edifici medievali sono rimasti intatti, peccato che noi abbiamo davvero solo 5 minuti e in quel momento non sappiamo nulla di questo posto, per cui non scendiamo quasi dalla moto: scattiamo due foto sulla piazza con il municipio
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e poi facciamo un giretto fino alla grande chiesa del Corpus Christi.
Se dovessimo un giorno tornare da queste parti voglio visitare questo paesino per bene!
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Verso le 18 si riparte in direzione di Rzeszow (qui la lingua polacca da' il suo meglio, qualcuno mi deve spiegare chi si e' inventato la traslitterazione dei suoni, la pronuncia del nome di questa città suona più o meno come “jeshov” con la j letta alla francese) dove arriviamo in un’oretta e mezza circa. Per fortuna in tutta la giornata non abbiamo trovato molto traffico, anche perché abbiamo fatto sempre strade “minori”, vedendo sempre bei paesaggi e costruzioni.
A Rzeszow facciamo un po’ di fatica a trovare il centro ma un connubio di GPS e cartina della Lonely Planet ci salva. Parcheggiamo a ridosso della piazza principale (Rynek ovviamente ) e ci avviamo a piedi. Questa ampia piazza è circondata su tre lati da edifici bassi ognuno dei quali al piano terra ha un ristorante o un pub o simili. Al centro della piazza c’è una statua e sul quarto lato il Municipio. Anche se sta facendo sera c’è ancora un po’ di luce e noi ci divertiamo a scattare foto, anche ai giovani del posto che sembrano essersi ritrovati tutti qui.
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Rzeszow non è una città piena di attrattive ma devo dire che la piazza principale merita una sosta. Forse ci sarebbe qualcos’altro da visitare ma noi non ne abbiamo avuto il tempo.
Quando ormai è quasi buio ci sediamo ai tavolini di un ristorante sulla piazza e ceniamo con i tipici pierogi. Dopo cena qualche altra foto con le luci della piazza
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e poi si torna in albergo a Lancut, a pochi km da qui, dove arriviamo verso le 22. Anche oggi è stata una giornata faticosa ma ci è piaciuta molto, la pioggia ci ha graziato quasi subito e la zona è davvero bella. Purtroppo ne abbiamo avuto solo un assaggio, prima o poi dobbiamo assolutamente tornare, magari assieme ai nostri amici polacchi, ed esplorare bene queste colline e le montagne più a sud-est!
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Re: Est Europa in moto (Moldavia, Transnistria, Ucraina,Polo

Messaggioda geom.Calboni » 31/01/2012, 12:18

Leia74 ha scritto: Abbiamo valutato da quale valico transitare, ce ne sono almeno 3 di papabili da qui: alla fine decidiamo di passare da quello più diretto vicino Krakovets, ma in realtà non abbiamo la minima idea se stiamo facendo la scelta giusta.

Quelli di OTRA sono soliti 8-) transitare dalla frontiera di Medyka ;)

Leia74 ha scritto:ma non c’è ponte! C’è invece una specie di traghetto, trainato da un cavo elettrico e azionato ovviamente da un addetto che la fa partire quando c’è gente. Saliamo su questa chiatta e in 2 minuti siamo di là

Io, Jena e Gc facemmo la stessa esperienza in Albania a pochi chilometri dal confine greco. Restammo poi quasi un'ora ad osservare il transito dei mezzi mentre aspettavamo un passaggio per rientrare in paese.

Rzeszow (qui la lingua polacca da' il suo meglio, qualcuno mi deve spiegare chi si e' inventato la traslitterazione dei suoni, la pronuncia del nome di questa città suona più o meno come “jeshov” con la j letta alla francese)

La pronuncia suona grosso modo comer Rshjeshuw ;)
Avete visto il Castello? A me come città era piaciuta, ancora poi col fascino di posto sconosciuto e purtroppo non ci sono più tornato. Ora credo la situazione sia perà cambiata rispetto al 2006 mi sembra.
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Nella vita le cose serie, alla lunga, ti fregano. Gustiamoci le cose effimere che proprio in quanto tali non ti tradiscono mai.

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"Ho avuto molti ospiti e di varie nazionalità ma solo quella sera tutto il il locale parlava italiano"
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Re: Est Europa in moto (Moldavia, Transnistria, Ucraina,Polo

Messaggioda Leia74 » 31/01/2012, 12:59

geom.Calboni ha scritto:Avete visto il Castello? A me come città era piaciuta, ancora poi col fascino di posto sconosciuto e purtroppo non ci sono più tornato. Ora credo la situazione sia perà cambiata rispetto al 2006 mi sembra.


Castello? Non ci siamo manco accorti che c'era... :lol:
No siamo arrivati alle 8 di sera, il tempo di fare 2 foto in piazza e poi abbiamo cenato. Ci piacerebbe molto fare un altro giro da quelle parti anche perche' appunto una coppia di amici di Marco e' di quella zona (vivono a Roma pero') e sono anche loro motociclisti, ci hanno descritto alcune strade niente male, bei paesaggi etc. Prima o poi la Polonia si merita un bel viaggione tutto per lei. Stavolta era un assaggio. :D
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Re: Est Europa in moto (Moldavia, Transnistria, Ucraina,Polo

Messaggioda Maxdivi » 31/01/2012, 15:04

Lebowski ha scritto:Quando andai io le carrozze con cavalli non c'erano. Brutto segnale il loro arrivo. :cry:



Non la vedo cosi'....i fiaker ci sono pure ad Ilidza o a Sombor per esempio....straeconomici nel secondo caso..meno nell'altro....e' giusto che ritornino certe tradizioni...sta poi agli abitanti del luogo non trasformarli nelle gondole di Venezia...
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Re: Est Europa in moto (Moldavia, Transnistria, Ucraina,Polo

Messaggioda Leia74 » 01/02/2012, 18:23

Mercoledì 17 agosto: Łancut – Wieliczka - Cracovia (Polonia) (185 km, 3:30 ore di guida)

Le visite che faremo da oggi in avanti negli ultimi giorni di viaggio sono tutti posti che io ho già visto, ma sono molto contenta che possa vederli anche Marco. Come in ogni nostro viaggio, se possibile inseriamo sia cose che nessuno dei due ha visto sia posti dove uno di noi è già stato, in modo da riuscire a metterci in pari con i reciproci viaggi pre-coppia :mrgreen: Sono anche i luoghi piu' turistici del viaggio, ormai le zone semi-sconosciute che tocchiamo col nostro itinerario sono terminate, ma valgono ugualmente la pena.

Partiamo da Łancut poco dopo le 9 in direzione di Cracovia. Stavolta siamo su una strada statale molto trafficata per cui le previste 2 ore e mezza di strada diventano tre, e arriviamo alle miniere di sale di Wieliczka alle 12 passate. Siamo in pieno caos da turismo di massa. Wieliczka essendo solo 15 km fuori Cracovia è una delle gite classiche da fare quando si visita questa città, che a sua volta è un classico, per cui il numero di visitatori è enorme. Le miniere sono ovviamente super-organizzate per i turisti, con parcheggi, ristorante, bar e bancarelle di souvenir, nonché file differenziate a seconda della lingua in cui si vuole effettuare la visita guidata.
Noi parcheggiata rapidamente la moto andiamo alla biglietteria e notiamo che c’è una visita in italiano alle 13:10, ma preferiamo andare a quella in inglese delle 12:30 per recuperare tempo. Meno male! Credevamo che la visita durasse 2 ore ma invece ne dura 3! Si inizia scendendo a piedi una scalinata infinita dove l’affollamento è tale che ogni tanto bisogna fermarsi, la fila non va avanti. Io ero già venuta qui nel giugno del 2005 ma non mi ricordavo un tale assembramento! Arrivati in fondo ai 368 scalini, a 64 metri di profondità, inizia la visita. La guida ci spiega che tutto quello che vedremo e che non è fatto di legno o metallo, è sale: pareti e pavimento e soffitto delle gallerie, nonché tutte le statue. Ci tiene a precisare anche che nel prezzo d’ingresso è incluso un po’ di sale e che possiamo quindi assaggiare, leccare e toccare.

Si passa per vari ambienti scavati nel sale, con ricostruzioni della vita dei minatori, macchinari originali e statue fatte di sale. Si scende di un paio di livelli e si vede anche un laghetto interno. Ma la cosa più spettacolare è la cappella di Santa Kinga, a 100 metri di profondità: una sala enorme con lampadari di sale, statue e bassorilievi fatti di sale, pavimento intagliato nel sale... me la ricordavo ma è comunque bellissima.

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Durante la visita si fa anche una sosta in una sala dove sono stati allestiti dei banchi di souvenir, un bar con degli snack e i bagni. Anche alla fine del giro si viene lasciati in una sala simile, dove c’è anche un ascensore che per ulteriori 5 euro circa, porta ad una terrazza panoramica in cima alla sala. Noi ovviamente ci andiamo: anche se la vista non è bellissima (c’è una rete per evitare che cadano oggetti) ci sono però una piccola mostra di foto di cristalli di sale e una lapide commemorativa di Giovanni Paolo II.

Anche per uscire bisogna fare un po’ di fila, ma almeno si sale in ascensore!! Siamo fuori poco dopo le 16. Dopo una sosta ristoratrice, riprendiamo la moto e andiamo verso Cracovia. Abbiamo prenotato due notti ad un hotel un po’ fuori dal centro storico, per fortuna col GPS ci arriviamo senza problemi. L’albergo è carino, un tre stelle di buon livello, si chiama Apis Hotel. Ci sistemiamo in camera e ci rilassiamo un po’, poi verso le 18 usciamo per una prima esplorazione della città. Alla reception sono molto disponibili e ci spiegano come arrivare in centro con l’autobus, sono davvero solo 10 minuti.

Scendiamo appena a nord del centro storico, e ci incamminiamo passando vicino al Barbakan, una piccola fortificazione appena fuori dalle mura della città. Passiamo sotto le mura, entriamo nel centro passeggiando sulla via pedonale Florianska, ed arriviamo sulla meravigliosa piazza principale di Krakow, Rynek Glowny, che mi aveva già incantato 6 anni fa. Facciamo un sacco di foto grazie anche alla luce magnifica del tardo pomeriggio, oltre che alla bellezza di questi luoghi.

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Verso le 19 aspettiamo il trombettiere che allo scoccare dell’ora suona da una delle torri della chiesa di Santa Maria, poi passiamo una decina di minuti incantati davanti ad uno spettacolo di ragazzi che ballano la breakdance decisamente bravi. Non riusciamo a visitare la chiesa ma entriamo nella Cloth Hall (l’edificio al centro della piazza) e scattiamo tante foto ai banchi di souvenir (e io trovo anche la toppa-bandierina polacca che mi mancava! :mrgreen: ).

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Gironzoliamo un po’ senza meta tra la piazza e le vie e piazzette adiacenti fino a che si fa buio, poi cerchiamo lì vicino un posto per cenare. Riusciamo a mangiare bene senza spendere troppo anche se siamo in pieno centro e zona turistica. A stomaco pieno facciamo un’ultima passeggiata per la piazza in notturna e torniamo in albergo in bus prima delle 23.

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Re: Est Europa in moto (Moldavia, Transnistria, Ucraina,Polo

Messaggioda Leia74 » 02/02/2012, 17:27

Giovedì 18 agosto: Cracovia – Auschwitz – Cracovia (Polonia) (145 km, 2:40 ore di guida)

L'escursione da Cracovia ai campi di concentramento nazisti di Auschwitz e Birkenau era uno dei punti fermi dell’itinerario fin dalla prima volta che abbiamo ipotizzato un giro nell’Europa dell’est, Marco ci tiene tantissimo. Io li ho già visti nel 2005 ma ci torno volentieri, anche se non è esattamente una visita piacevole.
Ci si può arrivare con uno dei molti minibus che fanno servizio pubblico tra Cracovia e Oswiecim (nome polacco di Auschwitz), ma noi abbiamo la moto e ci spostiamo con quella in modo da avere più libertà. Per riuscire a visitare con calma i due siti e poi avere anche un po’ di tempo per vedere Cracovia, partiamo dall’hotel abbastanza presto, poco dopo le 8. Sono meno di 70 km ma ci sono un po’ di lavori in corso e traffico, per cui arriviamo verso le 9:20. Per prima cosa visitiamo il campo di Auschwitz, il più piccolo ma meglio conservato dei due. Parcheggiamo ed entriamo, scoprendo che per chi entra dopo le 10 è obbligatorio prendere una visita guidata: meno male che siamo arrivati prima per cui possiamo girare da soli!! Anche qui ci sono moltissimi visitatori, ma l’atmosfera è molto diversa da Wieliczka.

Si passa sotto l’arco di metallo con la scritta “il lavoro rende liberi” e si possono visitare molti degli edifici del campo: alcuni sono rimasti com’erano per far vedere le condizioni di vita, altri sono stati allestiti a museo con fotografie e cartelloni che spiegano, bacheche che espongono documenti e oggetti...
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Una delle cose che colpiscono di più sono alcune sale dove sono stati ammucchiati gli oggetti che venivano confiscati ai prigionieri, esposti in delle grandi vetrine divisi in tipologie: migliaia di scarpe, centinaia e centinaia di valigie, mucchi di spazzole, spazzolini da denti, pennelli da barba, occhiali... Impressionante.
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Uno dei punti più visitati del campo è il muro dove venivano giustiziati i prigionieri colpevoli di qualcosa (ricordo che questo era un campo di lavoro e non di sterminio, dove la gente moriva sì, ma per il freddo, la fatica, la fame, i tentativi di scappare etc).
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Man mano che la mattinata avanza i gruppi di visitatori si fanno più numerosi e diventa più difficile guardare le sale in tranquillità. In particolare ricordo un gruppo di soldati israeliani, ma c’erano gruppi di tutte le nazionalità.

Verso mezzogiorno usciamo dalla zona di visita e ci fermiamo al self-service a mangiare qualcosa, è presto ma abbiamo già un po’ fame (non troppa, a dire il vero: vedere certe cose me la fa passare) e poi almeno ci evitiamo le file che sicuramente si formeranno tra una mezz’oretta. Poi riprendiamo la moto e ci facciamo i 2 km che separano questo campo da quello di Birkenau anche detto Auschwitz II. Questo campo è più esteso del primo ma è rimasto meno da vedere. È qui che i treni pieni di deportati venivano fatti arrivare, la gente scendeva e veniva smistata subito, chi era abile al lavoro veniva tenuto in vita e tutti gli altri (anziani, donne, bambini, malati) inviati direttamente alle camere a gas. Un campo di sterminio, e non semplicemente di lavoro.
Si entra passando accanto ai binari della ferrovia, con la torretta sotto cui passavano i treni, immagine purtroppo famosissima.
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Anche qui ci sono moltissimi visitatori, parecchi con la bandiera di Israele. Il campo è molto più ampio del precedente ma dei capannoni rimangono quasi solo i camini, dando se possibile quasi più un senso di morte che se fossero stati integri. L’estensione del campo lo rende forse più impressionante del primo, fa sentire davvero la portata di quello che vi è accaduto. Camminiamo lungo i binari, scattiamo molte foto, visitiamo uno dei capannoni rimasto intatto,
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e arriviamo in fondo al campo dove c’erano le due camere a gas con i forni crematori. I tedeschi li fecero saltare in aria prima di abbandonare il campo (stavano arrivando gli alleati) ma le rovine dei due edifici sono ancora lì, muta testimonianza. Tra i due, un monumento commemorativo con la stessa frase scritta in almeno una ventina di lingue.
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Dopo un’oretta e mezza usciamo da lì con un grande senso di tristezza addosso. Sono le 14:30, riprendiamo la moto e torniamo verso Cracovia. All’uscita dall’autostrada, il primo ed unico controllo della polizia di tutto il viaggio: un semplicissimo controllo di routine ma in quasi 18 anni di patente è la prima volta che a Marco viene fatto l’alcool test. E guarda caso succede all’estero... su alcune cose sono molto più avanti di noi anche in Polonia!
A Cracovia ci dirigiamo verso il lato sud del centro storico, vorremmo visitare la zona del castello, la collina del Wawel.
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Troviamo un parcheggio custodito (sotterraneo) praticamente sotto il castello ma è abbastanza caro. Marco vorrebbe cercare qualche altro parcheggio magari più lontano ma gratuito, ma io insisto, ormai abbiamo parcheggiato e ci siamo anche già levati caschi e giacche, perderemmo molto tempo. In effetti non abbiamo speso molto in questo viaggio per cui possiamo anche permetterci una decina d’euro di parcheggio, è più un fastidio psicologico a spendere per questa cosa l’equivalente di una cena per due in Ucraina!
Prima di salire al castello ci riposiamo un po’ in un bar bevendo qualcosa, fa un po’ caldo. Però non possiamo fermarci tanto perché sappiamo che alle 5 la Cattedrale del castello chiude. Infatti quando saliamo riusciamo ad entrare a pelo, e ovviamente non vendono più i biglietti per le zone a pagamento (le tombe reali, la campana Sigismondo e il museo della Cattedrale) ma almeno riusciamo a visitarla. Purtroppo dentro non è consentito scattare foto, ne "rubo" qualcuna ma sono pessime.
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Dopo la cattedrale gironzoliamo un po’ per il piazzale centrale del castello, ma visto che tutti gli altri edifici sono chiusi dopo poco torniamo giù verso il centro della città.
Dalla base del Wawel parte la "strada reale" che attraversa tutta la città verso nord, passando per la grande piazza Rynek e via Florianska per uscire dal centro attraverso il Barbakan (le zone che abbiamo visto ieri). Questa strada si chiama così perché i re di rientro in città da nord la percorrevano per arrivare al castello. Lungo questa strada passiamo davanti ad alcune altre chiese interessanti senza entrarvi: in particolare mi piace Sant'Andrea con la sua aria antica,
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ma ci sono anche San Pietro e Paolo,
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la chiesa Domenicana e quella Francescana. Arrivati al Rynek vogliamo invece visitare la chiesa di Santa Maria, la principale, dove ieri non siamo entrati. Dovrebbe essere aperta fino alle 18 per cui siamo ancora in tempo. Però quando entriamo ci accorgiamo che c'è una messa e non si può visitare... poco male, ci sediamo in fondo e ammiriamo la bellissima chiesa anche così. Riusciamo anche a scattare alcune foto, merita davvero. Ne approfittiamo per riposarci un pochino, cominciamo ad essere stanchi di tutte queste visite, sono quasi 2 settimane che non ci fermiamo un minuto!
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Una volta fuori, siamo indecisi se tornare in albergo o meno: io ho voglia di scattare ancora un po' di foto mentre Marco no, allora lui si riposa e io gironzolo da sola sulla piazza che offre sempre mille spunti fotografici.
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Verso le 18 ci ritroviamo e riposiamo ancora un po', ormai non ha senso tornare in hotel, aspettiamo le 19 e poi ci dirigiamo verso un ristorante che ricordavo dalla mia prima volta qui: è tutto decorato come una casa di campagna, con slitte e carretti usati come tavoli e sedie, davvero carino anche se probabilmente molto turistico. Non mi ricordavo di aver mangiato male o pagato tanto, ma sono più sollevata quando a fine cena siamo entrambi molto soddisfatti del cibo e del prezzo. Mi sarebbe dispiaciuto portare Marco in un posto che non gli fosse poi piaciuto.
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Torniamo al parcheggio vicino al Castello, recuperiamo la moto e alle 21:30 siamo già in hotel, dove ci aspettano le valigie da preparare: domani si riparte e inizia la strada del ritorno. Purtroppo non possiamo dedicare a questa città il tempo che merita, ma avevamo deciso così fin dall'inizio: un po' come Edimburgo quando siamo stati in Scozia, abbiamo preferito visitare i dintorni visto che siamo moto-muniti e fare solo un piccolo assaggio della città nei due pomeriggi che "avanzavano", per eventualmente tornarci un weekend con un volo low-cost più avanti.
Devo dire che Cracovia mi era piaciuta già la prima volta che ci ero stata, ma a rivederla l’ho apprezzata ancora di più! E per fortuna è piaciuta anche a Marco! L’atmosfera che vi si respira, anche se è piena di turisti, è molto romantica e allo stesso tempo vivace specialmente sulla piazza principale, che tra parentesi è la più grande piazza medievale d’Europa. Cracovia è davvero una città piena di storia e cultura, una delle perle d’Europa che merita assolutamente una visita.
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Re: Est Europa in moto (Moldavia, Transnistria, Ucraina,Polo

Messaggioda palaz » 02/02/2012, 22:11

Leia74 ha scritto:
Devo dire che Cracovia mi era piaciuta già la prima volta che ci ero stata, ma a rivederla l’ho apprezzata ancora di più! E per fortuna è piaciuta anche a Marco! L’atmosfera che vi si respira, anche se è piena di turisti, è molto romantica e allo stesso tempo vivace specialmente sulla piazza principale, che tra parentesi è la più grande piazza medievale d’Europa. Cracovia è davvero una città piena di storia e cultura, una delle perle d’Europa che merita assolutamente una visita.


Cracovia è uno dei posti in Europa che mi piacerebbe di più visitare, così come i campi...
...intanto grazie a Leia e Balza.
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Re: Est Europa in moto (Moldavia, Transnistria, Ucraina,Polo

Messaggioda Leia74 » 03/02/2012, 14:50

Grazie a te Palaz per seguire il mio racconto :D
Passiamo alle ultime 3 giornate di viaggio (la seconda e la terza poco interessanti essendo solo spostamento).

Venerdì 19 agosto: Cracovia (Polonia) - Bratislava (Slovacchia) (412 km, 5:40 ore di guida)

Partiamo da Cracovia alle 9:30 dopo una abbondante colazione in hotel, e ci dirigiamo verso sud su strade abbastanza rapide. Ormai le visite vere e proprie del viaggio sono terminate e si inizia la lunga marcia di rientro (con la piccola eccezione del centro storico di Bratislava che vedremo oggi).
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Poco prima del confine polacco di Chyzne, dopo Jablonka, ci fermiamo per usare gli ultimi zloty rimasti tra benzina e snack, ma non li finiamo. Passiamo in Slovacchia senza fermarci, e' Schengen. Qui la strada è un po' più lenta ma comunque si scorre e vediamo bei paesaggi lungo il fiume Orava. Verso le 12:00 passiamo accanto al Castello dell'Orava (Oravski Hrad) dove avevamo deciso di fare una sosta: usciamo dalla statale e arriviamo nel paesino sotto al castello. E' molto suggestivo, così a picco sul fiume, peccato che non si possa arrivare lassù in moto ma solo a piedi e pagando l'ingresso. Ci fermiamo sotto, scattiamo qualche foto e decidiamo di ripartire, non abbiamo troppo tempo purtroppo.
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La valle dell'Orava è molto bella: purtroppo ci sono alcune zone dove si allarga e qui si trovano delle industrie e dei palazzoni, ma dove si restringe un po' è più incontaminata e suggestiva, tra prati verdi e boschi di conifere. Mentre proseguiamo per Bratislava notiamo anche il castello di Strecno che sarebbe da visitare (non sono riuscita a fargli foto, ne metto una presa da internet).
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Questo viaggio non include la visita della Slovacchia, Bratislava è solo una tappa che veniva comoda durante il percorso di rientro, ma ci ripromettiamo di fare un giro anche da queste parti visti i molti castelli che caratterizzano il paesaggio.
Appena fuori della città di Martin ci fermiamo in un ristorante a bordo strada per pranzare, io prendo un piatto tipico slovacco, gli halusky (specie di gnocchetti con speck e formaggio) buono ma pesantino, mentre Marco va di pesce. Qui in Slovacchia si torna ad usare l'Euro.
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Il cielo tende al nuvoloso ma verso le 14 si riparte, da qui in avanti è per lo più strada veloce o autostrada per cui nel giro di 3 ore arriviamo a Bratislava. Parcheggiamo in strada dietro l'hotel prenotato, si tratta di un Mercure che abbiamo scelto solo perché abbiamo trovato una tariffa scontata, 70 euro la doppia con bagno, abbiamo pensato che per una sera potevamo trattarci bene... Facciamo il check-in e meditiamo se parcheggiare la moto nel garage dell'hotel, sono 20 euro per la notte, sono effettivamente tanti ma io non sono molto tranquilla a lasciare la moto in strada e quindi spendiamo questi soldi e la piazziamo al sicuro. Ci riposiamo un po' in camera e verso le 18 decidiamo di uscire ad esplorare questa città: anche qui io sono già stata e Marco no, e da quel che ricordo il centro storico è davvero piccolo e si visita in poche ore. Anche per questo l'abbiamo scelta come tappa :) (e poi cosi' Marco si mette in pari anche con questa citta' :lol: )

L'hotel per fortuna è a distanza camminabile dal centro: per primo raggiungiamo il palazzo presidenziale con i suoi giardini,
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poi entriamo nella città vecchia attraverso la Porta di San Michele.
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Il centro è davvero piccolo come ricordavo, si tratta di poche vie pedonali molto carine con edifici storici,
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la piazza principale col municipio e una fontana,
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alcune chiese tra cui la Cattedrale di San Martino.
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Fuori del centro, ad ovest su una collina, sorge il castello dove oggi non andremo.
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Appena a sud del centro, si sbuca su una piazza alberata lunga e stretta più recente (credo ottocentesca) dove si affacciano il Teatro Nazionale e alcuni musei che ovviamente a quest'ora sono chiusi.
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Da questa piazza in due passi arriviamo alla riva del Danubio, e ci fermiamo qualche minuto a osservare il fiume. Dall'altro lato si vede la zona moderna della città, e il famoso "disco volante" dove c'è un ristorante.
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Ecco, Bratislava è tutta qui, almeno le zone di qualche interesse per la visita. Torniamo nella città vecchia e facciamo un'altra passeggiata senza meta, notando anche alcune strane statue di bronzo che sono diventate attrazioni turistiche anche loro. :)
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Ormai sono le 20 e abbiamo fame: la ricerca di un posto dove mangiare non dovrebbe essere difficile, tutto il centro è pieno di ristoranti di vario genere! Però noi non ne troviamo nemmeno uno di nostro gusto: vorremmo qualcosa di slovacco che non sembri proprio troppo turistico, che non abbia ad esempio i menu pronti, e già così ne scartiamo il 90% (tra ristoranti turistici, italiani, messicani, pub irlandesi, etc). Quando siamo ormai tornati vicino alla Porta di San Michele mi viene in mente un posto dove avevo cenato l'altra volta che ero stata qui, in una via un po' defilata e non troppo evidente come insegna, il Prasna Basta. E' turistico anche questo ma almeno l'atmosfera e' carina. I prezzi esposti non sono troppo alti e quindi entriamo. Alla fine non ceniamo male a parte il fatto che la bottiglia d'acqua ce la portano a fine cena! :evil:

Dopo mangiato ci facciamo ancora una passeggiatina nel piccolo ma suggestivo centro. Con le luci serali è ancora più bello e romantico!
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Peccato che dopo qualche minuto che siamo seduti su una panchina nella piazza principale inizi a piovigginare, meglio incamminarsi verso l'albergo! Con un solo ombrello e con la pioggia che si intensifica, quando arriviamo 20 minuti dopo siamo un po' umidi, ma non troppo per fortuna.
Stasera siamo soddisfatti, in un paio d'ore abbiamo girato bene il centro di Bratislava, mancherebbe solo la collina del castello dove pensiamo di andare domani mattina prima di ripartire. A nanna presto!!
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Re: Est Europa in moto (Moldavia, Transnistria, Ucraina,Polo

Messaggioda Leia74 » 03/02/2012, 15:01

Ed ecco l'ultimo post di questo diario di viaggio...

Sabato 20 agosto: Bratislava (Slovacchia) - Mestre (Italia) (646 km, 6:35 ore di guida)


Stamattina facciamo fatica ad alzarci dal letto, e ci rendiamo conto che nessuno dei due ha voglia di andare al Castello. Io l'ho già visto, tra l'altro, e mi ricordo (forse male?) che non è niente di imperdibile, quindi lasciamo stare.
Ci prepariamo con calma e facciamo il check-out (la colazione non era inclusa) verso le 10 e mezza e si parte. Ormai la vacanza è terminata, niente più posti da visitare, solo circa 1200 km da fare fino a Roma. Ma stasera li spezzeremo con una sosta a casa dei miei a Mestre.

Da segnalare l'ultimo autogrill in terra slovacca (praticamente appena usciti da Bratislava) che vince il premio per l'autogrill più lento d'Europa: per fare colazione, benzina e comprare una vignetta delle autostrade austriache ci mettiamo più di mezz'ora! Oltretutto ci rifilano la vignetta per le auto, che costa di più di quella per le moto ma mi lascia un po' perplessa: e se la polizia austriaca fa la pignola e ci fanno ugualmente la multa? In questo autogrill però non hanno la vignetta per le moto... a saperlo, avremmo potuto fermarci 500 metri dopo, dove esattamente al confine c'è un gabbiotto che vende solo vignette. A saperlo, appunto! Vabbè... comunque in Austria non ci ferma la polizia per cui ne usciamo senza multe (e senza sapere se ce l'avrebbero fatta!).

Il paesaggio a sud di Vienna è abbastanza pianeggiante, con molti vigneti,
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e per un pezzo corriamo accanto al lago Neusiedler, al confine tra Austria e Ungheria e inserito nella lista Unesco per la sua particolarità culturale, che va dai resti di culture preistoriche agli ambienti rurali e ai palazzi ottocenteschi. Interessante, quasi non sembra Austria con questi edifici grandi, bianchi, alcuni col tetto di paglia, che penso siano magazzini. Da tornarci con calma!
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Poi si sale sulle Alpi ed ecco che siamo nell'Austria "classica". (Da qui ho messo via la macchina fotografica perche' si iniziava a correre).
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Fino ad ora il tempo è stato un po' incerto, mentre pranziamo nell'autogrill vicino Graz stiamo quasi per decidere di metterci la tuta antipioggia, ma poi lasciamo stare e per fortuna quando si va verso Klagenfurt esce il sole. A Villach visto che abbiamo tempo facciamo una sosta di un'oretta in un mega-negozio di accessori da moto e ne usciamo con dei guanti nuovi e altre cosette, che a fatica infiliamo nei bagagli. Passiamo il confine di Tarvisio e mentre scendiamo nella pianura friulana fa sempre più caldo!! Iniziamo a squagliarci nelle nostre giacche da moto: si stava così bene a 20-25 gradi per tutta la vacanza, ora siamo sui 35, davvero troppo per i miei gusti, sembra di avere un gigantesco phon puntato addosso!!! Superiamo le code in autostrada e arriviamo a Mestre verso le 20: staaaanchi! Però che bello, stasera si mangia pizza!!!!! :mrgreen:

Domenica 21 agosto: Mestre - Roma (545 km, 4:55 ore di guida)

Stamattina ce la prendiamo con calma e partiamo verso le 11. Oggi pura e semplice autostrada, sotto un sole cocente e con un caldo infernale: tra Firenze e Roma il termometro della moto non scende mai sotto i 41! Con varie soste in autogrill per riprenderci dal caldo, riusciamo ad essere a casa per le 17.30. Vacanza finita... :(
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Re: Est Europa in moto (Moldavia, Transnistria, Ucraina,Polo

Messaggioda geom.Calboni » 04/02/2012, 16:20

Leia74 ha scritto:Vacanza finita... :(

E complimenti... :)
"Stiamo attenti, siamo contenti, comportiamoci bene e mangiamo la semplicità".

Nella vita le cose serie, alla lunga, ti fregano. Gustiamoci le cose effimere che proprio in quanto tali non ti tradiscono mai.

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